Aprile 2014 - Anno 16 (n° 185) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco “Il Signore è più grande dei nostri pregiudizi”. È quanto emerge dall’incontro tra Gesù e la donna samaritana, vicino al pozzo di Giacobbe a 900 metri da Sicar una cittadina della Samaria. Come la Samaritana tutti siamo alla ricerca dell’acqua viva della Misericordia di Dio, perché ci sentiamo peccatori. La Quaresima è il tempo opportuno per “guardarci dentro”. Papa Francesco ci ha rivolto un invito a celebrare una particolare Giornata penitenziale “24 ore per il Signore”. Vale a dire "una festa del perdono". Noi la terremo in Parrocchia domenica 6 Aprile giorno delle Prime Confessioni dei nostri bambini di III Elementare. Gesù, a Sicar, nell’incontro con la Samaritana compie un gesto che supera “le barriere dell’ ostilità”, un dialogo che “rompe gli schemi di pregiudizio nei confronti delle donne”. La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama. Ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi! Gesù pone la Samaritana davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la ‘routine’ quotidiana. Quella di Gesù del resto, era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita. Gesù, infatti, aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa: La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che tutti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera e nella Confessione Sacramentale. Anche noi oggi dobbiamo seguire l’esempio della Samaritana e chiedere l’acqua che ci disseterà nel profondo del cuore. Il Vangelo dice che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna. Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene! Tutti noi siamo dunque chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare la gioia dell'incontro con il Signore: ogni incontro con Gesù ci cambia la vita ed anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore, Egli sa fare tante cose meravigliose nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora, piena di inquietudini, di cose che non ci soddisfano, di piccoli o grandi idoli che non ci danno la gioia, per cui siamo sempre insoddisfatti e delusi. Occorre cercare Gesù e chiedergli umilmente perdono. La misericordia è più grande del pregiudizio. Gesù ci attende sempre, ci aspetta Gesù è tanto misericordioso, tanto! Don Giuseppe IL PERDONO UNA SFIDA PER IL CRISTIANO CRISTIANO Un giorno, durante un viaggio in autobus, mi ritrovai a sedere accanto a un giovane che mostrava chiaramente di avere un peso sul cuore. Mi raccontò che era appena uscito dal carcere e stava facendo ritorno a casa. La sua condanna era stata causa di vergogna per i erano mai venuti a trovarlo e soltanto sporadicamente gli avevano scritto brevi lettere. Nonostante ciò, egli sperava ancora che lo avessero perdonato. Per rendere le cose più facili, aveva inviato loro una lettera in cui proponeva di dargli un segno del loro atteggiamento nei suoi confronti: nel caso l’avessero perdonato, avrebbero legato un nastro giallo intorno alla quercia della piccola fattoria di famiglia; se invece non intendevano più vederlo, non avrebbero dovuto far nulla. In questo caso, egli sarebbe rimasto a sedere sul bus e continuato il viaggio, solo Dio sa fin dove. Quando l’autobus cominciò ad avvicinarsi al paese, la tensione del giovanotto divenne talmente forte che non osava più guardare dal finestrino. Scambiai allora il posto con lui, promettendogli che avrei tenuto d’occhio io la quercia. Dopo poco, gli appoggiai la mano sul braccio. «Eccola!», sussurrai e gli occhi mi si riempirono di lacrime. Tutto era a posto: non uno, ma cento nastri gialli decoravano l’albero! In quel momento vidi scomparire l’amarezza che aveva avvelenato la vita del giovane. Era come se avessi vissuto un miracolo. Forse ne era avvenuto realmente uno… Alberto Ecco l’invito di papa Francesco per “la festa del perdono”: “venerdì e sabato prossimi ( 28- 29 III 2014) si vivrà “uno speciale momento penitenziale”, chiamato “24 ore per il Signore” che inizierà con la Celebrazione nella Basilica di San Pietro: Sarà - possiamo chiamarla così - la festa del perdono, che avrà luogo anche in molte diocesi e parrocchie del mondo. Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare, come ha fatto il padre della parabola del figliol prodigo, che quando il figlio è tornato a casa ha fatto festa, dimenticandosi di tutti i suoi peccati. Sarà la festa del perdono”. Noi terremo la “Festa del perdono” domenica 6 aprile giornata delle Prime Confessioni. È NATA GIULIA Congratulazioni a mamma Francesca e a papà Vincenzo. 