La newsletter - farmacieunite

La newsletter
N. 14
DEL 10 APRILE 2014
Piccola riflessione senza pretese a margine di
un'elezione altrui
Via Cortese 8
31100 Treviso
Tel. 0422.411642
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….
19 MAGGIO 2014
Seminario gratuito
“Basi della Medicina
Funzionale”
Come abbiamo avuto modo di
apprendere dai giornali di categoria,
Federfarma ha indetto le elezioni per il
14 aprile, dandone comunicazione
soltanto dieci giorni prima, con il
minimo
preavviso
previsto
dallo
statuto. Intuibili le ragioni di un
comportamento deprecabile nella
sostanza e, a mio giudizio, anche nella
forma: il gruppo che gestisce ormai da
troppi anni il Sindacato Non Più
Unitario (è doveroso ricordarlo!) dei
titolari di farmacia, ci ha abituato ai
colpi di mano e alle furbizie da
magliari: tutto va bene, pur di rimanere seduti sulle sedie del
comando.
Capisco bene - avendo a lungo ingoiato trattamenti non dissimili
– la reazione infuriata di quelle Unioni regionali e Associazioni
provinciali che, a fronte dell'ennesima e premeditata violazione
delle regole più elementari di democrazia interna, ora
minacciano di disertare l'assemblea elettiva del 14 aprile, ritengo
anche per la comprensibile, oggettiva difficoltà a organizzare la
presentazione di eventuali candidature alternative, Dando una
plastica rappresentazione di un detto delle nostre parti (l'è peso
el tacon del buso, è peggio la toppa del buco, per i foresti della
Serenissima...), Federfarma ha provato a giustificare gli
scandalosi termini minimi del suo preavviso sostenendo che, a
imporli,è stato il rispetto della tradizione che vuole che
Cosmofarma (ormai imminente) sia inaugurata dal presidente
entrante del sindacato. Una tradizione che - in realtà - non è altro
che una consuetudine che può avere qualche significato solo
per un integralista della scaramanzia, ma che viene presentata
alla stregua di una tavola della legge.
Risultato: gli oppositori si sono giustamente imbufaliti ancor di più,
gli osservatori più o meno neutrali (tra i quali, vorrei ricordarlo, ci
sono anche i politici e gli amministratori che si occupano dei
destini delle farmacie...) non possono che sganasciarsi dalle
risate o, al più, sorridere con degnazione di fronte a tanta
malaccortezza.
Intanto il mondo cambia...
Mentre va in scena questo spettacolo non proprio decoroso, il
mondo cambia, la sanità cambia, la farmacia cambia. Non ci
sarebbe dunque tempo da perdere, né una stilla di energia da
sprecare, ma i grandi capi del Sindacato Non Più Unitario
riescono a fare drammaticamente bene entrambe le cose.
Parlare di queste cose - lo voglio sottolineare anche per
prevenire il fuoco di critiche strumentali che mi verranno rivolte non è impicciarsi degli affari interni di Federfarma, ma al
contrario occuparsi doverosamente di fatti che sono di tutte le
farmacie private, e quindi anche miei, profondamente miei.
Diciamo che questa piccola riflessione senza pretese su
un'elezione altrui serve soltanto per parlare di un tema, quello
SOMMARIO
Farmacistapiù:
Farmacieunite,
qualche segnale dal
Ministro Lanzetta, da
nostro
sindacato
occhio di attenzione
riforma
Titolo
V
Costituzione
Stati
Generali,
Lorenzin:
«Dai
risparmi 900 milioni
per i Lea» ma no ai
tagli lineari
Stati Generali della
Salute. Pani (Aifa): “Il
modello
di
approvazione
dei
farmaci va cambiato”
Riorganizzazione del
ministero della Salute:
in Gazzetta il Dpcm.
