SERBIA

SERBIA
NOTA CONGIUNTURALE
Settembre, 2014
1. Quadro macroeconomico
a) Andamento congiunturale e rischio Paese
L’economia serba nel 2013 ha registrato una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, mentre le
previsioni per il 2014 da parte dell’ente statistico nazionale prospettano una decrescita dello 0,5%. Intanto la
produzione industriale nel secondo trimestre del 2014 e’ diminuita del 1,1% a causa degli effetti delle
alluvioni di maggio che hanno pesantmente colpito le produzioni agricole e causato un rallentamento delle
attivita’ nei comparti delle miniere e dell’energia.
La Serbia non ha ancora raggiunto i livelli produttivi del 2008 e la situazione dell’apparato produttivo del
paese (molte fabbriche ferme, macchinari e tecnologie produttive obsolete) non consente di intravedere
segnali di decisa ripresa a breve-medio termine. L’inizio dei lavori nel progetto del gasdotto Southstream
dovrebbe prossimamente manifestare un impatto positivo sull’andamento dell’economia. Bisogna tener
conto, tuttavia, che, dopo l’apertura dei lavori sul gasdotto di alcuni mesi fa, il progetto potrebbe risentire di
conseguenze politiche vista la particolare posizione serba, tra l’UE, con la quale ha avviato i processi di
preaccessione e la Russia, con la quale gode di un rapporto molto stretto (accordo di libero scambio,
investimenti nel settore energia ed altri).
Nel 2014 si prevede un rallentamento della crescita del PIL a causa dell’indebolimento di alcuni fatttori che
hanno determinato la crescita nel 2013 e per via dell’implementazione della politica fiscale tendenzialmente
restrittiva, nonche dell’alluvione che ha colpito le zone centrali del Paese a maggio 2014. Secondo le
previsioni della Banca Nazionale della Serbia, il maggior contributo positivo alla crescita del PIL nel 2014
(circa l'1 %) derivera’ dalle esportazioni nette. Tuttavia, la combinazione di una domanda interna debole e
scarse prospettive di crescita per la zona euro continueranno ad avere un effetto frenante sull'economia serba.
Inoltre, le misure fiscali necessarie previste per il 2014 peseranno sulle prospettive di crescita del paese.
L’alluvione di maggio, una delle peggiori nella storia della penisola balcanica, sta incidendo gravemente
sull’economia del Paese: i danni totali sono stati stimati ad un miliardo di euro. I settori che subiranno di piu’
sono quello dell’agricoltura e delle infrastrutture. Un ampio processo di ricostruzione e’ stato avviato ed il
Governo punta molto anche sull’aiuto della UE.
Il deficit delle partite correnti è stato dimezzato nel 2013, a causa principalmente di una riduzione del
disavanzo commerciale (esportazioni in crescita del 25,8%). E’ entrato in vigore un pacchetto di misure di
consolidamento fiscale che prevede una riduzione dei salari nel settore pubblico, l’aumento dell’aliquota
speciale dell’IVA, l'aumento dell’età pensionabile delle donne e la graduale abolizione delle sovvenzioni.
Dopo la formazione del nuovo governo si prevede la stipula di un accordo stand-by con il FMI e l’adozione
di ulteriori misure di consolidamento fiscale.
La Serbia sta compiendo progressi nel processo di adesione all'Unione europea. L'accordo di stabilizzazione
e di associazione (ASA) è entrato in vigore il 1 ° settembre 2013, mentre la prima conferenza
intergovernativa sui negoziati di adesione della Serbia si è tenuta a gennaio 2014, segnando l'inizio dei
negoziati di adesione all'UE della Serbia.
Le trattative per l’adesione all’Organizzazione mondiale del Commercio (Word Trade Organization) sono
ancora in corso. A giugno 2013 il presidente del gruppo di lavoro per l'adesione della Serbia ha invitato la
Serbia a completare i negoziati bilaterali e ad emanare la legislazione necessaria per concludere il processo
entro la fine del 2014.
Pochi progressi sono stati compiuti per quanto riguarda la vendita di grosse aziende pubbliche. Il futuro della
società di telecomunicazioni di proprietà statale, Telekom Srbija, rimane incerta, mentre a maggio 2014 e’ di
nuovo attuale la possibilita’ di vendita. La società farmaceutica, Galenika, è stata offerta in vendita, ma
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Settembre 2014
l'offerta è stata prorogata più volte a causa di una mancanza di interesse degli investitori. Il governo sta
ancora cercando un partner strategico per l'acciaieria Zelezara Smederevo, dalla quale si e’ ritirata la US
Steel.
La compagnia aerea nazionale, JAT Airways, ha concluso una partnership strategica con la compagnia aerea
degli Emirati Arabi Uniti "Etihad Airways”. Secondo le disposizioni di questo accordo, firmato a luglio
2013, Etihad Airways ha acquisito il 49 % della JAT, che e’ successivamente stata rinominata “Air Serbia”.
