N. 46 - Londra Sera

IL PRIMO SETTIMANALE D'EMIGRAZIONE ITALIANA NEL MONDO
I L / P E N S I E R O / I T A L I A N O
ANNO XXXVIII – 2014 – N.46
sito ufficiale: www.londrasera.london
“IL GIORNALE
DI RIFERIMENTO”
Codice ISSN 0260-4582
£ 1.00
“DEGLI ITALIANI
IN GB”
L’ E N T E C A M E R A L E D I L O N D R A
ORGOGLIO ITALIANO
on i prestigiosi riconoscimenti della Camera di
Commercio ed Industria
Italiana nel Regno Unito
e con la cerimonia di
consegna dei Premi Keynes Sraffa e
dei ‘Talented Young Italians’, si apre
il programma della Conferenza
“2014: The Future of Europa” che si
terrà venerdì 21 novembre alla
Church House in Westminster. Il
Convegno, alla sua XXXVI edizione,
continua a trovare grande interesse
per la qualità dei suoi temi e dei suoi
relatori. Non per niente il Presidente
della Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano ha conferito il titolo di
Cavaliere di Gran Croce al presidente della Camera di Commercio
Italiana per il Regno Unito Leonardo
Simonelli Santi. Questo tangibile
segno di riconoscimento della più
alta sfera delle decorazioni italiane è
andato a premiare un uomo di grande spicco della Comunità Italiana.
Egli opera con encomiabile dedizione e con apprezzatissimi risultati per
il rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali tra i due
Paesi, agendo sempre in un’ottica di
sinergica collaborazione con altri
uffici ed enti italiani in Gran
Bretagna. I suoi sforzi ed il suo
volontario lavoro svolgono un
importante ruolo nelle relazioni
anglo-italiane.
“Ho vissuto all’estero per molti
anni e come per molti amici, qua e là
nel mondio, vivere all’estero ha rafforzato l’amore per il nostro Paese racconta il presidente Simonelli -. È
stato un grande piacere essere stato
utile al mio Paese e sono orgoglioso
di tutti i risultati che l’Italia ha ottenuto in questi ultimi anni, ed in particolare della sua posizione sul mercato internazionale di leader europeo dei prodotti di qualità. L’Ambasciata apprezza il lavoro svolto dalla Camera di
Commercio Italiana in Gran Bretagna. Nei suoi 127 anni di presenza a Londra sono stati
raggiunti importanti traguardi ed indubbiamente il ruolo delle Camere Italiane all’estero si è molto accresciuto, anche per la maggiore collaborazione di sistema, sia con gli
altri enti, associazioni ed operatori economici italiani, sia con il sistema Camerale internazionale. A Londra o più in generale nel Regno Unito, il merito del successo è dovuto
alla tradizione, alle competitive e grandi possibilità di collaborazione offerte dalla
Nazione in cui operiamo. Ma è dovuto soprattutto allo spirito di scambio che i nostri
Consiglieri e tutti i Soci dimostrano nel mettere a servizio gratuitamente la loro espe-
C
Il Cavaliere di Gran Croce Leonardo Simonelli Santi con i ritratti dei suoi
predecessori: Lord Forte of Ripley ed il Cavaliere del Lavoro Massimo Coen.
rienza a vantaggio dell’immagine italiana all’estero. È insieme a loro – conclude il presidente Simonelli – che riusciamo a creare iniziative che hanno reso sempre più forte il
legame tra l’Italia ed il Regno Unito”.
Graphic Designer Vanna Paola Maggi
FATTI-NOTIZIE E CURIOSITÀ PER LA PROMOZIONE DELLA LINGUA ITALIANA
2
LONDRA SERA
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Sabato dalle 9 alle 12
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BIRMINGHAM B15 3EB
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Lunedì, martedì, giovedì, venerdì
10.30 - 13.30
ZONA DI COMPETENZA:
parte meridionale del West Midlands,
la contea del Warwickshire e il
distretto del Worcester della contea
di Hereford e Worcester
◆ CARDIFF
VICE CONSOLATO
ONORARIO
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CARDIFF CF11 9DD
TEL/FAX: 029-20341757
Lunedì, Mercoledì e Venerdì
10.30-13.30
ZONA DI COMPETENZA:
i distretti di Hereford della contea di
Hereford e Worcester, le contee di
Glamorgan e Dyfed-Gwent e il
distretto di Brecknock della contea
di Powys
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TEL/FAX: 01992-632266
Martedì e Giovedì 9.30 – 13.00
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contea dell’Essex,
parte settentrionale del Middlesex e
parte meridionale del Hertfordshire
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020 7823 1887
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NW2 6UB.
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LONDRA SERA
A Tavola
A cura di Isabella Grimaldi de Monterval
Eurochocolate Awards
Si è rinnovato anche quest’anno l’appuntamento con gli Eurochocolate Awards. I migliori ingegni del cioccolato sono stati premiati nel corso
della ‘Serata di Gola’, l’esclusivo evento
Eurochocolate tenutosi presso l’Hotel Giò Jazz.
Ogni anno gli Eurochocolate Awards vogliono
offrire un riconoscimento a chi si è distinto nella
propria arte o nel proprio mestiere, lavorando
con dedizione nel mondo del cioccolato.
Quest'anno, il premio prestigioso premio per
la ‘Presenza Internazionale’ è stato assegnato ad
Expo Milano 2015, l'Esposizione Universale che
si terrà a Milano il prossimo anno e vedrà
Eurochocolate protagonista in veste di consigliere progettuale e culturale del Cluster del
Cacao. Per la categoria ‘Artigianato Italiano’ è
stata premiata l’Accademia dei Maestri Pasticceri
Italiani, l’associazione fondata nel 1993 per
accrescere la conoscenza dell’arte della pasticceria, promuovendo in Italia e nel mondo la
pasticceria italiana di alto livello. A Lindt è andato il premio per il ‘Prodotto Innovativo’ nella
categoria ‘Industria’ per il nuovo e goloso ‘Hello!
Nice to Sweet you’, nuova linea in cinque irresistibili ricette nate dall’incontro tra la qualità del
cioccolato Lindt e i dolci più golosi della tradizione americana. Ad aggiudicarsi il premio
‘Special Event Eurochocolate 2014’ è stato Pan di
Stelle, grazie alla realtà virtuale dell’Oculus,
grande novità di quest’anno che ha trasportato il
pubblico in un mondo di fantasia in 4D.
Il premio per l’Editoria è stato ritirato dal noto
maestro pasticcere Francesco Favorito per il
libro, scritto a quattro mani con la bravissima
Lara Balleri, "La gioia del mangiarsano", una
guida tra stili alimentari ed un vero e proprio
viaggio nel gusto, tra curiosità e benessere.
L’impatto ambientale
del cibo a tavola
Secondo uno studio condotto dalla Union of
Concerned Scientists, quello che si porta in tavola
determina un quinto dell’impatto ambientale di
una famiglia media. Per questo, anche in vista di
Expo 2015, nasce il progetto ‘I Feel Food’, iniziativa di sensibilizzazione e informazione sull’alimentazione sostenibile, promossa da LifeGate.
Per essere consumatori attenti non è necessario
cambiare drasticamente stile di vita, ma è sufficiente acquistare i cibi 'giusti' e affinare le proprie
abitudini alimentari. Con il biologico, ad esempio,
secondo quanto emerge dall’ultimo Bioreport
2013, si guadagna di più e si crea più lavoro: il reddito netto per unità lavorativa familiare è di 51.478
euro contro i 34.294 euro delle aziende che producono in modo convenzionale. Allo stesso tempo,
nel bio si spende il 14% in più per il lavoro (22.957
euro contro i 15.066 del convenzionale), semplicemente perché c'è più lavoro.
Nelle aziende bio, spiega Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab, "c'è bisogno di più manodopera
umana. Ad esempio: dato che non si passa col
trattore a dare il diserbante (lavoro di una persona), ci vogliono più persone che passano a
togliere le erbe infestanti''. Con ‘I Feel Food’,
LifeGate crea il manifesto del cibo sostenibile: 10
punti essenziali per vivere in modo più sostenibile e rispettoso il proprio rapporto con l’alimentazione. Per una dieta più sana, ricca e consapevole. ‘I Feel Food’ offre anche strumenti
concreti per la scelta del 'cibo giusto'. LifeGate
ha selezionato e raccolto dal web tante soluzioni
per scegliere ed avvicinarsi all’alimentazione più
sana e consapevole: un’App per conoscere la
frutta, la verdura, il pesce e le ricette di stagione,
un sito web per comprare prodotti alimentari
che altrimenti sarebbero sprecati, un sito e
un’App per scegliere il pesce più sostenibile.
Italia leader della
qualità in Europa
Con il riconoscimento della Indicazione geografica protetta alla Piadina romagnola e alla Salama
da sugo l’Italia consolida la sua posizione nel
campo delle produzioni agroalimentari tutelate
dall’Unione Europea, salendo a quota 268 e
distaccando la Francia e la Spagna, che ne hanno
217 e 179. È quanto afferma la Coldiretti in occasione del riconoscimento dell’IGP per i due prodotti emiliano romagnoli, con la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Una leadership ulteriormente confermata dal
fatto che il fatturato al consumo – sottolinea la
Coldiretti - realizzato in Italia e all’estero dai prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento
comunitario (DOP/IGP) ha superato quota 13
miliardi di euro. La Piadina Romagnola IGP è
uno dei simboli della Romagna, tanto che fu il
poeta Giovanni Pascoli a ufficializzare il termine
"piada", definendola alimento antico "quasi quanto l'uomo" e "pane
nazionale
dei
romagnoli". Il
disciplinare
di produz i o n e ,
spiega la
Coldiretti,
differenzia
le
diverse
tipologie di
p i a d i n a
romagnola,
disponendo un'etichettatura specifica per
quella alla riminese, più sottile e larga, e concedendo un'ulteriore riconoscibilità alla piadina
romagnola ottenuta con processi per la maggior
parte manuali, tipica dei chioschi. Gli ingredienti
per tutte le tipologie sono comunque gli stessi:
farina, acqua, sale, grassi, lievito. Non è consentito l'uso di conservanti, aromi e altri additivi.
