02 DL NEWS 2014 VIL VII - Collegio Capitani Compartimento di

2 DL NEWS 2014 VOL VI
DL NEWS
Foglio telematico a cura di Decio Lucano 14 gennaio 2014
A pag. 4 Operazione Rinascita: le navi mercantili costruite durante la guerra
L'effetto Schettino ha colpito ancora
Corsi obbligatori per comandanti e direttori di macchina
Caro Decio, quando ho letto quella lettera sul Secolo XIX a firma di...(non me lo
ricordo...) , ma era senz'alcun dubbio un com.te o un dm, lettera che parlava di
un corso della regione di 500 ore per diplomati di qualsiasi genere, esclusi quelli
del Nautico, per fare diventare ad esempio un ragioniere o un geometra un
allievo ufficiale della marina mercantile - o come dicono loro subito ufficiale- mi
sono " irato, innervosito e incazzato.
E' come chiamare “perito” un comandante o un direttore di macchina. E' pur
vero ch'io ho navigato solo sei anni e molti anni fa , ma ai miei tempi c'era un
ben ordinato ordine gerarchico; ed io sono rimasto ancorato a quei tempi, ma
non perchè un anziano ricorda sempre i suoi tempi, ma perchè v'era ordine e
rispetto, e sono lieto d'aver scritto il libro “ L' ultimo viaggio della liberty ship
Elena Parodi" che ne è la testimonianza.
Ugo Dodero
Caro Ugo, nelle tue dieci righe hai riassunto lo stato d'animo e il disagio di tanta
gente di mare che subisce i tempi , non i tuoi o i miei, quelli attuali condizionati
da esigenze commerciali per cui se il mercato ha bisogno di ufficiali ecco pronto
il prodotto finito. Il bello è che questo percorso comincia dalla scuola. L'obiettivo
non è sbagliato, solo che negli altri paesi, come Cile o Ecuador con cui siamo in
contatto ( per non citare i paesi europei ) questo prodotto viene fornito dopo un
percorso chiamiamolo superiore; da noi questo non si è potuto fare, per tante
ragioni : competenze ministeriali varie, leggi e decreti a bizzeffe, una burocrazia
spesso tirata per la giacchetta da lobby e interessi appunto commerciali e talvolta
politici. Oggi in Italia ci sono tante Accademie o almeno le chiamano così; la
maggior parte sono quelle delle 500 ore di cui il lettore riferisce, quella verace è
la Accademia di Marina mercantile di Genova e la sezione di Torre Del Greco.
Ma la novità più eclatante è di questi giorni. Un Decreto Ministeriale (
Infrastrutture e Trasporti) del 4 dicembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
305 del 31/12/2013 disciplina “ il conseguimento delle competenze di livello
direttivo per gli ufficiali di coperta e di macchina” attraverso corsi di
formazione secondo la STCW e imposti dalla UE vista la proceduradi infrazione
fatta all'Italia per la scarsa preparazione del personale navigante.
Questo in parole povere dovrebbe significare che per comandare una nave
1
passeggeri superiore a 20.000 tsl i comandanti e i direttori di macchina
saranno obbligati a frequentare un corso con esame finale prova scritta, pratica
e orale ) di 300 ore per la coperta e di 570 ore per la macchina in un centro
autorizzato dal ministero.
I titoli di Capitano Superiore di Lungo Corso o di Macchina acquisiti dopo la
navigazione richiesta dal CdN saranno ancora validi ? Il Decreto non spiega
come farà un Capitano di Macchina a frequentare un corso che lo impegnerà
quasi un anno ; a chi addebitare il corso e la paga del professionista ?
Probabilmente con lo scudo della STCW e laprocedura di infrazione UE , il
Ministero ovvero la Capitaneria di porto cui spetta la gestione della gente di
mare ( peccato che tra gli ottimi ufficiali ci siano pochi provenienti dalla marina
mercantile ) hanno voluto mettersi al riparo: d'ora in poi i capitani dovranno
dimostrare di meritarsi il comando o la direzione macchina. Ma solo per le
grandi navi passeggeri ? L”effetto Schettino “ ha colpito ancora.
