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Cosmeceutici di origine vegetale
4 CFU; 28 ore; lezioni frontali + esperienza di laboratorio
Contenuti del corso
Definizione di cosmeceutico. Differenze tra cosmetico e cosmeceutico.
Normativa di riferimento sui cosmeceutici. Principali tecniche di ottenimento
di principi attivi impiegati nei cosmeceutici. Preparazioni cosmetiche.
Struttura e funzione di epidermide e derma. Funzionalità cosmetiche dei
derivati vegetali; natura e proprietà curative dei principi attivi delle piante:
trattamento topico di disturbi cutanei, azione coadiuvante anticellulite e
insufficienza del microcircolo, azione antinfiammatoria, azione antiossidante,
ricostituente, emolliente, detergente, schiarente, antisettica, cicatrizzante.
Piante officinali di primario interesse cosmeceutico: elementi di botanica,
principi attivi e proprietà curative, impieghi e principali preparazioni
cosmetiche. Piante officinali fonti di oli e lipidi vegetali come preziose basi
cosmetiche: elementi di botanica, profilo fitochimico, impieghi e principali
preparazioni. Esperienza in laboratorio: estrazione di oli essenziali di impiego
cosmetico.
Cosmeceutici di origine vegetale
Obiettivi dell’attività formativa
CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE
Risultati attesi:
Conoscere le caratteristiche dei prodotti cosmeceutici a base di sostanze di
origine vegetale.
CAPACITÀ DI APPLICARE CONOSCENZA E COMPRENSIONE
Risultati attesi:
Essere in grado di raggruppare i prodotti cosmeceutici presenti sul mercato
in base alla tipologia delle droghe vegetali, principi attivi e proprietà
terapeutiche.
AUTONOMIA DI GIUDIZIO
Risultati attesi:
Essere in grado di individuare autonomamente i prodotti cosmeceutici più
adatti alle esigenze dei consumatori.
Modalità svolgimento esame
• Valutazione: idoneità.
• Prova scritta: 20 domande a risposta multipla
(A,B,C,D,E).
• Superamento della prova: 12/20 ok.
Cosmeceutici di origine vegetale
Fitocosmesi – il libro
di Paolo Poggi
Editore
A Oriente! Srl, piazza Wagner 1,
20145 Milano, 2010
Materiale didattico
• Scaricabile dal Portale docenti UNICAM:
http://docenti.unicam.it/default.aspx
• Cercare ‘Maggi Filippo’
• Cliccare su ‘Materiale didattico’
• Files in pdf (Parti I-IV) + programma del corso
Definizione
• Secondo la Direttiva Europea 93/35/EEC (European
Commission, 1993) si definiscono cosmetici quelle
preparazioni o sostanze usate sulle diverse parti
esterne del corpo e interne della bocca con lo scopo
di pulirle, profumarle, migliorare il loro aspetto,
proteggerle o mantenerle in buone condizioni.
• Le superfici esterne comprendono epidermide,
sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi
genitali esterni.
• Quelle interne comprendono denti e mucose della
bocca.
• I prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutica e
non possono vantare attività terapeutiche.
Definizione
• Con il termine cosmeceutico,
coniato da Albert M. Kligman nel
1984 si suole indicare una categoria
di prodotti cosmetici caratterizzati
dalla presenza, in formula, di
ingredienti biologicamente attivi, di
origine sintetica o naturale (animale
o vegetale) con azione similfarmaco.
• In base a ciò che dice la legge, un
prodotto di questo tipo non
dovrebbe esistere perché se è
cosmetico non può nel contempo •‘Topically applied cosmetic ingredients with
claimed target-related bioactivity that
avere anche le azioni di un farmaco. provide functional and/or health benefits
beyond the basic cosmetic function’
Cosmeceutici
• Rappresentano una categoria di prodotti capaci di
racchiudere, contemporaneamente, nella loro
formula, l’esperienza del cosmetologo, la
professionalità dei dermatologi, l’abilità degli esperti
di marketing e il desiderio di eterna giovinezza del
consumatore.
• Sono una categoria di prodotti della cosmesi
funzionale borderline fra il farmaco propriamente
detto ed il cosmetico che, in virtù della loro peculiare
formulazione, andrebbero pubblicizzati e
commercializzati in canali riservati a professionisti
specializzati (farmacisti, dermatologi, pediatri ecc.).
Cosmeceutici
• Il cosmeceutico rappresenta l’evoluzione del
prodotto cosmetico tradizionale: una
formulazione tecnologicamente innovativa e
perciò, capace di veicolare in modo ottimale
ingredienti biologicamente attivi, talvolta
mutuati dalla farmacopea (con concentrazioni
d’uso inferiori a quelle terapeutiche!).
• Contrariamente alle preparazioni medicinali, i
cosmeceutici dovrebbero essere privi di effetti
collaterali.
Cosmeceutici
• Gli specialisti del settore ritengono che questo tipo di
prodotti debba essere presentata ai medici,
soprattutto dermatologi e pediatri, e
commercializzata in un preciso canale di vendita che
è la farmacia.
• Per formulare un cosmeceutico non basta aggiungere
ad un preparato per uso topico uno o più ingredienti
biologicamente attivi, ma è necessario, vista la
complessità della struttura cutanea e del veicolo,
chiarire le caratteristiche chimiche degli ingredienti
attivi, stabilire le interazioni fra questi e il veicolo e
fra questi e la pelle.
Cosmeceutici
• Nella formulazione di un cosmeceutico, spesso
il veicolo può influenzare l’attività degli
ingredienti attivi e più in generale può:
– aumentare l’efficacia degli ingredienti attivi;
– migliorare la funzione barriera della cute;
– causare effetti indesiderati.
Requisiti dei cosmeceutici
• essere in grado di attraversare lo stato corneo
e raggiungere in situ una concentrazione
idonea per svolgere la loro azione;
• possedere uno specifico meccanismo
biochimico di azione a livello cutaneo;
• poter dimostrare, dati alla mano, l’efficacia
vantata.
Quadro di riferimento
• Il termine cosmeceutico non definisce in modo
univoco una specifica tipologia di prodotti.
• Ad esempio i prodotti solari sono ritenuti farmaci
da banco negli USA e cosmeceutici in Europa
(FDA non riconosce il termine cosmeceutico).
• In Europa non esiste, ad oggi, una normativa che
fornisca a tale categoria di prodotti una valenza
giuridica (anche il regolamento europeo CE n.
1223/2009 sul cosmetico non ne riconosce
l’esistenza).
Quadro di riferimento
• Ovviamente resta sempre valido il concetto
che vuole il prodotto cosmetico diverso dai
medicinali; pertanto il cosmetico non ha
finalità terapeutiche.
• A livello europeo, la Commissione ha stabilito
delle linee guida nella classificazione dei
prodotti borderline che presentano
caratteristiche tali da renderli non facilmente
classificabili.
Quadro di riferimento
• Tra i più importanti principi, c’è quello che riconosce
al cosmetico la possibilità di interagire con le funzioni
fisiologiche del corpo umano senza manifestare
effetti significativi sul suo metabolismo né modificare
le condizioni del suo funzionamento ad un livello tale
da rendere necessaria una classificazione del
cosmetico come farmaco.
• Il prodotto cosmetico è destinato ad essere applicato
su una cute sana e ad interagire ed esplicare le
proprie funzionalità positive in una varietà di
situazioni che si mantengono in ambito fisiologico.
Quadro di riferimento
• Si può quindi asserire che il prodotto cosmetico
funzionale, cioè in grado di interagire con i processi
fisiologici cutanei, costituisce una realtà riconosciuta
dal legislatore.
