Giovedì 27 novembre 2014 formato PDF

F.N.A.S.A. Federazione Nazionale delle Associazioni delle Scuole Autonome - Statuto del 2001Sede legale : Via dei Prefetti 47 - Roma - c/o ANCI - Sede Operativa: c/o ITIS A. Volta, Passaggio dei Picciotti 1, 90123 Palermo
Tel. 091 6494211 - 091 6494216 - fax 091 474126 - sito web: www.associazionescuole.it - e-mail: [email protected]
“Amicus Plato, sed magis amica veritas”
– La Letterina n. 417 – giovedì 27 novembre 2014 –
AL DIRIGENTE SCOLASTICO
ALL’ALBO
AL DIRETTORE SGA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO
La “buona” scuola educa sempre, ogni giorno.
Si chiude il mese di
novembre,
da
sempre
caratterizzato nel mondo della
scuola da scioperi, occupazioni
e disagi.
Anche quest’anno la ritualità si
è ripetuta specie a Palermo
dove, gettato il sasso, le onde
si sono propagate coinvolgendo diversi Istituti
scolastici ed ora si raccolgono i negativi frutti di
tale pseudo democrazia partecipativa, che nel
favorire alcuni diritti ne calpesta altri, rallentando il
servizio scolastico.
ll Direttore Generale dell’USR
Sicilia, Maria Luisa Altomonte, ha
censurato le occupazioni ed ha
invitato gli studenti a tornare alle
lezioni regolari perché così
facendo fanno male a se stessi, si
perdono lezioni, si perde tempo
utile per l’apprendimento; altri
esponenti politici, hanno quasi
“approvato” l’operato dei ragazzi,
come espressione di libertà e di
democrazia.
I commenti riportati sono contrastanti, ma il
disagio resta, come pure i danni che vengono
arrecati alle strutture.
“Non c’è niente di più deleterio che riprendere i
ritmi e dover recuperare le lezioni perse”, afferma
il direttore Altomonte, soprattutto perché in molte
scuole queste periodo coincide con la fine del
trimestre e la compilazione dei pagellini che le
valutazioni che, a causa delle assenze, potrebbero
non essere sufficienti”.
L’ultima settimana di novembre come indicato
nella Circolare del Ministero, prevede dal 24 al 30
novembre la “Settimana nazionale contro la
violenza e la discriminazione”.
Le iniziative scolastiche, che afferiscono all’ampio
settore dell’educazione alla legalità, tendono alla
sensibilizzazione contro gli atti di violenza nei
confronti delle donne, oggi tanto diffusi ed anche
in modo efferato.
E’ questo un dovere educativo che
dovrebbe produrre quel sano
apprendimento capace di modificare
i
propri
atteggiamenti
e
comportamenti verso le donne,
secondo i principi della cultura del
rispetto della persona umana,
indipendentemente dal sesso.
L’antico
proverbio,
ricco
di
significato e di valenza educativa:
“Una donna non si tocca neanche
con un fiore”, espressione di una
cultura e di uno stile di vita, oggi, a seguito delle
modificate espressioni dei ruoli, dei compiti e delle
funzioni, è stato totalmente disatteso.
L’azione educativa della scuola, che nel rispetto
della Costituzione s’indirizza ai valori della
persona, è diretta alla conoscenza e quindi ad una
La Letterina, settimanale on line dell’A.S.A.Si. Sicilia - Rete delle scuole autonome della Sicilia - Statuto del 29.01.2003 dal notaio La Fata di Palermo Direttore Responsabile: Giuseppe Luca - Iscrizione al registro del Tribunale di Palermo II sez. civile al n.8/2010
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corretta informazione ed è indirizzata alla
competenza che traduce in azioni concrete, i valori
appresi.
La scuola dell’accoglienza, dell’integrazione e
dell’inclusione ha il suo codice etico che necessita
prima una ferma condivisione degli operatori
scolastici e quindi una puntuale azione condotta e
sviluppata attraverso i piccoli gesti del quotidiano
ed in questo delicato settore educativa è bene che
sia vicina alla famiglia, condividendone le scelte e
i valori.
L’uso distorto di tale opportunità è da rifiutare
come si evince da alcune considerazioni riportate.
Una scuola che voglia essere veramente «attiva
contro l’omofobia» deve inculcare negli studenti i
concetti giusti, affinché “sia eliminata ogni forma
di discriminazione”, dando alle differenze una
connotazione specifica connessa al valore della
persona.
La soddisfazione di sapere tra le stelle la giovane
italiana Samantha Cristoforetti che a 37 anni
corona il suo sogno partecipando alla missione
spaziale “Futura”, rende giustizia al cammino di
affermazione e di valorizzazione della donna nella
società.
A Torino è stato celebrato il “processo al liceo
classico” ed in questo numero l’originale
ricostruzione di un dialogo tra Creonte, Emone e
Antigone, che assumono i nomi e i volti dei politici
di oggi (Renzi, Landini, Camusso), affrontando le
tematiche dell’attualità, potrebbe essere utilizzato
come testo per una rappresentazione scolastica,
capace di trasmettere cultura e valori positivi.
Si rinnova l’invito ai Colleghi e alle Comunità
scolastiche di utilizzare gli spazi della Letterina per
raccontare la ricca progettualità della scuola che
cresce, grazie alla buona volontà e all’impegno
professionale di quanti ci credono e sono coerenti
con la professione di docenti-educatori.
Giuseppe Adernò
[email protected]
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Sommario

SETTIMANA DEL MIUR PER DIFFONDERE L’IDEOLOGIA DI “ GENERE “; NO GRAZIE!
(Salvatore Indelicato)

GENDER NELLE SCUOLE: L'UNAR CI RIPROVA
(da Zenit)

IL DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE E IL RAPPORTO TRA CULTURA E PROFESSIONALITÀ
(Adriana Bongiorno)

RUOLO UNICO DELLA DIRIGENZA. SOGNO SVANITO
La FLC CGIL nega il ruolo “manageriale” ai presidi
(Salvatore Indelicato)

L’AUTONOMIA SCOLASTICA , IL DIRITTO AL LAVORO E LA RAGION DI STATO.
(Gaetano Bonaccorso)
SFOGLIANDO “LA BUONA SCUOLA” – Riflessioni e commenti
 UNA BUONA SCUOLA PER UN’ ITALIA MIGLIORE
Lettera del Sottosegretario Davide Faraone

LA BUONA SCUOLA SECONDO PADOAN….MA ANCORA IMPERFETTA
(Giuseppe Adernò)
NOTIZIE

A PALERMO GLI STUDENTI OCCUPANO ALCUNE SCUOLE

IL BLOG NUOVA FORMA DI SCRITTURA SCOLASTICA

CATANIA - L’ASSOCIAZIONE INTERCULTURA AFS compie cento anni

LA RACCOLTA ALIMENTARE 29 novembre

CONCORSO A DIRIGENTE - Corsi di Eurosofia
CONTENZIOSO: La rubrica sui conflitti della scuola.
 ASSEGNAZIONE DOCENTI E ATA AI PLESSI E SEZIONI STACCATE
( Roberto Tripodi)
LETTERE IN REDAZIONE
 EDUCAZIONE AL GENDER
( Pippo Luca)
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SETTIMANA DEL MIUR PER DIFFONDERE L’IDEOLOGIA
DI “ GENERE “; NO GRAZIE!
Il MIUR d’intesa con le Pari
Opportunità,
in
barba
all’autonomia educativa delle
scuole, ha diffuso una circolare
dall’oggetto
apparentemente
innocuo e scontato: “ Settimana
nazionale contro la violenza e la
discriminazione 24 - 30 novembre 2014.”
Scontato perché tutte le scuole sono mobilitate
da tempo contro la violenza e il bullismo e il
rispetto della legalità e in tal senso hanno sempre
aderito ad iniziative volte a irrobustire l’azione
educativa nei loro POF e PEI.
Questa volta però il discorso è diverso perché
analizzando bene la circolare viene a galla il vero
obiettivo di questa campagna mascherata e
subdola che non ha alcuna reale colleganza con
le tematiche che vorrebbe promuovere.
La campagna infatti è affidata all’UNAR che ha
ricevuto un apposito finanziamento di 130
milioni di euro e a cui è stato commissionato la
realizzazione di tre opuscoli che si propongono
di indottrinare docenti e studenti all’ideologia del
“ gender “ ; cosa che non ha niente a che vedere
con la lotta alla violenza e alla lotta
all’omofobia. Nel precedente articolo dello
scorso numero della Letterina abbiamo disvelato
cosa si cela sotto questa perversa ideologia del
“ gender “ ultimo prodotto pseudoscientifico
delle accademie nord americane e del nel nord
Europa alimentato con massicci finanziamenti
dei Fondi Europei senza che i governi dei paesi
membri ne sappiano alcunché.
Si tratta in estrema sintesi del nuovo vangelo
laico massonico radical-scick che abolisce la
distinzione naturale tra maschio e femmina e
sostiene che esiste un continuum di “ genere”
indistinto con le ovvie conseguenze di travolgere
tutto l’impianto di valori su cui erano basate le
civiltà occidentali e il sistema educativo
tradizionale.
Come hanno fatto queste lobby ad incunearsi nei
gangli vitali delle agenzie educative dei paesi
OCSE aggirando governi ed istituzioni?
Oleando una montagna di soldi con i quali si
sono confezionati prodotti e seminari come quelli
organizzati dall’UNAR.
Ma che cos’è l’UNAR?
E’ l’Ufficio per la promozione della parità di
trattamento e la rimozione delle discriminazioni
fondate sulla razza o sull’origine etnica, istituito
con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, di
recepimento della direttiva comunitaria n.
2000/43 CE ed opera nell’ambito del
Dipartimento per le Pari Opportunità della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare UNAR ha gestito la produzione
degli opuscoli per propagandare l’ideologia
“ gender “ presso le maestre e la scuola italiana;
quegli opuscoli per intenderci che invitano le
maestre a eliminare la terminologia padre e
madre sostituendola con genitore1 e genitore2 !