2 INCONTRI ADO POPE FRANCISCUS ma di ragione, per un discorso di scienza!” (molto importante allora anche l’incontro con le signore del Centro Aiuto Vita). Ecco perché il prossimo incontro verterà sulle gravi conseguenze (anche il carcere, come in Spagna?) della proposta di legge Scalfarotto, presentata come contro l’omofobia, ma in verità col rischio concreto di essere eterofoba: sembra possibile la reclusione per chi sostenga che il matrimonio è tra uomo e donna, e la strada alle adozioni gay viene così di fatto spianata. Al preside sono infatti giunte nuove direttive ministeriali per “educare” gli scolari, fin dalla più tenera età, all’ideologia del gender Lgbt. “è in gioco la vita di molti bambini che […] saranno privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre” ebbe già a dire, in Argentina, il cardinal Bergoglio. Di più, diceva, “c’è l’invidia del demonio che cerca di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che hanno ricevuto il comando di crescere,moltiplicarsi e dominare la terra”. Ma aggiunge “Dio è più forte! Voi credete questo: che Dio è più forte?Ma lo diciamo insieme, lo diciamo insieme tutti: Dio è più forte! Perché Lui è il Signore, l’unico Signore. E vorrei aggiungere che la realtà a volte buia, segnata dal male, può cambiare, se noi per primi vi portiamo la luce del Vangelo soprattutto con la nostra vita”. Quel Vangelo, cioè Gesù Cristo, che il Papa, come tante volte ci ha proposto don Giuseppe, consiglia di leggere ogni giorno. Anche solo un brano. “Anche sull’ autobus, se non si deve strare attenti a tenere l’equilibrio o al portafoglio!” Giuseppe Proseguono sempre numerosi gli incontri del gruppo giovani e adolescenti. Si tengono ogni venerdì sera, sotto la guida di Suor Adriana e di relatori esterni invitati da Don Giuseppe: coppie di giovani sposi, fidanzati, seminaristi, volontari, missionari, professionisti. Tra i quali il più affezionato è forse il preside delle Stimmate e padre di famiglia Umberto Fasol che, con fedele costanza, riesce a dedicarci preziosi interventi, proponendoci una solida formazione umana e cristiana. Per migliorare la nostra personalità e trasformare la nostra vita in qualcosa di grande, in famiglia, nell’amicizia, sui banchi di scuola, sul lavoro, nella vocazione a cui ciascuno è chiamato. Ecco, solo per fare un esempio, due perle: “il Matrimonio è umanamente impossibile. Per questo ci vuole il “Sacramento” e ai fidanzati “la persona giusta non esiste: la si diventa per chi si ama”. Tema più volte ripreso dal preside all’incontro di venerdì 21 marzo, tutto dedicato all’amato Papa Francesco, di cui caldeggia la lettura delle brevi meditazioni quotidiane pubblicate sul sito della Santa Sede. Un vero padre il Santo Padre, che esorta a non avere paura della tenerezza e a non finire mai la giornata senza avere fatto pace.(“permesso, grazie, scusa”sono le tre parole che, ogni giorno, non devono mancare soprattutto tra marito e moglie). E “non vi è vera pace senza verità”, oggi più che mai minata dalla “dittatura del relativismo” come ricorda “il caro e venerato Benedetto XVI”. E poiché “l’unica guerra che tutti dobbiamo combattere è quella contro il male” (tweet 10/9/2013), il Papa incoraggia i laici perché esprimano il loro impegno “nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita”. “Siate testimoni e diffusori di questa cultura della vita […] ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre,in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità”. “Non per un discorso di fede-no,no3 famiglia all’interno della comunità cristiana in cui viviamo. Il primo appuntamento è stato “aspettando Santa Lucia”. Nel pomeriggio del 12 dicembre nel cortile della parrocchia tanti bambini e genitori hanno atteso Santa Lucia, accompagnata dal suo fedele amico e aiutante Castaldo, che ha distribuito a tutti caramelle e giochi per il Circolo. Con l’occasione del Carnevale abbiamo organizzato un gruppo mascherato che ha partecipato alla sfilata domenica 02 marzo, purtroppo avevamo pochi giudici tesserati del Circolo e siamo arrivati terzi ... Il giorno successivo in mattinata si è tenuto un torneo di calcetto per i bambini della scuola materna, quelli della scuola elementare e i ragazzi della scuola media. È stata un’esperienza positiva dove tutti si sono divertiti e pertanto abbiamo deciso di cominciare da quest’anno a partecipare alle attività sportive promosse dai vari Circoli, sarà lo sport una delle attività su cui punteremo e già stiamo cercando di organizzare altre giornate, magari con tornei genitori-figli. Da quest’anno abbiamo poi chiesto di associarci all’ANCCI, i circoli cinematografici, nelle giornate invernali potremmo pertanto “fare del CINEMA”, vi aspettiamo con idee di titoli incredibili. In questi giorni abbiamo anche inviato suor Adriana agli incontri con gli altri Circoli per poter avere un GREST sempre più bello e magari organizzare qualcosa con chi ci abita nei paesi accanto per fare nuove amicizie e divertirsi sempre di più. Vorremmo finire invitandovi tutti il 30 marzo alla giornata del “NOI in FESTA” con giochi, allegria e la voglia di stare in compagnia. E’ questa un’occasione grande per potersi mettere in gioco con le proprie idee e aspettative. Durante la festa ci si potrà anche iscrivere al Circolo