Non di solo pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 1 Febbraio 2015
IV settimana del tempo ordinario
Lunedì 2 febbraio:
Presentazione di Gesù al Tempio
Anno XV - n°
695
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Febbraio 2015
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione
con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato
Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa,
prego specialmente per le intenzioni che il Santo
Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli
in questo mese
Intenzione del Santo Padre
• Perché i carcerati, in particolare i giovani, abbiano
la possibilità di ricostruire una vita dignitosa.
Intenzione missionaria
• Perché i coniugi che si sono separati trovino
accoglienza e sostegno nella comunità cristiana.
Intenzione dei vescovi
• Perché gli operatori del sistema sanitario
uniscano la competenza professionale
al rispetto di ogni persona.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2
IV del Tempo Ordinario
Anche in te l’Altissimo
ha segnato un disegno d’amore.
Domenica
1
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il santo del Giorno: Santa Brigida di Svezia
Sono due le sante di
nome Brigida: una
quella di Svezia, è ri­
cordata il 23 luglio: è
una santa assai famo­
sa, fondatrice dell'Or­
dine delle suore brigi­
dine, grande mistica,
apostola ardente nel
secolo XIV. Quella di
oggi è la patrona d'Ir­
landa, ma è venerata
anche in Francia, in
Germania e in molti
paesi della cristianità.
Insieme a san Patrizio,
santa Brigida di Kilda­
re è una delle colonne
del popolo irlandese.
Entrambi santi, entram­
bi apostoli del vangelo,
testimoni insigni della
carità. Il culto di santa
Brigida d'Irlanda è an­
tichissimo. Infatti esso
ha più di mille anni ed
Brano Evangelico: Mc 1,21­28:
è uno stimolo ai popoli
inglesi per perseverare
nella fedeltà a Cristo e
alla chiesa. Molti i
miracoli a lei attribui­
ti; tante le chiese erette
in suo onore; molte le
leggende fiorite attor­
no alla sua esistenza
terrena.
«Taci! Esci da lui!».
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava.
Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno
che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un
uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che
vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo
di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito
impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timo­
re, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento
nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbedisco­
no!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Ascolta la voce del Signore (cf Salmo responsoriale)
Gesù parla con autorità, perché è Dio, la Parola di Dio. Il «Verbo» di
Dio non è solo parola, ma anche azione di Dio. È parola e azione di
Dio nella Chiesa, la casa di Dio, nella quale troviamo «l'insegnamento
nuovo». Lo Spirito ci insegna, anche con le parole di Paolo, che tutti
devono essere preoccupati «delle cose del Signore». Per fare questo
dobbiamo innanzitutto ascoltare con attenzione la sua voce che ci par­
la ogni giorno nella Chiesa e in ogni circostanza della vita.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 3
L u n g o
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fi u m i
c o m m e n t o
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S a l m i
Mistero del male
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
non ci appartiene. Non dobbiamo andare lontano per
scoprire il mistero del male,
lo respiriamo, ci accompagna nella penombra quotidiana di una piccola cattiveria. Come combatterlo? Come vincerlo? Come fuggirlo?
San Antonio abate ci indica
una piccola strada per vincere il male. Il padre Antonio disse: «Vidi tutte le reti
del Maligno distese sulla
terra, e dissi gemendo: Chi mai potrà scamparne? E
udii una voce che diceva:
sapore dolciastro del manUn uomo posseduto. Mistero
dorlo in fiore, il fascino av-
del male che ci circonda,
volgente di uno sguardo fur-
che si annida nelle pieghe
tivo.
della
L'umiltà». Un cuore umile
vince il male, perché confida nella misericordia di Dio.
nostra
esistenza, Le mani che contano trenta
nell’abisso tenebroso di un denari, la calunnia che uccuore rattrappito nelle reti
cide il fratello, l’eredità
del proprio egoismo. Non
che semina divisioni nelle
occorre che uno spirito cat- famiglie, il confine di un
tivo entri dentro di noi. Le campo che toglie per semarmi del Maligno sono spes-
pre il saluto al vicino, la
so rivestite di luce, hanno il
bellezza di una donna che
Non di solo pane ­ Numero 695­ Tempo Ordinario ­ pagina 4
L u n g o
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S a l m i
Preghiamo la Parola
Contemplatio
Senza la tentazione non viene sperimentata la premura di Dio per
noi, non si guadagna la fiducia in
lui, non si impara la saggezza dello spirito, e l'amore di Dio non si radica nella nostra anima. Dinanzi alle tentazioni l'uomo prega Dio come uno
straniero. Dopo però che egli, grazie al suo amore
per lui, ha sostenuto la tentazione senza farsi sviare dalla tentazione stessa, Dio guarda a lui come
a uno che l'ha amato e che può legittimamente
ricevere da lui la ricompensa: lo considera un amico che per suo amore ha combattuto contro la
potenza dei nemici, i demoni.
