124 VIAGGI di CULTURA na ej Ka rna li Yam u Sutl s PAKISTAN ges Gan u Ind Delhi Mandawa Nagaur Jaisalmer Jodhpur Balotra Badalgarh Nep Khetri Kuchaman Ajmer Pali Barmer INDIA N Chambal VIAGGI di CULTURA 1953 ada Narm Suryavansha: i discendenti del Sole – India, 2015 VIAGGI di CULTURA 125 9 22 novembre 2015 SCHEDA CULTURALE Suryavansha: i discendenti del Sole - india Accompagna: Elena Preda Il viaggio: la storia di un clan. Di una di quelle famiglie – Rathore – che si giudicavano discendenti dell’antica dinastia Suryvansha. Per alcuni figli del Sole, o sotto la protezione del Sole, o governanti in nome del Sole. Non v’è dubbio che furono guerrieri e che la loro storia attraversa quella dell’India fin dalle epoche più antiche. Kshatriya: dunque élite militare, classe dirigente secondo i Veda. Tuttavia, come in tutte le storie importanti, le scelte di Elena Preda per questo itinerario indiano rivelano scenari inattesi, spesso così sorprendenti che è come se un mondo nuovo e una nuova terra si spalanchino di fronte a noi. Una famiglia che pretende di discendere o essere legata al Sole è qualcosa di più di una leggenda e soprattutto in India si spinge fino a sollecitare indagini che muovono dal passato più remoto e giungono alle porte dell'India contemporanea. Una discendenza divina non è un evento eccezionale nella storia dell'umanità: lo è se si trascina nel presente e si radica, come in India, su una società organizzata in caste. E allora il problema diventa subito più complesso: il ruolo delle caste, delle famiglie, nella società indiana. Il limite tra tradizione e conservazione. Ma, come si comprende bene, toccare il problema delle famiglie e delle caste in India non è cosa secondaria e spinge l'analisi alle soglie del I millennio: dei Rigveda, di quell'alba della civiltà indiana che tocca miti complessi. Il problema delle caste coinvolge quello delle città, della proprietà terriera e delle relazioni tra consanguinei: c'è qualcosa di strettamente intrecciato se le città sono solo palazzi e la proprietà terriera non è alienabile, ma è parte dell'identità del signore come i capelli, le mogli, i figli, le sue unghie, le armi. Come se non esista spazio fisico né materiale al di fuori della famiglia e sia questa, più ancora della casta, a tenere insieme un tessuto sociale che parrebbe quasi inesistente. Da solo... vale il viaggio La cinta muraria del forte di Bhopalgarh Il tempio Rani Bathiyani di Barmer L'incredibile tempio jain di Phalodi La natura FILO CONDUTTORE Caste, famiglie e società nella storia dell'India Arte rajput Tra Persia e India LA STAGIONE Città Jodhpur Jaisalmer massima 31 31 minima 14 13 millimetri di pioggia 2,6 1,5 Stagione perfetta. Luminosità estesissima, temperature piacevolmente calde e sere relativamente fresche. Rischio di precipitazioni inesistente. 126 VIAGGI di CULTURA Nawalgarh - India VIAGGI di CULTURA 127 Le caste: un perno che non riuscirono a demolire né Buddha né Gandhi. Sicché dalla promulgazione della bella costituzione indiana – oltre le parole edificanti e il proclamato rispetto di valori universali – caste e famiglia sono ancora lì: più forti e radicate di prima. Un meraviglioso viaggio di cultura, capace di sollevare questioni di fascino millenario fino a che gli occhi dei nostri amici scopriranno un'altra India fare luce dietro le facciate pittoresche e indo-persiane del Rajastan; il delinearsi di un mistero antico legato a famiglia, proprietà, territorio e società proprio in quei luoghi dove tutto sembra, semplicemente, pittoresco. Come se il dio che tiene ancora salde nelle sue mani le redini della società indiana, preferisca scomparire, non essere né visto né ricordato, ma ami nascondersi dietro il vociare leggero delle guide locali e il festoso nulla – ricchissimo di indicazioni sul niente – delle guide stampate e del loro 'disneyano' Rajastan. Un viaggio tre volte eccezionale: per l'itinerario sconosciuto, per quello che metterà in luce della società indiana, per quello ignorerà