Identica anche l'area di produzione che corrisponde al territorio delle province di Rimini,
Forlì-Cesena, Ravenna e, in parte, di Bologna.
La Salama da sugo è invece un salume, tipicamente ferrarese, la cui caratteristica forma "a
melone" con divisione in 6/8 spicchi e strozzatura
mediana, risale al periodo Estense. Composto da
una miscela di carni suine aromatizzate e insaccate nella vescica naturale del suino, previo
asciugamento e stagionatura, è venduto come
prodotto crudo o come prodotto cotto pronto
per il consumo. L'odore e il gusto, caratterizzati
da una vasta gamma di composti aromatici, derivano dall'utilizzo originale di vino e spezie, nonche' da una stagionatura condotta in specifiche
condizioni ambientali. Il sugo che trasuda dalla
vescica durante la cottura è il risultato di una percentuale di vino o liquori non evaporati, aromatizzati dalla presenza delle spezie. La zona di lavorazione, condizionamento e confezionamento
coincide con quasi tutta la provincia di Ferrara.
Con i due riconoscimenti, evidenzia la Coldiretti,
i prodotti a indicazione d’origine protetta (IGP)
diventano 105, cui vanno aggiunti i 161 prodotti a
denominazione di origine protetta (DOP) e le
due specialità tradizionali garantite (Stg). Sono
gli ortofrutticoli la categoria più numerosa, con
103 Dop/Igp, seguita dai formaggi con 49, gli oli
d’oliva con 43 e i prodotti a base di carne con 38.
Sono tutelati dall’elenco, inoltre, 9 prodotti della
panetteria e della pasticceria, 5 spezie o essenze,
5 pesci, molluschi, crostacei e prodotti derivati,
4 carni e frattaglie fresche, 3 aceti, 3 mieli e 2
paste alimentari.
La metà del fatturato complessivo viene in realtà realizzata da tre prodotti: il Grana Padano, il
P a r m i g i a n o
Reggiano e il
prosciutto
di Parma.
Ma
a
frenare lo
slanc i o
offerto da
questi
‘gioielli’
d e l l a
nostra produzione è certamente la contraffazione ding che nell’alimentare fattura oltre 60
miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle
nostre esportazioni agroalimentari e che colpisce
pesantemente i formaggi e i prosciutti ingannando i consumatori con nomi, immagini, colori che
richiamano all’italianità senza avere nessun legame con la realtà produttiva nazionale.
Mai più mozzarella blu
I ricercatori dell’Istituto di Scienze delle
Produzioni Alimentari del Consiglio Nazionale
delle Ricerche di Bari (ISPA-CNR) hanno dimostrato che la colorazione anomala del formaggio
è dovuta alla presenza dell’indigoidina, un pigmento prodotto dai ceppi batterici di
Pseudomonas fluorescens, e hanno realizzato
un metodo per inibire la sintesi di questa molecola. Lo studio, condotto in collaborazione con
l’Istituto zooprofilattico sperimentale del
Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, è stato pubblicato sulla rivista americana ‘Food Microbiology’.
“Fino ad oggi sapevamo che la colorazione
anomala della mozzarella era associata ad una
miscela di pigmenti prodotti dai due ceppi batterici P. fluorescens e P. libanensis - spiega
Leonardo Caputo dell’ISPA-CNR -. Il nostro
lavoro ha consentito di capire che è l’indigoidina prodotta dai ceppi batterici di P. fluorescens
il pigmento responsabile della colorazione blu
della mozzarella. Il pigmento è stato estratto
direttamente dalla mozzarella contaminata ed
analizzato con metodologie avanzate di spettrometria di massa”.
I ricercatori hanno così messo a punto un
metodo innovativo per inibire la sintesi di questa molecola da parte dei batteri pigmentanti e
proteolitici. “Poiché l’uso degli antibiotici è vietato nel settore alimentare abbiamo scelto di utilizzare peptidi derivati della lattoferrina, proteina del latte, presente normalmente negli inte-
gratori e nei prodotti per l’infanzia.
Aggiungendo tale derivato al liquido di conservazione della mozzarella siamo riusciti ad inibire la crescita batterica e quindi lo sviluppo del
pigmento blu, allungando la shelf-life del prodotto in
frigoconservazione - contin u a
Caputo -.
Adesso
stiamo
cercando
di individuare
i
fattori che
promuovono l’aumento delle popolazioni alterative di P.
fluorescens nel microbiota della mozzarella e
comprendere i meccanismi mediante i quali i
peptidi antimicrobici derivati dalla lattoferrina
rallentano la crescita batterica e inibiscono la
produzione di indigoidina”.
Questo lavoro è stato premiato per l’originalità e lo spessore scientifico dall’Associazione italiana tecnici del latte in occasione del 4°
Congresso lattiero-caseario tenutosi a Padova di
recente. I risultati ottenuti dai ricercatori
dell’ISPA-CNR di Bari rivestono un’importanza
strategica nel settore lattiero-caseario e potranno contribuire in futuro a migliorare la tecnica
di produzione e conservazione di questo formaggio italiano famoso in tutto il mondo.Mai
più mozzarella blu
Domanda di
registrazione per il
Torrone di Bagnara
La Commissione Europea ha approvato la
domanda di registrazione di due nuove denominazioni di origine protetta. Per l’Italia si tratta del
‘Torrone di Bagnara’ (IGP), un torrone friabile e
croccante ottenuto dalla cottura e lavorazione
di miele, zucchero e mandorle tostate, cannella
e chiodi di garofano e con la copertura di zucchero in grani o cacao amaro, prodotto nel
comune di Bagnara Calabra in provincia di
Reggio Calabria.
Il Torrone di Bagnara ha acquisito nel tempo
una grande reputazione sia per le sue qualità
distintive sia per le peculiarità del processo produttivo. Esso infatti presenta delle caratteristiche
organolettiche uniche, che sono il frutto della
composizione e del perfetto dosaggio degli
ingredienti, ma soprattutto del sistema di cottura di base a fuoco vivo e ad alte temperature che
gli conferisce una netta sensazione di brulé.
L’altro riconoscimento è andato alla Spagna,
per il ‘Jamón de Serón’ (IGP), prosciutto proveniente da razze suine selezionate per la loro
grossa stazza, stagionato per oltre 16 mesi,
secondo un processo di asciugatura-maturazione naturale: il sapore dolce, l’aroma intenso e il
basso tenore di sale sono dovuti alla diffusione
del grasso tra le fibre muscolari, che dopo averle
impregnate consente di trattenere l'aroma, oltre
che al clima estremamente secco di Serón.
La decisione della Commissione verrà pubblicata a breve nella Gazzetta ufficiale dell’Unione
Europea.
I due nuovi prodotti si aggiungono agli oltre
1200 prodotti già protetti, il cui elenco è consultabile nella banca dati DOOR.
LONDRA SERA
4
La mia Londra
Recentemente la prestigiosa rivista della
Condé Nast, ‘The Tatler’, ha pubblicato una
bella intervista a Lady Carla Powell.
L’intervista parlava del suo castello alle
porte di Roma dove si è ritirata per condurre una vita agreste, circondata da cavalli di
razza e da otto cani e tantissimi gatti. Il suo
splendidamente arredato maniero ha ospitato i più famosi personaggi politici della
nostra storia. A Londra, il marito Lord
Powell è stato consulente politico di
Margaret Thatcher durante il regno della
‘Lady di Ferro’. Lady Powell invece intratteneva le consorti degli uomini più potenti
della terra durante le loro visite nella capitale. Lady Carla Powell, grazie alle sue amicizie, conosce i segreti dei politici che fanno
storia. Ma ecco qui di seguito l’intervista che
la nostra collaboratrice Sagida Syed ha tracciato per i nostri lettori.
Q - You are originally from Piedmont. Can you tell us a bit more about your home town and what
brought you to London?
A - “I came from a small village called Druogno, Valle Vigezzo, in the Alps only a few kilometres from
the Swiss border. We mountain people are renowned for being strong-willed (as we like to say) or
obstinate (as others describe us). My husband has been coming there since we
first met at Oxford in 1962 and is now an honorary citizen. Although nowadays
I spend much more time in Rome and London, we always think of the Valle
Vigezzo as home. Indeed I gave my husband a burial plot there as a 70th birthday
present!”.
Q - You lived in England for over 40 years. How has the English society changed
in the last four decades?
A - “It has changed beyond recognition since I first came to Oxford in 1962. The
Swinging Sixties were not yet upon us and the Beatles and Rolling Stones still lay
ahead. Britain was a conservative society, class-conscious, quite deferential and
old-fashioned in its attitudes, its institutions remarkably unchanged since the
previous century, despite two world wars. But the Sixties were when it all began
to change, things suddenly became trendy, casual, satirical, with the new popculture creating distinctive fashions, mid-Atlantic accents and so on. Now we
live in a state of permanent frenzy and seek instant gratification. I suppose at my
age you are always prone to nostalgia, but I am not convinced all the changes
were for the better. I find I miss the more tranquil and stable England of the past”.
Q - You had/have a career writing for major UK papers and as consultant. How
best can you describe yourself and your work?
A – “I enjoy writing both about Italian and British politics. I have had the good
fortune to meet many of the leaders of both countries over the past fifty years
which helps me give a particular perspective. I rarely pursue specific causes
though I have written quite a few pieces promoting the political career of Prime
Minister Renzi, starting several years ago. I was convinced he was the new face which Italy needed and
would bring fresh energy to the sclerotic and caste-ridden Italian political system. I am happy to write
for whichever publication will invite me. My fairly brief business career was great fun. I worked at
Hambros Bank with Sir Michael Butler, former Ambassador to the European Union and one of Britain's
greatest diplomats, and my role was to seek new opportunities for Hambros to launch joint-ventures in
Italy and to bring in new clients. I would lure them to intimate breakfasts (but completely innocent) at
the Ritz and then suddenly, ‘spotting’ Michael Butler entering the room I would invite him over to conduct the more substantial part of the conversation! I loved the cigar smoke-infused atmosphere of
Hambros executive floor and the sense of tradition. I can't imagine what they made of me: impulsive,
noisy and exotic at least by Hambros conservative standards. «She's Italian you know», Margaret
Thatcher would always add when introducing me to No.10 Downing Street guests as though this would
be an adequate explanation if I suddenly took it into my head to dance a cancan on the dining-room
tables”.