• Una corretta classificazione dei prodotti borderline
sarà effettuata grazie ad un’analisi delle
caratteristiche degli stessi, considerando con
attenzione composizione, forma, indicazioni in
etichetta, pubblicità, presentazione, istruzione e
modalità d’uso riportate sulle confezioni.
Quadro di riferimento
• Da non sottovalutare la grande valenza
psicologica di un formulato cosmeceutico che,
pur essendo di supporto a terapie
farmacologiche per il trattamento di affezioni
cutanee più o meno gravi (dall’acne alla
dermatite atopica, alla cute xerotica o allergica
ecc.) consente al consumatore di disporre di
un prodotto di gradevolezza paragonabile a
quelli dell’alta cosmesi.
Quadro di riferimento
• Come si vede non esiste una definizione certa del termine
cosmeceutico e, di conseguenza, non è possibile
individuare una lista certa di ingredienti che possono
conferire lo status di cosmeceutico.
• Inoltre, in assenza di una precisa regolamentazione, non
deve essere sottovalutato il rischio che l’industria possa
sfruttare questa strada per commercializzare prodotti
‘cosmetici’ contenenti sostanze con azioni farmacologiche
ben precise aggirando procedure di registrazione (da parte
del Ministero della Salute), prescrizione (da parte del
medico/farmacista) e distribuzione (in farmacia e/o altri
canali autorizzati), che sono previste invece per i farmaci,
abbassando quindi il livello di sicurezza per i consumatori.
Messaggi pubblicitari nei
cosmeceutici
•
•
•
•
•
“rende il colore della pelle più uniforme”
“migliora la texture cutanea”
“aumenta la luminosità della pelle”
“riduce la comparsa di rughe”
“contrasta il fotoinvecchiamento cutaneo”
I ‘naturali’ nei cosmeceutici
• La droga di un vegetale contiene una miscela di vari
ingredienti, per cui sfruttando la loro sinergia, è più
facile che risulti incrementata l’efficacia del preparato.
• Il preparato a base di estratti vegetali presenta
maggiore sicurezza d’impiego, riducendosi il tasso di
tossicità e di potere irritante e/o sensibilizzante.
• L’estratto vegetale è facile a incorporarsi nei preparati
cosmetici in quanto, dal produttore viene proposto
sotto varie forme di comoda manipolazione e dosaggio
(polvere, liquido più o meno denso, veicolato in
idoneo mezzo, acqua, glicole, alcole, olio, ecc.).
Estrazione dei principi attivi vegetali
• Processo industriale o di laboratorio che
consente la separazione dei principi attivi
desiderati da droghe vegetali per mezzo di
opportuni solventi.
• Tale processo può variare in base alla natura
della droga, presenza del principio attivo negli
spazi intercellulari o all’interno della cellula,
permeabilità della parete cellulare, utilizzo di
mezzi meccanici, chimici o termici facilitanti.
Estrazione dei principi attivi vegetali
Estrazione dei principi attivi vegetali
• Macerazione
• Digestione
• Infusione
• Decozione
• Percolazione
• Estrazione controcorrente
• Estrazione con fluidi supercritici
• Distillazione in corrente di vapore
Macerazione
• La droga viene tenuta a contatto col solvente a
temperatura ambiente per un tempo variabile,
in genere 24-72 h.
• Vantaggi: ideale per droghe aventi principi
attivi termolabili.
• Svantaggi: scarso potere estrattivo per singole
operazioni.
Digestione
• La droga viene tenuta a contatto col solvente a
temperatura comprese tra 35 e 65 °C per un
tempo variabile, in genere 24 h.
• Vantaggi: aumento del potere estrattivo.
• Svantaggi: non indicata per droghe aventi
principi attivi termolabili.
Infusione
• Il liquido estrattivo viene versato sulla droga
alla temperatura di ebollizione.
• Vantaggi: aumento del potere solvente specie
in droghe aventi materiale legnoso.
• Svantaggi: non indicata per droghe aventi
principi attivi termolabili. Torbidità degli
estratti. Instabilità chimico-fisica.
Decozione
• La droga viene fatta bollire nel solvente di
estrazione per tempi fino a 30 min.
• Vantaggi e svantaggi: stessi dell’infusione.
Percolazione
• La droga viene pressata in un percolatore e
tenuta a contatto col solvente per un
tempo di 24-48 h. Il solvente viene quindi
scaricato e altro solvente “fresco” viene
posto nel percolatore.
• Vantaggi: aumento del potere estrattivo
per ripetuti cicli di estrazione.
• Svantaggi: uso di elevate quantità di
solvente.
Estrazione controcorrente (Soxhlet)
• L'estrattore Soxhlet è formato da tre componenti
sovrapposti: in basso un pallone con collo smerigliato, a
metà l’estrattore vero e proprio e in alto un
condensatore.
• La droga è collocata nella camera di estrazione,
generalmente in un filtro a ditale costituito da carta
filtrante, permeabile nei confronti del solvente.
• Il solvente viene portato ad ebollizione, quindi passa
nell'estrattore e nel condensatore, ricadendo come
condensato nella camera di estrazione, dove si carica di
soluto, quindi attraversa la carta filtrante portando con
sé il soluto, e viene spillato da un condotto laterale da
dove il solvente e il soluto sono riversati insieme nel
pallone, dove il soluto resta come precipitato e viene
recuperato a fine operazione.
• Successivamente il solvente può essere allontanato
dalla miscela solvente-soluto con l’ausilio di
un rotavapor (o evaporatore rotante).
Estrazione controcorrente (Soxhlet)
• Vantaggi: aumento del potere estrattivo per
ripetuti cicli di estrazione a caldo. Notevole
risparmio di solvente.
• Svantaggi: non indicata per droghe aventi
principi attivi termolabili.
Estrazione con fluidi supercritici (CO2)
•L’estrazione condotta con CO2 in
condizioni supercritiche (in cui le
proprietà del fluido sono in parte
analoghe a quelle di un liquido ed in
parte simili e quelle di un gas)
costituisce un’alternativa rispetto ai
sistemi classici di separazione.
•Caratteristica peculiare del processo
è la possibilità di variare con
continuità il potere solvente del
fluido impiegato, mediante
variazioni di pressione e/o
temperatura.
Estrazione con fluidi supercritici (CO2)
•Vantaggi: maggior resa estrattiva; CO2 non è
infiammabile, non è tossica ed è poco costosa; la
degradazione dei composti termolabili è evitata così
come l’idrolisi e la degradazione di alcuni
componenti aromatici; non si impiegano solventi
tossici che molto spesso permangono nel prodotto
finale; la CO2 alla fine del processo viene allontanata
sotto forma di gas recuperando i composti estratti
concentrati.
•Svantaggi: costo dell’impianto estrattivo; solo per
principi lipofili apolari.
Distillazione in corrente di vapore
• È un processo basato sull’immiscibilità con l’acqua
dei composti da distillare.
• È utilizzato nel caso di sostanze termolabili, cioè che
si degradano a temperature prossime al loro punto di
ebollizione, come ad esempio i composti
aromatici naturali.
• È una tecnica utilizzata per separare due o
più sostanze presenti in una miscela, che sfrutta la
differenza dei punti di ebollizione di tali sostanze (o
in altre parole, la loro differenza di volatilità).
• È usata sia per separare miscele complesse (es. oli
essenziali) sia per purificare singole sostanze
(ottenendo in uscita una corrente contenente la
sostanza desiderata ad un’elevata purezza e una
corrente di scarto contenente le impurezze presenti).
Oli essenziali
• Un olio essenziale è il prodotto della
distillazione in corrente di vapore o
dell’idrodistillazione, o della
distillazione secca di una pianta o
talune sue parti o, nel caso di
prodotti agrumari, mediante
opportuni processi meccanici a
freddo (Definizione della Farmacopea
Europea 5.8; ISO 9235, 2013).