Non sappiamo se ridere o piangere dinanzi a
queste sciocchezze barattare come nuova
scientificità sociale. Ma ve la immaginate la
maestra di Canicattì che chiama genitore1 il papà
dei sui bambini o che dice ai bambini quando
ritornano a casa di chiamare la mamma genitore2
(a proposito quale sarebbe il genitore1 e il
genitore2 il papà o la mamma?) ? Quante
pernacchie si prenderà la maestra da parte delle
famiglie che sono le uniche titolari e responsabili
del processo educativo impartito ai loro figlioli?
Per non parlare poi degli altri ridicoli consigli
sulle favole corrette e sulle favole “ razziste” che
andrebbero eliminate e altre stupidaggini e
fesserie infarcite in questi pseudolibelli. Tant’è
vero che in seguito ad interventi parlamentare e a
indignate
interrogazioni
parlamentari
di
escludere l'identità di genere dal programma che
il Ministero della Pubblica Istruzione ha
organizzato sotto l egida dell'UNAR dal 24 al 30
novembre nelle scuole di ogni ordine e grado,
questi opuscoli sono stati subito ritirati dalla
circolazione.
Ma allora perché si sono dilapidati centinaia di
milioni di euro che avrebbero invece ben potuto
essere assegnati direttamente alle scuole affamate
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di risorse e vittime di tagli indiscriminati?
Questa semplice ed elementare valutazione di
buon senso non viene capita per esempio dalla
senatrice Francesca Puglisi che scrive una mail
alle scuole dicendo : "Cosa c'è di disdicevole
nell'educazione alla differenza? Non è dalla
conoscenza delle differenze che nasce il rispetto
della persona umana? Ci strappiamo i capelli e
versiamo lacrime di coccodrillo ad ogni episodio
di grave bullismo omofobico, ai gesti suicidari
con cui esprimono tutto il loro disagio ragazzi e
ragazze. La scuola è il più grande strumento di
cambiamento del Paese. Le paure e
l'oscurantismo degli adulti, non possono
soffocare o oscurare i diritti degli adolescenti".
Invitiamo la senatrice a leggere questi tre
opuscoli e siamo sicuri che dopo cambierà
opinione.
Del resto ci sono precedenti importanti che
avrebbero dovuto consigliare ai burosauri del
MIUR maggiore prudenza e ci riferiamo a
quando a fine 2011 il ministero dell'Istruzione,
mentre era impegnato a fare tagli sul personale,
elargiva mezzo milione di euro per acquistare le
«Pillole del sapere» da una società capeggiata da
una certa Ilaria Sbressa , moglie di un manager di
mediaset?
Per le “ pillole del sapere “ vennero inquisiti i
maggiori esponenti dell’apparato burocratico del
MIUR. Chi pagherà ora per la dilapidazione di
centinaia di milioni di euro per gli opuscoli del
gender?
Salvatore Indelicato
[email protected]
cell 330365449
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GENDER NELLE SCUOLE: L'UNAR CI RIPROVA
La denuncia giunge dal Forum delle associazioni familiari, che chiede che venga sospesa una "Strategia
nazionale sul contrasto alle discriminazioni" rivolta ai dirigenti scolastici
"Ad un anno dal primo tentativo di imporre una
strategia Lgbt nella scuola, inevitabilmente
rientrato appena diventato di pubblico dominio,
l’Unar ci riprova". Così inizia la denuncia del
Forum delle associazioni familiari, a proposito
della "Strategia nazionale per la prevenzione e il
contrasto
delle
discriminazioni
basate
sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere",
rivolta ai dirigenti del sistema scolastico nazionale.
Secondo il Forum, "come è stato un anno fa
l’elaborazione e la gestione del progetto sono state
fatte tutte in casa". Con questo, si intende che le
associazioni coinvolte sono tutte legate agli
ambienti omosessuali, "della Rete RE.A.DY".
"Ancora una volta la forzatura ed il tentativo di
imporre una discriminazione al contrario sono
evidenti", si legge nel comunicato del Forum.
Che
rimarca:
"Nessun
esponente
dell’associazionismo di matrice non omosessuale è
stato convocato, nessun rappresentante delle
famiglie o delle associazioni accreditate presso il
Miur ha potuto dare il suo contributo. E ancora una
volta siamo costretti a chiedere che l’iniziativa
venga sospesa finché non saranno trovati gli spazi
e la volontà di confrontarsi con soggetti che
possono bilanciare l’esasperazione ideologica con
la quale vengono affrontati temi di grande
delicatezza e di cui, vale la pena di ricordarlo, la
titolarità è tutta dei genitori degli studenti".
Dalla redazione di ZENIT
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IL DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE E
IL RAPPORTO TRA CULTURA E PROFESSIONALITÀ
Un’offerta
non
discriminante
non
significa
necessariamente una scuola “unica” a livello
ordinamentale, col medesimo curricolo e i medesimi
obiettivi formativi, ma certo postula una scuola
adeguata alle diverse esigenze dell’utenza.
Pur con le dovute elasticità e i necessari adattamenti,
tutti i curricoli devono essere chiaramente scomponibili
in un'area di cultura generale (area di equivalenza), atta
ad assicurare, in tutti gli indirizzi, una sufficiente
dimensione culturale e la necessaria polivalenza. La
dimensione culturale dei processi di formazione è
fattore fondamentale per una qualificazione adeguata
alle nuove esigenze ed è precondizione per una mobilità
professionale.
Pur prevedendo discipline parzialmente differenziate,
tale area deve essere
configurata in modo da
raggiungere formazioni equivalenti. Un’area di
indirizzo, così definibile perché connaturata ai diversi
indirizzi dei licei, quest’area contiene le discipline
caratterizzanti dei diversi curricoli. Un’area, affidata,
ove possibile sempre per tutti i tipi di liceo, al sistema
di istruzione e formazione professionale regionale, di
integrazione/approfondimento
professionalizzazione,
utilizzabile, oltre che per interventi di riequilibrio
culturale, per esperienze di orientamento, e, in primo
luogo, per l’applicazione tecnologica ed operazionale
del sapere e l’integrazione con il sistema di istruzione e
formazione professionale regionale, che così
interverrebbe, in maniera però garantita dallo Stato (e
non preoccupante a livello pratico, politico e
ideologico), anche nell’obbligo.
E’ preziosa, inoltre, la quota di “variabilità”, a
disposizione dell’autonomia delle scuole,sia per la
realizzazione di progetti di specializzazione e
finalizzazione del curricolo, sia per i curricoli regionali.
La
quota
renderebbe
possibile,
nell’ambito
dell’organico funzionale, la variazione quantitativa del
peso delle diverse discipline all’interno del monte ore
complessivo esistente. Naturalmente le tre aree non
dovrebbero essere impermeabili; dovrebbero utilizzare
in vario modo gli insegnamenti generali per il
rafforzamento della stessa cultura professionale.
Elementi/obiettivi caratterizzanti sono la significativa
formazione generale equivalente in tutti i curricoli, la
semplificazione delle opzioni, gli elementi di flessibilità
e la personalizzazione dei percorsi.
Tutti i nuovi canali di istruzione dovrebbero infatti, fin
Tutti i cittadini dovrebbero poter
giungere al massimo possibile di
istruzione e formazione. Si tratta di
un diritto se lo si inquadra
nell’ambito delle libertà personali e
dei
principi
garantiti
dalla
Costituzione, si tratta anche di
qualcosa di simile ad un dovere se se ne scopre fino in
fondo la funzione sociale e la decisiva importanza per il
progresso del Paese. In questa prospettiva gli obiettivi
di maggiore professionalizzazione e di elevazione dei
livelli quantitativi e qualitativi della cultura di base
devono esser considerati prioritari, anche se la maggiore
cultura di base necessaria non può che essere affiancata
da
nuove
occasioni
di
più
specifica
professionalizzazione.
La risposta che l’istruzione deve dare ai bisogni della
società sta nell’equilibrio fra formazione culturale e
formazione professionale ed in un progetto in cui le due
componenti siano una risorsa per la crescita umana e
civile del singolo e per costruire un nuovo modello di
sviluppo. Una insufficiente offerta d’istruzione
contribuisce a formare una collettività divisa, marcata
dalla posizione socio-economica di nascita, con i
giovani
quasi automaticamente
e comunque
precocemente canalizzati e discriminati e quindi
impediti a partecipare al meglio agli sforzi di progresso
della società di cui dovrebbero essere protagonisti.
In questa prospettiva la scuola dell’obbligo deve
continuare ad essere interpretata come garanzia
specifica del principio dell’uguaglianza sostanziale ex
art.3 della Costituzione, strumento contro la
discriminazione sociale nel campo dell’istruzione e per
il riequilibrio delle disuguaglianze socio-politiche.
Nell’obbligo ritrovato, (appunto l’apprendistato, in
primo luogo!) la scuola dunque, come componente del
welfare state, deve individuare, sostenere e promuovere
l’istruzione dei giovani, e in particolare di quella parte
dell’utenza che parte da posizioni sociali svantaggiate
ed è impegnata a migliorare la propria condizione, a
vantaggio proprio e del Paese. Deve allargare la propria
sfera d’azione ordinaria sino a comprendere
l’educazione degli adulti. Deve articolarsi nel periodo
d’orientamento (l’ultimo biennio) in una offerta che
rispetti le vocazioni, si strutturi con proposte
organizzative equivalenti e consenta facili passaggi da
un indirizzo all’altro.
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dall'obbligo, mettere al centro la crescita umana e
culturale,
lo
sviluppo
della
consapevolezza,
dell’autonomia e dello spirito critico e le capacità
creative ed operative dello studente-cittadino e dell'
adulto-cittadino. Dovrebbero creare un sistema capace
di mettere in rete tutte le possibili articolazioni e risorse
disponibili e costituire parte integrante di un continuum
formativo che dalla scuola d'infanzia si estenda fino
all’educazione permanente, in una prospettiva di
formazione continua e di approccio globale alla persona
del cittadino, e che armonizzi quanto necessario alla
competenza umana e civile a quanto necessario alla
competenza professionale.