(Isacco di Ninive, citato in A. GRON, Il cielo comincia in te,
Brescia 20002, 57s.).
Signore Gesù,
noi ti ringraziamo perché,
con la tua parola di verità,
fai tacere il male
che ci opprime e le menzogne
che stanno all'origine di ogni
nostra schiavitù.
Grazie a te, Signore,
poiché ci doni libertà
autentica, perché in noi
possa parlare ed esprimersi
la nostra umanità più
autentica e la nostra
realtà solidale
di figli di un unico Padre.
Amen
PER VIVERE DA DISCEPOLO DI GESÙ...
Stiamo attenti a non aggiustare le cose a nostro
piacimento, interpretando il Vangelo secondo il
nostro comodo. Stasera farò un esame di coscienza su questo.
SULL'ESEMPIO DI MARIA...
Oggi andrò in una chiesa e, in compagnia di Maria,
adorerò il Santissimo Sacramento.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 5
IV Settimana del Tempo Ordinario
Dio sarà tutto per te fra pochi anni,
appena passata questa breve vita!
Gettati in Lui.
Lunedì
2
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Presentazione del Signore
È la «candelora», il gior­
no della luce; ricorda un
evento dell'infanzia del
Signore, narrato nel van­
gelo. Fedeli alla Legge di
Mosè, Giuseppe e Maria
portano Gesù bambino al
tempio per consacrarlo a
Dio. Recano con sé due
tortorelle, l'offerta dei
poveri. Giunti nel tempio,
sono accolti da un vec­
chio sacerdote, Simeone,
che prende in braccia il
Bambino e canta un
inno che ripetiamo ogni
sera nella preghiera di
compieta: «Ora lascia,
o Signore, che il tuo
servo vada in pace...
perché i miei occhi han­
no visto la tua salvez­
za». Il vecchio sacerdo­
te profetizza che quel
bambino sarà la luce
del mondo; annunzia
alla Vergine che una
spada le trafiggerà il
cuore. Accanto, c'è
anche una vecchia
donna, di nome Anna,
impiegata al servizio
del tempio, che elogia
il Bambino Gesù. Fe­
sta della luce, oggi! È
anche la giornata della
consacrazione religio­
sa: pregheremo per le
suore, i frati e tutti i
consacrati del mondo.
Brano Evangelico: Lc 2,22­32: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore».
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di
Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Si­
gnore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro
al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi,
come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Si­
meone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo
era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte
senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e,
mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a
suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi
lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei
occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rive­
larti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Ho visto, Signore, la tua salvezza (cf Lc 2,30)
Simeone, uomo giusto e pio, accoglie il Signore e ne scorge il mistero.
Nel suo inno di ringraziamento dice: «I miei occhi hanno visto la tua
salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli». La salvezza di Dio è
per tutti gli uomini, la sua luce non conosce le frontiere che poniamo noi
uomini per distin­guerci gli uni dagli altri. Ciò che ha visto Simeone lo
possiamo vedere anche noi, se purichiamo gli occhi del nostro cuore.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 6
meditazione
Esperienza frizzante
Preghiamo la Parola
Meditazione a cura della redazione
Nel passato, in questa giornata, erano benedette le
candele che avrebbero illuminato le chiese durante
tutto l'anno. In questa giornata le persone consacrate
a Dio si affidano alla sua tenerezza. È lui la luce dei
cuori che illumina le nostre tenebre.
Aiutaci, Signore,
Aspetta, Simeone. Aspetta svuotato, forse rassegnato. Il fatto di salire al tempio per fare servizio, è, ormai, solo una stanca e ripetitiva devozione. Come molte persone anziane che incontro nel mio ministero, il vecchio Simeone
trasuda disincanto e stanchezza interiore. Eppure è lui l'unico ad accorgersi di ciò che accade, l'unico, tra la gente che affolla il tempio,
che vede dietro quella coppia di spaesati paesani il mistero di un Dio che si allea con gli uomini
e li salva. E tutto diventa luce. Dio è luce e in
lui non ci sono tenebre e il nostro buio interiore
è squarciato dalla tenerezza di Dio proprio
quando meno ce lo aspettiamo. L'esperienza
dell'illuminazione, diffusa in molte religioni,
essenziale in quella cristiana, è l'apertura ad
una dimensione interiore nuova che la grazia
dello Spirito Santo crea, irrompendo nella nostra vita. A volte basta poco, un attimo fuggente, per illuminare la propria vita. Così Simeone,
stanco e vecchio, tenendo in braccio quel bambino si accorge della misteriosa presenza di Dio.
