2 DL NEWS 2014 VOL VI DL NEWS Foglio telematico a cura di Decio Lucano 14 gennaio 2014 A pag. 4 Operazione Rinascita: le navi mercantili costruite durante la guerra L'effetto Schettino ha colpito ancora Corsi obbligatori per comandanti e direttori di macchina Caro Decio, quando ho letto quella lettera sul Secolo XIX a firma di...(non me lo ricordo...) , ma era senz'alcun dubbio un com.te o un dm, lettera che parlava di un corso della regione di 500 ore per diplomati di qualsiasi genere, esclusi quelli del Nautico, per fare diventare ad esempio un ragioniere o un geometra un allievo ufficiale della marina mercantile - o come dicono loro subito ufficiale- mi sono " irato, innervosito e incazzato. E' come chiamare “perito” un comandante o un direttore di macchina. E' pur vero ch'io ho navigato solo sei anni e molti anni fa , ma ai miei tempi c'era un ben ordinato ordine gerarchico; ed io sono rimasto ancorato a quei tempi, ma non perchè un anziano ricorda sempre i suoi tempi, ma perchè v'era ordine e rispetto, e sono lieto d'aver scritto il libro “ L' ultimo viaggio della liberty ship Elena Parodi" che ne è la testimonianza. Ugo Dodero Caro Ugo, nelle tue dieci righe hai riassunto lo stato d'animo e il disagio di tanta gente di mare che subisce i tempi , non i tuoi o i miei, quelli attuali condizionati da esigenze commerciali per cui se il mercato ha bisogno di ufficiali ecco pronto il prodotto finito. Il bello è che questo percorso comincia dalla scuola. L'obiettivo non è sbagliato, solo che negli altri paesi, come Cile o Ecuador con cui siamo in contatto ( per non citare i paesi europei ) questo prodotto viene fornito dopo un percorso chiamiamolo superiore; da noi questo non si è potuto fare, per tante ragioni : competenze ministeriali varie, leggi e decreti a bizzeffe, una burocrazia spesso tirata per la giacchetta da lobby e interessi appunto commerciali e talvolta politici. Oggi in Italia ci sono tante Accademie o almeno le chiamano così; la maggior parte sono quelle delle 500 ore di cui il lettore riferisce, quella verace è la Accademia di Marina mercantile di Genova e la sezione di Torre Del Greco. Ma la novità più eclatante è di questi giorni. Un Decreto Ministeriale ( Infrastrutture e Trasporti) del 4 dicembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 305 del 31/12/2013 disciplina “ il conseguimento delle competenze di livello direttivo per gli ufficiali di coperta e di macchina” attraverso corsi di formazione secondo la STCW e imposti dalla UE vista la proceduradi infrazione fatta all'Italia per la scarsa preparazione del personale navigante. Questo in parole povere dovrebbe significare che per comandare una nave 1 passeggeri superiore a 20.000 tsl i comandanti e i direttori di macchina saranno obbligati a frequentare un corso con esame finale prova scritta, pratica e orale ) di 300 ore per la coperta e di 570 ore per la macchina in un centro autorizzato dal ministero. I titoli di Capitano Superiore di Lungo Corso o di Macchina acquisiti dopo la navigazione richiesta dal CdN saranno ancora validi ? Il Decreto non spiega come farà un Capitano di Macchina a frequentare un corso che lo impegnerà quasi un anno ; a chi addebitare il corso e la paga del professionista ? Probabilmente con lo scudo della STCW e laprocedura di infrazione UE , il Ministero ovvero la Capitaneria di porto cui spetta la gestione della gente di mare ( peccato che tra gli ottimi ufficiali ci siano pochi provenienti dalla marina mercantile ) hanno voluto mettersi al riparo: d'ora in poi i capitani dovranno dimostrare di meritarsi il comando o la direzione macchina. Ma solo per le grandi navi passeggeri ? L”effetto Schettino “ ha colpito ancora. I tempi sono cambiati, è vero , c'è voluta una grande Convenzione ( MLC 2006 ) che inglobasse tutta la materia sociale a