8 [ PRIMO PIANO ] Terra e Vita n. 38/2014 27 settembre 2014 [ IL CONTROEMBARGO ] L’occasione per spingere gli investitori locali a investire sull’autonomia alimentare Russia, stop ai cibi europei Porte spalancate alle tecnologie [ DI PAOLO BATTISTEL ] CERES S.r.l. – Società di Consulenza in Agricoltura Decisivo, ancora, il Generale Inverno A distanza di poche set timane dall’avvio del controembargo russo verso l’agroalimentare euro peo, due punti sembrano già assai chiari: il danno per noi è e sarà enorme, molto di più di quello stimato finora; inoltre, a meno che l’embargo non cessi prima di dicembre, niente sarà più come prima. Il recente World food Mo scow (WFM), la più importan te fiera dell’agroalimentare russo, che si tiene ogni anno a metà settembre, è stata domi [ Alcuni operatori italiani si sono presentati a Mosca in un padiglione comune accompagnati dall’ITAICE. [ L’Argentina è uno dei paesi che potrebbero approfittare dell’embargo, ma in agricoltura non sempre volontà e possibilità coincidono. Pare che in questa stagione la produzione argentina di mele (il frutto più richiesto in Russia) coprirà a stento la domanda interna. nata quest’anno proprio dalle conseguenze di queste sanzio ni, un osservatorio privilegia to per capire che aria tira, non solo tra gli operatori europei, il cui forte scontento è già am piamente noto, ma anche tra i loro partner russi. L’unica de [ PRIMO PIANO ] n. 38/2014 27 settembre 2014 [ SOSTEGNI UE Solo una goccia nel mare Terra e Vita 9 U n gruppo di operatori olandesi e belgi preconizzava conseguenze catastro fiche per il mercato europeo nel 2015 in assenza di soluzioni alternative. A tutti le misure di sostegno varate recentemente dall’Ue sono apparse niente più che una goccia nel mare dei danni enormi che si produrranno, con conse guenze permanenti e a lungo termine. Nella foto a ds il cartello di protesta di un operatore belga verso l’embargo americano ed europeo contro la Russia, cui è seguito il controembargo alimentare: «Questa scatola è vuota grazie all’ipo crisia degli Usa e alla stupidità dell’Europa». fezione totale, infatti, è stata quella degli Stati Uniti, mentre tutti gli altri operatori erano presenti, con pochissime ecce zioni, per capire e per cercare di preservare i buoni rapporti con i partner russi. [ MISURE ASIMMETRICHE Le misure occidentali e russe non solo sono assai diverse quanto a settori colpiti (so prattutto quello finanziario ed energetico le nostre, quello agroalimentare le russe), ma anche per l’effetto che hanno ottenuto sulle opinioni pub bliche dei due fronti. Moltissi mi operatori europei presenti hanno manifestato tutto il lo ro dissenso verso quelle occi dentali, perché hanno provo cato il controembargo russo, mentre molti Russi o preferi vano non pronunciarsi, ma si capiva che erano d’accordo, o approvavano incondizionata mente l’operato del proprio Governo. Anche molti commentatori politici hanno l’impressione che, se le sanzioni occidentali avevano lo scopo di mettere in difficoltà il governo russo sul fronte interno, di fatto hanno ottenuto l’effetto esattamente contrario, suscitando anche un forte sentimento nazionali sta, quale non si manifestava così apertamente da anni. Su un punto importante so [ IL BLOCCO Primi tentativi di “bypass” C he l’embargo agroalimentare, proclamato al momento per un anno, non fosse un fatto né leggero, né passeggero, gli importatori russi lo avevano capito subito. Fin dai primi giorni di attuazione, infatti, molti di loro hanno ricevuto dalle autorità moduli da compilare con l’elenco dei loro fornitori attuali di prodotti agricoli, divisi per Paese di provenienza e volumi. Lo scopo è quello di prevenire (o intimidire?) il probabile tentativo di molti di bypassare il blocco attraverso Paesi confinanti o fuori embargo. In effetti al WFM si è osservato un forte via vai agli stand di questi Paesi, quali Bielorussia, Serbia, Moldavia, Turchia, Azerbaijan, Kazakhstan, etc. Visite ovvie da parte di operatori europei, in cerca di “canali alternativi”, ma anche, meno ovvie, da parte degli stessi importatori russi, soprattutto di quelli che devono rifornire il settore del catering e non sanno ancora come sostituire alcuni prodotti. A voler essere più precisi, le visite più frequenti agli stand europei sono state quelle di società di logistica o intermediazione russe, o di “Paesi amici”. Offrivano ovviamente la possibilità di spedire prodotti alla rinfusa o in imballaggi rigorosamente anonimi, per essere poi riconfezionati in funzione antiembargo. Molti i “rumors” al WFM a questo proposito, ad esempio di alcuni prodotti greci che già transitereb bero via Macedonia, o spagnoli via Marocco, o po lacchi via Turchia, etc. A indagare meglio, la mag gior parte sono apparsi tentativi ancora timidi