Pochi istanti hanno dato un senso a tutta una
vita di attesa. Che Dio accordi a ciascuno di noi
pochi istanti di consapevolezza che ci illuminino
la vita...
Donaci la consapevolezza
a essere tempio vivo
dell'incontro con te
e testimoni credibili
della tua presenza tra noi.
che ciò che oggi
ci addolora e ci fa soffrire,
apre in noi spazi più ampi
e scorci di luce vivida,
che rendono degna la nostra
vita e più gioiosa e pacificante
la gratitudine e la
consapevolezza che tu sei
«Dio con noi».
Ti rediamo grazie,
o Emmanuele!
Amen
Agisci
Immagino di accogliere Gesù bambino tra
le braccia, come lo accolse Simeone, come lo accolse Maria…
quali sentimenti mi suscita? Cosa comunica al mio cuore?
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 7
IV Settimana del Tempo Ordinario
Il Signore abita in fondo alla tua anima.
Sii degno di Lui.
Martedì
3
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Biagio
Uno degli ultimi mar­
tiri dei secoli di perse­
cuzione. Uomo retto e
santo, accusato di es­
sere cristiano, condan­
nato a diversi supplizi,
tra cui la scarnifica­
zione con pettini di
ferro. A condannarlo è
il governatore roma­
no: muore insieme ad
altri uomini, donne e
bambini. San Biagio è
vescovo; protettore dei
malati di gola: uno dei
primi miracoli a lui
attribuiti è quello della
guarigione di un mala­
to che sta per soffocar­
si. Sin dall'antichità è
protettore dei malati di
naso, orecchi e gola. In
molte chiese si dà la
benedizione con le
candele legate da un
nastrino rosso, a ricor­
Brano Evangelico: Mc 5,21­43:
do del martirio di san
Biagio. Non c'è regio­
ne d'Europa che non
veneri san Biagio, co­
me a Dubrovnik in
Croazia. Appartiene ai
quattordici santi guari­
tori, venerati e amati
sin dall'antichità.
“Figlia, la tua fede ti ha salvata…”
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta
folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale,
come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo:
vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si
stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto
sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi
piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantel­
lo. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si
fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essen­
dosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le
mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi
mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna,
impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse
tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo
male».
Non temere, soltanto abbi fede (Mc 5,36)
La fede, la speranza e l'amore sono i tre doni misteriosi che ricevono i
cristiani dall'Unità e Trinità di Dio. Gesù allontana da noi ogni paura
con una «moltitudine di testimoni» (Eb 12,1), che sono le persone e i
segni della sua presenza in mezzo a noi. Così possiamo correre con per­
severanza il cammino della nostra fede «tenendo fisso lo sguardo su Ge­
sù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,2).
Gesù vince la paura e le sofferenze della vita: «Io ti dico: àlzati!».
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 8
meditazione
Preghiamo la Parola
Gesù non si lascia assorbire dalla folla
Meditazione di Fiorella Elmetti
Signore Gesù,
Con i loro contrasti, dove un capo della sinagoga
e papà, una donna sofferente ed una bambina
dichiarata morta emergono dalla scena. Il dolore, il dubbio, la fede e la vita si incrociano in
questo testo molto affollato. Lungo il mare dove
Gesù insegna la gente "gli si radunò attorno".