La ristrutturazione del settore pubblico, dall’altra parte, rimane forse il compito principale per lo Stato nel
prossimo biennio, con riforme profonde e sostanziali che sono anche la condizione sine qua non della Banca
Mondiale e del FMI per il proseguimento dei programmi di assistenza.
I nuovi accordi di acquisto di energia sono stati adottati e il prezzo dell'elettricità e’ stato aumentato. A luglio
2013 il Ministero dell'Energia ha adottato nuovi modelli ufficiali degli accordi di acquisto di energia,
permettendo ai produttori di energia “privilegiati” di utilizzare gli incentivi per l'energia verde.
Sono state introdotte alcune riforme fiscali. Alla fine del 2012 il tasso di imposta sul reddito delle società è
stato aumentato dal 10 al 15 per cento. La posizione della Serbia in classifica del Doing Business Report
2014 della Banca Mondiale e’ peggiorata rispetto all’anno scorso (novantitreesima di 189 paesi, mentre nel
2013 occupava 87° posto), con i punteggi particolarmente bassi relativi all’ottenimento dei permessi di
costruzione e pagamento delle tasse. Una nuova serie di provvedimenti nel settore fiscale e’ prevista a
brevissimo. La nuova bozza della legge sul lavoro ha suscitato molto interesse e pareri contrastanti – la legge
sarebbe volta a liberalizzare ulteriormente il mercato del lavoro, facilitando i processi di assunzione e
licenziamento del personale. E’ stato annunciato che la legge sara’ adottata gia a fine luglio 2014.
È stata inoltre introdotta una nuova legge sulle ferrovie, ideata per armonizzare il quadro giuridico nazionale
con la normativa comunitaria e per aprire il settore alla concorrenza. La legge introduce il principio della
separazione tra la gestione dell'infrastruttura ferroviaria e quella relativa all’operatività.
La stabilità del settore bancario è stata mantenuta, anche se alcune banche di piccole dimensioni sono entrate
in procedura di fallimento nel 2013.
L’economia sommersa rappresenta ancora oggi circa un terzo del PIL nazionale. Questo fenomeno per le
casse dello Stato comporta una perdita stimata superiore a 4 miliardi di euro l’anno, concentrato soprattutto
nel settore delle costruzioni. Le ultime stime riportano una cifra pari a 700.000 persone impiegate nella
“zona grigia” e cio rimane uno dei principali compiti del Governo ancora da instaurare.
Il 2013 ha visto un’inflazione al livello del 2,2% sui dodici mesi, un minimo storico. Il livello medio dei
salari e’ cresciuto portando la retribuzione reale lorda pro capite a maggio 2014 a circa 61.000 dinari pari a
circa 520 euro (circa 370 netti).
Le retribuzioni piu’ alte si riscontrano, come negli anni precedenti, nel settore finanziario (con circa 670 euro
netti) e in quello della lavorazione del tabacco (circa 700 euro) mentre la retribuzione più bassa viene
segnalata nell’industria del tessile/abbigliamento (circa 300 euro). Dal 2008 al 2013 il settore privato in
termini occupazionali si e’ contratto di un terzo e continua a soffrire gli effetti della crisi economica e
dell’aumento delle imposte statali.
L’alto livello del tasso di disoccupazione rimane uno dei principali problemi strutturali dell’economia serba:
a luglio 2014 il tasso di disoccupazione era stimato oltre il il 30%, ovvero piu’ di un milione di persone. I
tagli occupazionali hanno riguardato negli ultimi tre anni quasi esclusivamente il settore privato.
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Settembre 2014
Le riserve della Banca Centrale in valuta estera durante il 2013 sono calate (in particolare in ragione di
interventi sul mercato delle valute a sostegno del Dinaro serbo), raggiungendo a gennaio 2014 il livello di
11,3 miliardi di euro, un livello sempre soddisfacente, ottenuto soprattutto grazie all’emissione
obbligazionaria sul mercato europeo.
La Serbia beneficia all’incirca di 200 milioni di euro di finanziamenti comunitari all’anno. Lo status di
candidato ufficiale permetterà dai prossimi mesi di utilizzare tutte le 5 componenti dei fondi IPA, mentre
attualmente le uniche componenti del finanziamento riguardano institution building e cross border
cooperation.
Il bilancio dello Stato nel periodo 2006 - 2013 è stato costantemente in deficit. Secondo la nuova finanziaria
del 2014 sono previste entrate pari a 930 miliardi di dinari serbi (circa 8,2 miliardi di euro) ed uscite pari a
1.113 miliardi di dinari (circa 9,8 miliardi di euro) per un deficit del 4,6% del PIL entro la fine dell’anno
2014. Nel primo trimestre del 2014 il deficit del budget e’ stato di 71,8 miliardi di dinari (circa 624 milioni
di euro).
