Sabato - Memorial Fiordoliva

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domenica 15 febbraio 2015 anno LXXI - numero 7 euro 1,40
ROSANERO SCATENATI, AZZURRI SPENTI:
TI: 3-1
A REGGIO EMILIA TRIONFO VIOLA: 3-1
Palermo a forza tre
con super Vazquez
Napoli, stop risalita
Che bella Fiorentina
con Babacar-Salah
Il 3° posto è a 4 punti
Apre le marcature Lazaar, con la complicità di
Rafael, poi l’argentino raddoppia e ispira il gol di
Rigoni. Gabbiadini nel finale accorcia le distanze
Franco
Vazquez, 25
anni,
Mohamed
Salah, 22
BOZZA, CECERE, GASPAROTTO, MALFITANO, SCHIANCHI ALLE PAGINE 10-11
Geometrie, colpi di tacco e spettacolo, la giovane
formazione di Montella domina il Sassuolo
(gol di Berardi) e si lancia verso la zona Champions
BIANCHI, CALAMAI, FOGLIANI A PAGINA 12
JUVE-ROMA-INTER-MILAN
ATTENTE
PROVINCIA
AT TACK
9 771120 506000
50 2 1 5>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
CESENA
ATALANTA EMPOLI
PARMA
BRIENZA-DEFREL
CHI CERCA LO STIPENDIO
CONTRO MORATA-LLORENTE HA LA STESSA CARICA
SFIDA IMPARI, MA...
DI CHI PUNTA LO SCUDETTO
PINILLA UN’INSIDIA
SARA’ DURA PER
ICARDI E GUARIN
I CALCI PIAZZATI SONO
L’ARMA IN PIÙ DI SARRI
E INZAGHI LI SOFFRE
La Juve capolista
è di scena in
Romagna. Sulla
carta il risultato è
scontato, però
i padroni di casa
sanno lottare.
E hanno due tipi
da tener d’occhio
Gli emiliani,
stritolati dai
disastri societari,
non gettano la
spugna. La Roma
attuale non è
al top e quel
Cebolla Rodriguez
sa come far male
L’Inter di Mancinii
deve cambiare
definitivamente
marcia, ma a
Bergamo la vittoria
ria
manca dal 2008.
Colantuono sulle
scommesse:
«Sono estraneo»
L’Empoli gioca
un bel calcio
e diverte.
I rossoneri
puntano su
Destro: sta a lui
continuare una
storia che parte
da Van Basten
Gregoire Defrel, 23
anni. Sopra Allegri
Cristian Rodriguez,
29 anni. Sopra Garcia
Mauricio Pinilla, 31
anni. Sopra Mancinii
Massimo Maccarone,
35 anni. Sopra Inzaghi
BIANCHIN, BREGA, CECCHINI, DELLA VALLE, FROSIO, GOZZINI, GRAZIANO, OLIVERO, PIOVANI, PUGLIESE, SPINI, TAIDELLI DA PAGINA 2 A PAGINA 9
L’ANALISI
di Sebastiano Vernazza
RISULTATI & CLASSIFICA
23a GIORNATA
Calendario vuole che, proprio
nei giorni in cui infuria il
«Lotito Gate», le provinciali si
misurino con le grandi. In
Serie A va in scena il fine
settimana dei testa coda. La
Juve capolista contro il
Cesena penultimo, la Roma
seconda contro il Parma semifallito e in fondo al gruppo. Ai
piani inferiori il Milan ospita
l’Empoli, l’Inter va a Bergamo.
IERI
SASSUOLO-FIORENTINA
PALERMO-NAPOLI
OGGI (ORE 15)
MILAN-EMPOLI (2-2) ORE 12.30
ATALANTA-INTER (0-2)
GENOA-VERONA (2-2)
ROMA-PARMA (2-1)
TORINO-CAGLIARI (2-1)
UDINESE-LAZIO (1-0)
CHIEVO-SAMPDORIA (1-2) ORE 18
CESENA-JUVENTUS (0-3) ORE 20.45
JUVENTUS
53 MILAN
ROMA
46 SASSUOLO*
NAPOLI*
42 UDINESE
FIORENTINA* 38 VERONA
SAMPDORIA
35 EMPOLI
LAZIO
34 ATALANTA
PALERMO*
33 CHIEVO
GENOA
32 CAGLIARI
TORINO
31 CESENA
INTER
29 PARMA (-1)
L’ARTICOLO A PAGINA 21
*Una partita in più
21
DAL LOTITOGATE
AL TESTACODA-DAY
26
1-3
3-1
LA RICORRENZA
DA NON
PERDERE
L’amore di Pantani
«Marco era
speciale in tutto»
1 Amico del calciatore?
La ghiotta occasione
per inventarsi un lavoro
BERGONZI, CENITI
A PAGINA 26
29
29
28
24
23
23
21
19
15
9
39
SANREMO
Il Volo trionfa
Nek e Malika
sono sul podio
ESPOSITO
A PAGINA 39
VELLUZZI A PAGINA 15
2 Tennis, impresa di Vanni
Prima finale in un Atp
da numero 149 al mondo
CRIVELLI A PAGINA 35
3 Italrugby, tre mete
poi è tempesta inglese
E il Times ci vuole fuori
BUONGIOVANNI, PASTONESI A PAG. 33
16
I CLUB SU LOTITO?
TANTI SILENZI
ANZI NO: «ABUSIVA
LA REGISTRAZIONE»
Claudio Lotito, 57 anni, presidente della Lazio dal 2004
Nessun dirigente condanna i contenuti
della telefonata del patron della Lazio.
Replica da Carpi: «Con noi A più bella»
PELUCCHI ALLE PAG. 16-17, COMMENTO DI BOCCI A PAG. 21
16
TOMMASI VA GIÙ DURO
«BASTA CONFONDERE
IL RUOLO COL POTERE»
CATAPANO A PAGINA 16
w
IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi
Lotito shock: «Ho fatto eliminare
Lara Fabian sennò tra tre anni
chi se li compra i diritti del Festival?»
2
Serie A R Primo piano
QUATTRO CAMPI, QUATTRO CHIAVI TATTICHE
Stadio Manuzzi, ore 20.45
Stadio Olimpico, ore 15
CESENA - JUVENTUS
12
3
9
CONTRASTI VINTI
3
4
15
19
19
33
21
32
37
34
46
33
24
29
40
ROMA
5
17
20
DUELLI AEREI VINTI
Tocchi per zona
29
28
ROMA - PARMA
PARMA
L’arma di Di Carlo
DEFREL
COME SI MUOVE
NOCERINO
CESENA
JUVENTUS
331
302
41
CESENA
JUVENTUS
376
284
RODRIGUEZ
PAREDES
TOROSIDIS
(2ª dietro l’Inter)
13
18
41
40
21
30
16
3
19
16
18
31
14
1
3
1
1
5
10
1
1
13
CESENA
21
8
8
2
3
Baricentro
medio del Cesena
MOLTO BASSO
46,7 metri
JUVENTUS
ROMA
53
46
Punti
9
36
Gol fatti
20
17
Gol subiti
47
15
Punti
21
Gol fatti
47
43
Gol subiti
10
LA MOSSA
DI DONADONI
Rodriguez a sinistra può
impegnare Torosidis e Paredes,
favorendo gli inserimenti
centrali di Nocerino
PARMA
Provinciali
Alex Frosio
Twitter @alexfrosio
I
l diritto di sognare. Lo hanno invocato in
molti in reazione all’infelice uscita di Lotito,
che sbarrerebbe volentieri la strada della Serie A a realtà «minori» ma magari agguerrite come Carpi o Frosinone. Beh, il calendario della Serie A non poteva essere disegnato in modo più
appropriato. Perché oggi le big del torneo giocano proprio in provincia (Juventus e Inter) o contro le provinciali (Roma e Milan). Senza dimenticare che c’è nobiltà anche lontano dalle metropoli: il Parma vinceva coppe europee, l’Atalanta è
definita regina delle provinciali e anche lei visse
notti di gloria in Coppa delle Coppe, l’Empoli si è
guadagnato sul campo la fama di matricola terribile e squadra da spettacolo, il Cesena sta imparando a vender cara la pelle. Il diritto di sognare,
insomma, se lo sono guadagnato da tempo e oggi
possono spenderlo. Il testa-coda in Romagna e
all’Olimpico magari è un po’ più chiuso nel pronostico, ma le milanesi non sono mica troppo
lontane, anzi, dalle due avversarie di oggi. Se poi
il sogno diventerà realtà lo sapremo dopo il 90’,
ma le piccole hanno qualche arma per mettere in
difficoltà le big. Ecco quali.
Juve, Roma e Milano,
piccole grandi rogne
1Oggi quattro big contro quattro pericolanti: esito scontato? Forse
Ma dalle punizioni di Sarri alla grinta del Cebolla, occhio all’imboscata
nuzzi e altri grattacapi mica da ridere. La 92 sta
sulle spalle del francesino Gregoire Defrel, 5 gol
finora in campionato e l’impressione che i numeri cresceranno rapidamente. I suoi tocchi per zona evidenziano come Defrel parta in posizione
centrale per poi sfondare sulla destra d’attacco.
Cioè sulla sinistra della Juve, dove la rapidità del
giovane francese può essere un fattore contro il
«vecchio» francese Evra. Soprattutto se, come
prevedibile, il Cesena si raccoglierà a protezione
della propria area - il baricentro medio della
squadra è molto basso, a 46,7 metri - costringendo la Juve a portare molti uomini, terzini compresi, nella metà campo avversaria e cercando di
sfruttare gli spazi: le sponde di Rodriguez, le corse di Defrel, gli inserimenti di Brienza, un altro
dal piede caldo. Negli ultimi trenta metri romagnoli, poi, sarà lotta. E in quello la squadra di Di
Massimiliano
Allegri, Rudi Garcia,
Roberto Mancini
e Filippo Inzaghi
CESENA DI LOTTA Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal contro Carbonero, De Feudis e Giorgi. Morata
e Llorente contro Capelli e Lucchini. Rodriguez a
sbattersi tra Chiellini e Bonucci. D’accordo, la lettura delle formazioni preoccupa poco Max Allegri. Ma la pensava così anche il lanciatissimo Pioli un paio di settimane fa. Poi il tecnico della Lazio si è accorto che quel tipino con la maglia numero 92 del Cesena era un problema bello
grosso. Che gli ha rifilato un gol nel 2-1 del Ma-
Carlo non ha paura: ha vinto più contrasti della
Juve (331 contro 302) e più duelli aerei (376 a
284), sezione in cui il Cesena è secondo in A solo
all’Inter. L’idea allegriana di partire con MorataLlorente potrebbe essere pensata proprio per
scardinare le certezze aeree avversarie.
PARMA ALLA CEBOLLA Poche certezze ha invece il Parma. A Roma, altro pronostico all’apparenza a senso unico. In giallorosso chi insegue lo
scudetto, in gialloblù chi insegue uno stipendio.
Donadoni ha la peggior difesa del campionato
ed è il problema minore, con tutti i problemi societari che il club sta attraversando. Ma almeno
in campo il Parma non è una squadra allo sbando. Ha ancora un’idea di gioco, è coraggiosa nel
cacciare il pallone nella metà campo avversaria
- con la Roma balbettante dell’ultimo periodo
LA TOP 10
Gigi Riva e Pro Vercelli
Fatal Verona e Zico
Quando l’Italia si ribalta
Luca Bianchin
@lucabianchin7
C
ostantino Rozzi si lamentava perché i tifosi del
calcio parcheggiavano
sempre davanti a casa sua.
Ogni volta, una domenica su
due. Non si interessava di pallone, poi prese l’Ascoli e diventò
un simbolo. Simbolo dei presidenti originali: portava le calze
rosse per scaramanzia e in Lega
urlava per difendere le piccole.
Simbolo di quell’Italia provinciale: l’Ascoli, con o senza di
lui, ha avuto Hugo Maradona e
Eddy Baggio. I fratelli buoni altrove, nelle grandi città. L’Ascoli ha scarrocciato dalla A alla B,
ma la provincia a volte fa il colpo. Qui una top10, con cortesi
scuse al Parma, al Vicenza, che
vinse una Coppa Italia eliminando il Milan, al Catanzaro,
RL’ultimo colpo
grosso del Perugia
Calori e l’acqua
tolsero lo scudetto
alla Juventus
alla Cavese e a tutti i Davide che
una volta hanno sparato una
fiondata sulla fronte di Golia.
10 CHIEVO Imboscata a San Siro. Il 15 dicembre 2001 il Chievo di Delneri batte l’Inter: due
gol consegnati a domicilio da
Corradi e Marazzina. A fine
partita scatta la caccia alla maglia: Eriberto prende il Picasso la 9 di Ronaldo -, Delneri un
Conceição, il presidente Campedelli fallisce la corsa alla 24
di Gresko. «Mi sarei accontentato di Sorondo», commentò il
giorno dopo. Al primo allenamento dopo l’impresa, a Veronello, c’erano quattro tifosi.
9 ZICO Il più grande sgarbo extra campo. Zico nel 1983 è un
top 5 al mondo. Il presidente
Mazza lo porta a Udine, alla
faccia di Juve, Inter, Roma e
delle polemiche: Lama, segre-
tario Cgil, gli ricorda che la sua
Zanussi ha la cassa integrazione. Pertini però fa sapere che a
lui l’idea di Zico non dispiace, e
Mazza tira dritto: preso per 6
miliardi e 26.661 abbonamenti.
8 MANTOVA Un groviglio di H.
Stagione 1966-67, l’Inter di Helenio Herrera è prima a +1 sulla Juve di Heriberto Herrera.
Perde la finale di Coppa Campioni dal Celtic e all’ultima anche a Mantova: paratone di uno
Zoff mantovano e papera di
Sarti su tiro di Di Giacomo.
Scrive Emilio Violanti sulla
Gazzetta: «Solo il cielo sa come
Sarti si sia lasciato prillare il
pallone tra le mani». Prillare. In
panchina al Mantova c’era Cadè. Segnare il nome.