I tempi sono cambiati, è vero , c'è voluta una grande Convenzione ( MLC 2006 )
che inglobasse tutta la materia sociale a bordo delle navi; le bandiere di registro
internazionale sono aumentate ( e secondo l'ITF tanti paesi marittimi battono
bandiere ombra ), lo shipmanager è l'interlocutore principe dello shipping e non
più u sciu Parodi. Ci attendono altre sfide tecnologiche, la propulsione,
l'automazione e ci vuole tanta professionalità a bordo e a terra.
L'imprevisto e il sinistro sono sempre incombenti , perchè sia il porto che il mare
sono sempre quelli, si quelli dell'Elena Parodi. (DL)
NAPA e piattaforma offshore in alto Adriatico infiammano il dibattito
sul futuro europeo della portualità italiana”
Paolo Costa e Maurizio Maresca al meeting organizzato dall’International
Propeller Club di Monfalcone con la partecipazione del Port of Trieste e Port of
Venice
Bernardo : “ Non si compete con microaziende:bisogna costruire una struttura
imprenditoriale di livello europeo”
“Tra il dire e il fare…c’è di mezzo il mare”. Antico proverbio questo che
inquadra perfettamente lo stato dell’arte e quanto si dovrebbe realizzare per
rilanciare la portualità italiana, il tutto ben descritto nel corposo “Il futuro
europeo della portualità italiana”, volume, con la prefazione di Romano Prodi e
Luciano Violante, presentato in anteprima dai suoi autori, dal presidente
dell’Autorità Portuale di Venezia prof. Paolo Costa e dal prof. Maurizio
Maresca ordinario di Diritto Internazionale e comunitario all’Università degli
Studi di Udine nell’ambito del meeting organizzato dall’International Propeller
2
Club di Monfalcone con la partecipazione dei club di Trieste e Venezia. Il futuro
dei porti dell’Alto Adriatico , il grande progetto del NAPA e della piattaforma
off-shore sostenuta da Paolo Costa hanno rappresentato il leit motive del
meeting. “Nessuno dei porti italiani ubicati lungo le rotte che collegano i grandi
mercati mondiali è oggi nelle condizioni di contendere i traffici mondiali da e per
l’Europa ai porti del mare del Nord. Da questa condizione di minorità si può
uscire solo riordinando i porti in pochi sistemi multi portuali,sfruttando
l’occasione della nuova strategia di costruzione della rete trans europea dei
trasporti, Ten-T entro il 2030” “…i vantaggi conseguibili con questo approccio
sono esemplificati nel caso del multi porto-corridoio dell’Alto Adriatico: il più
europeo di tutti per la necessità funzionale transfrontaliera di vedere i porti
italiani di Ravenna, Venezia, Trieste, Monfalcone (n.d.r. proprio nel corso del
meeting il presidente dell’Azienda Speciale per il Porto ing. Paolo Maschio ha
annunciato l’adesione del porto al NAPA) operare in regime di coopetition
(cooperazione e competizione) con il porto sloveno di Koper e quello croato di
Rijeka”. Prendendo la parola Massimo Bernardo presidente dell’International
Propeller Club di Venezia ha esordito chiedendosi : “ Se l’obiettivo , sulla carta
, potrebbe apparire perseguibile e raggiungibile, ancorchè sdoganato da tutte
quelle difficoltà di ordine economico e politico che comunque sono oggi presenti
in Europa e nella realtà dell’area, la “coopetition” appare più come la famosa
