Welfare sanitario SANE SINERGIE Al via in Veneto un tavolo tecnico con proposte concrete per integrare i servizi erogati dai fondi contrattuali con quelli del Ssn. Due le linee guida: efficienza e complementarietà Pietro Luigi Giacomon L A REGIONE del Veneto ha accolto la richiesta di Manageritalia Veneto di costituire il “Tavolo tecnico con i fondi sanitari integrativi di natura contrattuale e le casse di assistenza”. L’obiettivo? Verificare la possibilità di una convenzione tra Regione e fondi, a cominciare dal Fasdac, e formulare un modello innovativo di compartecipazione e ottimizzazione delle prestazioni sanitarie erogate nel Veneto. Il gruppo di lavoro è costituito da alcuni direttori generali di aziende sociosanitarie o ospedaliere, da dirigenti tecnici pubblici e da rappresentanti di sette fondi, dai dirigenti del terziario e industriali ai lavoratori di diversi settori. L’iniziativa è partita da alcuni spunti del Gruppo assistenza sanitaria di Manageritalia, dalla realtà di efficienza ed efficacia complessiva della sanità regionale e anche dall’amministrazione del Veneto che, per diminuire i tempi delle prestazioni sanitarie, ha dilatato l’apertura degli ospedali nelle ore serali e nel fine settimana per visite e diagnostica. Un secondo pilastro da rafforzare I fondi sanitari privati non sono sostitutivi del Servizio sanitario nazionale. Le analisi mostrano però che più della metà degli importi erogati sono per prestazioni considerate sostitutive. La sanità integrativa coinvolge oltre 11 milioni di assistiti e circa 300 fondi. Degli oltre 144 miliardi di euro di spesa sanitaria corrente, ben il 21% è rappresentata da quella privata (più sostenuta direttamente dai cittadini che attraverso fondi, mutue e polizze assicurative). La spesa privata in Italia, ricordiamolo, è soprattutto odontoiatrica (21% del totale), specialistica ambulatoriale (21%) e in farmaci (44%). Esiste quindi un secondo “pilastro” sanitario che può e deve rafforzarsi. E uno dei campi è naturalmente il rapporto con la sanità pubblica. 34 MARZO 2014 li, i check-up di prevenzione, gli occhiali ecc. Il 55% degli importi richiesti sono di natura sostitutiva (vedi grafico sotto). Sulla natura e sulle attività dei fondi esistono ricerche e approfondimenti come la pubblicazione della ricerca “I fondi sanitari tra integrazione, sostituzione e complementarietà”, realizzata da Rbm Salute, Munich Health in collaborazione con il Censis. Le prestazioni sanitarie possono essere suddivise in alcune macrotipologie. Ci sono quelle “sostitu- tive”, fornite in alternativa a quelle erogate dal Ssn, con livelli essenziali di assistenza (Lea): ricoveri, day hospital, interventi chirurgici ambulatoriali, cure e diagnostica di alta specializzazione ecc. Ci sono poi le prestazioni “integrative”: fisioterapia, cure dentarie, assistenza infermieristica ecc. Un decreto ministeriale del 2009 vincola i fondi a erogare in questo campo una quota non inferiore al 20% delle loro risorse. Infine ci sono le prestazioni “complementari”, come il rimborso dei ticket, i medicina- Regole omogenee e semplici Con il supporto del presidente del Fasdac Claudio Trucato, Manageritalia Veneto ha fatto delle proposte basandosi sul ranking delle prestazioni dei fondi (vedi tabella a pagina 36). Se si prende in considerazione l’importo richiesto ai fondi ci sono ai primi posti le cure dentarie (18,4% delle somme richieste), i ricoveri (16,5%), la diagnostica ordinaria e I fondi sanitari privati non sono sostitutivi del Servizio sanitario nazionale. Le analisi mostrano però che più della metà