Nella regione Svaneti

Nella regione Svaneti
Lasciata la pianura occidentale della Georgia che digrada
verso il Mar Nero, ci si dirige a nord-est inoltrandosi in una
vallata che sale fin sotto le cime del Grande Caucaso. Per
raggiungere Mestia, il capoluogo, si percorrono cento chilometri di una stretta valle assai dirupata con versanti composti per lo più da rocce instabili. La strada è buona ma la
franosità eccessiva rende necessaria una quotidiana rimozione di pietre dal manto stradale. Smottamenti, frane, caduta
massi, cedimento del fondo della carreggiata sono all'ordine
del giorno e prontamente rimediate dagli addetti alla manutenzione. Le pendici sono fittamente coperte di boschi, oltre
i quali spuntano le alte vette innevate del Caucaso.
Ci si aspetterebbe alla fine della vallata, qualche sperduto villaggio di montanari e ci si trova invece su di una specie di
altopiano cui convergono valli laterali che, a questo punto,
si aprono e mostrano i loro verdi pendii coperti di pascoli su
cui vagano cospicue mandrie di mucche. Ma la cosa più sensazionale dell'ambiente è la sua antica storia di cultura. Un
museo, magnificamente sistemato qualche anno fa, mostra i
tesori della tradizione locale. Ci si imbatte in una doviziosa
collezione di icone, di croci argentate e dorate di alto livello
artistico, di antichi codici e oggettistica di raffinata fabbricaNelle foto:
- a sinistra: Immagini di Tbilisi.
- in questa pagina: Centro di Mestia e tesori del museo locale.
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zione. Insomma in questa regione, persa tra le pendici del
Caucaso e raggiungibile dalla sola via che abbiamo percorso noi stessi, ci sono le testimonianze di un'antichissima
e raffinata cultura. Occorre dire che l'isolamento naturale
ha favorito la conservazione dei reperti antichi, Anzi, in
queste alte valli, praticamente inaccessibili nell'antichità,
venivano portati i tesori di altre regioni perché non venissero depredati durante le diverse invasioni di cui ha
sofferto nei secoli il territorio georgiano.
Ma la vallata dello Svaneti offre al visitatore un'altra caratteristica unica: le abitazioni a torre che hanno convinto
l'Unesco a decretare la zona patrimonio dell'umanità. Si
tratta di edifici costruiti come una torre di almeno sette
piani, ciascuno dei quali della superficie di non più di una
decina di metri quadri. In essa si rifugiavano gli abitanti per
difendersi dalle aggressioni. I piani servivano per accumularvi
le provviste. Il piano più basso era dotato di una scala esterna
che poteva essere ritirata dall'alto in caso di attacco. Sulla cima
della torre ci sono feritoie su tutti i lati, costruite in modo da
consentire la visione anche della base stessa della torre. I maligni insinuano che gli abitanti non si difendevano solo da
lupi e invasioni di stranieri,
ma anche dalle frequenti aggressioni dei vicini di casa,
particolarmente
litigiosi,
come gli stessi affermano.
Tutto attorno agli antichi
villaggi dello Svaneti, dove
ancor oggi abitano migliaia di persone, troneggiano
le alte cime del Caucaso,
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barriera naturale verso la
Russia, lontana pochi chilometri in linea d'aria. Nei
tempi antichi, quando la
strada carrozzabile non esisteva, la zona era raggiungibile solo a cavallo, superando passi montani accessibili
certamente solo d'estate.
La regione merita di essere
conosciuta. Gli ultimi governi si stanno muovendo
per promuoverne il turismo. Credo valga la pena,
soprattutto d'estate, avventurarsi per queste valli
e lasciarsi affascinare da
quello che Dio e gli uomini vi hanno prodotto.
Nelle foto:
- Torri di Mestia e tesori
del museo locale.