• Essi sono soprattutto costituiti da
mono- e sesqui-terpenoidi, fenoli
semplici e fenilpropanoidi
volatilizzabili in corrente di vapore.
Apparato di Clevenger per
l’estrazione degli oli essenziali
Distillazione secca
• L’olio essenziale è ottenuto per riscaldamento
ad alta temperatura di steli o cortecce in
apparecchi opportuni senza l’ausilio di acqua o
vapore.
Processi meccanici
• L’olio essenziale, generalmente noto come
‘cold pressed’, è ottenuto mediante processi
meccanici senza riscaldamento.
• Viene generalmente applicato agli agrumi
(genere Citrus) e implica la fuoriuscita dell’olio
dal pericarpo e la sua separazione mediante
mezzi meccanici.
Analisi degli oli essenziali
• Un olio essenziale è generalmente una miscela di
complessità medio-alta caratterizzato da markers
specifici che, nell’ambito di una singola specie,
definiscono i differenti chemotipi (quando esistono).
• La tecnica di elezione per la loro analisi è la gas
cromatografia (GC) accoppiata alla spettrometria di
massa (MS). Questa tecnica (GC-MS) combina la capacità
separativa della gas cromatografia alla potenza
identificativa della spettrometria di massa.
Attività degli oli essenziali
• I componenti degli O.E. vengono assorbiti dall’organismo
umano (ed animale) secondo modalità simili. I
costituenti degli oli hanno basso peso molecolare, sono
lipofili e volatili a temperatura ambiente.
• Queste proprietà fanno sì che l’organismo umano possa
assumere oli essenziali attraverso diverse vie: per
semplice inalazione perché vaporizzati nell’aria, oppure
per ingestione o ancora assorbiti attraverso la pelle,
come tali oppure sottoforma di ingredienti di creme o
pomate.
• Grazie alla loro elevata lipofilia e alle loro ridotte
dimensioni molecolari, i componenti degli O.E.
attraversano facilmente la membrana cellulare (che è
lipofila), ed entrano nel circolo sistemico.
• Gli O.E. hanno la capacità di superare agevolmente la
barriera emato-encefalica, giungendo direttamente a
contatto con le cellule nervose.
Active agents delivery systems
• Oli essenziali ed altri principi vegetali possono presentare
caratteristiche fisicochimiche che ne limitano in alcuni casi la
loro applicazione nei preparati cosmetici :
–
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–
–
scarsa solubilità in acqua
limitata stabilità
elevata volatilità
effetti collaterali associati con l'uso
• La nanotecnologia è un approccio innovativo che ha potenziali
applicazioni in campo medicinale e salutistico.
• I nanocarriers sono uno strumento molto attraente e sono in
grado di migliorare la stabilità chimica dei principi attivi in
presenza di aria, luce, umidità e temperature elevate, fattori
che possono portare alla rapida evaporazione e alla
degradazione dei principi attivi stessi.
Active agents delivery systems
• I nanocarriers assicurano la manipolazione facile e sicura dei
principi attivi; modificandoli dallo stato liquido a polveri
solide, determinano un mascheramento del sapore/odore e
riducono eventuali effetti collaterali, riducendo l’irritazione
locale mucosale, abbassando la dose terapeutica,
aumentando la sicurezza a lungo termine ed in genere la
biodisponibilità e l'efficacia terapeutica.
• I nanocarriers svolgono un ruolo essenziale per il rilascio
prolungato e controllato di principi attivi a livello locale e la
penetrazione dei tessuti profondi a causa delle dimensioni
nanometriche.
Active agents delivery systems
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•
•
•
Micro- e nano-particelle
Liposomi
Micro- e nano-emulsioni
Cubosomi
Etosomi
Active agents delivery systems
• Micro- e nano-particelle:
sistemi a matrice polimerica,
con diametro compreso nel
range del micron (10-6 m) e
dei nanometri (10-9 m),
impiegati per la veicolazione
dei principi attivi.
Active agents delivery systems
• Liposomi: vescicole
fosfolipidiche, con dimensioni
variabili fra i 25 nm e 1 µm di
diametro, normalmente
costituite da un doppio strato
o più di fosfolipidi. Sono
normalmente utilizzati per il
trasporto di principi attivi
idrofilici ed idrofobici.
Active agents delivery systems
• Micro- e nano-emulsioni:
sistemi liquidi dispersi che si
differenziano dalle
emulsioni poiché le
dimensioni delle particelle
coinvolte sono decisamente
più piccole, variabili
nell’intervallo 1 nm-1 μm e
0,1-100 nm. Dal punto di
vista termodinamico sono
molto stabili e si presentano
come una fase limpida.
Active agents delivery systems
• Cubosomi: nanoparticelle
costituite da una fase liquida
cristallina con simmetria
cristallografica cubica; da un
punto di vista reologico si
comportano come sistemi
solidi e si dimostrano ottimi
sistemi di veicolazione per una
grande varietà di ingredienti
attivi.
Active agents delivery systems
• Etosomi: vescicole deformabili costituite da
fosfolipidi di soia che racchiudono un
ambiente idroetanolico; rappresentano una
nuova tecnologia per il trasporto di principi
attivi attraverso gli strati più esterni della cute.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•Le proprietà cosmetiche di
molte piante sono note fin
dall’antichità.
•Alcune di esse erano
particolarmente ricercate e
considerate preziose poiché
spesso provenivano
dall’Oriente (India, Cina ecc.),
trasportate a dorso di
cammello lungo la cosiddetta
“via delle spezie”.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•Altre piante erano utilizzate per la
loro fragranza: le sostanze
profumate erano spesso disciolte
nell’olio di oliva per dare unguenti e
conservate in recipienti
dall’imboccatura stretta, i cosiddetti
“unguentari” o “aromatari”.
•Non essendo ancora diffuso il
processo di distillazione, il profumo
antico si connota per una base
costituita da grasso animale e/o olio
vegetale, da cui il nome unguentum.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•Un esempio famoso di pianta
aromatica è dato da Boswellia
serrata, la cui gommoresina
costituisce il famoso incenso.
Questa spezia pregiata,
proveniente dall’Africa orientale e
Penisola arabica, era utilizzata
nell’Egitto dei Faraoni in
cerimonie religiose e come
profumo delle case; tracce di
incenso sono state ritrovate
anche nella tomba di
Tutankamon.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•In Egitto l’unguento di semi di lino
(Linum usitatissimum) è stato pure
ritrovato nella citata tomba della
XVIII dinastia dei faraoni con
probabile funzione cosmetica. Erano
note le proprietà,
nell’imbalsamazione dei cadaveri,
della resina di lentisco (Pistacia
lentiscus), comune arbusto dell’area
mediterranea, e della mirra, ricavata
da specie del genere Commiphora
tra cui la più conosciuta Commiphora
myrrha, proveniente dallo Yemen e
dal Corno d’Africa, cui sono
riconosciute proprietà contrastanti la
putrefazione.
Llinum usitatissimum
Pistacia lentiscus
Commiphora myrrha
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•Una pianta utilizzata già al
tempo dei Romani è la lavanda, la
quale deve il suo nome al fatto
che durante quel periodo era
utilizzata per profumare l’acqua
dei bagni, mentre oggi permane il
suo uso come deodorante per la
biancheria.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•A Pyrgos, nell’isola di Cipro, è stata
forse rinvenuta la più antica fabbrica di
profumi (2000 a.C.) del Mediterraneo.
