Piano triennale di prevenzione della corruzione AFOL NORD MILANO 2014 - 2016 Predisposto dal responsabile per la prevenzione della corruzione Adottato in data _______21 novembre 2014_ con deliberazione n.__14_______ dell’organo di indirizzo politico Pubblicato sul sito internet www.afolnordmilano.it nella sezione “Trasparenza” INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. PREMESSA ORGANIZZAZIONE E SOGGETTI AZIENDALI COINVOLTI NEL PIANO 2.1 Descrizione organizzazione 2.2 Soggetti aziendali coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione 2.3 Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) AREE DI RISCHIO E CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO MISURE OBBLIGATORIE 4.1 Adempimenti relativi alla trasparenza 4.2 Codice etico 4.3 Rotazione del personale 4.4 Obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse 4.5 Conferimento e autorizzazione incarichi 4.6 Inconferibilità e incompatibilità per incarichi dirigenziali 4.7 Attività successive alla cessazione del servizio 4.8 Formazione di commissione, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di delitti contro la Pubblica Amministrazione 4.9 Tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti 4.10 Formazione del personale 4.11 Patti di integrità negli affidamenti PROGRAMMA DELLE MISURE – PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ 2014 – 2016 TEMPI E MODALITA’ DEL MONITORAGGIO 4 6 9 10 10 14 15 15 15 16 16 16 16 16 17 17 18 20 1. PREMESSA Il presente Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (di seguito denominato PTPC o Piano) dell’Agenzia per la Formazione Orientamento e Lavoro Nord Milano (di seguito AFOL Nord Milano), azienda speciale consortile, viene adottato tenuto conto delle indicazioni normative, in particolare della legge 190/2012, della circolare n. 1/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica, del Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’art. 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, approvato dal Consiglio dei Ministri n. 72 dell’8 marzo 2013, delle linee di indirizzo del Comitato interministeriale per la predisposizione del Piano Nazionale Anticorruzione da parte del Dipartimento della funzione pubblica, delle indicazioni fornite dalla CiVIT reperibili on line nonché delle indicazioni del Piano nazionale anticorruzione previsto dall’art. 1, comma 4, lett. C) della legge 190/2012. Il concetto di “corruzione” preso in considerazione dal presente documento va inteso in senso lato, ossia (vedi circolare n. 1 del 25/01/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica) come “comprensivo di tutte le varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si possa riscontrare l’abuso da parte di un soggetti del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, configurando situazioni rilevanti più ampie della fattispecie penalistica di cui agli artt. 318, 319 e 319 ter c.p., che arrivano ad includere tutti i delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del Codice Penale e i malfunzionamenti dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite”, che possono rivestire carattere amministrativo, tecnico o di altro genere e riguardare ogni dipendente quale che sia la qualifica ricoperta. Il PTPC è il documento che definisce a livello aziendale, nel rispetto delle indicazioni di cui alla L. 190/2012 e successivi provvedimenti attuativi, le strategie per la prevenzione della corruzione e dell’illegalità. I contenuti essenziali del presente Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione sono predeterminati dalla L. 190/2012, in particolare all’art. 1, comma 5 e 9, ossia: o Individuazione delle attività di AFOL Nord Milano più esposte al rischio di corruzione; o Previsione di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione e degli altri interventi organizzativi volti a prevenire il rischio; o Monitoraggio, per ciascuna attività, del rispetto dei termini di conclusione del procedimento; o Monitoraggio dei rapporti tra AFOL Nord Milano ed i soggetti che con essa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci ed i dipendenti; o Previsione di procedure di selezione e formazione dei dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione; o Previsione di obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, in particolare sulle attività a rischio di corruzione; o Adozione delle misure in materia di trasparenza come disciplinate dal relativo Testo Unico (d.lgs. n. 33/2013), verificando