relazione del segretario generale di nidil cgil brescia adriano favero

RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DI NIDIL CGIL BRESCIA ADRIANO
FAVERO – IV CONGRESSO NIDIL CGIL 2014 – XVII CONGRESSO CGIL
Compagne e compagni,
ringrazio tutti i presenti per essere venuti fino a Desenzano per partecipare al Congresso
Provinciale del Nidil CGIL di Brescia. Ringrazio Luciano Pedrazzani della Segreteria della
Camera del Lavoro di Brescia, Elena Zanola del Nidil Nazionale per la Loro gradita presenza.
Ringrazio poi il Segretario Ernesto Sterza per l'ospitalità della CGIL di Desenzano, Camera del
Lavoro in cui il Nidil svolge una permanenza oramai da parecchi anni.
Il congresso della CGIL avviene in un periodo di crisi economica, politica e sociale di estrema
gravità.
Denunciare il fallimento delle politiche di austerità adottate in Europa è diventato oggi persino
banale, ma corrisponde alla realtà dei fatti e da qui è necessario partire. In nome del
risanamento dei conti pubblici, in Italia, il conflitto politico destra sinistra è stato sospeso e,
come in ogni paese europeo in cui questo è avvenuto, il risentimento diffuso nella società ha
preso la strada del populismo. In Grecia la cura dell'austerità ha portato, prima nelle piazze,
poi in Parlamento, i neonazisti di Alba Dorata.
In Italia, in un Paese in cui prevalgono le logiche corporative, le pericolose nostalgie di un
passato nero resistono e riacquistano vigore, sia nei movimenti di piazza a cui abbiamo
assistito nei mesi scorsi con i così detti “forconi”, sia con i movimenti organizzati di
CasaPound e Forza Nuova, presenti entrambi nella nostra provincia, sia nella recente vicenda
del “Bigio”, risoltasi positivamente grazie alle azioni promosse dalla società civile, dall'ANPI e
dalla CGIL.
Mi permetto qui di ricordare che il 21 febbraio, in merito al processo per la strage di piazza
Loggia, la quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura
Generale di Brescia contro le assoluzioni di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte,
ordinando per loro un nuovo processo. Possiamo quindi considerare aperta l'ipotesi di arrivare
non solo ad una verità politica sulla matrice della strage, ormai assodata da tempo, ma anche
all'individuazione delle responsabilità individuali.
La scelta tecnocratica del governo Monti è stata invece, per il nostro paese, la prosecuzione
quasi naturale della cultura della sinistra italiana degli anni '90, dove la politica arretrava,
lasciando spazio al mercato, in quella visione edulcorata del mercato “buono”.
La crisi economica e la contemporanea crisi di legittimazione politica, che ci ha regalato
l'epoca Berlusconiana, sono state affrontate con la medesima ricetta: la sospensione del
conflitto tra destra e sinistra in nome di un'emergenza probabilmente reale. Abbimo tecnici al
governo, sostegno bipartisan, trasformazione del qualunquismo in un populismo di piazza più
attento a criticare l'apparenza piuttosto che la sostanza, le spese della politica (spesso
vergognose) rispetto all'enorme problema dell'evasione fiscale.
Le politiche liberiste prima e quelle dell'austerità poi, hanno reso ancor più fragili le
problematiche strutturali del nostro Paese, lo smantellamento metodico del sistema di welfare,
impoverito e privatizzato, l'arretratezza delle infrastrutture, l'impoverimento del sistema
scolastico, la svendita delle aziende strategiche e le croniche carenze della programmazione
industriale, l'inequità fiscale, la bassa tassazione delle rendite e dei grandi patrimoni, il carico
fiscale quasi praticamente a carico dei redditi da lavoro e da pensione. Siamo passati dal 1974
in cui esistevano 32 aliquote che andavano dal 10 al 72% del prelievo fiscale alle 5 di oggi in
cui il prelievo arriva ad un massimo del 43% quando il reddito è superiore a 75.000 euro annui
pari a 5300 euro lordi mensili. I grandi patrimoni possono stare tranquilli. Le infrastrutture, gli
ospedali, le scuole le pagano le lavoratrici ed i lavoratori.
Giovani precari e adulti precarizzati pagano il prezzo di queste scelte: il dramma della
precarietà lavorativa che diventa instabilità della vita, la disoccupazione che non scende sotto il
12 % e quella giovanile che non si arresta, ora è al 40%, la condizione para-schiavile delle
partite iva e degli associati in partecipazione, simbolo della possibilità di essere imprenditori di
se stessi, che avrebbero dovuto essere i vincitori della globalizzazione, sono lo specchio
dell'illusione delle scelte di un mercato del lavoro libero. Ridurre il costo del lavoro non ha
portato a nuova occupazione, anzi. Ridurre le tutele dell'art. 18 nemmeno. Privatizzare i servizi
pubblici ha reso tutti un po' più poveri.