I nuovi canali di istruzione dovrebbero assumere una
struttura modulare nella quale ogni segmento, in una
prospettiva flessibile ma non deregolata, identifichi
precisi percorsi e risultati spendibili in termini culturali,
scientifici e professionali e costruire l’integrazione
organica del sistema scolastico col sistema di istruzione
e formazione professionale. Evitare una canalizzazione
precoce verso opzioni definitive e subalterne a logiche
strettamente economiche. Favorire l'affermazione delle
capacità creative ed interpretative. Sostenere l’esigenza
generale di una gestione responsabile e intelligente dei
propri spazi discrezionali. Non si tratta di finalizzare la
cultura agli sbocchi lavorativi, ma di recepire
nell'organizzazione scolastica e nella didattica la
capacità di lavorare per obiettivi, di individuare ed
affrontare problemi, di saper affrontare situazioni
impreviste, di superare la frattura tra sapere pratico e
sapere disinteressato.
La valorizzazione dell’istruzione e, nell’istruzione,
della dimensione culturale non passa per l’esaltazione
esclusiva della cultura umanistica, poiché esige invece
la corrispondenza dell’approfondimento curricolare
delle dimensioni umanistiche di scienza, tecnica e
lavoro con riapprofondimento curricolare delle
dimensioni scientifiche, tecniche e pratiche della cultura
umanistica. E’ da rigettare il radicato pregiudizio
culturale che ritiene necessario rimandare alla
conclusione dell’istruzione obbligatoria l’incontro tra
cultura e professionalità.
Scuola da una parte e istruzione e formazione
professionale dall’altro accorderanno le loro vocazioni
per un obiettivo comune, un unico articolato sistema,
perfezionando in progress eventuali elementi
problematici,impegnando la disponibilità di risorse
professionali capaci di vivere lo sforzo continuo per il
confronto sui risultati, poiché “Il sapere tecnologico si
apprende, ma anche si sfrutta, applicandolo, e si
trasforma”. La concertazione dei curricoli, per la parte
ove è possibile,sarà effetto della collaborazione di tre
partner: Stato, Regioni e imprese, insieme portatori di
esigenze formative diverse e di diverse competenze utili
per soddisfarle, esigenze e competenze di Stato,
Regioni e imprese, si esalteranno e completeranno
nell’armonica combinazione complessiva.
Adriana Bongiorno
classe prima A, scuola media, 1950-51
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RUOLO UNICO DELLA DIRIGENZA. SOGNO SVANITO
La Flc Cgil nega il Ruolo “Manageriale” ai Presidi
La strada percorsa dagli studenti
del Liceo Einstein per arrivare a scuola.
Dopo le interessanti e positive conclusioni del
convegno nazionale dell’ANDIS, l’Associazione
Nazionale dei Dirigenti Scolastici di area confederale,
ci aspettavamo analoghe indicazioni dal convegno
nazionale della CGIL Scuola "Liberare la dirigenza
scolastica: valorizzare la specificità, togliere oneri
impropri, impedire invadenze esterne” tenutosi a
Firenze,il 17 e 18 novembre 2014 presso il Grand Hotel
Mediterraneo.
Purtroppo le attese sono andate deluse sin dalla
relazione introduttiva di Gianni Carlini, Coordinatore
nazionale SdC dirigenti scolastici della FLC CGIL. Le
funzioni amministrative e negoziali che svolge il
dirigente sono strumentali all’organizzazione e
all’erogazione del servizio di istruzione e non
costituiscono il nucleo fondamentale del suo lavoro, si
legge nella relazione.
È stato presentato un disegno di legge (DDL 1557 in
trattazione al Senato) che relativamente alla dirigenza
pubblica intende rendere possibile l’affidamento degli
incarichi dirigenziali ai dirigenti delle amministrazioni
pubbliche senza fare riferimento alle due attuali fasce
che verrebbero abolite e con riferimento a tre aree. In
realtà non si tratta dunque di un ruolo unico perché resta
la distinzione fra Stato, Regioni e Enti Locali, ma di
ruoli unificati e coordinati nei quali i decreti legislativi
applicativi dovranno prevedere anche sezioni per le
professionalità speciali.
Si tratta di un progetto complessivo di cambiamento
della dirigenza pubblica e del suo rapporto con la
politica. La dirigenza, assunta per concorso pubblico e
con una qualificazione dei dirigenti come funzionari
della Repubblica che oggi assicura ad essa ampi
margini di indipendenza rispetto al potere esecutivo,
verrebbe “governata” dai decisori politici (Ministro,
Governatore, Sindaco, Presidente della Provincia)
attraverso modalità che rendono di fatto possibile lo
spoil system e una riduzione della autonomia dei
dirigenti pubblici.
La CGIL ha criticato il progetto per queste ragioni ed ha
manifestato la sua contrarietà.
L’obiettivo è dunque quello di subordinare al primato
del Politico ogni articolazione della Repubblica e avere
a disposizione una burocrazia obbediente. È evidente
invece che l’esercizio delle competenze e della
responsabilità richiede autonomia e non subordinazione
e presuppone un’autorevolezza della dirigenza pubblica
che non appartiene pienamente alla storia del nostro
paese semplicemente perché chi ha governato finora è
stato interessato più alla subordinazione dei dirigenti
pubblici che alla loro autonomia. I dirigenti, per parte
loro, hanno sempre preferito, soprattutto nella loro
componente
“ministeriale”,
rifugiarsi
nel
corporativismo.
Dalla costituzione di tre aree della dirigenza
amministrativa sono esclusi i dirigenti appartenenti alla
carriera diplomatica, i medici e i dirigenti scolastici.
Una componente sindacale della dirigenza scolastica (si
fa riferimento alla CIDA-ANP e si omette di citare la
CONFEDIR) ha cercato di raggiungere l’obiettivo della
necessaria equiparazione retributiva dei dirigenti
scolastici attraverso l’assimilazione alla dirigenza
amministrativa, ritenendo privi di pregio alcuni aspetti
specifici della dirigenza scolastica come la provenienza
dalla docenza, l’abilitazione all’insegnamento e
l’esperienza educativa.
Se è vero che al dirigente scolastico non manca nulla in
termini di carico di lavoro e di responsabilità è
altrettanto vero che le funzioni amministrative e
negoziali che svolge il dirigente sono strumentali
all’organizzazione e all’erogazione del servizio di
istruzione e non costituiscono il nucleo fondamentale
del suo lavoro.
Il dirigente scolastico, diversamente dal dirigente
amministrativo dello Stato o degli Enti Locali, non
lavora per la realizzazione degli obiettivi indicati dagli
organi di indirizzo politico e amministrativo, ma per gli
obiettivi indicati dalla Costituzione e dalle leggi della
Repubblica, tradotti operativamente dal corpo
professionale della scuola e dalla intera comunità
scolastica. Quello del dirigente scolastico è quindi un
lavoro più complesso e più oneroso, ma è diverso da
quello di un dirigente amministrativo con il quale può
condividere la stessa retribuzione ma non lo stesso
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lavoro.
Non condividiamo la considerazione che l’esclusione
dei dirigenti scolastici dai tre ruoli unici
determinerebbe la “morte della dirigenza scolastica”
e della fine di ogni possibilità di veder riconosciuti alla
categoria una condizione salariale e uno stato giuridico
coerente con le responsabilità esercitate e i carichi di
lavoro sopportati.
L’obiettivo, questo sì importante, è riconoscere
l’esistenza e il valore di una dirigenza scolastica
pienamente riconosciuta in una norma che regola la
dirigenza pubblica.
Per affermarlo FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola
hanno presentato una proposta di emendamento al
disegno di legge 1577 per inserire nell’art.10 un
riferimento alla dirigenza scolastica e alla sua
specificità. Il vero tema da affrontare è come la
dirigenza scolastica, per la sua funzione decisiva per il
futuro della scuola pubblica e quindi del Paese, possa
essere messa nelle condizioni di operare e di operare
bene.
Si persiste quindi nella concezione del dirigente
scolastico leader ed educatore, non manager. Ha
ribadito che per fare il mestiere di dirigente scolastico
non è necessario cambiarne il profilo: l’articolo 25 del
DLgs 165/01 è chiaro.
Ha affermato di non condividere l’immagine del
dirigente scolastico “timoniere”: il timoniere regge il
timone, non governa la nave; sarà il potere politico a
controllare e governare tutto? Per Carlini il dirigente
scolastico, col profilo già declinato nell’art. 25, ha
bisogno di strumenti e risorse, di organi collegiali
riformati, di non essere continuamente sviato dal
proprio lavoro.
Sui dirigenti scolastici e sul ruolo unico della dirigenza
pubblica, è giusto escludere la dirigenza scolastica dal
ruolo unico in nome della specificità; altra cosa è invece
la retribuzione che non può essere così distante da
quella dei dirigenti pubblici. I dirigenti scolastici sono
mal pagati e che va portata avanti la lotta per
l’equiparazione retributiva interna ed esterna; ma
devono restare nella riserva indiana della 5 area!
Queste posizioni sono però in netto contrasto anche con
altri interventi dei convegnisti, i quali hanno ribadito
che ogni dirigente scolastico in media:
• gestisce almeno un procedimento disciplinare con
il personale
• uno ogni due è esposto al rischio di multe INAIL
per ritardata comunicazione infortuni O multe
dell’Agenzia delle Entrate per ritardato
pagamento oneri fiscali
• uno ogni 5 corre il rischio di ricevere un decreto
ingiuntivo
• uno ogni 6 una multa per inadempienze relative
alla sicurezza.
• gestisce almeno 2 contenziosi amministrativi o
davanti al giudice civile
• deve gestire almeno 8 ricorsi o reclami sulle
graduatorie o sull’attribuzione delle supplenze
• tratta più di 18 pratiche di infortunio
• si occupa di risolvere almeno 15 situazioni
problematiche legate alla sicurezza degli edifici
scolastici chiedendo almeno 29 interventi
all’ente competente
• risponde ad almeno 11 monitoraggi del MIUR e
ad almeno 7 rilevazioni di altri enti
• gestisce 37 procedure di acquisto
• 5 richieste di accesso agli atti
• 8 interventi relativi ai servizi di pulizia o ripristino
del decoro. (A proposito di questo dato si deve
rilevare che, essendo il numero delle scuole
destinatarie di appalti di pulizie 1/3 del numero
totale delle scuole, il numero andrebbe almeno
triplicato se riferito alle sole scuole con
appalti).