l’adozione e l’attivazione del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità; o Individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. Il presente Piano ha lo scopo di individuare tutte le misure atte a prevenire ogni possibile episodio corruttivo all’interno dei propri uffici, identificando i “trainer” di questa attività di prevenzione, a cui spetterà il compito di monitorare i processi più delicati e a rischio di eventuali comportamenti illeciti mediante il coinvolgimento dei singoli responsabili di AREA – FUNZIONE AZIENDALE, e utilizzando gli strumenti previsti dal presente Piano. In considerazione della adozione con delibera del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 10/02/2011 del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01, tenendo conto della complessità organizzativa in termini di attività svolte e soggetti coinvolti, con conseguenti ricadute sui rapporti e sulle relazioni intercorrenti, il presente PTCP prende in considerazione tutti gli ambiti interessati da potenziali rischi di corruzione, dalle attività amministrative a quelle didattiche e di servizi al lavoro, integrando alle fattispecie di reato in materia corruttiva proprie della responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/01, le specificità proprie previste dalla legge 190/2012, sia rispetto alla natura dei reati contemplati, sia ai requisiti organizzativi e di prevenzione previsti. In rispondenza ai requisiti sanciti dalla L. 190/2012, in particolare dall’art. 1, comma 5 e 9, il presente PTCP si articola in cinque sezioni principali: 1. organizzazione e soggetti aziendali coinvolti nel piano 2. aree di rischio e controllo e prevenzione del rischio 3. misure obbligatorie ed ulteriori 4. programma delle misure – programma triennale per la trasparenza e l’integrità 5. tempi e modalità di monitoraggio. 2. ORGANIZZAZIONE E SOGGETTI AZIENDALI COINVOLTI NEL PIANO 2.1 Descrizione dell’organizzazione AFOL Nord Milano è un’azienda speciale consortile i cui enti aderenti sono: Provincia di Milano, Comuni del Nord Milano: Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Paderno Dugnano e Sesto San Giovanni. L’Azienda Speciale Consortile è dotata di personalità giuridica e di autonomia gestionale. Le strutture già esistenti confluite in AFOL Nord Milano sono: o Consorzio per l’Istruzione e la Formazione Artigiana e Professionale (comuni di Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni); o Consorzio per la Formazione Professionale di Bresso e Cormano; o Centro per l’Impiego Nord Milano (contratto di servizio con Provincia di Milano); o Centro di Formazione “Achille Grandi” (contratto di servizio con Provincia di Milano). Sedi di AFOL Nord Milano: a Cinisello Balsamo – Via Gorki 65 Sede del Centro per l’Impiego Nord Milano Immobile di proprietà della Fondazione Paganelli dato in comodato ad AFOL Nord Milano dal Comune di Cinisello Balsamo a Cologno Monzese – Largo Salvo D’Acquisto 12/15 Sede operativa accreditata per la formazione e per i servizi al lavoro. Immobile di proprietà del Comune di Cologno Monzese in comodato ad AFOL Nord Milano Sede dello Sportello Lavoro a Cormano – Via Dell’Innovazione 1 Sede operativa accreditata per la formazione e per i servizi al lavoro. Immobile di proprietà del Comune in comodato ad AFOL Nord Milano a Paderno Dugnano – Piazza della Divina Commedia 3/5 Sede dello Sportello Lavoro accreditato per i servizi al lavoro a Sesto San Giovanni – Viale Italia 485 Sede Legale Sede operativa accreditata per la formazione. Immobile di proprietà del Comune di Sesto San Giovanni a Sesto San Giovanni – Via Puricelli Guerra 24 Sede dello Sportello Lavoro Attività di AFOL Nord Milano: Le macro aree sono suddivise in tipologie di servizi e/o settori di intervento: ⇒ ⇒ ⇒ Area LAVORO E ORIENTAMENTO AL LAVORO: servizi per l’impiego amministrativi e certificativi servizi per l’incontro domanda/offerta di lavoro servizi di politica attiva del lavoro anche rivolti agli aventi diritto al collocamento obbligatorio Servizi Inserimenti Socio Lavorativi – SISL Area FORMAZIONE E ORIENTAMENTO PROFESSIONALE: settore Diritto Dovere di Istruzione e Formazione (DDIF) Orientamento settore Formazione Continua e Permanente Area SERVIZI AL TERRITORIO: Formazione/Aggiornamento per i dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche Scuole Civiche del Comune di Sesto San Giovanni Scuole Civiche del Comune di Bresso L’area LAVORO comprende servizi diversificati che prevedono una vasta