bordo delle navi; le bandiere di registro internazionale sono aumentate ( e secondo l'ITF tanti paesi marittimi battono bandiere ombra ), lo shipmanager è l'interlocutore principe dello shipping e non più u sciu Parodi. Ci attendono altre sfide tecnologiche, la propulsione, l'automazione e ci vuole tanta professionalità a bordo e a terra. L'imprevisto e il sinistro sono sempre incombenti , perchè sia il porto che il mare sono sempre quelli, si quelli dell'Elena Parodi. (DL) NAPA e piattaforma offshore in alto Adriatico infiammano il dibattito sul futuro europeo della portualità italiana” Paolo Costa e Maurizio Maresca al meeting organizzato dall’International Propeller Club di Monfalcone con la partecipazione del Port of Trieste e Port of Venice Bernardo : “ Non si compete con microaziende:bisogna costruire una struttura imprenditoriale di livello europeo” “Tra il dire e il fare…c’è di mezzo il mare”. Antico proverbio questo che inquadra perfettamente lo stato dell’arte e quanto si dovrebbe realizzare per rilanciare la portualità italiana, il tutto ben descritto nel corposo “Il futuro europeo della portualità italiana”, volume, con la prefazione di Romano Prodi e Luciano Violante, presentato in anteprima dai suoi autori, dal presidente dell’Autorità Portuale di Venezia prof. Paolo Costa e dal prof. Maurizio Maresca ordinario di Diritto Internazionale e comunitario all’Università degli Studi di Udine nell’ambito del meeting organizzato dall’International Propeller 2 Club di Monfalcone con la partecipazione dei club di Trieste e Venezia. Il futuro dei porti dell’Alto Adriatico , il grande progetto del NAPA e della piattaforma off-shore sostenuta da Paolo Costa hanno rappresentato il leit motive del meeting. “Nessuno dei porti italiani ubicati lungo le rotte che collegano i grandi mercati mondiali è oggi nelle condizioni di contendere i traffici mondiali da e per l’Europa ai porti del mare del Nord. Da questa condizione di minorità si può uscire solo riordinando i porti in pochi sistemi multi portuali,sfruttando l’occasione della nuova strategia di costruzione della rete trans europea dei trasporti, Ten-T entro il 2030” “…i vantaggi conseguibili con questo approccio sono esemplificati nel caso del multi porto-corridoio dell’Alto Adriatico: il più europeo di tutti per la necessità funzionale transfrontaliera di vedere i porti italiani di Ravenna, Venezia, Trieste, Monfalcone (n.d.r. proprio nel corso del meeting il presidente dell’Azienda Speciale per il Porto ing. Paolo Maschio ha annunciato l’adesione del porto al NAPA) operare in regime di coopetition (cooperazione e competizione) con il porto sloveno di Koper e quello croato di Rijeka”. Prendendo la parola Massimo Bernardo presidente dell’International Propeller Club di Venezia ha esordito chiedendosi : “ Se l’obiettivo , sulla carta , potrebbe apparire perseguibile e raggiungibile, ancorchè sdoganato da tutte quelle difficoltà di ordine economico e politico che comunque sono oggi presenti in Europa e nella realtà dell’area, la “coopetition” appare più come la famosa politica delle “linee parallele e convergenti “ dei tempi di Aldo Moro che come la terapia per arrivare ad una serena convivenza tra porti concorrenti. Mi spiego – ha continuato il Presidente - In questo contesto se è vero che il NAPA dovrebbe rappresentare quell’innovativo contenitore a livello internazionale di una nuova politica per portare il range dell’alto adriatico a competere con i porti del northern range, mi pare però , più verosimile e altrettanto vero , che , a monte , bisognerebbe incominciare a stringere più strette alleanze e strategie comuni non solo tra i nostri porti italiani prima che con quelli , che comunque sono i nostri diretti competitor in Slovenia e Croazia , nell’altra sponda dell’Adriatico, ma anche tra tutte le