Lungo la strada che lo porterà a casa di Giairo,
non solo "la folla lo seguiva", ma, come precisa il
testo, "gli si stringeva attorno", quasi ne avesse
un disperato bisogno. A casa di Giairo, invece, la
gente crea "trambusto" ed egli deve scacciarla. E
trovo positivo per me, per noi, sottolineare proprio questo aspetto: Gesù non si lascia assorbire
dalla folla, ma "comanda" su di essa come accade con il mare in tempesta che minaccia la barca dove lui sta dormendo con i discepoli terrorizzati che lo svegliano. A seguito di ciò, egli
placa il vento forte e i flutti minacciosi, mentre
tutti, increduli, si chiedono "Chi è costui?". Certo, tra la gente c'è chi ha bisogno di sentire e
toccare la sua presenza, perciò Gesù non fugge
davanti a nessuno, anzi, si espone in prima persona, anche operando scelte strane ed inconsuete. Egli, cercando lo sguardo di chi l'ha toccato,
non vuole rimproverare nulla, ma far risaltare
che, come si legge in un altro testo "erano come
pecore senza pastore" e che con la fede tutto
può essere salvato. Dio ascolta sempre la preghiera di chi lo invoca ed opera, anche quando
l'evidenza è nascosta. Perché "Ogni preghiera e
ogni azione d’amore è presa e portata al cospetto di Dio: nulla va perduto. A volte si pensa:
chissà se Dio vede. A volte si crede di operare
come vuoto a perdere. Ma invece no, nulla è inutile perché Dio non dimentica, non trascura
nulla" (don Paolo Squizzato). E come potrebbe
se Dio è amore?
anche noi ti chiediamo con
forza di sostenerci
e di aiutarci
a non cedere di fronte
agli abissi del male.
Il nostro cuore ti cerca
e ti desidera,
anche solo di scorcio,
anche soltanto per un attimo.
Grazie, Signore,
per il dono della tua presenza,
per la tua energia salvifica,
per la tua parola,
per il dono estremo della tua
vita, risposta al nostro
estremo bisogno di te.
Amen
Agisci
Oggi, nel sacramento
della Riconciliazione,
deporrò tutto il peso
dei miei peccati nel
cuore di Gesù, per riprendere il
cammino nella gioia dei figli di
Dio.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 9
IV Settimana del Tempo Ordinario
Getta il Lui ogni ansietà,
in Lui che acquieta la burrasca
e dà solidità ai cuori.
Mercoledì
4
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Andrea Corsini
Santo carmelitano, ve­
scovo di Fiesole. Nasce
a Firenze nel 1302 e
muore nel 1373. Reli­
gioso esemplare; ve­
scovo santo, si dedica
soprattutto alla carità
verso i poveri. Soccorre
gli umili, visita i malati
nelle case e negli ospe­
dali; va in giro que­
stuando per dare un
pezzo di pane ai po­
veri. Si dedica all'e­
ducazione del clero,
alla formazione delle
popolazioni
della
Toscana. Mette pace
tra i paesi in guerra;
sviluppa la devozio­
ne alla Madonna del
Carmelo. Sant'An­
drea Corsini è un
vero modello di san­
tità sacerdotale ed epi­
scopale. Un santo pa­
store di stampo evan­
gelico, che conosce a
fondo il gregge e spen­
de le sue energie per
santificarlo. Nel Marti­
rologio romano la sua
festa ricorre, però, il 6
gennaio.
Brano Evangelico: Mc 6,1­6 : un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rima­
nevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza
è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?
Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses,
di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per
loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se
non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere
nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si mera­
vigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnan­
do.
L'amore del Signore è da sempre (Mc 6,3)
La Lettera agli Ebrei ci insegna ad accettare con pazienza la correzione
del Signore. È il segno che lui ci ama: non vuole che ci perdiamo, ma
che camminiamo sulla retta via. È necessario quindi correggere e rad­
drizzare la nostra condotta, affinché possiamo procedere nella vita se­
condo i suoi voleri. «L'amore del Signore è da sempre»: in Gesù, Dio
stesso si è voluto fare nostro fratello, parte viva e vivificante della no­
stra stessa esistenza.
Non di solo pane ­ Numero 695­ Tempo Ordinario ­ pagina 10
meditazione
Non fermarsi all’apparenza
Preghiamo la Parola
A cura di don Carlo Moro
È un rincorrersi di meraviglie e di stupori
il vangelo di oggi. Si meraviglia la folla per
l'eloquenza di Gesù. Si meravigliano alcuni
concittadini perché Gesù, il figlio di Giuseppe, fa il predicatore senza avere il patentino. Si meraviglia il Signore della loro
incredulità. Nella vita ci possiamo stupire
per cose positive, per eventi che ci cambiano l'orizzonte, per alcune scoperte, come la fede, che ci mettono letteralmente
le ali. Ma, purtroppo, ci possiamo anche
stupire per le cose negative, infarciti dai
nostri pregiudizi religiosi. Gesù non è sufficientemente qualificato per dire le cose
che stupiscono! E invece di guardare la luna, gli sciocchi di sempre guardano il dito
che la indica. Anche noi, purtroppo, a volte ci fermiamo all'apparenza della Chiesa
e di chi parla del vangelo. Invece di ascoltare con stupore la buona notizia, ci lasciamo turbare dalle inevitabili incoerenze
che talora accompagnano l'annuncio. Stupiamoci, oggi, per le tante cose belle che
ci circondano e che riconosciamo come
immenso segno della bontà di Dio. E che
Dio non abbia a stupirsi, oggi, della nostra
incredulità, della nostra poca fede. Perché
Dio non è quasi mai come ce lo immaginiamo.