gamma di tipologie di azioni, a partire dai servizi per l’impiego di natura amministrativa e certificativa, ai servizi di politica attiva del lavoro fino ai servizi di inserimento socio/lavorativo e all’attività di matching domanda/offerta. L’area FORMAZIONE comprende la progettazione e l’erogazione delle attività corsuali che riguardano l’intero arco della vita, a partire dai percorsi di qualificazione professionale nell’ambito del diritto/dovere dei giovani all’istruzione ed alla formazione, all’aggiornamento ed alla specializzazione professionale, alle diverse tipologie di apprendistato, alle diverse attività formative e/o orientative realizzate nell’ambito di percorsi integrati tra i sistemi della formazione, dell’istruzione e del lavoro anche finalizzati al contenimento della dispersione scolastica. L’area SERVIZI TERRITORIALI comprende la gestione di servizi su commessa quali le Scuole Civiche e la formazione/aggiornamento dei dipendenti di Pubbliche Amministrazioni e/o Aziende Private e rappresenta una delle possibilità di sviluppo dell’Agenzia tramite servizi da attivare su richiesta delle Amministrazioni comunali o di privati. 2.2 Soggetti aziendali coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione I soggetti coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione e dell’illegalità in ambito aziendale, chiamati a partecipare attivamente all’elaborazione del piano di prevenzione e all’attuazione e controllo di efficacia delle misure con esso adottate, sono: o Il Direttore Generale; o Il Vice Direttore; o Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza; o L’Organismo di Vigilanza ai sensi del D.Lgs. 231/01 e s.m.i.; o I Responsabili Area Lavoro e Formazione; o Il Responsabile Amministrativo Contabilità Generale e del Personale; o Il Responsabile delle Segreterie: o Il restante personale. 2.3 Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza di AFOL Nord Milano, nominato dal Consiglio di Amministrazione con delibera n. 6 del 26/03/2014, è stato individuato nel Direttore Generale/Legale Rappresentante di AFOL Nord Milano. Compiti del RPCT: o Predispone ed aggiorna ogni anno, entro il 31 gennaio il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, che sottopone al Consiglio di Amministrazione per l’approvazione; o Ai sensi dell'art. 1, comma 14, della l. n. 190 del 2012 il responsabile della prevenzione della corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno deve redigere una relazione annuale, a consuntivo delle attività svolte nello stesso anno, sull'efficacia delle misure di prevenzione definite dai P.T.P.C.. La predisposizione del PTCP rientra fra i compiti affidati dalla normativa vigente in: a) In materia di Prevenzione della Corruzione (art. 1, commi 5 lett. A,8,10 lett. A e 14 L.190/2012): proposta di adozione del PTCP; definizione di procedure appropriate per la selezione e la formazione dei dipendenti operanti in settori esposti alla corruzione; pubblicazione sul sito web istituzionale di una relazione annuale sull’attività svolta; verifica dell’efficace attuazione del PTCP e proposta di eventuali modifiche; verifica della rotazione degli incarichi dirigenziali, d’intesa con il dirigente competente. b) In materia di Trasparenza (art. 43 D.Lgs. 33/2013): aggiornamento del PTCP; controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa a garanzia della completezza, chiarezza ed aggiornamenti delle informazioni pubblicate; segnalazione agli organismi competenti dei casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione; controllo e garanzia della regolare attuazione dell’accesso civico (art. 5 D.Lgs. 33/2013); pubblicazione sul sito web dell’ente di una relazione semestrale. 3. AREE DI RISCHIO E CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO Una delle esigenze a cui il presente PCTP deve attendere è l’individuazione delle aree di attività ed i processi nell’ambito dei quali è il più elevato il rischio di corruzione. L’art. 1 comma 9 lett. A) della legge 190/2012 procede già ad una prima diretta individuazione, relativamente ai seguenti procedimenti: a) Autorizzazione o concessione; b) Scelta del contraente per l’affidamento dei lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al D.Lgs. n. 163 del 12/04/2006; c) Concessione di erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, attribuzione di vantaggi economici a persone ed enti pubblici e privati; d) Concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale e progressioni