La nuova legge finanziaria e’ stata preceduta da una serie di provvedimenti e leggi, come quella sui tagli alle
retribuzioni nel settore pubblico e la nuova legge sulla lavoro, la legge sull’IVA ed altre, volte ad
ammortizzare il calo dei consumi e tagliare i costi. Il piano, caraterizzato da parte degli esperti come molto
ambizioso, del nuovo premier Aleksandar Vucic prevede incentivi per imprese private, tagli al settore
pubblico, progetti nel settore infrastrutture ed energia, nonche’ la stimolazione dell’edilizia.
La finanziaria per il 2014 prevede una crescita del PIL del 1%, un tasso di inflazione massimo del 5,5%. La
nuova politica economica e fiscale, come annunciato dal Governo, sara’ volta a mantenere la stabilita’
macroeconomica, la crescita dell’economia e la lotta alla dissoccupazione. Le previsioni del Governo sono
basate sulla crescita della produzione della Fiat Automobili Srbija (FAS), l’aumento della produzione
agricola, delle esportazioni della Naftna Industrija Srbije (NIS) nonche’ sulla ripresa della produzione
dell’acciaieria di Smederevo, principale produttore industriale, che ha ancora un futuro incerto.
Il Governo punta molto sul credito di 2,3 miliardi di dollari da parte degli Emirati Arabi Uniti che dovrebbe
essere concesso con tassi molto agevolati. Tale prestito ridurrebbe in maniera significativa il budget statale e
permetterebbe investimenti nei settori chiave. Secondo il PM serbo Vucic, il prestito sarebbe utilizzato anche
per ripaqgare i debiti piu’ onerosi (circa un miliardo di euro di interessi nel 2014).
Il debito pubblico della Serbia a nel 2013 e’ ulteriorimente cresciuto, raggiungendo (ad aprile 2014) 20,51
miliardi di euro, ovvero il 62,3% del PIL, mentre la finanziaria prevedeva un massimo del 45% del PIL. La
crescita del debito e’ dovuta in particolare all’emissione di titoli da parte dello Stato, ma anche alle
fluttuazioni del tasso di cambio.
Il problema principale del Governo rimane quello del ripagamento dei crediti precedenti e degli obblighi
finanziari assunti. Il piano principale del Governo, adottato in collaborazione con la Banca Mondiale,
prevedeva la soluzione dello status delle imprese pubbliche entro la fine di giugno 2014. 29 grandi imprese
dovrebbero trovare un parter strategico entro la fine del 2014, tra le quali spiccano Prva Petoletka
(pneumatica ed idraulica), IMK (produzione macchine agricole), FAP (produttore di autobus e camion).
La volonta’ del Paese di raggiungere un accordo con il FMI nel periodo 2014-2015 dovrebbe fornire un
ulteriore impeto alle riforme. Tuttavia sara’ necessaria una svolta nelle politiche fiscali prima dell’avvio delle
trattative.
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I principali indicatori macroeconomici della Serbia 2007-2013
DATI MACROECONOMICI
2008
2009
2010
2011
2012
2013
PIL in miliardi di dinari
2.723
2.815
3.034
3.359
3.267
3.618
PIL in milioni di euro
PIL, crescita reale, %
33,418
5,5
29,967
-3,1
29,343
1,0
32,403
1,6
28.692
-2.0
31.980
2,5
Inflazione, %
IDE, netti, milioni di euro
8,6
1.820
6,6
1.372
10,3
860
7,0
1.827
12.2
210,0
2.2
768
IDE, in % del PIL
Debito estero, miliardi di euro
5,6
21,8
3,7
22,8
3,8
23,8
4,1
22
0,8
24,8
2,4
26,0
Debito estero, % del PIL
65,2
76,0
81,11
68,7
86,2
62,3
Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia, Banca Centrale della Serbia, Ente statistico Serbia, FMI,
luglio 2014
b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
L’interscambio commerciale della Serbia nel 2013 e’ stato di 26,4 miliardi di euro, registrando una crescita
del 12,8% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni serbe hanno totalizzato 10,9 miliardi di euro, in
aumento del 25,8% rispetto al 2012, mentre le importazioni hanno registrato una lieve crescita (+5,1%),
totalizzando 15,5 miliardi di euro. Il 62% del commercio estero della Serbia e’ legato ai Paesi dell’UE.
Il 2013 ha confermato la posizione dell’Italia di primo partner commerciale della Serbia, con un
interscambio pari a 3,568 miliardi di euro, composto da esportazioni serbe pari a 1,792 miliardi di euro –
quasi il doppio del 2012 (+92%), grazie soprattutto all’output dell’industria automotive dell’indotto FIAT, e
con importazioni dall’Italia pari a 1,775 miliardi di euro, in crescita del 24,7% rispetto al 2012. L’Italia
mantiene la maggiore quota del mercato serbo con l’11,5%, seguita da Germania (10,9%) e Federazione
Russa (9,2%).