Signore Gesù, la nostra fede
è insidiata e avvelenata
dalla nostra incredulità
e durezza di cuore.
Per la tua presenza sempre
nuova, per questo
imprevedibile
dono d'amore,
per la rivoluzione
sconvolgente della tua
misericordia infinita,
scandalosa per i nostri angusti
giudizi, ti rendiamo grazie,
oggi e sempre,
Gesù, Signore!
Amen
Agisci
Oggi, sull’esempio di
Maria, sceglierò nei
miei atteggiamenti e
nelle mia parole, di
essere tenero verso chi sembra
più duro e non me la prenderò
se dovesse rispondermi male.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 11
Salmo 28
Lungo i fiumi
A te grido, Signore;
non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.
commento ai Salmi
a cura di don Luciano Vitton Mea
Inserto speciale
Ascolta la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.
Ripagali secondo la loro opera
e la malvagità delle loro azioni.
Secondo le opere delle loro mani,
rendi loro quanto meritano.
Poiché non hanno compreso l'agire del Signore
e le opere delle sue mani,
egli li abbatta e non li rialzi.
Sia benedetto il Signore,
che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera;
Introduzione
di David Maria Turoldo
Oh, le attese al colloquio impossibile!
Le tue labbra sigillate sono
la lapide sulla mia preghiera.
Ti parlo, ti parlo, Signore, e tu non rispondi.
Perchè? Saranno un monologo ancor disperato
queste confidenze a te solo aperte, uguali a
primule nella notte?
Ma ora oltre la paura
a presenza di lui ci compensa:
anch'egli, anch'egli è con noi
nell'orto: sola
risposta al grande silenzio.
il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.
Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.
Preghiera
Sia
la
terra
una
selva
di
mani
alzate,
perché la preghiera di tutti i poveri e degli innocenti finalmente riesca a rompere il tuo silenzio: c'è gente, specialmente tra i potenti,
che non vuole sapere nulla di te, Signore
neppure che tu ci sia, pur parlando sempre di
pace!Signore, intervieni e poni fine all'ignominia. Amen.
Non di solo pane ­ Numero 695­ Tempo Ordinario ­ pagina 12
L u n g o
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fi u m i
Il silenzio di Dio
c o m m e n t o
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S a l m i
di don Luciano Vitton Mea
Il Salmo 28 si divide in due parti: la prima è un lamento, una
vera supplica, mentre nella seconda il tono cambia e il lamento
si trasforma in lode e ringraziamento. Il silenzio di Dio: questa è
l’esperienza che il salmista vive, la dura crosta che deve masticare. Un’erba amara che genera sconforto, paura, dolore; che
scuote fino alle radici il rapporto con Dio, che apre un baratro
profondissimo e tetro: “In un momento di crisi profonda ti innalzo questa preghiera, Signore; ti grido l’angoscia e la rabbia di
un cuore tormentato e in rivolta”. Non conosciamo i motivi di
questa crisi, di questo grido angoscioso; forse una malattia, una
disgrazia oppure una persecuzione: poco importa. E’ lo stesso
dramma che hanno vissuto i disabili, gli ebrei o coloro che si opponevano al regime nei campi di concentramento tedeschi durante l’ultima guerra mondiale; il grido che si alza dal letto di
un malato terminale o da uno dei tanti manicomi di questo
mondo. L’eco del silenzio di Dio riecheggia là dove l’uomo né
avverte l’assenza: “perché resti muto e indifferente di fronte al
mio interiore tormento e sembri osservare impassibile questo
mio concitato agitarmi?”
Ma il dramma del salmista non è la sofferenza, il peso della calamità, l’insopportabile cappa della cattiveria e dell’empietà
che lo circonda ma l’assenza della sua Parola, un silenzio che
non diventa ai suoi occhi momento d’incontro ma una sorta di
fossa, una specie di tomba, una Parola come tante altre parole:
“Se anche la tua Parola, Signore, diventa una parola come tante
mi sento in balia di me stesso, smarrito nel deserto della vita”.
