Non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 1 Febbraio 2015 IV settimana del tempo ordinario Lunedì 2 febbraio: Presentazione di Gesù al Tempio Anno XV - n° 695 Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.latracciameditazioni.it Febbraio 2015 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre • Perché i carcerati, in particolare i giovani, abbiano la possibilità di ricostruire una vita dignitosa. Intenzione missionaria • Perché i coniugi che si sono separati trovino accoglienza e sostegno nella comunità cristiana. Intenzione dei vescovi • Perché gli operatori del sistema sanitario uniscano la competenza professionale al rispetto di ogni persona. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 2 IV del Tempo Ordinario Anche in te l’Altissimo ha segnato un disegno d’amore. Domenica 1 Febbraio IV Settimana del Salterio Il santo del Giorno: Santa Brigida di Svezia Sono due le sante di nome Brigida: una quella di Svezia, è ri cordata il 23 luglio: è una santa assai famo sa, fondatrice dell'Or dine delle suore brigi dine, grande mistica, apostola ardente nel secolo XIV. Quella di oggi è la patrona d'Ir landa, ma è venerata anche in Francia, in Germania e in molti paesi della cristianità. Insieme a san Patrizio, santa Brigida di Kilda re è una delle colonne del popolo irlandese. Entrambi santi, entram bi apostoli del vangelo, testimoni insigni della carità. Il culto di santa Brigida d'Irlanda è an tichissimo. Infatti esso ha più di mille anni ed Brano Evangelico: Mc 1,2128: è uno stimolo ai popoli inglesi per perseverare nella fedeltà a Cristo e alla chiesa. Molti i miracoli a lei attribui ti; tante le chiese erette in suo onore; molte le leggende fiorite attor no alla sua esistenza terrena. «Taci! Esci da lui!». In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timo re, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbedisco no!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Ascolta la voce del Signore (cf Salmo responsoriale) Gesù parla con autorità, perché è Dio, la Parola di Dio. Il «Verbo» di Dio non è solo parola, ma anche azione di Dio. È parola e azione di Dio nella Chiesa, la casa di Dio, nella quale troviamo «l'insegnamento nuovo». Lo Spirito ci insegna, anche con le parole di Paolo, che tutti devono essere preoccupati «delle cose del Signore». Per fare questo dobbiamo innanzitutto ascoltare con attenzione la sua voce che ci par la ogni giorno nella Chiesa e in ogni circostanza della vita. Non di solo pane Numero 695 pagina 3 L u n g o i fi u m i c o m m e n t o a i S a l m i Mistero del male Meditazione di don Luciano Vitton Mea non ci appartiene. Non dobbiamo andare lontano per scoprire il mistero del male, lo respiriamo, ci accompagna nella penombra quotidiana di una piccola cattiveria. Come combatterlo? Come vincerlo? Come fuggirlo? San Antonio abate ci indica una piccola strada per vincere il male. Il padre Antonio disse: «Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra, e dissi gemendo: Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che diceva: sapore dolciastro del manUn uomo posseduto. Mistero dorlo in fiore, il fascino av- del male che ci circonda, volgente di uno sguardo fur- che si annida nelle pieghe tivo. della L'umiltà». Un cuore umile vince il male, perché confida nella misericordia di Dio. nostra esistenza, Le mani che contano trenta nell’abisso tenebroso di un denari, la calunnia che uccuore rattrappito nelle reti cide il fratello, l’eredità del proprio egoismo. Non che semina divisioni nelle occorre che uno spirito cat- famiglie, il confine di un tivo entri dentro di noi. Le campo che toglie per semarmi del Maligno sono spes- pre il saluto al vicino, la so rivestite di luce, hanno il bellezza di una donna che Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 4 L u n g o i fi u m i c o m m e n t o a i S a l m i Preghiamo la Parola Contemplatio Senza la tentazione non viene sperimentata la premura di Dio per noi, non si guadagna la fiducia in lui, non si impara la saggezza dello spirito, e l'amore di Dio non si radica nella nostra anima. Dinanzi alle tentazioni l'uomo prega Dio come uno straniero. Dopo però che egli, grazie al suo amore per lui, ha sostenuto la tentazione senza farsi sviare dalla tentazione stessa, Dio guarda a lui come a uno che l'ha amato e che può legittimamente ricevere da lui la ricompensa: lo considera un amico che per suo amore ha combattuto contro la potenza dei nemici, i demoni. (Isacco di Ninive, citato in A. GRON, Il cielo comincia in te, Brescia 20002, 57s.). Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché, con la tua parola di verità, fai tacere il male che ci opprime e le menzogne che stanno all'origine di ogni nostra schiavitù. Grazie a te, Signore, poiché ci doni libertà autentica, perché in noi possa parlare ed esprimersi la nostra umanità più autentica e la nostra realtà solidale di figli di un unico Padre. Amen PER VIVERE DA DISCEPOLO DI GESÙ... Stiamo attenti a non aggiustare le cose a nostro piacimento, interpretando il Vangelo secondo il nostro comodo. Stasera farò un esame di coscienza su questo. SULL'ESEMPIO DI MARIA... Oggi andrò in una chiesa e, in compagnia di Maria, adorerò il Santissimo Sacramento. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 5 IV Settimana del Tempo Ordinario Dio sarà tutto per te fra pochi anni, appena passata questa breve vita! Gettati in Lui. Lunedì 2 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Presentazione del Signore È la «candelora», il gior no della luce; ricorda un evento dell'infanzia del Signore, narrato nel van gelo. Fedeli alla Legge di Mosè, Giuseppe e Maria portano Gesù bambino al tempio per consacrarlo a Dio. Recano con sé due tortorelle, l'offerta dei poveri. Giunti nel tempio, sono accolti da un vec chio sacerdote, Simeone, che prende in braccia il Bambino e canta un inno che ripetiamo ogni sera nella preghiera di compieta: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace... perché i miei occhi han no visto la tua salvez za». Il vecchio sacerdo te profetizza che quel bambino sarà la luce del mondo; annunzia alla Vergine che una spada le trafiggerà il cuore. Accanto, c'è anche una vecchia donna, di nome Anna, impiegata al servizio del tempio, che elogia il Bambino Gesù. Fe sta della luce, oggi! È anche la giornata della consacrazione religio sa: pregheremo per le suore, i frati e tutti i consacrati del mondo. Brano Evangelico: Lc 2,2232: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore». Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Si gnore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Si meone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rive larti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Ho visto, Signore, la tua salvezza (cf Lc 2,30) Simeone, uomo giusto e pio, accoglie il Signore e ne scorge il mistero. Nel suo inno di ringraziamento dice: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli». La salvezza di Dio è per tutti gli uomini, la sua luce non conosce le frontiere che poniamo noi uomini per distinguerci gli uni dagli altri. Ciò che ha visto Simeone lo possiamo vedere anche noi, se purichiamo gli occhi del nostro cuore. Non di solo pane Numero 695 pagina 6 meditazione Esperienza frizzante Preghiamo la Parola Meditazione a cura della redazione Nel passato, in questa giornata, erano benedette le candele che avrebbero illuminato le chiese durante tutto l'anno. In questa giornata le persone consacrate a Dio si affidano alla sua tenerezza. È lui la luce dei cuori che illumina le nostre tenebre. Aiutaci, Signore, Aspetta, Simeone. Aspetta svuotato, forse rassegnato. Il fatto di salire al tempio per fare servizio, è, ormai, solo una stanca e ripetitiva devozione. Come molte persone anziane che incontro nel mio ministero, il vecchio Simeone trasuda disincanto e stanchezza interiore. Eppure è lui l'unico ad accorgersi di ciò che accade, l'unico, tra la gente che affolla il tempio, che vede dietro quella coppia di spaesati paesani il mistero di un Dio che si allea con gli uomini e li salva. E tutto diventa luce. Dio è luce e in lui non ci sono tenebre e il nostro buio interiore è squarciato dalla tenerezza di Dio proprio quando meno ce lo aspettiamo. L'esperienza dell'illuminazione, diffusa in molte religioni, essenziale in quella cristiana, è