Infatti, nei contenitori ritrovati sono
state identificate tracce di piante
aromatiche quali rosmarino, origano,
alloro, mirto, mandorla amara,
camomilla, ecc. Tra i reperti si riportano
inoltre anche grandi vasi forniti di un
lungo becco laterale, la cui forma ricalca
e precorre perfettamente quella della
testa degli alambicchi utilizzati in Grecia
e nel mondo arabo per l’estrazione
degli oli profumati.
Origini delle pratiche cosmetiche e dei profumi
•L’uso degli oli essenziali in Italia, per
applicazioni mediche ma anche
cosmetiche, fu diffuso dalla famiglia
dei Medici (Firenze); in Inghilterra
della Regina Elisabetta I; mentre in
Germania e in Francia il rosmarino, la
lavanda, la canfora, la menta, la salvia
erano spesso usate per combattere le
epidemie. Molte specie adoperate
anticamente sono ancora oggi
utilizzate in odierni prodotti cosmetici.
La pelle
• La pelle o cute è il rivestimento più esterno del
corpo di un vertebrato.
• Nell’uomo è l’organo più esteso dell’apparato
tegumentario (S=2 m2) e protegge i tessuti
sottostanti (muscoli, ossa, organi interni).
• In corrispondenza degli orifizi, la cute si continua
con le mucose.
• Nell’uomo è più spessa nel maschio che nella
femmina (da 0,5 a 2 mm, fino a 4 mm nella nuca,
palmo delle mani e pianta dei piedi).
• Rappresenta lo strato più esterno dell’apparato
tegumentario appena sopra il tessuto
sottocutaneo o ipoderma, una regione di
connettivo fibrillare lasso ricco, in determinate
porzioni, di tessuto adiposo.
• L’epidermide presenta annessi cutanei (unghie,
peli, capelli, ghiandole sudoripare, ghiandole
sebacee) e terminazioni nervose.
La pelle
–
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–
–
–
FUNZIONI:
Protezione: barriera anatomica contro patogeni ed agenti nocivi;
prima linea di difesa contro le aggressioni esterne. Contiene le cellule
di Langerhans (presentano l’antigene) che fanno parte del sistema
immunitario.
Sensibilità: contiene numerose terminazioni nervose che rilevano le
variazioni termiche, le pressioni, vibrazioni e dolore.
Controllo dell’evaporazione: barriera asciutta e relativamente
impermeabile contro la perdita di liquidi, regolando anche
l’escrezione di elettroliti tramite la sudorazione.
Regolazione termica: possiede un afflusso ematico superiore alle sue
necessità metaboliche; ciò ne fa un mezzo ideale per la regolazione
della temperatura (attraverso vasodilatazione e vasocostrizione).
Riserva e sintesi: serve da deposito di lipidi e acqua e consente la
sintesi di alcune sostanze necessarie come la vitamina D3.
L’epidermide
• La pelle è formata da epidermide e derma.
• L’epidermide è lo strato epiteliale, non
vascolarizzato, della pelle.
• Il suo nutrimento dipende dalla diffusione di
metaboliti ed ossigeno dallo strato più
superficiale del derma.
• Con uno spessore che varia da 50 µm a 1,5 mm, è
costituita da diversi strati disposti dalla profondità
alla superficie che rispecchiano il ciclo vitale delle
cellule presenti, i cheratinociti.
• L’ultimo strato dell’epidermide è costituito da
cheratinociti morti (strato corneo) che formano la
cosiddetta cheratina, una proteina filamentosa
ricca di zolfo (contenuto nei residui amminoacidici
di cisteina) molto stabile e resistente.
L’epidermide
• L’epidermide è formata da 5 strati che corrispondono
alle stesse cellule (cheratinociti) in momenti diversi
del loro ciclo vitale (2-4 settimane):
– Strato basale, più profondo, composto da cellule staminali
cubiche o cilindriche.
– Strato spinoso, 5-10 file di cellule poliedriche che tendono ad
appiattirsi nello strato superiore e che si arricchiscono di
cheratina; presenta i melanociti che producono i melanosomi
(organelli ellissoidali che si riempiono di melanina) e le cellule
di Langerhans.
– Strato granuloso, 3-5 strati di cellule appiattite che formano
un confine netto con lo strato sottostante; rappresenta
l’ultimo strato di cellule vive.
– Strato lucido, 1-3 file di cellule traslucide ricche di eleidina,
una lipoproteina ricca di zolfo (responsabile del colore delle
labbra), glicogeno e lipidi; è uno strato molto sottile
difficilmente osservabile (tranne epidermide mani e piedi).
– Strato corneo, da pochi a molti strati (palmo della mano e
pianta del piede) di elementi cellulari morti, privi di nucleo,
molto appiattiti, completamente cheratinizzati e contenenti
una bassissima % di acqua.
Lo strato corneo
• Si distingue in uno strato corneo compatto, più profondo
dove le cellule sono ancora unite, ed uno strato corneo
disgiunto più superficiale dove comincia lo sfaldamento e la
formazione di lacune.
• Lo spazio intercellulare è occupato da lipidi come
idrossiceramide, con funzione idrorepellente, ostacolando
l’evaporazione ed aumentando l’impermeabilità.
• Le cellule (corneociti) contengono filamenti di cheratina
inclusi in una matrice derivata dalla trasformazione di
eleidina.
• Il materiale eleidinico cementante, il sebo e la
componente acquosa del sudore producono nell’insieme il
film idrolipidico cutaneo, un’emulsione protettiva
lievemente acida con funzione di battericida.
• Contiene un gran numero di composti a basso peso
molecolare (fattore naturale di idratazione, NMF), come
amminoacidi liberi, acido pirrolidoncarbossilico (PCA), ecc.
Il derma
• Il derma è l’ultimo strato della pelle, nonché
il più profondo.
• È costituito da tessuto connettivo lasso e
denso ed è formato da una parte papillare
(nutre e supporta l’epidermide) ed una
reticolare (barriera difensiva, riserva, sostegno,
sensoriale, termoregolazione).
• È fortemente vascolarizzato e presenta la via
di diffusione che i metaboliti e l’ossigeno
compiono dal sangue all’epidermide.
• È ricco di fibre di collagene ed elastiche e
conferisce elasticità e resistenza alla cute.
• Continua senza un netto distacco con
l’ipoderma.
Il derma
• Il derma è costituito da fibroblasti, mastociti e
macrofagi.
• Sono presenti cellule in transito provenienti
dal torrente ematico come leucociti e linfociti,
specialmente durante infiammazioni.
• La sostanza amorfa è composta da acqua,
elettroliti, glicoproteine e proteoglicani solforati
o meno che garantiscono viscosità e densità.
• L’acido ialuronico è il principale proteoglicano
non solforato (glicosaminoglicano), costituito da
una catena polisaccaridica non ramificata
prodotta dalla condensazione di migliaia di unità
disaccaridiche formate a loro volta da residui
di acido glucuronico e N-acetilglucosamina,
legati tra di loro, alternativamente, da legami
glicosidici β1→4 e β1→3.
Invecchiamento
• Man mano che la pelle invecchia, diventa
sempre più sottile e fragile, a causa del fatto
che la rigenerazione cellulare diventa più lenta
e passa dalle normali 3-4 settimane a 4-6
settimane.
• Le rughe sono una conseguenza della
diminuzione dell’elasticità e dello stato di
idratazione della pelle, che si accentuano con
l’invecchiamento.
• La mancanza di acido ialuronico determina
un indebolimento della pelle promuovendo la
formazione di rughe ed inestetismi. La sua
concentrazione nei tessuti del corpo tende a
diminuire con l'avanzare dell'età.
Pigmentazione
• Il colore della pelle dipende da molte variabili (spessore
strato corneo, stato di sanguificazione, presenza e
assorbimento di melanina, β-carotene ed emoglobina).