di carriera. La modalità di valutazione delle aree di rischio elencate nel presente PTPC adotta le stesse metodologie applicate per la rilevazione delle “aree di rischio” del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001 già riferito non solo ai reati di natura amministrativa. Valutazione dei rischi Il processo valutativo è stato sviluppato secondo una metodologia di “risk management”. Lo svolgimento di tale processo valutativo è stato specificamente strutturato in relazione all’articolazione delle attribuzioni e competenze delle diverse posizioni organizzative, alla natura e alla dimensione dell'organizzazione e al tipo di attività svolta. I Reati presupposto Il Decreto prevede che la responsabilità dell’Ente sia rilevabile in conseguenza di reati per i quali è espressamente prevista da una legge anteriore, determinando così un ambito di applicazione oggettivo aperto che, dalla data di entrata in vigore (4 luglio 2001) si è progressivamente esteso, oltre la delega originaria, (e tenderà ancora a estendersi) a ulteriori fattispecie; essa è attualmente prevista in conseguenza dei seguenti reati presupposto: Art. 24 Malversazione; indebita percezione di erogazioni pubbliche; truffa per il dal 4/7/01 conseguimento di erogazioni pubbliche; frode informatica; truffa in danno dello Stato o di un Ente pubblico Art. 24 bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati dal 5/4/2008 Art. 24 ter Delitti di criminalità organizzata dal 15/7/09 Art. 25 Art. 25 bis Art. 25 bis 1 Art. 25 ter Art. 25 quater Art. 25 quater 1 Concussione e corruzione Falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo dal 4/7/01 dal 27/9/011 Delitti contro l'industria e il commercio dal 9/7/09 Reati societari dal 16/4/02 Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico dal 28/1/03 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili dal 2/2/06 Art. 25 quinquies Delitti contro la personalità individuale dal 7/9/03 Art. 25 sexies Abusi di mercato dal 12/5/05 Art. 25 septies Omicidio e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione dal 25/8/07 delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e salute sul lavoro Art. 25 octies Ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza dal 29/12/07 illecita Art. 25 novies Delitti in materia di violazioni del diritto d'autore Art. 25 novies2 Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci dal 9/7/09 dal 14/08/09 all'autorità giudiziaria legge n. 146/2006 Criminalità organizzata transnazionale dal 12/4/06 1 L'art 15 del d.d.l. 1195 B del 9 luglio 2009 ha aggiunto gli artt. 473 e 474 cp 2 E' evidente il refuso quanto alla numerazione, in quanto l'art. 25-novies è già presente nel D.Lgs. 231/01, introdotto dalla L. 99/09 L’esame delle condizioni complessive dell’Ente ha consentito di formulare una serie di osservazioni significative ai fini della Mappatura e della successiva Analisi dei rischi penali che si riepilogano di seguito: (1) (2) (3) L’identificazione dell’attività caratteristica dell’Ente, nelle sue articolazioni, evidenzia sicure correlazioni tra l’oggetto sociale (comprese le attività accessorie) con gli illeciti presupposto: A.F.O.L. NORD MILANO intrattiene infatti rapporti di diversa natura con enti pubblici e soggetti privati, svolge in forma societaria un’attività avente rilevanza economica e imprenditoriale che richiede l’attuazione di molte azioni sensibili ai fini dell’applicazione del Decreto. L’assetto istituzionale ed organizzativo è ben rappresentato nei documenti dell’Ente e rappresenta una struttura semplice, articolata in aree di attività i cui responsabili rispondono direttamente al Direttore Generale. L’Ente dispone di un complesso di procedure e di strumenti operativi che governano numerosi processi di lavoro e che, ancorché predisposti e generati con finalità e tempi diversi, riguardano i principali processi di lavoro e possono essere validamente inseriti nel Modello nella formulazione vigente, nella consapevolezza della necessità di un miglioramento complessivo, di integrazioni e modifiche finalizzate a realizzare una organica e coerente rappresentazione degli strumenti di organizzazione e gestione dell’Ente, rispondendo insieme ai contenuti e alle finalità del Decreto. Alla luce delle valutazioni esposte, gli illeciti potenzialmente riproducibili nel contesto delle attività della A.F.O.L. NORD MILANO e quindi meritevoli di un’Analisi puntuale possono essere così sinteticamente classificati: Reati contro la