Stop ai dipartimenti,
arriva il segretariato
generale
Farmaci
scaduti:
approvata in Senato la
depenalizzazione del
reato
Crisi economica e
liste d'attesa. Un
italiano
su
tre
sostituisce il medico
con
internet.
L'indagine
del
Codacons
Bassa
compliance:
molti pazienti non
ritirano
farmaco
prescritto
Hiv, auto-test presto in
farmacie inglesi e
francesi
della rappresentanza, che per le farmacie è ormai diventato, in
tutta evidenza, un tema centrale, che meriterebbe attenzioni
infinitamente più grandi di quelle che invece gli si dedicano,
forse anche a causa della cappa di paralizzante depressione
che sembra avere letteralmente pervaso l'intera categoria.
Per il poco che conta, io penso che servirebbe riscoprire, in primo
luogo, che la rappresentanza è servizio per gli altri e non per sé. È
eterodiretta, non autoriferita. Si realizza dicendo "noi", non "io".
Regala più oneri che onori, e pretende molto più di quel che dà.
Diciamo che non è esattamente il modello cui abbiamo assistito
negli ultimi anni, e le ultime vicende che mi sono appena
permesso di richiamare ne sono una probante dimostrazione. Il
fatto è che, in questo modo, ai già numerosissimi fallimenti del
passato rischia di aggiungersene un altro, quello definitivo: la
perdita dell'ultimo treno, quello della farmacia dei servizi, per il
quale l'altoparlante della stazione ha dato da tempo l'ultimo
avviso di partenza.
In questo modo, purtroppo, c'è il rischio concreto che la
farmacia, il presidio del territorio per eccellenza, resti fuori dal
processo di riorganizzazione delle cure primarie.
Fuori dal progressivo realizzarsi delle Case della Salute.
Fuori dai nuovi scenari della sanità di prossimità.
Fuori da un'integrazione più compiuta all'interno del sistema delle
cure primarie.
E quindi fuori (o bene che vada agli estremi margini) del sistema
sanitario pubblico.
Ci vorrebbero dirigenti professionali - in ogni organismo di
categoria, a ogni livello - capaci di concentrarsi sulla necessità di
far evolvere il sistema farmacia, elaborando in fretta e in
concreto progetti capaci di adeguare la rete dei nostri presidi
alle
nuove
necessità
che
si
vanno
profilando.
Dirigenti in grado di raccogliere la sfida della sostenibilità della
sanità guardando al contempo anche alla sostenibilità delle
farmacie. Dirigenti idonei e preparati convinti della necessità di
affermare il ruolo della farmacia e la professionalità dei farmacisti
all'interno del processo di territorializzazione dell'assistenza, per
restituire alle farmacie e alla nostra professione un ruolo da
protagonisti in quella che, per l'80%, sarà la sanità del futuro,
ovvero la gestione delle cronicità e degli stati pluripatologici.
La scelta di Farmacieunite
Farmacieunite, come è noto, a settembre dello scorso anno ha
deciso di lasciare Federfarma e ha intrapreso un cammino
difficile, fatto di ostacoli quotidiani, in verità più legati alla
ritorsioni
del
Sindacato Non Più Unitario che non a difficoltà provenienti
dall'esterno (e già questo la dice lunga, su come Federfarma
interpreti il suo ruolo). Li abbiamo affrontati e superati con
tranquilla determinazione e, per quanti bastoni possano metterci
tra le ruote, non basteranno a fermarci. Perché ci muove una
forza inarrestabile, quella di chi sa che non c'è più tempo, e
dunque non si può più aspettare, bisogna andare avanti a ogni
costo.
È la forza di chi ha compreso profondamente, fino a esserne
intimamente convinto, che bisogna cambiare prospettiva: l'unità
sindacale non è un precetto che si predica secondo
convenienza, ma un valore che si afferma con i fatti, che informa
e illumina le intenzioni, che si traduce in obiettivi. Tutte cose - la
mia non è una valutazione ma una semplice constatazione - che
chiunque guardi con serenità e distacco alla gestione di
Federfarma degli ultimi anni non troverà neppure a cercarle con
il lanternino.