politica delle “linee parallele e convergenti “ dei tempi di Aldo Moro che come
la terapia per arrivare ad una serena convivenza tra porti concorrenti. Mi
spiego – ha continuato il Presidente - In questo contesto se è vero che il NAPA
dovrebbe rappresentare quell’innovativo contenitore a livello internazionale di
una nuova politica per portare il range dell’alto adriatico a competere con i
porti del northern range, mi pare però , più verosimile e altrettanto vero , che ,
a monte , bisognerebbe incominciare a stringere più strette alleanze e strategie
comuni non solo tra i nostri porti italiani prima che con quelli , che comunque
sono i nostri diretti competitor in Slovenia e Croazia , nell’altra sponda
dell’Adriatico, ma anche tra tutte le associazioni imprenditoriali di categoria e
tra i singoli operatori del trasporto”. “Mi pare infatti difficile che mentre
Ravenna , per esempio, come avviene in Assoporti, cerchi nuovi dialoghi con
Genova per contrastare Venezia o, a proposito del traffico crocieristico - come
spesso leggiamo - il porto di Trieste goda delle “disgrazie” – lo dico tra virgolette”
di quello di Venezia tentando di accaparrarsi navi e crocieristi , compresi i ro/ro , si
possano condividere “sic et impliciter” con porti esteri quei e più vuote. C’è da
chiederci se, prioritariamente, non fosse stato il caso di creare traffici, già scarsi,
diretti alla portualità alto adriatica dove ben tre autorità portuali e tre Aziende
Speciali stanno facendo salti mortali per incrementare i propri traffici e le proprie
casseforti, ahimè, sempre piùvuote, in casa nostra , una forte massa critica di
imprese ,di aziende , di operatori del trasporto piuttosto che realizzare in un'
incertissima situazione di crisi , quel pur importante contenitore, il NAPA, che ,
almeno per ora, si presenta come un container con pareti di cristallo dalle quali
3
certamente traspare sì un programma di buoni propositi ma , nient’altro ,se non la
necessità di combattere per la sua sopravvivenza dai quasi quotidiani attacchi di
altrettanto ben consolidate lobbies con fortissimi e ben radicati interessi nei porti
tirrenici “.
“In questo contesto - ha concluso Bernardo - le varie associazioni imprenditoriali
di categoria con tutti i proprio associati , compresa Confetra nordest, dovrebbero
far squadra per costruire una struttura imprenditoriale di livello europeo
superando quell’anacronistica polverizzazione di aziende, spesso microaziende,
oggi presente nel territorio. Questa è una dimensione aziendale che appare oggi
impraticabile a fronte dei grandi progetti dettati dalla U.E. e che si realizzeranno
con le reti TEN . Se veramente il postulato di questo affascinante teorema si
chiama “Coopetition” allora i primi a doverla praticare , a mio avviso, dovrebbero
essere proprio gli imprenditori del trasporto, parecchi dei quali nostri associati nei
vari Propeller , per i quali auspico un dialogo sempre più stretto e, tra loro, una
sempre più trasparente collaborazione nella quale la vera competizione dev’essere
cristallina ed evidente nella qualità dei servizi resi alla merce e all’armatore”.