Il quadro economico rimane drammatico. Si va verso quella che gli anglosassoni chiamano
jobless growth, crescita senza occupazione. E si fanno strada le richieste di un modello
Elettrolux, welfare vacillante e tagli dei salari. O come la proposta di un modello svedese al
ribasso dell'unione industriale di Pordenone che a gennaio propose tagli dei salari del 20%,
liberalizzazione dei contatti a termine, supeamento delle 40 ore settimanali e del concetto delle
mansioni professionali, in cambio di investimenti pubblici sul welfare.
In questo contesto si sviluppa il 17° congresso della CGIL.
Ho scelto di condividere il documento del Segretario Generale Susanna Camusso, appoggiando
con convinzione il pensiero del nostro segretario Generale della Camera del Lavoro di Brescia
Damiano Galletti: un congresso in cui ci fossimo divisi su più posizioni avrebbe indebolito
l'organizzazione sindacale. I nostri scontri sarebbero risultati incomprensibili alla maggioranza
delle lavoratrici e dei lavoratori ed avrebbero alimentato timori e diffidenza tra i più lontani
alle nostre dinamiche o prodotto forte contrarietà tra coloro che vivono la CGIL più da vicino.
Ho sostenuto, condividendoli, alcuni emendamenti al documento, convinto che lo strumento
permettesse di rimarcare la singolarità del sindacato Bresciano.
La CGIL ed in particolare la CGIL di Brescia si è sempre connotata con una precisa scelta di
campo rispetto al rapporto con i propri rappresentati, senza farsi ammaliare da una visione
individualistica di libertà, prendendo sempre scelte che non mettessero in discussione gli
interessi del mondo del lavoro. Per questo rappresenta oggi un punto di riferimento per i suoi
iscritti e anche per la sinistra in generale. Sostenere gli emendamenti ha significato anche
contribuire a mantenere il nostro sindacato come faro nelle politiche del lavoro.
Ho sostenuto tra gli altri anche l'emendamento aggiuntivo all'azione dieci, scaturito da tutte le
assemblee di Nidil Brescia.
Sono stato eletto il 18 gennaio 2013 per guidare il Nidil di Brescia durante l'ultimo anno del
quadriennio congressuale, succedendo a Simone Cardin che qui vogliamo ringraziare per i
risultati raggiunti. In particolare per quanto riguarda la vertenza dei precari dell'Inps, che sta
giungendo a conclusione, e che vede i lavoratori vincere con una sentenza chiara che ribadisce
un concetto a noi caro: i somministrati hanno diritto allo stesso trattamento retributivo dei
lavoratori direttamente assunti dall'utilizzatore, o per dirlo meglio, ribadisce che ad ogni
lavoratore, con uguale mansione, corrisponde uguale trattamento retributivo. È una vertenza
che sta avendo un riverbero nazionale, e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Tutti i
lavoratori e le lavoratrici somministrate dell'inps otterranno il riconoscimento del premio di
risultato.
Nella mia esperienza sindacale sono già passato da Nidil nel 2003. Oggi come allora le
prolematiche fondamentali non sono risolte. Queste problematiche derivano dall'impostazione
organizzativa della categoria in quanto tale, che si trova a dover contrattare spazi di lavoro con
le altre categorie della CGIL.
A gennaio 2013 il Nidil di Brescia aveva un'impostazione tendenzialmente indipendente dalle
altre categorie. L'attività vertenziale e di sportello occupava la maggior parte del tempo,
lasciando poco spazio all'attività sindacale sul territorio.
Al mio arrivo mi è sembrato che si stesse creando una congiuntura che dava la possibilità a
Nidil di uscire dall'angolo isolato in cui si è spesso trovata. In quei mesi Ediesse pubblicava la
guida In-Flessibili, che, sul retro della copertina, citava le parole della Segretaria Generale
della CGIL Susanna Camusso:
<< Riconosco che abbiamo sbagliato a non usare la forza collettiva dei più garantiti per
difendere anche le persone senza contratto o con contratto atipico. Bisogna continuare a
domandarsi dove si è infranta la solidarietà tra lavoratori stabili e non stabili, e quando ci si è
rassegnati all'idea che i contratti non fossero più il luogo dove definire norme per il mercato del
lavoro >>.
Veniva inaugurata così la nuova strategia della CGIL verso il lavoro precario, denominata
contrattazione inclusiva.
Ho pensato che fosse il momento di tentare una variazione organizzativa della categoria,
tentando di impostare un lavoro di collaborazione con le categorie “classiche” della CGIL.
Innanzitutto ho deciso di avvalermi dell'ufficio vertenze della Camera del Lavoro, cosa che mi
ha permesso di alleggerire il lavoro su quel fronte e di liberare energie da utilizzare per i
compiti più strettamente sindacali.
Abbiamo fornito tutti i dati a nostra disposizione in merito alle casse in deroga che andavamo a
sottoscrivere per lavoratori somministrati e tutte le informazioni sull'utilizzo del lavoro in
somministrazione, che l'art. 24 del d. lgs 276 impone alle aziende di fornirci. Abbiamo redatto
elenchi di aziende utilizzatrici, e lo abbiamo distribuito alle categorie.