e limitati, attuati soprattutto per saggiare il terreno, in [ La piccola Moldavia otterrà benefici quanto l’attenzione delle autorità nel controllare i dall’embargo. Molti operatori europei al WFM tentativi di bypass è e sarà notevole. Potrebbe dichiaravano di voler approfondire le relazioni quindi essere alto il rischio di finire in modo irrever commerciali con questo Paese, una possibile sibile in qualche futura “lista nera”, oltre che di base logistica verso la Russia. pagare subito forti penali. nP.B. no apparsi assai concordi russi ed europei presenti: solo a di cembre si potrà capire vera mente se l’embargo prosegui rà in modo molto rigoroso o no e per quanto tempo. Al momento, infatti, la di stribuzione russa può contare ancora su un buon approvvi gionamento da parte dei pro duttori locali o di Paesi confi nanti e amici, anche se di qua lità inferiore a quella europea. Per ora le carenze più signifi cative nei negozi sembrano ri guardare i prodotti più deperi bili, che quindi non possono affrontare lunghi “viaggi di aggiramento”, quali ad esem pio quelli da foglia, in partico lare le insalate di IV gamma. A decretare il destino del l’embargo, pertanto, come è già successo in passato per molti eventi storici che hanno riguardato questo Paese, sarà il famoso inverno russo, il “Generale Inverno”. Il vero freddo arriva ai primi di di cembre e azzera ovviamente 10 [ PRIMO PIANO ] Terra e Vita n. 38/2014 27 settembre 2014 [ NEI SUPERMERCATI RUSSI 1 tutte le produzioni di pieno campo; si salvano solo quelle in serre riscaldate, ma il setto re è al momento assai carente: le statistiche parlano di circa 2.000 ha protetti, per una po polazione di quasi 150 milioni, quindi assolutamente insuffi cienti. Anche i Paesi dell’Est e le exrepubbliche sovietiche con finanti da dicembre ad aprile non possono aiutare molto la Russia, mentre andranno alle stelle sicuramente le quotazio [ INVESTIMENTI Putin: il business è in agricoltura 2 3 [ 1. Supermercato russo a metà settembre: scaffali non vuoti, ma con un aumento di alcuni prezzi del 515%, oltre a uno scadimento generale della qualità a causa della sostituzione di prodotti europei con analoghi di Paesi satelliti della Russia. [ 2. Le mele Pink Lady in un negozio russo ora provengono solo da Paesi fuori embargo, in questo caso dal Cile. [ 3. Peperoni di produzione locale di assai scarsa qualità hanno sostituito la classica fornitura olandese e spagnola di alto livello. ni di Turchia, Nord Africa, so prattutto Egitto e Marocco, Sud Africa e Sud America. La conclusione di tutti gli L’ operatori russi ed europei è pertanto la stessa: se a dicem bre l’embargo russo sarà anco ra in corso e se le autorità riu agroalimentare russo è da tempo deficitario, tanto che la Russia ha rappresentato finora ben l’8% dell’import mondiale di frutta fresca. Da tempo le autorità russe spingono verso una maggiore autonomia alimenta re, ma sono state finora poco ascoltate dai propri investitori, nonostante lo stesso presidente Putin abbia più volte sostenuto pubblicamente che il settore agricolo sarà quello con le maggiori potenzialità di business nel prossimo de cennio nella Federazione Russa. Embargo e controembargo stanno quindi dando una grossa mano a questa “opera di persuasione”, sostenuta ora an che con leggi e incentivi economici speci fici e veramente notevoli. Recentemente il primo ministro Me dvedev, infatti, ha annunciato sussidi al settore agricolo per alcune decine di mi liardi di dollari in vari anni, cominciando con 5,4 miliardi di dollari per quest’anno, somma 20 volte superiore ai fondi messi a disposizione dall’Ue per compensare i pro [ Vladimir Putin. pri agricoltori. Basterebbero queste sem sciranno a farlo rispettare in modo rigoroso, o gli importa tori e consumatori russi riusci ranno a trovare valide alterna tive ai prodotti europei, o do vranno chiudere un occhio su molti “canali alternativi”, ov viamente per non perdere la faccia. Se però la Russia continue rà l’embargo e saprà soprav vivere decentemente alle ov vie carenze fino a primavera, allora il dramma si ritorcerà pesantemente sul campo eu plici cifre per capire che i russi non scherzano. Il tenore di vita della popolazione, nonostante una forte perdita di valore del rublo, a seguito delle sanzioni occidentali (in meno di 2 mesi il cambio con l’euro è passato da 40 a 50), continua a migliorare e così la tendenza a consumare più ortaggi e frutta e di migliore qualità. L’inflazione ufficiale viaggia sull’8%, mentre quella percepita sul doppio, ma ciò non sembra avere conseguen ze pesanti sui consumatori. Il frutto più consumato e importato è in assoluto la mela, per cui le autorità russe, ad esempio, stanno stimolando in vari modi grandi investimenti in questo settore nelle regioni meridionali. Nuovi