per poter partecipare alle varie iniziative. Come vedete le proposte sono tante … speriamo di riuscire a metterle in pratica tutte ma soprattutto di diventare più amici tra di noi e di Gesù, che ci ha messi insieme. Per gli iscritti, oltre al 30 marzo diamo appuntamento all’Assemblea Ordinaria che si terrà il giorno 11 aprile alle ore 23.30, in prima convocazione, e il giorno 13 aprile alle ore 11.00, in seconda convocazione. Paolo NOI … CHE SCRIVIAMO. NOI è la prima persona plurale ma soprattutto è un pronome che ci riguarda: uniti in associazione abbiamo scelto di essere insieme, di condividere il nostro tempo. Sembra strano a dirsi in un momento in cui il mondo è teso all’efficienza e al lavoro (che c’è o che manca), ma proprio nel tempo libero uno capisce a cosa tiene di più, perché nel tempo libero viene a galla a che cosa uno tiene davvero. A novembre si è rinnovato il Direttivo del circolo NOI “Beato Giuseppe Nascimbeni” di Torri, dopo una decina di anni Rosanna Zanolli Frucco ha deciso di non candidarsi più; volevamo come prima cosa dire a lei e a tutto il vecchio Consiglio il nostro GRAZIE per il tanto lavoro svolto con passione. A novembre, dicevamo, si è rinnovato il Consiglio, sembrava a prima vista una caccia ai candidati, a cercare qualcuno che condividesse la voglia di poter trascorrere insieme qualche giornata in allegria con tutte le nostre famiglie, con tutte quelle della comunità, cercando di mettere insieme genitori, ragazzi e adolescenti. Ma per “convincere” qualcuno bisogna prima chiedere a se stessi le ragioni, anche la stanchezza di fare delle attività, il lamento che magari non sono andate come si voleva ci chiede al fondo il perché, le ragioni di quello che facciamo. Ci siamo così scoperti chiamati, nel senso proprio del termine in quanto reclutati a forza dal presidente uscente, ma soprattutto da Qualcuno che ha usato Rosanna per mettere insieme quest’accozzaglia di persone, un po’ un piccolo Israele. Ecco la sfida. Ed ecco il cammino che abbiamo davanti. Tutto quello che accade - tutto: grandezze e miserie, bellezza e problemi - ci chiede di prendere posizione. E il bello è che non è già deciso, dobbiamo deciderlo noi questo, la nostra libertà. C’è qualcosa, diremmo Qualcuno di più grande per cui vale la pena gioire o soffrire, lavorare o riposare. Ora il metodo è l’Incarnazione quindi ci siamo detti, “non siamo mica qua a smacchiare il giaguaro” e siamo ripartiti nel proporre qualche attività. Tutti con la voglia di fare qualcosa di divertente sempre tenendo come punto di riferimento la 4 CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI CEL EBRAZIONI PASQUALI 2014 2 014 PARROCCHIA DI TORRI DOMENICA DELLE PALME VENERDÌ SANTO 13 APRILE 18 APRILE ore 8.30 ore 9.45 ore 10.00 ore 11.00 ore 11.15 ore 17.00 ore 18.00 S. MESSA Benedizione delle Palme presso il Centro Giovanile. S. MESSA delle Famiglie. Benedizione delle Palme presso oratorio SS. Trinità PROCESSIONE S. MESSA SOLENNE VESPERO S. MESSA ore 7.00 LODI – CONFESSIONI e ADORAZIONE EUCARISTICA ore 15.00 CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE ore 16.00 VENERAZIONE DELLA CROCE ore 16.00 – 19.00 CONFESSIONI ore 20.30 VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE SABATO SANTO 19 APRILE LUNEDÌ – MARTEDÌ – MERCOLEDÌ 14 – 15 – 16 APRILE ore 7.00 ore 10.00 ore 17.00 ore 18.00 ore LODI VENERAZIONE ALLA CROCE ore 8.00 - 12.00 CONFESSIONI ore 15.00 - 19.00 CONFESSIONI LODI S. MESSA VESPERO S. MESSA 7.00 ore 21.30 VEGLIA PASQUALE DOMENICA DI PASQUA GIOVEDÌ SANTO 20 APRILE 17 APRILE ore 7.00 ore 17.00 ore 20.30 ore 21.30 ore 7.00 ore 8.30 ore 10.00 ore 11.15 ore 17.00 ore 18.00 LODI VESPERO MESSA IN “COENA DOMINI” ADORAZIONE EUCARISTICA (fino alle 24.00) S. MESSA S. MESSA S. MESSA delle Famiglie S. MESSA SOLENNE VESPERO SOLENNE S. MESSA DURANTE IL TRIDUO SARÀ PRESENTE UN SACERDOTE PER LE CONFESSIONI ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- PARROCCHIA DI PAI DOMENICA DELLE PALME – 13 APRILE ore 9.45 BENEDIZIONE DELLE PALME PRESSO IL CAPITELLO, PROCESSIONE e ore 10.00 S. M ESSA SOLENNE GIOVEDÌ SANTO – 17 APRILE ore 17.00 MESSA IN “COENA DOMINI” VENERDÌ SANTO – 18 APRILE ore 17.00 CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE ore 20.30 A TORRI VIA CRUCIS COMUNITARIA PER LE VIE DEL PAESE SABATO SANTO – 19 APRILE ore 9.00 - 12.00 - 15.00 - 19.00 CONFESSIONI A TORRI ore 21.30 VEGLIA PASQUALE: DOMENICA DI PASQUA – 20 APRILE ore 10.00 S. MESSA SOLENNE 5 VIA CRUCIS DEL VENERDÌ SANTO 18 Aprile 2014 ore 20.30 Stazione I - piazza Chiesa Stazione II - via per Albisano, San Giovanni Stazione III - Rotonda località Sant’Antonio Stazione IV - via R. Simoni Stazione V - capitello “S. Antonio”, via Rossini Stazione VI - Incrocio via Lombroso, via per Coi Stazione VII - loc. Coi, fontanella Stazione VIII - capitello “S. Famiglia”, incrocio Valmagra Stazione IX - Loncrino – capitello “Madonna e Santi” Stazione X - Prea Scritta, incrocio Via