Ma come si fa a sostenere. Quindi, che il dirigente
scolastico non è un manager, bensì solo un leader
educativo, senza dignità di appartenere al ruolo unico
nazionale della dirigenza dello Stato?
Salvatore Indelicato
[email protected]
cell 330365449
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L’AUTONOMIA SCOLASTICA, IL DIRITTO AL LAVORO E LA RAGION DI STATO.
Nell’ Istituto di Istruzione Superiore “ Perdete la speranza o voi ch’entrate”, gli studenti attualizzano la
tragedia Antigone di Sofocle. Antigone si è trasformata in Susanna Camusso, difensore dei lavoratori che
vedono nel sindacato( secondo il suo originario significato legato all’etimo greco diékh= giustizia) una
risorsa contro il padronale diritto al licenziamento, una garanzia dei diritti sanciti dalla costituzione e
dal diritto europeo, la necessità e la libertà di ognuno di noi di vivere insieme con la propria famiglia in
modo dignitoso. Come ha detto anche Papa Francesco, ogni individuo che nasce ha diritto ad una tutela
da parte dello Stato a carico dei più che hanno troppo. Creonte, capo di stato burocrate di una dimidiata
democrazia, si è trasformato in Matteo Renzi, che guida la nave dello Stato senza tener conto, come dice
il metalmeccanico Landini, che il popolo, in Italia, ha diritto ad una voce non effimera nella gestione del
potere. Riportiamo alcuni brani poetici prima del dialogo tra Camusso-Antigone e Renzi-Creonte e in
seguito del dialogo tra Renzi-Creonte e il Emone( figlio nella tragedia di Sofocle) che si è trasformato nel
sindacalista Landini.
è da nulla. Ma se i deboli e perdenti lavoratori
abbandonati avessi,preda della crudeltà padronale,
allora sí, mi sarei accorata: del resto non m'accoro.Tu
dirai che da folle io mi comporto; ma forse di follia
m'accusa un folle.
CREONTE-RENZI:Però, sappi che le indoli piú dure
s'abbatton piú d'ogni altra; e il rigidissimo ferro
temprato al fuoco, infranto a un colpo lo vedi spesso; e
una piccola briglia so che doma i corsieri
impetuosi:perché non deve insuperbire chi d'altri è
servo. Costei ha dato prova della sua protervia quando
le leggi imposte contestò: dopo la colpa, una seconda
volta proterva ora si mostra, che dell'opera insuperbisce
e ride. Ed uomo adesso piú non sarei, ma questa uomo
sarebbe,se non avesse pena, anzi trionfo. Ma
sindacalista sia pure, o stretta a me d’ideali ch’ormai
non sento miei, all'orribile sorte sfuggire non potrà, né
seco la sua sorella UIL: perché non meno di questa
dell'attacco al mio poter io quella incrímino.….Chi nel
buio trama infamie, l'anima si lascia in frode innanzi
tempo cogliere. E chi, sorpreso nel delitto, vuole con
bei detti esaltarlo, io l'aborrisco.
ANTIGONE-CAMUSSO: Che dunque indugi? Delle
tue parole nessuna m'è grata, e mai non mi sarà grata:
anche a te, cosí, piacer non possono le mie. Ma donde
CREONTE- RENZI (Ad Antigone-Camusso):
Di' tu, che il capo alzi al ciel in segno di sfida: confessi
d'aver ostacolato il mio Jobs act e la legge di stabilità, o
lo neghi?
ANTIGONE-CAMUSSO: L'ho ostacolato: confesso,
e non lo nego.
CREONTE-RENZI :
E in breve tu di', senza
ambagi: che il mio potere veniva messo in discussione
dal tuo sciopero generale, era a te noto?
ANTIGONE- CAMUSSO: Certo. E come ignorarlo?
Esso era pubblico.
CREONTE- RENZI: E pur la legge vïolare oseresti?
ANTIGONE-CAMUSSO:….i tuoi bandi io non
credetti che tanta forza avessero da far sí che le leggi
dei Celesti,non scritte, ed incrollabili, e quelle scritte
della Costituzione e del diritto europeo potesse
assoggettare un uomo dei nostri tempi: ché non adesso
furono sancite, o ieri: eterne vivono esse; e nessuno
conosce il dí che nacquero. E vïolarle e renderne
ragione ai Numi, non potevo io, per timore d'alcun
superbo. Ch'io soffrir e lottar dovessi,ben lo sapevo, e
come no?, pur senza l'annuncio tuo. Ma se prima del
tempo i miei valori morranno,guadagno questo io lo
considero:per chi vive, com'io vivo, fra tante pene, per i
meno abbienti che soffrono, affrontar tale destino,doglia
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mai gloria piú fulgida acquistare potrei, che al mio
fratello dando strumenti di lotta? E lode a me darebbero
tutti costoro,se terror le lingue non rinserrasse: privilegi
ha molti la tirannide; e questo anche fra gli altri:che dire
e far ciò ch'essa vuole può.
CREONTE-RENZI:
Ciò fra tanti Italiani tu sola
vedi?
ANTIGONE-CAMUSSO:
Vedono anch'essi; e per
piaggiarti, tacciono.
CREONTE-RENZI: Saggia sei tu che sola osi il
contrario?
ANTIGONE-CAMUSSO: Non è turpe onorare le
leggi e i patti vigenti e la dignità dei meno abbienti.
CREONTE: Udisti la condanna della sigla sindacale
alla quale aderisci, o ex amico,e giungi in furia contro il
presidente; o sempre, checché mi faccia, caro a te sarò?
EMONE: Presidente, caro m’eri finché segnavi la via
diritta, ed io la seguivo: decisioni mai non v’erano,
ch'io pregevoli piú della tua sicura guida reputassi.
CREONTE:
Ecco! Cosí bisogna aver disposto
l'animo: ai mòniti presidenziali ogni cosa posporre; e
perciò gli uomini,quando rappresentanti sindacali han
generati,s'augurano obbedïenti nella casa averli,sí, che
nei guai rintuzzino il nemico,e al pari del padre onorino
l'amico. Ma chi genera invece rappresentanti
inutili,dirai che procacciò travagli a se stesso, di
scherno appiglio ai suoi nemici. Mai la lusinga del
piacer di femmina di senno uscire non ti faccia, o
metalmeccanico. Freddo, sappi, è di femmina
l'amplesso che sia trista compagna del tuo talamo:piaga
peggior non c'è d'un tristo amore. Sputa su lei come
nemica, lascia questa donna che qualcuno s’ostina a
ritenere un capo: ch'io palesemente l'ho còlta, mentre,
sola ella fra tutti,tradiva la città: né innanzi all’Italia
sarà ch'io manchi alla parola mia; bensí la sconfiggerò.
Ma chi dai cittadini eletto fu,nelle minime cose e nelle
giuste obbedito esser deve ed in ogni altra.Un uomo tale
io fede avrò che sia a comandare e ad ubbidir disposto,a
rimaner, nel turbine di guerra,saldo compagno nelle file,
e giusto. Male maggiore invece non esiste della
mancanza d'ordine: per questa vanno in rovina le città,
disperse vanno le case, le schiere alleate fuggono
infrante dalla pugna. Invece,la disciplina dà vittoria, e
salva ai piú la vita. È necessario dunque difendere le
leggi, e a nessun patto consentir che una femmina ci
vinca. Se cadere si deve, meglio cadere per man d'un
uomo: dir non si potrà che noi fummo piú fiacchi d'una
femmina.
EMONE-LANDINI:
Presidente,fra quanti beni i
Numi agli uomini concedono, supremo è l'intelletto. Io,
che non giusto sia ciò che tu affermi,dir non potrei, non
lo saprei. Ma
pure,anche un altro parlar bene
potrebbe. Per tuo vantaggio investigo io ciò ch'altri
opera o parla, o a biasimo t'appone.La tua presenza,
sbigottiti rende i cittadini, sí che non ti dicono mai ciò
che udire non ti piace: invece io tutto posso udir,
quanto nell'ombra dicendo vanno: che il paese ammira
questa donna, impegnata nel giusto piú d'ogni altra
donna, e che compiuta ha l'opera piú nobile, e in
cambio ne riceve il disprezzo. Essa i concittadini che
vivono in condizioni indigenti non lasciò che dai
padroni crudeli e disumani fossero distrutti: non è
dunque degna d'esser coperta d'oro? - Ecco le voci che,
basse, oscure, vanno attorno. Ora, io,bene non c'è che
reputi maggiore,o padre, della tua prosperità:pei
cittadini, infatti, c'è pregio piú nobile che la fama e il
fiorir del presidente loro,e pel presidente dei cittadini?
Or tu, nell'animo non accoglier quest'unico pensiero,che
ciò che dici tu, quello sia giusto,e poi null'altro. Chi
d'avere crede senno egli solo, ed anima e parola come
nessun altro, se lo cerchi dentro, vuoto lo trovi. A un
uomo, e sia pur saggio, non è disdoro molte cose
apprendere, e non esser cosí rigido. Vedi presso i
torrenti impetuosi, gli alberi che si flettono, intatti i
rami serbano:quelli che invece fan contrasto, svelti dalle
radici piombano. E cosí,chi su la nave troppo tese tiene
sempre le scotte, e mai non le rallenta,naufraga infine, e
naviga sui banchi capovolti. Su via, l'ira tua frena,e
muta il tuo parer. Ché, se a me metalmeccanico dare un
consiglio è lecito, io ti dico che per un uomo, il meglio
è certo nascere pien di saggezza; ma tal sorte è rara; e
bello è pur da chi ben dice apprendere.
CREONTE- RENZI: Al posto mio , da uno cosí,
apprendere dovrò dunque a far senno?