Pubblica Amministrazione Reati societari • Fattispecie connesse alle erogazioni pubbliche in favore dell’Ente • Fattispecie di truffa • Fattispecie corruttive • Fattispecie di falsità in comunicazioni, prospetti e relazioni. • Fattispecie di tutela penale del capitale sociale. • Fattispecie di tutela penale del funzionamento della Società. • Fattispecie di tutela penale delle funzioni di vigilanza. Reati in materia di sicurezza sul lavoro • Omicidio colposo e Lesioni personali colpose. Reati informatici e trattamento illecito di • Fattispecie di falsità in documento informatico • Fattispecie di accesso abusivo in sistema informatico dati • Fattispecie di danneggiamento o interruzione di comunicazioni • Fattispecie di anneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici • Utilizzo dell’azienda come terminale per l’attività di Ricettazione, riciclaggio e impiego di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di denaro, beni o utilità di provenienza illecita provenienza illecita Reati in materia di violazione del diritto d’autore • Utilizzo illecito di software proprietario La selezione delle fattispecie sensibili è stata condotta dando rilevanza alle ipotesi di illecito più verosimilmente riproducibili nell’ambito delle attività poste in essere dalla Agenzia, considerando anche quali reati presupposto, ancorché commessi, siano concretamente inquadrabili in un disegno a interesse o vantaggio della A.F.O.L. NORD MILANO e siano imputabili ad Apicali, ritenendo che, per quanto riguarda gli illeciti inverosimili, la mancanza di una correlazione con l’Ente e l’imputabilità di Sottoposti, costituiscano di per sé un valido presupposto di difesa. Questo approccio non è stato animato dall’obiettivo precostituito di minimizzare l’impatto della Mappatura dei rischi, anzi la finalità perseguita è stata proprio quella di considerare l’effettività dei rischi, in modo da isolarli e focalizzare le indicazioni per la loro prevenzione, considerando che molti degli illeciti ritenuti non rilevanti, possono trovare comunque importanti riferimenti nell’ambito del complessivo impianto di tutela penale che sarà adottato dall’Ente. Per ulteriori dettagli si rinvia alla “Relazione di Valutazione dei Rischi” adottata da AFOL Nord Milano e al “Modello di organizzazione, gestione e controllo” adottati da AFOL Nord Milano. 4. MISURE OBBLIGATORIE La fase di trattamento del rischio ha individuato e valutato le misure di prevenzione che debbono essere predisposte per neutralizzare o ridurre il rischio. 4.1 Adempimenti per la trasparenza La corretta e completa attuazione di quanto previsto dalle norme in materia di trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire fenomeni di corruzione nella gestione dell’ente. Sul sito di AFOL Nord Milano (www.afolnordmilano.it) risultano pubblicati i documenti previsti dalla normativa vigente. 4.2 Codice etico aziendale di comportamento Il Codice Etico è stato adottato in applicazione del ex D.Lgs. 231/2001 ed è pubblicato sul sito di AFOL Nord Milano (www.afolnordmilano.it). 4.3 Rotazione del personale Pur essendo la rotazione del personale a più elevato rischio corruzione uno strumento fondamentale ai fini della prevenzione della corruzione stessa l’applicabilità all’interno di AFOL Nord Milano è limitata. La rotazione del personale non è attuabile nei confronti dell’unico Dirigente, vista l’impossibilità di sostituzione con altra figura interna all’Ente. La rotazione del Vice Direttore e dei Responsabili di Area non è fattibile in quanto il personale prima menzionato è necessariamente assegnato al ruolo per specificità e competenza. Più in generale la rotazione del personale intesa come misura sistematica adottata ai fini della prevenzione del fenomeno corruttivo, presuppone un confronto sindacale che necessita di tempi non compatibili con l’adozione del presente PTCP. Viste, per le motivazioni sopra esposte, la limitazione nell’adozione della misura “rotazione del personale” si adotta la seguente misura di carattere cautelare nel caso di coinvolgimento del dipendente in fatti di natura corruttiva (avvio di procedimento penale, ricevimento di informazione di garanzia o ordine ex art. 256 cpp o perquisizione o sequestro, avvio di procedimento disciplinare), ferma restando la possibilità di adottare un provvedimento di sospensione del rapporto di lavoro: o Per il personale dirigenziale, revoca dell’incarico in corso e contestuale passaggio ad altro incarico (combinato disposto dall’art. 16, comma 1 lett. L quater e art. 55 ter, comma 1, del D.Lgs. 165/2001); o Per il personale non dirigenziale assegnazione ad altro servizio (art.16, comma 1 lett. L quater, D.lgs. 165/2001). Eventuali ulteriori interventi saranno oggetto dei successivi aggiornamenti del PTCP. 4.4 Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi Questo punto è definito in modo esaustivo dalla normativa generale che impone il divieto di partecipare a decisioni che potrebbero determinare conflitto d’interesse tra il decisore e l’ente di appartenenza. 