e moderni meleti, alcuni anche di grande estensione (150300 ha) stanno sorgendo sia nell’area di Krashnodar, che nella valle del Volga e nelle repubbliche caucasiche. Alcuni inve stitori hanno già avviato anche un’efficiente attività vivaistica locale e costruito unità produttive per realizzare in loco tutti i materiali necessari all’impianto dei frutteti (pali in cemento, cavi d’acciaio, impianti d’irrigazione, etc.). Grande impulso stanno avendo anche le colture protette. Il clima russo è assai rigido d’inverno: anche nelle regioni meridio nali la temperatura può scendere fino a 20 °C, quindi è evidente che l’orientamento è quello di realizzare soprattutto serre riscal date altamente tecnologiche. L’orticoltura protetta russa ha accu mulato un gap enorme fino ad oggi, che va quindi recuperato [ PRIMO PIANO ] n. 38/2014 27 settembre 2014 4 5 Terra e Vita 6 ropeo e niente sarà più come prima. [ 4. Melanzane impresentabili, ma care, provenienti da repubbliche exsovietiche. [ CATASTROFE EUROPEA [ 5. Prodotti da foglia e in particolare insalate di IV gamma sono i prodotti di cui si è avvertita di più la mancanza nei negozi russi. La rucola israeliana dopo l’embargo ha sostituito l’italiana. Al WFM erano presenti molti operatori europei che negli ul timi anni hanno investito fino a decine di milioni di euro per entrare nel mercato russo: uni tà produttive e linee di confe zionamento espressamente dedicate a questo mercato enorme e promettente, fiere e missioni commerciali, uffici di rappresentanza a Mosca, etc. 11 propri bilanci e delle prospet tive economicofinanziarie nel breve e medio termine, a se guito delle sanzioni. Lo scopo è ovviamente poter decidere chi salvare e chi no. [ UN BOOMERANG [ 6. Il Kiwi sudamericano ha rimpiazzato quello italiano: il differenziale qualitativo è molto evidente. Tutti investimenti che oggi le sanzioni hanno azzerato. Il danno subìto dall’Euro pa, pertanto, è e sarà altissimo, velocemente: dei 2000 ha di serre già citati, quasi metà sono vecchi di almeno 30 anni e in cattivo stato di manu tenzione, quindi urge rinnovare. La presa di co scienza della forte di pendenza dall’estero e le recenti tensioni politiche spingono la produzione locale come il vento: stanno rapidamente sorgendo in tutta la Federa zione blocchi di serre da 5 a 50 ha, con strutture in vetro o doppio film di elevata cubatura unitaria, tutte dotate di impianto di riscaldamento a gas e distribuzione ad acqua calda. Al 90% si tratta di colture fuori suolo, con controllo computerizzato di clima e nutrizione e con difesa fitosanitaria integrata. Tutte queste nuove strutture agricole, cui vanno aggiunti anche nuovi e modernissimi centri logistici, di stoccaggio e confezionamento, vengono realizzati con l’apporto quasi esclusivo di tecnologia europea. Nei prossimi 1015 anni il futuro della serricoltura professionale mon diale sarà sicuramente in Russia, sempre più indipendente grazie alla tecnologia europea. nP.B. molto più alto di quello stima to ora dalle nostre autorità co munitarie. Un operatore belga ha espresso bene il concetto: «il danno per la mia azienda non sarà solo il camion di or taggi che oggi torna indietro, ma ogni ca mion che torna ne di struggerà altri 10!». La legge della do manda e dell’offerta ha già cominciato a colpire i produttori europei. Le quote che non vanno più in Russia, infatti, si riversano su un mercato già saturo e sotto pres sione e serve a poco ap pellarsi alla “compassione” della grande distribuzione: i prezzi alla produzione finiran no inevitabilmente per crolla re e per portare alla bancarotta moltissimi coltivatori. In Olanda, ad esempio, l’al larme delle banche è già scat tato al massimo livello con tempismo da record: a molte aziende è già stata chiesta un’urgente rimodulazione dei Se i visitatori europei si sono portati a casa una “morale” dalla fiera di Mosca, questa si può così riassumere: le controsanzioni russe stanno creando più danni di quelle occidentali; il danno diretto (prodotti bloccati) è niente in confronto agli investimenti profusi per entrare e consolidarsi nel mer cato russo e oggi azzerati; se l’obiettivo delle nostre sanzioni era di mettere in diffi coltà il governo russo sul pia no interno, a oggi si è ottenuto esattamente l’effetto contra rio; all’opposto agricoltori ed esportatori europei sono mol to critici verso le proprie auto rità comunitarie; in negozi e supermercati non si vedono al momento se gni evidenti di gravi carenze, tranne forse alcuni prodotti di qualità più scarsa e prezzi su periori del 515%; se entro dicembre non si troverà una soluzione all’em bargo russo, i danni all’agri coltura europea si moltipliche ranno per 10 e potrebbero di ventare irreversibili. n
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