Nei primi sette mesi del 2014 le esportazioni serbe hanno registrato un trend di crescita (+7,7%),
totalizzando 6,5 miliardi di euro. Anche le importazioni serbe in questo periodo mantengono un buon livello
(+2,3%) con 8,9 miliardi di euro.
Lo scambio commerciale con l’estero del Paese nel corso del periodo gennaio - luglio 2014 ha raggiunto i
15,4 miliardi di euro.
L’Italia si e’ confermata nel periodo gennaio – luglio 2014 il primo acquirente con 1,2 miliardi di euro, con
una crescita dell’18,7%, seguita dalla Germania (804 milioni, +8,9%) e dalla Bosnia - Erzegovina con 541
milioni di euro (+11,2%).
La classifica dei principali fornitori serbi del 2014 nello stesso periodo e’ guidata dalla Germania e dall’Italia
(entrambe a 1.067 milioni di euro, in crescita del 10,5% e del 2,2% rispettivamente). Segue la Russia con
998 milioni, in forte crescita (+41,3%) dovuta anche a fattori stagionali.
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E’ da sottolineare il fatto che l’Italia si conferma nel periodo gennaio - luglio 2014, cosi’ come nell’intero
2013, come il principale partner commerciale serbo assoluto, con un interscambio di piu’ di 2,28 miliardi di
euro, ovvero quasi del 15% dell’interscambio complessivo della Serbia.
Investimenti diretti esteri
La decisione definitiva di coinvolgere la Serbia nel progetto di costruzione del gasdotto South Stream e’ stata
approvata a ottobre 2012. I lavori in Serbia hanno avuto inizio a novembre 2013, ed il valore complessivo
del progetto e’ stimato a 1,7 miliardi di euro. La Serbia dovrebbe incassare circa 200 milioni di euro all’anno
nei primi anni dal transito del gas, mentre si prevede che quando il gasdotto sara’ completamente utilizzato si
trattera’ di circa mezzo miliardo di euro all’anno. Nel 2012, la Naftna Industria Srbije, di proprieta’ russoserba, ha completato il processo di ammodernamento della Rafinerija Nafte Pancevo (550 milioni di euro). Il
progetto dovrebbe portare alla Serbia anche la stabilita’ nelle forniture di energia e prezzi piu’ contenuti del
gas, ma anche coinvolgere circa 2.000 impiegati.
Dall’altro lato, il Paese sente ancora le conseguenze negative dell’uscita della US Steel dalla Zelezara
(Acciaieria) Srbije, per anni il principale generatore di esportazioni della Serbia. Dopo ripetuti tender che
sono falliti, lo Stato sta trattando con diverse aziende russe e prevede di poter giungere ad un accordo nel
corso del 2013.
Un bando pubblico per l'elezione dell'advisor per la vendita della Telekom Srbija sarà pubblicato entro
settembre 2014. Successivamente sarà noto secondo quale modello l’operatore nazionale di
telecomunicazioni sarà venduto e la vendita dovrebbe essere completata in un anno, come annunciato dal
Governo.
Il progressivo dispiegamento dell’intervento industriale della FIAT che mobilita attorno al miliardo di Euro e
che nei primi otto mesi dell’anno in corso si conferma come il principale esportatore dalla Serbia, assieme al
consolidamento del polo tessile italiano che con Calzedonia ha rinnovato la sua presenza mediante l’apertura
di una nuova unita’ prodttiva ed alla nostra presenza di leadership in ambito finanziario, fa dell’Italia
attualmente l’investitore più visibile e significativo in Serbia.
Infine, il Governo e la Citta’ di Belgrado puntano molto sul progetto 'Belgrado sull'acqua': progetto edilizio e
commerciale che dovrebbe essere realizzato nella capitale serba con finanziamenti degli Emirati arabi uniti.
La compagnia araba Eagle Hills, incaricata della realizzazione del progetto edilizio, ha pubblicato i bandi di
concorso per la costruzione della Torre Belgrado e di un centro commerciale, due delle strutture che
caratterizzeranno l'intera area interessata. Il Governo ha annunciato che nel progetto saranno coinvolti
architetti e societa' serbe, con possibilita' di lavoro per 20 mila persone.
Per quanto riguarda eventuali contributi per investitori esteri, il Governo serbo forniva fino a circa sei mesi
fa anche sovvenzioni significative per investimenti che prevedono la creazione di nuovi posti di lavoro, ma
dopo l’ultima ristrutturazione del Governo (maggio 2013) questo programma di incentivi è stato messo in
discussione e recentemente riposizionato nell’ambito di un nuovo Decreto, reperibile in lingua italiana sul
sito dell’Ufficio ICE di Belgrado. Dopo le elezioni di marzo 2014, il governo serbo ha preso la decisione di
continuare a sovvenzionare la creazione di nuovi posti di lavoro.