Q - You met the most powerful people of the last years. How is it to have to do with people who carry
an international profile and have the responsibility of their countries?
A - The short answer is that it's a huge privilege. Margaret Thatcher generously invited me to all the lunches and dinners for Presidents, Prime Ministers and other foreign leaders in No.10. Meeting them
brought to mind how enormous are the responsibilities they bear and how much life at the top of
government and politics takes out of you.
Perhaps that's why our
own Prime Ministers
are getting younger,
simply to have the stamina to stand up to the
strain.
From
the
Eighties I recall particularly
President
Reagan and President Gorbachev as they wound down the Cold War and the outstanding
Lee Kuan Yew of Singapore; then in later years Nelson Mandela and the Pope. A steady
procession of Italian Presidents and Prime ministers came through No.10, amongst whom
I particularly recall President Cossiga who had a passion for Margaret Thatcher and used
to reprove me as a fellow ‘rosminiano’ for allowing my Italian to become too anglicized.
I was once called in as an additional interpreter at an Anglo-Italian summit and soon
discovered that I fell well short professionally: I had to ask them to change the subject as
I didn't understand the one they were discussing! But often the greatest fun was to be had
at the bottom of the No.10 dining-table, where we invariably sat as the least important
guests, in the company of such luminaries as John Cleese and Michael Caine. It was guaranteed to be the rowdiest place in the room!”.
Q - Your husband was a consultant for Margaret Thatcher. What is your personal memory of her?
A – “My husband was Margaret Thatcher's Private Secretary and adviser on foreign affairs and defence,
and served an unusually long time in Downing Street, the better part of a decade, so we got to see a
great deal of her in action. She was enormously impressive in her inexhaustible energy, her determination to master every problem she encountered, her resolve to change
Britain for the better however great the obstacles. She was very driven which
made it easier to admire her than to warm to her, though we used to have
great fun discussing clothes and shoes which were her secret passion. I think
she appreciated the role I took on myself to look after guests while she was
occupied with Heads of State. But in her later years she came to stay with us
regularly in Italy and then I saw a different and more vulnerable side of her
character, as we drove around to visit the country’s great monuments and
museums, as she picked our cherries and played with our dogs (especially a
rather soppy Alsatian called Tony Blair!). It was then that I came to love her as
well as admire her. I am certain she will be remembered in Britain and beyond
as one of the towering figures of the twentieth century”.
Q - Why did you decide to move to Lazio?
A- “It was actually largely by chance. We had been looking for a second home
for some time and somewhere warmer than the Alps or London. I searched in
Florida, in Spain, in the South of France but never found anything I felt really
happy with. Then I thought: I am Italian, I feel Italian and Italy offers as much
and even more than any other country, including sunshine. I was at a party in
Rome and someone mentioned a rather dilapidated property in the countryside, not far from Rome, with an early Roman ruined tower. I fell in love instantly
with the tower and the magnificent view. Would I have bought it if I had known
in advance what an amount of toil and trouble I would encounter in doing up
the property and creating a garden? Yes, definitely. It has brought me immense
pleasure and satisfaction; as I look out at our olives and cherries and peaches, our lawns and our roses,
and see the animals grazing in the fiel I get a wonderful feeling of unchanging history and of peace”.
Q - Have you ever had a love for the countryside? How is life surrounded by nature?
A – “Although I grew up in the countryside in my Alpine Valley, I never paid much attention to it, rather
taking it for granted. Then our life became focused on London and other capital cities like Washington
where the countryside didn't feature. I didn't share the English passion for a 'place in the country'. I
only re-discovered the countryside and animals quite late in life. Now I revel in it and in my dogs (eight
of them), horses, donkeys, mules, chickens and rabbits. The rest of my family think I am bonkers and
they are probably right. But after 70 hectic years I love the tranquility and simplicity of country life”.
Q - As all ex-pat you have experienced some problems with the local authorities. Can you tell us the
major differences between Italy and the UK from this point of view?
A – “Well, first of all I am not an ex-pat, I am Italian and proud of it. But I have to say that, unfortunately,
the simple things of life are very much more complicated, and unnecessarily so, than in England. The
opacity of our laws, the multiplicity of often contradictory rules and regulations, the myriad taxes and
charges, the need to get documents stamped, the impossibility of doing your admin online, the endless
queues for any public service. The frustrations are endless, particularly in this part of Italy. It's common
knowledge, because I made such a public fuss about it, that I had to struggle for years to get a supply
of clean drinking water just 20 miles from the centre of one of the world's great capital cities: Rome. It
would have been easier in Somalia!”.
Q - Let's talk about the positive aspects
of living in Italy.
A - Now you are talking! The positives
are numerous: our history and the
works of art it has left us, our joy in life
itself, our enthusiasm, our warmth and
generosity, our sense of family. What's
frustrating is that life could be so much
better still with a bit more sense of civic
duty and responsibility and if we had
politicians who put the country's interests before their own”.
Q - Finally, what are your future projects?
A – “At my age, to see my sons, their
wives and grandchildren flourish and
succeed, dispersed as they are around
the world, to see more of my husband
and persuade him to put family ahead
of duty, and to see Italy at last reformed
and restored to its former glory”.
(Nelle foto Lady Carla Powell,
l’Ambasciatore Terracciano,
ed il marito Lord Charles Powell.)
Sagida Syed
5
LONDRA SERA
UN CONSORZIO
DI
APCI UK
UN MARCHIO PER
L’INDUSTRIA DELLA
RISTORAZIONE NEL
REGNO UNITO
PROFESSIONISTI
C
’erano i maggiori nomi della ristorazione italiana nel locale del magnate
russo Novikov: Antonio Carluccio, lo chef Stellato Giorgio Locatelli,
Gennaro Contaldo il cui allievo Jamie Oliver è diventato uno degli chefs
più ricchi del mondo, Giancarlo Caldesi, Salvatore Calabrese (Bartender) e tutti i
giovani emergenti facenti parte dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani
UK, incluso il loro presidente Carmelo Carnevale, il vice Claudio Medugno, e
Francesca Dassori. L’occasione è stata data per la prima presentazione
dell’Associazione alle Eccellenze Italiane presenti a Londra.
L’APCI UK promuove la formazione, la qualificazione e l’addestramento professionale dei soci attraverso corsi e seminari; è fermamente convinta che il lavoro del cuoco sia una forma d’arte e dunque ogni anno consegna le riconoscenze
più ambite del settore a quei chefs promuovono con distinzione il gusto italiano
in un Paese che qualche tempo fa mangiava di tutto. Questi grandi chefs che
hanno partecipato all’edizione londinese del Premio della Ristorazione Italiana
nel Regno Unito strappano applausi anche quando si confrontano con colleghi di
fama internazionale. Londra ha una forte connotazione italiana nel campo della
gastronomia però sono ancora in pochi i ristoranti che riescono a ricreare la
nostra autentica cucina con tutte le sue variazioni regionali. Ma con l’APCI UK
questo stato di cose presto cambierà.
(Nelle foto
gli interpreti
dell’industria
della
Ristorazione
Italiana
e loro ospiti).
6
IL POTENZIALE
LINGUISTICO DELLE
NOSTRE COMUNITÀ
L’italofonia presenta oggi un panorama poliedrico e variegato, nel quale hanno agito processi e fattori storici, sociali e culturali che
hanno favorito articolazioni e diversificazioni
profonde. Per un Paese come l’Italia, che ha
avuto un esodo di 26 milioni di connazionali,
dal quale è derivato un bacino di 60-80 milioni
di italodiscendenti, il retroterra emigratorio
rappresenta la base non esclusiva ma certamente prevalente della pratica linguistica in
italiano. Per comodità espositiva, si fa ricorso
all’immagine dei centri concentrici per delineare, sia pure in modo essenziale, l’estensione e l’articolazione dell’italofonia.
Il nucleo centrale può essere individuato nei
4,5 milioni di cittadini italiani residenti all’estero, anche se tra loro vanno distinti coloro che
sono partiti dall’Italia in tempi recenti e continuano a partire, dagli altri che, avendo recuperato la cittadinanza in base alla elastica normativa in vigore, hanno una dote linguistica più
incerta o addirittura iniziale. Il secondo anello
può essere visto nella comunità dei “nuovi italofoni”, di consistenza numerica equivalente a
quella dei cittadini italiani all’estero, vale a dire
negli stranieri che hanno scelto l’Italia come
luogo di lavoro e di vita. Nel terzo anello possono essere collocati i discendenti dei protagonisti della storica vicenda dell’emigrazione italiana. Si tratta evidentemente della fascia più
ampia, ma in essa vanno distinti coloro che
per la distanza dagli emigrati più lontani devono essere considerati “potenziali italofoni” o
“italofoni di ritorno” dagli altri, nati in Italia ed
emigrati nel secondo dopoguerra, che hanno
una dote linguistica con forti striature dialettali, ma in genere sufficiente per comunicare.
Nel quarto gruppo si possono includere gli italodiscendenti delle ultime generazioni, che
pur avendo molte connessioni con il gruppo
precedente, hanno un livello di formazione e
una padronanza degli strumenti di comunicazione che li rendono terminali privilegiati
dell’offerta culturale e linguistica che l’Italia
riesce a realizzare attraverso molteplici canali,
istituzionali e non. Nell’ultimo cerchio si collocano gli italofoni per “italofilia” che per ragioni
culturali manifestano una propensione per
l’Italia, la sua cultura e il suo modello di vita e
di relazioni interpersonali. Ad essi si aggiungono coloro che per ragioni professionali e di
lavoro esprimono un interesse diretto per la
nostra lingua e per la conoscenza della nostra
società.