associazioni imprenditoriali di categoria e tra i singoli operatori del trasporto”. “Mi pare infatti difficile che mentre Ravenna , per esempio, come avviene in Assoporti, cerchi nuovi dialoghi con Genova per contrastare Venezia o, a proposito del traffico crocieristico - come spesso leggiamo - il porto di Trieste goda delle “disgrazie” – lo dico tra virgolette” di quello di Venezia tentando di accaparrarsi navi e crocieristi , compresi i ro/ro , si possano condividere “sic et impliciter” con porti esteri quei e più vuote. C’è da chiederci se, prioritariamente, non fosse stato il caso di creare traffici, già scarsi, diretti alla portualità alto adriatica dove ben tre autorità portuali e tre Aziende Speciali stanno facendo salti mortali per incrementare i propri traffici e le proprie casseforti, ahimè, sempre piùvuote, in casa nostra , una forte massa critica di imprese ,di aziende , di operatori del trasporto piuttosto che realizzare in un' incertissima situazione di crisi , quel pur importante contenitore, il NAPA, che , almeno per ora, si presenta come un container con pareti di cristallo dalle quali 3 certamente traspare sì un programma di buoni propositi ma , nient’altro ,se non la necessità di combattere per la sua sopravvivenza dai quasi quotidiani attacchi di altrettanto ben consolidate lobbies con fortissimi e ben radicati interessi nei porti tirrenici “. “In questo contesto - ha concluso Bernardo - le varie associazioni imprenditoriali di categoria con tutti i proprio associati , compresa Confetra nordest, dovrebbero far squadra per costruire una struttura imprenditoriale di livello europeo superando quell’anacronistica polverizzazione di aziende, spesso microaziende, oggi presente nel territorio. Questa è una dimensione aziendale che appare oggi impraticabile a fronte dei grandi progetti dettati dalla U.E. e che si realizzeranno con le reti TEN . Se veramente il postulato di questo affascinante teorema si chiama “Coopetition” allora i primi a doverla praticare , a mio avviso, dovrebbero essere proprio gli imprenditori del trasporto, parecchi dei quali nostri associati nei vari Propeller , per i quali auspico un dialogo sempre più stretto e, tra loro, una sempre più trasparente collaborazione nella quale la vera competizione dev’essere cristallina ed evidente nella qualità dei servizi resi alla merce e all’armatore”. OPERAZIONE RINASCITA Le navi mercantili costruite dai cantieri italiani durante la guerra Un'operazione di grande rilevanza industriale navalmeccanica che vogliamo ricordare per i giovani e gli studiosi Non è un elenco contabile , riproduce nella sua schematicità una sorta di epigrafi dedicate a navi che non ci sono più , a compagnie di navigazione scomparse, a qualche bastimento che riuscì a sopravvivere dalle rotte della morte. Navi che issavano la bandiera della marina mercantile poi decorata con la medaglia d’oro al valor militare. Navi costruite in tempo di guerra, affondate nel Mediterraneo, molte colpite insieme alle sorelle della marina militare. Negli anni sessanta Vita e Mare , il giornale dei capitani marittimi italiani, scriveva che c’erano due bandiere e una sola marina ; equipaggi della mercantile imbarcati sulle navi da guerra , ufficiali di rotta ,in macchina e altre qualifiche . Mio padre, dopo che il piroscafo Foscolo della Tirrenia , ultima nave di linea ad aver lasciato il Mediterraneo ( colpito da bombe di aereo nella Manica davanti a Zeebrugge ) di cui era al comando nella primavera del 1940 dalla fornace di Dunkerque, riusci a portare in una odissea di episodi cruenti l'equipaggio in patria ; ma fu subito imbarcato sull'incrociatore Duca d’Aosta come ufficiale di rotta e poi trasferito come ufficiale di collegamento a Bordeaux, Parigi e Danzica. Nel 1955 la Marina Militare gli concesse la Croce al Merito