Corso base di Fotografia digitale Docente: Sara Anfossi COS’È LA FOTOGRAFIA Il termine fotografia ha origine φῶς (luce) e γραφή (scrittura). da due parole greche: Letteralmente quindi fotografia significa scrittura con la luce. Il compito del fotografo è capire quanta e quale luce si ha a disposizione ed utilizzare la macchina fotografica per catturarla. La luce ha la necessità di essere gestita, per questo le fotocamere sono dotate di alcune componenti fisiche che, se correttamente utilizzate ed impostate dal fotografo, permettono di fa entrare dall’obiettivo sempre la quantità giusta di luce per le condizioni in cui ci si trova e per il risultato che si vuole ottenere. La luce che entra dall’obiettivo sarà poi incanalata dalla macchina fotografica su di un sopporto fotosensibile, ovvero sensibile alla luce. Il materiale fotosensibile che si occuperà di registrare l’impulso luminoso e quindi la fotografia, può essere analogico o digitale. La fotografia analogica, oggi poco diffusa, utilizza pellicole, vendute sotto forma di rullino. È possibile trovarle ancora in commercio, ad un prezzo abbastanza elevato. La fotografia digitale utilizza invece i sensori digitali, installati direttamente nelle fotocamere dai produttori. Il sensore è la componente più delicata ed importante di una macchina fotografica. LA PELLICOLA ANALOGICA La pellicola fotografica per fotocamere analogiche, venduta generalmente sotto forma di rullini da 24 o 36 scatti: una volta effettuato il numero di fotografie indicato sulla confezione del rullino, non è più possibile scattarne altre o cancellare quelle già realizzate . Le pellicole sono realizzate con cristalli d’argento, un materiale fotosensibile in grado di cambiare colorazione quando entra in contatto con la luce. Le parti di pellicola colpite dai raggi luminosi, assumono una colorazione più scura. Quelle non toccate dalla luce mantengono invece una tonalità chiara, dando così origine al negativo. Terminata la fase di scatto, il rullino dovrà essere estratto dalla macchina fotografica in totale assenza di luce e sviluppato con particolari liquidi chimici. In fase di stampa, l’immagine verrà poi ribaltata ed i colori invertiti. [Esempi di negativo] IL SENSORE DIGITALE Il sensore digitale è composto da fotodiodi, piccole particelle elettroniche che, una volta ricevuto lo stimolo luminoso, si occupano di raccoglierlo e tradurlo in un segnale elettronico, che verrà poi invitato e registrato dalla memoria inserita nella macchina fotografica. Le fotocamere digitali infatti non salvano le immagini al proprio interno, è necessario acquistare ed inserire nell’apposito scomparto delle memorie esterne. Ne esistono diverse tipologie, quando le si acquista è quindi necessario controllare il modello supportato dalla propria macchina fotografica. Le schede di memoria misurano la propria capacità in GB (GigaByte) e non in numero di immagini che sono in grado di salvare: quest’ultimo infatti varia a seconda del peso delle immagini che ogni diversa fotocamera è in grado di produrre. CONSIGLIO: Il sensore digitale è molto delicato ed ha inoltre un valore monetario molto alto, è importante evitare che entri a contatto con polvere o qualsiasi altro tipo di sporco. Nel caso in cui ciò dovesse accadere, si noteranno delle macchie sulle fotografie scattate, sempre negli stessi punti. [Esempi di sensore digitale] È fondamentale evitare di pulirlo con detergenti e soprattutto con la saliva, che lo rovinerebbe definitivamente. I maggiori negozi specializzati in fotografia sono attrezzati per pulire i sensori digitali preservandoli da ogni possibile danno. Nell’immagine seguente è possibile vedere le macchie presenti su una fotografia scattata con una macchina fotografica di cui il sensore era sporco di polvere. ESERCITAZIONE #1 REALIZZAZIONE DI FOTOGRAMMI La tecnica dei fotogrammi è molto semplice da realizzare e permette di comprende a pieno ed in modo immediato quale sia il principio su cui si basa la fotografia. Fu inventata dall’artista Man Ray (1890-1976) e per questo i fotogrammi sono spesso definiti rayogrammi. COSA SERVE Una stanza completamente buia Una lampadina rossa Un foglio di carta fotosensibile Due vaschette di dimensioni maggiori rispetto al foglio Liquido di sviluppo Liquido di fissaggio Una lampada da tavolo Un oggetto a vostra scelta NOTA BENE: La carta fotosensibile non è sensibile alla luce rossa. Per questo motivo è possibile tenerla accesa durante l’intero processo, permettendo così di non lavorare nel buoi completo. L’accensione della luce bianca normale prima della fine del processo invece, causerebbe l’annerimento dell’intero foglio. DOVE ACQUISTARE IL MATERIALE È possibile acquistare tutto l’occorrente presso i negozi specializzati in fotografia analogica, per esempio: http://www.condor-foto.it http://www.fcf.it ATTENZIONE: I liquidi di sviluppo e di fissaggio sono prodotti chimici e, se a contatto con tessuti, rischiano di rovinarli. Non sono invece nocivi per la pelle. Quando li si utilizza per la prima volta è ugualmente consigliabile agire con cautela. COME FARE Preparare nelle bacinelle i liquidi di sviluppo e fissaggio diluendoli secondo quanto riportato sulla confezione Spegnere la luce ed accendere la lampadina rossa Aprire la carta fotosensibile e posizionarla sotto la lampada da tavolo Appoggiarci un oggetto a piacere e accendere la lampada da tavolo per circa 10 secondi Spegnere nuovamente la lampada e senza accendere la luce, immergere il foglio nella bacinella con il liquido di sviluppo Dopo alcuni secondi, la silhouette dell’oggetto inizierà a comparire sul foglio Attendere 60 secondi e spostare il foglio nella bacinella con il liquido di fissaggio Attendere 60 secondi, sciacquare il foglio sotto acqua corrente e lasciarlo asciugare [Postazione per la realizzazione di rayogrammi] [Esempi di rayogramma] MATERIALE DI SUPPORTO: Altri esempi di fotogrammi sono contenuti nella cartella allegata denominata 1 FOTOGRAMMI.
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