>> DOSSIER/ CHIUSURE TCA, UN PROBLEMA RISOLTO IN MOLTI MODI di Marco Terzoni e di Elettra Paolini Crescono i protocolli e le soluzioni per eliminare il sentore di tappo. Ma anche le proposte alternative al sughero 64 L a lotta contro il 2,4,6-tricloroanisolo è ancora una sfida per il mondo del sughero ma, per fortuna, gli investimenti nella ricerca e l’ammodernamento intrapreso dalle industrie, hanno dato i propri frutti: le percentuali di difettosità sono scese vertiginosamente, di quasi un ordine di grandezza nel vino imbottigliato: dal 5-10% del passato allo 0,5-1% di oggi. Nonostante gli sforzi abbiano riguardato tutta la filiera produttiva, i maggiori investimenti sono stati indirizzati sulla prevenzione che, soprattutto per il tappo naturale, rappresenta ancora la migliore soluzione. Primo passo per evitare di incappare nel TCA è dunque quello di evitare l’acquisto di materia prima proveniente da zone fortemente contaminate da Armillaria mellea (fungo dal cui metabolismo si sviluppa il TCA). Ricordiamo infatti che il 2,4,6-tricloroanisolo è un prodotto esogeno al vino ma che, assai facilmente, può essere assorbito da esso attraverso numerosi fonti di contaminazione. Non è soltanto il tappo di sughero a conferire al vino il tanto temuto “sapore di tappo”. La stessa espressione coniata per descrivere le anomalie sensoriali associate all’odore-sapore di muffa, risulta di fatto fuorviante se si considera che i difetti appena citati possono originare tanto dal tappo quanto dalle botti in legno usate per l’affinamento o dalle attrezzature utilizzate nel processo di imbottigliamento (soprattutto a causa del possibile contatto con acqua contaminata), ecc. Persino il TCA presente nell’atmosfera può essere assorbito dal vino e, inoltre, non bisogna dimenticare il contributo dei clorofenoli, principali precursori del TCA: l’imbiancamento effettuato con cloro adottato fino a una quindicina di anni fa, è stato il principale motivo per il quale il sentore di tappo ha conosciuto un enorme diffusione. Attualmente, la stessa procedura, viene condotta con l’utilizzo di perossido di idrogeno e l’utilizzo di cloro nonché di materiali che contengono questo composto, è stato bandito da tutte le fasi di produzione dei tappi in sughero. Buone pratiche condivise In merito al problema, le “buone pratiche” non sono rimaste patrimonio delle sole aziende che hanno investito nella ricerca; grazie alla Confederazione Europea del sughero, la C.E.Liège, all’esperienza positiva sviluppata dall’ industria del settore ed al lavoro di ricerca a livello europeo realizzato dagli 8 laboratori coinvolti nel Progetto Quercus, è nato infatti il Codice Internazionale per la Produzione dei Tappi di Sughero (CIPT). Il documento, nato nel 1996 e giunto oggi alla sua sesta edizione, racchiude un insieme di norme suddivise in diversi capitoli: definizioni e pratiche generali obbligatorie, attività di preparazione della materia prima destinata alla produzione di tappi, attività di fabbricazioVIGNEVINI n.11 novembre 2014 DOSSIER/ CHIUSURE << ne delle rondelle o dei tappi, attività di semi-finizione dei tappi, finizione dei tappi raso-bocca e dei tappi con testina, finizione dei tappi per vini mossi. Il volume contiene tutte le versioni linguistiche (francese, tedesco, spagnolo, italiano, portoghese e inglese) in modo da facilitare la comunicazione tra i vari partner della filiera del sughero ed è pertanto diventato punto di riferimento internazionale. Solo grazie a questo testo, in continua evoluzione, è stato possibile arrivare al traguardo di un sistema internazionale di certificazione: il Systecode. La prima edizione di questo speciale programma di accreditamento si è svolta nel 2000 ed ha visto la certificazione di 87 aziende portoghesi e di 198 aziende internazionali; da allora, nell’arco di una decina d’anni, i numeri sono cresciuti in modo esponenziale: 270 aziende del Portogallo e 377 di provenienza internazionale. L’assegnazione del riconoscimento, subordinata all’effettivo rispetto delle prescrizioni del CIPT verificato da un ente terzo (cui spetta la decisione in materia di ap- VIGNEVINI n.11 novembre 2014 plicazione del codice) e da un esperto del settore sughero nazionale (che fornisce il supporto tecnico/specialistico), segue specifici principi di orientamento; la scelta di accreditarsi rimane infatti una libera scelta dell’azienda la quale però, una volta fatta la richiesta, verrà sottoposta a rigorose ispezioni: la decisione di attribuzione dell’attestato di conformità rimane di esclusiva competenza del capo del progetto dell’organismo internazionale avente sede in Parigi. Il test sensoriale In tema di qualità, ed in particolare di controllo, non si può non citare poi il “nuovo disciplinare sulle metodiche analitiche per il controllo del tappo di sughero ad uso enologico”(2011). Promosso, realizzato e aggiornato grazie al contributo di Agris Sardegna, del Gruppo sughero di Federlegno, dell’Unione Italiana Vini e dell’Istituto di Enologia e Ingegneria agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il disciplinare ha lo scopo di ridurre al minimo la soggettività dei controlli lungo la catena di fornitura fino al consumatore finale. Oltre a trattare controlli di tipo fisico, il manuale ha sottolineato l’importanza del test sensoriale su un campione significativo di tappi (min. 100 unità), quale prova discriminante per l’accettazione o il rifiuto di una partita. Bollitura “dinamica” Se l’obiettivo è quello di eliminare una volta per tutte un problema ostico com’è quello del TCA, adottare dei semplici accorgimenti non è sufficiente; lo sanno bene le stesse aziende produttrici di tappi, le quali hanno dato vita, negli anni, a numerosi brevetti volti all’eliminazione della molecola: vediamone alcuni. Uno dei sistemi più semplici riguarda la fase di bollitura, solitamente realizzata attraverso l’immersione totale delle plance di sughero in acqua pulita bollente. Alcune aziende hanno reso dinamico questo processo sottoponendo le plance ad un flusso di acqua in continuo ricircolo ad alte temperature. L’acqua, prima di rientrare nel sistema di bollitura, viene decontaminata al fine di evitare il rischio di contaminazione crociata. Abbiamo poi i metodi di distillazione a vapore controllata, i quali sfruttano la volatilità del TCA al fine di trascinare lo stesso in una corrente di vapore; lo stesso principio, anche se in modo differente è ripreso dal processo di volatilizzazione mediante trascinamento a temperatura e umidità controllate e dal sistema di volatilizzazione mediante trascinamento nella fase gassosa di polarità regolata. Nel primo il TCA viene eliminato sfruttando il fatto che la sua temperatura di volatilizzazione è pari a 60°C; nel secondo, oltre al mantenimento di temperature prossime a quelle di volatilizzazione, viene tratto vantaggio dall’azione solvente dell’etanolo: il processo simula di fatto il trasferimento delle molecole del sughero al vino ispirandosi al concetto di TCA migrabile. l 65
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