7 LECCE L’orgoglio della retrocessa. Il Lecce 1985-86 alla pe-
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Stadio Atleti Azzurri, ore 15
Stadio Meazza, ore 12.30
L’uomo in più di Colantuono
MORALEZ
Palle recuperate
93
% contrasti vinti
81%
ATALANTA - INTER
MILAN - EMPOLI
CROSS TOTALI
% TIRI IN PORTA SU TIRI TOTALI
10
1
39
Lanci positivi
Passaggi positivi
592
Occasioni create
34
Tiri totali
30
Tiri nello specchio
9
% tiri nello specchio
30%
% Realizzativa
13%
4
Gol
7
3
52
Cross
PASSAGGI TOTALI
TIRI TOTALI
COME COLPISCE
L’EMPOLI (21 gol)
274
Palle perse
3
ATALANTA
INTER
ATALANTA
INTER
442
448
46,34
45,58
EMPOLI
MILAN
205
199
(2ª dietro l’Inter)
ATALANTA
Atalanta prima per passaggi
verso gli ultimi 30 metri: 1523
% di parate Atalanta 73,64 (6ª in Serie A)
Conclusioni di testa dell’ Atalanta 46 (5ª in Serie A)
INTER
23
Punti
29
19
Gol fatti
33
29
Gol subiti
EMPOLI
MILAN
10.604
9.943
(6° in Serie A)
29
MILAN
9 gol su calcio piazzato
(Empoli)
Milan 11 gol subiti
su piazzato (9 da corner)
134 angoli battuti
(Empoli quarto dietro Juve 144,
Napoli 143, Fiorentina 137)
EMPOLI
29
Punti
23
32
Gol fatti
21
29
Gol subiti
26
GDS
alla riscossa
Leader delle
piccole:
Maccarone,
Rodriguez,
Pinilla e Defrel
LAPRESSE-ANSA
1
2
può servire - e nell’ultima caotica sessione di
mercato (una diaspora, praticamente) qualcosa
di buono è arrivato. A Cebolla Rodriguez, ex Atletico Madrid, è rimasto lo spirito guerriero del
Cholo Simeone. «Quando parte e si infila nel nostro fianco destro, il gelo ci prende», la sua pagella in Italia-Uruguay che ci buttò fuori dal
Mondiale brasiliano. Sul fianco destro della Roma ci sono Torosidis e il ventenne Paredes: può
esserci carne da surgelare.
guardia di Mancini.
EMPOLI SPETTACOLO Sei punti sono anche la distanza tra Milan e Empoli. E l’impressione è che,
per quel che si è visto, se Sarri avesse Menez,
cioè un attaccante finora da 12 gol, le posizioni
sarebbero ribaltate. I toscani giocano bene, benissimo. Meglio del Milan di Pippo? Onestamente sì. Lo dicono le cifre, oltre che l’occhio. I
toscani hanno fatto più passaggi dei rossoneri
(10.604, quinto dato della Serie A, a 9.943) e
MAXI ATALANTA Con Atalantapiù tiri (205 a 199). Il gioco sgorInter si torna su un equilibrio più
ga fluido dai piedi di Valdifiori LE CHIAVI
marcato e non solo per i soli 6 pundifficile pensare che Menez si preti che le separano. I nerazzurri Squadra raccolta
occupi di andare a calpestarglieli
non vincono a Bergamo dall’1
-, Croce e Vecino hanno un passo
a.M. (avanti Mourinho), anno e le corse di Defrel:
che in questo momento i faticatori
così
Di
Carlo
può
2008, praticamente un’era fa. Poi
rossoneri faticano a tenere, i terzidue pareggi e tre sconfitte, più impensierire Allegri
ni Hysaj e Mario Rui attaccano aldue vittorie atalantine a San Siro.
to e non permettono alle ali avverColantuono sa colpire con i rad- Mancini, attento:
sarie di girarsi per puntare la pordoppi sulle fasce - i suoi producota. Certo, l’Empoli segna poco. Ma
no 21,18 cross a partita (442 tota- Colantuono blinda
c’è un particolare su cui può far
li, in campionato meglio soltanto le fasce e lancia
parecchio male, oggi a pranzo al
proprio gli interisti con 448) - e Moralez-Pinilla
Meazza. Sarri ha ricavato 9 dei
pur tirando poco in porta la sa
suoi 21 gol da calcio piazzato, due
centrare con discreta precisione: il 46,34% delle proprio all’andata con il Milan (uno da calcio
conclusioni finisce nello specchio (meglio di In- d’angolo, uno su schema da punizione). Inzater e Juve, per dire). L’Atalanta del Cola, poi, ha ghi, al contrario, ha concesso 11 reti da palla
un impianto di gioco consolidato e dunque movi- inattiva, 9 delle quali da calcio d’angolo. E l’Emmenti sincronizzati sullo spartito del 4-4-2 (o 4- poli, guarda un po’, è la quarta squadra del cam4-1-1): importante contro il progetto ancora in pionato per numero di corner battuti (134, diedivenire del Mancio. Prevedibile che ci sarà poco tro solo a Juve, Napoli e Fiorentina). Ultimo parspazio per le sgroppate di Guarin o per le giocate ticolare che nobilita la provincia: ormai quasi
aeree di Icardi in area di rigore. Nell’altra metà trent’anni fa, Berlusconi si innamorò di un tecnicampo, poi, occhio alle variazioni di Maxi Mora- co che faceva giocare benissimo la sua squadra e
lez. Se si sistemerà da mezza punta dietro al solo lo aveva appena eliminato dalla Coppa Italia. Si
Pinilla, può portare fuori zona uno dei due cen- chiamava Arrigo.
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trali difensivi interisti e sbilanciare l’intera retro-
1Dieci episodi del passato in cui Davide ha battuto Golia
La maglia di Sorondo, otto scapoli in un condominio,
Pertini che parla di mercato: che storie regala la provincia
3
● 1 2001-02: Inter-Chievo 1-2, Perrotta esulta
sotto gli occhi di Ronaldo ● 2 1969-70: Riva festeggia
lo scudetto del Cagliari ● 3 1999-2000: il gol di
Calori che tolse il tricolore alla Juve REUTERS/AP/LIVERANI
nultima è già in B però va a vincere all’Olimpico contro la Roma, capolista come la Juve. Allo stadio girano magliette con
«Roma campione» ma Barbas
gioca meglio di Pruzzo: doppietta. Se ne va in taxi, con i romanisti che gli urlano di tutto.
6 CAGLIARI I banditi assaltano
lo scudetto. Ha detto Gigi Riva:
«I sardi per tutti erano banditi o
pecorai. Il Cagliari non aveva
favori arbitrali, non era privilegiato come le grandi». Invece
vince la Serie A 1969-70, uno
degli scudetti di provincia, con
otto scapoli in rosa che vivevano nello stesso condominio.
5 FATAL VERONA Cadè due, il
ritorno. L’allenatore del Mantova 1967 cambia città. Fatal Verona #1: il Milan di Rocco contro il suo Verona perde lo scudetto 1973, all’ultima giornata.
Un 5-3 con due autogol. In sala
stampa c’è il Dom Perignon,
pronto per la festa del Milan.
Fatal Verona #2: Sacchi, tra
una Coppa Campioni e l’altra,
lascia un triangolino di stoffa al
Bentegodi. Penultima giornata
1990, Verona-Milan 2-1, gol di
Sotomayor e Pellegrini. Espulsi
Rijkaard, Van Basten (striptease), Costacurta e Sacchi.
4 PERUGIA Acqua, Idris e Calo-
ri. Serie A 2000, uno dei ricordi
più freschi. La Juve all’ultima
giornata perde tutto sotto la
pioggia di Perugia. Eroe del
giorno, Alessandro Calori: Collina decide che si può giocare,
lui segna. In campo tanta acqua
e Idris, il tifoso di «Quelli che il
calcio...», infiltrato.
3 PRO VERCELLI La prima piccola-grande. La Pro vince sette
scudetti tra il 1908 e 1922, oggi
mantiene l'animo da piccola.
Sul sito ha scritto contro Lotito:
«La F.C. Pro Vercelli 1892 esprime la propria solidarietà al Carpi F.C. 1909 e a tutte le altre società che non “valgono un
I NUMERI
60
● I punti realizzati dalla Juve
2013-14 contro le «piccole» (cioè
le ultime dieci): 60 su 60,
il 100%. Quest’anno Allegri
è all’89,9%, (35 punti su 39)
32
● I punti ottenuti dalla Roma
2014-15 con le «piccole»:
l’88,9%, 32 su 36. L’anno scorso
Garcia si fermò all’80%
(48 punti su 60 disponibili)
0
● Nessuna vittoria per l’Inter
a Bergamo nelle ultime cinque
trasferte: bilancio di 2 pari
e 3 sconfitte. Ultima vittoria il 6
aprile 2008 con Mou in panchina
c…o”». Erano più eleganti le
casacche bianche.
2 CLAMOROSO Forti quei postelegrafonici. Giugno 1961,
Catania-Inter. L’Inter sogna lo
scudetto ma ha conti aperti.
Herrera all’andata ha vinto 5-0,
definendo gli avversari «postelegrafonici». Titolo de «La Sicilia» dopo il 2-0 del ritorno: «I
ferrotranvieri dell’Inter mortificati dai postelegrafonici del
Catania». Dice Sandro Ciotti:
«Clamoroso al Cibali»
1 VERONA L’ultimo scudetto periferico, il Verona ‘85. Bagnoli
dice «el tersin fa ‘l tersin» e gioca a zona mista, Elkjaer segna
senza una scarpa alla Juve, Garella para coi piedi. Batte tutti,
Maradona sta a -10. Retrocedono la Cremonese e l’Ascoli di
Rozzi. Va così, in provincia.
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4
Serie A R La capolista
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Juve, il paradosso Pirlo
Con lui numeri peggiori
ma non si perde mai
1 Allegri a Cesena non fa turnover, per rispettare il teorema: in ognuno dei
tre k.o. mancava un big in mediana. E al regista non si rinuncia facilmente
ha perso tre partite in totale,
una in campionato (in casa del
Genoa) e due in Champions League (con Atletico e Olympiacos, entrambe in trasferta), e in
tutte e tre le occasioni mancava
uno dei quattro moschettieri di
centrocampo: due volte Pirlo e
una Marchisio. Non solo: a Genova, dove la Juve perse per un
gol subito nei secondi finali, Allegri aveva lasciato fuori Andrea per turnover. Motivo in più
per non correre rischi. Quindi
dentro tutti i titolari, con Vidal
trequartista, Pirlo in cabina di
regia e Marchisio e Pogba a
completare la linea a tre. Con
Tevez squalificato, Max non se
la sente di rinunciare ad altri
giocatori fondamentali. Per
metterli in campo tutti assieme
il tecnico ha cambiato modulo,
abbandonando il 3-5-2 di Conte
(ma non del tutto: il tecnico l’ha
riproposto in alcune occasioni)
per il 4-3-1-2, e da allora la sua
Juve non ha più perso (a parte
la sconfitta in Supercoppa con
in Napoli, arrivata però ai rigori).
IL CONFRONTO
IN SERIE A CON PIRLO
E SENZA PIRLO
PARTITE
13
VITTORIE
9
9
7
SCONFITTE
0
1
POSSESSO PALLA
58% 63%
TIRI A PARTITA
11,3
16
TIRI SUBITI A PARTITA
10.6
7
PASSAGGI RIUSCITI
79% 82%
Fabiana Della Valle
MILANO
P
iù che le tre partite in dieci giorni, Massimiliano
Allegri teme il campo sintetico di Cesena, del quale non
ha conservato bei ricordi: il tecnico della Juve giocò lì la prima
trasferta di Serie A con il Milan
(2010-11) e perse 2-0 nonostante un gruppo di fenomeni.
Se c’è una cosa che Allegri ha
imparato da quella partita è che
non bisogna mai sottovalutare
l’avversario. Per questo, anche
se la squadra di Mimmo Di Carlo è penultima in classifica e ha
Andrea Pirlo, 35 anni, quarta stagione con la maglia della Juventus LAPRESSE
vinto solo tre partite su 22, lui
resta un fiero oppositore del
turnover: non ci sarà alternanza a centrocampo, non ci saranno big tenuti a riposo per scelta,
non ci sarà una Juventus senza
Pirlo. Allegri lo dice chiaro e
tondo: «Non farò turnover e Andrea sarà titolare. I ragazzi lo
sanno, dobbiamo metterci la testa, non possiamo sbagliare. Se
la Roma batterà il Parma (nel
pomeriggio, ndr), noi giocheremo per tornare a +7».
SE MANCA UN BIG SI PERDE Un
discorso che non fa una piega,
anche perché i risultati gli danno ragione. La Juventus finora
PERCHÉ VEDERE
CESENA
JUVENTUS
Raro caso di «23 contro 1»:
se Pogba vale 100 milioni,
quanto costerebbe tutto
il Cesena? Per i tecnici,
un inedito: LlorenteMorata. Due torri insieme
non si vedono spesso
Manuzzi, ore 20.45
JUVE SENZA ANDREA Perciò
meglio affidarsi alle solite certezze e a Pirlo, che Allegri considera prezioso per la squadra nonostante i rapporti complicati
degli anni rossoneri. Anche a
dispetto dei dati, perché i match
analysis ci dicono che la Juve
senza Pirlo tira di più, fa più
possesso palla, più cross e anche più passaggi riusciti nella
metà campo avversaria. Però
con lui in campionato non ha
mai perso e in Champions l’unica sconfitta con Andrea titolare
è arrivata dopo la sua sostituzione. «Sarà una partita complicata — chiude Allegri — perché
giochiamo su un campo sintentico e il Cesena è in una buona
condizione. Io penso a una partita alla volta». Allegri stasera
vuole vincere: il buon vantaggio sulla Roma non lo rende ancora sazio. Per il turnover c’è
sempre tempo. Magari se tutto
andrà bene oggi lo farà con
l’Atalanta (venerdì 20 allo Stadium), visto che quattro giorni
dopo ci sarà l’andata degli ottavi di finale con il Borussia.
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IL TECNICO
CESENA
Di Carlo: «Loro
partiranno
a mille all’ora»
● CESENA (l.a.m.)
Nonostante l’emergenza
(Renzetti in forte dubbio,
cinque centrocampisti più
Marilungo ai box), Mimmo
Di Carlo ci crede: «La Juve
partirà ai mille all’ora e
cercherà di chiudere la gara
nella prima mezz’ora —
spiega — ma noi giocheremo
con la certezza di poterli
mettere in difficoltà e di poter
fare risultato». Il tecnico del
Cesena ha un dubbio per
reparto: Lucchini, Carbonero
e Rodríguez dovrebbero
vincere i rispettivi ballottaggi.
Se Renzetti non dovesse
farcela, dentro Magnusson.