Rossini Stazione XI - loc. Crosetta Stazione XII - via dall’Oca Bianca,incrocio bivio Stazione XIII - piazza Umberto Stazione XIV - piazza Chiesa 6 Parrocchia San Marco Evangelista - Pai 11° ANNIVERSARIO DELLA DELLA MORTE DI DON GIOVANNI GIOVANNI ANDREOLI. OMELIA DI P. FLAVIO ROBERTO CARRARO, VESCOVO EMERITO DI VERONA VERONA Fratelli e sorelle, Pace e Bene a tutti! Di quanti segni della Provvidenza amorosa del Padre celeste siamo circondati! Apriamo gli occhi! E uno di questi segni è stato proprio don Giovanni con la sua vita e il suo operato. Egli è stato segno dell’amore e della tenerezza di Dio che provvede ad ogni uomo e donna. Quante persone hanno trovato in don Giovanni conforto e sostegno nella loro vita tribolata, segnata da prove e da sofferenze. Lui non chiudeva le porte a nessuno e accoglieva tutti, proprio sull’esempio di Gesù, pastore e maestro di vita. Il particolare contesto di vita culturale e sociale che stiamo vivendo, mi fa pensare al comportamento dei progenitori, Adamo e Eva che sono voluti scappare dalla carezza di Dio. Ma Dio è andato alla loro ricerca: «Adamo dove sei?» Dio viene sempre a cercare la sua creatura, ad offrirle la sua carezza di Padre. Ebbene, questa cultura individualista e relativista che non sopporta più che il Signore possa reclamare in ogni uomo e donna il suo spazio, ha portato e porta tristemente anche oggi, tanti ragazzi, giovani, adulti e tante famiglie ad allontanarsi dalla soave carezza di Dio. In questo contesto di vuoto, don Giovanni è stato – e molti di voi lo possono confermare – mediatore di tenerezza, facendo sperimentare la soave carezza di Dio che viene a cercare le sue creature fino a commuoversi. Questa tenerezza, che ha mosso le viscere di don Giovanni, è ciò che Dio Padre rivela ai semplici e nasconde ai dotti e ai sapienti. Di questa tenerezza ha estremo bisogno il mondo, tanto che il Santo Padre, papa Francesco, torna più volte a richiamare. Così, come in un recente incontro con i superiori maggiori dei religiosi, dove li ha esortati a trattarsi con tenerezza eucaristica. Un insegnamento stupendo, che mi sembra di vedere realizzato pienamente in don Giovanni: un sacerdote di tenerezza eucaristica, che proprio nell’eucaristia ce le br a t a, a do r at a e vi s s ut a h a s a put o Benediciamo la Trinità Santissima che ci dà la gioia di ritrovarci insieme a celebrare l’Eucaristia in questa domenica, giorno del Signore, che vogliamo vivere nel ricordo dell’11° anniversario della nascita al cielo del nostro-vostro compianto don Giovanni Andreoli, luminoso esempio di vita sacerdotale. Siamo in tanti qui, questa mattina, per ricordare un fratello, un amico e un padre, che ci ha lasciato non grandi opere materiali, ma solamente evangelici gesti di amore, di bontà e di ascolto. Solo l’amore resta e tutto ciò che non è amore è destinato a passare, senza lasciare il segno! E oggi la vostra numerosa presenza conferma la verità di questa affermazione. È l’amore di Gesù Cristo, il risorto Signore, che voi avete sperimentato nei gesti, nelle parole e nell’ascolto di don Giovanni, che vi ha mossi anche quest’anno a celebrarne il ricordo. A questo eterno amore, ci rimandano le letture di oggi, intersecandosi, quasi a formare un unico arazzo intrecciato di fede, di speranza e di carità. Due stupendi insegnamenti ci vengono offerti dalla Parola di Dio; insegnamenti che ritroviamo luminosi anche nella vita e nell’esempio di don Giovanni. La prima lettura e il Vangelo ci presentano l’amore tenero di Dio per l’intero creato e, prima di tutto, per l’uomo. Il profeta Isaia, nella prima lettura, ci assicura che Dio non ci dimentica mai. «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai». E Gesù, nel brano del Vangelo che fa parte del discorso della montagna, servendosi di immagini tratte dal giardino del mondo, ci ricorda come Egli è attento per ogni cosa, come una madre che anticipa e provvede tutto: cura anche i gigli del campo, gli uccelli del cielo e, quindi, ancora di più i figli amati, fatti a sua immagine. 7 attingere forza per ascoltare, consolare, accogliere tutti e comprendere ogni situazione. Don Giovanni ci insegna che proprio la tenerezza eucaristica fa prodigi, perché aiuta ad accarezzarci e guarire le nostre ferite, ad abbracciarci nelle nostre fragilità. A non aver paura delle nostre crisi, delle umane debolezze, ma ad accarezzarle per assumerle ed accompagnarle con la forza umanizzante del Vangelo. La testimonianza di don Giovanni, deve sollecitare anche voi, fratelli e sorelle, a farvi mediatrici e mediatori di tenerezza eucaristica, nelle vostre quotidiane relazioni familiari, sociali ed ecclesiali per sperimentare la soave carezza di Dio che viene a cercare i suoi figli e le sue figlie, offrendo loro vita in pienezza e per strapparli da quella “tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata” (cfr. Papa Francesco, Evangelii Gaudium). Un altro stupendo insegnamento che ci