4.5 Conferimento e autorizzazione incarichi Gli incarichi extra istituzionali dei dipendenti di AFOL Nord Milano devono essere autorizzati dalla Direzione Generale secondo le modalità adottate dall’Ente, per evitare che si possano creare situazioni di conflitto di interesse che possono anche generare fenomeni di corruzione. 4.6 Inconferibilità e incompatibilità per incarichi dirigenziali L’inconferibilità e incompatibilità per gli incarichi dirigenziali è specificatamente disciplinata dal D.Lgs. 8 aprile 2013 n. 39. 4.7 Attività successive alla cessazione del servizio La L. 190/2012 ha previsto una disciplina generale diretta a ridurre il rischio di situazioni di corruzione correlate all’impiego del dipendente successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Per questo punto si rimanda a quanto previsto dalla legge stessa. 4.8 Formazione di commissione, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di delitti contro la Pubblica Amministrazione La L. 190/2012 ha previsto misure di prevenzione di carattere soggettivo che anticipano il loro effetto già al momento dell’individuazione dei soggetti competenti a prendere decisioni nelle pubbliche amministrazioni, relativamente alla partecipazione a commissioni di concorso o di gara, nonché per lo svolgimento di funzioni direttive in riferimento agli uffici considerati ad alto rischio di corruzione. Per questo punto si rimanda a quanto previsto dalla legge stessa. 4.9 Tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti (whistleblower) La L. 190/2012, ai fini dell’emersione della fattispecie di illecito, tutela il dipendente pubblico che segnala situazioni di illecito. La tutela opera su tre distinti versanti: o Salvaguardia dell’anonimato o Divieto di discriminazione o Sottrazione della denuncia/segnalazione al diritto di accesso. Denunce anonime: la tutela è relativa alla denuncia proveniente da un soggetto individuabile. Le segnalazioni anonime possono essere accettate solo se risultano dettagliate e circostanziate in maniera da far emergere fatti e situazioni in relazione a contesti determinati. Salvaguardia dell’anonimato: In caso di procedimento disciplinare l’identità del segnalante può essere rivelata all’incolpato, innanzitutto, in caso di espresso consenso del segnalante. Al di fuori di questa circostanza vale il principio per cui l’identità non può essere resa nota se la segnalazione è stata decisiva ai fini dell’avvio del procedimento disciplinare; unica eccezione a questo principio è nel caso in cui la conoscenza dell’identità risulta comunque assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato. Di conseguenza il Direttore, l’ufficio Personale e i Responsabili di funzione si conformano a tale indirizzo di comportamento. Divieto di discriminazione: per discriminazione si intendono le azioni disciplinari ingiustificate, le molestie sul luogo di lavoro ed ogni altra forma di ritorsione che determini condizioni di lavoro intollerabili per il dipendente che ha effettuato la segnalazione. La tutela consiste in: a) riguarda segnalazioni effettuate all’Autorità giudiziaria, alla Corte dei Conto o al proprio superiore gerarchico; b) il dipendente discriminato deve darne notizia circostanziata al RPCT che valuta la sussistenza degli elementi per effettuare la segnalazione al CiVIT; c) il dipendente può darne comunicazione all’organizzazione sindacale che, a sua volta, deve darne comunicazione all’Ispettorato della funzione pubblica se la segnalazione non è stata effettuata dal RPCT; d) il dipendente può darne comunicazione all’Organismo Di Vigilanza che a sua volta deve riferire al CiVIT se la segnalazione non stata effettuata dal RPCT. Sottrazione della denuncia al diritto di accesso: l’ente sottrae il documento contenente la segnalazione dall’eventuale diritto di accesso esercitato nei suoi confronti. 