OPERAZIONE RINASCITA
Le navi mercantili costruite dai cantieri italiani durante la guerra
Un'operazione di grande rilevanza industriale navalmeccanica che
vogliamo ricordare per i giovani e gli studiosi
Non è un elenco contabile , riproduce nella sua schematicità una sorta di epigrafi
dedicate a navi che non ci sono più , a compagnie di navigazione scomparse, a
qualche bastimento che riuscì a sopravvivere dalle rotte della morte. Navi che
issavano la bandiera della marina mercantile poi decorata con la medaglia d’oro
al valor militare. Navi costruite in tempo di guerra, affondate nel Mediterraneo,
molte colpite insieme alle sorelle della marina militare. Negli anni sessanta Vita e
Mare , il giornale dei capitani marittimi italiani, scriveva che c’erano due
bandiere e una sola marina ; equipaggi della mercantile imbarcati sulle navi da
guerra , ufficiali di rotta ,in macchina e altre qualifiche . Mio padre, dopo che il
piroscafo Foscolo della Tirrenia , ultima nave di linea ad aver lasciato il
Mediterraneo ( colpito da bombe di aereo nella Manica davanti a Zeebrugge ) di
cui era al comando nella primavera del 1940 dalla fornace di Dunkerque, riusci
a portare in una odissea di episodi cruenti l'equipaggio in patria ; ma fu subito
imbarcato sull'incrociatore Duca d’Aosta come ufficiale di rotta e poi trasferito
come ufficiale di collegamento a Bordeaux, Parigi e Danzica. Nel 1955 la
Marina Militare gli concesse la Croce al Merito di Guerra. Nel nostro elenco c’è
un Foscolo della Tirrenia, è il terzo e l’ultimo, quello che ha avuto la vita più
breve. Qui ci sono alcune navi che forzarono il blocco nei mari del mondo e che
4
la storiografia cita con giusta enfasi e gli equipaggi che furono fatti prigionieri
dagli alleati in India e negli Stati Uniti (la detenzione più lunga ). E' giusto
ricordarli.
Il comandante Pro Schiaffino , manager, storico, scrittore ha tracciato questo
elenco, se manca qualcuno all’appello fatecelo sapere, ne riparliamo; come
riparleremo della motonave Sestriere, una sopravissuta che divenne simbolo
della rinascita commerciale perché nel novembre del 1946 trasportò negli Stati
Uniti gli equipaggi italiani per armare le navi liberty cedute dagli Usa agli
armatori nazionali . La storia di questa nave è “ in costruzione “ nello scrittoio
del comandante Flavio Serafini ,scrittore e storico di fama internazionale. ,
direttore dei Musei Navali di Imperia e di Viareggio,
Decio Lucano
Costruiti, affondati e sopravissuti
a cura di Pro Schiaffino
Dal 1938 al 1944 il Ministero della Marina Mercantile, la Federazione Armatori,
la Marina Militare, i Cantieri italiani, le Capitanerie di Porto, tutti insieme,
stabilirono ( oggi si direbbe concertarono) di costruire navi da carico
rigorosamente simili in modo da migliorare la nostra flotta che era vecchia e
male conservata.
Un’operazione di grande rilevanza industriale durante la seconda guerra
mondiale.
Gli armatori e i cantieri nonostante la guerra in atto iniziarono questa
operazione di “rinascita “ scegliendo quelle tipologie navali che possiamo
identificare secondo le unità più avanzate allora in servizio:
Rinfusa
tipo Ravello
Merce varia Monviso ; Nino Bixio
Petroliere
Franco Martelli
Crediamo sia utile fornire i nomi e le caratteristiche di queste navi, le
compagnie armatrici, e purtroppo le cause del loro affondamento nel periodo
bellico che costò la quasi totale distruzione della nostra Marina mercantile. Nel
1939 la flotta mercantile constava di 3.500.000 di tonnellate di stazza lorda; alla
fine della guerra , nel 1945, erano rimaste 200.000 TSL.
Ma è anche la dimostrazione della capacità italiana con i nostri progettisti,
ingegneri, tecnici e valorose maestranze di reagire e di far nascere sugli scali
tante tipologie navali.
Un remake per gli studenti, gli studiosi , per i giovani che pubblichiamo
volentieri.
5
Nome
Tipo Anno TSL Luogo affondamento e causa
Armatore AGIP Roma
1
2
3
4
5
6
FRANCO MARTELLI
IRRIDIO MANTOVANI
GIULIO GIORDANI
SERGIO LAGHI
UGO FIORELLI
VITTORIO ZANIBONI
Cist.
Cist.
Cist
Cist.
Cist.
Cist.
Armatore BIBOLINI Genova
7 LERICI
Car.
1939 10.535 Belle Isle siluro somm.
1939 10.540 Tripoli bombe aereo
1939 10.534 Misurata siluro aereo
1942 10.494 Sopravvissuta
1943 1.620 Sopravvissuta
1943 1.621 Sopravvissuta
1941
6.070
Ras Aamer siluro somm.