viene consegnato dal brano evangelico di questa domenica è racchiuso nella parola Provvidenza. Una parola fuori moda e controcorrente, in questo contesto culturale dove tutto deve essere pianificato, organizzato e non può esserci spazio per l’imprevedibile di Dio. Fidarsi nella Provvidenza significa liberarci da ogni “sistema chiuso” nel quale ci cacciamo ogni volta che cadiamo nell’illusione dell’autosufficienza. Ciò va ben al di là della semplice attesa del pane quotidiano o del vestito. È in gioco molto di più: l’ampio respiro di chi cammina con Dio, o l’asfissia e la disperazione di chi, anche se professa con le labbra la fede, si colloca, tuttavia, al centro di un sistema chiuso. Cadiamo in questo “sistema chiuso” ad esempio, ogni volta, che ci isoliamo per mancanza di fede e non siamo capaci di affidarci, nel momento del dolore, a Dio, alla preghiera della comunità cristiana, alla sua solidarietà, al suo amore, e al discernimento e consiglio dei suoi pastori. Don Giovanni, in questo senso, è stato un vero servo della Divina Provvidenza, non solo perché la sua vita fin dalla giovane età, ha incrociato quella di san Giovanni Calabria, il santo della Provvidenza, ma perché aiutava le persone ad uscire da quel “sistema chiuso”, frutto di quell’autosufficienza che porta la vita “a chiudersi nei propri interessi, a non fare più spazio agli altri, a non far entrare più i poveri e a non ascoltare più la voce di Dio e neppure godere più della dolce gioia del suo amore” (cfr. Papa Francesco, Evangelii Gaudium). Don Giovanni, aiutando le persone ad uscire da questo “sistema chiuso”, le portava a non preoccuparsi ma ad affidarsi a Dio che è un Padre provvidente e conosce meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno. E di questa Provvidenza, don Giovanni faceva quotidiana esperienza. Tutto quello che riceveva lo distribuiva immediatamente ai poveri e ai bisognosi, nulla teneva per sé . Il denaro di cui la Provvidenza lo favoriva, trovava subito la strada della carità, perché don Giovanni aveva capito che dobbiamo cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia e che il Regno di Dio richiede una convivenza, dove non ci sia accumulo, ma condivisione, in modo che tutti abbiano il necessario per vivere. Per questo il Regno di Dio deve stare al centro anche di tutte le nostre preoccupazioni. Fratelli e sorelle, l’esempio luminoso di don Giovanni, servo di Cristo e amministratore fedele dei misteri di Dio, ci sproni a farci nel nostro quotidiano mediatori della tenerezza di Dio e abbandonati alla Provvidenza del Padre celeste, non preoccupati, ma occupati a cercare il Regno di Dio e la sua giustizia. La Vergine Santissima e San Marco evangelista, patrono di questa parrocchia, intercedano per noi conforto e celesti benedizioni. Amen! 8 dottorato in teologia. Con il più lusinghiero giudizio dei superiori, il 10 agosto 1904, fu ordinato sacerdote nella chiesa di S. Maria di Monte Santo; celebrò la prima Messa il giorno seguente nella Basilica di S. Pietro, durante la quale ribadì la sua donazione totale a Cristo e la sua fedeltà alla Chiesa. Dopo un breve soggiorno nel paese natale, nell'ottobre iniziò a Roma gli studi di diritto canonico, interrotti nel febbraio del 1905, quando fu scelto quale segretario dal nuovo Vescovo di Bergamo Mons. Giacomo Radini Tedeschi. Furono circa dieci anni di intenso impegno accanto ad un Vescovo autorevole, molto dinamico e ricco di iniziative che contribuirono a fare della diocesi bergamasca un modello per la Chiesa italiana. Oltre al compito di segretario, svolse altri numerosi incarichi. Dal 1906 ebbe l'impegno dell'insegnamento di numerose materie in seminario: storia ecclesiastica, patrologia e apologetica; dal 1910 gli fu assegnato anche il corso di teologia fondamentale. Salvo brevi intervalli, svolse questi incarichi fino al 1914. Lo studio della storia gli consentì l'elaborazione di alcuni studi di storia locale, tra cui la pubblicazione degli Atti della Visita Apostolica di s. Carlo a Bergamo (1575), una fatica durata decenni e portata a termine alla vigilia dell'elezione al Pontificato. Fu anche direttore del periodico diocesano "La Vita Diocesana" e dal 1910 assistente dell'Unione Donne Cattoliche. La prematura scomparsa di Mons. Radini nel 1914 pose fine ad un'esperienza pastorale eccezionale, che, se pur segnata da qualche sofferenza come l'infondata accusa a lui rivolta di modernismo, il futuro Giovanni XXIII considerò sempre punto di riferimento fondamentale per l'assolvimento degli incarichi a cui fu di volta in volta chiamato. Lo scoppio della guerra nel 1915 lo vide prodigarsi per più di tre anni come cappellano col grado di sergente nell'assistenza ai feriti ricoverati negli ospedali militari di Bergamo, giungendo ad atti di autentico BIOGRAFIA DI PAPA GIOVANNI XXIII che sarà proclamato Santo il 27 Aprile 2014 Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881, primo figlio maschio