Non si è uniti solo perché usiamo tutti la stessa piattaforma per la
DPC, o perché si utilizzano gli stessi servizi di Credifarma o di
Assinde, peraltro non di rado branditi come armi di ricatto per
ricondurre le pecorelle smarrite all'ovile.
Si è uniti in nome di un disegno, di una volontà e di valori
condivisi, oltre che di interessi comuni da difendere. Qualcuno di
voi riesce davvero a vederle, tutte queste cose, nelle prove che il
Sindacato Non Più Unitario ha dato di sé, anche negli ultimi
giorni? Ciascuno potrà rispondere come meglio ritiene e come
coscienza gli detta. Senza dimenticare che, in ogni caso, non c'è
più tempo neanche di preoccuparsi più di quanto meritino delle
ormai imminenti elezioni di Federfarma.
Che, in ogni caso, per noi di Farmacieunite, sono davvero una
sinecura: quel che ci occupa e preoccupa è una cosa ben più
importante, che si chiama futuro delle nostre farmacie. È per
questo che abbiamo imboccato, con tutto il coraggio di cui
siamo capaci, una strada nuova.
A chi - per scelta o altre ragioni che facciamo fatica a
comprendere - ha scelto di restare in quella vecchia, non
possiamo fare altro che indirizzare un "in bocca al lupo"!
Franco Gariboldi Muschietti
Da F-mail
La collana di perle di fango
A tutti coloro che fanno finta di non capire e magari credono alle sorprese nell’
uovo di Pasqua…
Convocazione "a orologeria"dell'assemblea elettorale: colpa di Cosmofarma, di
Branko o della morìa delle vacche?
Quel che fate il 14 aprile non ci interessa…
Luciani (Umbria): "Elezioni Federfarma, c'è solo un modo efficace per esprimere il
dissenso: disertarle"
1 Farmacistapiù: Farmacieunite, qualche segnale dal
Ministro Lanzetta, da nostro sindacato occhio di
attenzione riforma Titolo V Costituzione
Roma, 5 aprile 2014 - "Non si può fare altro che accogliere con
favore la disponibilità del Ministro Lanzetta. La sua esperienza di
farmacista ed il suo ruolo centrale a livello di affari regionali ci
permetterà di puntare con chiarezza all'obiettivo finale: far si che la
farmacia sia, com'e' nel suo DNA, il primo e più prossimo presidio di
salute per il cittadino capace di prendere in carico i suoi bisogni.
Questo e' il percorso tracciato già dal 2009 con la legge sulla
farmacia dei servizi; ma non è sufficiente un provvedimento
legislativo serve determinazione e una ventata di innovazione: in
questo ambito Farmacieunite si muove con un occhio di
attenzione anche sul fronte della riforma del Titolo V della
Costituzione".
A evidenziarlo il Presidente di Farmacieunite, Franco Gariboldi
Muschietti, che cosi commenta l'intervento del Ministro per gli Affari
Regionali, Maria Carmela Lanzetta, al rientro da FarmacistaPiù,
l'assise generale dei farmacisti che si è tenuta a Roma al
Palacongressi.
Il Ministro ha spiegato di “aver molto da imparare con la speranza
di avere i farmacisti al suo fianco” sul fronte del lavoro in atto, con
la collega titolare del dicastero della Salute, Beatrice Lorenzin, per
la riforma del Titolo V.
Secondo il Ministro il Servizio Sanitario Nazionale “e' una grande
conquista sociale ma purtroppo c'è una disomogeneità a livello
nazionale; ed in quest'ambito le farmacie possono dare molto e
rappresentano un punto di riferimento”. Inoltre da un punto di vista
della sostenibilità la farmacia professionale deve definire il suo
valore aggiunto: dalle farmacie quindi, emerge dall'intervento del
Ministro, “serve un servizio integrato che faccia leva su una
professionalità insostituibile”.