La solitudine e l’impotenza che soffocano quest’uomo diventano
come una buia prigione in cui la fede in Dio e la sua stessa Parola perdono di significato e di forza. Ma all’improvviso tutto cambia e la disperazione si trasforma in un inno di lode. Nella preghiera il Salmista comprende che l’assenza della Parola non significa “assenza di Dio”, che la sua “vicinanza” può essere percepita anche là dove tutto tace. Infatti: “solo l’uomo che sa fare silenzio di fronte al silenzio di Dio può contemplare l’eterna
Parola che siede alla destra del Padre”.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 13
IV Settimana del Tempo Ordinario
Il segreto del successo è
non arrendersi mai.
Giovedì
5
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Agata
Catania e Palermo si
contendono l'onore di
aver dato i natali a una
delle più famose sante
martiri dell'antichità,
Agata. In realtà, anche
se forse è nata Paler­
mo, Catania è la città
dove ha subìto il marti­
rio e che da sempre la
venera con particolare
slancio e pietà. Il suo
martirio, avvenuto nel
251, è tra i più atro­
ci: con un ferro arro­
ventato le vengono
strappate le mam­
melle. Quando muo­
re, Catania è scossa
da una violenta eru­
zione dell'Etna; mol­
ti, compresi i pagani,
stendono il velo della
martire, per fermare
la lava. Da quel gior­
no Catania è legatis­
sima alla sua santa e
la festeggia in questi
giorni con uno slan­
cio incredibile. Su di
lei ci è pervenuta una
stupenda omelia di
san Metodio Siculo,
che esalta la fede e la
fortezza della giova­
ne martire.
Brano Evangelico: Mc 6,7­13: ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e da­
va loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio
nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di
calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entria­
te in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo
non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere
sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamaro­
no che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio
molti infermi e li guarivano.
O Dio, meditiamo il tuo amore (dal Salmo responsoriale)
Gesù invia i Dodici ed essi camminano sulle strade del mondo: sono i
cristiani, guidati dai vescovi e dallo Spirito Santo. Essi sono vicini «alla
città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli,
all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono
scritti nei cieli» (Eb 12,22­23). La Chiesa, in tal modo, ci invita ogni
giorno a meditare sull'amore di Dio, a farne lieta memoria, affinché
possiamo camminare con fiducia verso la luce che non ha fine.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14
meditazione
Voi invece vi siete accostati
Preghiamo la Parola
Meditazione di Elmetti Fiorella
Madre Teresa di Calcutta diceva: “Nessuna parola
è insignificante. Ogni parola che si pronuncia ha
un effetto sul mondo intero. Se la nostra parola è
buona, produce luce nel mondo, se è cattiva,
produce tenebre.” Come non darle ragione, prendendo spunto dai fatti di Parigi? Se la mia parola
non è detta per benedire di sicuro non attira pace
e i demoni del male si moltiplicano dentro e fuori
di noi. Infatti, c'è una terra sacra dentro di noi
che non dovremmo mai trascurare o far calpestare ad altri, perché siamo creati ad immagine di
Dio. Ha ragione san Paolo quando nella lettera
agli efesini scrive: "Fratelli, voi non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo
di tromba e a suono di parole, mentre quelli che
lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più
a loro la parola. Lo spettacolo, in realtà, era così
terrificante che Mosè disse: «Ho paura e tremo».
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla
città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e
a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e
all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono
scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti
dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore
dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che
è più eloquente di quello di Abele". Così, quando
sentiamo bestemmiare preghiamo nel silenzio o,
se proprio dobbiamo parlare, parliamo di bene.
Tutto ciò fa sì che la gente sia portata a riflettere, e a condividere Jorge Mario Bergoglio, prima
ancora di diventare sacerdote: "Voglio credere in
Dio Padre, che mi ama come un figlio, e in Gesù,
il Signore, che ha infuso il suo Spirito nella mia
vita per farmi sorridere e portarmi così al regno
di vita eterna".
Ti ringraziamo, Signore,
perché, nell'inviare
i Dodici e noi tutti,
sempre, ci esorti
ad annunciare il tuo vangelo,
a partire dal legno vivo
e autentico della nostra povertà.
Sia questo il nostro
unico e vero sostegno, Signore,
la forza disarmata e fiduciosa
che nasce dal fondare
su di te la nostra vita
e ogni nostra parola!
Amen
Agisci
Gesù può essere la
gioia della mia vita
perfino nelle situazioni
più difficili. Anche io
oggi porterò un po’ di
gioia a qualcuno che soffre (potrei
visitare un ammalato, una persona solo, offrire conforto…).