l'apertura ad una dimensione interiore nuova che la grazia dello Spirito Santo crea, irrompendo nella nostra vita. A volte basta poco, un attimo fuggente, per illuminare la propria vita. Così Simeone, stanco e vecchio, tenendo in braccio quel bambino si accorge della misteriosa presenza di Dio. Pochi istanti hanno dato un senso a tutta una vita di attesa. Che Dio accordi a ciascuno di noi pochi istanti di consapevolezza che ci illuminino la vita... Donaci la consapevolezza a essere tempio vivo dell'incontro con te e testimoni credibili della tua presenza tra noi. che ciò che oggi ci addolora e ci fa soffrire, apre in noi spazi più ampi e scorci di luce vivida, che rendono degna la nostra vita e più gioiosa e pacificante la gratitudine e la consapevolezza che tu sei «Dio con noi». Ti rediamo grazie, o Emmanuele! Amen Agisci Immagino di accogliere Gesù bambino tra le braccia, come lo accolse Simeone, come lo accolse Maria… quali sentimenti mi suscita? Cosa comunica al mio cuore? Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 7 IV Settimana del Tempo Ordinario Il Signore abita in fondo alla tua anima. Sii degno di Lui. Martedì 3 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Biagio Uno degli ultimi mar tiri dei secoli di perse cuzione. Uomo retto e santo, accusato di es sere cristiano, condan nato a diversi supplizi, tra cui la scarnifica zione con pettini di ferro. A condannarlo è il governatore roma no: muore insieme ad altri uomini, donne e bambini. San Biagio è vescovo; protettore dei malati di gola: uno dei primi miracoli a lui attribuiti è quello della guarigione di un mala to che sta per soffocar si. Sin dall'antichità è protettore dei malati di naso, orecchi e gola. In molte chiese si dà la benedizione con le candele legate da un nastrino rosso, a ricor Brano Evangelico: Mc 5,2143: do del martirio di san Biagio. Non c'è regio ne d'Europa che non veneri san Biagio, co me a Dubrovnik in Croazia. Appartiene ai quattordici santi guari tori, venerati e amati sin dall'antichità. “Figlia, la tua fede ti ha salvata…” In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantel lo. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essen dosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Non temere, soltanto abbi fede (Mc 5,36) La fede, la speranza e l'amore sono i tre doni misteriosi che ricevono i cristiani dall'Unità e Trinità di Dio. Gesù allontana da noi ogni paura con una «moltitudine di testimoni» (Eb 12,1), che sono le persone e i segni della sua presenza in mezzo a noi. Così possiamo correre con per severanza il cammino della nostra fede «tenendo fisso lo sguardo su Ge sù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,2). Gesù vince la paura e le sofferenze della vita: «Io ti dico: àlzati!». Non di solo pane Numero 695 pagina 8 meditazione Preghiamo la Parola Gesù non si lascia assorbire dalla folla Meditazione di Fiorella Elmetti Signore Gesù, Con i loro contrasti, dove un capo della sinagoga e papà, una donna sofferente ed una bambina dichiarata morta emergono dalla scena. Il dolore, il dubbio, la fede e la vita si incrociano in questo testo molto affollato. Lungo il mare dove Gesù insegna la gente "gli si radunò attorno". Lungo la strada che lo porterà a casa di Giairo, non solo "la folla lo seguiva", ma, come precisa il testo, "gli si stringeva attorno", quasi ne avesse un disperato bisogno. A casa di Giairo, invece, la gente crea "trambusto" ed egli deve scacciarla. E trovo positivo per me, per noi, sottolineare proprio questo aspetto: Gesù non si lascia assorbire dalla folla, ma "comanda" su di essa come accade con il mare in tempesta che minaccia la barca dove lui sta dormendo con i discepoli terrorizzati che lo svegliano. A seguito di ciò, egli placa il vento forte e i flutti minacciosi, mentre tutti, increduli, si chiedono "Chi è costui?". Certo, tra la gente c'è chi ha bisogno di sentire e toccare la sua presenza, perciò Gesù non fugge davanti a nessuno, anzi, si espone in prima persona, anche operando scelte strane ed inconsuete. Egli, cercando lo sguardo di chi l'ha toccato, non vuole rimproverare nulla, ma far risaltare che, come si legge in un