degli importi erogati sono per prestazioni considerate sostitutive FONDI E PRESTAZIONI INTEGRATIVE, COMPLEMENTARI, SOSTITUTIVE: QUOTE DEGLI IMPORTI RICHIESTI Sostitutive 55,7% Integrative + supplementari 44,3% Integrative 27,8% Supplementari 16,5% Fonte: Rbm Salute - Censis, 2012. MARZO 2014 35 Welfare sanitario GRADUATORIA DELLE PRESTAZIONI DEI FONDI SANITARI INTEGRATIVI PER FREQUENZA DEI SINISTRI PER IMPORTO RICHIESTO 1 Diagnostica ordinaria e visite specialistiche 2 Ticket specialistico 3 Alta specializzazione (diagnostica e cura) 4 Cure dentarie 5 Check-up e prevenzione 6 Ricovero 7 Lenti/occhiali 8 Parto 9 Fisioterapia 10 Ricovero Ssn 11 Medicinali 12 Chirurgia ambulatoriale 1 Cure dentarie 2 Ricovero 3 Diagnostica ordinaria e visite specialistiche 4 Lenti/occhiali 5 Alta specializzazione (diagnostica e cura) 6 Ticket specialistico 7 Check-up e prevenzione 8 Parto 9 Fisioterapia 10 Grandi interventi 11 Day hospital 12 Protesi ortopediche e acustiche Fonte: Rbm Salute - Censis, 2012 36 MARZO 2014 le visite specialistiche (14,8%). Manageritalia Veneto ha chiesto alla Regione e ai fondi di concentrarsi su: prevenzione, visite specialistiche e diagnostica di alta specializzazione, perché sono richieste con maggiore frequenza alla sanità pubblica (vedi box a fianco con le proposte presentate da Manageritalia Veneto). Regole uguali e semplici di utilizzo per tutte le strutture interessate e costi delle prestazioni fornite dalla sanità pubblica in linea con quelle di mercato garantirebbero un miglioramento per gli associati rilevante e senza squilibri economici per i fondi. Si tratta di I partecipanti alla tavola rotonda “Welfare sanitario contrattuale: quali rapporti con la sanità pubblica?” organizzata da Manageritalia Veneto. Da sinistra: Giuseppe Sbalchiero, presidente Sani.In.Veneto (lavoratori artigianato), Claudio Giammatteo, direttore Faschim (lavoratori chimici), Davide Cerrato, presidente Casagit (giornalisti), Claudio Trucato, presidente Fasdac, Francesco Saverio Introna, vicedirettore Fasi (dirigenti industriali). fatto di intervenire su alcune delle prestazioni denominate “di frequenza”, che ricomprendono quasi il 90% delle prestazioni ri- chieste ai fondi (anche se con queste si arriva al 66% delle somme liquidate). La restante parte è data dalle prestazioni “di ri- schio”, cioè i day hospital, i grandi interventi, gli interventi chirurgici ambulatoriali (fonte: Rbm Salute e Censis). MANAGERITALIA VENETO: le proposte presentate alla Regione e ai fondi sanitari contrattuali 1. Alcune prestazioni di prevenzione Le aziende sanitarie pubbliche potrebbero mettere a disposizione degli iscritti ai fondi i pacchetti di esami, analisi e visite di prevenzione previsti dai fondi di assistenza a un costo prefissato concordato e pagato dal fondo. Le aziende sanitarie pubbliche interessate potrebbero organizzare il servizio in modo che tutte le attività si svolgano nella stessa mezza giornata/giornata con un canale specifico di prenotazione di queste prestazioni per gli aderenti ai fondi convenzionati. 2. Visite specialistiche La convenzione potrebbe prevedere che gli iscritti usufruiscano di visite a pagamento già svolte in regi- me di intramoenia attraverso l’intervento dei fondi. I fondi pagherebbero direttamente alle aziende sanitarie pubbliche il costo previsto dai loro tariffari. Se si supera tale importo ci sarà un’integrazione da parte dell’assistito. Il canale di prenotazione rimarrebbe quello già utilizzato per le visite a pagamento. 