di Guerra. Nel nostro elenco c’è un Foscolo della Tirrenia, è il terzo e l’ultimo, quello che ha avuto la vita più breve. Qui ci sono alcune navi che forzarono il blocco nei mari del mondo e che 4 la storiografia cita con giusta enfasi e gli equipaggi che furono fatti prigionieri dagli alleati in India e negli Stati Uniti (la detenzione più lunga ). E' giusto ricordarli. Il comandante Pro Schiaffino , manager, storico, scrittore ha tracciato questo elenco, se manca qualcuno all’appello fatecelo sapere, ne riparliamo; come riparleremo della motonave Sestriere, una sopravissuta che divenne simbolo della rinascita commerciale perché nel novembre del 1946 trasportò negli Stati Uniti gli equipaggi italiani per armare le navi liberty cedute dagli Usa agli armatori nazionali . La storia di questa nave è “ in costruzione “ nello scrittoio del comandante Flavio Serafini ,scrittore e storico di fama internazionale. , direttore dei Musei Navali di Imperia e di Viareggio, Decio Lucano Costruiti, affondati e sopravissuti a cura di Pro Schiaffino Dal 1938 al 1944 il Ministero della Marina Mercantile, la Federazione Armatori, la Marina Militare, i Cantieri italiani, le Capitanerie di Porto, tutti insieme, stabilirono ( oggi si direbbe concertarono) di costruire navi da carico rigorosamente simili in modo da migliorare la nostra flotta che era vecchia e male conservata. Un’operazione di grande rilevanza industriale durante la seconda guerra mondiale. Gli armatori e i cantieri nonostante la guerra in atto iniziarono questa operazione di “rinascita “ scegliendo quelle tipologie navali che possiamo identificare secondo le unità più avanzate allora in servizio: Rinfusa tipo Ravello Merce varia Monviso ; Nino Bixio Petroliere Franco Martelli Crediamo sia utile fornire i nomi e le caratteristiche di queste navi, le compagnie armatrici, e purtroppo le cause del loro affondamento nel periodo bellico che costò la quasi totale distruzione della nostra Marina mercantile. Nel 1939 la flotta mercantile constava di 3.500.000 di tonnellate di stazza lorda; alla fine della guerra , nel 1945, erano rimaste 200.000 TSL. Ma è anche la dimostrazione della capacità italiana con i nostri progettisti, ingegneri, tecnici e valorose maestranze di reagire e di far nascere sugli scali tante tipologie navali. Un remake per gli studenti, gli studiosi , per i giovani che pubblichiamo volentieri. 5 Nome Tipo Anno TSL Luogo affondamento e causa Armatore AGIP Roma 1 2 3 4 5 6 FRANCO MARTELLI IRRIDIO MANTOVANI GIULIO GIORDANI SERGIO LAGHI UGO FIORELLI VITTORIO ZANIBONI Cist. Cist. Cist Cist. Cist. Cist. Armatore BIBOLINI Genova 7 LERICI Car. 1939 10.535 Belle Isle siluro somm. 1939 10.540 Tripoli bombe aereo 1939 10.534 Misurata siluro aereo 1942 10.494 Sopravvissuta 1943 1.620 Sopravvissuta 1943 1.621 Sopravvissuta 1941 6.070 Ras Aamer siluro somm. 1943 9.000 Monfalcone bombe Armatore ADRIATICA Venezia 8 AUSONIA Car. Armatore GIACOMO COSTA Genova 9 CATERINA COSTA Car. 1942 8.060 Napoli bombe aereo Armatore GARIBALDI Genova 10 AGOSTINO BERTANI 11 LUCIANO MANARA 12 MINATITLAND 13 NINO BIXIO 14 PANUCO 15 POZARICA 16 STEROPE Car. Car. Car. Car. Cist. Cist. Cist. 1941 8.329 Tripoli autoaff. 1941 7.121 Ricuperato 1940 7.599 Punta Stilo cannoni 1943 7.137 Venezia bombe 1941 7.600 Genova cannoni 1940 7.599 Ricuperato 1940 10.496 Autoaffondato Armatore I.N.S.A. 17 VALFIORITA Car. 1942 6.200 Rasocolmo siluro somm. Cist. 1943 Car. 1943 6.300 6.500 Armatore ITALIA Genova 18 ANTONIO ZOTTI 19 G. MAIORANA 6 Monfalcone bombe Genova bombe 20 MARIO ROSELLI 21 MOCAGATTA 22 NICOLO’ GIANI 23 SABAUDIA Car. Car. Car. Pass. 1941 6.835 1943 6.500 1943 6.500 1941 29.307 Corfù bombe ricuperato Spezia bombe Genova bombe Trieste bombe Armatore ITALNAVI già Commerciale di Navigazione Genova 24 SESTRIERE Car. 1942 7.991 Sopravvissuto Armatore LAURO ACHILLE Napoli 25 COSTR. 