altro testo "erano come pecore senza pastore" e che con la fede tutto può essere salvato. Dio ascolta sempre la preghiera di chi lo invoca ed opera, anche quando l'evidenza è nascosta. Perché "Ogni preghiera e ogni azione d’amore è presa e portata al cospetto di Dio: nulla va perduto. A volte si pensa: chissà se Dio vede. A volte si crede di operare come vuoto a perdere. Ma invece no, nulla è inutile perché Dio non dimentica, non trascura nulla" (don Paolo Squizzato). E come potrebbe se Dio è amore? anche noi ti chiediamo con forza di sostenerci e di aiutarci a non cedere di fronte agli abissi del male. Il nostro cuore ti cerca e ti desidera, anche solo di scorcio, anche soltanto per un attimo. Grazie, Signore, per il dono della tua presenza, per la tua energia salvifica, per la tua parola, per il dono estremo della tua vita, risposta al nostro estremo bisogno di te. Amen Agisci Oggi, nel sacramento della Riconciliazione, deporrò tutto il peso dei miei peccati nel cuore di Gesù, per riprendere il cammino nella gioia dei figli di Dio. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 9 IV Settimana del Tempo Ordinario Getta il Lui ogni ansietà, in Lui che acquieta la burrasca e dà solidità ai cuori. Mercoledì 4 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Sant’Andrea Corsini Santo carmelitano, ve scovo di Fiesole. Nasce a Firenze nel 1302 e muore nel 1373. Reli gioso esemplare; ve scovo santo, si dedica soprattutto alla carità verso i poveri. Soccorre gli umili, visita i malati nelle case e negli ospe dali; va in giro que stuando per dare un pezzo di pane ai po veri. Si dedica all'e ducazione del clero, alla formazione delle popolazioni della Toscana. Mette pace tra i paesi in guerra; sviluppa la devozio ne alla Madonna del Carmelo. Sant'An drea Corsini è un vero modello di san tità sacerdotale ed epi scopale. Un santo pa store di stampo evan gelico, che conosce a fondo il gregge e spen de le sue energie per santificarlo. Nel Marti rologio romano la sua festa ricorre, però, il 6 gennaio. Brano Evangelico: Mc 6,16 : un profeta non è disprezzato se non nella sua patria. In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rima nevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si mera vigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnan do. L'amore del Signore è da sempre (Mc 6,3) La Lettera agli Ebrei ci insegna ad accettare con pazienza la correzione del Signore. È il segno che lui ci ama: non vuole che ci perdiamo, ma che camminiamo sulla retta via. È necessario quindi correggere e rad drizzare la nostra condotta, affinché possiamo procedere nella vita se condo i suoi voleri. «L'amore del Signore è da sempre»: in Gesù, Dio stesso si è voluto fare nostro fratello, parte viva e vivificante della no stra stessa esistenza. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 10 meditazione Non fermarsi all’apparenza Preghiamo la Parola A cura di don Carlo Moro È un rincorrersi di meraviglie e di stupori il vangelo di oggi. Si meraviglia la folla per l'eloquenza di Gesù. Si meravigliano alcuni concittadini perché Gesù, il figlio di Giuseppe, fa il predicatore senza avere il patentino. Si meraviglia il Signore della loro incredulità. Nella vita ci possiamo stupire per cose positive, per eventi che ci cambiano l'orizzonte, per alcune scoperte, come la fede, che ci mettono letteralmente le ali. Ma, purtroppo, ci possiamo anche stupire per le cose negative, infarciti dai nostri pregiudizi religiosi. Gesù non è sufficientemente qualificato per dire le cose che stupiscono! E invece di guardare la luna, gli sciocchi di sempre guardano il dito che la indica. Anche noi, purtroppo, a volte ci fermiamo all'apparenza della Chiesa e di chi parla del vangelo. Invece di ascoltare con stupore la buona notizia, ci lasciamo turbare dalle inevitabili incoerenze che talora accompagnano l'annuncio. Stupiamoci, oggi, per le tante cose belle che ci circondano e che riconosciamo come immenso segno della bontà di Dio. E che Dio non abbia a stupirsi, oggi, della nostra incredulità, della nostra poca fede. Perché Dio non è quasi mai come ce lo immaginiamo. Signore Gesù, la nostra fede è insidiata e