• Il colore varia non solo tra i gruppi etnici, ma anche da
individuo a individuo e varia anche nei diversi distretti corporei
di uno stesso individuo.
• Il colore della pelle dipende dalla melanina prodotta dai
melanociti nella parte basale dell’epidermide.
• La melanina deriva dal metabolismo dell’amminoacido
tirosina ed è un polimero di uno o due molecole di monomeri:
indolochinone e acido dicarbossilico del diidrossiindolo.
• Più è concentrata è la melanina e più conferirà una
colorazione scura della pelle. Questa colorazione viene
stimolata durante il periodo caldo, conferendone una maggiore
colorazione e proteggendo la pelle dall’invecchiamento.
• Una volta passata la stagione calda, la pelle abbronzata può
rimuoversi gradualmente o in modo adeso, formando le
pellicine.
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Funzionalità cosmetiche dei
derivati vegetali
Trattamento topico dell’acne.
Coadiuvanti anticellulitici.
Principi ad attività antinfiammatoria.
Sostanze ad azione antiossidante.
Tricocosmesi.
Conservanti naturali.
Sostanze ad attività astringente, deodorante, dermopurificante.
Sostanze ad azione estrogeno-simile.
Idratanti ed emollienti.
Protettivi UV naturali.
Protettivi, stimolanti e ristrutturanti cutanei.
Schiarenti cutanei.
I lipidi cosmetici.
Gli acidi grassi insaturi.
Acne
• Acne è la denominazione generica data a diverse
malattie della pelle di cui la più nota è l’acne vulgaris (o
acne giovanile) alla quale ci si riferisce quando si dice
semplicemente ‘acne’.
• Questo disturbo è caratterizzato da un’estrema varietà di
formazioni che popolano la pelle dei pazienti: foruncoli,
bolle, pustole, papule, punti neri, comedoni. Il tutto
provocato dalla deposizione di grasso sui follicoli sebacei.
Acne
Propionibacterium acnes
• L’acne è un disturbo del follicolo pilosebaceo della cute.
• Le ghiandole sebacee producono più sebo del normale; ciò conferisce alla pelle
un aspetto poco gradevole, lucido, untuoso. Come conseguenza si ha
proliferazione delle cellule cheratiniche e desquamazione dei corneociti che
rivestono il follicolo sebaceo con formazione di un tappo che ostruisce il foro di
uscita.
• Implica il rischio di insorgenza di alterazioni patogene che sfociano nella
formazione di lesioni non infiammatorie come i comedoni, o infiammatorie
come pustole, papule e noduli.
• Propionibacterium acnes è il batterio maggiore responsabile di questa
manifestazione infiammatoria.
Eziopatogenesi dell’acne
• Alterazioni di ordine endocrino (aumento
nella sintesi di ormoni androgeni).
• Fattori di natura dietetico-alimentare.
• Assunzione di certi tipi di farmaci.
• Stati di stress.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• L’estratto dei frutti di Serenoa
repens (saw palmetto), una
palma nana endemica del
sudest degli USA, contenente
fitosteroli (β-sitosterolo,
campesterolo), è in grado di
inibire l’attività dell’enzima 5-αreduttasi, coinvolto nel
metabolismo del testosterone e
nello sviluppo di una serie di
disturbi mediati da androgeni,
come la pelle grassa e l’acne.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Le catechine contenute
nell’estratto di tè verde (Camellia
sinensis) sono in grado di
modulare l’attività biologica di
androgeni e quindi ridurre lo
sviluppo di sebo.
• L’estratto della pianta contiene
anche tannini, per cui agisce
anche da astringente.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Gli isoflavoni della soia (Glycyne
soya) hanno funzione
seboregolatrice.
• Bardana (Arctium lappa) e
betulla (Betula pendula)
contengono tannini che
esplicano funzione astringente.
Betula pendula
Arctium lappa
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• L’estratto di corteccia di rami
giovani di salice (Salix alba)
contiene glucosidi salicilici che
per idrolisi formano alcol
salicilico e salicilati; l’alcol è poi
ossidato nel nostro corpo ad
acido salicilico che ha una forte
attività cheratolitica.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Anche gli α-idrossiacidi, in ragione della
loro funzione esfoliante, stimolano il
ricambio cellulare migliorando
condizioni di pelli con manifesta
cheratosi.
• Alcuni di questi acidi sono di derivazione
naturale: il glicolico dalla canna da
zucchero (Saccharum officinarum), il
malico ottenuto dalle mele (Pyrus
malus).
• Gli α-idrossiacidi sono presenti in una
grande quantità di prodotti, come le
creme per il viso, i trucchi, i prodotti
solari, gli shampoo e le maschere per
capelli.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Il tea tree oil, ottenuto dalle foglie di
melaleuca o tea tree (Melaleuca
alternifolia), una pianta vantante
un’antica tradizione quale antisettico e
Melaleuca alternifolia
antimicrobico, è un olio essenziale
contenente monoterpeni ossigenati quali
terpinen-4-olo, γ-terpinene e αterpineolo, che sono attivi verso colonie
responsabili della formazione dell’acne
come Propionibacterium acnes.
• Anche il tè verde (Camellia sinensis) è Salvia miltiorrhiza
efficace quale antimicrobico così come la
salvia cinese (Salvia miltiorrhiza) grazie ai
tanshinoni.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Anche la magnolia (Magnolia
grandiflora),
una pianta originaria del sudest degli USA, grazie a due
componenti, magnololo e
onokiolo, ha rivelato di
possedere significativa attività
antibatterica nei confronti di
un ampio spettro di
microrganismi tra cui
Propionibacterium acnes.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Un’alga bruna giapponese, Ecklonia
kurome, contiene fucoidani e
florotannini, antibatterici ad ampio
spettro, attivi verso
Propionibacterium acnes.
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
• Piante ad azione antinfiammatoria della
zona tissutale acneica sono: la viola del
pensiero (Viola tricolor), contenente
saponine, flavonoidi, mucillagini, glucosidi
salicilici (da cui si forma salicilato di
metile); la liquerizia (Glycyrrhiza glabra) coi
suoi glucosidi triterpenici (glicirrizina); e
ancora l’iperico (Hypericum perforatum)
contenente terpeni, tannini, flavonoidi; la
camomilla (Matricaria recutita)
antiirritante, dermopurificante in ragione
dei suoi flavonoidi (apigenina), azuleni e
bisabololo; l’aloe (Aloe barbadensis), una
vera farmacia naturale (polisaccaridi,
fitosteroli, antrachinoni ecc.)
Estratti vegetali nel trattamento
topico dell’acne
Viola tricolor
Hypericum perforatum
Glycyrrhiza glabra
Matricaria recutita
Aloe barbadensis
La cellulite
• In termini medici ‘cellulite’ =
infiammazione delle cellule (termine
improprio).
• Corretto termine: lipidistrofia ginoide.
• È una degenerazione del tessuto
dell’ipoderma, di natura
prevalentemente adiposa, che si trova
al di sotto del derma.
• È causata da ipertrofia da non corretta
microcircolazione nel tessuto adiposo
con alterazione delle funzioni
metaboliche, aumento del volume delle
cellule e conseguente non uniforme
ispessimento sottocutaneo locale,
ritenzione idrica, ristagno di liquido
negli spazi intercellulari.
Fattori predisponenti:
•Fattori ereditari
•Squilibri ormonali
•Stress emotivi
•Tensione nervosa
•Disturbi epatici e digestivi
•Alimentazione non equilibrata
•Costituzione fisica
•Stile di vita
•Postura sbagliata
•Abiti costrittivi
La cellulite
• Nella cellulite si ha infiltrazione nel connettivo di linfa, grasso, materiale
di rifiuto, siero, sali.