1943
9.000
Monfalcone bombe
Armatore ADRIATICA Venezia
8 AUSONIA
Car.
Armatore GIACOMO COSTA Genova
9 CATERINA COSTA
Car. 1942
8.060
Napoli bombe aereo
Armatore GARIBALDI Genova
10 AGOSTINO BERTANI
11 LUCIANO MANARA
12 MINATITLAND
13 NINO BIXIO
14 PANUCO
15 POZARICA
16 STEROPE
Car.
Car.
Car.
Car.
Cist.
Cist.
Cist.
1941 8.329 Tripoli autoaff.
1941 7.121 Ricuperato
1940 7.599 Punta Stilo cannoni
1943 7.137 Venezia bombe
1941 7.600 Genova cannoni
1940 7.599 Ricuperato
1940 10.496 Autoaffondato
Armatore I.N.S.A.
17 VALFIORITA
Car. 1942
6.200 Rasocolmo siluro somm.
Cist. 1943
Car. 1943
6.300
6.500
Armatore ITALIA Genova
18 ANTONIO ZOTTI
19 G. MAIORANA
6
Monfalcone bombe
Genova bombe
20 MARIO ROSELLI
21 MOCAGATTA
22 NICOLO’ GIANI
23 SABAUDIA
Car.
Car.
Car.
Pass.
1941 6.835
1943 6.500
1943 6.500
1941 29.307
Corfù bombe ricuperato
Spezia bombe
Genova bombe
Trieste bombe
Armatore ITALNAVI già Commerciale di Navigazione Genova
24 SESTRIERE
Car. 1942 7.991
Sopravvissuto
Armatore LAURO ACHILLE Napoli
25 COSTR. 351
26 NAPOLI
27 RAVELLO
Cist. 1943 7.600
Car. 1940 6.142
Car. 1941 6.142
Genova bombe
Tunisia siluro somm.
Spezia bombe ricuperato
Armatore LLOYD TRIESTINO Trieste
28
29
30
31
CARLO DEL GRECO
FABIO FILZI
GINO ALLEGRI
REGINALDO GIULIANI
Car.
Car.
Car.
Car.
1941
1941
1941
1941
6.836
6.836
6.836
6.837
S. Vito siluro somm.
S. Vito siluro somm.
Bengasi bombe
Bengasi siluro somm.
Armatore MARTINI Genova
32 SALVORE
Car.
1943 1.592
Sopravvissuto
NAVIGAZIONE ALTA ITALIA Genova
33 MONGINEVRO
34 MONREALE
ricuperato
35 MONVISO
Car.
Car.
1940 5.324
1941 6.989
Zambretta bombe aereo
Genova bombe tedesche
Car.
1940
Sid Suecher siluro somm.
5.322
Armatore PITTALUGA Genova
36 APUANIA
Car.
1942 7.949
Bengasi bombe aereo
Car.
1943 6.200
Biserta bombe aereo
Armatore POLENA Genova
37 OMBRINA
Armatore S.A.I.A Genova
7
38 HUMANITAS
Car.
1943 7.980
Siluro somm.
Armatore SOC. ARMAMENTO LIGURE Genova
39 UNIONE
Car.
1942 6.071 Spezia bombe
Armatore SIDARMA Fiume
40
41
42
43
44
45
46
47
48
ANDREA GRITTI
Car. 1939 6.338
CARNARO
Cist. 1942 8.258
FRANCESCO BARBARO Cist. 1940 6.343
ILLIRIA
Cist. 1943 8.201
MARCO FOSCARINI Car. 1939 6.342
MARCO FOSCARINI
Car. 1943 6.406
PIETRO ORSEOLO
Car. 1943 6.344
SEBASTIANO VENIER Car. 1940 6.311
VETTOR PISANI
Car. 1939 6.339
C° Spartivento siluro aereo
Napoli autoaff.