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Mimmo Di Carlo, 50 anni ANSA
C. ITALIA PRIMAVERA
Juve stoppata
Lazio in finale
con la Roma
● IVREA (a.m.) La Lazio
elimina la Juve e si giocherà
la finale di Coppa Italia
Primavera contro la Roma di
De Rossi, nella doppia finale
all’Olimpico (11 marzo-1°
aprile). I ragazzi di Simone
Inzaghi (detentori del trofeo)
pareggiano 1-1 la semifinale di
ritorno con i bianconeri (2-0
l’andata), nonostante le
assenze di Fiore, Oikonomidis
e Tounkara. In avvio di
ripresa Guerrieri (convocato
da Pioli e in panchina a Udine)
sbaglia un rinvio e concede a
Bnou-Marzouk l’1-0, poi
Silvagni chiude il discorso
qualificazione con l’1-1.
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Simone Inzaghi, 38 anni LAPRESSE
Allegri al Milan
«Polemiche
evitabili»
Marchisio
verso il rinnovo
Mirko Graziano
INVIATO A VINOVO (TO)
L
a Juve e Marchisio rinnoveranno e prolungheranno presto il loro rapporto. L’a.d. Marotta incontrerà infatti l’entourage del ragazzo subito dopo il doppio
confronto con il Borussia
Dortmund. Siamo comunque
già ai dettagli: il Principino
firmerà fino al 2019. Il
29enne centrocampista è cresciuto nella Juve, club dal
quale si è allontanato solo nel
2007-2008, quando fu girato
in prestito all’Empoli. Imminente anche il rinnovo di Storari, che nella prossima stagione sarà ancora il vice di
Buffon.
ZERO CALCOLI... A Vinovo,
intanto, si pensa solo al Cesena. Dentro quasi tutti i titolarissimi, «troppo importante
non lasciare punti per strada
in questa fase del campionato», spiega Allegri. E allora solo Chiellini potrebbe osservare un turno di riposo stasera:
il ballottaggio è con Angelo
Ogbonna, parecchio positivo
nelle ultime sedute di allenamento; un minimo di saggia
precauzione, visto che Barzagli non potrà essere al 100%
prima di un paio di settimane.
«In generale, stiamo molto bene — continua Allegri —. E
anche Vidal è ormai vicino al
top. Ho a disposizione un
gruppo eccezionale, gente
tecnicamente e moralmente
all’altezza. Possiamo giocarcela su tutti i fronti, e quest’anno vogliamo anche la
Coppa Italia». Juve in corsa
ovunque a febbraio inoltrato,
«ed era uno degli obiettivi fissati a inizio stagione». Sul
fronte europeo, purtroppo
sembra essersi svegliato il Borussia Dortmund: «Sta recuperando giocatori importanti,
credo che lo troveremo al
massimo della forma. Detto
questo, resto convinto che faremo due ottime partite. Abbiamo grandi possibilità di
passare il turno». Carezze in
chiusura. La prima va a Galliani: «Polemiche evitabili, ma
con lui ho un buon rapporto».
La seconda «è per il mio Livorno, che compie 100 anni. Non
me ne voglia nessuno, ma io
tifo per il Livorno in Serie A».
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Serie A R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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RINFORZI DALL’AFRICA, CERTEZZE, NOVITÀ E GIOVANI: IL TECNICO ORA HA PIÙ SCELTA
GERVINHO
● TORNA DA CAMPIONE
L’attaccante ivoriano è stato
protagonista in Coppa d’Africa:
finora nella Roma in questa
stagione ha segnato 5 gol ANSA
ADEM LJAJIC
● È LUI IL CANNONIERE
Il giocatore serbo finora è il
capocannoniere della squadra di
Garcia in questa stagione finora:
ha già realizzato 8 reti LAPRESSE
ALESSANDRO FLORENZI
● DA PUNTA A TERZINO
Non c’è giallorosso più duttile del
jolly romano. È stato schierato,
terzino, centrocampista e punta.
Ha all’attivo 2 gol LAPRESSE
SEYDOU DOUMBIA
● IL NUOVO BOMBER
L’ivoriano è arrivato a Roma solo
venerdì scorso, ma è l’uomo su
cui punta la Roma per fare gol e
dimenticare Mattia Destro ANSA
DANIELE VERDE
● IL BABY FOLLETTO
Classe 1996, è il volto nuovo della
Roma, pescato da Garcia
direttamente nella Primavera. Ha
già 3 presenze in Serie A REUTERS
ANTONIO SANABRIA
● LA PUNTA IN ATTESA
Fuori a lungo per il Sudamericano
Sub20, ha esordito a Cagliari,
dimostrando di essere pronto e
di poter dare un mano MANCINI
Roma: 6 personaggi in cerca di gol
1Perso Totti, Garcia scalda Gervinho, Ljajic, Florenzi, Doumbia, Verde e Sanabria
PERCHÉ VEDERE
ROMA-PARMA
Se vi piacciono squadre
giudiziose, scalate, ordinati
0-0, non fatevi vedere in
giro. Qui ci sono promesse
di goleade, errori sicuri e
dribbling garantiti. La più
pazza... e torna Gervinho.
Olimpico, ore 15
Massimo Cecchini
ROMA
S
e non bastassero i cattivi
pensieri che il «Lotitogate» ha rafforzato nella testa degli appassionati, nel calcio italiano da settimane navi-
ga il «caso Parma», ovvero una
squadra che sembra condannata sia sul fronte sportivo, sia
su quello finanziario. Domanda: con che spirito si presenterà oggi all’Olimpico contro una
Roma rafforzata dal ritorno
dagli ivoriani campioni d’Africa? Tutto sommato è una questione diversa dal classico apologo che vede protagonisti Davide e Golia. Ad inizio stagione, infatti, Davide non sapeva
affatto di esserlo. Anzi. Con
queste premesse, l’assenza di
capitan Totti – reduce da influenza – non sembra un problema, nonostante proprio la
squadra emiliana sia il suo bersaglio preferito in carriera con
20 gol. Il Parma, lontano 37
punti in classifica, sembra
QUI TRIGORIA
scudetto: «Doumbia?
Un bomber ma è
appena arrivato»
Maicon ancora ko
Andrea Pugliese
ROMA
I
proclami sono lontani,
quasi messi in un cassetto.
Il Garcia attuale è molto
più pragmatico, punta alla sostanza più che alle iperboli. Ed
allora inutile tornare a parlare
di scudetto, almeno finché la
distanza dalla Juventus non sarà ridotta di un po’. «Intanto
vinciamo con il Parma, che non
è una gara facile, poi vedremo».
Già, anche perché oggi la Roma
potrebbe mancare di tutte e tre
le fonti di gioco: Totti e Maicon
non saranno neanche convocati, Pjanic potrebbe partire dalla
panchina. È vero, dovrebbe tornare Gervinho e il Parma non
sembra essere avversario insormontabile. Ma non si sa mai...
ASSENZE E RITORNI «Totti va
risparmiato, in questi giorni
l’ho visto debole (causa sindrome influenzale, ndr), preferisco che si prepari senza pressioni — dice Garcia — Maicon invece è di nuovo fermo, speriamo possa tornare presto. In
futuro abbiamo tanti impegni,
li vorremmo affrontare con il
Maicon che conosciamo e cioè
GERVINHO: IL RITORNO Nel girone d’andata è stato meno devastante che nello scorso campionato, per la sua assenza ha
pesato moltissimo. Dopo i festeggiamenti per il trionfo in
Coppa non sarà al massimo,
ma nessuno meglio di lui è in
grado di aprire le difese.
LJAJIC: IL DECOLLO La buona
notizia per Garcia è la costanza
di rendimento (elevato) del
gioiello Ljajic, che a inizio stagione sembrava essere l’ultimo
QUI PARMA
Rudi cambia disco
«Battiamo il Parma,
poi si vedrà il resto»
1Non parla più di
troppo fragile per impensierire
i giallorossi, che possono scegliere in un sestetto d’attacco
di tutto rispetto: Gervinho,
Ljajic, Florenzi, Doumbia, Verde e Sanabria.
un giocatore devastante». Già,
ginocchio permettendo però.
Ed allora oggi sarà probabilmente la partita degli ivoriani,
probabilmente più di Gervinho
che di Doumbia. «Gervinho indispensabile? Nessuno lo è, tra
l’altro i cimiteri sono pieni di
persone indispensabili — continua il tecnico francese —
Doumbia vedremo, ha un solo
allenamento nelle gambe, deve
ancora capire il nostro gioco.
Ma è un bomber, un attaccante
che sa fare gol, lo abbiamo preso per questo». Magari per
Doumbia ci sarà qualche minuto in corsa. E magari anche per
Daniele Verde, la nuova speranza giallorossa. «Il futuro suo
è alla Roma, ma ora su Daniele
non dobbiamo mettere troppa
pressione. Ha qualità, sa ascoltare, è umile e deve continuare
a tenere i piedi per terra». Ed
allora oggi si va a caccia dei tre
punti, magari anche senza
prendere gol. All’Olimpico, del
resto, non succede da quasi due
mesi.
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Rudi Garcia, 50 anni ANSA
Donadoni
«Resteremo
ancora uniti»
● PARMA – Oggi la Roma,
domani il giorno più lungo in
tema di futuro societario. Il
Parma è atteso da una due
giorni calda. Caldissima. Con
un occhio al campo e uno
alle banche. Perché far punti
sul campo della Roma è una
chimera. E domani è l’ultimo
giorno utile per ricevere quei
sei mesi di stipendio (di
giocatori e dipendenti) di cui
si parla da settimane. «Il
presidente (Giampietro
Manenti) davanti a una
platea importante come
quella della Lega ha fatto
discorsi significativi, ora
logicamente aspettiamo i
fatti, poi vedremo. La
scadenza è lunedì e ora
dobbiamo pensare alla
partita con la Roma»: ha
ribadito più e più volte
Roberto Donadoni, alla vigilia
di questa trasferta
impossibile. Con il tecnico
che ha almeno un dubbio per
ogni reparto, nonostante le
molte assenze. Sarà
interessante soprattutto
vedere chi giocherà al centro
dell’attacco: Belfodil o
Palladino? Favorito il
secondo, anche se non
bisogna dimenticare che i
crociati hanno giocato anche
mercoledì. Donadoni
comunque, chiunque
scenderà in campo, ha una
sola ricetta: «Lottare su ogni
pallone, cercando di essere
ancora più compatti e
ancora più squadra, più uniti.
Come nelle ultime gare». E
pensare, se si può, solo al
calcio giocato.
Sandro Piovani
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nelle rotazioni offensive ed invece si sta confermando sempre più utile anche quando galleggia in posizione centrale.
All’andata, tra l’altro, andò anche in gol: motivo in più per
non sottovalutare la sua candidatura.
FLORENZI: IL JOLLY Discorso
diverso per Florenzi. L’ultimo
gol risale malinconicamente a
settembre, ma c’è da dire che i
continui cambi di ruolo a cui è
stato costretto (ultimo dei quali terzino destro) non lo hanno
aiutato dal punto di vista del
rendimento offensivo. Se volesse riprovare l’ebbrezza di un
gol da dedicare a nonna Aurora, difficile immaginare un avversario migliore del Parma.
DOUMBIA: L’ARRIVO In queste
prime ore a Trigoria viene raccontato abbastanza insonnolito dai cambi di fuso orario a cui
è stato costretto (di mezzo c’è
anche il blitz a Mosca). Garcia
dice che deve pensare solo a inserirsi negli schemi, ma sono in
tanti che giurano come la squadra emiliana possa essere lo
sparring partner giusto per fargli vivere i primi minuti in giallorosso. Se poi arrivasse anche
il gol, la festa sarebbe sicura.
VERDE: LA CONFERMA È stato
senza dubbio il romanista della settimana. L’allenatore vorrebbe evitargli sovraesposizioni, ma tutti i tifosi sognano una
sua conferma, per giunta casalinga e magari condita dal pri-
mo gol in giallorosso.
SANABRIA: LA VOGLIA A proposito di baby, poi, nell’abbondanza ritrovata, meglio non
trascurare un altro elemento di
talento che chiede spazio. Si
tratta di Sanabria, il cui esordio a Caglia è coinciso col ritorno al successo giallorosso. Il
primo gradino per lui sarebbe
ora quello di conquistarsi un
posto da titolare, a seguire siamo sicuri che arriverebbe anche la vetrina. D’altronde, per i
«Sei personaggi in cerca di gol»
c’è un copione da rispettare,
anche se un esito diverso dalla
vittoria della Roma sarebbe un
colpo di scena che neppure Pirandello potrebbe concepire.
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DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Serie A R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
La partita dei gol d’autore
Destro, ora tocca a te
1In Milan-Empoli a segno solo i grandi centravanti: da Van Basten
a Weah, da Sheva a Inzaghi. L’ultimo acquisto può aggiungersi alla lista
PERCHÉ VEDERE
MILAN-EMPOLI
La più criticata della A
contro la più ammirata.
Quasi un test psicologico:
preferite i singoli che
creano e distruggono
o undici giocatori che si
muovono insieme?
S. Siro, ore 12.30
Alessandra Gozzini
INVIATA A MILANELLO (VARESE)
E
mpoli-Milan, a San Siro, si
è giocata nove volte: 9, come la targa del centravanti. Oggi a guidare l’attacco rossonero sarà Mattia Destro, arrivato dalla Roma anche perché
chiuso dal più spietato dei cecchini in attività: Totti. Questa
però è la partita di altri «grandi»
gol, Destro (se centrerà) sarebbe solo l’ultimo volume della
collezione: da Van Basten a Ronaldo, i gol all’Empoli portano
firme nobili. Destro è stato voluto da Inzaghi, che ovviamente
compare in elenco: fu autore di
una doppietta nel campionato
2005-2006, ventesima giornata. Oggi Pippo dice di Mattia:
«Ha un bellissimo atteggiamento, molto serio, si allena con
grande intensità. In poche parole è di quelli che piacciono a
me. Non sarà il salvatore della
● Sopra, il gol di Van Basten all’Empoli nel 1988. A
destra, in alto Shevchenko e Inzaghi; in basso il gol
di Ronaldo all’Empoli nel 2007 AFP-LAPRESSE
patria, ma abbiamo la possibilità di sfruttarlo al meglio. L’ho
voluto io perché credo nelle sue
potenzialità e so che presto segnerà i gol che ci si aspetta».