EMONE-LANDINI: A fuggire ingiustizia.Non badare
alle sigle: al senno bada.
CREONTE-RENZI:Fare onore ai ribelli, è una bella
opera?
EMONE-LANDINI: Meglio farlo agli evasori, ai
lobbisti, ai ricchi, ai raccomandati?
CREONTE-RENZI:
Di tristizia non è costei
macchiata?
EMONE-LANDINI: No, dice tutto il popolo italiano.
CREONTE-RENZI: A me dirà ciò ch'io far debbo, il
popolo?
EMONE-LANDINI: Vedi come or tu da fanciullo
parli?
CREONTE-RENZI:Io regnar devo, o deve altri per
me?
EMONE-LANDINI: Città non è quella ove uno solo
può.
CREONTE-RENZI: Ché! Non è del sovrano la città?
EMONE-LANDINI: Bel sovrano saresti, in un
deserto!
CREONTE-RENZI: Costui, sembra, alleato è della
femmina!
EMONE-LANDINI: Se femmina sei tu: ché a te
provvedo.
CREONTE-RENZI:Movendo lite al presidente tuo,
ribaldo?
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EMONE-LANDINI:Perché vedo che sbagli, e non sei
giusto.
CREONTE-RENZI: Perché rispetto i miei diritti,
sbaglio?
EMONE-LANDINI: No, se le leggi vigenti e il diritto
europeo e i patti calpesti.
CREONTE- RENZI: O trista indole! O servo d'una
femmina!
EMONE-LANDINI: Ma non servo d'alcuna
turpitudine.
CREONTE-RENZI: Tutto ciò che tu dici è per
difenderla.
EMONE-LANDINI: E per difender te, me stesso,i
cittadini onesti
CREONTE-RENZI: A tanto arriva l'ardir tuo?
Minacci?
EMONE-LANDINI: Minaccia è forse opporsi alla
stoltezza?
CREONTE-RENZI: Non cianciar piú: sei schiavo
d'una femmina!
EMONE-LANDINI: Vuoi parlar solo, e che nessuno ti
risponda?
CREONTE-RENZI: Tu, pazzo, vuoi curarmi? Ah,
dovrai piangere!
EMONE-LANDINI: Te direi pazzo, non mi fossi
presidente del consiglio!
CREONTE-RENZI: Davvero? Ah! per l'Olimpo, a te
l'ingiurie vantaggio non faranno, sappilo. Recate qui
l'odïosa femmina: sparire deve innanzi al suo difensore,
al fianco suo.
EMONE-LANDINI: Innanzi a me? Non lo sperare,
no! Ella a me presso non sparirà, né tu il viso mio
vedrai piú: con gli amici che a te son ligi, resta al tuo
delirio.
Come è noto, l’intransigenza reciproca produce, nella tragedia di Sofocle, il disastro familiare e dello
Stato. Il messaggio sofocleo, impietoso osservatore della democrazia del suo tempo,( ma la lezione vale
per tutti i tempi) è che soltanto un inesauribile dialogo tra le parti, una continua Mitbestimmung può
superare le crisi insorgenti tra i diritti naturali e la necessità di governo. La guida della nave non è affidata
esclusivamente al capitano, ma anche alle risorse del suo equipaggio, della cui esperienza, opinione,
benessere, non si può non tenere conto in ogni momento del viaggio. L’arroganza e la presunzione di
farcela da solo è secondo Sofocle esito del narcisismo del potere e destinato alla sconfitta e alla rovina del
paese.
Gaetano Bonaccorso
“La zattera della Medusa”
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VERSO “LA BUONA SCUOLA” – Riflessioni e commenti
UNA BUONA SCUOLA PER UN’ ITALIA MIGLIORE
Lettera del Sottosegretario Davide Faraone
Carissime e carissimi,
sono Davide Faraone, ho 39 anni e sono stato eletto deputato per la prima volta in questa legislatura.
Ora il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, mi ha voluto come Sottosegretario al Miur per
rappresentare un governo che sta mettendo la scuola al centro della propria azione, non solo a parole ma
con i fatti.
È davvero il momento della svolta per la scuola italiana e per il Paese.
Siamo partiti dagli edifici scolastici. Sono migliaia gli interventi già partiti, e quelli in programma nei
prossimi mesi, per rendere le scuole più sicure e più belle. E adesso La Buona Scuola.
Ci stiamo occupando di ciò che avviene nelle nostre aule. Da tempo non vi era alcun coinvolgimento sulle
scelte politiche che riguardano la scuola. Per questo abbiamo voluto ascoltare tutti, perché l'istruzione è il
motore per ogni sviluppo economico, sociale e culturale del Paese e la scuola è patrimonio di tutti i
cittadini. Come sarà l’Italia tra vent’anni dipende da come è la scuola oggi, ripete spesso Matteo Renzi.
È per questo che vogliamo una Buona Scuola. La consultazione è terminata in questi giorni, con
l’impegno del Ministro Stefania Giannini e di coloro che hanno collaborato al Ministero e nei territori.
Ringrazio davvero tutti coloro che hanno voluto partecipare contribuendo alla riflessione collettiva sulle
proposte. Ma il lavoro davvero impegnativo arriva adesso.
Il piano ipotizzato nel documento del governo sarà rivisto alla luce delle proposte di coloro che hanno
voluto mandare il loro punto di vista.
Saranno soprattutto le critiche ad essere vagliate. La complessità della scuola è affrontabile solo se
ognuno di voi ci aiuterà a trovare soluzioni che migliorino i risultati delle nostre studentesse e dei nostri
studenti. Questo è il nostro compito e la nostra speranza.
So che chi lavora come voi nella scuola e per la scuola ha vissuto tempi particolarmente pesanti fatti di
tagli e spesso di umiliazioni. Ora si cambia verso! La tenuta del sistema è stata possibile proprio perché
abbiamo potuto contare sul vostro lavoro. Ed ora ci contiamo ancora di più. Potremo ottenere risultati
solo con il dovuto impegno e con la necessaria motivazione di tutti.
Abbiamo una grande responsabilità, sono certo che lavoreremo bene insieme.
Cari saluti
Davide Faraone
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LA BUONA SCUOLA SECONDO PADOAN
Ma ancora “imperfetta”
Mentre il premier Matteo Renzi registra la
soddisfazione per l’ottima riuscita della consultazione
che ha creato attese e speranze, pur nell’incertezza che
le proposte formulate trovino attenzione e riscontro.
Il 21 novembre il ministro Padoan ha inviato una lettera
al Vice-Presidente della Commissione Europea Valdis
Dombrovskis e al Commissario agli affari economici e
monetari Pierre Moscovici, con gli impegni dell’Italia.
Queste le informazioni e le scadenze fornite per la
scuola, tradotte letteralmente dalla lettera inviata in
inglese:
Il Sistema Nazionale di Valutazione è già
operativo e sarà rafforzato così da
diventare più trasparente per i cittadini
(inizio 2015);
Rafforzamento del legame fra scuola e
lavoro nella scuola secondaria di 2°
grado:
alternanza
scuola
lavoro
obbligatoria per gli studenti degli ultimi tre
anni degli Istituti Tecnici e fortemente raccomandata in
tutte le altre scuole superiori.
Più fondi per le iniziative di alternanza scuola lavoro
da Dicembre 2014;
Riforma del sistema scolastico, miglioramento delle
competenze degli insegnanti attraverso la formazione
continua obbligatoria collegata alla possibilità di
valorizzazione della carriera. Retribuzioni degli
insegnanti collegate alla performance (Febbraio
2015);
Rafforzamento
dell’insegnamento delle lingue
straniere e delle competenze digitali. Miglioramento
della digitalizzazione delle scuole (Banda larga e WIFI), compresi i servizi amministrativi (Febbraio 2015).
Forse a queste affermazioni c’è da dare maggior
credito, anche se non si conoscono ancora i dettagli
applicativi della valutazione delle competenze dei
docenti, avendo quasi tutti ritenuto inaccettabile la
proposta del 66% per scuola.
Dicembre è alle porte e dovrebbero arrivare i fondi per
sostenere le iniziative di alternanza scuola-lavoro.
Auspichiamo che l’agenda del Ministero del Tesoro e
delle Finanze non vada perduta o sommersa da altre
carte e richieste dai diversi settori della società
ammalata e stanca.
Il cronoprogramma di Renzi si è spesso allargato a
fisarmonica, senza far giungere un armonico suono,
aggiungendo altri zeri all’unità nel ritmo di 10,100,1000
passi, lasciando la meta lontana; le dichiarazioni del
Ministro Giannini sono rivestite di stagnola luccicante,
ma risultano fragili e poco incisive nel concreto, adesso
che il Ministro Padoan si è pronunziato, forse c’è
ancora da sperare.
Dopo Natale indirizzeremo lo sguardo verso febbraio
2015, altra tappa di partenza per un nuovo cammino
verso il miglioramento della tanto desiderata “buona
scuola”, che come sostiene Paolo Sestito già
commissario e presidente dell’Invalsi, finché la spesa
per finanziare la scuola continuerà ad avere le
caratteristiche di un costo e quindi qualcosa
che si può sempre ‘tagliare’ (scuola senza
“S” e quindi “suola”) resterà “imperfetta” .
Il miglioramento si potrà avere quando la
spese per la scuola, assumeranno la
caratteristica di “investimento”, e quindi una
spesa efficace, utile, e perciò non
comprimibile.
All’enfatico ottimismo di Renzi si
contrappone la complessa pesantezza burocratica del
sistema e si ritiene che, forse, il Governo realizzerà,
alcune delle promesse annunciate, perché incalzato
dalla sentenza della Corte di giustizia europea, ma si
teme che la massiccia immissione in ruolo, avverrà
senza nessuna valutazione del merito, assorbendo tutte
le risorse e pregiudicando in tal modo qualsiasi futura
valorizzazione della docenza.
