TRATTO DAL NUOVO RINASCIMENTO N°358! 03 APRILE 2014 ZADANKAI Imparare a vedere oltre la superficie di Satoru Izumi Il Nuovo Rinascimento ha ricordato Satoru Izumi nel numero 330, poco dopo la sua scomparsa avvenuta all'età di 93 anni. In memoria di un uomo che sapeva comunicare dritto al cuore delle persone, pubblichiamo alcuni estratti del libro La fede e la vita quotidiana, oggi fuori catalogo. Umorismo e linguaggio chiaro sono la forza di questi due brani proposti: nel primo Izumi tratta della difficoltà di vedere a occhio nudo i cambiamenti che derivano da una pratica costante e nel secondo tratta della necessità di comprendere che le cause di sofferenze "apparentemente" esterne a noi, sono da ricercarsi nella propria vita. Ogni tanto mi capita di incontrare delle persone che si lamentano: «Ho recitato tanto Daimoku, ma non ricevo benefici». Eppure, se si pratica correttamente, è assolutamente impossibile non riceverne. Non possiamo giudicare il potere del Gohonzon. Il nostro punto di vista è limitato. I nostri occhi sono inattendibili e anche se completamente spalancati, vedono solo i piccolissimi benefici e non riescono a percepire quelli grandi. Così siamo fatti noi comuni mortali: anche se ci capitasse di rimanere coinvolti in un incidente senza subire danni, torneremmo a casa lamentandoci che non ci è successo niente di rilevante. Oppure se guariamo da una malattia, siamo felicissimi del beneficio ricevuto. Tuttavia, se passano cinque o dieci anni senza che ci ammaliamo nuovamente, non ci viene in mente di ringraziare il Gohonzon e nemmeno ci rendiamo conto della grandissima fortuna che abbiamo avuto per essere rimasti in buona salute così a lungo. In altre parole, abbiamo la tendenza a non apprezzare il potere del Gohonzon a meno che non ci capiti un incidente, qualche malattia o qualche altra avversità. Quale beneficio è più grande: incappare in una disavventura e superarla, o non avere incidenti di nessun tipo? La risposta è evidente.Nel Buddismo i benefici visibili ma piccoli sono chiamati "benefici cospicui"; quelli invisibili ma grandi sono i "benefici incospicui". I piccoli benefici si riconoscono facilmente, mentre occorre tempo per vedere quelli grandi. GRUPPO PROMONTORIO! PAGINA 1 TRATTO DAL NUOVO RINASCIMENTO N°358! 03 APRILE 2014 Che cosa è un beneficio invisibile? Cercherò di spiegarlo con un esempio. Vedendomi adesso è difficile da immaginare, ma da giovane ero un bell'uomo! Ogni mattina mi svegliavo e mi vedevo uguale al giorno precedente. Questo è successo per giorni, mesi e anni, fino a oggi. In tutto questo tempo, non c'è stato un solo giorno nel quale abbia notato un cambiamento apprezzabile nel mio aspetto. Eppure oggi sono diversissimo da allora, almeno per quanto riguarda la mia testa. Non mi sono svegliato una mattina per scoprire improvvisamente che i miei bei capelli folti erano completamente scomparsi! Questo l'ho raccontato per farvi capire come si manifestano i benefici invisibili, ma non crediate che questo sia stato il mio beneficio invisibile! Intendo dire che quando continuiamo a praticare sinceramente, accade qualcosa di grande, anche se non ce ne accorgiamo. Se mantenete una fede pura per cinque, dieci, quindici anni e più, senza accorgervene vi ritroverete in uno stato di felicità tale che non avreste mai neanche immaginato. Questo è il beneficio invisibile. Spesso ciò che in apparenza sembra una grande sfortuna, a lungo termine si rivela un grande beneficio. Il potere del Gohonzon, cioè il potere del Budda e della Legge, è assoluto. Il fatto di riuscire ad attivare o meno quel potere dipende dalla profondità della fede e della pratica. Continuate a praticare qualsiasi cosa accada, convinti dei grandi benefici che ne deriveranno. Lamentarsi non è Buddismo Tutte le persone hanno