2 Stati Generali, Lorenzin: «Dai risparmi 900 milioni
per i Lea» ma no ai tagli lineari
Con i risparmi in sanità, «possiamo recuperare - tra gli altri - 900
milioni di euro per rifare Lea che sono fermi da dodici anni». Lo ha
annunciato la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, aprendo gli
«Stati generali della Salute», in programma oggi e domani a Roma.
Lorenzin ha tenuto a sottolineare la necessità che il Ssn sia «in grado
di dare risposte anche ai malati di malattie nascoste, le demenze,
le malattie neuropsichiatriche, e a centinaia di famiglie lasciate
sole ad affrontare malattie terribili».
Secondo la titolare della Salute
la programmazione è necessaria anche per evitare di dover
compiere scelte simili a quelle di alcuni Paesi nei quali gli over 70
non ricevono i medicinali dal servizio sanitario. «Noi - ha spiegato abbiamo il dovere di dare accesso a nuove medicine a tutti».
L'obiettivo del ministero è far sì che la salute, definita «un bene
primario», torni a essere «nuovamente un tema dell'agenda
politica. Per fare questo, però, bisogna avere un'idea molto chiara
di come sviluppare la sanità, con rigore, con un management
appropriato e misurabile con gli obiettivi da raggiungere». Lo
strumento è il patto per la salute, grazie al quale «potremo
recuperare diversi miliardi di euro, reinvestire nel sistema senza
aumentare le tasse - ha aggiunto Lorenzin- noi stiamo lavorando
perché non ci siano tagli lineari, è una condizione essenziale per
lavorare con certezza di budget». Inoltre - è la tesi della ministra - i
tagli lineari «contrastano con un'idea di programmazione
efficiente. Noi invece abbiamo bisogno di recuperare risorse
attraverso gli sprechi». Lorenzin ha poi ricordato a margine come
sia «previsto dalla legge che il budget del Fondo Sanitario
Nazionale sia legato al Pil, quindi dobbiamo capire anche
l'andamento dell'economia». Potrebbe esserci un taglio da un
miliardo? «Su questo - ha detto il ministro - ogni giorno ormai da
settimane stiamo facendo il toto-numeri. Ma non mi risulta. Certo,
finché non vedo i numeri del ministero, posso solo fare
prevenzione».
«Il Servizio sanitario nazionale - ha dato man forte il ministro degli
Affari regionali Maria Carmela Lanzetta - è una delle più grandi
conquiste che ci sono state in Italia. Tutti i cambiamenti che
saranno adottati saranno fatti con estrema cautela». L'obiettivo è
«creare un modello di virtuosità condiviso da tutti».
Altro tema caldo, oltre ai finanziamenti, la ricerca, che la ministra
definisce «il nostro petrolio. Oggi il settore della sanità vale l'11% del
Pil italiano, ma può diventare il 12%. In questi due giorni degli Stati
generali cercheremo di capire come rendere attrattivo il Paese».
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3 Stati Generali della Salute. Pani (Aifa): “Il modello di
approvazione dei farmaci va cambiato”
Non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente…è
quella capace di adattarsi maggiormente al cambiamento”. La
citazione delle parole di Charles Darwin riassume l’intervento del
Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Luca
Pani, nel corso della sessione “Il futuro secondo Industria e
Investitori” organizzata nell’ambito della giornata di chiusura di ieri
degli Stati Generali della Salute.
La sessione ha ospitato un confronto a tutto campo sui modelli di
accesso alle nuove terapie tra i diversi del panorama
farmaceutico, dall’accademia all’industria, dagli enti regolatori ai
pazienti, dagli investitori ai sistemi sanitari.