avvelenata dalla nostra incredulità e durezza di cuore. Per la tua presenza sempre nuova, per questo imprevedibile dono d'amore, per la rivoluzione sconvolgente della tua misericordia infinita, scandalosa per i nostri angusti giudizi, ti rendiamo grazie, oggi e sempre, Gesù, Signore! Amen Agisci Oggi, sull’esempio di Maria, sceglierò nei miei atteggiamenti e nelle mia parole, di essere tenero verso chi sembra più duro e non me la prenderò se dovesse rispondermi male. Non di solo pane Numero 695 pagina 11 Salmo 28 Lungo i fiumi A te grido, Signore; non restare in silenzio, mio Dio, perché, se tu non mi parli, io sono come chi scende nella fossa. commento ai Salmi a cura di don Luciano Vitton Mea Inserto speciale Ascolta la voce della mia supplica, quando ti grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio. Non travolgermi con gli empi, con quelli che operano il male. Parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. Ripagali secondo la loro opera e la malvagità delle loro azioni. Secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano. Poiché non hanno compreso l'agire del Signore e le opere delle sue mani, egli li abbatta e non li rialzi. Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera; Introduzione di David Maria Turoldo Oh, le attese al colloquio impossibile! Le tue labbra sigillate sono la lapide sulla mia preghiera. Ti parlo, ti parlo, Signore, e tu non rispondi. Perchè? Saranno un monologo ancor disperato queste confidenze a te solo aperte, uguali a primule nella notte? Ma ora oltre la paura a presenza di lui ci compensa: anch'egli, anch'egli è con noi nell'orto: sola risposta al grande silenzio. il Signore è la mia forza e il mio scudo, ho posto in lui la mia fiducia; mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie. Il Signore è la forza del suo popolo, rifugio di salvezza del suo consacrato. Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici, guidali e sostienili per sempre. Preghiera Sia la terra una selva di mani alzate, perché la preghiera di tutti i poveri e degli innocenti finalmente riesca a rompere il tuo silenzio: c'è gente, specialmente tra i potenti, che non vuole sapere nulla di te, Signore neppure che tu ci sia, pur parlando sempre di pace!Signore, intervieni e poni fine all'ignominia. Amen. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 12 L u n g o i fi u m i Il silenzio di Dio c o m m e n t o a i S a l m i di don Luciano Vitton Mea Il Salmo 28 si divide in due parti: la prima è un lamento, una vera supplica, mentre nella seconda il tono cambia e il lamento si trasforma in lode e ringraziamento. Il silenzio di Dio: questa è l’esperienza che il salmista vive, la dura crosta che deve masticare. Un’erba amara che genera sconforto, paura, dolore; che scuote fino alle radici il rapporto con Dio, che apre un baratro profondissimo e tetro: “In un momento di crisi profonda ti innalzo questa preghiera, Signore; ti grido l’angoscia e la rabbia di un cuore tormentato e in rivolta”. Non conosciamo i motivi di questa crisi, di questo grido angoscioso; forse una malattia, una disgrazia oppure una persecuzione: poco importa. E’ lo stesso dramma che hanno vissuto i disabili, gli ebrei o coloro che si opponevano al regime nei campi di concentramento tedeschi durante l’ultima guerra mondiale; il grido che si alza dal letto di un malato terminale o da uno dei tanti manicomi di questo mondo. L’eco del silenzio di Dio riecheggia là dove l’uomo né avverte l’assenza: “perché resti muto e indifferente di fronte al mio interiore tormento e sembri osservare impassibile questo mio concitato agitarmi?” Ma il dramma del salmista non è la sofferenza, il peso della calamità, l’insopportabile cappa della cattiveria e dell’empietà che lo circonda ma l’assenza della sua Parola, un silenzio che non diventa ai suoi occhi momento d’incontro ma una sorta di fossa, una specie di tomba, una Parola come tante altre parole: “Se anche la tua Parola, Signore, diventa una parola come tante mi sento in balia di me stesso, smarrito nel deserto della vita”. La solitudine e l’impotenza che soffocano quest’uomo diventano come una buia prigione in cui la fede in Dio e la