351 26 NAPOLI 27 RAVELLO Cist. 1943 7.600 Car. 1940 6.142 Car. 1941 6.142 Genova bombe Tunisia siluro somm. Spezia bombe ricuperato Armatore LLOYD TRIESTINO Trieste 28 29 30 31 CARLO DEL GRECO FABIO FILZI GINO ALLEGRI REGINALDO GIULIANI Car. Car. Car. Car. 1941 1941 1941 1941 6.836 6.836 6.836 6.837 S. Vito siluro somm. S. Vito siluro somm. Bengasi bombe Bengasi siluro somm. Armatore MARTINI Genova 32 SALVORE Car. 1943 1.592 Sopravvissuto NAVIGAZIONE ALTA ITALIA Genova 33 MONGINEVRO 34 MONREALE ricuperato 35 MONVISO Car. Car. 1940 5.324 1941 6.989 Zambretta bombe aereo Genova bombe tedesche Car. 1940 Sid Suecher siluro somm. 5.322 Armatore PITTALUGA Genova 36 APUANIA Car. 1942 7.949 Bengasi bombe aereo Car. 1943 6.200 Biserta bombe aereo Armatore POLENA Genova 37 OMBRINA Armatore S.A.I.A Genova 7 38 HUMANITAS Car. 1943 7.980 Siluro somm. Armatore SOC. ARMAMENTO LIGURE Genova 39 UNIONE Car. 1942 6.071 Spezia bombe Armatore SIDARMA Fiume 40 41 42 43 44 45 46 47 48 ANDREA GRITTI Car. 1939 6.338 CARNARO Cist. 1942 8.258 FRANCESCO BARBARO Cist. 1940 6.343 ILLIRIA Cist. 1943 8.201 MARCO FOSCARINI Car. 1939 6.342 MARCO FOSCARINI Car. 1943 6.406 PIETRO ORSEOLO Car. 1943 6.344 SEBASTIANO VENIER Car. 1940 6.311 VETTOR PISANI Car. 1939 6.339 C° Spartivento siluro aereo Napoli autoaff. Navarrino siluro somm. Autoaffondato Tripoli autoaffondato Favignana siluro somm. Bordeaux bombe tedeschi Navarrino siluro somm. Cefalonia siluro somm. Armatore TIRRENIA Napoli 49 50 51 51 52 53 54 55 ALFIERI ALFREDO ORIANI FOSCOLO MANZONI NICOLO’ TOMMASEO ORIANI PASCOLI VITTORIO LOCCHI Car. Car. Car. Car. Car. Car. Car. Car. 1943 1942 1942 1942 1942 1942 1943 1944 4.573 4.308 3.200 4.550 4.573 4.307 4.339 4.573 P.ta Licosa siluro somm. La Spezia bombe Capo Lilibeo bombe aereo Capri bombe aereo Catania bombe aereo Sopravvissuto Marsiglia bombe Fiume bombe Queste sono le navi che sono state costruite in Italia dal 1939 al 1944. Un confronto tra le navi costruite in Italia e le navi Liberty e alcuni cenni sulla nave Sestriere Negli USA dal 1942 al 1944 sono state costruite 2.710 navi Liberty. A questo proposito può essere interessante fare un confronto tra i due tipi di navi, Italiano e Stati Uniti ( carico e cisterna ), costruiti durante la guerra ricordando che le nostre navi sono state costruite a iniziare dal 1939, mentre le 8 navi USA dal 1942. Le caratteristiche sono quasi equivalenti ma le nostre unità erano state costruite 4 anni prima. Cargo SESTRIERE Lunghezza m 141,78 Larghezza 18,69 Puntale 7,63 Portata t 10.340 Stazza t 6.259 Motrice Motore Fiat espansione Velocità nodi 13,50 Cisterna CHICKAMAUGA Lunghezza mt. Larghezza Puntale Portata Tonn. Stazza Tonn. Motrice 6.000 Velocità SERGIO LAGHI LIBERTY 134,57 17,38 10,62 11.039 7.175 Motrice triplice 11,00 (T2) UTILITAS EX 158,55 20,88 11,14 17.900 10.536 Motore Fiat c.a. 7.800 159,56 20,79 11,14 16.410 10.376 Turbo elettrica c.a. 16,34 nodi 16.00 Breve storia della m/n Sestriere La Sestriere è diventata la “Nave Simbolo” della nostra Marina Mercantile e penso sia necessario descriverla in modo particolare. Varata a Taranto nel 1941 faceva parte di una serie di motonavi costruite per la prima volta tutte nei cantieri italiani secondo un unico progetto studiato e realizzato dai Cantieri e dalla Associazione Armatori. Furono costruite una ventina di queste navi che, purtroppo vennero affondate durante la guerra. Si salvò solo la Sestriere che ha preso parte alla guerra dei convogli di rifornimento della Libia, ha ricevuto le sue bombe di aereo e anche una mina, ma è riuscita a rimanere sempre a galla. Occupata l’Italia dagli Alleati, ha iniziato il rimpatrio dei nostri prigionieri di guerra dall’Egitto e per molti è stato il primo lembo della Patria. E’ stata l’unica nave italiana