Per la rilevanza che il fenomeno della presenza stabile di stranieri nella società italiana
ha assunto, l’impegno di formazione linguistica ad essa connesso rappresenta una delle
priorità che nello svolgimento degli Stati
Generali dovrebbe avere il giusto risalto. Non
si tratta di un bisogno di acquisizione linguistica indotto da esclusive ragioni pratiche, ma di
un più complesso percorso di integrazione formativa, connotata da forti valenze intercultu-
LONDRA SERA
rali, come dimostra l’esperienza degli oltre
800.000 ragazzi stranieri che frequentano un
regolare corso di studio nel nostro Paese. La
lingua, inoltre, rappresenta per gli immigrati
adulti una chiave fondamentale di integrazione; essi, nello stesso tempo, possono diventare
portatori di italianità nei Paesi di provenienza.
Il sistema esistente di promozione e sostegno della nostra lingua nel mondo presenta
un’ampia gamma di canali di intervento, fatta
di Istituti di cultura, scuole statali e paritarie,
scuole private, sezioni di scuole bilingue e
internazionali, una diffusa rete di enti gestori,
un contingente di personale di ruolo, cattedre
e lettori d’italiano presso università straniere e
addetti scientifici. Per un quadro preciso si rinvia ai dati annualmente forniti dal MAE e ai
documenti di altri gruppi di lavoro.
Questo complesso impianto di insegnamento dell’italiano all’estero, di natura pubblicoprivata, che presenta diffusi punti di saldatura
con i sistemi formativi locali di ogni ordine e
grado, rappresenta l’asse portante intorno al
quale ruotano altre reti ed altri programmi
d’intervento che fanno capo a soggetti diversi,
alcuni dei quali di riconosciuta tradizione. È il
caso della Società Dante Alighieri che annovera in 78 Paesi del mondo 408 comitati con circa
200.000 iscritti, discendenti di italiani e stranieri. La Dante organizza ogni anno circa 9.000
corsi di lingua e oltre 2.000 eventi culturali. È il
caso, ancora, degli enti certificatori italiani,
quali l’Università per Stranieri di Perugia,
l’Università per Stranieri di Siena, l’Università
di Roma Tre e la già citata Dante Alighieri, che
svolgono una capillare attività di certificazione
della lingua italiana nel mondo e che dal 2012,
sotto l’egida del MAE, si sono consorziate nell’associazione CLIQ (certificazione lingua italiana di qualità), a garanzia della qualità del
loro operato per la diffusione di una cultura di
qualità nell’ambito della certificazione della
lingua italiana.
Da quando le Regioni a statuto ordinario
hanno ottenuto le funzioni in materia di emigrazione e acquisita capacità concorrente
nelle iniziative internazionali, esse hanno promosso un notevole volume di interventi
rispetto alle loro comunità di riferimento,
rispondendo anche alla domanda di formazione linguistica. Un ulteriore impulso all’attivazione di corsi di lingua viene dal ramificato tessuto associativo. Si tratta di corsi rivolti prevalentemente ad adulti, autogestiti e, di norma,
autofinanziati, che toccano zone sociali e territoriali spesso di difficile contatto, ma in genere
con evidenti limiti di natura didattica.
L’italofonia nel mondo, comunque, si giova
di altri canali meno caratterizzati dal punto di
vista istituzionale, ma non meno efficaci sotto
il profilo della conservazione e della promozione della pratica linguistica. Per brevità ci
limitiamo ad alcuni richiami, tuttavia essenziali. Il primo è quello della stampa in italiano
all’estero, fatta di tre quotidiani, di cui due
avviati ormai in versione online, e 82 periodici
ufficialmente censiti. Essi hanno, in genere,
non solo una funzione di sostegno linguistico,
ma anche di tutela dei vincoli comunitari. Il
quadro degli audiovisivi che si alimentano nel
mercato commerciale o nell’humus associativo, che pure presenta in alcune realtà esempi
di buon livello giornalistico e culturale, non è
stato mai censito e quindi non è quantificabile.
Si è in presenza, tuttavia, di un fenomeno
ancora abbastanza capillare e soprattutto
dotato di una capacità penetrativa da non sottovalutare.
Un secondo importante riferimento è costituito dalla Comunità Radiotelevisiva Italofona,
nata nel 1985. Essa è basata sulla collaborazione istituzionale di radiotelevisioni di servizio
pubblico – RAI, RSI, Rtv Koper-Capodistria,
Radio Vaticana e San Marino TV – ed è rafforzata dai membri associati. Oltre all’effetto di
sostegno alla difficile persistenza dell’italofonia
nelle aree di frontiera, la Comunità costruisce
la sua attività in modo pragmatico tra i suoi
diversi attori e compie interessanti incursioni
nel campo della multimedialità e sperimentazioni in quello dell’interattività, soprattutto
verso enti e attori interessati o coinvolti dalla
visione dell’italianità. La qualità della promozione che questo intervento assicura conosce
un risvolto critico nella progressiva riduzione
della pratica italofona, soprattutto in alcune
realtà extranazionali.
Nel campo delle tecnologie informatiche
applicate alla promozione della lingua agisce il
Consorzio interuniversitario ICoN-Italian
Culture on the Net, una iniziativa di ampia
scala assunta congiuntamente da una parte
rilevante del sistema universitario italiano.
Non va sottaciuto, infine, il contributo che la
Chiesa tradizionalmente apporta alla valorizzazione dell’italiano all’estero, non solo con
l’uso della nostra lingua in alcune funzioni religiose ma anche con la rete delle attività formative delle Università e dei Seminari cattolici e
con la rete assistenziale delle Missioni, estesa
alle diverse parti del mondo, che ancora raccoglie un consistente numero di persone,
soprattutto delle generazioni più mature.
La percezione della cultura di un Paese è di
solito influenzata dall’immagine complessiva
che quello stesso Paese è in grado di trasmettere in una determinata fase. Per quanto
riguarda l’Italia, alle prese da alcuni anni con le
conseguenze di una crisi prolungata e profonda, è realistico pensare ad un impegno non
breve di rilancio che faccia leva su alcuni punti
strategicamente forti, tra i quali certamente la
cultura e la lingua italiane.
Un elemento distintivo e di eccellenza è
notoriamente il nostro patrimonio culturale.
Esso, tuttavia, è sempre più considerato nelle
politiche pubbliche come una rendita di posizione destinata a dare frutti anche senza una
gestione adeguata, una costante e mirata promozione e una ricerca di innovazione nei linguaggi comunicazionali. Il limite maggiore
della promozione del nostro patrimonio culturale e, più in generale, della cultura italiana
all’estero, è nel modo generico e indifferenziato con cui essa è fatta. L’opportunità di costruire un’offerta culturale agli italofoni e agli italofili intorno alle nostre più significative espressioni storiche, culturali e paesaggistiche non è,
naturalmente, in discussione, ma sembra evidente l’esigenza di modulare la proposta
tenendo presente la sensibile articolazione
sociale e culturale dei destinatari e usando linguaggi più adatti ai contesti culturali e ai soggetti di riferimento.
La costante espansione del ‘Made in Italy’,
vera diga di contenimento di una crisi che
altrimenti sarebbe stata ancora più devastante
nella sfera produttiva e in quella sociale, è stata
quasi esclusivamente il frutto di dinamiche
imprenditoriali, in assenza di un progetto culturale che ne evidenziasse alcuni presupposti
tipicamente “italiani”, quali l’abitudine allo stile
e alla personalizzazione, l’equilibrio e l’eleganza delle forme, la creatività e la capacità d’innovazione, la civiltà della tavola e il gusto del
bere, la sociabilità nei rapporti interpersonali,
e così via. La mancanza di dialogo e di sinergie
tra la promozione economica e quella culturale, soprattutto quando si tratti di produzioni
che incorporano un alto tasso di creatività e di
modernità di concezione e realizzazione, limita la possibilità di godere del vantaggio offerto
da un’italicità diffusa in ambito globale, che sia
pure con le distinzioni geografiche, sociali e
culturali più volte richiamate, può essere un
vero punto di forza della proiezione internazionale dell’Italia.
L’esigenza di innovare si estende anche ad
un altro aspetto dei rapporti tra cultura italiana
e culture italofone. Ci riferiamo alla persistente
unidirezionalità delle relazioni tra queste culture, nel senso che quelle italofone sono generalmente considerate pure destinatarie di messaggi e impulsi provenienti dall’Italia. Si tratta
di un’impostazione limitativa che sottovaluta
l’evoluzione sociale e culturale delle tradizionali “comunità” e che priva la stessa cultura
italiana della possibilità di allargare i propri
orizzonti e di beneficiare di stimoli di rinnovamento che possono provenire da realtà che
hanno già fatto quel percorso multiculturale e
multilinguistico sul quale l’Italia si è incamminata. È necessario, dunque, ragionare sull’italiano come lingua della cultura di lingua italiana, con tutti i valori che porta con sé, ma
anche come lingua della cultura “in” lingua italiana, valorizzando la sua capacità di elaborare
altre culture e di mettersi in relazione con altre
lingue. Collocata nella sua giusta ottica, l’italofonia non diventa una mera difesa della lingua
italiana, ma una grande operazione di aggregazione, il “farsi comunità” di una serie di soggetti che si riconoscono, pur con tante diversità, in una comune matrice culturale.
Esiste un’evidente asimmetria tra la comunità italiana nel mondo come storicamente si è
sedimentata nel corso di un secolo e mezzo
d’emigrazione e la comunità italofona, che è
naturalmente più ristretta, anche se si estende
oltre i confini degli insediamenti emigratori,
coinvolgendo fasce importanti di stranieri.
Questa possibile fluenza verso l’italofonia,
comunque, è tutt’altro che lineare, per le forti
diversificazioni e segmentazioni che si sono
sviluppate nel nostro retroterra emigratorio,
già richiamate, che limitano fortemente la possibilità di continuare ad usare con un qualche
fondamento sociologico e culturale lo stesso
concetto di “comunità”. Si tratta, pertanto, di
coinvolgere gli italiani all’estero nella diffusione dell’italiano, distinguendo i gruppi per i
quali la lingua italiana può diventare un’esigenza di appropriazione, riappropriazione,
ricostruzione di un legame con un passato più
o meno lontano e con una terra d’origine più
o meno distante, anche decostruendo stereotipi e luoghi comuni. Nello stesso tempo, si
pone in modo ormai stringente l’esigenza di
aprire un dialogo, oggi del tutto assente, con
gli italiani partiti più di recente, e con quelli
che continuano a partire, affinché si convincano che la lingua del Paese che pure abbandonano con sentimenti spesso contrastanti è
un’eredità da non perdere, disperdere, cancellare nell’esperienza di mobilità che hanno
deciso di vivere. Tanto più che i protagonisti
delle cosiddette “nuove mobilità” sono impegnati in buona misura in attività considerate di
eccellenza a livello globale e spesso correlate
ai settori di successo dell’Italia nel mondo.