Tuttavia, dal nuovo Decreto sulle condizioni e sui modi di attrazione di investimenti diretti non risulta chiaro
l’ammontare delle sovvenzioni per posto di lavoro, che in precedenza andava da 4.000 a 10.000 euro a
seconda dell’attività e della zona in cui viene effettuato l’investimento. Inoltre, alcune condizioni sono state
inasprite: la novità principale rispetto al Decreto precedente è che le aziende che desiderano beneficiare
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dell’aiuto finanziario dello Stato devono garantire ai nuovi assunti uno stipendio superiore del 20% rispetto
allo stipendio minimo garantito. In aggiunta, in alcuni settori, per ottenere aiuti dallo Stato, gli investitori
saranno tenuti a assumere due volte il numero di dipendenti previsti dai regolamenti precedenti.
L’importo totale dei mezzi assegnati per investimenti superiori a 50 milioni di euro non può superare il 25%
dei costi giustificati dell’investimento, mentre per investimenti di oltre 100 milioni di euro, la percentuale
massima è del 17%. L’ammontare delle sovvenzioni verrà stabilito in base ai costi giustificati
dell’investimento oppure in base ai costi degli stipendi lordi per i nuovi posti di lavoro nei due anni che
seguono la realizzazione del progetto d’investimento. Indipendentemente dal valore dell’investimento, una
delle condizioni per l’ottenimento delle sovvenzioni è che l’investitore fornisca come minimo il 25%
dell’investimento.
Le sovvenzioni verranno gestite come prima dall’Agenzia per gli investimenti esteri (SIEPA) sotto la
responsabilità del Ministro delle Finanze che si troverà a capo della commissione per l’attribuzione dei
finanziamenti.
Come finora, potranno concorrere all’assegnazione delle sovvenzioni le imprese che investono nella
produzione, in servizi soggetti a scambi internazionali e in progetti strategici nell’ambito del turismo. Questo
riguarda sia le società serbe che quelle estere, a condizione che siano in attività da almeno tre anni e che nel
corso della realizzazione del progetto d’investimento aumentino il numero di dipendenti.
Bisogna tener conto inoltre che esiste anche la possibilita’ di ottenere incentivi indiretti, come terreni
edificabili, accesso alle infrastrutture, capannoni esistenti o altro da parte dei comuni locali
I principali acquirenti della Serbia nel periodo gennaio – dicembre 2013
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Paese
Italia
Germania
Bosnia ed Erzegovina
Federazione Russa
Montenegro
Romania
Repubblica Macedone
Stati Uniti
Slovenia
Croazia
Totale
Valore Variazione %
1.792.463
+91,6
1.308.414
+28,5
887.585
+6,1
799.058
+18,4
630.854
+2,4
590.573
-16,0
427.393
+15,1
369.519
+381,8
360.409
+9,8
311.917
+4,1
10.998.968
+25,8
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
7
Settembre 2014
I principali fornitori della Serbia nel periodo gennaio – dicembre 2013
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Paese
Valore Variazione %
Italia
1.775.171
+24,7
Germania
1.691.114
+5,7
Federazione Russa 1.428.572
-11,1
Cina
1.136.225
+5,4
Ungheria
761.198
+4,9
Polonia
731.844
+79,1
Kazakhstan
671.866
+105,0
Austria
473.420
- 7,0
Francia
452.766
+11,3
Romania
437.678
-31,7
Totale
15.463.063
+5,1
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
Di seguito si riportano gli ultimi dati di scambio relativi a luglio 2014.
I principali acquirenti della Serbia nel periodo gennaio – luglio 2014
Posizione Paese
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Italia
Germania
Bosnia ed Erzegovina
Federazione Russa
Montenegro
Romania
Repubblica Macedone
Slovenia
Croazia
Francia
Totale
Valore
Variazione
%
1.213.144
804.145
541.028
424.708
328.226
324.270
258.532
211.052
199.010
188.376
18,7
8,9
11,2
-3,7
-9,5
7,9
11,6
10,9
13,2
27,9
6.488.361
7,7
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
8
Settembre 2014
I principali fornitori della Serbia nel periodo gennaio – luglio 2014
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Paese
Valore Variazione %
Germania
1.067.358
10,5
Italia
1.067.105
2,2
Federazione Russa 998.527
41,3
Cina
661.852
4,1
Polonia
461.423
14,9
Ungheria
432.311
-0,1
Austria
275.961
-0,8
Francia
249.906
1,6
Turchia
239.099
3,1
Romania
236.443
-6,7
Totale
8.892.570
2,3
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
9
Settembre 2014
2. Andamento dei rapporti bilaterali commerciali e individuazione delle Aree di intervento
a) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali
Per quanto riguarda le importazioni serbe nel 2013, l’Italia e’ stata seguita dalla Germania (1,691 miliardi di
euro), dalla Federazione Russa (1,428 miliardi di euro) e dalla Cina (1,136 miliardi di euro), mentre i
principali mercati di sbocco della merce serba erano, dopo l’Italia, Germania (1,3 miliardi di euro), Bosnia –
Erzegovina (888 milioni di euro) e Federazione Russa (800 milioni di euro).