• Il tessuto, a seguito di ristagno di questi liquidi tossici, non riesce ad
eliminarli e diventa spugnoso, con noduli più o meno vistosi e aderenze
sclerotiche.
• Sul corpo la cellulite si manifesta maggiormente nelle zone dei fianchi,
cosce, addome e glutei (ossia le zone dove il tessuto sottocutaneo è più
spesso e spugnoso), la cui superficie assume il tipico aspetto noto come
‘buccia d’arancia’.
Cosmetici contro la cellulite
• I preparati cosmetici atti al trattamento
esterno della cellulite comprendono: creme,
geli, spray, fiale-urto, fanghi.
• A seconda dei principi attivi contenuti hanno
una funzione:
– drenante i liquidi,
– favorente la circolazione sanguigna,
– inibente l’accumulo di grasso.
• Molto spesso sono utilizzati in associazione tra
loro.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• L’estratto della quercia marina (Fucus
vesiculosus) è impiegato nella preparazione
di creme da massaggio, fanghi, maschere
per il viso e il corpo, preparati per il bagno.
• Come funzionalità ci si affida al contenuto
in iodio che stimola, tramite la tiroide, il
metabolismo cutaneo.
• Spesso in associazione con Laminaria
hyperborea e Gelidium cartilagineum
sfruttando il sinergismo dello iodio e
fitoestrogeni.
• Prevengono la formazione di nuovi
adipociti, favoriscono la circolazione, il
drenaggio e l’eliminazione di liquidi e
scorie.
Fucus vesiculosus
Laminaria hyperborea
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• All’edera (Hedera helix) si
ascrivono attività nel
trattamento esterno della
cellulite grazie al suo
contenuto in saponine
triterpeniche (ederina).
• L’attività vasocostrittrice della
droga favorirebbe il
riassorbimento di liquidi che
impregnano i tessuti.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• L’ippocastano (Aesculus
hippocastanum) possiede
attività coadiuvante
anticellulitica.
• La droga (semi) contiene una
saponina triterpenica
(escina) che regola la
permeabilità e la resistenza
capillare, tonificando le
pareti venose.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Dalle parti aeree della centella (Centella
asiatica) si ricavano saponine
triterpeniche: asiaticoside e
madecassicoside, e gli acidi triterpenici
liberi acido asiatico e madecassico.
• La centella presenta uno spiccato trofismo
nei confronti del connettivo perivascolare,
favorendo il mantenimento del tono e
dell’elasticità della parete vascolare venosa.
• Ripristina il normale equilibrio fra
circolazione capillare e venosa e trofismo
tissutale; riduce la stasi ematica e la
permeabilità endoteliale (antiedematosa);
migliorando gli stati di insufficienza venosa
e sindromi varicose.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Il rizoma del pungitopo o rusco (Ruscus
aculeatus) contiene una miscela di saponine
steroidiche, le ruscogenine, la cui struttura
chimica di base si presenta come quella dei
corticoidi, gli ormoni della corteccia surrenale.
• Le ruscogenine mostrano alcune analogie con
il cortisone: agiscono come antiflogistici e
vasocostrittori periferici e sono dotate di
comprovata azione nei confronti del tono e
della permeabilità vasale.
• Nella terapia della cellulite gli estratti di rusco
diminuiscono la fuoriuscita e il ristagno di
liquido interstiziale negli spazi tra gli adipociti,
che gonfia il tessuto provocando edema
sottocutaneo.
Principi attivi ad azione coadiuvante
anticellulitica
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Gli estratti di caffè (Coffea arabica) e
cacao (Theobroma cacao) contenenti
caffeina, un alcaloide xantinico, sono da
considerarsi mezzi idonei per combattere
la cellulite.
• La caffeina si ritrova anche nel tè
(Camellia sinensis), nelle foglie di matè
(Ilex paraguariensis), nelle noci di cola
(Cola nitida) e nei semi di guaranà
(Paullinia cupana).
• È una polvere bianca cristallina, inodore e
di sapore amaro, che sublima facilmente
ed è molto solubile in acqua bollente.
Coffea arabica
Theobroma cacao
Principi attivi ad azione coadiuvante
anticellulitica
• La caffeina stimola la lipolisi, cioè la distruzione del grasso, mediante
la degradazione dei trigliceridi a glicerolo e acidi grassi. Questo
avviene grazie all’attivazione dell’enzima trigliceride lipasi.
• La lipolisi è regolata in parte dal sistema nervoso attraverso un’azione
sui recettori β e α2 adrenergici presenti sulla superficie della cellula
adiposa.
• In particolare la caffeina stimola i recettori β-adrenergici. Pertanto
aumentare la concentrazione di agonisti β-adrenergici sulla superficie
della cellula adiposa è un sistema per promuovere la lipolisi e
diminuire il pannicolo adiposo.
• Gli acidi grassi liberi prodotti vengono poi eliminati dal sistema
linfatico.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• La rutina, un glucoside
flavonoide presente nel
grano saraceno (Fagopyrum
esculentum), e nella ruta
(Ruta graveolens); vanta
proprietà antiadipogeniche,
unitamente a proprietà
rinforzanti i capillari, che
possono apportare benefici
nel trattamento di pelli
cellulitiche.
Fagopyrum esculentum
Ruta graveolens
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Il ginkgo (Ginkgo biloba) contiene flavonoidi
(ginkgoflavonglucosidi) che posso esplicare effetto
vasocinetico, così come attività lipolitica.
• In particolare agiscono sulla pelle a livello
superficiale, intervenendo sulla permeabilità dei
capillari, attivando la circolazione periferica e lo
scambio tra sangue e tessuti.
• Impediscono la perossidazione lipidica, causa
principale dell’invecchiamento delle cellule
cutanee.
• Sono dotati di attività anti-ialuronidasi impedendo
la demolizione dell’acido ialuronico, componente
molto importante della matrice intercellulare del
tessuto connettivo in quanto dotato di potere
ritentivo di acqua.
Hyaluronic acid
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
•Strutture chimiche di alcuni ginkgoflavonglucosidi.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• L’olmaria o barba di capra (Filipendula
ulmaria), diffusa in Eurasia, esercita
un’azione drenante dei liquidi in eccesso
presenti nei tessuti interessati allo
sviluppo della cellulite.
• Le parti aeree e il rizoma contengono
circa il 3% di flavonoidi, in particolar
modo lo spireoside (quercetina-4’glucoside), assieme ad altri derivati
della quercetina e del canferolo.
• I flavonoidi modulano l’attività di enzimi
coinvolti nella regolazione dello scambio
di ioni Na, K, Cl, H e HCO3 a livello dei
tubuli renali producendo diuresi.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Le foglie di betulla (Betula pendula)
contengono fino al 3% di flavonoidi
(soprattutto iperoside, quercitrina,
miricetina galattoside).
• Per la sua funzione diuretica ed
antiedematosa, la betulla è indicata
nel trattamento della cellulite.
• Preparati a base di betulla
favoriscono l’eliminazione del
ristagno di acqua e delle scorie
migliorando lo stato del tessuto
sottocutaneo edematoso.
•
Principi attivi ad azione
coadiuvante
anticellulitica
L’incenso od olibano è l’essudato,
un’oleogommoresina, che fuoriesce dal tronco di
Boswellia serrata, un albero della Penisola Arabica.
• La frazione resinosa rappresenta circa il 55% della
droga ed è composta da una miscela di acidi
triterpenici pentaciclici, derivati dell’acido
boswellico.
• Gli acidi boswellici hanno attività antinfiammatoria,
perciò utili per migliorare il quadro generale che si
viene a determinare nel tessuto sottocutaneo, a
causa del ristagno di liquidi e scorie, caratterizzato
da iniziale intossicazione e conseguente
infiammazione locale.