È il caso, dunque, di superare al più presto
l’idea di italiano come lingua esclusiva delle
radici. La quota più consistente dei milioni di
italodiscendenti presenti nel mondo è costituita ormai da “stranieri”, cittadini a tutti gli effetti
di altri Paesi, dotati di una formazione culturale e di una dote linguistica “altre” rispetto alla
nostra. Nella maggior parte dei casi è impensabile un’offerta di formazione linguistica assimilata ai canoni della lingua materna, ma è
necessario partire da presupposti metodologici e didattici diversi, propri dell’insegnamento
di una lingua straniera. E questo dovrebbe
valere naturalmente sia per gli italodiscendenti
che per i “nuovi italofoni” che a centinaia di
migliaia frequentano le scuole italiane.
Rispetto ai primi, comunque, si presentano
opportunità legate alla diffusione a livello
mondiale di orientamenti e pratiche educative
di segno interculturale. Per questo è essenziale
non separare la cultura dalla lingua, ma semmai prospettare l’acquisizione linguistica come
lo sviluppo naturale del percorso che si è intrapreso verso una maggiore consapevolezza
delle proprie origini e della propria identità
plurima.
Un aspetto che meriterebbe un approfondimento peculiare e costante è la situazione
degli italiani che risiedono nei Paesi europei,
in particolare nei confini dell’Unione. La loro
condizione è particolare perché può essere
riferita ad un quadro istituzionale e normativo
che offre strumenti e opportunità più avanzati.
Intanto, non è da trascurare il fatto che molti
7
LONDRA SERA
dei protagonisti delle nuove mobilità siano gli
stessi di quella Generazione Erasmus che si è
formata nelle università europee avviando
una pratica bilingue suscettibile di ulteriori sviluppi. In secondo luogo, le direttive europee
richiamano il dovere, in verità non sempre
osservato, degli stati membri di tutelare la lingua materna e di favorire l’apprendimento di
almeno altre due lingue straniere.
Il semestre italiano dell’UE potrebbe essere
l’occasione per rilanciare questa prospettiva
pluringuistica e per ridefinire in modo più concreto gli impegni delle diverse istituzioni, a
livello nazionale e regionale. L’Europa, inoltre,
è ormai il luogo di prevalente destinazione dei
giovani che lasciano il nostro Paese in cerca di
lavoro. Lo snodo della formazione professionale è dunque decisivo per favorire un inserimento stabile e non subalterno di questi soggetti nelle società di destinazione, con le implicazioni di ordine linguistico che ne discendono. Gli Stati Generali potrebbero essere un’occasione per segnalare alcune buone pratiche
di formazione professionale che prevedono
anche un apprendimento linguistico duale,
come in Germania e Svizzera.
Non meno importante è confermare e sviluppare la priorità dell’integrazione dell’insegnamento dell’italiano nei sistemi scolastici
locali, a partire dai livelli dell’obbligo. Essa consente di rispondere ad alcune fondamentali esigenze: a) plasmare l’offerta formativa sulla
reale situazione degli utenti e incrociare la
domanda potenziale nel modo più capillare
possibile; b) collocare l’insegnamento dell’italiano in una dimensione multiculturale e plurilinguistica; c) avere obiettive garanzie sulla
qualità didattica dell’intervento; d) porre le premesse di uno sviluppo della formazione linguistica anche ai livelli superiori e universitari.
Va ulteriormente valorizzato il rapporto con
la RAI avendo a riferimento i tanti canali radiofonici, televisivi e web del nostro servizio pubblico radiotelevisivo, con cui è possibile promuovere la conoscenza del nostro Paese, la
sua storia, la cultura, l’economia insieme alle
tradizioni, i costumi e il grande patrimonio culturale e artistico di cui l’Italia dispone. Il portale
www.letteratura.rai.it è una straordinaria e
innovativa opportunità per apprendere la
nostra lingua e cultura per gli italofoni e gli italofili dentro e fuori i nostri confini. Sul versante
dei media va implementata inoltre la collaborazione con la Comunità Radiotelevisiva
Italofona di cui fanno parte - oltre la capofila
RAI - emittenti straniere che trasmettono in lingua italiana.
In merito alla sottotitolazione per offrire un
sostegno concreto al bilinguismo, la RAI si è già
attivata per la risoluzione delle questioni tecniche legate all’offerta della sottotitolazione on
demand dei maggiori programmi di Rai Italia.
Essenziale, infine, è considerare la “rete”,
Internet e le risorse ad esso collegate come
una delle scelte strategiche più adatte per
rispondere in modo necessariamente flessibile
alla diversità di motivazione e di livello culturale dei possibili italofoni e per realizzare una
sempre maggiore interattività nel quadro dell’auspicata bidirezionalità nei rapporti con gli
italodiscendenti. Attraverso la “rete” si potrebbero raggiungere alcuni fondamentali obiettivi
comuni: a) favorire l'integrazione trasversale
di tutte le comunità italofone al di fuori dei
contesti culturali locali, creando così una
“comunità” mondiale dell'italofonia; b) aprire
direttamente i canali di accesso alla lingua italiana ai potenziali italofoni e italofili del futuro
usando l'immagine dell'Italia e la sua cultura
come polo di attrazione; c) offrire alle comunità italofone una immediata e rilevante disponibilità di prodotti culturali italiani immediatamente spendibili; d) sostenere il recupero di
richiami identitari per quelle comunità all'estero che negli anni si sono sentite progressivamente emarginate, favorendo in tal modo un
"nuovo patto” con l'Italia. Su questa linea si è
sviluppata l’attività di diverse università, in particolare di quelle telematiche, come ad esempio l’Uninettuno e l’Unimarconi.
Andrebbe raccolta, infine, la proposta, trasversale a diversi gruppi di lavoro, di costituire un
Osservatorio mondiale della lingua e della cultura italiana, coordinando e valorizzando l’attività di istituti specializzati giàesistenti e operanti nel campo, con l’intento di monitorare lo
stato e l’evoluzione dell’italiano nelle diverse
aree linguistiche.
Gli ostacoli che si frappongono ad una maggiore diffusione dell’italiano all’estero, in particolare nell’ambito delle “comunità” di origine,
sono molteplici, per il cui superamento si
avanzano le seguenti proposte:
- Definizione di un progetto organico sulla promozione della lingua e della cultura italiane
nel mondo che tenga conto dell’esigenza di
conciliare il forte richiamo della nostra consolidata tradizione classico-rinascimentale con la
cultura delle moderne eccellenze italiane,
dell’opportunità di incorporare la promozione
culturale e linguistica nelle azioni di sostegno e
di proiezione internazionale del ‘Sistema
Paese’, dell’urgenza di un uso sistematico e
mirato della multimedialità, dell’utilità di riconoscere alle “comunità” di italiani e di italo
discendenti un ruolo attivo ed autonomo nello
sviluppo dei programmi e nella realizzazione
delle attività.
- Una diversa considerazione delle risorseda
impegnare: la riduzione di oltre il 70% dei fondi
per i corsi e per l’attività degli Istituti di cultura,
combinata con il dimezzamento del contingente di personale di ruolo all’estero, con la
caduta del finanziamento della Dante Alighieri
e con le attuali difficoltà delle università,
nonostante l’impegno che i diversi soggetti
dimostrano nel fronteggiare gli effetti più gravi
dei tagli, indebolisce le capacitàconcorrenziali
del nostro sistema rispetto ai nostri partners
europei, minaccia le esperienze di eccellenza e
proietta delle ombre sugli accordi di partenariato con le autorità scolastiche di alcuni Paesi
dove è più alto il livello di integrazione nei
sistemi locali.
- Creazione di una “cabina di regia”:la mancanza di dialogo tra i diversi soggetti, la frammentarietà e la sovrapposizione degli interventi, la conseguente dispersione di risorse
sono rilievi critici che provengono dalla generalità degli operatori, a livello centrale e nelle
realtà estere.
- Rilancio della formazione dei formatori: l’incertezza sul modello organizzativo e il succedersi di provvedimenti frammentari hanno
determinato una situazione di incertezza e in
alcuni casi di smarrimento relativamente al
personale impegnato, in particolare rispetto a
quello adibito inattività di insegnamento. E’
necessario intervenire al più presto per superare alcune contraddizioni, quale quella della
diminuzione del contingente di ruolo e del
contemporaneo fermo, per ragioni finanziarie,
dell’aggiornamento del personale reclutato in
loco e definire un profilo professionale adeguato per un’attività complessa e delicata,
com’è l’insegnamento di una lingua seconda in
peculiari contesti linguistici e culturali.
- Implementazione del “Progetto Pilota”: la
Direzione Generale per gli Italiani all’estero del
MAE ha inteso contribuire al miglioramento
della qualità dei corsi avviando un “progetto
pilota” sperimentale – con la collaborazione
dell’Università per Stranieri di Siena e di
Perugia – che prevede l’invio all’estero di neolaureati presso i predetti Atenei, specificamente formati nell’insegnamento dell'italiano
come lingua straniera, con l’intento di affiancare i docenti locali in servizio presso gli
Entigestori e trasmettere loro le più moderne
tecniche glottodidattiche.
- Sulla base di questa presupposto, si può
pensare di estendere questa esperienza di
formazione specialistica a giovani discendenti, anche avvalendosi del contributo delle
Regioni e delle loro reti associative nel
mondo.