I settori merceologici piu’ rilevanti per il 2013, per quanto riguarda le esportazioni italiane sono stati
nell’ordine: veicoli, segnalati da una crescita del ben 295% (614 milioni di euro), filati, tessuti e prodotti
tessili (97 milioni di euro, mantenendo il livello del 2012) e macchine di impiego generale (78 milioni di
euro, in calo del 16%, come consequenza delle difficolta’ dell’industria serba). A tal riguardo e’ indicativo
anche il calo delle importazioni per la lavorazione del metallo dall’Italia (-70%)
Sul versante delle importazioni italiane dalla Serbia, il settore veicoli nel 2013 ha segnato una crescita del
308% (per un totale di un miliardo di euro nel 2013) ed ha costituito il 56% dell’import italiano dalla Serbia,
seguito da abbigliamento (133 milioni di euro), calzature (109 milioni).
Sul versante delle importazioni serbe dall’Italia si registrano i veicoli, filati, tessuti e prodotti tessili, ma
anche il calo delle macchine di impiego generale, tradizionale punto di forza dell’Italia, (-24,5%).
Nel periodo gennaio - luglio 2014 l’Italia è risultato il primo partner commerciale della Serbia, con un
interscambio complessivo di 2,28 miliardi di euro, costituito da 1.067 milioni di euro di importazioni
(+2,2% rispetto allo stesso periodo del 2013) e da 1,2 miliardi di euro di esportazioni (+18,7% rispetto
all’anno precedente). Il saldo commerciale a favore della Serbia e' stato pari a circa 146 milioni di euro,
sottolineando un rapporto commerciale simmetrico. L’Italia e’ negli ultimi vent’anni sempre stata tra i primi
tre acquirenti della Serbia e le esportazioni serbe nel nostro Paese hanno pesato per piu’ di un quinto delle
esportazioni totali in UE.
Va comunque considerato che una componente rilevante e’ costituita da lavorazioni in conto terzi,
soprattutto nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento e del legno-arredamento e di altre produzioni
effettuate dalle numerose aziende italiane che hanno investito nel Paese.
Con il dispiegamento progressivo dell’investimento della FIAT e delle aziende associate, gli investimenti
complessivi italiani negli ultimi anni sono stimabili a circa 2 miliardi di euro.Vi sono circa 500 aziende
italiane presenti in Serbia, per un giro d’affari stimato a 2,4 miliardi di euro e un livello occupazionale
stimato a oltre 20.000 addetti.
Il numero di aziende italiane che hanno investito direttamente in Serbia negli ultimi anni è quasi triplicato.
Nel quadro del processo di privatizzazione avviato dallo stato serbo, le aziende italiane figurano al secondo
posto per numero di aziende acquistate.
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Scambi totali con l’Italia
Periodo gennaio – dicembre 2013 (valori in 1000 euro)
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Principali prodotti esportati
Veicoli
Abbigliamento
Calzature
Ferro e acciaio
Prodotti di metallo non menzionati
Metalli non ferrosi
Materie plastiche in forme primarie
Prodotti di caucciu’
Vari prodotti finiti, non menzionati
Filati, tessuti e prodotti tessili
Totale
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Paese
Veicoli
Filati, tessuti e prodotti tessili
Macchine d’impiego generale
Pelle e pelletteria
Diversi prodotti finiti, non menzionati
Macchine per impieghi speciali
Prodotti di metallo non menzionati
Ferro e acciaio
Abbigliamento
Carta, cartone e cellulosa
Valore Variazione %
999.743
132.946
109.414
62.887
48.446
46.728
38.387
33.123
25.447
21.474
+308
-11,7
+15,3
-1,5
+93,7
-24,1
172,5
29,5
98,1
9,5
1.792.463
+91,6
Valore Variazione %
614.823
96.914
78.485
71.384
71.249
64.765
61.849
53.557
49.021
41.163
295,4
+0,4
-15,6
+11,2
+69,0
-18,0
-8,2
+13,6
-2,9
-6,3
Scambi totali con l’Italia
Periodo gennaio – aprile 2014 (valori in 1000 euro)
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Principali prodotti esportati
Veicoli
Abbigliamento
Calzature
Ferro e acciaio
Prodotti di metallo non menzionati
Metalli non ferrosi
Mangimi
Prodotti di caucciu’
Cereali
Filati, tessuti e prodotti tessili
Valore Variazione %
392.906
48.653
37.489
26.463
16.475
14.783
13.801
10.985
10.633
9.579
+30,5
+18,8
+12,1
+187,1
+35,7
- 11,2
+122,7
- 4,6
+279,3
+56,2
11
Settembre 2014
Posizione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Paese
Veicoli
Filati, tessuti e prodotti tessili
Pelle e pelletteria
Diversi prodotti finiti, non menzionati
Macchine d’impiego generale
Macchine per impieghi speciali
Abbigliamento
Ferro e acciaio
Prodotti di metallo non menzionati
Carta, cartone e cellulosa
Valore Variazione %
188.725
35.515
26.611
24.856
24.764
24.367
17.743
17.206
16.839
12.133
+7,6
+6,9
+17,4
+10,8
+ 9,8
+38,3
+25,6
10,3
-13,6
-10,7
Fonte: Elaborazione Ice su dati Ente per la statistica della Serbia
Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia, individuazione delle eree di intervento
Settore finanziario
Con gli investimenti di Intesa-San Paolo (entrambi presenti prima della fusione, oggi con Banca Intesa
Serbia prima banca nel Paese) e Unicredit (terza banca), le banche italiane contano oggi su una quota di
mercato di circa il 25% dell’intero settore bancario serbo.