Navarrino siluro somm.
Autoaffondato
Tripoli autoaffondato
Favignana siluro somm.
Bordeaux bombe tedeschi
Navarrino siluro somm.
Cefalonia siluro somm.
Armatore TIRRENIA Napoli
49
50
51
51
52
53
54
55
ALFIERI
ALFREDO ORIANI
FOSCOLO
MANZONI
NICOLO’ TOMMASEO
ORIANI
PASCOLI
VITTORIO LOCCHI
Car.
Car.
Car.
Car.
Car.
Car.
Car.
Car.
1943
1942
1942
1942
1942
1942
1943
1944
4.573
4.308
3.200
4.550
4.573
4.307
4.339
4.573
P.ta Licosa siluro somm.
La Spezia bombe
Capo Lilibeo bombe aereo
Capri bombe aereo
Catania bombe aereo
Sopravvissuto
Marsiglia bombe
Fiume bombe
Queste sono le navi che sono state costruite in Italia dal 1939 al 1944.
Un confronto tra le navi costruite in Italia e le navi Liberty e
alcuni cenni sulla nave Sestriere
Negli USA dal 1942 al 1944 sono state costruite 2.710 navi Liberty.
A questo proposito può essere interessante fare un confronto tra i due tipi di
navi, Italiano e Stati Uniti ( carico e cisterna ), costruiti durante la guerra
ricordando che le nostre navi sono state costruite a iniziare dal 1939, mentre le
8
navi USA dal 1942. Le caratteristiche sono quasi equivalenti ma le nostre unità
erano state costruite 4 anni prima.
Cargo
SESTRIERE
Lunghezza m
141,78
Larghezza
18,69
Puntale
7,63
Portata t
10.340
Stazza t
6.259
Motrice
Motore Fiat
espansione
Velocità nodi
13,50
Cisterna
CHICKAMAUGA
Lunghezza mt.
Larghezza
Puntale
Portata Tonn.
Stazza Tonn.
Motrice
6.000
Velocità
SERGIO LAGHI
LIBERTY
134,57
17,38
10,62
11.039
7.175
Motrice triplice
11,00
(T2) UTILITAS EX
158,55
20,88
11,14
17.900
10.536
Motore Fiat c.a. 7.800
159,56
20,79
11,14
16.410
10.376
Turbo elettrica c.a.
16,34 nodi
16.00
Breve storia della m/n Sestriere
La Sestriere è diventata la “Nave Simbolo” della nostra Marina Mercantile e
penso sia necessario descriverla in modo particolare.
Varata a Taranto nel 1941 faceva parte di una serie di motonavi costruite per la
prima volta tutte nei cantieri italiani secondo un unico progetto studiato e
realizzato dai Cantieri e dalla Associazione Armatori.
Furono costruite una ventina di queste navi che, purtroppo vennero affondate
durante la guerra.
Si salvò solo la Sestriere che ha preso parte alla guerra dei convogli di
rifornimento della Libia, ha ricevuto le sue bombe di aereo e anche una mina,
ma è riuscita a rimanere sempre a galla.
Occupata l’Italia dagli Alleati, ha iniziato il rimpatrio dei nostri prigionieri di
guerra dall’Egitto e per molti è stato il primo lembo della Patria. E’ stata l’unica
nave italiana a partecipare ai convogli anglo – americani, con più di cento navi,
9
attraverso l’Atlantico e finalmente, dopo la fine della guerra, a portare gli
equipaggi destinati ad armare negli Stati Uniti i primi cinquanta piroscafi
Liberty assegnati all’Italia; erano circa mille persone, mai tanti Comandanti e
Ufficiali credo si siano trovati insieme su di una sola nave.
Ha avuto incidenti, avarie e collisioni, ma è sempre tornata in porto con i suoi
mezzi. In ultimo è stata quasi distrutta da un incendio,ma, come al solito, è
tornata a Genova con il suo motore.