o lascerà a margine. Quasi inseguendo un nume antico – millenario – che vorrebbe non comparire ma poi ama essere riconosciuto e sovrapporsi, fino a confondersi, con la radice più profonda della civiltà indiana. In definitiva, è l'antica recita che rende affascinante questo paese. Il cui nome India è valido solo per noi e ha radici persiane, mentre quell'altro – quello della costituzione, Bharat – è quasi ignoto. Quando ci si cambia nome o si accetta una doppia identità ... beh, allora la questione è davvero ambigua e, se interessa scoprirla, ci vuole competenza, cultura e conoscenza del campo. Virtù che Elena Preda ha, in abbondanza. Da M. Torri STORIA DELL'INDIA Laterza La comparsa dei rajput L'oscuro e confuso periodo che va dalla morte di Harsha alla fine dell'VIII secolo è caratterizzato dall'emergere nell'India del nord di una molteplicità di nuovi stati, più o meno estesi, le cui famiglie regnanti appartenevano a un gruppo sociale che fece la sua comparsa in India durante il VI secolo: i gurjara. Per quanto le origini dei gurjara non siano del tutto chiare, esse sembrano riconducibili alle aristocrazie sia di gruppi tribali allora di recente sanscritizzazione, sia di invasori provenienti dalle regioni transhimalaiane. In quest'ultimo caso, una parte dei gurjara sarebbe discesa dagli huna o da altre popolazioni nomadi - originarie del centro dell'Asia o, addirittura, del Caucaso e della Russia meridionale -, penetrate nel subcontinente nel periodo di confusione provocato dall'incursione eftalita. I gurjara erano quindi, in origine, un agglomerato di clan e di bande guerriere di varia origine che, a quanto è dato d'ipotizzare, incominciarono a legarsi fra di loro con rapporti matrimoniali esogamici. In un secondo tempo, quelle di maggior successo fra le alleanze esogamiche in questione vennero categorizzate dai brahmani come appartenenti a un unico gruppo castale, quello dei rajput, a cui venne riconosciuto il rango di kshatriya (l'appartenenza, cioè, all'ordine castale : guerrieri). Sempre i brahmani costruirono per questi nuovi nobili delle grandiose genealogie, che li faceva discendere dal Sole o dalla Luna (un'ascendenza, quest'ultima, che i clan rajput condividono con la famiglia imperiale nipponica). In altri termini... i rajput, nonostante le loro più o meno leggendarie ascendenze - inventate prima dai brahmani e, poi, in tempi a noi più recenti, accettate e ribadite dagli storici dell'era coloniale non appartenevano a un ceppo razziale ben definito, essendo, in origine, semplicemente coloro che, nell'India del nord, si dedicavano alla professione delle armi o, quanto meno, coloro che ebbero maggior successo in tale professione. tali non venissero universalmente considerate è dimostrato dall'insistenza quasi ossessiva con cui i vari prìncipi e guerrieri rajput presero a rivendicare il loro status di kshatriya, insistendo nel contempo sul «punto d'onore» con un'attenzione e uno scrupolo degni in verità dei mitici cavalieri della Tavola Rotonda. Qualsiasi fossero le origini (e i complessi d'inferiorità) dei rajput, non vi è però dubbio sullo straordinario successo politico da essi raggiunto con la fine dell'VIII secolo. In quel periodo - e la situazione rimase sostanzialmente la stessa fino all'invasione di Muhammad di Ghur, a cavallo fra il XII e il XIII secolo - quasi tutte le dinastie regnanti dell'India del nord furono rajput: il che, tuttavia - considerato da un altro punto di vista, vuol semplicemente dire che il potere politico, nell'India del nord, passò dalle vecchie famiglie aristocratiche - discendenti, probabilmente, da funzionari o da vassalli dell'impero gupta - nelle mani di guerrieri professionisti d'incerta origine sociale ed etnica. Che le origini dei primi rajput, nonostante le sanzioni a esse date dai brahmani, non fossero del tutto immacolate o, quanto meno, CLICCA QUI PER RICHIEDERE IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO
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