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 15
IV Settimana del Tempo Ordinario
Il miglior ascoltatore è chi si mette
nei panni dell’altro.
Venerdì
6
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Paolo Miki e compagni
Paolo Miki è il primo
martire del Giappone; suo
padre, al servizio dell'im­
peratore, diviene cristiano
per la predicazione dei
gesuiti. Paolo entra nella
Compagnia di Gesù; il l'
gennaio 1597, con altri
compagni, viene impri­
gionato e condannato a
morte per la fede. Insie­
me a san Paolo Miki ven­
gono martirizzati altri due
gesuiti, sei francescani, sei
catechisti, e altri giappo­
nesi cristiani o neofiti. Il
nostro santo esorta tutti a
essere forti; durante la
persecuzione riesce a con­
vertire molti giapponesi
alla fede cristiana. L'ese­
cuzione dei martiri avvie­
ne su una collina di Naga­
saki: il martirio diventa
Brano Evangelico: Mc 6,14­19: «È
occasione per la diffonde­
re il vangelo. Narrano
infatti le cronache che,
mentre i martiri muoiono,
molta gente acclama e
prega su quella collina che
diventerà famosa perché
su di essa è stata sganciata
la seconda bomba atomica
(10 agosto 1945).
un profeta, come uno dei profeti».
[…] Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode teme­
va Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto
perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il
suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali
dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a
Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo
darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del
mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa
di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che
tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a
motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una
guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in pri­
gione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua ma­
dre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un
sepolcro.
Il tuo volto, Signore, io cerco (dal Salmo responsoriale)
Giovanni il Battista ha preceduto il Signore anche nel martirio, come ci
narra la pagina evangelica di oggi. Ha cercato sempre il volto del Si­
gnore e ci ha insegnato a riconoscerlo come Agnello di Dio, colui che
toglie i nostri peccati e ci dona la vera vita. Cerchiamo anche noi il vol­
to del Signore nella nostra giornata, nei nostri impegni, nelle persone
che incontriamo, e se lo cerchiamo con fede non mancherà di mandarci
un segno della sua vicinanza e del suo amore.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 16
Meditiamo la Parola
Potere e lussuria
Preghiamo la Parola
a cura di don Luciano Vitton Mea
Le iniquità che
Il timore del re Erode (un sovrano tutt'altro che
si annidano nel nostro cuore
encomiabile!) non è un sentimento di paura ma
non generano che frutti falsi,
piuttosto di quell'ammirazione per una persona
senza sapore, già corrotti.
che avverte tanto superiore a lui. Nella vita di
Ti ringraziamo, Signore,
Erode gioca la prepotenza di due passioni: quella
per la promessa autentica
del potere e quella della lussuria, mentre in Giovanni splendono giustizia e santità. Ecco, sono
proprio queste due qualità della vita che interpellano il cristiano di sempre, anche noi, oggi. Giustizia è il modo giusto di rapportarsi a se
stessi, a Dio, al prossimo. Santità è vivere in profondità il rispetto e l'amore riconoscente per Dio
che ci ha regalato l'esistenza e, in Cristo Gesù,
e fragrante della tua fedeltà
e del tuo Amore,
la sola capace di generare
un succo gustoso,
che nasce dal profondo
e che si può condividere
con tutti.
l'ha riscattata dal vero male che è il pecca-
Amen
to. L'uomo giusto e Santo è umile, percependo il
suo limite, ma non è rattrappito dentro forme ed
espressioni di un'umanità priva di coraggio e di
slancio verso tutto ciò che è vero buono e bello.
Anzi, proprio il suo tendere a queste categorie
essenziali del tempo e dell'eternità fanno di lui
quell'esemplare umano che dà gloria a Dio e atti-
Agisci
va la stima degli uomini. Anche gente di dubbia
qualità etica, che occupa a volte, come Erode,
posti di prestigio in società, avverte il segreto
fascino di chi è giusto e santo.
Oggi sarò accogliente
verso chi mi circonda,
ospitandolo fisicamente in casa mia o nel mio cuore, facendo un po’ di posto alle sue necessità, all’ascolto, alla compassione.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 17
IV Settimana del Tempo Ordinario
Pensa: possiamo amare Dio
con questo piccolo cuore!
Sabato
7
Febbraio
IV Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Teodoro Martire
Sono più di una ses­
santina i santi di no­
me Teodoro. Quello
di oggi è un soldato,
martire di Amasea,
venerato nell'antichità
soprattutto in Oriente.