PREMIO
LUCIO FONTANA
Julian D’Angiolillo e Valentina Demarco
sono i vincitori della terza edizione del
Premio Lucio Fontana 2014, promosso dal
Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires e
dalla Pirelli Neumaticos SAIC. Il Premio
Lucio Fontana è riservato ad artisti emergenti residenti in Argentina e di origini italiane. Ai due vincitori sarà offerta la possibilità di trascorrere un periodo di due mesi in
Italia, al fine di sviluppare le proprie capacità creative a contatto con l’ambiente culturale ed artistico italiano e in particolare con
le realtà dell’arte contemporanea della città
di Torino - che vanta molti spazi pubblici e
molte tra le più importanti gallerie dedicate
alle nuove generazioni creative -, contando
sull’appoggio della Fondazione IGAV (Istituto
Garuzzo per l’Arte Contemporanea), specializzato nelle residenze di artisti internazionali.
La giuria di questa edizione – composta da
Laura Buccellato, Teresa Riccardi, Luis
Parenti, Guillermo Ruberto e Dino Bruzzone
– ha selezionato anche altri nove artisti cui ha
assegnato una mezione speciale: Maria
Marcolina Dipierro, Carolina Fusilier, Bruno
Gruppalli, Carolina Magnin, Rosalba
Mirabella, Vito Alessio Pace, Mariana Sissia,
Alejandro Javier Somaschini e Valeria
Traversa.
Con questa iniziativa il Consulato Generale
intende contribuire a rinnovare e ricreare,
anche idealmente, il cammino della grande
relazione artistica e culturale tra Italia e
Argentina, che in Lucio Fontana incontra una
delle figure più emblematiche. L’artista, nato
a Rosario nel 1899, compì i suoi primi studi in
Italia, tornò in Argentina dove avviò la sua
carriera artistica, per poi stabilirsi definitivamente nel 1947 in Italia, dove concretizzerà il
"Manifesto bianco", concepito a Buenos Aires,
fondando il "movimento spazialista" che lo
porterà, con i suoi famosi "tagli", ad esser
considerato uno dei più grandi innovatori
dell’arte contemporanea.
CRISTINA RAVAGLIA
OSPITE DI
INFOCOMMUNITY
Nel corso della prima puntata la conduttrice
Benedetta Rinaldi ha intervistato, nell’ambito
della rubrica ‘Infocommunity’, il direttore generale del Maeci per gli Italiani all’Estero e le
Politiche Migratorie Cristina Ravaglia. Si è parlato delle modalità di voto per il rinnovo dei
Comites e della ristrutturazione della rete consolare.
“Ha diritto a votare – ha precisato in primo
luogo l’ambasciatore Ravaglia - il cittadino italiano maggiorenne ed iscritto all’Aire che alla
data del 19 dicembre 2014 sia residente da
almeno sei mesi nella circoscrizione consolare.
Però quest’anno, per poter esprimere il proprio
suffragio, ogni connazionale dovrà manifestare
preventivamente la volontà di votare per i
Comites facendo pervenire al consolato di riferimento, prima del 19 novembre, una domanda di ammissione al voto firmata e accompagnata dalla fotocopia di un documento di riconoscimento. Il modulo potrà essere consegnato di persona o inviato per e- mail, via fax o per
posta. Una volta acquisita dal consolato la
domanda il connazionale verrà iscritto nella
lista degli elettori veri e propri che riceveranno
la scheda elettorale per posta”.
Per quanto poi
riguarda le prerogative dei Comites il
direttore generale ha
evidenziato
come
questi organismi di
rappresentanza svolgano una funzione
molto importante. “I Comites – ha spiegato
Cristina Ravaglia - rappresentano la collettività che fa riferimento ad un consolato e vengono istituiti dove esistono comunità di una
certa importanza con più di tremila italiani.
Quest’anno vi saranno 16 nuovi Comites, ad
esempio a Bangkok, Panama e Dubai dove le
collettività italiane non sono quelle tradizionali. I Comites, che rappresentano le istanze
delle collettività, hanno il compito di dialogare e di essere sentiti dai consoli su tutti i temi
di interesse generale Quindi la loro funzione
è molto importante e io credo che vada sfruttata appieno nell’interesse ovviamente dei
connazionali, ma anche dell’istituzione che
attraverso il Comites dovrebbe poter conoscere le reali le esigenze , richieste e priorità
della collettività residente in quella zona”.
Dopo aver ricordato che i moduli per richiedere l’iscrizione alle liste elettorali per il rinnovo dei Comites sono disponibili presso i
consolati e i loro siti Internet e sono stati
distribuiti attraverso associazioni, patronati e
Comites già esistenti, Ravaglia ha risposto alla
domanda della conduttrice sulla ristrutturazione della rete consolare.
“Per far fronte ai tagli di spesa – ha affermato il direttore generale - stiamo ripensando la nostra rete diplomatica – consolare, cercando al contempo di minimizzare i danni.
Per compensare la riduzione delle sedi stiamo inoltre applicando sempre più le innovazioni che la tecnologia informatica ci mette a
disposizione, come ad esempio il nulla osta
elettronico per il rilascio del passaporto. Una
volta infatti si mandava la richiesta via fax alla
competente questura in Italia, adesso, grazie
al nulla osta in via informatica, la procedura
è praticamente immediata. Un’altra novità
importante – ha proseguito Ravaglia - è l’utilizzo della posta elettronica certificata per il
conseguimento del nulla osta da parte dei
comuni italiani per l’iscrizione dei connazionali all’Aire. Vi è poi un’altra innovazione, che
scatterà da fine novembre ed è il frutto della
nostra collaborazione con l’Inps, e cioè quella
che consentirà ai Consolati di trasmettere
all’Inps i certificati di esistenza in vita dei
nostri pensionati all’estero in tempo reale e
non più per posta come avveniva in passato.
Stiamo inoltre lavorando – ha aggiunto
Ravaglia - con il Consiglio Nazionale dei
Notai per la realizzazione di un manuale di
atti notarili che sarà presto in uscita. Questa
iniziativa consentirà agli italiani, che si recheranno in Consolato, di avere la sicurezza di
un atto notarile perfetto e già concordato.
Abbiamo lavorato molto bene in questo
senso ottenendo dei vantaggi per i connazionali, ma anche per noi che potremo lavorare
tranquilli con dei modelli notarili ben fatti che
non dovranno essere
rivisti dai notai in Italia”.
Il direttore generale ha
infine ricordato l’importante lavoro svolto dai
funzionari itineranti dei
consolati che portano i
loro servizi presso le
nostre collettività. (G.M.)
LA RICETTA DELLA SETTIMANA
Insalata di Lenticchie
al pepe rosa
Ingredienti (per quattro persone): 250 gr. di lenticchie biologiche; 1 cespo di
radicchio rosso di media; grandezza; 3 arance; 1 melograno; 1 carota; 1 costa di
sedano; 1 foglia di alloro; olio extravergine; sale e pepe.
Esecuzione: Lessare le lenticchie in acqua fredda con una carota, il sedano e l'alloro. Quando sono pronte scolarle, togliere gli odori, e far raffreddare. Tagliare
il radicchi sottilissimo e grattugiare due arance. In un pentolino portare ad ebollizione il succo di due arance e farlo ridurre della metà. Condire le lenticchie con
il radicchio, il pepe rosa, la buccia ed il succo delle arance, i chicchi della melagrana, l'olio, il pepe ed il sale. Versare nel piatto di portata e decorare con fettine
sottili di arancia.
LONDRA SERA
8
Matera designata Capitale
Europea della
Cultura 2019
Una veduta di Matera.
È
La magia delle mongolfiere a Matera.
Matera la città designata dalla
Commissione di 13 esperti tra
italiani e stranieri ad essere
Capitale Europea del 2019. La Città dei
Sassi ha superato, ottenendo 7 voti su
13 le altre città candidate, Cagliari,
Lecce, Perugia, Ravenna e Siena. La
decisione, molto attesa nelle diverse
città dove la cerimonia di designazione è stata seguita nelle piazze, è stata
comunicata ai sindaci e ai rappresentanti delle diverse città nel Salone del
Consiglio nazionale del Mibact in via
del Collegio Romano.
Grande soddisfazione è stata espressa dal primo cittadino del capoluogo
lucano, Salvatore Adduce che, ha sottolineato: "La nostra vittoria è un
esempio esaltante che da Matera arriva
all'Europa. È la dimostrazione che con
il contributo della cultura si può trasformare il territorio". La vittoria, ha
continuato il sindaco Adduce "non era
un esito scontato. Con Matera vince
tutto il Sud".
Per il Ministro Franceschini si è trattato di "un'esperienza formidabile,
importante per le città candidate e per
il Paese. Nell'Art Bonus - ha poi ricordato il ministro - ci sono delle misure
che puntano a valorizzare tutti i progetti che sono stati presentati. Ci sono anche dei provvedimenti in cantiere per istituire la capitale italiana della cultura".
Piazza San Giovanni, nei Sassi, è esplosa di gioia all'annuncio del Ministro Dario
Franceschini, seguito in diretta su un maxi-schermo. Subito dopo sono risuonate le note
dell'Inno alla Gioia, inno dell'Unione Europea, fra bandiere sventolanti bianche e azzurre. "La
cosa più importante della sfida vinta da Matera è la straordinaria capacità progettuale d'insieme che hanno messo in campo le 6 città della lista ristretta”, ha detto ancora Franceschini,
aggiungendo che "il presidente della Commissione ha affermato che nessun'altra competizione è mai stata di questo livello qualitativo. Per questo sono importantissime le due norme
approvate dal Parlamento con decreto Art Bonus. La
prima è il programma Europa 2019 che prevede di
sostenere la realizzazione del lavoro progettuale anche
delle città che non hanno vinto. La seconda è l'introduzione dal 2015 della Capitale Italiana della cultura".
"La prossima volta che l'Italia avrà la capitale europea
sarà nel 2033 ed è quindi evidente che una capitale della
cultura a livello nazionale e ogni anno, offrirà invece
una opportunità di competizione virtuosa a tutte le città
italiane grandi e piccole, in grado di far scattare gli stesso meccanismi positivi e straordinari in termine di progettazione unitaria e creatività che abbiamo visto ora
tra le sei città finaliste", ha concluso il ministro.