Centrale e determinante per ogni disegno di
riqualificazione del sistema educativo, secondo Sestito,
è la buona qualità degli insegnanti, che non passa
attraverso l’assegnazione di premi individuali (che
sarebbe anzi controproducente perché ridurrebbe la
propensione al necessario lavoro di team) ma dipende
dalla qualità della loro formazione iniziale e soprattutto
dalla predisposizione di efficaci filtri all’ingresso nella
professione, “con vere prove selettive d’idoneità e
meccanismi che confermino nel ruolo solo i capaci e i
meritevoli”.
La cultura del merito spesso non dialoga con le
emergenze sindacali e delle masse, ma tutto ciò ha
prodotto un impoverimento della scuola che scivola
verso il basso.
E allora la scuola continuerà a restare “imperfetta” e
difficilmente potrà essere “buona”.
Giuseppe Adernò
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F.N.A.S.A. Federazione Nazionale delle Associazioni delle Scuole Autonome - Statuto del 2001Sede legale : Via dei Prefetti 47 - Roma - c/o ANCI - Sede Operativa: c/o ITIS A. Volta, Passaggio dei Picciotti 1, 90123 Palermo
Tel. 091 6494211 - 091 6494216 - fax 091 474126 - sito web: www.associazionescuole.it - e-mail: [email protected]
NOTIZIE
A PALERMO GLI STUDENTI OCCUPANO ALCUNE SCUOLE
Daniela Crimi: Ho letto il messaggio di auguri
dell’assessore comunale Barbara Evola agli
studenti che "occupano" le scuole. Mi auguro che il
sindaco Leoluca Orlando ne sia a conoscenza. Vuol
dire che noi presidi presenteremo al Comune il
conto degli eventuali danni.
occupa gli ultimi posti fra le nazioni civili, non e'
colpa degli studenti, ma dei docenti ed in particolar
modo dei dirigenti scolastici reclutati da politici
corrotti ed imbelli. In America si afferma chi
merita non chi fa il galoppino o il porta borsa!
Fabio Diozzi: Luigi d'accordo con te.
Marco Bono: E non soltanto quello della Signora
Evola. Imperversano su Fb incoraggiamenti da
personaggi di rilievo nel campo delle istituzioni e
della legalità. Si rimane basiti nel leggere tali
avalli.
Daniela Gemelli: forse si dovrebbero chiedere le
"dimissioni"
a
taluni
rappresentanti
dell'amministrazione comunale che istigano i nostri
giovani a lottare adottando forme "illegali" quali
l'occupazione delle scuole!
Fabio Diozzi infatti è assurdo!
Daniela Crimi: Luigi ma di chi parli? Chi
frequenti?
Anna Caputo: Sono amareggiata, delusa e
soprattutto schifata, non tanto dagli studenti che
ormai occupano per moda e per non studiare, bensì
da chi si veste da paladino della legalità per poi
essere il
primo
ad appoggiare questi
comportamenti! Vergogna!
Luigi Di Lorenzo: Mi riferivo alla Signora Caputo.
Carissima sono un docente universitario con
cattedra a Richmond Virginia.
Massimo Savarino: Io concordo con chi sostiene
che ormai occupare le scuole è diventata una moda
tra gli studenti, un modo per anticipare le vacanze
natalizie e fare un po’ di baldoria tutti insieme.
Però è anche vero che abbiamo una scuola allo
sfascio. Ed è anche vero che la colpa è di tutti noi
operatori della scuola, che da anni assistiamo
supini allo sfascio della pubblica istruzione. Io
sono un dsga su 2 scuole sottodimensionate, mi
chiedo, e dovrebbero in primis chiederselo i DS,
come faremo dal 1° gennaio con le nuove regole
per le supplenze, specie quelle ATA. Molti
comprensivi hanno plessi con un solo bidello, cosa
si fa, si chiude? E dei già annunciati tagli ne
vogliamo parlare? Come si fa a tagliare gli
assistenti senza fornire le segreterie di adeguati
strumenti e soprattutto di adeguate piattaforme? E
della molestia burocratica che ne dite? Ecco, in
questo, spesso, i DS sono latitanti, probabilmente
perché non si rendono neppure conto dell'aggravio
di lavoro ricaduto sulle loro segreterie.
Gaspare Trizzino: I danni occorrerà presentarli alla
Giunta Orlando e anche ai genitori degli alunni che
distruggono gli edifici scolastici. Mi auguro che nei
licei palermitani non ci si lasci trasportare dalla
sottocultura odiosa del "lei, prof, non sa chi è mio
padre". Sì è vero questi giovani che occupano le
scuole avranno qualche valido motivo di
contestazione. Dialogare va bene però qualcuno
dovrebbe spiegare a loro e ai genitori che li
appoggiano che la prima battaglia da combattere in
Sicilia è quella della legalità contro la mafia, e
visto che la mafia gestisce il traffico di droga non
si può essere democratici ingrossando le casse
della montagna di merda. Ciao Dani sono
ovviamente con te.
Massimo Intorre: La disonestà intellettuale come
stella polare del calcolo demagogico. Vergogna!
Irene Emilia Failla: Scenari già vissuti ... che
tristezza.
Roberto Tripodi: con tutto il rispetto per il docente
universitario con cattedra in Virginia, sarà bene
spiegargli che in Italia i dirigenti scolastici non
sono reclutati da politici corrotti ed imbelli, né
sono galoppini o porta borsa, ma semplicemente
hanno superato un difficile e selettivo concorso
pubblico. Detto questo, credo che le occupazioni di
Luigi Di Lorenzo: Invece di condannare
aprioristicamente i comportamenti e gli
atteggiamenti degli studenti italiani, risulterebbe
assai opportuno sentire le loro ragioni e discutere
con essi sulle lamentele e sulle rivendicazioni non
tutte da espungere. Infatti, se la scuola italiana
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l’ampiezza del fenomeno, si guarda bene dal
perseguire l’occupazione di edificio pubblico e
l’interruzione di pubblico servizio, benché questi
siano reati espressamente previsti dal codice
penale: preferisce mettere sul banco degli imputati
qualche malcapitato preside su segnalazione di un
vigile del fuoco che ha trovato una lampadina di
sicurezza fulminata in istituto. Di cosa
meravigliarsi del resto se oggi in Italia si occupano
le case degli altri, le stazioni, gli immobili della
Curia, le autostrade? L’occupazione della scuola
certifica che il sistema di istruzione in Italia è
inutile, così come i test INVALSI certificano che
gli studenti meridionali sono asini. È una verità che
dà fastidio, ma è l’espressione di una democrazia
decadente che non riesce a riparare ai propri errori.
scuole siano causate da una molteplicità di fattori:
innanzitutto la cultura di alcuni genitori e
professori, reduci del ’68, che incitano i loro figli a
schierarsi contro le istituzioni, siano esse
rappresentate dal preside o dal ministro di turno.
Poi il comportamento antagonista di sindacati
come CGIL e COBAS che, avendo poco seguito
nella scuola e non riuscendo a mobilitare il
personale negli scioperi, strumentalizza i giovani
studenti. Non è trascurabile la perdita di ruolo di
presidi e docenti che, a furia di promuovere tutti
per evitare il fastidio dei ricorsi e eventuali
diminuzioni di organico, hanno perso di autorità
nel rapporto con gli allievi. Gli studenti poi, hanno
capito che questa scuola, priva di seria valutazione
del personale, non li prepara alla vita e il diploma
conseguito non garantisce più il lavoro, per cui
sfidano il mondo degli adulti sapendo di restare
impuniti. La magistratura del resto, vista
ASASi
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IL BLOG NUOVA FORMA DI SCRITTURA SCOLASTICA
Nell’ambito delle iniziative della Rete Dialogues, che aggrega le scuole italiane aderenti al progetto Face to Faith,
promosso dalla “Tony Blair Faith Foundation”, presso il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania, ha avuto
luogo un seminario di formazione in videoconferenza multipoint sul tema: LA SCRITTURA E LE SCRITTURE
per un progetto di didattica e ricerca su scritture e dialogo
Dall’Istituto omnicomprensivo “G. Marcelli” di Fojano Della Chiana, in provincia di Arezzo, la preside Anna
Bernardini ha introdotto il seminario, coordinato dall’ispettrice MIUR Giovanna Barzanò, coordinatrice della
ReteDialogues.
In collegamento da Londra, Jo Malone, Claudia e Maria Chiara Roselli, dello staff della Tony Blair Faith
Foundation, hanno illustrato il significato e la valenza educativa del Blog nell’ambito del Dialogo, secondo i canoni
del progetto Face to Faith, che coinvolge 1250 scuole. 23 mila studenti e tre mila docenti.
Alla costituzione del “Team blogging” partecipano quattro scuole in costante relazione per quattro settimane, nel
corso delle quali ciascuna a turno svolge il compito di guida nel “porre domande” e le altre interagiscono
elaborando risposte, pensieri e riflessioni.
Attraverso il team blogging, gli studenti imparano ad usare le nuove tecnologie di “scrittura digitale” per elaborare
e comunicare le proprie idee e migliorare le proprie capacità di scrittura, rivolgendosi a destinatari curiosi di
leggere le diverse tematiche in un contesto di comunicazione globale, che apre la classe a diversi contesti culturali e
geografici sul web.
Lo scambio avviene appunto via internet e quindi aperto a tutte le distanze.
Nel progetto della rete Dialogues sono in contatto scuole di Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e
Veneto e a gruppi di quattro interagiscono nel team blogging.
Gli studenti si esercitano inoltre nelle competenze del dialogo, attraverso un ascolto attivo ed un pensiero critico,
nel rispetto delle diverse opinioni, scaturite da esperienze e convinzioni personali.
I temi proposti per il team blogging riguardano: l’identità e l’appartenenza; i valori e le influenze; la fede e il
dialogo e, nella settimana conclusiva, una puntuale sintesi su ciò che è stato appreso attraverso una così originale
esperienza d’incontro e di amicizia tra coetanei vicini e lontani.
Puntuale e precisa è stata la relazione del prof. Pietro Boscolo, docente di Psicologia dell’apprendimento
dell’Università di Padova, sul tema: Il blog come scrittura di scuola.