a partecipare ai convogli anglo – americani, con più di cento navi, 9 attraverso l’Atlantico e finalmente, dopo la fine della guerra, a portare gli equipaggi destinati ad armare negli Stati Uniti i primi cinquanta piroscafi Liberty assegnati all’Italia; erano circa mille persone, mai tanti Comandanti e Ufficiali credo si siano trovati insieme su di una sola nave. Ha avuto incidenti, avarie e collisioni, ma è sempre tornata in porto con i suoi mezzi. In ultimo è stata quasi distrutta da un incendio,ma, come al solito, è tornata a Genova con il suo motore. Una mattina alle quattro è partita per Vado al buio, in silenzio, forse per non farsi vedere a rimorchio. Sul Secolo XIX sono apparse due lettere nei giorni 17 e 27 maggio 1970: “Passando da Vado Ligure ho visto, tra le navi in demolizione, la nave Sestriere. Noi saremo certamente un popolo di santi e di poeti, non certamente un popolo di navigatori. La notizia della fine della Sestriere, in un paese marino come l’Inghilterra, per esempio sarebbe apparsa su tutti i giornali e in specie su quelli delle città di mare. La vita della Sestriere è infatti un po’ la vita della nostra Marina Mercantile degli ultimi venticinque anni. Costruita nel 1942 ha preso parte alla guerra dei convogli di rifornimento della Libia, ha ricevuto le sue bombe di aereo e anche una mina, ma è riuscita a rimanere a galla”. A questa accorata e triste lettera apparve dopo pochi giorni, messa in evidenza nella pagina del Notiziario Marittimo, una lettera con il titolo “L’ultimo ammaina bandiera, saluto alla Sestriere:” “Il destino delle cose nel tempo è quello di una continua mutazione ed è quindi normale che sia venuto per la Sestriere anche il momento della demolizione. Ma il nome è tutta una storia che merita di essere ricordata anche se forse interessa soltanto pochi Uomini onesti, umili, marinai di tutta l’Italia troppo dimenticati, forse volutamente dimenticati, da chi avrebbe avuto il dovere di ricordare. Chi era sulla Sestriere nel periodo dal giugno 1942 all’aprile del 1946, cioè nel periodo cruciale della nostra guerra, poi dall’armistizio alla rinascita dopo il 1946 ed ha vissuto e sofferto le vicende della nave, l’Unica delle motonavi veloci che ha partecipato alla guerra dal 1942 ed è arrivata alla pace, sono sicuro che conserva nel cuore il ricordo vivo delle sue vicende fortunose. Chi non ricorda l’ultimo viaggio a Bengasi alla fine dell’ottobre 1942 portando l’unica benzina in fusti sul fronte in ritirata da El Alamain, mentre sui campi di aviazione si bruciavano gli apparecchi per mancanza di carburante. Chi può dimenticare le bombe e i siluri scansati nel canale di Sicilia ed a Capo Matapan; i bombardamenti di Biserta, l’incendio domato della nave carica di esplosivi, la notte della partenza da Biserta per Napoli con il fianco squarciato fino a qualche palmo dalla linea di galleggiamento. I ponti bruciati e crollati, con gli incrociatori inglesi alle calcagna che ci cercavano lungo la costa tunisina. Chi non ricorda dopo l’armistizio i convogli di 130 navi circa da New York al canale di San Giorgio nelle nebbie implacabili dell’Islanda, gli attacchi dei 10 sommergibili tedeschi, e a Cardiff, prima dello sbarco in Normandia, il panico inglese per le V2 su Londra. Chi può dimenticare quasi un anno di viaggi, qualche volta bisettimanali, da Napoli a Livorno, viaggiando dentro un canale largo un miglio dragato tra campi di mine dei quali non si conoscevano i limiti, con truppa americana a bordo trasportata per la difesa della “Linea Gotica”. Chi può dimenticare il tentativo di ammutinamento di circa duemila soldati marocchini che durante il viaggio di ritorno da Marsiglia a Casablanca, aizzati da ufficiali francesi, in vista della costa africana avevano fatto massa compatta intorno all’albero maestro dal quale avevano