3. Diagnostica di alta specializzazione Per gli iscritti ai fondi le aziende sanitarie pubbliche potrebbero prevedere uno specifico momento (una serata alla settimana/una fascia oraria precisa nel fine settimana) da realizzarsi ovunque o in un’azienda sanitaria pubblica per provincia. Il costo del ticket sarà sostenuto direttamente dai fondi. MARZO 2014 37 Welfare sanitario COSA NON FUNZIONA NELLE STRUTTURE SANITARIE 2011 (%) Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e isole TOTALE La lunghezza delle liste di attesa 62,5 71,8 70,1 70,6 68,5 La lunghezza delle code nelle varie strutture (ad esempio agli sportelli, per fare le analisi, dal medico ecc.) 29,9 31,5 27,1 20,2 26,4 La mancanza di coordinamento tra strutture, servizi e personale, che costringe a girare tra uffici 17,9 12,4 20,8 13,1 15,8 Un’eccessiva rapidità nella dismissione ospedaliera 14,9 18,4 15,3 9,3 13,8 8,8 6,2 7,2 15,0 10,1 12,8 9,0 8,0 7,6 9,3 L’assenza nella sua area territoriale di servizi/strutture e prestazioni di cui ha più bisogno 3,9 5,5 4,6 16,4 8,6 Un approccio poco umano degli operatori 4,5 7,1 5,5 10,4 7,2 La variabilità eccessiva delle decisioni dei medici rispetto alle stesse patologie 6,6 4,0 7,4 3,2 5,1 L’inadeguata professionalità degli operatori L’assenza di informazioni su soggetti/strutture alle quali rivolgersi FONTE: Censis, 2012 Un dialogo proficuo La delibera della giunta regionale del Veneto (“Il governo delle liste di attesa nelle aziende sanitarie”, dgr 320/2013) e i relativi protocolli di intesa con medici, infermieri e tecnici per l’erogazione di prestazioni aggiuntive diagnostiche e ambulatoriali, hanno apportato al tema della tempestività delle prestazioni importanti innovazioni: l’estensione serale e nei giorni festivi di alcuni servizi negli ospedali e la possibilità di “integrazione del sistema pubblico-privato”. La Regione ha deciso di contribuire alla “costituzione di fondi regionali sanitari integrativi posti in essere da associazioni imprenditoriali e/o sindacali a favore di residenti nel Veneto”. Un recente convegno organizzato da Manageritalia Veneto 38 MARZO 2014 “Welfare sanitario contrattuale: quali rapporti con la sanità pubblica?” ha coinvolto cinque importanti fondi: il Fasdac, il Fasi dei dirigenti industriali, la Casagit dei giornalisti, il Faschim dei lavoratori chimici e anche un fondo regionale, da poco costituitosi per i lavoratori dell’artigianato, Sani.In.Veneto. La disponibilità a costituire il “tavolo tecnico” è venuta direttamente da Domenico Mantoan, direttore regionale per la sanità e il sociale, che a dicembre ha scritto a Manageritalia e ai rappresentanti dei fondi che avevano partecipato alla tavola rotonda per attivare questo gruppo di lavoro. Il rapporto con i fondi sanitari integrativi rappresenta un’interessante opportunità per i servizi sanitari regionali, per coprire anche un numero crescente di prestazioni che i livelli essenziali di assistenza non sono in grado di garantire. La strada iniziata nel Veneto è certo in salita, ma l’obiettivo è trovare proposte e azioni che possano veramente far dialogare i fondi contrattuali (sempre più importanti nell’azione di tutela della salute) e la sanità regionale. Il tavolo tecnico dovrebbe portare entro la metà di quest’anno a un’ipotesi di accordo. I nominativi segnalati alla Regione del Veneto per il gruppo di lavoro rappresentano non solo i rispettivi fondi o casse, ma ben 11 enti sanitari che coinvolgono i dirigenti di vari settori economici, i quadri, i giornalisti, il settore del credito, i lavoratori chimici, del commercio, turismo e servizi. 䡵
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