Una mattina alle quattro è partita per Vado al buio, in silenzio, forse per non
farsi vedere a rimorchio.
Sul Secolo XIX sono apparse due lettere nei giorni 17 e 27 maggio 1970:
“Passando da Vado Ligure ho visto, tra le navi in demolizione, la nave Sestriere.
Noi saremo certamente un popolo di santi e di poeti, non certamente un popolo
di navigatori. La notizia della fine della Sestriere, in un paese marino come
l’Inghilterra, per esempio sarebbe apparsa su tutti i giornali e in specie su quelli
delle città di mare. La vita della Sestriere è infatti un po’ la vita della nostra
Marina Mercantile degli ultimi venticinque anni. Costruita nel 1942 ha preso
parte alla guerra dei convogli di rifornimento della Libia, ha ricevuto le sue
bombe di aereo e anche una mina, ma è riuscita a rimanere a galla”.
A questa accorata e triste lettera apparve dopo pochi giorni, messa in evidenza
nella pagina del Notiziario Marittimo, una lettera con il titolo “L’ultimo
ammaina bandiera, saluto alla Sestriere:”
“Il destino delle cose nel tempo è quello di una continua mutazione ed è quindi
normale che sia venuto per la Sestriere anche il momento della demolizione. Ma
il nome è tutta una storia che merita di essere ricordata anche se forse interessa
soltanto pochi Uomini onesti, umili, marinai di tutta l’Italia troppo dimenticati,
forse volutamente dimenticati, da chi avrebbe avuto il dovere di ricordare.
Chi era sulla Sestriere nel periodo dal giugno 1942 all’aprile del 1946, cioè nel
periodo cruciale della nostra guerra, poi dall’armistizio alla rinascita dopo il
1946 ed ha vissuto e sofferto le vicende della nave, l’Unica delle motonavi veloci
che ha partecipato alla guerra dal 1942 ed è arrivata alla pace, sono sicuro che
conserva nel cuore il ricordo vivo delle sue vicende fortunose.
Chi non ricorda l’ultimo viaggio a Bengasi alla fine dell’ottobre 1942 portando
l’unica benzina in fusti sul fronte in ritirata da El Alamain, mentre sui campi di
aviazione si bruciavano gli apparecchi per mancanza di carburante. Chi può
dimenticare le bombe e i siluri scansati nel canale di Sicilia ed a Capo Matapan;
i bombardamenti di Biserta, l’incendio domato della nave carica di esplosivi, la
notte della partenza da Biserta per Napoli con il fianco squarciato fino a qualche
palmo dalla linea di galleggiamento. I ponti bruciati e crollati, con gli
incrociatori inglesi alle calcagna che ci cercavano lungo la costa tunisina.
Chi non ricorda dopo l’armistizio i convogli di 130 navi circa da New York al
canale di San Giorgio nelle nebbie implacabili dell’Islanda, gli attacchi dei
10
sommergibili tedeschi, e a Cardiff, prima dello sbarco in Normandia, il panico
inglese per le V2 su Londra.
Chi può dimenticare quasi un anno di viaggi, qualche volta bisettimanali, da
Napoli a Livorno, viaggiando dentro un canale largo un miglio dragato tra
campi di mine dei quali non si conoscevano i limiti, con truppa americana a
bordo trasportata per la difesa della “Linea Gotica”.
Chi può dimenticare il tentativo di ammutinamento di circa duemila soldati
marocchini che durante il viaggio di ritorno da Marsiglia a Casablanca, aizzati
da ufficiali francesi, in vista della costa africana avevano fatto massa compatta
intorno all’albero maestro dal quale avevano disceso la bandiera italiana per
innalzare quella francese.
Ma forse nemmeno i marocchini avranno dimenticato il brandeggio sui rivoltosi
di 12 mitraglie abbinate da 20 millimetri che li ha indotti dopo dieci minuti a
rimettere la nostra bandiera.
