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Messina 21 Ottobre 2014 ore 11.30
Azienda Osp. Univ. Policlinico “G. Martino”
Fondazione sigma-tau e Università di Messina presentano la Lecture:
“Prevenzione della disabilità nel soggetto anziano Fragile.
Dalla teoria alla pratica”
Prof. Matteo Cesari
Institut du Vieillissement - Gérontopôle, Centre Hospitalier Universitaire de Toulouse, Toulouse, France
Université de Toulouse III Paul Sabatier, Toulouse
Introduce: professor Antonino Lasco
“L'aumento assoluto e relativo delle persone anziane nelle società industrializzate mette in seria
difficoltà la stabilità dei sistemi sanitari. In particolare, la disabilità dell'anziano (una condizione spesso
irreversibile in età avanzata) è una condizione clinica che non soltanto impatta gravemente sulla qualità
di vita dell'individuo, ma aumenta anche esponenzialmente i costi sostenuti dalla sanità pubblica. Per
questo motivo, in questi ultimi anni, molteplici iniziative in ambito clinico e di ricerca sono state
sviluppate al fine di disegnare ed implementare interventi preventivi contro la disabilità e le
manifestazioni cliniche tipiche dell’invecchiamento. In questo ambito, la condizione di maggior interesse
al fine di sviluppare tali interventi è probabilmente la cosiddetta sindrome di fragilità”.
E’ questo il nucleo delle Lectures italiane del professor Matteo Cesari organizzate da Fondazione sigmatau in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria del Policlinico “G. Martino” di Messina il
21 ottobre e con la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università “Magna
Graecia” di Catanzaro il 23 ottobre. A dialogare con il professor Cesari a Messina sarà chiamato il
professor Antonino Lasco, direttore della Scuola di Specializzazione di Geriatria all’Università di Messina.
“Con il termine "fragilità" si intende una sindrome clinica caratterizzata da elevata vulnerabilità a stress
esogeni ed endogeni che predispone l'individuo anziano al rischio di eventi avversi - in particolare,
disabilità, ospedalizzazione, istituzionalizzazione e mortalità. Sebbene la comunità scientifica sia quasi
unanimemente d'accordo con la definizione teorica di fragilità, la traduzione di questa sindrome nella
pratica clinica suscita ancora discussioni, dibattiti e controversie. Differenti modelli e definizioni
operazionali sono stati proposti negli ultimi quindici anni, ciascuno con proprie caratteristiche, aspetti
positivi e limiti. Lo sviluppo eterogeneo che ha seguito il concetto di "fragilità" ha parzialmente limitato
una sua rapida diffusione e implementazione in ambito clinico. Ciononostante, si hanno oggi le
adeguate competenze per identificare nella "fragilità" la condizione cardine per differenziare il
soggetto "anziano" da quello "geriatrico".
La differenziazione fra "età anagrafica" ed "età biologica" non rappresenta pura speculazione. Questa
distinzione è invece di fondamentale importanza per adattare la pratica clinica quotidiana alle necessità
imposte dal differente profilo clinico e sociodemografico del paziente odierno. È, infatti, interessante
notare come il concetto di "fragilità" valichi i tradizionali setting "geriatrici" e si diffonda velocemente in
quelle specialità cliniche - ad esempio, l'ortopedia, la cardiochirurgia, l'oncologia - che più di altre hanno
assistito a un invecchiamento del loro "paziente medio".
Definire il soggetto anziano come "fragile" significa stimare le riserve omeostatiche dell'individuo,
valutare le sue resistenze organiche e fornire “un'età biologica". In altre parole, parlando di fragilità si
sottintende un passaggio culturale importante: non si parla più di data di nascita o esclusivamente di
comorbidità per definire il soggetto anziano che ha bisogno del geriatra e del suo intervento
multidimensionale. Parlare di fragilità vuol dire innanzitutto fare un salto da quella che è la medicina
tradizionale basata su criteri anagrafici e chiare condizioni nosologiche ad un nuovo approccio basato
su biologia e funzione.
Secondo il setting nel quale si parla di fragilità, differenti popolazioni, strategie ed interventi potrebbero
essere previsti. Comunque, l'ambito nel quale la fragilità trova maggior applicazione (e potenziale
futuro sviluppo) è quello relativo alla prevenzione della disabilità nella popolazione generale. Un
esempio in questo contesto è fornito dal modello sviluppato a Tolosa (Francia). Il Gérontopôle del Centre
Hospitalier Universitaire de Toulouse, dietro indicazione del Ministère des Affaires Sociales et de la Santé
francese, ha ideato e conduce dall'ottobre 2011 un nuovo servizio di day hospital dedicato ad anziani
fragili non disabili residenti a domicilio. Questo servizio clinico ha come obiettivi principali:
1) Identificazione della sindrome di fragilità nella popolazione generale in collaborazione con i Medici di
Medicina Generale.
2) Permettere l'accesso al modello della valutazione multidimensionale geriatrica in primary care al fine
di determinare le cause della sindrome di fragilità, e
3) Fornire interventi multidisciplinari e personalizzati di natura preventiva e/o terapeutica volti ad
anticipare la manifestazione clinica di processi patologici misconosciuti.
È importante notare come lo sviluppo di modelli preventivi implichi necessariamente anche la
valutazione di aspetti etici (ad es., il rischio di overdiagnosis) e socio-economici (ad es., la costeffectiveness dell'intervento). Anche tenendo conto di questi principi, l'esperienza di Tolosa (come
d'altra parte la letteratura scientifica in questo ambito) fonda i propri interventi sul miglioramento dello
stile di vita. In particolare, l'ottimizzazione dello stato nutrizionale e la promozione dell'attività fisica spesso entrambi deficitari in età avanzata - costituiscono le basi per interventi preventivi di successo”.
In occasione delle due Lectures italiane, a cura di Fondazione sigma-tau, saranno sviluppati i seguenti
punti:
- Perché è importante parlare di fragilità: sia dal punto di vista della persona anziana che da quello
della sanità pubblica;
- I modelli teorici di fragilità come condizione causata da invecchiamento accelerato;
- Come definire la fragilità in ambito clinico;
- Possibili interventi e modelli infrastrutturali per misurare e trattare la fragilità in comunità, setting
geriatrici ed in altre specialità cliniche. In particolare, sarà presentata l'esperienza del modello clinico
di Tolosa;
- Prospettive scientifiche e cliniche nella prevenzione della disabilità in età avanzata”.
Ufficio Stampa Fondazione sigma-tau
Fabio Fantoni
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