È un giorno storico per Matera: dopo oltre mezzo
secolo, la città dei Sassi archivia definitivamente il passato. Da ''vergogna nazionale'' del Dopoguerra diventa
la capitale europea della cultura nel 2019, designata
dall'Italia insieme all'altra città capitale, la bulgara
Plovdiv. Un riconoscimento che rende Matera avanguardia di modernità, non a caso il dossier di candidatura si chiama 'Open Future' ed è stato votato da 7 giurati su 13 per l'originalità ed i contenuti. Matera è premiata per l'intuizione e la partecipazione: il suo cammino per il traguardo europeo è iniziato con anticipo
Il pane di Matera.
rispetto alle altre città candidate ed è
stato interamente nel segno della
partecipazione.
Un percorso in crescendo grazie al
quale il Comitato Matera 2019 è riuscito a coinvolgere non solo tutta la
città ma anche l'intera Regione
Basilicata e una porzione della Puglia
con Comuni della Murgia barese che
9
LONDRA SERA
luogo di attrazione turistica, snodo
nevralgico della vita commerciale e
luogo privilegiato per le numerose attività
culturali nonché museo diffuso con le
chiese rupestri e con tanti contenitori che
sono valorizzati da mostre e concerti.
La proclamazione a Capitale Europea
della Cultura completa questo cammino
di crescita. Con questa conquista, Matera
farà sentire più forte la sua voce anche
per il miglioramento delle infrastrutture.
La città non è collegata né all'autostrada
né alla ferrovia nazionale e le strade verso
lo Jonio o verso Bari necessitano di
urgenti ammodernamenti. L'unico collegamento ferroviario è con una linea a
scartamento ridotto che richiede un'ora
ed un quarto di tempo per coprire i 60
Il Ministro della Cultura Dario Franceschini.
chilometri di distanza da Bari. Matera
2019 è stata una vittoria collettiva che ha coinvolto imprenditori, scuole, istituzioni, cittadini. In modo
lento all'inizio della candidatura e poi travolgente dopo l'inserimento nella rosa dei candidati l'anno
scorso, Matera
2019 è diventata
un'avventura
straordinaria.
Festa in piazza dopo l’annuncio della candidatura di Matera
a Capitale europea della cultura.
La festa degli aquiloni.
Un angolo di Matera.
hanno sostenuto Matera anziché Lecce. Vince per la sua storia millenaria, rappresentata dal logo con la 'M' stilizzata a specchio, che rappresenta cunicoli sca-
Uno scorcio di Matera.
Piazza Vittorio
Veneto.
vati nel tufo e che diventa sia 'W' (la rete) che 'M'
(iniziale della città). Un segno primordiale per il
marchio abbinato al lettering del logotipo, i
colori della terra e del cielo. Per il suo passato,
Matera ha già ottenuto il riconoscimento Unesco
nel 1993 di patrimonio dell'umanità grazie ai
Sassi, i caratteristici rioni in tufo. Proprio i Sassi,
però, nel secondo Dopoguerra erano costati a
Matera l'appellativo di ''vergogna nazionale''
prima con Togliatti e poi con De Gasperi.
Lasciava interdetti vedere i cittadini materani
vivere nelle stesse case con gli animali, asini
soprattutto, preziosi per le attività agricole. Era il
simbolo di una pericolosa arretratezza e di sottosviluppo. Iniziò un piano di svuotamento degli
antichi rioni con la realizzazione di quartieri sul
'piano' e con il progressivo ampliamento urbano progettato da Ludovico
Quaroni. Quella pagina è ormai definitivamente cancellata. I Sassi sono oggi
Il sindaco di
Matera Salvatore
Adduce.
Sasso Barisano.
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IL BIO FA BENE ALLA SALUTE
Gli italiani a tavola scelgono bio e fanno bene,
parola di esperto. Così Laura Di Renzo, ricercatrice della sezione di Nutrizione Clinica e
Nutrigenomica dell'Università di Tor Vergata
di Roma, spiega i
vantaggi per la
salute del mangiare biologico.
“Sono tre gli studi
che
abbiamo
condotto a livello
nazionale - continua Di Renzo -.
In particolare, dal
progetto Sabio
(Sostenibilità
dell'Agricoltura
Biologica)
è
emerso che i prodotti bio hanno
una maggiore capacità antiossidante rispetto
ai prodotti convenzionali con una percentuale
dal 15 al 200%”.
E non solo. Nel soggetto sano, aggiunge la
ricercatrice, “abbiamo rilevato un aumento
dei livelli HDL, il colesterolo buono
per intenderci, ed una riduzione delle
proteine dell'infiammazione, del
colesterolo cattivo e delle perdite di
proteine nel sangue”. Inoltre, un'alimentazione biologica “aumenta la
quota di acido folico, e riduce i livelli
di omocisteina nel sangue”. La scelta
di prodotti bio, dunque, è promossa a
pieni voti, soprattutto per i più piccoli. “Purtroppo però – aggiunge la
ricercatrice – con il progetto sulla
sostenibilità della mensa scolastica
biologica abbiamo riscontrato che
tranne Roma, eccellenza in Europa
per i prodotti bio nelle scuole, le altre
regioni sono poche attente a questo tema”.
E, aggiunge la ricercatrice, “dove non è stata
fatta una campagna di sensibilizzazione i
nostri bambini sono più obesi. Ci sono alcuni
studi che dimostrano una relazione tra il consumo dei pesticidi e l'obesità. Tra
i fattori che incidono sull'obesità, infatti, c'è
anche la qualità
dei prodotti scelti”.
Mangiare bio,
dunque, fa bene
alla salute ma
attenzione a scegliere: “Spesso si
confonde il biologico con il naturale.
Acquistare dal contadino sotto casa non vuol
dire mangiare biologico”. Il biologico, ricorda
Di Renzo, “è un prodotto garantito, certificato
e lo riconosciamo dal marchio”.
REGISTRO PER LA TRASPARENZA
Il registro per la trasparenza dei rappresentanti di interessi è stato istituito nel 2011 ed
opera sulla base di un accordo interistituzionale (AII) tra il Parlamento Europeo e la
Commissione Europea. Tale accordo è stato
recentemente rivisto da un gruppo ad alto
livello, co-presieduto dal vice presidente
della Commissione Maroš Šefcovic e dal vice
presidente
del
Parlamento
Europeo
Rainer Wieland, e composto
da
parlamentari
appartenenti a tutti i gruppi politici oltre ad un
osservatore del Consiglio.
Il gruppo si è riunito nove
volte tra l'agosto e il
dicembre 2013 e ha formulato una serie di raccomandazioni per il miglioramento del registro.
Il risultato di tale riesame
è un accordo interistituzionale rivisto, che è stato
adottato
dalla
Commissione il 9 aprile
2014 e approvato dal
Parlamento
Europeo
durante la sessione plenaria dello scorso 15 aprile.
Il giorno successivo ha
avuto luogo la cerimonia
della firma con il vice presidente Šefcovic e il presidente del Parlamento
Europeo Martin Schulz. Una nuova revisione
del registro per la trasparenza è prevista per il
2017.
L’accordo rivisto comprende una serie di
miglioramenti e chiarimenti, in particolare:
chiarimento delle diverse sezioni, che consente ai soggetti registrati di selezionare più
facilmente la categoria corretta (allegato I
dell'accordo); revisione della procedura di segnalazioni e
reclami allo scopo di
migliorare la rapidità
e l’efficienza del
monitoraggio e della
qualità
dei
dati
(punto VII e allegato
IV); rafforzamento
del codice di condotta; impegno all'introduzione di ulteriori
incentivi per incoraggiare la registrazione.
Secondo le stime
attuali il 75% degli
organismi interessati
connessi alle imprese
e il 60% circa delle
ONG operanti a
Bruxelles risultano
registrati.
Il numero complessivo delle organizzazioni registrate
si aggira attualmente
intorno a 6 500. Secondo una stima prudente,
ogni organizzazione impiega una media di
cinque persone: di conseguenza il codice di
condotta del registro si applica ad almeno 32
500 rappresentanti di interessi. Per il momento il registro rimarrà facoltativo, a causa della
mancanza di una base giuridica chiara e semplice per renderlo obbligatorio, e della volon-
tà, da parte della Commissione e del
Parlamento, di rimanere aperti al dialogo con
tutte le parti interessate, a prescindere dal
loro status.
Il nuovo registro sarà attivo, al più tardi, dal
1º gennaio 2015, ed il segretariato congiunto
del registro per la trasparenza ha già avviato
l'introduzione dei miglioramenti.
CADUTI DI GUERRA
E NON DISERTORI
"Riabilitare i militari disertori, come Caduti di
Guerra: 'giustiziarli' fu un atto di violenza
ingiustificato, gratuito, da condannare", chiede il vescovo Ordinario Militare Monsignor
Santo Marcianò, intervistato sul dibattito,
nato in Francia e ora in corso anche in Italia,
in coincidenza
con la celebrazione del centenario dall'inizio
della Grande
Guerra.
"È sorprendente
con
quanta facilità
costoro siano
stati giustiziati,
in molti casi
senza un regolare processo e
ad opera di altri
militari - sottolinea Marcianò
-. E che tale esecuzione fosse motivata da
ragioni punitive o dimostrative non cambia
la realtà: essa è stata e rimane un atto di vio-
lenza ingiustificato, gratuito, da condannare.
Non c’è ragione che possa giustificare tale
violenza, unita a diffamazione, vergogna,
umiliazione".
Anzi, "come è già avvenuto in altri Paesi
militare - la profonda ingiustizia perpetrata a
loro danno
sostiene
la
richiesta di
chi vorrebbe
una 'riabilitazione' di questi
militari,
tramite
un
loro riconoscimento
come Caduti
di
Guerra.
Anche
lo
Stato italiano,
in particolare
il
Ministro
della Difesa
Roberta Pinotti, ha deciso di studiare meglio
questa problematica".europei come la Francia
- ricorda l'ordinario
IL CAPITALE NATURALE
VALUTATO A
145MILA MILIARDI DI DOLLARI
La green economy è una nuova forma di economia che tiene conto del capitale naturale,
cioè del patrimonio di risorse fisiche e biologiche disponibili, da cui derivano i servizi,
fondamentali per la vita, offerti dagli ecosistemi. Ma non è facile fare una valutazione
economica del patrimonio naturale.
