I governi non hanno cambiato le politiche sulla P.A. •Tagli nella P.A., si riduce la presenza dello Stato, si mettono in discussione i diritti dei cittadini •Le cosiddette riforme della P.A., non cambiano affatto “verso”. •Si peggiorano le condizioni di lavoro, si allontanano le P.A. dai cittadini. Negli EPNE i processi di “riorganizzazione” sono ancora in attesa di concreta attuazione. Si è interrotto quel processo che faceva degli Enti un laboratorio di “esperimenti” organizzativi, tesi a fornire migliori servizi. Si è invece innescata una politica punitiva che ha mortificato, riducendolo, il welfare nel Paese. Proseguono le soppressioni di enti e gli accorpamenti di funzioni, senza un vero progetto “ condiviso”. Progetti unilaterali, apparentemente di grande respiro, quale l’Agenzia ispettiva e quella per l’occupazione,si stanno rivelando privi di reale strategia e rischiano di indebolire funzioni e servizi oggi garantiti. Continua la campagna di interventi normativi e blocchi economici che stravolgono contratti fermi ormai dal 2009. È necessario contrastare questo disegno. LAVORO, FORMAZIONE, INNOVAZIONE, CONTRATTO Vogliamo ripartire dal rinnovo dei contratti e intervenire sull’organizzazione del lavoro. Vogliamo dare sostanza alla contrattazione integrativa e alle RSU facendone derivare scelte mirate al miglioramento dei servizi al cittadino. È necessario coinvolgere tutti i soggetti interessati in un percorso che tenda a una maggiore omogeneità del sistema di classificazione. Servono ulteriori risorse per i Fondi per la con- trattazione integrativa, anche recuperando quelle destinate ad istituti organizzativi, funzionali all’operatività degli enti. Occorre concordare l’organizzazione e i tempi di lavoro, partendo dai bisogni dell’utenza. È necessario assicurare un’occupazione stabile per i giovani e valorizzare il patrimonio interno di professionalità e competenze. Vanno arginate le esternalizzazioni e il precariato, ricollocando servizi e funzioni negli EPNE e prevedendo piani di assunzioni con tempi certi. IL LAVORO PUBBLICO Per saperne di più leggi il QR code o vai su www.elezionirsu.it FA CRESCERE IL PAESE E LO RENDE PIÙ GIUSTO Il 3-4-5 Marzo vota la lista Fp Cgil CROCE ROSSA ITALIANA LAVORO FORMAZIONE INNOVAZIONE CONTRATTO CROCE ROSSA ITALIANA A seguito del decreto di privatizzazione 178 dell’Ente Croce Rossa Italiana, abbiamo con forza ribadito l’assoluta necessità che i servizi venissero garantiti con continuità e con le giuste professionalità all’interno dell’Ente Pubblico; sino ad oggi il processo di privatizzazione ha prodotto guasti a causa della inadeguatezza dei vertici della CRI nazionale nonché, in molti casi, dei vertici regionali: inoltre l’avvenuta privatizzazione dei comitati provinciali ha prodotto conseguenze nefaste sia per i servizi che per i lavoratori, dimostrando come la logica del profitto mal si adegua ad un servizio così importante come quello della Croce Rossa. Abbiamo sostenuto con forza che molte funzioni dovessero passare al servizio sanitario, agli enti locali e ad altre Amministrazioni dello Stato, con garanzia di livelli retributivi e di efficienza e monitorando il processo di mobilità dei lavoratori verso gli enti che sovraintendono tali servizi. Sino a oggi lo strumento legislativo, insieme ad una gestione incompetente dei vertici, si è rivelato inadeguato e dunque abbiamo sollecitato con forza una cabina di regia al Ministero della Funzione Pubblica per gestire questo delicato passaggio. Oltre a questo siamo riusciti ad evitare inutili e affrettate procedure di eccedenza proposte dai vertici amministrativi. Infine, grazie alla nostra azione decisa, è stata ottenuta la proroga di un anno per la definitiva privatizzazione dell’Ente. Cosa intendiamo fare: Obiettivo primario è quello di definire un percorso certo per la ricollocazione del personale in altre pubbliche amministrazioni, salvaguardando i livelli retribuitivi e le professionalità, garantendo la riqualificazione o l’aggiornamento del personale stesso. Questo percorso va fatto con strumenti legislativi adeguati e con la regia dei Ministeri vigilanti. Al primo punto della vertenza c’è la salvaguardia dei posti di lavoro, come è già stato nella delicata vertenza di stabilizzazione del personale precario, ma anche la salvaguardia della dignità professionale e lavorativa. Il costo della privatizzazione dell’Ente non deve ricadere sulle spalle dei lavoratori che hanno sempre garantito servizi fino ad oggi considerati d’eccellenza, nonché dei cittadini, con un aumento del costo ed un abbassamento dei livelli del servizio. La vicenda del CEM di Roma è esemplare in tal senso. L’importanza delle RSU, anche in questa di passaggio, è fondamentale per tutelare i lavoratori che in alcune regioni hanno già subìto trasferimenti selvaggi e ricadute gravissime sulla loro vita. Votare per la FPCGIL significa anche, oltre a dar voce alla rappresentanza diretta ed all’azione sui posti di lavoro, rafforzare il livello di rappresentanza a livello nazionale dando maggior forza al nostro programma. IL 3-4-5 MARZO VOTA LA LISTA FP CGIL PER NOI i servizi pubblici garantiscono la crescita e il benessere del paese. Il blocco del turn-over e i tagli lineari hanno prodotto meno servizi, meno diritti e meno equità. Ma la spesa e l’indebitamento sono saliti ancora. PER NOI l’efficienza della PA deve dare migliori risposte ai bisogni dei cittadini. Per farlo bisogna investire sul lavoro, sulla partecipazione, sul valore e la dignità delle professioni. Il contrario della riforma Madia. PER NOI il precariato nei servizi pubblici deve essere eliminato: superando il blocco del turn-over, creando nuovi posti di lavoro e stabilizzando i lavoratori a tempo determinato. PER NOI il nuovo contratto non deve essere rimandato e deve adeguare livelli economici e potere d’acquisto delle retribuzioni. Solo il contratto garantisce la tutela dei diritti. PER NOI la contrattazione integrativa facilita l’innovazione della PA, aumenta la produttività e valorizza le competenze. PER NOI legalità e trasparenza si difendono con una PA responsabile ed efficiente. Adozione di un nuovo codice degli appalti, riduzione delle stazioni appaltanti, abolizione delle gare al massimo ribasso, rispetto dei contratti di lavoro anche nel sistema della cooperazione sociale.
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