“Il tema di cui dobbiamo avere consapevolezza - ha dichiarato
Pani - è che il cambiamento è già qui, su questo non possiamo più
avere alcun dubbio. Siamo di fronte a un cambio di paradigma
che interessa il mondo della ricerca, quello della tecnologia e, di
conseguenza, ha un impatto profondo anche sulla valutazione e
approvazione dei farmaci”.
“Complessità e personalizzazione - ha proseguito il direttore
generale dell’Aifa - sono le due parole chiave, gli indicatori
necessari per individuare la strada da intraprendere. Da un lato
abbiamo obiettivi sempre più mirati, pensiamo alla medicina
personalizzata, alle terapie avanzate ed ai farmaci per le malattie
rare; dall’altro la complessità rappresentata dai big data, una
possibilità inimmaginabile solo 10 anni fa, come nel caso del
genoma umano, che ci pone di fronte a nuove possibili criticità,
come la capacità tecnica e di analisi”.
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4 Riorganizzazione del ministero della Salute: in
Gazzetta il Dpcm. Stop ai dipartimenti, arriva il
segretariato generale
Scatta il 23 aprile la riorganizzazione del ministero della Salute:
addio ai dipartimenti della sanità pubblica e dell'innovazione, della
programmazione e della sanità pubblica veterinaria e della
sicurezza alimentare e all'ufficio generale non dipartimenale per le
risorse, l'organizzazione e il bilancio. A sostituirli sarà un segretariato
generale.
La ri-organizzazione del ministero della Salute nel Dpcm che, nel
nome della spending review per tagliare la spesa, prevede la
riduzione della dotazione organica del ministero.
E' pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 dell'8 aprile il Dpcm 11
febbraio 2014 n. 59 di riorganizzazione del ministero della Salute,
che entra in vigore mercoledì 23 aprile.
La riorganizzazione è stata messa in pista per dare maggiore
aderenza alle specifiche esigenze di funzionalità del ministero e
quindi con il principio costituzionale di buon andamento della
pubblica amministrazione definendo un assetto organizzativo che
risponde alla riduzione degli organici stabilita dal Dpcm 22 gennaio
2013 sulla «Rideterminazione delle dotazioni organiche del
personale di alcuni ministeri, enti pubblici non economici ed enti di
ricerca, in attuazione dell'articolo 2 del decreto-legge 6 luglio 2012,
n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135», e una
razionalizzazione delle strutture che consentirà di migliorare
l'efficacia e l'efficienza del sistema.
L'introduzione della figura del segretario generale ha come
obiettivo proprio una razionalizzazione delle funzioni di
coordinamento delle strutture ministeriali rafforzando l'azione
univoca amministrativa del ministero e risponde a tutte le
prescrizioni sulla razionalizzazione della spesa, accrescimento
dell'efficienza dell'azione amministrativa, riduzione del personale di
supporto e centralizzazione dei servizi comuni.
L'eliminazione delle strutture dipartimentali consente inoltre un
maggiore risparmio in termini economici in relazione con la
soppressione di un numero equivalente di direzioni generali.
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5 Farmaci scaduti: approvata
depenalizzazione del reato
in
Senato
la
E’ ufficiale la depenalizzazione del reato per i farmacisti legato alla
presenza ed alla dispensazione di farmaci scaduti che, secondo le
normative in vigore, delinea l’insorgenza di conseguenze di natura
penale a carico del professionista in questione da valutare,
ovviamente, in Tribunale e la cui esistenza aveva spinto, nell’ultimo
periodo,a far sorgere alcuni dubbi tra i parlamentari al Senato con
alcune discussioni dove si è affrontato l’argomento ritenendo
opportuno proporzionare la pena al tipo di violazione, ad oggi
eccessiva.
Il Senato ha quindi approvato la modifica del terzo comma dell’art.