Secondo una stima, compiuta nel 2011, il
valore dei servizi offerti dal capitale naturale
sarebbe tra 125.000 e 145.000 miliardi di dol-
lari (il Pil mondiale del 2011 è stato di 75.000
miliardi di dollari).
La valorizzazione e la tutela di questo patrimonio - secondo quanto rilevato durante gli
Stati Generali dell’economia verde in occasione di Ecomondo, svoltosi a Rimini - passano attraverso quattro proposte: migliorare e
semplificare la normativa di tutela rendendo
più incisivi gli strumenti
economici; promuovere
la contabilità ambientale integrandola nei conti
economici e nei bilanci;
coinvolgere maggiormente il settore privato
anche attraverso accordi ambientali e l’uso di
strumenti di mercato;
contenere il consumo
del suolo anche attraverso il recupero e la
riqualificazione delle
aree urbanizzate e del
patrimonio
abitativo
esistente e l’adozione di misure per rafforzare il risanamento, la bonifica e il recupero di
aree industrializzate.
MONTEZEMOLO NUOVO
PRESIDENTE ALITALIA
Luca Cordero di Montezemolo sale sulla
plancia di comando della nuova Alitalia targata Etihad. James Hogan, Chief Executive
Officer della compagnia di Abu Dhabi, è stato,
invece, designato vicepresidente. Il Board ha
quindi convocato per il 20 novembre in
prima convocazione e per il 26 novembre in
seconda convocazione l'assemblea degli
LONDRA SERA
FOTOGIORNALE
azionisti che procederà a ratificare le nuove
nomine. Sono 40 i piloti di Alitalia che voleranno sugli aerei del gruppo emiratino, con
un contratto triennale con l'opzione, al termine di questo periodo, di rimanere nella compagnia. Per i piloti italiani, il passaggio ad Abu
Dhabi avverrà in termpi brevi: 38 inizieranno a prestare servizio in Etihad
Airways entro la fine di quest’anno, mentre i restanti due si uniranno alla compagnia aerea nei primi mesi del 2015.
La decisione del consiglio di amministrazione rappresenta un nuovo paso
nella definizione dell'assetto di vertice
della compagnia nella quale si appresta
a fare il proprio ingresso Etihad, con
una quota del 49%, una volta ottenuto il
via libera dell'Unione Europea. Il verdetto di Bruxelles è atteso per il 17
novembre. Il nome di Montezemolo alla
presidenza di Alitalia circolava ormai da
mesi, già in estate, e, dopo una fase di
riflessione, l'ex numero uno della
Ferrari, considerato uno dei 'facilitatori'
della complessa e delicata trattativa tra
Alitalia ed Etihad, sarà alla testa della nuova
compagnia.
Sul fronte assunzioni, Etihad ha avviato una
grande campagna di assunzioni a livello
internazionale per assumere 500-600 piloti
nei prossimi cinque anni.
GREENPEACE INTERCETTA
LEGNO ILLEGALE
DALL'AMAZZONIA
Una nave che trasportava legno proveniente
dall’Amazzonia è stata intercettata dagli attivisti
di
Greenpeace
mentre
si
avvicinava al
porto
di
Rotterdam.
Gli
attivisti
hanno affiancato la nave
con i gommoni mostrando
uno striscione
con
scritto
'Crimine
Forestale' per
chiedere alle
autorità competenti
di
rispettare e applicare il Regolamento europeo
che impedisce l’ingresso e il commercio del
legno illegale in Europa.
Il legname a bordo della nave è stato venduto
dall'esportatore
brasiliano
Rainbow
T r a d i n g
all’impresa
Leary ed è
destinato alle
aziende belg
h
e
Lemanhieu e
Omniplex.
Greenpeace
ha denunciato
in
un
recente rapporto come
la Rainbow
Trading sia coinvolta nel taglio e commercio
di legno illegale amazzonico.
NIENTE AIUTI UE PER I RIFIUTI
IN CAMPANIA
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha
respinto il ricorso dell'Italia e ha confermato
il rifiuto della Commissione di pagare al
nostro Paese i contributi finanziari per la
gestione e lo smaltimento dei rifiuti in
Campania. Si tratta di
46,6 milioni di euro
circa, cofinanziati dai
Fondi strutturali, pari
al 50% di quanto speso
dalla
Regione
Campania per la
gestione dei rifiuti.
Nel 2007 Bruxelles
aveva avviato un procedimento d’infrazione nei confronti
dell’Italia, addebitandole di non aver
garantito,
in
Campania, uno smaltimento dei rifiuti
senza pericolo per la
salute dell’uomo e per l'ambiente. Nel 2010 il
procedimento d’infrazione aveva dato luogo
a una sentenza della Corte di Giustizia in cui
si criticava il nostro Paese per aver violato la
direttiva sui rifiuti.
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SEMPRE PIÙ TESTAMENTI A
FAVORE DEGLI ANIMALI
Sono sempre di più gli italiani che decidono
di fare testamento a favore degli animali. "È
un fenomeno recente in Italia - spiega il
vicepresidente della Lav, Roberto Bennati ma in costante e rapida
crescita". Si va dalla vecchietta che nomina erede
universale il suo pastore
tedesco, a chi preferisce
lasciare soldi ad amici o
associazioni con l'onere di
occuparsi
dell'amato
gatto, criceto o canarino
che sia. “Sempre più persone vedono nel testamento uno strumento per
fare del bene - spiega
Bennati - e decidono di
devolvere i loro averi o
parte di essi ad associazioni animaliste,
donazioni che per noi sono di vitale impor-
tanza perché ci consentono di ampliare il
numero di attività che possiamo fare a favore e tutela degli animali".
Anche per la tutela del proprio animale
dopo la morte del
padrone,
secondo
Bennati è meglio affidarsi a un ente terzo. "Le
associazioni danno maggiore garanzia - sostiene
il numero due della Lav di privati che magari non
rispettano fino in fondo
le volontà del defunto.
Ci è capitato spesso racconta - di ricevere
lasciti con l'aggiunta di
piccoli legati con l'onere
di farci carico dell'animale del defunto di cui ci siamo puntualmente
occupati trovandogli una famiglia adottiva".
SICUREZZA DEI COSMETICI
La Commissione Europea ha ulteriormente
rafforzato la tutela dei consumatori, in particolare dei neonati e dei bambini, adottando
due misure che limitano l'uso di tre conservanti nei prodotti cosmetici. Secondo il
Commissario europeo per la Politica dei
Consumatori Neven Mimica "abbiamo dimostrato una volta di più che la sicurezza dei
consumatori è fondamentale in ogni decisione che prendiamo. I conservanti nei cosmetici svolgono una funzione preziosa, in quanto
garantiscono che i prodotti che utilizziamo
quotidianamente siano esenti da agenti patogeni. Dobbiamo tuttavia assicurarci che offrano il massimo grado di protezione. Con queste misure i consumatori possono essere certi
che i cosmetici che usano sono sicuri".
La decisione della Commissione giunge in
seguito ad una valutazione del Comitato
Scientifico della
Sicurezza
dei
Consumatori
(CSSC), un organo
consultivo
indipendente che
ha
effettuato
un'attenta analisi
dei rischi delle
sostanze prima di
raccomandarne
la restrizione o il
divieto. Con le
misure adottate la
Commissione
riduce la concentrazione massima di due
conservanti, il propilparabene e il butilparabene, dal limite attualmente consentito dello
0,4% se usati individualmente e dello 0,8% se
miscelati con altri esteri, allo 0,14% per l'uso
sia individuale che miscelato. Saranno vietati
dai prodotti da non sciacquare destinati
all'area del pannolino dei bambini di età inferiore ai tre anni, in quanto la presenza di irritazione cutanea e l'occlusione possono permettere una maggiore penetrazione rispetto
alla pelle integra. Le nuove norme si applicheranno ai prodotti immessi sul mercato
dopo il 16 aprile 2015.
In secondo luogo, la Commissione vieta la
miscela di methylchloroisothiazolinone e
methylisothiazolinone nei prodotti da non
sciacquare, come le creme per il corpo. Tale
misura è intesa a ridurre il rischio e l'incidenza delle allergie cutanee. Il conservante può
ancora essere utilizzato nei prodotti da eliminare con il risciacquo, quali shampoo e gel
doccia, in una concentrazione massima dello
0,0015% di una miscela, con un rapporto 3:1 di
MCI/MI. La misura si applicherà ai prodotti
immessi sul mercato dopo il 16 luglio 2015. I
conservanti sono importanti nei cosmetici in
quanto proteggono i consumatori da agenti
patogeni nocivi che altrimenti invaderebbero
le creme e i prodotti di uso quotidiano. Senza
conservanti tutti i cosmetici avrebbero una
durata di conservazione molto breve e, nella
maggior parte dei casi, andrebbero tenuti in
frigorifero.
Il gruppo di prodotti chimici noto come
parabeni costituisce una parte importante dei
conservanti che potrebbero essere utilizzati
nei cosmetici. Oltre al propilparabene e al
butilparabene, altri parabeni, come il metilparabene e l'etilparabene sono
sicuri, come più
volte confermato dal Comitato
scientifico della
sicurezza
dei
consumatori
(CSSC), e sono
inoltre alcuni dei
conservanti più
efficienti.
Quest'anno la
Commissione ha
vietato l'uso di
altri cinque parabeni nei prodotti cosmetici:
isopropilparabene, isobutilparabene, fenilparabene, benzilparabene e pentilparabene a
causa della mancanza dei dati necessari per
una rivalutazione. Dal 30 ottobre scorso, i
prodotti immessi sul mercato devono essere
privi di tali sostanze.
I prodotti cosmetici sono disciplinati a livello europeo dal regolamento (CE) n. 1223/2009
sui prodotti cosmetici per garantire la sicurezza dei consumatori e l'integrità del mercato
interno. Indipendentemente dal processo di
produzione o dai canali di distribuzione, i
prodotti cosmetici immessi sul mercato
dell'Unioen Europea devono essere sicuri. Il
fabbricante è responsabile della sicurezza dei
prodotti e deve garantire che siano sottoposti
a una valutazione scientifica della sicurezza
condotta da esperti prima della loro immissione sul mercato.
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Dr. Alberto Valmori
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