di Marianna Mazzola e di Giovanni Battista Roncalli. La sera stessa il neonato venne battezzato dal parroco don Francesco Rebuzzini, ricevendo il nome di Angelo Giuseppe. Gli fece da padrino l'anziano prozio Zaverio Roncalli, il primo dei sette zii di papà Battista, uomo molto pio, che, rimasto celibe, si era assunto il compito di educare religiosamente i numerosi nipoti. Il futuro Giovanni XXIII conservò un ricordo commosso e riconoscente per le cure e le sollecitudini di questo vecchio patriarca. Manifestando fin dalla fanciullezza una seria inclinazione alla vita ecclesiastica, terminate le elementari, si preparò all'ingresso nel seminario diocesano ricevendo un supplemento di lezioni di italiano e latino da alcuni sacerdoti del luogo e frequentando il prestigioso collegio di Celana. Il 7 novembre 1892 fece il suo ingresso nel seminario di Bergamo, dove fu ammesso alla terza classe ginnasiale. Dopo un avvio difficoltoso per l'insufficiente preparazione, non tardò a distinguersi sia nello studio che nella formazione spirituale, tanto che i superiori lo ammisero prima del compimento del quattordicesimo anno alla tonsura. Avendo proficuamente terminato nel luglio del 1900 il secondo anno di teologia, fu inviato il gennaio successivo a Roma presso il seminario romano dell'Apollinare, dove esistevano alcune borse di studio a favore dei chierici bergamaschi. Pur con l'intermezzo di un anno di servizio militare prestato a Bergamo a partire dal 30 novembre 1901, la formazione seminaristica risultò particolarmente fruttuosa. Il 13 luglio 1904, alla giovanissima età di ventidue anni e mezzo, conseguì il 9 eroismo. Nel luglio del 1918 accettò generosamente di prestare servizio ai soldati affetti da tubercolosi, sapendo di rischiare la vita per il pericolo di contagio. Del tutto inaspettato giunse nel dicembre del 1920 l'invito del Papa a presiedere l'opera di Propagazione della Fede in Italia, quando a Bergamo aveva da poco avviato l'esperienza della Casa degli studenti, un'istituzione a metà tra il pensionato e il collegio, e contemporaneamente fungeva da direttore spirituale in seminario. Dopo forti titubanze, finì con l'accettare, iniziando con molta cautela un incarico che si presentava molto delicato per i rapporti con le organizzazioni missionarie già esistenti. Compì un lungo viaggio all'estero per la realizzazione del progetto della Santa Sede mirante a portare a Roma le varie istituzioni di sostegno alle missioni e visitò diverse diocesi italiane per la raccolta di fondi e l'illustrazione delle finalità dell'opera da lui presieduta. Nel 1925 con la nomina a Visitatore Apostolico in Bulgaria iniziò il periodo diplomatico a servizio della Santa Sede, che si prolungò fino al 1952. Dopo l'ordinazione episcopale avvenuta a Roma il 19 marzo 1925, partì per la Bulgaria con il compito soprattutto di provvedere ai gravi bisogni della piccola e disastrata comunità cattolica. L'incarico inizialmente a termine si trasformò in una permanenza decennale, durante la quale Roncalli pose le basi per la fondazione di una Delegazione Apostolica, di cui lui stesso venne nominato primo rappresentante nel 1931. Non senza difficoltà riuscì a riorganizzare la Chiesa cattolica, ad instaurare relazioni amichevoli con il Governo e la Casa Reale bulgara, nonostante l'incidente del matrimonio ortodosso di re Boris con la principessa Giovanna di Savoia, e ad avviare i primi contatti ecumenici con la Chiesa Ortodossa bulgara. Il 27 novembre 1934 fu nominato Delegato Apostolico in Turchia ed in Grecia, paesi anche questi senza relazioni diplomatiche con il Vaticano. A differenza della Grecia, dove l'azione di Roncalli non ottenne risultati di rilievo, le relazioni con il governo turco invece migliorano progressivamente per la comprensione e la disponibilità mostrate dal Delegato nell'accettare le misure ispirate dalla politica di laicizzazione perseguite da quel governo. Con tatto e abilità organizzò alcuni incontri ufficiali con il Patriarca di Costantinopoli, i primi dopo secoli di separazione con la Chiesa Cattolica. Durante la Seconda Guerra Mondiale conservò un prudenziale atteggiamento di neutralità, che gli permise di svolgere un'efficace azione di assistenza a favore degli Ebrei, salvati a migliaia dallo sterminio, e a favore della popolazione greca, stremata dalla fame. Inaspettatamente, per decisione personale di Pio XII, fu promosso alla prestigiosa Nunziatura di Parigi, dove giunse con grande sollecitudine il 30 dicembre 1944. Lo attendeva una situazione particolarmente intricata. Il governo provvisorio chiedeva la destituzione di ben trenta Vescovi, accusati di collaborazionismo con il governo di Vichy. La calma e l'abilità del nuovo Nunzio riuscirono a limitare a 10 Sinodo diocesano volle assicurare il regolare funzionamento delle istituzioni diocesane mediante il rafforzamento del Vicariato e la normalizzazione della vita parrocchiale. Il più grande contributo