sua stessa Parola perdono di significato e di forza. Ma all’improvviso tutto cambia e la disperazione si trasforma in un inno di lode. Nella preghiera il Salmista comprende che l’assenza della Parola non significa “assenza di Dio”, che la sua “vicinanza” può essere percepita anche là dove tutto tace. Infatti: “solo l’uomo che sa fare silenzio di fronte al silenzio di Dio può contemplare l’eterna Parola che siede alla destra del Padre”. Non di solo pane Numero 695 pagina 13 IV Settimana del Tempo Ordinario Il segreto del successo è non arrendersi mai. Giovedì 5 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: Sant’Agata Catania e Palermo si contendono l'onore di aver dato i natali a una delle più famose sante martiri dell'antichità, Agata. In realtà, anche se forse è nata Paler mo, Catania è la città dove ha subìto il marti rio e che da sempre la venera con particolare slancio e pietà. Il suo martirio, avvenuto nel 251, è tra i più atro ci: con un ferro arro ventato le vengono strappate le mam melle. Quando muo re, Catania è scossa da una violenta eru zione dell'Etna; mol ti, compresi i pagani, stendono il velo della martire, per fermare la lava. Da quel gior no Catania è legatis sima alla sua santa e la festeggia in questi giorni con uno slan cio incredibile. Su di lei ci è pervenuta una stupenda omelia di san Metodio Siculo, che esalta la fede e la fortezza della giova ne martire. Brano Evangelico: Mc 6,713: ungevano con olio molti infermi e li guarivano. In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e da va loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entria te in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamaro no che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. O Dio, meditiamo il tuo amore (dal Salmo responsoriale) Gesù invia i Dodici ed essi camminano sulle strade del mondo: sono i cristiani, guidati dai vescovi e dallo Spirito Santo. Essi sono vicini «alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli» (Eb 12,2223). La Chiesa, in tal modo, ci invita ogni giorno a meditare sull'amore di Dio, a farne lieta memoria, affinché possiamo camminare con fiducia verso la luce che non ha fine. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 14 meditazione Voi invece vi siete accostati Preghiamo la Parola Meditazione di Elmetti Fiorella Madre Teresa di Calcutta diceva: “Nessuna parola è insignificante. Ogni parola che si pronuncia ha un effetto sul mondo intero. Se la nostra parola è buona, produce luce nel mondo, se è cattiva, produce tenebre.” Come non darle ragione, prendendo spunto dai fatti di Parigi? Se la mia parola non è detta per benedire di sicuro non attira pace e i demoni del male si moltiplicano dentro e fuori di noi. Infatti, c'è una terra sacra dentro di noi che non dovremmo mai trascurare o far calpestare ad altri, perché siamo creati ad immagine di Dio. Ha ragione san Paolo quando nella lettera agli efesini scrive: "Fratelli, voi non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: «Ho paura e tremo». Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele". Così, quando sentiamo bestemmiare preghiamo nel silenzio o, se proprio dobbiamo parlare, parliamo di bene. Tutto ciò fa sì che la gente sia portata a riflettere, e a condividere Jorge Mario Bergoglio, prima ancora di diventare sacerdote: "Voglio credere in Dio Padre, che mi ama come un figlio, e in Gesù, il Signore, che ha infuso il suo Spirito nella mia vita per farmi sorridere e portarmi così al regno di vita eterna". Ti ringraziamo, Signore, perché, nell'inviare i Dodici e noi tutti, sempre, ci esorti ad annunciare il tuo vangelo, a partire dal legno vivo e autentico della nostra povertà. Sia questo il nostro unico e vero sostegno, Signore, la forza disarmata e fiduciosa che nasce dal fondare su di te la nostra vita e ogni nostra parola! Amen Agisci Gesù può essere la gioia della mia vita perfino nelle situazioni più difficili. Anche io oggi porterò un po’ di gioia a qualcuno che soffre (potrei visitare un ammalato, una persona solo, offrire conforto…). Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 15 IV Settimana del Tempo Ordinario Il miglior ascoltatore è chi si mette nei panni dell’altro. Venerdì 6 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Paolo Miki e compagni Paolo Miki è il primo martire del Giappone; suo padre, al servizio dell'im peratore, diviene cristiano per la predicazione dei gesuiti. Paolo entra nella Compagnia di Gesù; il l' gennaio 1597, con altri compagni, viene impri gionato e condannato a morte per la fede. Insie me a san Paolo Miki ven gono martirizzati altri due gesuiti, sei francescani, sei catechisti, e altri giappo nesi cristiani o neofiti. Il nostro santo esorta tutti a essere forti; durante la persecuzione riesce a con vertire molti giapponesi alla fede cristiana. L'ese cuzione dei martiri avvie ne su una collina di Naga saki: il martirio diventa Brano Evangelico: Mc 6,1419: «È occasione per la diffonde re il vangelo. Narrano infatti le cronache che, mentre i martiri muoiono, molta gente acclama e prega su quella collina che diventerà famosa perché su di essa è stata sganciata la seconda bomba atomica (10 agosto 1945). un profeta, come uno dei profeti». […] Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode teme va Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in pri gione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua ma dre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Il tuo volto, Signore, io cerco (dal Salmo responsoriale) Giovanni il Battista ha preceduto il Signore anche nel martirio, come ci narra la pagina evangelica di oggi. Ha cercato sempre il volto del Si gnore e ci ha insegnato a riconoscerlo come Agnello di Dio, colui che toglie i nostri peccati e ci dona la vera vita. Cerchiamo anche noi il vol to del Signore nella nostra giornata, nei nostri impegni, nelle persone che incontriamo, e se lo cerchiamo con fede non mancherà di mandarci un segno della sua vicinanza e del suo amore. Non di solo pane Numero 695 pagina 16 Meditiamo la Parola Potere e lussuria Preghiamo la Parola a cura di don Luciano Vitton Mea Le iniquità che Il timore del re Erode (un sovrano tutt'altro che si annidano nel nostro cuore encomiabile!) non è un sentimento di paura ma non generano che frutti falsi, piuttosto di quell'ammirazione per una persona senza sapore, già corrotti. che avverte tanto superiore a lui. Nella vita di Ti ringraziamo, Signore, Erode gioca la prepotenza di due passioni: quella per la promessa autentica del potere e quella della lussuria, mentre in Giovanni splendono giustizia e santità. Ecco, sono proprio queste due qualità della vita che interpellano il cristiano di sempre, anche noi, oggi. Giustizia è il modo giusto di rapportarsi a se stessi, a Dio, al prossimo. Santità è vivere in profondità il rispetto e l'amore riconoscente per Dio che ci ha regalato l'esistenza e, in Cristo Gesù, e fragrante della tua fedeltà e del tuo Amore, la sola capace di generare un succo gustoso, che nasce dal profondo e che si può condividere con tutti. l'ha riscattata dal vero male che è il pecca- Amen to. L'uomo giusto e Santo è umile, percependo il suo limite, ma non è rattrappito dentro forme ed espressioni di un'umanità priva di coraggio e di slancio verso tutto ciò che è vero buono e bello. Anzi, proprio il suo tendere a queste categorie essenziali del tempo e dell'eternità fanno di lui quell'esemplare umano che dà gloria a Dio e atti- Agisci va la stima degli uomini. Anche gente di dubbia qualità etica, che occupa a volte, come Erode, posti di prestigio in società, avverte il segreto fascino di chi è giusto e santo. Oggi sarò accogliente verso chi mi circonda, ospitandolo fisicamente in casa mia o nel mio cuore, facendo un po’ di posto alle sue necessità, all’ascolto, alla compassione. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 17 IV Settimana del Tempo Ordinario Pensa: possiamo amare Dio con questo piccolo cuore! Sabato 7 Febbraio IV Settimana del Salterio Il Santo del giorno: San Teodoro Martire Sono più di una ses santina i santi di no me Teodoro. Quello di oggi è un soldato, martire di Amasea, venerato nell'antichità soprattutto in Oriente. Possiamo dire che è il capostipite dei santi che portano questo significativo nome: Teodoro, cioè Dono di Dio. Teodoro fa parte dell'esercito ro mano inviato nella zona del Ponto. La sua legione riceve l'ordine di sacrificare alla dea Cibele. Egli si rifiuta, anzi mette fuoco al tempio paga no. Per questo, viene torturato, condannato e bruciato vivo. In suo onore sorge ad Amasea uno dei più Brano Evangelico: Mc 6, 3034: famosi santuari, nel quale il dottore della chiesa san Gregorio di Nissa svolge un celebre panegirico, da cui apprendiamo le notizie sul nostro santo. San Teodoro è uno dei santi più po polari e più raffigura ti in tutto l'Oriente. e si mise a insegnare loro molte cose. In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quel lo che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti mol ti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedette ro. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, per ché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Il Signore è il mio pastore (dal Salmo responsoriale) Eravamo «come pecore che non hanno pastore». Ma «il Dio della pace ha ricondotto dai morti il pastore grande delle pecore, il Signore nostro Gesù» (Eb 13,20), così abbiamo lavato le nostre vesti rendendole can dide nel sangue dell'Agnello (Ap 7,14). Dice san Nilo di Ancira: «La Madre di Dio mostrò tale sapienza ed esperienza nell'arte della tessitu ra che con la lana dell'Agnello, da lei generato, rivestì con vesti di in corruttibilità tutti i credenti, liberati dall'invisibile nudità». Non di solo pane Numero 695 pagina 18 Meditiamo la Parola Preghiamo la Parola Ebbe compassione di loro Meditazione di Elmetti Fiorella Mentre scrivo Papa Francesco sta visitando SriLanka e Filippine. Un bagno di folla l'ha accolto superando in numeri ed entusiasmo le previsioni più rosee. Molti hanno ballato e cantato per l'occasione. Molti l'hanno fotografato o realizzato dei video. Fra di essi non sono poche le persone disabili e i bambini che hanno la fortuna di potersi avvicinare a lui, che sappiamo essere i privilegiati del suo amore. In particolare, attraverso le immagini della tv, tra di essi ho notato un ragazzo in carrozzina, scosso da continui movimenti come me, che ha mostrato un dipinto al Papa facendogli capire che l'aveva realizzato proprio lui e che con gioia gliene faceva dono. Il Papa si è mostrato meravigliato e profondamente grato per questo dono inatteso ma che certo deve essere costato tempo, energia e fatica. E che sorriso luminoso quando il Santo Padre l'ha benedetto! Ho pure visto un bambino che, emozionato, dal momento del suo arrivo si è stretto a lungo alla sua tonaca e l'ha accompagnato per un bel tratto di strada del suo tragitto, a voler sottolineare che anche lui, sebbene piccolo e povero, aveva accanto qualcuno che l'amava e che proprio non intendeva lasciarlo più andare via. Queste immagini mi hanno ricordato il brano che abbiamo letto proprio oggi, soprattutto il finale: "Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose". Che cosa hanno imparato il ragazzo in carrozzina e il bambino emozionato? Che Dio, attraverso gli uomini di buona volontà, non dimentica i figli più poveri e fragili, che "La con-passione di Dio, il suo soffrire con noi, dà significato e valore ai nostri sforzi e alle nostre sofferenze" (tweet di Papa Francesco). Signore Gesù... oggi è ancora e soltanto un grazie, che nasce dal cuore, rialza il nostro spirito e si affaccia alle labbra. Siamo davvero affaticati e schiacciati da una quotidianità talora dura, siamo sbandati e addolorati. Tu lo vedi e il tuo invito suona per noi dolcissimo e sapiente: «Venite a me...». Eccoci, Signore, ci stringiamo a te, che nel deserto preghi con noi e per noi. Amen Agisci Oggi mi lascio prendere in braccio da Gesù buon pastore per rimettermi sulla giusta via e rifiuto fermamente ciò che mi porta fuori strada. Non di solo pane Numero 695 Tempo Ordinario pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Anno XV- n. 695 Domenica 1 Febbraio 2015 Chiuso il 27 Gennaio 2015 Numero copie 1300 333/3390059 don Luciano Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita il Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: http://www.latracciameditazioni.it/
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