• Preparati topici a base di estratti di boswellia sono
efficaci nel ridurre il gonfiore da infiammazione, con
ripristino della circolazione e sollievo dal dolore.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Gli acidi boswellici isolati dalla gommoresina di
Boswellia serrata, in particolare l’acido acetil-11-βboswellico, sono inibitori specifici, non competitivi col
substrato endogeno, della sintesi di leucotrieni, nella
via metabolica dell’acido arachidonico, attraverso
un’interazione diretta con l’enzima 5-lipossigenasi.
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• Il gambo dell’infruttescenza dell’ananas (Ananas sativus)
contiene bromelina, una miscela di almeno 8 componenti,
appartenenti al gruppo delle proteasi, cioè degli enzimi che
demoliscono le proteine.
• Sembra che rispetto ai FANS che inibiscono
la ciclossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandine, la
bromelina ‘dirotta’ tale sintesi, incrementando la
produzione di prostaglandine ad attività antinfiammatoria a
discapito di quelle ad attività pro-infiammatoria.
• I preparati a base di gambo di ananas, sono oggi largamente
impiegati nella terapia dei processi infiammatori, con
l’intento di migliorare la circolazione locale e ridurre
l’edema.
• Risultano infatti efficaci nel migliorare gli stati edematosi dei
tessuti molli, secondari ad insufficienza venosa cronica e
rallentato deflusso venoso (varici).
Principi attivi ad azione
coadiuvante anticellulitica
• I citroflavonoidi (esperidina, naringina) di
certi agrumi: limone (Citrus limon), arancio
(Citrus aurantium), pompelmo (Citrus
grandis), così come i bioflavonoidi (glucosidi
della miricetina, quercetina, canferolo,
isoramnetina) dell’uva (Vitis vinifera)
possiedono la capacità di rinforzare i
capillari e di regolare la loro permeabilità.
Citrus grandis
Vitis vinifera
Altri piante ad azione coadiuvante
anticellulitica
• Altre piante come tarassaco (Tarassacum officinalis),
equiseto (Equisetum arvensis), gramigna (Agropyrum
repens) sono dotate di azione di fondo drenante,
diuretica, depurativa o, ancora, mirtillo (Vaccinium
myrtillus) cappero (Capparis spinosa), potentilla
(Potentilla reptans) riattivanti della microcircolazione.
• Queste e altre piante ancora, pur non avendo una vera e
propria azione diretta specifica su un inestetismo
patologico quale la cellulite, possono essere utilizzate in
idonee associazioni tra loro o con farmaci e così inserirsi
nel novero dei coadiuvanti nel trattamento generale di
questa patologia.
Altri piante ad azione coadiuvante
anticellulitica
Taraxacum officinalis
Vaccinium myrtillus
Equisetum arvensis
Capparis spinosa
Agropyron repens
Potentilla reptans
Infiammazione
• Il processo infiammatorio si verifica sui tessuti dell’organismo in
risposta a una lesione, che può essere una scottatura solare, una
ferita, una puntura d’insetto, un’irritazione da sostanza chimica.
• Sono quattro le sindromi del processo infiammatorio: calore,
rossore, gonfiore e dolore (bruciore).
• Il calore e il rossore derivano dalla dilatazione dei piccoli vasi
sanguigni (capillari) nell’area colpita e dall’aumento localizzato
d’irrorazione sanguigna.
• Il gonfiore avviene a causa del trasudamento di liquido ricco in
proteine (essudato) che si trasferisce dal plasma sanguigno al sito
danneggiato dei tessuti.
• Il dolore o bruciore è una conseguenza della tensione cui è
sottoposto il tessuto nell’area infiammata così come dello
sviluppo di sostanze chimiche.
Infiammazione
• La serie di eventi che danno corso allo
stato infiammatorio è controllata da alcuni
mediatori chimici e dai leucociti (globuli
bianchi).
• Alla base del processo c’è la reazione nota
come ‘cascata arachidonica’: i metaboliti
dell’acido arachidonico, gli eicosanoidi per
azione di due enzimi, la ciclossigenasi e la
lipossigenasi, producono nuove sostanze,
le prostaglandine e i leucotrieni, alcuni dei
quali dotati di una vivace attività
infiammatoria.
• Pertanto viene definito antinfiammatorio
una sostanza in grado di prevenire o
quantomeno ridurre la reazione
infiammatoria tissutale intervenendo sul
decorso del processo.
Infiammazione
• I prodotti dermatologici che agiscono sulla cascata
dell’acido arachidonico si distinguono in 2 categorie:
– Antinfiammatori steroidei, che prevengono la
formazione di molecole libere di acido arachidonico
attraverso l’inibizione della fosfolipasi-A2, l’enzima
responsabile del rilascio di quest’acido dalle
membrane cellulari offese.
– Antinfiammatori non steroidei (FANS), che
agiscono invece quali inibitori dell’enzima
ciclossigenasi che catalizza la conversione
dell’acido arachidonico a prostaglandine, alcune
delle quali ritenute mediatori dell’infiammazione.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
Althaea officinalis
Malva sylvestris
Calendula officinalis
Linum usitatissimum
Plantago psyllium
• Le mucillagini sono dei polisaccaridi complessi (cioè costituiti da
galattosio, ramnosio, acido galatturonico, acido glucuronico, ecc.) che,
posti in acqua formano soluzioni colloidali, viscose ma non adesive.
• Una volta purificate, si presentano come una massa bianca amorfa.
• Sono in grado di esplicare un’azione calmante su ogni forma
infiammatoria, sia di tessuti interni che sulla cute.
• Lo strato protettivo viscoso di mucillagine che si deposita sulla zona lesa
attenua le irritazioni di qualsiasi natura (meccanica, chimica, termica,
ecc.).
• Tra le piante più ricche in mucillagini: altea (Althaea officinalis), malva
(Malva sylvestris), calendula (Calendula officinalis), lino (Linum
usitatissimum), piantaggine (Plantago psyllium).
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• Le saponine sono glucosidi costituiti da una parte
agliconica lipofila e una zuccherina idrofila: questa
struttura consente alla saponina di abbassare la
tensione superficiale delle soluzioni acquose
generando schiuma.
• Esistono sotto due forme: steroidee e triterpeniche.
• Svolgono una specifica attività biologica a livello del
microcircolo e del tessuto connettivo dermico.
• Ricordiamo tra di esse l’escina, la saponina
dell’ippocastano (Aesculus hippocastanum) che
agisce sui piccoli vasi, aumenta la resistenza
capillare, funziona da vasoprotettrice,
vasocostrittrice e antinfiammatoria.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• I tannini, composti polifenolici complessi, presentano marcata
azione astringente, agendo sulle proteine della cute. Nelle piante si
ritrovano in particolare nella corteccia e nelle radici.
• L’effetto astringente è una conseguenza della reazione del tannino
sulle proteine dell’epidermide. Tale reazione causa una contrazione
della struttura colloidale dell’epidermide e delle mucose (es. nella
bocca).
• Il risultato è la formazione di una membrana protettiva che porta a
una diminuzione della sensibilità e irritazione del tessuto, a un
aumento della capacità meccanica di resistenza della pelle e delle
membrane mucose, a una regolarizzazione del flusso sanguigno nei
vasi periferici (capillari) e a al riassorbimento.