4.10 Formazione del personale La formazione dei dipendenti riveste un ruolo fondamentale ai fini della prevenzione dei fenomeni di tipo corruttivo, pertanto saranno previsti nel piano annuale della formazione dei dipendenti di AFOL Nord Milano interventi specifici sul tema. 4.11 Patti di integrità negli affidamenti AFOL Nord Milano intende adottare, fra le misure preventive, in qualità di stazione appaltante specifici patto e protocolli di integrità che i concorrenti ad una gara d’appalto dovranno accettare come presupposto condizionante la loro partecipazione. 5. PROGRAMMA DELLE MISURE – PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ 2014 – 2016 Le disposizioni vigenti (Delibera del CiVIT n. 50 del 4/7/2013 e Intesa della Conferenza Unificata Stato – Regioni del 24/07/2013 per l’attuazione della Legge 190/2012) stabiliscono che, di norma, il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PITT) costituisce parte integrante del PTPC. Di seguito le misure adottate: Misure da adottare Obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse Conferimento incarichi e autorizzazione Attività per la realizzazione 1. 2. Consegna del Codice Etico Aziendale 1. Comunicazione a tutti i dipendenti della modalità di richiesta di autorizzazione a svolgere incarichi extra istituzionali 2. Inconferibilità e incompatibilità per incarichi dirigenziali interventi informativi, rivolti ai dipendenti, al tema della legalità e dell’etica aziendale Soggetti Responsabili Tempi di realizzazione Responsabile Anticorruzione Anno 2014 Responsabile Risorse Umane Anno 2015 RGQ Anno 2016 Direzione Generale Entro dicembre 2014 Responsabile Risorse Umane Verifica degli esiti dell’azione di informazione Verifica della ricezione della comunicazione da parte di tutti i dipendenti Controllo della pubblicazione delle autorizzazioni sul sito di AFOL Nord Milano Pubblicazione degli incarichi autorizzati nella sezione trasparenza del sito web www.afolnordmilano.it Predisposizione e diffusione della modulistica da utilizzare ai fini dell’acquisizione delle dichiarazioni di assenza di inconferibilità da presentare all’atto del conferimento di ogni nuovo incarico dirigenziale ed, Indicatori e modalità di verifica dell’attuazione Responsabile Anticorruzione Entro dicembre 2014 Verifica redazione della modulistica e sua distribuzione Responsabile Risorse Umane RGQ Controllo delle pubblicazioni sito di AFOL Nord Milano sul in caso di conferimento, pubblicazione sul sito web www.afolnordmilano.it Attività successive alla cessazione del servizio Adozione di modalità operative che permettano di applicare quanto previsto dalla L. 190/2012 Responsabile Anticorruzione Entro dicembre 2014 Verifica della redazione modalità operative delle Primo semestre 2015 Verifica della redazione modalità operative delle Primo semestre 2015 Verifica della redazione modalità operative delle Verifica del piano della formazione Responsabile Risorse Umane RGQ Formazione di commissione, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di delitti contro la Pubblica Amministrazione Adozione di modalità operative che permettano di applicare quanto previsto dalla L. 190/2012 Tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti Adozione di modalità operative che permettano di applicare quanto previsto dalla L. 190/2012 Responsabile Anticorruzione Responsabile Risorse Umane RGQ Responsabile Anticorruzione Responsabile Risorse Umane RGQ Formazione del personale Patti di integrità negli affidamenti Inserimento nel piano annuale della formazione dei dipendenti di AFOL Nord Milano di interventi specifici sul tema oggetto del presente piano Responsabile Anticorruzione Anno 2015 Responsabile Risorse Umane Anno 2016 Predisposizione patti e protocolli di integrità che i concorrenti ad una gara d’appalto dovranno accettare come presupposto condizionante la loro Direttore Generale Anno 2014 RGQ Anno 2015 partecipazione. RGQ e responsabile della qualificazione delle Risorse Umane Anno 2016 Verifica dei patti e protocolli di integrità 6. TEMPI E MODALITA’ DEL MONITORAGGIO Le misure di monitoraggio e vigilanza del PTPC comprendono: o La predisposizione da parte del RPCT, entro il 15 dicembre di ogni anno, di una relazione annuale che riporta il rendiconto dell’efficacia delle misure di prevenzione definite dal PTPC con specifico riferimento a: gestione rischi, formazione, codice etico, altre iniziative o Lo svolgimento di specifici Audit in relazione all’attuazione di tutte o di alcune misure contenute nel PTCP.
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