GOL D’AUTORE Se presto fosse
già oggi Destro andrebbe ad aggiornare un file ricco di grandi
attaccanti. Il primo Milan-Empoli (marzo ’87) fu deciso da
Galderisi, non proprio un fisico
da centrattacco. Nell’ultimo
(ottobre 2007) replicò Saudati,
che invece aveva il difetto di appartenere all’altra squadra. Così ci si può concentrare su quello che è successo in mezzo: Van
Basten colpì con un missile da
fuori area e poi esultò con le
braccia al cielo. Era l’aprile del
1988 e la galleria poteva considerarsi inaugurata con il quadro più prezioso. Dieci anni dopo toccò a Weah (e a Ganz) appendere il proprio ricordo. E nel
’99 ecco Leonardo e soprattutto
Bierhoff, che autenticò un record: con la sua tripletta nella
penultima giornata del campionato certificò il sorpasso tricolore sulla Lazio. Nel 2006 fu la
volta di Inzaghi e Shevchenko,
l’anno dopo di Ronaldo e Gilardino. Ricco è dunque l’elenco
dei gol d’autore, che è anche ga-
«DOBBIAMO ESSERE
INCAVOLATI PER LA
CLASSIFICA E
PENSARE DI VINCERE
TUTTE LE ULTIME 16»
FILIPPO INZAGHI
SULLA STAGIONE
ranzia di successo. Destro è in
prestito con diritto di riscatto
(dopo certi numeri, tra presenze e gol, la formula diventerebbe in realtà più compromettente) e segnare all’Empoli, a San
Siro, potrebbe rivelarsi più importante del previsto.
UNICO TORRES Destro è diventato rossonero anche per l’esigenza di riempire l’area con un
centravanti di ruolo. Menez interpreta la parte con altre caratteristiche, Pazzini ha fin qui
avuto poche chance e Torres è
ripartito con un solo bagaglio,
un gol decisivo per il pareggio
dell’andata contro l’Empoli.
Sembra l’eccezione che conferma la regola, ma non lo è: il discorso vale solo per i centravanti che segnano a San Siro. Torres colpì in Toscana e nella lista
dei grandi centravanti non può
entrare. Che a quel gol non ne
abbia aggiunti altri è, in questo
caso, un dettaglio marginale.
7
L’EX ALLA RISCOSSA
Occhio a Verdi,
per metà ancora
rossonero
INVIATA A MILANELLO
RABBIA INZAGHI Per permettere a Destro di aggregarsi al
gruppo Inzaghi chiede grinta e
gioco: «La priorità è rivedere
un’identità di gioco precisa, vogliamo vincere giocando bene.
Dobbiamo essere incazzati per
la classifica e mi auguro che sia
la partita che faccia da trampolino di lancio verso un finale da
Milan: anzi, perché non pensare di poter vincere tutte le prossime sedici? Io ci credo. Abbiamo fatto bene fino a Natale, non
vedo perché non farlo ora, con i
nuovi acquisti e con il recupero
di giocatori importanti (per oggi non ancora Montolivo e solo
per mezzora Cerci, diretto in
panchina, ndr). Io sono forte
per combattere contro tutto e
tutti, sempre più innamorato
del mio mestiere e pronto ad allenare per altri 20 anni, se mi
tengono qui o se mi prenderà
qualcuno (ride, ndr). Ora però
mi auguro solo di poter sentire
applausi alla mia squadra».
● Di Verdi, talento del settore
giovanile rossonero, si
ricordano diverse opere: la più
importante fu la vittoria della
Coppa Italia Primavera, stagione
2009-2010. Del repertorio
milanista fanno parte anche due
presenze in prima squadra,
entrambe in Coppa Italia, ed
entrambe all’inizio del 2010.
Dopodiché Verdi ha iniziato il
giro per l’Italia: con il Torino ha
giocato in B e poi in A, con la
Juve Stabia solo in B, e con
l’Empoli un anno fa fu decisivo
per la promozione. Il direttore
sportivo empolese Marcello
Carli, si ricordò che tra i baby
rossoneri Verdi si muoveva da
trequartista (in giro ha fatto di
più l’esterno), ruolo rimasto
scoperto dopo la partenza di
Saponara, venduto a gennaio e
poi concesso al Milan nell’estate
del 2013. Verdi è diventato un
insostituibile (58 gare, 6 gol
complessivi) e il Milan potrebbe
riprovarci: è ancora padrone del
50% del cartellino (il Torino è il
co-proprietario: a fine anno la
formula non sarà più permessa),
e già un mese fa si era parlato di
lui come possibile sostituto di
Honda, temporaneamente
impegnato con il Giappone. La
norma che dal prossimo anno
imporrà ai club di avere in lista
giovani cresciuti nel vivaio è
un’ulteriore spinta per pensare
di riportare Verdi in rossonero:
e poi San Siro è il più
importante teatro (calcistico)
d’Italia.
a.g.
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SOCIETÀ
Il Milan non si vende
Ma Berlusconi apre
a soci di minoranza
1Fininvest smentisce l’esistenza di trattative in fase
avanzata, ma un’offerta seria per una parte delle quote
sarebbe presa in considerazione dalla proprietà
IL COMUNICATO Ieri la Fininvest ha emesso
un comunicato per smentire l’esistenza di
una trattativa con un acquirente thailandeMILANO
se, che secondo Repubblica partirebbe dal
l presente del Milan è pieno di difficoltà, 30% delle quote per arrivare al controllo toil futuro è pieno di progetti. Non è auto- tale in tre anni: «Premesso che da parte di
matico che le difficoltà finiranno quan- vari soggetti è stato mostrato interesse per
do verranno concretizzati alcuni progetti, partnership con Fininvest relative al Milan,
anzi è auspicabile che la crescita della squa- Fininvest smentisce categoricamente che
dra sia indipendente, almeno inizialmente, esistano colloqui di qualche concretezza e
dallo sviluppo del club negli altri settori non tantomeno preaccordi scritti o “incontri desportivi. L’attivismo della società, comun- cisivi” in agenda». Questo comunicato ribaque, è un segnale particolardisce l’esistenza di manifemente importante perché
stazioni di interesse da parte
indica la volontà della prodi alcuni investitori e anche
Non è semplice
prietà di ribellarsi alla delul’apertura del club a prendeperò
trovare
dente situazione attuale e di
re in considerazione l’ingresricostruire un Milan vincenso di nuovi soci, ma cancella
investitori che si
te non solo in Italia ma anla possibilità che l’acquirente
accontentino
di
un
che in Europa. Per ovviare
thailandese convinca Berlualle difficoltà economiche la
sconi a cedere prima il 30% e
ruolo marginale
società è alla ricerca di altri
poi il restante 70%. Il thaiintroiti: sponsorizzazioni,
landese dovrebbe essere Bee
sbarco su nuovi mercati (soprattutto in Taechaubol, un broker che non ha conquiAsia), naturalmente il nuovo stadio. E, ma- stato la fiducia della famiglia Berlusconi. E
gari, anche nuovi soci. Da tre anni la fami- poco dopo il comunicato della Fininvest è
glia Berlusconi ha chiaramente aperto all’in- stato Pippo Inzaghi ad allontanare il pensiegresso nel club di soci di minoranza. Il pro- ro di una cessione del club: «Non vedo Berlublema è trovare investitori solidi e seri, che sconi lontano dal Milan, anzi vedo un presicondividano i progetti della proprietà e si dente che vuole tornare a vincere. E’ una peraccontentino di un ruolo marginale per sona intelligente, quindi sarebbe una grande
quanto riguarda le cariche.
perdita».
G.B. Olivero
I
R
Da sinistra
Barbara
Berlusconi, 30
anni, il padre
Silvio, 78, e
Adriano
Galliani, 70,
in tribuna a
San Siro.
La dirigenza
rossonera si
sta mostrando
molto unita
FORTE
L’ALLEANZA In questa vicenda non si può sottovalutare il ruolo di Barbara Berlusconi, che
sta lavorando con grande impegno per la rinascita del club e l’espansione del brand. Lady B è molto attiva, ma perfino meno di
quanto vorrebbe. Ogni tanto discute col padre perché vorrebbe portare avanti più rapidamente i progetti a cui sta lavorando. Barbara parla di investimenti, ma sa che deve fare i conti con le necessità del settore sportivo
e quindi a volte abbozza. L’ingresso di nuovi
soci è ben visto nella misura in cui si accontentino di quote di minoranza: chi acquista
più del 50%, infatti, vuole comandare e mettere nei posti cruciali della società i propri
uomini. La vicenda dell’Inter lo dimostra
chiaramente: Moratti avrebbe ceduto solo
parte delle quote, ma l’offerta giusta è arrivata solo da chi ha voluto prendere tutto in mano. In tal senso, mentre Marina Berlusconi
potrebbe gradire la cessione del Milan, Barbara vorrebbe portare avanti il suo lavoro, far
nascere il nuovo stadio e godere i frutti del
rinascimento rossonero. E in questo scenario
Adriano Galliani è un prezioso alleato: anche
l’a.d. dell’area sportiva guarderebbe con favore a un ingresso di un socio di minoranza
(che porterebbe soldi da investire sul mercato), mentre la cessione del club rischierebbe
di coinvolgerlo direttamente vista l’importanza del suo ruolo.
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1986
● Il 20 febbraio del 1986
Berlusconi acquista il Milan e
diventa presidente. Il club
viveva un momento difficile
dal punto di vista economico
28
● i trofei del Milan di Berlusconi:
8 scudetti, 5 Champions, 3
Mondiali per club, 6 Supercoppe
italiane, 5 Supercoppe europee,
1 Coppa Italia
8
Serie A R
Inter d’esportazione
Ora tre trasferte
per cambiare passo
BERGAMO TABÙ
DI BALOTELLI
L’ULTIMO ACUTO
1Bergamo, Glasgow e Cagliari in 9 giorni: turnover
dosato. Mancini: «Una big sa vincere in casa e fuori»
PERCHÉ VEDERE
ATALANTA-INTER
Un classico italiano con contributi stranieri.
Shaqiri è svizzero ma non sarà neutrale, Papu
Gomez e Icardi sono argentini discussi. Poi lo
stadio tifa sempre forte: la solita sorpresa?
Atleti Azzurri d’Italia, ore 15
Luca Taidelli
@LucaTaidelli
Marcelo
Brozovic,
22 anni,
è arrivato
all’Inter
a gennaio
dalla Dinamo
Zagabria LIVERANI
«U
na grande squadra
deve avere il medesimo atteggiamento in casa e in trasferta». Roberto Mancini detta la linea
Inter alla vigilia di tre gare in 9
giorni lontano da San Siro. Il
problema è che il cammino nerazzurro on the road è sì simile
a quello in casa, ma nella mediocrità di un punto a partita in campionato - contro i 7 messi insieme nei cinque match
interni. Per guardare in alto
(«Se le vinciamo tutte arriviamo terzi, non bisogna mai
mollare» scherza il Mancio,
ma neanche troppo), serve un
cambio di marcia in assoluto.
LUI BENE, LEI MALE A partire da oggi, contro un’Atalanta che in casa contro i
nerazzurri non perde dai
tempi di... Mancini: 2-0, il
6 aprile 2008. «Segnò Balotelli, giocando da esterno sinistro - ricorda il
tecnico -. Tutti i giocatori possono essere decisivi come lo fu allora
Mario». Resta il fatto che all’Azzurri d’Italia poi non ha
vinto nemmeno l’Inter del
Triplete e sono arrivate tre
sconfitte e due pareggi. Vero
però che il primo Mancio nerazzurro a Bergamo aveva vinto anche nel 2004 e nel 2005.
GLASGOW DI RIGORE Giovedì
poi torna l’Europa League, con
l’andata dei sedicesimi in casa
del Celtic. Mancini però non
vuole sentir parlare di turnover: «Per ora Bergamo è più
importante di Glasgow e non
credo di dovere far riposare
qualcuno. In quattro giorni
chiunque può recuperare». Al
Celtic Park c’è un solo precedente, con la vittoria ai rigori
che il 19 aprile 1972 valse la
finale di coppa Campioni poi
persa contro il super Ajax. La
finale che nel ‘67 sancì la fine
della Grande Inter si giocò invece a Lisbona.
FATTORE TRIESTE Dopo la
Scozia, tocca a Cagliari (lunedì 23, ore 21). Altro campo
con una tradizione anomala, il
Sant’Elia. Mancini - non a caso
A FINE MESE
Thohir e stadio
Possibile visita
in Comune
● Erick Thohir tornerà in Italia
per il match di ritorno dei
sedicesimi di Europa League
contro il Celtic. L’arrivo del
presidente è previsto per
martedì 24 o mercoledì 25 e
l’agenda dei suoi impegni si
riempirà in fretta nel giro di
pochi giorni. Oltre alla visita alla
squadra nel giorno della vigilia e
agli impegni legati
all’ottimizzazione del flusso di
capitale per le casse future, con
ogni probabilità verrà inserita
una visita al Comune di Milano.
Oggetto dell’eventuale incontro
la gestione del Meazza. Con il
Milan sempre più convinto di
costruirsi un impianto tutto suo,
Thohir vuole capire tempistiche
e margini di manovra per iniziare
a progettare il futuro della casa
nerazzurra. Sarà il primo vertice
con l’amministrazione cittadina.
soprannominato Mister X nel
2004-05, prima stagione all’Inter - ci ha pareggiato in tutte le salse (3-3, 2-2 e 1-1), prima di vincere 2-0 con Cruz e
Suazo nel 2007. Mourinho a
Cagliari ha perso quando poteva (2-1 nel 2009, a scudetto
già vinto) e vinto quando doveva (stagione sacra del Triplete). Una magia di Eto’o ha
fissato l’1-0 del settembre
2010, in quello che resta l’ultimo incrocio al Sant’Elia. Nelle
ultime tre occasioni infatti si è
giocato sul neutro di Trieste e
per l’Inter solo delusioni: una
sconfitta e due pareggi. L’ultimo dei quali (settembre 2013)
segnò la prima delle tante frenate con Mazzarri.
MEZZA BUGIA Dicendo che
non serve il turnover, Mancini
piazza una mezza bugia. Palacio (caviglia) per esempio non
può giocare ogni tre giorni.
Podolski e Brozovic per contro
non possono giocare in Coppa, perché fuori dalla lista Uefa. «Brozovic magari un giorno sarà anche meglio di
Stankovic, ma capiterà pure a
lui di sbagliare partita. Ha bisogno di integrarsi e conoscere il nostro calcio», frena Mancio dopo i tanti titoloni per il
croato. Anche in difesa servirà
il bilancino. Aspettando il ritorno di Andreolli e D’Ambrosio (più a Cagliari che a Glasgow), Ranocchia e Santon
dovranno stringere i denti. Il
capitano ieri non si è allenato
per il solito fastidio al ginocchio, ma dovrebbe farcela.