123 del Tuls, la cui revisione per i farmaci scaduti era già tra gli
ordini di verifica da qualche settimana, sulla base di un
emendamento presentato, nello specifico, dal senatore, oltre che
capogruppo di Fi nella 12ma Commissione Sanità di Palazzo
Madama, D’Ambrosio Lettieri che più di altri si è interessato ai
problemi derivati da questo tipo di conflitto logico, esistente tra
reato e pena, che possono ripercuotersi negativamente
sull’operatore del farmacista.
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6 Crisi economica e liste d'attesa. Un italiano su tre
sostituisce il medico con internet. L'indagine del
Codacons
Complice la crisi economica e le liste d’attesa infinite, cresce in
Italia il numero di cittadini che, quando si presenta un problema di
salute, decidono di ricorrere alla cosiddetta “medicina fai da te”.
Lo afferma il Codacons, che ha condotto un apposito studio
sull’argomento. Abbiamo chiesto ad un campione di circa 2.500
intervistati a chi si rivolgono in caso di problemi alla salute non
gravi, quando cioè si manifesta un disturbo o il primo sintomo di
una malattia e si vuole risolvere o migliorare la propria situazione –
spiega l’associazione –. A fronte di un 52,45% di italiani che
individua nel medico (inteso come medico di famiglia, ospedali,
pronto soccorso e strutture sanitarie private) il soggetto cui fare
riferimento in tale circostanza (percentuale che sale al 75,4% nella
fascia d’età oltre i 61 anni), vi è una fetta consistente e crescente
di popolazione, pari al 35,8% del totale, che ricorre al “fai da te”,
rappresentato in primis dal web, dove si moltiplicano i siti internet
che danno consigli su malattie, disturbi e cure di vario genere.
Percentuale che arriva a sfiorare il 50% nella fascia d’età 18-30
anni. L’11,6% dei cittadini si rivolge invece ad un farmacista.
La pratica di cercare su internet la soluzione ai propri problemi di
salute può essere pericolosissima – prosegue il Codacons – perché
in assenza di una visita specifica da parte di un medico, i sintomi
possono peggiorare in tempi brevi con conseguenze anche gravi
per la salute.
Alla base del fatto che il 35,8% dei cittadini cerca nel web la
soluzione a disturbi fisici, vi sono due fattori essenziali: la crisi
economica e le liste d’attesa nella sanità pubblica – analizza
l’associazione - Se la crisi rende impossibile il ricorso a visite
specialistiche i cui costi non risultano più abbordabili per la
maggioranza della popolazione italiana, le liste d’attesa infinite
sono forse anche peggiori, perché allontanano l’utente medio
dalla sanità pubblica, rendendo difficoltoso e snervante l’accesso
ad ospedali e strutture sanitarie per le quali i cittadini pagano le
tasse. Basti pensare che solo nel 2012, l'11% dei cittadini italiani ha
rinunciato alle cure mediche, con il record del 23% per quelle
odontoiatriche.
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7 Bassa compliance: molti pazienti non ritirano
farmaco prescritto
Quasi un terzo di tutte le prime prescrizioni di un farmaco non viene
spedito in farmacia entro 9 mesi (non aderenza definita “primaria”).
La più alta mancanza di compliance si ha per medicinali costosi e
trattamenti cronici preventivi. È quanto rivela uno studio condotto
in Canada. «Molte condizioni croniche possono essere gestite con
successo con interventi farmacologici, ma due barriere a comuni
trattamenti ostacolano la gestione ottimale della malattia» scrivono
Robyn Tamblyn, dell’università McGill di Montréal, e colleghi. «In
primo luogo vi è un’alta prevalenza di non aderenza alle terapie a
lungo termine (problema associato all’aumento sia di visite nei
dipartimenti di emergenza sia di spese sanitarie). In secondo luogo
vi è un sottoutilizzo di farmaci preventivi, come gli steroidi inalatori
per prevenire esacerbazioni asmatiche, attribuito al fallimento degli
operatori sanitari nel seguire le linee guida evidence-based». Due
gli obiettivi dello studio: valutare l’incidenza della non aderenza
primaria in medicina generale e individuare le caratteristiche correlate a farmaco, paziente e medico - associate a tale
mancata compliance. La coorte prospettica era costituita da
15.691 pazienti afferenti a una rete in Québec di 131 generalisti. I
ricercatori hanno collegato le prescrizioni di nuovi farmaci
effettuate tra il 2006 e il 2009 ai dati provinciali assicurativi
riguardanti tutti i medicinali dispensati dalle farmacie di comunità.