L’apertura della scuola verso le nuove literacies richiede, infatti, un’accurata programmazione ed un diligente
controllo da parte del docente, che dall’esterno osserva e guida il dialogo Il modello del team blogging consente di
espandere la scrittura scolastica, verso una “scrittura collaborativa, interattiva e meditata”, capace di rendere il
compito della scrittura più partecipato e coinvolgente. Il blog, inoltre, favorisce lo sviluppo della lettura e della
scrittura ed è quindi uno strumento di elaborazione del pensiero, sostenuto da una forte motivazione e dal confronto
comunicativo con un pubblico più vasto della classe. Essendo un lavoro di squadra, amplia i contesti sociali e
culturali di riferimento e produce un “pensiero itinerante”, aperto ai molteplici flussi di sviluppo.
Alla video conferenza hanno partecipato in collegamento sincrono i docenti delle scuole della Rete Dialogues: L.
Settembrini di Roma, Istituto Omnicomprensivo Musicale Statale di Milano, Scuola Internazionale Europea A.
Spinelli di Torino, del Liceo “Galilei” di Catania e degli istituti di primo grado L. Settembrini di Roma;
Michelangelo di Bari e N. Bobbio di Torino.
L’intervento conclusivo della prof.ssa Gioia Longo Di Cristofaro, docente di Antropologia Culturale presso la
Sapienza di Roma e Presidente della LUNID (Libera Università dei Diritti Umani), ha favorito una dimensione di
nuova apertura e di sfida educativa cui la scuola va incontro nell’utilizzo dei nuovi strumenti della comunicazione e
della scrittura digitale.
A conclusione dell’esperienza la videoconferenza finale tra le quattro scuole partecipanti darà ragione dei positivi
frutti conseguiti a beneficio della crescita e dello sviluppo culturale e del pensiero critico degli studenti.
Giuseppe Adernò
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SAPER CONVIVERE DA QUI ALLO SPAZIO!
L’ASSOCIAZIONE INTERCULTURA AFS COMPIE CENTO ANNI
Sabato 29 novembre 2014, dalle ore 9.30 presso l’Auditorium ‘Libero Grassi’ di Palazzo dei Chierici a Catania, i
volontari di Intercultura organizzano una Giornata Celebrativa per il Centenario dello scoppio della Prima Guerra
Mondiale e l’esordio dell’American Field Service nel mondo dal titolo I Cento anni di AFS: saper convivere da
qui allo spazio!
AFS è un’associazione Onlus che, a partire dall’esperienza di ambulanzieri e barellieri americani in Europa,
occupandosi via via di progetti educativi, è giunta ai nostri giorni e continua, tramite l’Associazione Onlus
Intercultura che ne ha ereditato la mission e che si riconosce pienamente nella lungimirante intuizione pedagogica
dei suoi fondatori, a promuovere la mobilità studentesca e lo scambio tra culture diverse per contribuire alla
costruzione della PACE.
La manifestazione, patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, dal Comune di Catania e dall’Università degli
Studi di Catania, con la collaborazione di Eurospin, CS Ending e Viale Vittorio Veneto Otto, é destinata
principalmente alle classi di Scuola Secondaria di Secondo Grado che stanno ospitando gli otto studenti stranieri
che hanno scelto la nostra provincia per vivere un’esperienza annuale di scambio interculturale, alle famiglie che
hanno accolto e inviato studenti tramite AFS Intercultura, ai volontari AFS, alle autorità consolari, provinciali,
cittadine, ai responsabili e ai dirigenti scolastici chiamati a collaborare con AFS negli ultimi trent’anni a Catania e a
tutte le persone interessate alla formazione interculturale attraverso gli scambi internazionali.
La Giornata Celebrativa intende socializzare e condividere lo sviluppo dell’Associazione AFS a livello locale.
Contribuirà allo scopo il racconto filmico ed esperienziale di testimonial di eccellenza che, a partire dal 1970,
hanno vissuto a Catania e da Catania, l’esperienza della mobilità studentesca e dell’interscambio culturale.
Per l’occasione, oltre ad Ermanno Spampinato, primo borsista negli USA nel 1970-71 ed Ennio Nasca, tra i più
giovani borsisti partiti in Svezia nel 2012-13, interverrà Andrea Boyd, ex borsista 1999-2000 a Catania e
ingegnere aerospaziale, e sarà proiettato il video intervento di Luca Parmitano, ex borsista 1992-93 e astronauta.
In programma sono previsti l’introduzione di Roberto Ruffino, Segretario Generale AFS Intercultura, l’intervento
di Maria Teresa Ciancio, fondatrice del Centro Locale AFS Intercultura a Catania, la relazione del prof. Matteo
Negro, docente di Filosofia Teoretica dell’Università di Catania, l’attestazione di Gabriella Chisari, Preside del
Liceo Galileo Galilei di Catania, le testimonianze di Giuseppe Romeo, direttore dell’Orchestra Giovanile dell’Ist.
Sup. di Studi Musicali “V. Bellini” di Catania e di Francesca De Raffaele, direttrice dell’Associazione Culturale
‘Passoadue’ di Misterbianco.
Allieteranno la mattinata l’Ensemble Càlamus di clarinetti diretto da Carmelo Dell’Acqua e accompagnato da
Franco Barbanera e il corpo di ballo contemporaneo dell’Associazione Culturale ‘Passoadue’ di Misterbianco.
Per avere ulteriori informazioni sull’Associazione e sulle Celebrazioni del Centenario AFS, si possono consultare i
siti www.intercultura.it, www.100anniafs.org, www.sapervivereinsieme.org
Foto
http://www.astronautinews.it/wp-content/uploads/2013/05/jsc2013e028028-small.jpg
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18^ GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE
Sabato 29 novembre 2014 avrà luogo la 18^ Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare (GNCA)
In Italia 6.000.000 di persone soffrono la povertà. Di fronte a questo oceano
di bisogno che neppure la società più perfetta può risolvere, chiunque
avverte un senso di impotenza, ma anche l’urgenza di mettere a
disposizione qualcosa di proprio per aiutare chi ha bisogno.
Papa Francesco, nel suo magistero e azione pastorale ha ribadito più volte
la necessità di una particolare attenzione ai poveri, agli ultime, alle
periferie esistenziali .
«Vi invito a fare posto nel vostro cuore a questa urgenza, rispettando questo
diritto dato da Dio a tutti di poter avere accesso ad una alimentazione
adeguata. Condividiamo quel che abbiamo nella carità cristiana con chi è
costretto ad affrontare numerosi ostacoli per soddisfare un bisogno così
primario. Invito tutti noi a smettere di pensare che le nostre azioni
quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi la fame la soffre sulla
propria pelle»
Intervenendo alla FAO, alla Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione ,lo scorso 20 novembre,
Papa Francesco ha detto: “Oggi si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri; forse ci siamo
preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. È inoltre doloroso constatare che la lotta contro la
fame e la denutrizione viene ostacolata dalla “priorità del mercato”, e dalla “preminenza del
guadagno”, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria.
E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza,
chiede di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede
dignità, non elemosina”
E’ compito di tutti aiutare a restituire a ciascuno la propria dignità di persona umana.
All’ingresso dei supermercati PAM , ARD. Carrefour Despar e Simply che hanno dato la loro
disponibilità ad acconsentire alla raccolta dei generi alimentari donati dai clienti, si potranno leggere le
istruzioni che orientano sulla tipologia dei prodotti di cui si avverte maggiormente la necessità.
Lo staff organizzativo della “colletta banco alimentare”, costituita da
Finocchiaro Pietro: Tel. 095 780 6518 e-mail: [email protected]
Moschetto Alfina: Tel. 349731308 e-mail: [email protected]
Signorelli Pina: Tel: 3392730813 e-mail: [email protected]
È disponibile per ogni chiarimento e collaborazione per la buona riuscita dell’evento di solidarietà
Per informazioni sugli esercizi aderenti in altri centri:
Segreteria Colletta Alimentare
Banco Alimentare della Sicilia Onlus
Sede: SP 134 – Via Fondaco, 58 Belpasso (CT)
Tel: 095-7131500
E-mail: [email protected]
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CONCORSO A DIRIGENTE – CORSI DI EUROSOFIA
EUROSOFIA, centro di formazione
riconosciuto, popone alle scuole
la PROGRAMMAZIONE
DELL'ATTIVITA' DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE DOCENTE ED ATA - A.S. 2014/2015
Proposta relativa a un modulo di 4 ore in presenza
Costo €
122,95
82,00
82,00
206,56
103,28
74,00
Voce di spesa
1.Progettazione (Eurosofia)
2.Direzione del corso
3.0manizzazione (SCUOLA)
4.Docenza (€ 51,64 x ora) x collaboratore
5.Tutoring (€ 25,82 x ora) x collaboratore
Analisi del
COStI(definita
in relazione alla location della
formazione e affe spese di
vitto, alloggio e viaggio dei
relatori)
6.Monitore DSGA della scuola (€ 18,50 x ora)
-
7.Valutatore DS della scuola
100,00
58,00
-
8. Personale ATA per assistenza (€ 14,50 x ora)
Opzionale
9. Spese relatore (viaggio, vitto e alloggio eventuali)
produzione materiale
Da
verificare max.
200,00
e
Costo complessivo max
per scuola
1.028,79
Proposta relativa a un modulo di 8 ore in presenza
Analisi del costi.(definita in
relazione alla
location della formazione e alle
spese di vitto, alloggio e viaggio
dei relatori)
Voce di spesa
1. Progettazione (Eurosofia)
2.Direzione del corso
3.Organizzazione (SCUOLA)
4.Docenza (€ 51,64 x ora) x collaboratore
5.Tutoring (€ 25,82 x ora) x collaboratore
6.Monitore DSGA della scuola (€ 18,50 x
ora)
-
Costo C
245,90
163,93
163,93
412,88
206,56
148,00
7.Valutatore DS della scuola
-
8. Personale ATA per assistenza (€ 14,50 x ora)
Opzionale
9. Spese relatore (viaggio, vitto e alloggio eventuali)
e
produzione
materiale - Da
verificare max.