«Santon invece aveva giocato
poco in Inghilterra e avrebbe
bisogno di riposare, anche se
ora non può permetterselo».
Perché il paradosso è che per
recuperare energie in quattro
giorni, c’è tempo. Per recuperare punti in tre mesi e mezzo,
molto meno.
Mario Balotelli segna il definitivo 2-0 dell’Inter
contro l’Atalanta, l’ultimo successo interista a
Bergamo. Era il 6 aprile 2008: il primo gol lo
realizzò Vieira e in panchina c’era Mancini ANSA
LA VIGILIA DI MANCINI
«Icardi? Mai visto così sereno
Fossi in lui, però, esulterei»
Matteo Brega
INVIATO AD APPIANO GENTILE (COMO)
C
Mancini, 50, con Campagna
51, c.t. dell’Italia di pallanuoto
i vuole tempo, ma di tempo non ce n’è. Roberto Mancini si sta esercitando a gestire
questa Inter su due piani temporali differenti. L’immediato e il futuro prossimo. «I giocatori stanno migliorando giorno dopo giorno e mi
danno sempre delle garanzie – ha spiegato ieri in
conferenza il tecnico -. Le partite possono essere
decise da episodi, ma l’atteggiamento del gruppo
è molto positivo». Tra chi dovrebbe riposare, ma
non può, c’è Icardi. «Non l’ho mai visto così tranquillo, non credo proprio che rifiati. Spero che
continui a segnare visto il momento positivo. Io
fossi in lui esulterei, però se non vuole e segna
due gol a partita per me va bene così». E Kovacic?
«Ha bisogno di tempo, un giorno sceglierà lui dove giocare. Ha le qualità per stare davanti alla difesa, ma deve anche essere maturo». Il futuro può
chiamarsi Touré: «Difficile prenderlo, ma con Yaya ci guadagniamo noi e tutto il calcio italiano».
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Torneo di Viareggio R Le semifinali
Steffé e Fares baby a valanga
Nerazzurri e Verona in finale
1La Roma va k.o.,
finisce in 8 e si infuria
contro l’arbitro.
I gialloblù battono
la Fiorentina
Vincenzo D’Angelo
INVIATO A VIAREGGIO (LUCCA)
L
a tempesta non ha fermato
il Viareggio. Anzi, ha acceso ancor di più le semifinali, trasformatesi in battaglie
sportive fatte di lotta e agonismo, a discapito dello spettacolo. La finale di domani a Pisa sarà Inter-Verona. La corazzata
contro la rivelazione. Ma il finale è meno scontato di quanto si
possa credere. Le due squadre si
sono già affrontate in campionato e il Verona a sorpresa ha
imposto all’Inter la prima sconfitta nell’ultima gara del girone
di andata. Era un’Inter senza
Bonazzoli, tornato adesso a disposizione di Vecchi e grande
trascinatore della cavalcata nerazzurra dagli ottavi. Per lui 4
reti in tre partite, che giustificano il doppio - forse triplo - obiettivo per domani: vittoria del
torneo, premio di miglior giocatore e titolo di capocannoniere.
Ma il 4-0 sulla Roma, bugiardo
in termini di risultato, s’è portato dietro un finale ad altissima
tensione in campo e nel tunnel
degli spogliatoi. I giallorossi
(che hanno chiuso in 8) non
hanno gradito l’atteggiamento
del direttore di gara Serra, e alla fine anche con i giocatori e la
panchina avversaria il clima si è
infuocato. Il tecnico della Roma
Alberto De Rossi ha fatto da
pompiere, entrando in campo e
allontanando i suoi che circondavano l’arbitro, ma poi nel dopo gara non ha voluto commentare, limitandosi ad un ironico:
«Non ho visto niente (ripetuto a
più riprese, ndr), dell’arbitro
non parlo. Abbiamo fatto una
partita eccezionale per temperamento, su un campo impraticabile. Purtroppo abbiamo perso».
RE DEL WEB Ti aspetti la sfida a
distanza Bonazzoli-Vestenicky,
ma nello stagno di Viareggio
s’impone Demetrio Steffè. Proprio lui, l’uomo più cliccato del
2014. Una sua prodezza contro
il Milan nel trofeo Mamma Cairo a fine agosto scorso fece letteralmente impazzire il web, ottenendo migliaia di visualizzazioni. Palla lunga, stop al volo
in corsa, palleggio e sombrero
al portiere in uscita. Ieri ha
sbloccato la sfida con la Roma
con un missile al volo da fuori
area che ha sorpreso l’incerto
Pop. Eppure Steffè è tutt’altro
che un bomber. Le sue caratteristiche principali sono la duttilità tattica e la generosità. Insomma, il jolly di centrocampo che
tutti gli allenatori desiderano in
squadra. Interno destro o sinistro, esterno di fascia nel 4-4-2,
vertice basso a protezione della
difesa in un rombo, per Steffè
non c’è differenza, sacrificio ed
equilibrio sono assicurati. E la
sua capacità di sdoppiarsi è stata fondamentale lo scorso anno
per lo scudetto del Chievo. Già,
perché l’anno meno esaltante
della Primavera nerazzurra
Steffé l’ha passato in prestito al
9
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
MERCATO
Ausilio blocca
il turco Ozyakup
Offerto Zhang
Matteo Dalla Vite
MILANO Un viaggio ad inizio
settimana: lontano dai
trambusti del mercato e
pensando alla prossima
stagione. Il dt Piero Ausilio
ha già cominciato a lavorare
per giugno e - oltre ai
risaputi Lavezzi e Touré - ha
messo le mani su Oguzhan
Ozyakup, jolly di centrocampo
(regista, trequartista,
mezzala) del Besiktas, classe
‘92. Turco con anche
passaporto olandese,
Ozyakup - ex Az Alkmaar e
Arsenal (giovanili) - ha un
valore di circa 4,5 milioni di
euro. L’incontro fra Ausilio e
il Besiktas ha portato a un
quasi sì per questo ragazzo
che ha già totalizzato 10 gare
con la nazionale turca.
PER LA SFIDA DI EUROPA LEAGUE
Il Celtic invita a Glasgow
la Grande Inter del ‘67
● (lu.tai.) Mercoledì l’Inter volerà a Glasgow dove
giovedì (ore 21.05 italiane) sfiderà il Celtic
nell’andata dei sedicesimi di finale di Europa
League. Ma in Scozia ci sarà anche un po’ della
Grande Inter. I dirigenti del Celtic infatti hanno
invitato a proprio spese (non esistono più gli
scozzesi di una volta...) i giocatori che il 25 maggio
del 1967 a Lisbona persero 2-1 contro i biancoverdi
la finale di coppa dei Campioni.
In quella stagione il Celtic fu il primo club europeo
in assoluto a compiere l’impresa di vincere
campionato, coppa nazionale e l’attuale Champions
League. Il famoso Triplete riuscito anche all’Inter
con Josè Mourinho, nel 2010. Per gli scozzesi il
trionfo di Lisbona ‘67 rimane di gran lunga la
vittoria più importante del club, anche perché il
Celtic fu la prima squadra che portò la coppa
campioni nel Regno Unito. Ecco perché il club ha
approfittato del remake in salsa Europa League per
organizzare un incontro tra i protagonisti di quella
finale. Invitati, tra gli altri, Burgnich, Bedin, Corso,
Domenghini e Mazzola, che segnò su rigore il gol
del momentaneo vantaggio. Coinvolto anche Luisito
Suarez, che pure quella notte a Lisbona non giocò
perché era infortunato.
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PROPOSTO ZHANG Come
detto, poi, mercoledì scorso
Ausilio stesso ha incontrato
l’agente Davide Lippi: è
successo ad Appiano Gentile,
presente anche il dg Marco
Fassone. L’idea nasce dalla
volontà di Erick Thohir di
aprire il proprio club a
giocatori d’Oriente. E così fra gli altri - è stato offerto
Linpeng Zhang, cinese del
Guanghzou Evergrande che
ha Lippi senior come
direttore tecnico e Fabio
Cannavaro come tecnico: 25
anni, Zhang è un terzino
destro il cui contratto scadrà
nel dicembre del 2015.
DIARRA SI SFOGA All’Equipe,
Lass Diarra (vicinissimo
all’Inter a gennaio) dice:
«Dovevo firmare con l’Inter
ma per via di quel conflitto
irrisolto con la Lokomotiv
Mosca, la FIFA rifiuta di farmi
giocare. E tutti i club che
volevano prendermi avevano
paura di essere condannati a
pagare un risarcimento... E’
pazzesco, perché io sono
libero».
fIL TECNICO DELL’ATALANTA
TRA INDAGINI E CAMPO
Colantuono sta male
«Mi sento devastato
Voglio vedere il pm»
1Lo sfogo: «Sono assolutamente estraneo alle scommesse.
Vicenda massacrante». E sull’Inter: «Ora hanno idee nuove»
Matteo Spini
BERGAMO
P
er Stefano Colantuono, Atalanta-Inter
non può essere una
partita come le altre. Non
per particolari esigenze di
classifica, né per eventuali
incroci sul campo: sarà una
partita diversa solo perché
arriva al termine di una settimana diversa, difficile,
«devastante», per dirla con
le sue parole. Parlando per
la prima volta del suo coinvolgimento nelle indagini
di Cremona legate al calcioscommesse, il tecnico dell’Atalanta non ha provato in
alcun modo a nascondere
la delicatezza del momento: «Chi si professa tranquillo in una situazione del
genere sta bluffando: io
non sono capace di farlo e
quindi dico che la cosa mi
ha turbato. – ha attaccato
Colantuono in una conferenza stampa della vigilia
diversa dal solito -. È devastante dal punto di vista
morale, è massacrante per
me e per i miei familiari: ho
fatto fatica a costruirmi
un’immagine di un certo tipo e mi addolora pensare
che sia stata messa in discussione«.
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Oguzhan Özyakup, 22 anni
VOGLIO INCONTRARLO Il
coinvolgimento del tecnico
nerazzurro riguarderebbe
Crotone-Atalanta del 22
aprile 2011: «Ciò che si
evince dall’ordinanza di
chiusura è il riferimento a
quella partita: con i miei
avvocati stiamo verificando le carte, ma sono tante e
non siamo ancora riusciti a
leggerle tutte. Chiederò di
essere sentito dal dottor Di
CHIEDERÒ DI ESSERE
SENTITO
DA DI MARTINO
PER CAPIRE
COSA E’ SUCCESSO
SONO TURBATO.
HO FATTO FATICA
A COSTRUIRMI
UNA CERTA
IMMAGINE
STEFANO COLANTUONO
SUL PM DI MARTINO
Martino per capire cosa è successo: intanto posso soltanto
restare sbigottito e gridare la
mia totale estraneità. Non sono stato condannato, sono solo indagato, comunque non ci
sono dubbi: dimostrerò di essere estraneo ai fatti».
PUGNI IN FACCIA Eppure, intanto, ci sono una squadra da
allenare e una partita da affrontare: «Non voglio fare
l’eroe, ho un gran peso sullo
stomaco, anche se ho ricevuto
tanti attestati di stima e di affetto dalla società, dai tifosi e
dagli amici che sanno chi è
Stefano Colantuono: i primi
due giorni non sono stati semplici, è stato come ricevere
due pugni in faccia. Ma devo
riuscire a scindere le cose, trovando la forza di pensare all’Atalanta: sono un suo dipendente e sono molto legato a
questa società, quindi non
Chievo. E ora con l’Inter punta
al trofeo che gli manca.
A sinistra, l’esultanza dell’interista Demetrio Steffé, autore del primo gol, durante
la semifinale giocata a Viareggio e vinta dall’Inter sulla Roma per 4-0 (PEGASO).
Sopra, il veronese Mohamed Fares (GRIGOLINI) che ha dato il momentaneo 1-1
dei gialloblù contro la Fiorentina, gara poi decisa da Cappelluzzo
SPEEDY FARES E se il Chievo lo
scorso anno ha festeggiato il
primo scudetto Primavera, il
Verona oggi sogna di rispondere con il Viareggio. Con la Fiorentina Gollini ha subìto il primo gol del torneo, così il ruolo
di protagonista se l’è preso
Mohamed Fares, esterno franco-algerino classe ’96, che ha
già debuttato quest’anno in A a
Udine: due minuti, sfiorando il
gol. Cresciuto in orbita Bordeaux, Fares è al terzo anno al Verona, con cui ha vinto con gli Allievi il torneo di Arco. La sua dote migliore? La velocità. Corsa e
gamba fuori dal comune, a Verona qualcuno lo paragona a
Iturbe ma in società sperano di
aver trovato un nuovo Zambrotta. Per dominare la fascia nelle
due fasi di gioco. L’Inter è avvisata.
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posso permettermi il lusso di
abbassare la guardia. Il dovere
professionale mi impone di lavorare con serietà e onestà: lo
devo alla proprietà, alla città e
ai tifosi, che ci stanno dando
grande carica (alla rifinitura a
Zingonia erano presenti in
300, per sostenere la squadra
e per protestare - con cori e
striscioni - contro le limitazioni d’accesso allo stadio, ndr)».
Si dice che l’Atalanta sia capace di dare il meglio nelle situazioni complicate: «Anche nell’anno del -6 era dura approcciarsi al campionato, la testa
non era mai sgombra: ora è lo
stesso, con un onere più gravoso visto che sono stato coinvolto in prima persona. Forse
in situazioni del genere troviamo la forza per compattarci,
ma gli stimoli ci sono comunque e avrei fatto volentieri a
meno di questa spinta».
Stefano
Colantuono, 52,
guida l’Atalanta
dall’estate 2010.
La prima
esperienza
fu tra il 2005
e il 2007 ANSA
LA PARTITA In tutto ciò, la partita in casa con Inter passa inevitabilmente in secondo piano, così come le difficoltà del
trittico thrilling (dalla Fiorentina alla Juventus): «Servirà una prestazione maiuscola, l’Inter ha molti
giocatori di valore anche
se ha cambiato e ora ha un
tecnico che ha portato idee
nuove: la vittoria contro il Palermo è dimostrazione di forza», spiega alla fine della conferenza Colantuono. Che dovrebbe schierare la stessa
squadra che ha perso in volata
contro la Fiorentina, ma con il
rientrante Pinilla per Denis:
quindi 4-4-1-1 con Gomez a
sinistra, Maxi Moralez rifinitore e Masiello-Zappacosta asse di fascia destra. Giusto per
ricordarsi di una partita che,
per una volta, non può che finire in secondo piano.