delle preoccupazioni. Alcune sono tormentate dal coniuge, altre dai figli o hanno problemi di salute. Lo scopo della fede è correggere le cause fondamentali che provocano tali sofferenze. Non riuscirete mai a migliorare una situazione finché cercate soltanto di cambiare l'effetto. Come afferma il Gosho: «Se tenti di curare la malattia di qualcuno senza conoscere la causa, non farai altro che peggiorarne la condizione». Qualsiasi problema vi affligga scaturisce necessariamente da una causa interna e una causa esterna che agiscono insieme per produrre un effetto. Supponiamo di avere un seme (causa interna): questo seme non germoglierà (effetto) se non viene annaffiato (causa esterna). D'altra parte, anche versando tanta acqua, non spunteranno mai dei germogli se non c'è alcun seme. Molti non si rendono conto che la causa fondamentale è dentro di noi, e si lamentano degli altri che agiscono come ostacoli. Supponiamo che soffriate per un marito tirannico o un figlio ribelle. Non vi siete mai chieste perché vi è capitato di sposare un uomo simile o di generare un figlio ribelle? Questo succede perché voi avete il destino di soffrire a causa del marito o del figlio. La causa della sofferenza presente risiede nel nostro passato. Quindi potete aver fatto soffrire il marito o il figlio in una vita passata (causa); di conseguenza, nel presente sono loro che vi fanno soffrire (effetto). Capire questa relazione è essenziale. Una volta il presidente Toda diede guida a un membro che aveva un figlio poliomielitico. Quell'uomo soffriva a causa del figlio? No, il figlio era soltanto la causa esterna. Era l'uomo che aveva il karma di soffrire per un figlio malato nella sua famiglia; lui provava dolore e voleva esserne liberato. Il presidente Toda gli disse che se avesse rafforzato la fede e la pratica, avrebbe potuto cambiare il proprio destino, e di conseguenza il problema si sarebbe risolto. Un giorno venne a chiedermi un consiglio una donna il cui marito aveva un cancro. Lei aveva recitato a lungo e fervidamente davanti al Gohonzon per la sua guarigione, ma fino a quel momento non c'era stato alcun miglioramento. «Mi sembra di capire che tuo marito non sia molto assiduo nella pratica - le dissi -. È del tutto naturale che tu desideri che tuo marito guarisca, ma pregare per la guarigione di qualcuno che non pratica il Buddismo è come pregare perché una persona che rifiuta di mangiare si senta sazia e soddisfatta. Se potessimo ottenere benefici senza praticare, allora ben pochi di noi praticheremmo seriamente; potremmo chiedere a qualcun altro di recitare per noi. In senso stretto, non puoi cambiare il karma di tuo marito. Però puoi cambiare il karma negativo che ti fa soffrire a causa della malattia del tuo compagno. Allo stesso tempo prega affinché tuo marito trovi nella malattia il motivo per praticare sinceramente e possa contribuire in qualche modo per kosenrufu. Questo deve essere il tuo atteggiamento. Prega sinceramente davanti al Gohonzon, chiedendo scusa per i tuoi errori passati e promettendo di impegnarti sempre di più nelle attività. È questo il modo corretto di praticare». Da quel giorno la donna pregò sinceramente davanti al Gohonzon correggendo il suo atteggiamento sbagliato e le condizioni del marito cominciarono a migliorare a poco a poco. In un mese si era talmente ristabilito, che gli fu permesso di passare a casa i fine settimana. Ogni volta che rientrava in ospedale, il dottore si stupiva del suo miglioramento. Ovviamente non sapeva che l'uomo stava recitando Daimoku e gli chiedeva: «Dimmi, che diavolo mangi a casa?». In definitiva questa esperienza dimostra che la chiave per risolvere tutti i nostri problemi sta nel trasformare positivamente il nostro karma negativo. GRUPPO PROMONTORIO! PAGINA 2
© Copyright 2024 ExpyDoc