Queste hanno risposto in modo diverso alle nostre sollecitazioni. Alcune sono state molto
disponibili, e questo ci permetterà di proseguire un lavoro che oggi possiamo considerare
impostato. Altre categorie ad oggi non hanno risposto alle nostre richieste di dialogo. Cosa che
ritengo grave per la nostra organizzazione. Per questo il Nidil dovrà proseguire in questo
tentativo.
Segnalo inoltre che il mese prossimo abbiamo programmato un'assemblea sindacale per 60
lavoratori somministrati all'interno di una grossa fabbrica. Sembrerebbe un risultato poco
significativo ma ha invece una portata fondamentale, non è mai successo fino ad ora.
Nel corso del 2012 abbiamo promosso i seguenti progetti:
con la FP, un progetto di sindacalizzazione rivolto alle figure atipiche dei principali ospedali
della provincia;
con la FLAI, un progetto per contrastare l'utilizzo del lavoro precario nelle vigne della
Franciacorta e un altro volto a sindacalizzare i somministrati delle aziende alimentari;
abbiamo proseguito lo sportello di Desenzano, dedicato prevalentemente ad ambiti di lavoro al
confine con la FILCAMS, p.iva, co.co.pro e associati in partecipazione nelle attività
commerciali della zona lago di Garda;
abbiamo tentato di promuovere uno sportello polifunzionale in collaborazione con la lista
maggioritaria di rappresentanza studentesca universitaria “Studenti Per – Udu Brescia” che
fornisse consulenza circa le tematiche del lavoro, dell'abitazione ed affitti per gli studenti;
infine il 2013 è stato l'anno della creazione del SOL, il servizio di orientamento al lavoro.
Dal lavoro svolto durante l'attività di sportello, ricaviamo un'esperienza che noi tutti possiamo
immaginare: un senso di impotenza, unico sentimento possibile, difronte a tanti disoccupati,
giovani e non giovani, che non trovano occupazione. A queste persone diamo le informazioni
basilari per migliorare la loro ricerca, ma in fondo, si tratta quasi solamente di un sostegno
morale alla condizione che vivono, non potendo sopperire all'assenza di richiesta di
manodopera.
Per molto tempo si è discusso se la nostra categoria dovesse chiudere o cambiare forma.
Anche nel 2013, come nel 2003, questa polemica ha creato un'accesa discussione, in
particolare quando sono state pubblicate, su diversi quotidiani nazionali, articoli che
annunciavano l'imminente chiusura del Nidil. È stato l'intervento deciso del Segretario
Generale neoeletto Claudio Treves a ribadire che il Nidil è una categoria della CGIL, e non è in
discussione la sua esistenza.
Oggi, a seguito delle ultime novità politiche, in Italia si è aperto un dibattito su importanti
tematiche quali reddito minimo, salario minimo, ammortizzatori sociali universali, legge sulla
rappresentanza e contratto unico. Ancora una volta potrebbe determinarsi una variazione
strutturale della CGIL circa i destini del Nidil.
Se veramente una grande riforma del lavoro riducesse drasticamente le forme contrattuali e ne
limitasse il tenore della precarietà e dell'instabilità economica, forse Nidil potrebbe non esistere
più o diventare qualcosa di diverso. Pur augurandoci tutti che questa sia la direzione politica
che l'Italia prenderà nei prossimi anni, affronteremo la discussione nel momento in cui le
proposte saranno realmente concrete. Oggi tali propositi hanno contorni ancora molto confusi.
Al futuro Direttivo di Nidil resta il compito di perseguire la lotta al lavoro precario.
Il lavoro di questo 2013 è stato utile a costruire le linee guida del lavoro dei prossimi anni.
Ho condiviso con il Segretario Generale della CGIL di Brescia l'esigenza che Nidil si radichi
nel territorio ed entri nei luoghi di lavoro per incontrare lavoratrici e lavoratori da
rappresentare. Non possiamo più pensare che siano le persone sotto ricatto a venire da noi,
dobbiamo utilizzare la modalità sperimentata da FILT e FILCAMS, quella di un sindacato
presente sul territorio.
Abbiamo organizzato una campagna per l'utilizzo delle prestazioni di Ebitemp, che sono un
sostegno economico essenziale per i lavoratori in somministrazione ancora poco conosciuto.
Questo crediamo ci permetterà di avvicinare i tanti somministrati di alcune grosse aziende del
Bresciano e di stringere collaborazioni con la categoria sindacale di riferimento.
L'altro fronte principale di intervento riguarda il lavoro parasubordinato. È urgente attivare un
piano di sindacalizzazione delle partite iva ed affinare i sostegni fiscali che la CGIL fornisce
loro, perché la grande maggioranza dei contratti in partita iva nasconde, come sappiamo,
lavoro subordinato.
Infine va affinato il servizio SOL che creato nel 2013 ha bisogno di essere implementato.
I dati fondamentali risultati dalle assemblee:
…..…..
Compagni
Buon congresso.