Mediante regressione logistica si sono stimati i predittori di
aderenza. Su 37.506 nuove prescrizioni per 15.961 pazienti, quasi un
terzo (31,3%) non sono state presentate in farmacia per il ritiro del
prodotto. Questa percentuale è risultata maggiore per i nuovi
utilizzatori di un farmaco (34,3%) rispetto a coloro che effettuavano
uno switch tra due principi all''interno della stessa classe (11,6 %). Si
è notata una maggiore propensione tra i pazienti a ritirare gli
antibiotici. Predittori di non aderenza sono stati invece la presenza
del costo del farmaco nel quartile superiore, i medicinali
dermatologici e gastrointestinali, oltre ai trattamenti cronici
preventivi per malattia ischemica cardiaca, depressione e altre
condizioni. Fattori associati a maggiore rischio di non compliance,
infine, sono apparsi un copayment più elevato, un recente ricovero
in ospedale e più severe condizioni di comorbilità. (A.Z.)
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9 Hiv, auto-test presto in farmacie inglesi e francesi
I cittadini francesi e inglesi troveranno presto in vendita nelle
farmacie i kit per l’autodiagnosi dell’Hiv. In Francia, il ministro degli
Affari sociali e della Sanità Marisol Touraine, ha scelto di dare
l’annuncio in occasione dell’inaugurazione di Sidaction, il più
importante evento annuale di sensibilizzazione e raccolta fondi per
l’Aids. Ricordando che i kit per l’autodiagnosi saranno disponibili
entro la fine dell’anno, il ministro ha fatto un appello a non
abbassare la guardia contro questa malattia e ha indicato due
priorità, la prevenzione e il test: «trent’anni dopo la scoperta
dell’Hiv, si contano ancora 6.500 nuove infezioni ogni anno e si
stima che circa 30.000 francesi siano sieropositivi senza saperlo».
La
situazione è molto simile in Gran Bretagna, dove la Royal
pharmaceutical society (Rps) ha accolto con soddisfazione la
modifica delle norme che, fino alla scorsa settimana, impedivano
alle aziende di mettere in commercio i test fai-da-te per il controllo
dell’Hiv, in quanto la condizione di sieropositività doveva essere
necessariamente
comunicata
da
un
professionista
sanitario.
Heather Leake Date,
portavoce
della società
farmaceutica britannica, prevede che i kit saranno disponibili già
nei prossimi mesi e che questo aumenterà le possibilità per i
cittadini di fare il test e accedere tempestivamente alle terapie. «Il
test fai-da-te – ha dichiarato la portavoce - potrà aiutare ad
aumentare le diagnosi di sieropositività, fornendo una nuova
opzione per chi è riluttante a rivolgersi ai servizi esistenti». Inoltre, la
disponibilità di prodotti certificati e sicuri servirà a ridimensionare un
fenomeno pericoloso, l’acquisto via Internet, dove questi kit sono
già in vendita ma ritenuti spesso inaffidabili. Quelli che entreranno
regolarmente in commercio saranno accompagnati da istruzioni
precise che dovranno essere seguite in modo scrupoloso perché il
test dia risultati accurati. I riferimenti privilegiati restano comunque il
medico e il farmacista e la portavoce dell’Rps raccomanda di
rivolgersi a loro se si ritiene di essere a rischio.
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