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ROMA
0
FIORENTINA
1
INTER
4
VERONA
2
MARCATORI Steffè al 28’ p.t.; 22’ st
Bonazzoli rig. al 22’, Appiah al 24’ e su
rigore al 48’ s.t.
ROMA (4-3-3) Pop; Paolelli (40’ p.t.
Pellegrini), Calabresi, Marchizza,
Anocic; D’Urso (40’ p.t. Soleri),
Machin (27’ s.t. Ciavattini), Ndoj;
Cedric (14’ s.t. Di Mariano), Vestenicky
(26’ s.t. Calì), Ferri. ALL. De Rossi.
INTER (4-3-3) Radu; Gyamfi (37’ s.t.
Crosato), Sciacca (30’ s.t. Della
Giovanna), Yao, Dimarco; Steffè,
Palazzi, Rocca; Camara (15’ s.t.
Appiah), Bonazzoli (27’ s.t. Rapaic),
Baldini (43’ p.t. Popa). ALL. Vecchi.
ARBITRO Serra di Torino.
ESPULSI Marchizza (R) 22’ s.t. per
gioco scorretto, Soleri (R) 43’ s.t. per
doppia amm. (entrambe per gioco
scorretto), Pop (R) 47’ s.t. g.s.; il
tecnico dell’Inter Vecchi per proteste
20’ s.t. AMMONITI Soleri, Cedric,
Calabresi e Rapaic per g.s.; Ferri e
Palazzi per c.n.r.
NOTE Spettatori 1.500 circa. Angoli
10-2. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’.
MARCATORI Minelli (F) all’8’,
Fares (V) al 15’, Cappelluzzo (V)
su rigore al 21’ p.t.
FIORENTINA (4-3-3) Bardini;
Bagadur, Mancini (dal 42’ s.t.
Peralta), Gigli, Zanon; Diakhatè,
Petriccione, Bangu; Bandinelli
(dal 9’ s.t. Papini), Gondo (dal 31’
s.t. Dabro), Minelli. ALL. Guidi.
VERONA (4-3-3) Gollini;
Boateng, Rossi, Boni, Tendarini;
Bearzotti (dal 45’ s.t. Gilli), Sall,
Speri (dal 15’ s.t. Checchin);
Guglielmelli (dal 43’ s.t. Moretto),
Cappelluzzo (dal 25’ s.t. Miketic),
Fares. ALL. Pavanel.
ARBITRO Guccini di A. Laziale.
ESPULSI Gigli (F) al 20’ p.t. per
gioco scorretto e Sall (V) all’11’
s.t. per gioco scorretto.
AMMONITI Minelli, Bagadur,
Gondo e Guglielmelli per gioco
scorretto.
NOTE spettatori 400 circa.
Angoli 8-4. Recuperi: p.t. 0, s.t.
5’.
10
Serie A R Anticipi della 23a giornata
Palermo e Vazquez, che show
La rincorsa del Napoli si ferma
1Apre Lazaar da lontano, Dybala incanta, il compagno e Rigoni segnano 2 gol meraviglia
Azzurri traditi da Rafael: stop dopo 4 vittorie consecutive. Tacco di Gabbiadini per il 3-1
LE PAGELLE
di MIMMO MALFITANO
QUAISON, LANCIO
STREPITOSO
BARRETO SCOPPIA
DI ENERGIA
PALERMO
7,5
IL MIGLIORE
avrebbe dovuto evitare la prima
rete. D’accordo, di solito nessuno calcia in porta da quaranta
metri e quindi va dato il giusto
merito alla esecuzione coraggiosa e imprevedibile di Lazaar. Però un portiere concentrato e reattivo quella palla l’avrebbe neutralizzata. Magari a fatica, in
tuffo (perché tocca terra davanti
a lui), ma il gol lo avrebbe evitato.
Nicola Cecere
INVIATO A PALERMO
D
a una parte lo show sanremese delle canzoni, sul
canale calcio gli spettacolari acuti del duo Vazquez-Dybala, mentre stecca il super ospite
della serata: Higuain troppo solo, Gabbiadini intervenuto tardi... Sulla ruota di Palermo, perciò, non esce la cinquina su cui
avevano puntato a Napoli: dopo
quattro vittorie consecutive questa disfatta pone a rischio il terzo posto minacciato ora dalla
Fiorentina, con la prospettiva di
un allungo romanista. Alla vigilia della trasferta turca di coppa,
una lezione su cui meditare.
OCCASIONE BRITOS In svantaggio dopo nemmeno un quarto d’ora, il Napoli potrebbe pareggiare subito ma la palla giusta arriva in mischia sul piede di
un difensore, Britos, che non ha
la delicatezza che occorrerebbe
per addomesticare la sfera e spedirla dentro da pochi metri. Dopo di che la manovra prevedibile
e lenta della formazione di Benitez non riesce a mettere in difficoltà i rosanero, che chiudendosi e ripartendo tengono anzi in
costante apprensione Albiol e
compagni di reparto. Tanto che
per vedere la seconda opportunità da rete del Napoli bisogna
attendere il 39’ quando Higuain
riesce a farsi largo al limite: sul
suo destro dai sedici metri, forte
e destinato nell’angolino, arriva
in tuffo Sorrentino. Questa è anche l’ultima occasione per rientrare nel match: una produzione
offensiva decisamente carente.
INNAMORARSI Nella notte di
san Valentino diventa più facile
per i tifosi rosanero ribadire
l’amore per quel Dybala in versione assist man (c’è il suo zampino nel secondo e nel terzo
gol), per il fantasista cannoniere
Vazquez (salito a quota sette) e
per la rivelazione Quaison. I tre
hanno confezionato giocate di
alta scuola, le azioni del 2-0 e
del 3-0 sono risultate altamente
spettacolari. Peccato per gli assenti (tremila paganti appena?!!!), questa band merita uno
stadio pieno.
MASTRO GEPPETTO Intanto la
scuola italiana dei tecnici si è appuntata sul petto un’altra medaglia. Mastro Geppetto Iachini,
artigiano della panchina, sorprende il nobile monoteista (un
solo sistema, ecco il mio credo)
don Rafé cambiando assetto tattico: al posto della collaudata difesa a tre/cinque, ecco un 4-32-1, cioè l’abito più adatto per
incantare gli avversari. Il difensore in aggiunta gli serve per
neutralizzare le ali Callejon e De
Guzman (missione riuscita); i
tre centrocampisti intasano le linee di passaggio dei due mediani azzurri, dando un occhio anche a Hamsik, che resta comunque sui livelli mediocri di questo
suo ormai lungo periodo oscuro
sino all’infortunio che lo toglie
Tutta la gioia di Franco Vazquez, 25 anni, dopo aver segnato il secondo gol dell’incontro GETTY IMAGES
PALERMO
3
1
NAPOLI
MARCATORI Lazaar (P) al 14’, Vazquez (P) al 36’ p.t.; Rigoni (P) al 20’,
Gabbiadini (N) al 37’ s.t.
PALERMO (4-3-2-1) Sorrentino;
Rispoli, Andelkovic, Terzi, Lazaar;
Bolzoni, Rigoni, Barreto (dal 41’ s.t.
Jajalo); Quaison (dal 24’ s.t.
Chochev), Vazquez (dal 33’ s.t.
Belotti); Dybala PANCHINA Ujkani,
Milanovic, Silva, Emerson, Della
Rocca, Ortiz, Daprelà, Morganella,
Bentivegna. ALLENATORE Iachini.
AMMONITI Rispoli, Bolzoni, Rigoni
per gioco scorretto.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
NAPOLI (4-2-3-1) Rafael; Maggio,
Albiol, Britos, Strinic; Jorginho,
Lopez (dal 24’ s.t. Gargano); Callejon,
Hamsik (dal 9’ s.t. Gabbiadini), De
Guzman; Higuain (dal 29’ s.t.
Zapata).
PANCHINA Andujar, Colombo,
Henrique, Koulibaly, Ghoulam,
Gargano, Inler.
ALLENATORE Benitez.
AMMONITI Jorginho, Higuain per
gioco scorretto.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
ARBITRO Mazzoleni di Bergamo NOTE spettatori paganti 3.054 per un
incasso di euro 54.532; abbonati 9.730 per una quota di euro 115.601. Tiri in
porta 5-3. Tiri fuori 2-2. Angoli 5-1. In fuorigioco 0-5. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’
dalla partita. Capitano, cosa ti
succede?
SORPRESA QUAISON Ma quello che elettrizza il Palermo e sorprende la retroguardia ospite è
l’inserimento del secondo suggeritore dietro Dybala, cioè il
ghanese-svedese Robin Quaison. Il quale crea la rete del raddoppio con una prepotente uscita dalla propria metà campo
condita da un lancio al millimetro per Dybala che controlla, si
attira addosso due difensori e
poi scarica in modo perfetto per
l’accorrente Vazquez, uno dal tiro inesorabile. Difatti piazza il
pallone laddove Rafael non può
arrivare. Il portiere del Napoli
ECCO GABBIADINI La ripresa
vede gli azzurri protesi all’attacco nel tentativo di rimediare ai
disastri del primo tempo che
chiamano in causa anche le scelte dell’allenatore. L’anonimo e
scolastico De Guzman, il fragile
Jorginho sovrastato da Quaison
sul 2-0, e l’ormai smarrito Hamsik, che sbaglia la giocata persino quando è lanciato faccia alla
porta, meriterebbero una riflessione attenta. Perché De Guzman e non Gabbiadini subito,
per esempio? Nel finale arruffato, quando il 3-0 di Rigoni è un
macigno irremovibile, è comunque il nuovo arrivato a lasciare il
segno: don Rafé quale piano
aveva in mente per tenerlo 55’
fuori dalla mischia?
fL’ANALISI TECNICA
Dybala schianta Higuain
Dribbla, lotta, crossa
e recupera ben 7 palloni
1L’attaccante
del Palermo è
scatenato: subisce
5 falli e partecipa
a due dei tre gol
Andrea Schianchi
F
ermare uno così è praticamente impossibile, specie
se si trova in una serata
super. I difensori del Napoli,
nessuno escluso, s’inchinano
di fronte allo strapotere di Paulo Dybala che sfugge da ogni
parte, scatta, guizza come un
pesce e, con il pallone tra i piedi, dimostra di essere un artista: controlla, disegna, pennella, dipinge, scolpisce. L’attaccante del Palermo è ovunque:
netto il successo nella speciale
sfida argentina con Gonzalo
Higuain. Di Dybala impressionano la capacità di sacrificarsi
nell’interesse del gruppo, la
notevole tecnica individuale
messa al servizio dei compagni, la visione di gioco che è
più da centrocampista (o trequartista) che da classico centravanti. Di fatto l’attacco del
Palermo vive sulle sue invenzioni e sugli splendidi duetti
che inventa assieme a Vazquez.
I due s’intendono a meraviglia:
quando uno scatta l’altro lo
serve in profondità, quando
uno si ferma l’altro sceglie il
tocco corto. Soluzioni semplici
che, tuttavia, mandano in tilt
l’intera retroguardia del Napoli.
CORAGGIO A testimoniare le
difficoltà dei difensori di Benitez su Dybala ci sono i 5 falli
subiti dall’argentino. L’attaccante ama puntare il nemico,
sfidarlo in campo aperto: tenta
7 dribbling e gliene riescono 2.
Ma, questo è il dato che spiega
la vittoria del Palermo, Dybala
è presente in due dei tre gol:
sulla rete di Vazquez è lui a
porgere il pallone per la botta
del compagno; su quella di Rigoni è lui a iniziare la manovra
Paulo Dybala, 21 anni, centravanti argentino del Palermo: 11 gol finora
DYBALA
HIGUAIN
TOCCHI
48
28
TIRI
1
1
DRIBBLING
2
1
recuperando un pallone vagante e scodellando un perfetto cross al centro dell’area. Per
una volta non s’incarica spesso
di tirare (una sola conclusione) e decide di lasciare spazio
ai compagni che s’inseriscono
da dietro. E, quando il Napoli
preme, lui corre e pressa: 7 palloni recuperati.
ASSIST
1
0
FALLI SUBITI
5
1
SPONDE
2
2
RECUPERI
7
0
AIUTO Higuain, che nel primo
tempo è l’unico del Napoli a dimostrarsi pericoloso, cala alla
distanza. I 13 palloni persi e i 6
passaggi sbagliati raccontano
di una prestazione piuttosto
grigia. Ma, questo va detto in
difesa del Pipita, non c’è nessuno che gli dia una mano.
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VAZQUEZ
8
Segna un gran gol, assiste Rigoni
sul terzo ed è davvero
irrefrenabile: una serata che
resterà tra i suoi ricordi più
preziosi.
SORRENTINO 6,5 Compie una
prodezza sulla conclusione di
Higuain. Dà sicurezza alla difesa.
RISPOLI 6,5 Al debutto dall’inizio,
demolisce De Guzman e si propone
non più come alternativa.
ANDELKOVIC 6,5 E’ attento nel
raddoppiare su Higuain e Hamsik,
insuperabile.
TERZI 7 S’impegna a marcare
Higuain, al quale concede una sola
conclusione pericolosa.
LAZAAR 7 Segna il suo primo gol
in serie A con una bomba da 40
metri, complice Rafael.
BOLZONI 6,5 Percorre chilometri
sulla fascia destra, costringendo
Strinic alla resa.
RIGONI 7 Oltre alla prestazione
superba su Hamsik, segna la rete
che chiude la partita.
BARRETO 6,5 Ha energie da
vendere. Persino uno veloce come
Maggio fa fatica a stargli dietro.
JAJALO s.v. Otto minuti in tutto.
QUAISON 7 Strepitoso il lancio per
Dybala per il secondo gol. Annienta
Jorginho.
CHOCHEY 6 Iachini lo inserisce
per dare freschezza in mezzo, ma il
risultato è già acquisito.
BELOTTI 6 Il «gallo» gioca poco più
di un quarto d’ora che impiega a
battagliare con Britos.
DYBALA 7,5 Si diverte a saltare
Albiol con tutta una serie di tocchi
e assist: straordinario il suo
talento.
ALL. IACHINI 7,5 Dà scacco matto
a Benitez, sorprendendolo con un
assetto inedito.
NAPOLI
4,5
IL MIGLIORE
HIGUAIN
6
Nonostante non abbia segnato, è
stato il più intraprendente tra i
suoi.
RAFAEL 4,5 La sua incertezza su
Lazaar apre alla disfatta. Vive un
momento davvero preoccupante.
MAGGIO 5,5 Ci prova a spingere
anche se Barreto gli sta alle
costole: non indovina un solo cross.