giovanneo è rappresentato senza dubbio dal Concilio Vaticano II, il cui annuncio fu dato nella basilica di s. Paolo il 25 aprile 1959. Si trattava di una decisione personale, presa dal Papa dopo consultazioni private con alcuni intimi e col Segretario di Stato, Cardinale Tardini. Le finalità assegnate all'Assise Conciliare, elaborate in maniera compiuta nel discorso di apertura dell'11 ottobre 1962, erano originali: non si trattava di definire nuove verità, ma di riesporre la dottrina tradizionale in modo più adatto alla sensibilità moderna. Nella prospettiva di un aggiornamento riguardante tutta la vita della Chiesa, Giovanni XXIII invitava a privilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo piuttosto che la condanna e la contrapposizione in una rinnovata consapevolezza della missione ecclesiale che abbracciava tutti gli uomini. In quest'apertura universale non potevano essere escluse le varie confessioni cristiane, invitate anch'esse a partecipare al Concilio per dare inizio ad un cammino di avvicinamento. Nel corso della prima fase si poté costatare che Giovanni XXIII voleva un Concilio veramente deliberante, di cui rispettò le decisioni dopo che tutte le voci ebbero modo di esprimersi e di confrontarsi. Nella primavera del 1963 fu insignito del Premio "Balzan" per la pace a testimonianza del suo impegno a favore della pace con la pubblicazione delle Encicliche Mater et Magistra (1961) e Pacem in terris (1963) e del suo decisivo intervento in occasione della grave crisi di Cuba nell'autunno del 1962. Il prestigio e l'ammirazione universali si poterono misurare pienamente in occasione delle ultime settimane della sua vita, quando tutto il mondo si trovò trepidante attorno al capezzale del Papa morente ed accolse con profondo dolore la notizia della sua scomparsa la sera del 3 giugno 1963. solo tre il numero dei Vescovi destituiti. Le sue doti umane lo imposero alla stima dell'ambiente diplomatico e politico parigino, dove instaurò rapporti di cordiale amicizia con alcuni massimi esponenti del governo francese. La sua attività diplomatica assunse una esplicita connotazione pastorale attraverso visite a molte diocesi della Francia, Algeria compresa. L'effervescenza e l'ansia apostolica della Chiesa francese, testimoniata dall'avvio dell'esperienza dei preti operai, trovarono in Roncalli un osservatore attento e prudente, che riteneva necessario un congruo periodo di tempo prima di una decisione definitiva. Coerentemente al suo stile di obbedienza, accettò prontamente la proposta di trasferimento alla sede di Venezia ove giunse il 5 marzo 1953, fresco della nomina cardinalizia decisa nell'ultimo Concistoro di Pio XII. Il suo episcopato si caratterizzò per lo scrupoloso impegno con cui adempì i principali doveri del Vescovo, la visita pastorale e la celebrazione del Sinodo diocesano. La rievocazione della storia religiosa di Venezia gli suggerì iniziative pastorali nuove, come il progetto di riavvicinare i fedeli alla Sacra Scrittura, rifacendosi alla figura del proto-patriarca s. Lorenzo Giustiniani, solennemente commemorato nel corso del 1956. L'elezione, il 28 ottobre 1958, del settantasettenne Cardinale Roncalli a Successore di Pio XII induceva molti a pensare ad un Pontificato di transizione. Ma fin dall'inizio Giovanni XXIII rivelò uno stile che rifletteva la sua personalità umana e sacerdotale maturata attraverso una significativa serie di esperienze. Oltre a ripristinare il regolare funzionamento degli organismi curiali, si preoccupò di conferire un'impronta pastorale al suo ministero, sottolineandone la natura episcopale in quanto Vescovo di Roma. Convinto che il diretto interessamento della diocesi costituiva una parte essenziale del Ministero Pontificio, moltiplicò i contatti con i fedeli tramite le visite alle parrocchie, agli ospedali e alle carceri. Attraverso la convocazione del 11 per le mani dell’Arcivescovo Sapieha. Successivamente fu inviato a Roma, dove , sotto la guida del domenicano francese P. Garrigou-Lagrange, conseguì nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce (Doctrina de fide apud Sanctum Ioannem a Cruce). In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino la tesi: "Valutazione della possibilità di fondare un'etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler". Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak. BIOGRAFIA DI GIOVANNI PAOLO II che sarà proclamato Santo il 27 Aprile 2014 Karol Józef Wojtyła, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l’ultimo dei tre figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse. Fu battezzato il 20 giugno 1920 nella Chiesa parrocchiale di Wadowice dal sacerdote Franciszek Zak; a 9 anni ricevette la Prima Comunione e a 18 anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia. Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro Rapsodico", anch’esso clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1̊ novembre 1946, 12 Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967, del Titolo di S. Cesareo in Palatio, Diaconia elevata pro illa vice a Titolo Presbiterale. Partecipò al Concilio Vaticano II (19621965) con un contributo importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato. I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978. Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero Petrino, quale 263° successore dell’Apostolo. Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è durato quasi 27 anni. Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità aperta all’umanità intera. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati 104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma, ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333). Più di ogni Predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni: alle Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato) hanno partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose [più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000], nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri. Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie da lui iniziati a partire dal 1994. Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni, convocandoli in diversi Incontri di Preghiera per la Pace, specialmente in Assisi. Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del tempo futuro. Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia, Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa. Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa Teresa di Gesù Bambino. Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231 in 9 Concistori (più 1 in pectore, che però non è stato pubblicato prima della sua morte). Ha convocato anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio. Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, SONO TORNATE AL PADRE DOMENICA MARINA 13 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999). Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. Ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica, alla luce della Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II. Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana. A Papa Giovanni Paolo II, come privato Dottore, si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la soglia della speranza” (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996); “Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); “Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio 2005). Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia. Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro. Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma. 14 FATTO QUESTA NOTTE HO FATT O UN SOGNO Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, apparivano due orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi punti c'era solo un'orma... Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, di maggiore paura e di maggior dolore. Ho domandato, allora: "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?". Ed il Signore rispose: "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo: i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio". 15 APPUNTAMENTI SETTIMANALI APRILE 2014 OGNI DOMENICA ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO. OGNI LUNEDÌ ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI. OGNI MARTEDÌ ore 15.00: CATECHESI SCUOLA MEDIA. ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE. OGNI GIOVEDÌ ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI VENERDÌ ore 20.00: INCONTRO GRUPPO ADOLESCENTI/GIOVANI. OGNI SABATO ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI OGNI MERCOLEDì DI QUARESIMA OGNI VENERDì DI QUARESIMA DOMENICA ore 19.45: STAZIONE QUARESIMALE “LA PENITENZIALE” ore 20.00 S. MESSA ore 15.00 VIA CRUCIS FESTA DEL PERDONO 6 ORE 17.00: PRIMA CONFESSIONE MERCOLEDÌ 9 ore 21.00 INCONTRO DI PREGHIERA IN ONORE DI S. ANTONIO. DOMENICA 13 DOMENICA DELLE PALME DOMENICA 20 PASQUA DI RISURREZIONE SAN MARCO EVANGELISTA - FESTA PATRONALE A PAI VENERDÌ 25 ore 10.00 S. MESSA SOLENNE, PROCESSIONE E BENEDIZIONE DI AUTO E MOTO. PER LE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA CONSULTARE IL PIEGHEVOLE DISPONIBILE IN CHIESA CHIESA DA DOMENICA 13 APRILE CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA PARROCCHIA DI TORRI ORARIO FESTIVO ORARIO FERIALE Sabato ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa Domenica ore ore ore ore ore 8.30 10.00 11.15 17.00 18.00 S. Messa S. Messa S. Messa Vespero S. Messa ore ore ore 7.00 Lodi 17.00 Vespero 18.00 S. Messa PARROCCHIA DI PAI ORARIO FESTIVO Sabato ore 19.30 Domenica ore 10.00 Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Anna Menapace - Nuccia Renda – Rosanna Zanolli - William Baghini. Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato da: Francesco Greco / Stampato da: Daniela Pippa
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