Ti hanno licenziato chissenefrega tu non sei il tuo

Ti hanno licenziato?
Chissenefrega tu non sei il tuo lavoro!
Quando perdi il lavoro una parte di te muore e lo sforzo per ricostruire l’equilibrio precedente può durare
anni ed implicare complicazioni inaudite.
Capire però che la preoccupazione maggiore dipende dal sistema di credenze che ti sei costruito negli anni
e sul quale basi la tua esistenza e la tua autostima collegandoli ai risultati delle tue performance lavorative,
può aiutarti a scaricare un po’di inutile ansia.
Il principale errore credo sia stato quello di cercare di ottenere gratificazioni ai tuoi bisogni personali
nell’ambiente lavorativo, per mezzo di miglioramenti di carriera e aumenti salariali senza considerare che il
rovescio della medaglia è, che in caso di insuccesso o ventilato licenziamento, la frustrazione e la paura
prendono il sopravvento anche sugli altri ambiti della tua vita.
Come il serpente che si morde la coda più questi sentimenti negativi aumentano e più vedi incerto il tuo
futuro professionale.
Ma il vero paradosso è che quando tali sensazioni negative si impossessano di te possono condurti a
comportamenti deleteri, anche e soprattutto sul lavoro, concorrendo a volte a farti cadere nel mirino delle
“risorse non indispensabili” quindi sacrificabili.
Un altro comportamento riflesso è quello di incrementare il tempo dedicato al lavoro, sempre per la paura
di non riuscire a svolgere le mansioni assegnate. Ma anche così non farai nient’altro che sottrarre tempo ai
tuoi affetti e peggiorare la qualità dei rapporti intimi estendendo la potenzialità del disastro anche
all’ambito familiare che invece dovrebbe essere il caposaldo per la salvezza del tuo sistema psicofisico.
E così…Bang! Il sistema collassa.
Hai perso il lavoro o lo perderai a breve? Ok è una cosa preoccupante ma non influirà minimamente sul
rapporto con le persone che contano davvero.
I rapporti personali, gli affetti e le relazioni non sono messi in discussione, al contrario potrebbero essere
fortificate e rinforzate dal calore che da esse potrà scaturire.
Questo da solo potrebbe già essere un valido motivo per non buttarti a terra.
Pensando a me stesso e a come mi descrivo, tutto mi sovviene tranne che la definizione di ciò che mi
qualifica professionalmente.
Io per me sono: Massimo il tennista, Massimo il batterista, Massimo il marito di Antonella, Massimo il figlio
di Giovanna, tutto tranne che Massimo Rosa l’head hunter.
massimorosa.com
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Lo stesso vale per le persone a me care, quelle che contano o che hanno ricoperto un ruolo importante
nella mia vita.
Presumo la stessa cosa valga per te.
Ti sfido a ricordare che lavoro facesse esattamente il tanto amato “zio Beppe” o l’indimenticabile “nonno
Francesco”.
Ovvio, approssimativamente ne avrai una vaga idea ma non credo che pensi a loro come rappresentanti
della mansione professionale che hanno ricoperto.
Non parlerai certamente di nonno Francesco come l’ex Capo Officina della Ballarini S.p.a. ma lo avrai
impresso nella memoria come quell’adorabile persona con la quale hai trascorso indimenticabili e toccanti
istanti di vita che nulla hanno avuto a che fare con il suo lavoro e la sua qualifica professionale.
Io purtroppo non ho soluzioni facili da proporti ne tantomeno voglio banalizzare la situazione propinandoti
il solito articolo dal titolo “Le 10 cosa da fare quando ti licenziano” ma vorrei provare ad offrirti un'altra
inquadratura del problema, uno spunto di riflessione, un punto di vista non convenzionale che magari
potrà alleggerire il tuo stato d’animo e consentirti di rimetterti in pista:
Ti hanno licenziato o stai per perdere il tuo lavoro?
Chissenefrega, tu non sei il tuo lavoro.
Tu rimani TU e per le persone che contano davvero questo basta, per gli altri…che si fottano.
Nessuno si ricorderà di te per il tuo lavoro.
Massimo Rosa
L'autore:
Massimo Rosa head hunter cuneese da oltre 25 anni elabora ed innova sistemi applicati in scala
all’ambito delle Risorse Umane e della Ricerca e Selezione del Personale.
E' l'ideatore del primo modello di "Job Shop" d'Italia aperto nel 1991, trasformato e sviluppatosi
nelle attuali agenzie per il lavoro.
Scelto dalla produzione di Sky per interpretare se stesso nella prima edizione di The Apprentice
con Flavio Briatore, è spesso ospite o commentatore delle principali testate televisive e
giornalistiche nazionali.
Autore di testi tematici fra i quali "Il Manuale per Esperti nella Selezione del Personale", "Ricerca e
Selezione del personale. Strumenti e tecniche", "Curriculum Guerrilla - 100 modi non
convenzionali per Trovare Lavoro", "Le frasi che fanno bene al business", collabora come
opinionista per i maggiori quotidiani economici.
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