ALBIOL 4,5 Imbarazzante, Dybala
si diverte un mondo a saltarlo in
tutte le maniere.
BRITOS 4,5 Pure lui finisce
sopraffatto dalla qualità di Vazquez
che gli va via ogni volta.
STRINIC 5 È parso appesantito, di
certo non è una freccia, ma quanto
ha faticato a rincorrere Bolzoni.
JORGINHO 4,5 Chiede sempre la
palla e quando ce l’ha, Quaison lo
contrasta senza affanno.
DAVID LOPEZ 5 Lento e poco
funzionale su Vazquez.
GARGANO 5,5 Entra quando il
risultato è del tutto compromesso.
CALLEJON 5 Continua a regredire,
Lazaar non gli permette un
affondo.
HAMSIK 5 Talvolta ci si illude che
qualcosa sia cambiato, ma ancora
una volta è stato mediocre.
GABBIADINI 6 Terzo gol
consecutivo che gli vale
sicuramente la sufficienza.
DE GUZMAN 5 Rispoli lo pressa
tanto da tenerlo frenato sulla fascia
destra.
ZAPATA 5,5 Tra Terzi e Andelkovic
fa fatica a trovare il modo di
concludere.
ALL. BENITEZ 4,5 Scelte opinabili,
come quella di togliere consistenza
al centrocampo e di lasciare fuori
Gabbiadini.
MAZZOLENI
Non ci sono
incertezze nella
sua direzione. Giuste le
ammonizioni distribuite. Sorvola
sulle proteste di Callejon per un
mani che ritiene involontario.
PRETI 6 - SCHENONE 6
GERVASONI 6 – GHERSINI 6
6,5
Serie A R Anticipi della 23a giornata
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fIL PERSONAGGIO
Lazaar, quel terzino
venuto dal Marocco
sognando Ronaldo
1Nato a Casablanca, sbarca in Italia a 6 anni. Il Varese lo compra
per un pugno di euro, poi il passaggio in Sicilia. Battesimo del gol
Gennaro Bozza
INVIATO A PALERMO
F
ino al 14’ della partita col
Napoli l’unica «vittima» di
Achraf Lazaar è il Ponte San Pietro-Isola, rispettabilissima squadra di serie D della provincia di
Bergamo, trafitta da lui, allora
giocatore del Varese, nel secondo turno di Coppa Italia nel 2012
ed eliminata. Ma per questo marocchino, 23 anni, arrivato da
Casablanca in Italia con i genitori quando ne aveva solo 6, il secondo gol della carriera, in serie
A, è una porta aperta su ben altri
sogni, ben rappresentati dal numero che porta sulla maglia: il 7,
ma non un 7 qualsiasi, quello di
Cristiano Ronaldo addirittura, il
suo idolo.
AVANTI TUTTA Beh, per un giocatore che ufficialmente è terzino di ruolo può apparire spropositata l’aspirazione a modelli così
alti, ma, limitandoci ai sogni,
non è strana, se si guarda alla
carriera di Lazaar. Lui, infatti,
comincia da attaccante di fascia
sinistra (se l’ispirazione è Ronaldo, logico che sia così) nelle giovanili del Raja Casablanca e poi
nel Venegono, squadra dilettantistica varesina. Si distingue per
tecnica e dribbling, il Varese lo
nota e lo acquista per 4mila euro,
insieme a un altro ragazzo. Insomma, azzardiamo una valutazione di 3mila euro per lui. Col
Varese raggiunge pure la finale
del Torneo di Viareggio 2011, dimostrando di poter mantenere le
promesse. Poco alla volta, però,
viene spostato dietro, fino a diventare terzino, sia pure con tendenza naturale a spingersi in
avanti. Ed è questo il ruolo per il
quale il Palermo lo prende a gennaio 2014. Abituato alla fascia sinistra della difesa a 5, ecco la serata magica contro il Napoli, che
comincia con una sorpresa: dife-
LA MOVIOLA
di MANLIO
GASPAROTTO
AL NAPOLI MANCA
UN RIGORE
HIGUAIN GIALLO
STOP IN ARRIVO
Passar 7 minuti e Jorginho
maltratta Rigoni: giallo
giusto, il primo come i
successivi. Poco dopo
Mazzoleni non punisce una
brutta entrata di Rigoni su
Higuain, che al 13’ sembra ok
quando Schenone segnala il
fuorigioco. L’argentino viene
poi ammonito per un’entrata
su Terzi: arriva dopo e alza la
gamba (diffidato, sarà
squalificato). Nella ripresa
scintille tra Rispoli e De
Guzman: giallo al
palermitano perché la
reazione dell’azzurro sfugge
forse a Mazzoleni che poco
dopo ammonirà Rigoni per
un fallaccio su Gabbiadini.
Rigori? Sul 3-1 ne merita uno
il braccio largo di Andelkovic
sul tiro di Callejon. Errore
sa a 4, prima volta per lui con Iachini. Roba da disorientarlo un
po’, ma Lazaar è un tipo tosto, difende e poi, la natura è quella,
non riesce a resistere alla tentazione di andare avanti.
CHE CI FACCIO QUI? Così, alla
prima occasione, eccolo puntare
la porta addirittura da 39,5 metri. Passaggio alle punte? Macché. Invece di pensare «Che ci
faccio qui?», nello stile del più famoso romanzo di Bruce Cha-
39.5
● i metri di distanza di Lazaar
dalla porta al momento del tiro
dell’1-0. Il suo è il gol segnato da
più lontano in questa Serie A,
esclusa l’autorete di De Sciglio
twin, lui sa benissimo perché si
trova lì, per segnare un gol spettacolare, sia pure con la complicità di Rafael, quello dalla più
ampia distanza finora in serie A.
È l’episodio che sblocca la gara,
la prima nota della marcia trionfale del Palermo. Certo, c’è la collaborazione di un portiere dal
cognome, Rafael Barbosa, segnato dal destino, come quel Moacir su cui pesò per tutta la vita la
maledizione della sconfitta del
Brasile con l’Uruguay nel Mondiale 1950, ma il coraggio di osare bisogna riconoscerglielo. Lui
ammette la compartecipazione,
ma svela: «Sì, c’è l’errore di Rafael sul mio tiro, ma provo spesso
in allenamento a fare quel gol. Ci
tenevo tanto, è il mio primo in
Serie A, volevo sbloccarmi e ci
sono riuscito». Anche nel momento della gioia, mantiene il
suo consueto atteggiamento riservato, quello di un tipo impegnato nel sociale, partecipa a tutte le attività benefiche del club
rosanero, e dagli interessi molteplici, a cominciare dalla musica,
rap ed etnica marocchina le sue
preferenze. E con le volate di Ronaldo su quella fascia sinistra
che è il suo regno.
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11
TOCCHI PER ZONA
Il colore è più intenso nelle zone in cui
ci sono stati più tocchi di palla
3
5
1
1
1
11
9 10
5
2
2
1
1
3
1
1
CONTRASTI
VINTI
3
75%
PERSI
4
1
25%
CLASSIFICA TIRI
Vazquez
2
LAZAAR
1
Rigoni
1
De Guzman
1
Gabbiadini
Laazar esulta dopo il gol dell’1-0
1
12
Serie A R Anticipi della 23a giornata
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
LE PAGELLE di L.CAL. CHE SPETTACOLO I BABY FENOMENI VIOLA: TRIANGOLI E COLPI DI TACCO
1
TILT CANNAVARO
ZAZA SPUNTATO
SAVIC GIGANTE
PIZZARRO GENIO
SASSUOLO
2
5
DOMENICO
BERARDI
6,5
Il colpo di testa non è il pezzo
forte del suo repertorio. La
deviazione aerea sorprende
Tatarusanu e rende meno pesante
la sconfitta del Sassuolo.
CONSIGLI 6 Incolpevole sui tutti
e tre i gol. Ne evita, invece, altri
due.
GAZZOLA 5,5 Ogni accelerazione
di Salah per lui è una coltellata.
CANNAVARO 4,5 Va in tilt
davanti alle invenzioni del giovane
Babacar. Eppure è un giocatore
che ha esperienza in dosi
industriali.
ACERBI 5,5 Qualche sbavatura.
LONGHI 5 Tiene malamente in
gioco Babacar nell’azione del
terzo gol viola.
MISSIROLI s.v. Entra nella gara
con grande determinazione.
Forse Di Francesco poteva
inserirlo prima.
BRIGHI 5,5 Resta nell’ombra.
Poche idee e poco dinamismo.
FLOCCARI 6 Ha l’argento vivo
addosso. Ma non trova sponde
utili nei compagni d’attacco.
MAGNANELLI 6,5 Delizioso il
cross per il colpo di testa
vincente di Berardi. Il più brillante
del Sassuolo in mezzo al campo.
BIONDINI 5,5 Corre tanto ma
costruisce poco.
ZAZA 5,5 Il solito gladiatore. Ma
stavolta senza lampi in fase
conclusiva.
SANSONE 5 Un fantasma. Un
passo indietro rispetto alle ultime
brillanti prestazioni.
FLORO FLORES 6 Una presenza
preziosa in prima linea.
ALL. DI FRANCESCO 5 Il suo
amico Montella lo mette kappaò.
3
● 1 Mohamed Salah segna il suo primo gol in serie A su assist di tacco di Babacar. L’egiziano ha giocato col lutto al braccio per la strage di
tifosi di domenica scorsa al Cairo 2 Babacar firma il raddoppio per la Fiorentina: Salah gli restituisce l’assist 3 Ancora il senegalese in gol
La Fiorentina è un Babà
e il Sassuolo s’inchina
1Babacar-Salah una coppia devastante: tre gol e due assist in 2
Poi Berardi prova invano a riaprire una partita senza storia
Luca Calamai
7
IL MIGLIORE
KOUMA
BABACAR
8
Il colpo di tacco con il quale libera
Salah nell’azione del gol
dell’egiziano vale addirittura più
delle due reti segnate. Comunque,
devastante.
TATARUSANU 5,5 Resta piantato
tra i pali sulla deviazione di testa
vincente di Berardi.
RICHARDS 6,5 Un bel motore
sulla corsia di destra.
GONZALO RODRIGUEZ 6,5 Vince
il duello con Zaza.
SAVIC 7 Un gigante a centro
difesa. Sarà una delle stelle della
prossima campagna acquisti
estiva.
MARCOS ALONSO 5,5 Perde
Berardi nell’azione del gol
neroverde. Conferma una volta di
più tutti i suoi limiti in fase
difensiva.
KURTIC 6 Una prova da onesto
gregario.
PIZARRO 7 E’ il punto di partenza
di tutte le manovre viola. Geniale.
E insostituibile.
MATI FERNANDEZ 6 Tanto lavoro
sporco.
AQUILANI 6 Entra per Mati.
Eleganza in mezzo al campo.
DIAMANTI 6 Largo e anche un
po’ isolato sulla fascia destra.
Stavolta non aveva benzina nelle
gambe.
SALAH 7 Spacca la partita con le
sue accelerazioni. E segna un gol
da contropiedista nato. La
Fiorentina ha piazzato veramente
un bel colpo nel mercato
invernale. E a zero euro.
ILICIC s.v. Fa atto di presenza.
GILARDINO 6 Si mette al servizio
dei compagni.
ALL. MONTELLA 7 Non sbaglia
una mossa.
DOVERI Bravo
nel giudicare
regolari i gol
viola. Ok anche nei cartellini.
tranne che Berardi: anche lui
meritava un giallo. Per il resto
nessun episodio contestato.
GALLONI 6 BARBIRATI 6
GUIDA 6 MARIANI 6
6,5
1
FIORENTINA
3
PRIMO TEMPO 0-2
MARCATORI Salah (F) al 30’,
Babacar (F) al 32’ p.t.; Babacar (F) al
17, Berardi (S) al 22’ s.t.
IL MIGLIORE
FIORENTINA
SASSUOLO
INVIATO A REGGIO EMILIA
L
o corteggia mezza Europa. E dopo la travolgente
esibizione contro il Sassuolo avrà sicuramente altri
nuovi ammiratori. El Kouma
Babacar confeziona una partita da vero fuoriclasse. Inizia il
suo show servendo con un fantastico colpo di tacco l’assist a
Salah. Poi, realizza una doppietta con soluzioni da vero killer dell’area di rigore. Repertorio completo, insomma. Baba
sale a quota sette reti. E’ lui il
capocannoniere della Fiorentina. Con un rapporto minutigol da top-player. E stiamo parlando di un giovane classe ’93
che ha ancora grandi margini
di crescita. Il suo contratto scade nel giugno del 2016 e Raiola, uno che di gioielli se ne intende, lo ha già inserito nella
lista di quelli che «consiglia».
Non sarà facile per gli uomini
mercato di Della Valle convincerlo a rinnovare in tempi brevi
il contratto. Tutto lascia credere che assisteremo a un altro
tormentone estivo.
MARCIA CHAMPIONS Intanto
la squadra di Montella si gode
il presente. La Fiorentina, dopo
un finale di 2014 balbettante,
ha cominciato a correre. E’ imbattuta da sei giornate ed è più
che mai convinta di poter agganciare il terzo posto. Con la
sconfitta del Napoli ora la zona
Champions è lontana solo
quattro punti. Con lo scontro
diretto ancora da disputare. Il
mercato invernale ha dato una
spinta in più ai viola. Contro
l’Atalanta era stato il nuovo acquisto Diamanti a lasciare il segno. Stavolta è l’egiziano Salah
a spaccare subito la gara con
un gol da contropiedista nato.
Una rete con dedica speciale.
L’ex Chelsea ha baciato la fa-
scia del lutto che portava al
braccio destro per ricordare i
tragici fatti di qualche giorno
fa al Cairo. Salah è il ventesimo
giocatore che va a segno dall’inizio della stagione. La Fiorentina è più che mai una cooperativa del gol. La partenza di
Cuadrado è già stata dimenticata. Il colombiano era da tempo un corpo estraneo dentro il
progetto Montella. Diamanti e
Salah, invece, hanno iniziato la
loro nuova avventura con mille
motivazioni. E, dato non trascurabile, sono costati alla Fiorentina zero euro.
SUPER PIZARRO La sfida tra i
vecchi amici Montella e Di
Francesco è stata un monologo
viola. Le magie di Babacar
(due gol e un assist) e Salah
(un gol e un assist) hanno spianato la strada. Ma, attenti, la
prova della Fiorentina va ben
oltre i colpi dei due attaccanti.