Quanto al settore assicurativo, il Gruppo Generali ha acquistato nel 2006 il 50% della Delta Osiguranjie –
primo Gruppo assicurativo privato e terzo operatore del mercato – e la Fondiaria-SAI nel 2007 ha acquistato
in privatizzazione la Compagnia statale D.D.O.R. di Novi Sad che, con una quota di mercato del 30%, è la
seconda società assicuratrice in Serbia. La quota complessiva controllata dalle aziende italiane è intorno al
44%.
Settore industriale
Il settore industriale italiano maggiormente presente in Serbia è quello della maglieria e dell’intimo: tra i nomi
di maggior peso presenti con propri stabilimenti produttivi si segnalano Pompea, Golden Lady , Calzedonia
e Fulgar. A febbraio 2011 Benetton ha registrato la società serba Benetton Serbia, che ha realizzato un
investimento di circa 40 milioni di euro che comporta l’assunzione di 2.700 persone nei prossimi anni.
FIAT ed il Governo serbo hanno firmato, a fine 2009, gli annessi al contratto della joint venture per la
creazione di Fiat Automobili Serbia (FAS), al 67% proprietà della Fiat e il 33% dello Stato serbo. In base
all’investimento del gruppo torinese (vicino al miliardo di Euro) gli impianti Zastava di Kragujevac sono
passati alla nuova società costituita dal gruppo torinese (al 70%) e dal Governo serbo.
Mentre prosegue l’assemblaggio della FIAT Punto, a maggio 2012 e’ stata avviata la produzione del nuovo
modello di vettura “Made in Serbia”, la 500L. Il volume di produzione ha raggiunto nel 2012 30.000 mentre
per l’anno prossimo si prevede la produzione di 200.000 unita’ annuali. Nel 2013 il totale dell’export che
12
Settembre 2014
potrebbe realizzare Fiat Automobili Serbia e’ stimato tra 1,1 e 1,3 miliardi di euro, vale a dire circa il 15% del
totale delle attuali esportazioni del paese.
Al progetto Fiat sono inoltre collegati una serie di altri progetti italiani che vanno dalla componentistica per
auto al settore dei trasporti. Magneti Marelli ha sottoscritto un memorandum d’intesa con il governo serbo e,
successivamente, a maggio 2010, siglato un accordo con il Governo serbo e con il comune di Kragujevac.
L’accordo prevede la costruzione di un impianto produttivo del valore di 60 milioni di euro. La nuova
fabbrica ha obiettivi di impiego superiori alle 2000 unità, alle quali si aggiungono oltre 1000 posti di lavoro
nell’indotto.
Tra gli altri fornitori del settore automotive si segnalano Sigit, SBE-Gruppo Venturini, HT&G Fitting,
Confezioni Andrea.
Ha inoltre avviato la produzione la fonderia Sirmium Steel di Sremska Mitrovica (Vojvodina), un
investimento da parte dell’italiana STG Group, operante nel settore dei metalli ferrosi. La fonderia produce
barre di acciaio per l’edilizia e dovrebbe esportare la maggior parte della propria produzione. Si tratta di un
investimento greenfield italiano, dal valore complessivo di circa 35 milioni di euro.
A giugno 2011 i rappresentanti della EPS serba e di Edison hanno siglato un accordo per la ricostruzione di
due blocchi della centrale termoelettrica Kolubara B, dalla capacità di 375MW ciascuno. L’operazione
movimenta circa un miliardo di Euro.