disceso la bandiera italiana per innalzare quella francese. Ma forse nemmeno i marocchini avranno dimenticato il brandeggio sui rivoltosi di 12 mitraglie abbinate da 20 millimetri che li ha indotti dopo dieci minuti a rimettere la nostra bandiera. Chi può infine dimenticare mille altre vicende che sono storia, ma che non si possono qui riportare. Ora che la SESTRIERE non è che un ammasso di ferro in distruzione, mi rivolgo al SecoloXIX per trasmettere un saluto ed un ricordo commosso ai miei ufficiali (alcuni sono passati a miglior vita), al nostromo (che era un nostro ligure), all’equipaggio tutto sia mercantile che militare, che furono a bordo in quel periodo. Desidero anche dire a chi ha scritto la lettera che quella mattina, nel chiaroscuro dell’alba nel quale la Sestriere partiva per il suo ultimo viaggio verso la demolizione, io Comandante e tutti gli Uomini che furono con me in quel periodo eravamo presenti con i nostri ricordi per l’ultimo “Ammaina bandiera”. Comandante Vittorio G. Accame. SALOTTO CULTURALE NAUTICO Cliccando sulla marina mercantile dell'Ecuador ho trovato questa bella poesia in spagnolo che ti traduco in italiano, veramente suggestiva, non sono riuscito a conoscere l'autore. a cura di Ugo dodero Messaggio che viene dal mare 2 gennaio 2011 alle ore 20.14 “guarda verso il mare nel giorno più soleggiato di tutte le estati e vedrai la moltitudine in festa, il colore delle tavole dei surfisti, il corpo dorate delle fanciulle, vedrai castelli di sabbia, piccole vele di velieri, vene di poesia dei poeti e pure vedrai nel paesaggio multicolore,una nave mercantile là all'orizzonte che 11 separa il cielo dal mare. Ma guarda ora, guarda verso il mare nel giorno più tenebroso e freddo del più rigoroso inverno, già non vedrai più i surfisti, né il corpo dorato delle fanciulle, vedrai i castelli di sabbia demoliti dal vento. vedrai che non vi sono piccole vele, che i poeti non ci sono più...ma guarda ancora, là c'è, come sempre c'è stata la nave sempre all'orizzonte che separa il cielo dal mare”. Mensaje que viene del mar Mire hacia el mar en el día mas soleado de todos los veranos y verá, la turba en fiesta, el colorido de las tablas de los surfistas, el dorado cuerpo de las niñas, verá castillos de arena, velas pequeñas de veleros, poesía en la boca de los poetas y también verá, en el paisaje multicolor, que existe un navío mercante posado en la línea distante que separa el cielo del mar… PERO mire usted ahora; mire hacia el mar en el día mas tenebroso y frío del más riguroso invierno ya no verá los surfistas ni el dorado cuerpo de las niñas, verá los castillos demolidos por el viento. Verá que ya no hay velas pequeñas y que los poetas ya se fueron… pero mire además, allá, está él, como siempre estuvo, como siempre estará, el navío mercante, posado en la misma línea distante que separa el cielo del mar.. 2 gennaio 2011 alle ore 20.14 LE NOTE DI CARLA MANGINI La mer Questo è il testo tradotto dal francese di una celeberrima canzone di Charles Trenet “LA MER. Il testo di una canzone segue le rigide regole dello spartito musicale, e non espressamente quelle della metrica, ma sempre lascia trasparire la sensibilità e le emozioni dell’artista. “Il mare, che noi vediamo danzare lungo i golfi quando il cielo è sereno, ha dei riflessi d'argento o cangianti sotto la pioggia... Il mare prende per sé tutto l’azzurro che lo sovrasta e d’estate le sue grandi onde paiono confondersi con il candore degli angeli in cielo. Guardate presso gli stagni queste grandi piante acquatiche, guardate questi uccelli bianchi e queste case color ruggine. Il mare li ha cullati lungo i golfi e, come una canzone d'amore, ha cullato il mio cuore per la vita.” ( “ You Tube, Charles Trenet la Mer”). Carla Mangini 12
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