Chi può infine dimenticare mille altre vicende che sono storia, ma che non si
possono qui riportare.
Ora che la SESTRIERE non è che un ammasso di ferro in distruzione, mi
rivolgo al SecoloXIX per trasmettere un saluto ed un ricordo commosso ai miei
ufficiali (alcuni sono passati a miglior vita), al nostromo (che era un nostro
ligure), all’equipaggio tutto sia mercantile che militare, che furono a bordo in
quel periodo.
Desidero anche dire a chi ha scritto la lettera che quella mattina, nel chiaroscuro
dell’alba nel quale la Sestriere partiva per il suo ultimo viaggio verso la
demolizione, io Comandante e tutti gli Uomini che furono con me in quel
periodo eravamo presenti con i nostri ricordi per l’ultimo “Ammaina bandiera”.
Comandante Vittorio G. Accame.
SALOTTO CULTURALE NAUTICO
Cliccando sulla marina mercantile dell'Ecuador ho trovato questa bella poesia
in spagnolo che ti traduco in italiano, veramente suggestiva, non sono riuscito a
conoscere l'autore.
a cura di Ugo dodero
Messaggio che viene dal mare
2 gennaio 2011 alle ore 20.14
“guarda verso il mare nel giorno più soleggiato di tutte le estati e vedrai la
moltitudine in festa, il colore delle tavole dei surfisti, il corpo dorate delle
fanciulle, vedrai castelli di sabbia, piccole vele di velieri, vene di poesia dei poeti
e pure vedrai nel paesaggio multicolore,una nave mercantile là all'orizzonte che
11
separa il cielo dal mare.
Ma guarda ora, guarda verso il mare nel giorno più tenebroso e freddo del più
rigoroso inverno, già non vedrai più i surfisti, né il corpo dorato delle fanciulle,
vedrai i castelli di sabbia demoliti dal vento. vedrai che non vi sono piccole vele,
che i poeti non ci sono più...ma guarda ancora, là c'è, come sempre c'è stata la
nave sempre all'orizzonte che separa il cielo dal mare”.
Mensaje que viene del mar
Mire hacia el mar en el día mas soleado de todos los veranos y verá, la turba en
fiesta, el colorido de las tablas de los surfistas, el dorado cuerpo de las niñas, verá
castillos de arena, velas pequeñas de veleros, poesía en la boca de los poetas y
también verá, en el paisaje multicolor, que existe un navío mercante posado en la
línea distante que separa el cielo del mar…
PERO mire usted ahora; mire hacia el mar en el día mas tenebroso y frío del más
riguroso invierno ya no verá los surfistas ni el dorado cuerpo de las niñas, verá los
castillos demolidos por el viento. Verá que ya no hay velas pequeñas y que los
poetas ya se fueron… pero mire además, allá, está él, como siempre estuvo, como
siempre estará, el navío mercante, posado en la misma línea distante que separa el
cielo del mar..
2 gennaio 2011 alle ore 20.14
LE NOTE DI CARLA MANGINI
La mer
Questo è il testo tradotto dal francese di una celeberrima canzone di Charles Trenet
“LA MER. Il testo di una canzone segue le rigide regole dello spartito musicale, e
non espressamente quelle della metrica, ma sempre lascia trasparire la sensibilità e
le emozioni dell’artista.
“Il mare, che noi vediamo danzare lungo i golfi quando il cielo è sereno, ha dei
riflessi d'argento o cangianti sotto la pioggia...
Il mare prende per sé tutto l’azzurro che lo sovrasta e d’estate le sue grandi
onde paiono confondersi con il candore degli angeli in cielo.
Guardate presso gli stagni queste grandi piante acquatiche, guardate questi
uccelli bianchi e queste case color ruggine. Il mare li ha cullati lungo i golfi e,
come una canzone d'amore, ha cullato il mio cuore per la vita.”
( “ You Tube, Charles Trenet la Mer”).
Carla Mangini
12