• L’azione astringente riconduce a un effetto anestetizzante e
antimicrobico che risulta di notevole interesse in prodotti doposole,
così come preparati delicati per il trattamento topico dell’acne.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
Agrimonia eupatoria
Melissa officinalis
Alchemilla vulgaris
Areca catechu
Betula pendula
Ruscus aculeatus
Arctostaphylos uva-ursi
• I tannini sono componenti la droga di agrimonia (Agrimonia
eupatoria), alchemilla (Alchemilla vulgaris), noce di betel (Areca
catechu), rusco (Ruscus aculeatus), uva ursina (Arctostaphylos uvaursi), melissa (Melissa officinalis), betulla (Betula pendula), ecc.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• Gli acidi triterpenici (glicirretico, madecassico,
oleanolico, ursolico, asiatico, boswellico, ecc.) sono
in grado di svolgere azione lenitiva, rinfrescante,
anti-irritante su pelli sensibili e arrossate.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
Glycyrrhiza glabra
Centella asiatica
Vitis vinifera
Olea europea
Boswellia serrata
• Gli acidi triterpenici sono presenti in numerose piante tra cui
liquerizia (Glycyrrhiza glabra), centella (Centella asiatica), olivo
(Olea europea), uva (Vitis vinifera), olibano (Boswellia serrata).
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• Gli acidi fenolici sono derivati polifenolici di
natura acida contenuti nella droga di molte piante
(caffeico, ferulico, clorogenico, vanillico, ecc.).
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• Gli acidi fenolici sono in grado di inibire la xantinaossidasi, responsabile della formazione dell’anione
superossido e quindi della perossidazione lipidica, così
come è stata provata la loro azione bloccante il radicale
NO• (un potente vasodilatatore).
• Utili nel contrastare gli effetti indotti da radicali liberi
nei processi degenerativi della pelle, specie dopo
esposizione a radiazioni UV, esplicano effetto antiirritante e inibente lo stress cutaneo indotto da
fotoesposizione.
• In particolare, l’acido caffeico, si è visto che è in grado
di bloccare la sintesi dei leucotrieni, mediatori di
reazioni allergiche.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• I flavonoidi, sono una vastissima
famiglia di sostanze di natura
polifenolica, dotate di forte
capacità anti-ossidante.
• In genere si ritrovano nella droga
sotto forma di glucosidi, cioè
legati a una frazione zuccherina;
per idrolisi si scindono e si libera
la parte biologicamente attiva
(aglicone).
Principi attivi ad azione antinfiammatoria
Catechine
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• L’azione antiossidante riveste grande interesse ai fini
del buon stato di mantenimento della cute, specie in
presenza di cute irritata e offesa.
• In particolare i flavonoidi funzionano da inibitori di
enzimi coinvolti nell’attivazione di reazioni che
portano al formarsi di fattori pro-infiammatori, ad
esempio, nel caso della sintesi prostaglandinica.
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• I lignani sono derivati fenilpropanici,
metaboliti secondari molto diffusi nel
regno vegetale (con la loro azione
antimicrobica e antivirale sono
direttamente coinvolti nei meccanismi
di difesa naturale delle piante da
stress biologici).
• Presentano un’energica attività
inibente lo sviluppo di colonie
batteriche che possono indurre stati
infiammatori (sono attivi ad esempio
su Propionibacterium acnes).
Principi attivi ad azione
antinfiammatoria
• L’azione congiunta di flavonoidi, tannini,
mucillagini, ecc. spesso per natura associati
nelle droghe vegetali, concorre
indubbiamente a realizzare cosmetici adatti
alla protezione di pelle irritata, ad esempio
arrossata da radiazioni solari.
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• Il tiglio (Tilia tomentosa), la senna
(Cassia senna) e l’olmo (Ulmus
japonica) contengono mucillagini,
una complessa miscela di
galattosio, mannosio, arabinosio
efficaci ai fini dell’inibizione di
mediatori infiammatori quali
prostaglandina-2 e interleuchina-6
e 8.
Tilia tomentosa
Cassia senna
Ulmus japonica
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• La nigella (Nigella sativa), detta
comunemente ’sesamo nero’, è
una pianta annuale originaria del sud-ovest
asiatico, contiene nei semi ingredienti attivi
a marcata funzione antinfiammatoria, tra
cui timochinone, che inibisce la formazione
di mediatori proinfiammatori inibendo le
ciclossigenasi.
• Stessa funzione è riconosciuta alla
magnolia (Magnolia grandiflora),
contenente nella corteccia magnololo e
onokiolo; questi due ingredienti esplicano
inoltre una marcata attività antimicrobica.
• La funzione delle 2 droghe è sinergizzata
dal loro uso in associazione.
Nigella sativa
Magnolia grandiflora
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• L’alga bruna Ascophyllum nodosum,
contenente fucoidani (polisaccaridi
solforati) agisce quale inibente lo
sviluppo di mediatori infiammatori
cutanei.
• Anche Ecklonia kurome, tipica dei
mari giapponesi, contenente
florotannini, agisce neutralizzando il
danno causato da ROS e blocca
l’attività della lipossigenasi inibendo
la formazione di mediatori
infiammatori.
Ascopyllum nodosum
Ecklonia kurome
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• La camomilla (Matricaria
recutita) è una droga tipica, sia
come estratti, sia come olio
essenziale, con funzione
calmante, antinfiammatoria
dovuta all’azione del bisabololo
(inibente la 5-lipossigenasi e la
ciclossigenasi), dei camazuleni,
di flavonoidi e mucillagini.
Olio essenziale di
camomilla
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• La menta (Mentha x piperita) è
utilizzata in preparati cosmetici
atti a ridurre irritazioni cutanee
grazie ai suoi composti
terpenici (mentolo) e
polifenoli, che inibiscono
l’espressione di mediatori
infiammatori quali
interleuchina-1.
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• Identico comportamento
inibente la cascata arachidonica
che conduce al rilascio di
prostaglandine irritanti da parte
dell’estratto di avena (Avena
sativa), contenente steroli,
antranilammidi e vari derivati
flavonici.
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• Da non dimenticare le piante che
contengono resveratrolo, un
derivato stilbenico dotato di marcata
attività antiossidante e in grado di
inibire gli enzimi coinvolti nel
metabolismo dell’acido arachidonico
(es. ciclossigenasi) e quindi di
bloccare lo sviluppo di mediatori di
infiammazione.
• È contenuto nell’uva (Vitis vinifera),
nell’arachide (Arachis hypogea),
nelle radici di Polygonum
cuspidatum, quest’ultima nota come
‘bistorta giapponese’.
Vitis vinifera
Arachis hypogea
Polygonum cuspidatum
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• L’uso di cordia (Cordia verbenacea),
una pianta brasiliana, in preparati
cosmetici quale agente
antinfiammatorio sarebbe
convalidato dal fatto che, il suo olio
essenziale contenente sesquiterpeni
(β-humulene e trans-caryophyllene)
è in grado di ridurre edema e stati
infiammatori indotti, così come
l’attività della mieloperossidasi,
un’emoproteina a marcata attività
proinfiammatoria.
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• Lonicera japonica, da noi nota
come caprifoglio giapponese, una
graziosa pianta ornamentale
rampicante, fornisce estratti a
marcata attività antinfiammatoria.
• L’ingrediente più attivo della droga
è un biflavonoide (ochnaflavone)
che è in grado di bloccare l’attività
della ciclossigenasi-2, enzima ben
noto che sintetizza lipidi mediatori
di infiammazione, le
prostaglandine.
Piante contenenti principi attivi
antinfiammatori
• La funzione antinfiammatoria del
gel di aloe (Aloe barbadensis) è
facilmente spiegabile col fatto che
inibisce la produzione di mediatori
fisiologici dell’infiammazione quali
prostaglandine e leucotrieni grazie
all’attività, nel primo caso di enzimi
(come carbossipeptidasi) e nel
secondo da parte di glicoproteine
presenti nel succo (come aloctina).