A luglio 2010, SECI Energia (Gruppo Maccaferri) ha siglato un accordo con Elektroprivreda Srbije che
prevede la costituzione di una joint company “Ibarske Hidroelektrane”, con il 51% di partecipazione italiana.
L’investimento prevede la costruzione di centrali idroelettriche sul fiume di Ibar.
A ottobre 2011 e’ stato sottoscritto a Roma un ulteriore accordo di collaborazione energetica fra Italia e
Serbia che completa il quadro regolamentare per la produzione di energia rinnovabile in Serbia secondo lo
schema del “progetto congiunto” previsto dalla Direttiva comunitaria 2009/28.
CESI SpA collabora con l’operatore serbo EPS nel rinnovamento della rete elettrica.
Martini prefabbricati ha aperto nel 2010 uno stabilimento di 20.000 mq a Indija per la produzione di
manufatti di cemento armato destinato al mercato delle costruzioni serbo e dei Balcani.
Altri nomi italiani di rilievo in Serbia sono Fantoni nel legno-arredamento, Decotra e AcegasAPS nelle
multiutilities, Fantini e Ferrariplast nelle costruzioni e prodotti per l’edilizia, Amadori nell’agro-industria,
Applicazioni Elettriche Generali nell’elettromeccanica, Mondadori e Giunti nell’editoria, Progetti AD nel
calzaturiero, Adige Bitumi nel settore stradale (asfalti, bitumi e inerti), Farmina nel pet food, Printer Italia
( produzione di cartucce per stampanti).
L’azienda Aunde, produttore di sedili per le automobili ha sottoscritto un contratto a Jagodina che prevede la
costruzione di un impianto produttivo a partire dal 2014. A ottobre 2012, l’azienda GEOX ha siglato un
accordo che prevede la costruzione di una fabbrica che impieghera 1250 oeprai nella zona di Vranje.
Ad agosto 2013, l’azienda Leoni, operante nel settore della produzione di cavi per autoveicoli, ha iniziato la
costruzione della seconda fabbrica vicino a Nis che dovrebbe dare lavoro a 1.500 operai. L’investimento di 21
milione di euro prevede la costruzione di uno spazio di 25.000 metri quadrati.
Sempre ad agosto 2013, il Gruppo italiano Turi ha sottoscritto un accordo con il Comune di Jagodina che
prevede l’avvio di un impianto produttivo (cucine), mentre nella citta’ di Vranje, in Serbia meridionale,
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Settembre 2014
l’azienda Geox (calzature) ha siglato l’accordo che prevede la cessione del terreno sul quale dovrebbe essere
costruita una fabbrica con 1250 impiegati. I lavori hanno avuto inizio lo scorso marzo.
L’azienda Moretto doo ha annunciato la costruzione di una fabbrica per la produzione di componenti per
autoindustria nel comune di Batocina, vicino a Kragujevac. L’investimento dal valore complessivo di 4
milioni di euro dovrebbe essere completato entro la fine del 2014.
L’azienda SBE Serbia, parte del Gruppo Vescovini, ha aperto a Sabac un impianto produttivo per
componentistica nel settore automotive, rafforzando ulteriormente la presenza italiana nel settore.
A breve sara’ avviata la produzione di macchine per l’agroindustria a seguito di un investimento diretto del
Gruppo Nardi. Si tratta del primo investimento produttivo compiuto per questo settore in Serbia. L’impianto
produttivo sara’ collocato nella citta’ di Pozarevac e dovrebbe impiegare una forza lavoro di circa 120
persone.
Il produttore italiano di tessuti SITIP ha firmato a giugno 2014 un contratto per la costruzione di una fabbrica
a Zrenjanin, che richiedera’ un investimento di 12 milioni di euro nella prima fase del progetto. La SITIP, la
cui gamma di prodotti comprende tessuti automotive, tessuti hi-tech per abbigliamento sportivo, intimo e
prodotti per la cura personale, prevede di avviare la produzione in zona industriale Severozápad-Elemir
nell'autunno del 2015, quando impieghera’ 150 lavoratori mentre i prodotti realizzati saranno anche esportati
in Cina.
La società italiana De Rigo Refrigeration, che produce soluzioni per la refrigerazione, e l’azienda slovena
Smeh, produttrice di apparecchiature di stoccaggio, hanno aperto a maggio 2014 una fabbrica a Stara Pazova
(in Vojvodina) a seguito di un investimento congiunto di 3,5 milioni di euro. Attualmente, la società
congiunta a ragione sociale serba sta impiegando 25 lavoratori e l’impianto e’ situtato in uno spazio affittato
di 8.000 metri quadri. Il 70% della produzione è destinato all’esportazione verso i paesi dell'Europa sudorientale e verso la Russia.
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Settembre 2014