Nella regione Svaneti Lasciata la pianura occidentale della Georgia che digrada verso il Mar Nero, ci si dirige a nord-est inoltrandosi in una vallata che sale fin sotto le cime del Grande Caucaso. Per raggiungere Mestia, il capoluogo, si percorrono cento chilometri di una stretta valle assai dirupata con versanti composti per lo più da rocce instabili. La strada è buona ma la franosità eccessiva rende necessaria una quotidiana rimozione di pietre dal manto stradale. Smottamenti, frane, caduta massi, cedimento del fondo della carreggiata sono all'ordine del giorno e prontamente rimediate dagli addetti alla manutenzione. Le pendici sono fittamente coperte di boschi, oltre i quali spuntano le alte vette innevate del Caucaso. Ci si aspetterebbe alla fine della vallata, qualche sperduto villaggio di montanari e ci si trova invece su di una specie di altopiano cui convergono valli laterali che, a questo punto, si aprono e mostrano i loro verdi pendii coperti di pascoli su cui vagano cospicue mandrie di mucche. Ma la cosa più sensazionale dell'ambiente è la sua antica storia di cultura. Un museo, magnificamente sistemato qualche anno fa, mostra i tesori della tradizione locale. Ci si imbatte in una doviziosa collezione di icone, di croci argentate e dorate di alto livello artistico, di antichi codici e oggettistica di raffinata fabbricaNelle foto: - a sinistra: Immagini di Tbilisi. - in questa pagina: Centro di Mestia e tesori del museo locale. luglio - agosto 2014 15 Servizio speciale zione. Insomma in questa regione, persa tra le pendici del Caucaso e raggiungibile dalla sola via che abbiamo percorso noi stessi, ci sono le testimonianze di un'antichissima e raffinata cultura. Occorre dire che l'isolamento naturale ha favorito la conservazione dei reperti antichi, Anzi, in queste alte valli, praticamente inaccessibili nell'antichità, venivano portati i tesori di altre regioni perché non venissero depredati durante le diverse invasioni di cui ha sofferto nei secoli il territorio georgiano. Ma la vallata dello Svaneti offre al visitatore un'altra caratteristica unica: le abitazioni a torre che hanno convinto l'Unesco a decretare la zona patrimonio dell'umanità. Si tratta di edifici costruiti come una torre di almeno sette piani, ciascuno dei quali della superficie di non più di una decina di metri quadri. In essa si rifugiavano gli abitanti per difendersi dalle aggressioni. I piani servivano per accumularvi le provviste. Il piano più basso era dotato di una scala esterna che poteva essere ritirata dall'alto in caso di attacco. Sulla cima della torre ci sono feritoie su tutti i lati, costruite in modo da consentire la visione anche della base stessa della torre. I maligni insinuano che gli abitanti non si difendevano solo da lupi e invasioni di stranieri, ma anche dalle frequenti aggressioni dei vicini di casa, particolarmente litigiosi, come gli stessi affermano. Tutto attorno agli antichi villaggi dello Svaneti, dove ancor oggi abitano migliaia di persone, troneggiano le alte cime del Caucaso, 16 luglio - agosto 2014 barriera naturale verso la Russia, lontana pochi chilometri in linea d'aria. Nei tempi antichi, quando la strada carrozzabile non esisteva, la zona era raggiungibile solo a cavallo, superando passi montani accessibili certamente solo d'estate. La regione merita di essere conosciuta. Gli ultimi governi si stanno muovendo per promuoverne il turismo. Credo valga la pena, soprattutto d'estate, avventurarsi per queste valli e lasciarsi affascinare da quello che Dio e gli uomini vi hanno prodotto. Nelle foto: - Torri di Mestia e tesori del museo locale.
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