Possiamo dire che è il
capostipite dei santi
che portano questo
significativo nome:
Teodoro, cioè Dono
di Dio. Teodoro fa
parte dell'esercito ro­
mano inviato nella
zona del Ponto. La
sua legione riceve
l'ordine di sacrificare
alla dea Cibele. Egli
si rifiuta, anzi mette
fuoco al tempio paga­
no. Per questo, viene
torturato, condannato
e bruciato vivo. In
suo onore sorge ad
Amasea uno dei più
Brano Evangelico: Mc 6, 30­34:
famosi santuari, nel
quale il dottore della
chiesa san Gregorio
di Nissa svolge un
celebre pane­girico,
da cui apprendiamo
le notizie sul nostro
santo. San Teodoro è
uno dei santi più po­
polari e più raffigura­
ti in tutto l'Oriente.
e si mise a insegnare loro molte cose.
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quel­
lo che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite
in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti mol­
ti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li
videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedette­
ro. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, per­
ché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte
cose.
Il Signore è il mio pastore (dal Salmo responsoriale)
Eravamo «come pecore che non hanno pastore». Ma «il Dio della pace
ha ricondotto dai morti il pastore grande delle pecore, il Signore nostro
Gesù» (Eb 13,20), così abbiamo lavato le nostre vesti rendendole can­
dide nel sangue dell'Agnello (Ap 7,14). Dice san Nilo di Ancira: «La
Madre di Dio mostrò tale sapienza ed esperienza nell'arte della tessitu­
ra che con la lana dell'Agnello, da lei generato, rivestì con vesti di in­
corruttibilità tutti i credenti, liberati dall'invisibile nudità».
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ pagina 18
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Ebbe compassione di loro
Meditazione di Elmetti Fiorella
Mentre scrivo Papa Francesco sta visitando SriLanka e Filippine. Un bagno di folla l'ha accolto
superando in numeri ed entusiasmo le previsioni
più rosee. Molti hanno ballato e cantato per l'occasione. Molti l'hanno fotografato o realizzato
dei video. Fra di essi non sono poche le persone
disabili e i bambini che hanno la fortuna di potersi avvicinare a lui, che sappiamo essere i privilegiati del suo amore. In particolare, attraverso le immagini della tv, tra di essi ho notato un
ragazzo in carrozzina, scosso da continui movimenti come me, che ha mostrato un dipinto al
Papa facendogli capire che l'aveva realizzato
proprio lui e che con gioia gliene faceva dono. Il
Papa si è mostrato meravigliato e profondamente grato per questo dono inatteso ma che certo
deve essere costato tempo, energia e fatica. E
che sorriso luminoso quando il Santo Padre l'ha
benedetto! Ho pure visto un bambino che, emozionato, dal momento del suo arrivo si è stretto
a lungo alla sua tonaca e l'ha accompagnato per
un bel tratto di strada del suo tragitto, a voler
sottolineare che anche lui, sebbene piccolo e
povero, aveva accanto qualcuno che l'amava e
che proprio non intendeva lasciarlo più andare
via. Queste immagini mi hanno ricordato il brano
che abbiamo letto proprio oggi, soprattutto il
finale: "Sceso dalla barca, egli vide una grande
folla, ebbe compassione di loro, perché erano
come pecore che non hanno pastore, e si mise a
insegnare loro molte cose". Che cosa hanno imparato il ragazzo in carrozzina e il bambino emozionato? Che Dio, attraverso gli uomini di buona
volontà, non dimentica i figli più poveri e fragili,
che "La con-passione di Dio, il suo soffrire con
noi, dà significato e valore ai nostri sforzi e alle
nostre sofferenze" (tweet di Papa Francesco).
Signore Gesù...
oggi è ancora
e soltanto un grazie,
che nasce dal cuore,
rialza il nostro spirito
e si affaccia alle labbra.
Siamo davvero affaticati
e schiacciati da
una quotidianità talora dura,
siamo sbandati
e addolorati. Tu lo vedi
e il tuo invito suona
per noi dolcissimo e sapiente:
«Venite a me...».
Eccoci, Signore,
ci stringiamo a te,
che nel deserto preghi
con noi e per noi.
Amen
Agisci
Oggi mi lascio prendere in braccio da Gesù
buon pastore per rimettermi sulla giusta
via e rifiuto fermamente ciò che mi
porta fuori strada.
Non di solo pane ­ Numero 695 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 695
Domenica 1 Febbraio 2015
Chiuso il 27 Gennaio 2015
Numero copie 1300
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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