Costo complessivo max
per scuola
200,00
116,00
400,00
2.057,20
Proposta relativa a un modulo di 12 ore in presenza
Analisi dei
costi(definita
relazione alla
location della formazione e affe
spese di vitto, alloggio e viaggio
dei relatori)
in
Voce di spesa
1. Progettazione (Eurosofia)
2.Direzione del corso
3.0manizzazione (SCUOLA)
4.Docenza (€ 51,64 x ora)x collaboratore
5.Tutorinq (€ 25,82 x ora) x collaboratore
6.Monitore DSGA della scuola (€ 18,50 x
-
Costo €
368,85
245,90
245,90
619,68
309,84
222,00
ora)
7.Valutatore DS della scuola
8. Personale ATA per assistenza (€ 14,50 x ora)
Opzionale
9. Spese relatore (viaggio, vitto e alloggio eventuali)
e
produzione
materiale - Da
verificare max.
Costo complessivo max per scuola
-
Fonte finanziamento
Istituzione scolastica
300,00
174,00
600,00
3.086,17
1.Finanziamento L.440/97 a.s. 2013/2014;
2.Finanziamento attivita di Formazione pers. Docente ed ATA; 3.Economie
su avanzo di amministrazione (economie) 2013; 4.Fondi speciali
previsti dal Miur per le attivita formative richieste dalla legge (es.
artt. 8,16 L. 128/13, art. 50 L. 35/12, art. 4 L. 170/2010)
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21
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CONTENZIOSO: La rubrica sui conflitti della scuola.
ASSEGNAZIONE DOCENTI E ATA AI PLESSI E SEZIONI STACCATE
Gentile preside,
L'organizzazione sindacale SNALS ha denunciato come condotta antisindacale il mio rifiuto, durante la redazione
del contratto integrativo, di contrattare sui criteri per l'assegnazione del personale docente ed ATA ai plessi ed alle
sezioni staccate sul presupposto che tale materia rientri ormai nelle prerogative del dirigente a seguito delle
modifiche apportate dall'art- 54 del Dlg n 150/2009 all'art 40 del Dlg n. 165/2001. Il sindacato deduce che la lettura
fornita dal dirigente, della c.d. riforma Brunetta, sia erronea poiché il citato art. 54 é da intendersi nel senso che,
solo l'aspetto applicativo ed attuativo dei criteri medesimi resti riservato alla competenza del capo d'istituto e le
norme dettate dal decreto legislativo n. 150 non trovano immediata applicazione essendo previsto che
l'adeguamento operi solo <dalla tornata successiva> del CCNL e che, essendo tutt'ora in vigore il CCNL, 20062009, la contrattazione integrativa dovrà continuare ad essere stipulata sulle materie ad essa demandate dalla
vigente disciplina collettiva. Come devo comportarmi?
Lettera firmata
Cara Dirigente
l'oggetto del contendere verte su una questione interpretativa. L'art 40 del Dlg n. 165/2001, come modificato
dall'art 54 del dlg n. 150/2009 così statuisce: <La contrattazione collettiva determina i diritti e gli obblighi
direttamente pertinenti al rapporto di lavoro nonché le materie relative alle relazioni sindacali Sono in particolare
escluse dalla contrattazione collettiva le materie attinenti all'organizzazione degli uffici ....>.
L'art 5 comma 2 del Dig n. 165 recita che < nell'ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui all'art. 2 comma
1 le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono
assunte dagli organi preposti alla gestione con la capacita ed i poteri del privato autore di lavoro>. Il carattere
ampio e generico di siffatte disposizioni non lascia spazio per interpretazioni riduttive sul contenuto delle
prerogative dirigenziali in materia di organizzazione degli uffici e gestione delle risorse umane per cui,
circoscrivere la non negoziabilità di tali prerogative alla sola fase esecutiva, senza estenderla alla fase deliberativa
dei criteri da seguire, fase in cui si concreta la potestà organizzativa, costituisce una palese forzatura del dettato
legislativo che finisce con lo svuotarne la portata innovativa.
Il legislatore ha disciplinato alcuni rilevanti profili della partecipazione sindacale alle
scelte
decisionali
della
Amministrazione delimitandone l’ambito e sottraendo alla contrattazione la materia dell'organizzazione degli
uffici, salva l'informativa sindacale, ove prevista (art. 5, comma 2, e 40) per cui la condotta denunciata, proprio
perché riguarda una questione afferente all'organizzazione degli uffici si presenta legittima.
Non è poi in dubbio l'immediata precettività della norme dettate dal Dlg n.150/09 al caso in esame poiché il
richiamo all'attuazione dell'adeguamento solo "dalla tornata successiva" si riferisce esclusivamente, come sancisce il
V co. dell'art65 del Dlg n. 150/2009, alla contrattazione collettiva nazionale e non anche ai contratti collettivi
integrativi la cui disciplina è regolata dal I e II comma del medesimo art 65 dove é stato di contro stabilito che
< Entro il 31 dicembre 2070, le parti adeguano i contrarti collettivi integrativi vigenti alla data di entrata in vigore del
presente decreto alle disposizioni riguardanti la definizione degli ambiti riservati, rispettivamente, alla contrattazione
collettiva e alla legge, nonché a quanto previsto dalle disposizioni del Titolo III del presente decreto. In caso di mancato
adeguamento ai sensi del comma 1, i contratti collettivi integrativi vigenti alla da di entrata in vigore del presente
decreto cessano la loro efficacia dal 1" gennaio 1011 e non sono Ulteriormente applicabili>.
Ne consegue che il divieto di contrattazione integrativa nella materie dell'organizzazione degli uffici e della gestione
del personale, si traduce in una sostanziale disapplicazione delle clausole della contrattazione collettiva nazionale che
rimettono alla contrattazione integrativa la disciplina di quelle stesse materie.
Roberto Tripodi
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LETTERE IN REDAZIONE
EDUCAZIONE AL GENDER
Me lo aspettavo che l’articolo “L’educazione al “gender” pubblicato sul n. 416 de “La Letterina” del 13
novembre scorso, suscitasse qualche imbarazzo tra i lettori del nostro settimanale forse anche perché presi
alla sprovvista su un tema da noi mai affrontato.
Fedele al nostro motto “….magis amica mea veritas” hai fatto bene, perciò, a scrivere, senza remore, che
“L’articolo sull’ideologia di genere non nasce per caso o per estemporaneità ma in risposta a una
campagna subdola condotta dal MIUR su input delle Pari Opportunità e dell’Europa”.
Personalmente mi chiedo: Se la formazione dei figli prioritariamente e costituzionalmente spetta ai
genitori e che, subordinatamente ed in collaborazione con la famiglia, il luogo privilegiato resta la scuola,
come mai il Ministri Giannini non ha sentito il dovere, prima di “imporre” un tema così delicato e
incisivo, dar vita a un dialogo profondo coinvolgendo genitori e docenti?
Può il MIUR e il Ministero delle Pari Opportunità imporre alle scuole e agli insegnanti un progetto in
definitiva ideologico, sostituendosi alle famiglie che sono le depositarie dell’educazione dei loro figli?
Come uomo di scuola (anche se non più quella “militante”!), padre e nonno, sono convinto che senza un
serrato confronto tra obiettivi condivisi e non, sia difficile promuovere uno sviluppo armonico dei nostri
figli/nipoti/alunni anche perché ogni progetto educativo rischia di cadere nel vuoto.
A mio avviso, la strategia messa in atto “motu proprio” dal Ministero ed imposta agli uffici periferici, ha
preso i docenti alla sprovvista quasi si volessero indottrinare su un binario a loro sconosciuto.
E’, comunque, necessario ricordare che i genitori hanno diritto/dovere, in chiave di proficuo dialogo con
la scuola, di portare avanti le proprie convinzioni nel rispetto delle ragioni di chi pensa diversamente ma
essere in grado di scegliere con serenità la scuola più vicina al loro “credo” costruendo un’alleanza
funzionale alla crescita dei propri figli.
Ribadito il massimo rispetto per gli omosessuali e per l’affermazione e il riconoscimento dei loro diritti,
termino facendo mia la tua affermazione trasformandola in interrogativo “ Perché i burocrati dell’Europa
hanno stanziato miliardi di euro in questa sconvolgente campagna che mascherano come educazione
contro la violenza e cose del genere rischiando che il risultato possa essere un colossale sbandamento dei
maestri e delle maestre che non sapranno più cosa insegnare ai bambini”?
Pippo Luca
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Presidente Lo Scrudato Vito Liceo Classico Umberto I (PA), ([email protected])
Vicepresidente Salvatore Indelicato ITI Cannizzaro di Catania, ([email protected])
Tesoriera Francesca Paola Puleo ICS E. Ventimiglia di Belmonte Mezzagno (PA) ([email protected])
Comitato di coordinamento
Attinasi Pietro IS Petralia Sottana (PA), ([email protected])
Linda Piccione SMS Pluchinotta S. Agata li Battiati (CT)
Grande Valentina III ICS S. Lucia (SR),( [email protected])
Novelli Maria IIS RipostoI.T.N. + I.T.G. + I.P.S.I.A.M. (CT), ([email protected])
Teresa Buscemi Liceo Scientifico Statale "Ettore Majorana" (AG),
Bongiorno Adriana IIS “Enrico Medi” (PA). ([email protected])
Comitato dei Garanti
Maria Paola Iaquinta (CT)
Mauthe Degerfeld Fabio ICS GIOVANNI XXIII (Trabia PA), ([email protected])
D’Agata Laura ICS Padre Gabriele Allegra (Valverde CT)
Rampulla Angela ICS Giovanni Paolo II (Belpasso CT), supplente ([email protected])
Casertano Mario Liceo Scientifico Einstein (PA) supplente.
Collegio dei Sindaci
Ficicchia Francesco IIS De Felice Giuffrida (CT), ([email protected])
Finocchiaro Giampiero IC Lanza Baronessa (Carini PA), [email protected]
Santangelo Margherita ITI Volta (PA) ( [email protected])
Triolo Paola IC Don Bosco (Ribera AG), supplente ([email protected])
Russo Giuseppe (PA), supplente
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