Tra i grandi protagonisti entra-
LA MOVIOLA
di FABIO
BIANCHI
BENE DOVERI
CON I CARTELLINI
E I FUORIGIOCO
La partita corre sul filo. Del
fuorigioco. Azzeccano tutto
Doveri e i collaboratori.
In occasione del primo gol,
sul bellissimo tacco di
Babacar, Salah scatta in
mezzo ai centrali in posizione
regolare. Più dura giudicare
il 3-0 viola di Babacar. Sulla
respinta della difesa, Pizarro
riprende la pala e la ributta
in mezzo. Salah è oltre la
linea ma non Babacar tenuto
in gioco da Longhi che tarda
ad alzarsi. Doveri opera bene
anche coi cartellini.
SASSUOLO (4-3-3)
Consigli; Gazzola, Cannavaro,
Acerbi, Longhi (dal 35’ s.t. Missiroli);
Brighi (dal 15’ s.t. Floccari),
Magnanelli, Biondini; Berardi, Zaza,
Sansone (dal 28’ s.t. Floro Flores).
PANCHINA Pomini, Polito, Antei,
Chibsah, Donis, Bianco, Lazarevic,
Caselli. ALL. Di Francesco.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Zaza, Loghi e
Cannavaro per gioco scorretto.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO BASSO 50,2 M.
FIORENTINA (4-3-3)
Tatarusanu; Richards, Gonzalo
Rodriguez, Savic, Alonso; Kurtic,
Pizarro, Mati Fernandez (dal 23’ s.t.
Aquilani); Diamanti, Babacar (dal 27’
s.t. Gilardino), Salah (dal 38’ s.t.
Ilicic).
PANCHINA Rosati, Badelj, Vargas,
Joaquin, Borja Valero, Pasqual,
Gomez, Rosi, Tomovic.
ALLENATORE Montella.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO BASSO 49,3 M.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Alonso, Savic per gioco scorretto.
ARBITRO Doveri di Roma.
NOTE Paganti 5.069, incasso di
70.143 euro; abbonati 7.747, quota di
91.520. Tiri in porta 6-10. Tiri fuori
2-4. Angoli 8-5. Fuorigioco 2-5.
Recuperi: p.t. 2’, s.t. 5’.
no di diritto anche Savic, un gigante nella fase difensiva; Pizarro, il Pirlo viola, un formidabile direttore d’orchestra e
Richards, un motore formidabile sulla corsia di destra. Ed è
un mistero che l’ex City abbia
trovato poco spazio nei primi
sei mesi di campionato. Oggi è
un’arma preziosa in più. Così
come è evidente la ricchezza
della rosa oggi a disposizione
di Montella. Contro il Sassuolo
sono rimasti fuori per turnover
gente del calibro di Gomez, Joaquin, Borja Valero, Pasqual.
Per non parlare di Pepito Rossi
che dovrebbe tornare in campo
tra un mese.
SASSUOLO AZZURRO Giornata
nera invece per i gioiellini del
Sassuolo. L’unico a salvarsi è
stato Berardi che, oltre al gol di
testa, è stato uno dei pochi a
mettere in affanno la difesa
della Fiorentina. Malino invece
Zaza e male Sansone. Ma con i
giovani bisogna avere pazienza. Il Sassuolo è stato sovrastato in mezzo al campo da una
Fiorentina che aveva più fame
e più gambe. Gli emiliani restano comunque una delle realtà
più interessanti del campionato. Una curiosità: Di Francesco
ha presentato al via una squadra con tutti e undici giocatori
italiani. E italiani sono stati anche i tre cambi. Una bella storia
penalizzata dal 3 a 1 finale. Ma
il made in Italy resta comunque un buon affare.
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fL’AREA TECNICA
«Dovrò fare le sostituzioni
anche in allenamento...»
1Montella si gode l’abbondanza di soluzioni offensive, mentre
Di Francesco non fa una piega: «E’ una sconfitta ineccepibile»
Di Francesco e Montella s’abbracciano: sono amici dai tempi di Roma ANSA
Stefano Fogliani
REGGIO EMILIA
D
a una parte c’è un tridente che stecca (anche se
Berardi va in gol, per la
quarta volta in tre gare contro i
viola) dall’altra quello che meraviglia, che Montella inventa
togliendo dalla naftalina Babacar, confermando Diamanti e
regalando il debutto dal 1’ a
Mohamed Salah. E che debutto: un gol e un assist per l’egiziano, 17mo giocatore della
Fiorentina ad andare a segno
ed ulteriore opzione offensiva
per Montella, che si gode tanta
abbondanza.
NUMERI «Di questo passo dovrò fare sostituzioni anche in
allenamento», scherza il tecnico, che blandisce Babacar, ma
si tiene ben stretto il numero
74 — Salah lo ha scelto in ricordo delle vittime di Port Said e
aveva il lutto al braccio in
omaggio all’Egitto — capace di
spaccare il match con accelerazioni che non hanno lasciato
scampo ai neroverdi. «Sto imparando a conoscerlo: credo
possa giocare bene anche da
seconda punta», dice il tecnico
viola. Tanto Montella che Di
Francesco lavorano sulla qualità, e soprattutto sulla fase of-
fensiva: ne ha il Sassuolo, ma
la Fiorentina ne ha di più.
EFFICACIA «Sconfitta ineccepibile», commenta Di Francesco, l’allenatore del Sassuolo.
«Anche passare da stop come
questi può farci bene. La Fiorentina è stata più efficace in
palleggio e più cattiva di noi
sottoporta». A testimoniarlo ci
sono i 10 tiri nello specchio
della porta neroverde. Salah e
Babacar: facile se ne senta parlare, da qui in avanti, non meno di quanto si è parlato di Zaza-Berardi-Sansone. Il tridente
neroverde ha graffiato ma non
punto: chi era andato al Mapei
Stadium per vedere segnare
Zaza è tornato a casa con le pive nel sacco, chi ha raggiunto
Reggio da Firenze ha avuto ragione. Ad andare «fin là per vedere segnare Salah».
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Serie A R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
PERCHÉ VEDERE
TORINO-CAGLIARI
Giampiero Ventura, 67
anni e Gianfranco Zola, 49
anni, ai tempi del Cagliari
stagione 2003-2004
LIVERANI
Ok, Ventura-Zola ma anche
Glik-Cop, duello da fumetti.
La più bugiarda di oggi:
la squadra con la migliore
striscia (4 vittorie in fila!)
contro la difesa peggiore
del 2015, eppure sarà
equilibrata.
Olimpico, ore 15
13
COME 38 ANNI FA
Pokerissimo?
E’ la sfida Toro
(ma senza
Farnerud)
Francesco Bramardo
Mario Frongia
TORINO
CAGLIARI
L’
S
i ritrovano dopo tredici
anni. Su panchine opposte, consapevoli di essere
decisi a tutto per trovare un
guizzo che dia punti. Giampiero Ventura e Gianfranco Zola,
chissà che abbraccio questo pomeriggio all’Olimpico. Guidano Torino e Cagliari, ma hanno
trascorso assieme in Sardegna
cinque mesi. Da luglio a novembre del 2003. Una stagione
calda e appassionata. Con Massimo Cellino, regista cinico e
spietato. Eppure, nonostante il
mondo del pallone travolga uomini, campioni e comprimari,
quello di oggi è un incontro
speciale. Che supera l’attualità
del Toro, in marcia a ritmo da
Champions (31 punti), e del
Cagliari, terzultimo a 19. E riporta a una Serie B scannata,
con lo sciopero di gran parte
delle squadre per protesta contro il ripescaggio del Catania.
L’ESONERO Cinque gol di Zola e
una marea di assist per Suazo,
Esposito e Langella nelle prime
quindici partite non salvano
Ventura dalle macumbe celliniane. Il 23 novembre 2003 il
tecnico salta. Le magie del capitano - che per rimettersi in
gioco nella sua terra dice no alle
avances del Chelsea
in Champions con
Mourinho - non tranquillizzano il patron. Cellino esonera Ventura e
chiama Reja. Il
goriziano porta
il club a stravincere la B: 60 punti
in 30 gare, in vetta
con 83 lunghezze
alla pari con il Palermo. Eppure per
Ventura, artefice
del balzo in A con
il Cagliari nel ‘9798, richiamato
Gol inutili, schemi rubati
Il revival Ventura-Zola
tura sorride ma chiede geometrie e pragmatismo. Arriva
qualche pareggio di troppo,
fuori casa si zoppica. Cellino
mugugna e per Ventura tutto
crolla in Gallura, nel saluto all’isola ha un groppo in gola. Eppure, quella con il Piacenza è
stata l’unica sconfitta interna
del suo Cagliari. «Ventura? E’
tra gli allenatori che ho ammirato di più per come faceva giocare la squadra. Il suo modulo
offensivo mi è sempre piaciuto,
tanto che l’ho usato al Watford». Così Gianfranco Zola
rende merito al tecnico del Toro: il 3-5-2 è l’obiettivo non dichiarato del tecnico di Oliena
anche per il Cagliari.
BUNKER Non cambia la difesa, la stessa in pratica dallo
scorso anno. Il Toro regge
l’urto degli avversari perché
ha un bunker davanti alla
propria porta, giocatori
d’esperienza che garantiscono automatismi e spirito di
sacrificio e dunque di rinunciare al turnover, se non per
squalifiche o infortuni. Solo
23 gol subiti: ritrovarsi ad essere la quarta difesa in serie
A alle spalle di Juve, Roma e
Fiorentina non è un caso.
Giocatori abili a difendere
ma anche ad offendere,
quando se ne presenta l’occasione. Con 9 gol segnati (5 di
capitan Glik) il Torino è secondo solo alla Fiorentina
(10) per le reti che arrivano
dalla difesa. Contro il Cagliari, all’andata, Glik firmò il
primo gol di un Toro che era
ancora a secco di reti in campionato, Quagliarella garantì
i tre punti per una vittoria
che ai granata, sull’isola,
mancava da 23 anni.
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1A Cagliari nel 2003 Magic box non salvò dall’esonero il tecnico
del Toro, poi diventato un suo modello: «L’ho copiato al Watford»
nel 2002-03 al posto di Sonetti,
pareva la volta giusta per il
bis con i quattro mori.
Ma il sogno si
infrange al
«Manconi» di
Tempio, tana
rossoblù a
causa dei lavori
al sant’Elia. Il
Piacenza di Cagni
sgambetta l’allenatore ligure dal 3-5-2 innovativo e maramaldo, con
D’Anna e Campagnaro che
firmano il 2-0 in un gara
strana. Ventura in avvio
aveva stupito tutti: Zola e
Conti in panca, Del Nevo e
Di Fabio in campo. Una scelta fatale.
CALCIO D’AUTORE Un passo indietro, il film si apre il 18 luglio
del 2003. Il Cagliari si ritrova a
Pergine Valsugana. Il ritiro lo
sceglie Cellino: portano bene il
campo e il ristorante dell’Hotel
Al Ponte. Ventura ha Zola (37
anni) e Festa (34), sardi doc reduci dalla Premier. Eppure, le
cronache raccontano di un filo
di scetticismo: il tecnico li ritiene un po’ maturi per fare a
sportellate nella cadetteria. Vero o meno, si parte. Magic Box è
in palla. Conquista spogliatoio
e tifosi. La squadra vola leggera: Zola segna in trasferta a Catania (0-3) e Messina (2-2) e in
casa con Pescara (3-0), Livorno
(4-1) e Venezia (2-2). Il capitano regala calcio d’autore, Ven-
ultima volta del Toro,
cinque vittorie consecutive in serie A, risale
a 38 anni fa. Era l’anno seguente l’ultimo scudetto, il
1977. Per il Torino di oggi si
tratta di un’occasione ghiotta
per salire ancora in classifica
prima della ripresa di un’Europa League che in autunno
ha sottratto energie mentali
e fisiche. L’Athletic Bilbao è
dietro l’angolo ma oggi conta
solo il Cagliari, tanto che in
campo scenderà la migliore
formazione possibile, anche
se mancherà lo svedese Farnerud, perno degli equilibri
di centrocampo, bloccato da
un attacco influenzale. Omar
El Kaddouri è il sostituto naturale, ma non è così scontato che non torni titolare la
coppia Vives-Gazzi.
SCHERZI DEL CALENDARIO
Verona-Genova, doppia sfida che sa di nostalgia
1Problemi e obiettivi diversi: si incrociano
scudetto di provincia non sarebbe stato un risultato irripetibile.
Prendiamo atto, ed è bello pensare che si possa, un giorno, dimostrare che aveva ragione. Rimane il fatto che la storia odierna racconta ben altro.
le squadre delle due città che hanno
celebrato gli ultimi scudetti di provincia
PERCHÉ VEDERE
GENOA-VERONA
Filippo Grimaldi
Allenatori con il diminutivo
solo nel cognome: le idee
sono ambiziose. Fa per voi
se vi piace la battaglia
senza quartiere (qui si
aggredisce) e se studiate
le novità: Niang e Berdich.
Ferraris, ore 15
E
PERCHÉ VEDERE
CHIEVO-SAMP
Giù la maschera: rischia
di essere la più brutta
del turno. Però la Samp
ha risposte da dare. Non
vince da 3 partite: è crisi?
Come sta Eto’o? E quanto
è forte Correa?
Bentegodi, ore 18
GENOVA
rano i ragazzi dell’85 (con
l’Osvaldo): da Fanna ad
Elkjaer, da Briegel a Galderisi. E poi quelli del ‘91 (con
zio Vujadin): da Vierchowod a
Vialli, da Cerezo a Mancini. Nessuno dopo di loro. il Verona di
Bagnoli e la Sampdoria di Boskov, ovvero gli ultimi due scudetti sbocciati in provincia, lontano dai palcoscenici delle grandi d’Italia. Per uno strano gioco
del calendario, oggi tornano ad
affrontarsi in una doppia sfida
incrociata le due venete e le due
genovesi. La squadra di Mandorlini (ieri ospite a casa Samp
per la rifinitura) non brilla più
di luce propria: tre punti (con
l’Atalanta) nelle ultime quattro
partite. Certo, il piatto non piange ancora come a casa di Maran.
Povero Chievo: quest’anno in
A sinistra la festa scudetto del Verona nel 1985, a destra quella per il titolo della Sampdoria nel 1991
casa ha vinto solo a novembre
con il Cesena.
VISTA DERBY Viceversa, per i
rossoblucerchiati — al di là degli spot della vigilia — questo è
un antipasto e nulla più della
stracittadina-bis di sabato prossimo. La mezza rivoluzione annunciata da Mihajlovic per oggi
nasce come esame pratico per
molti dei nuovi arrivati — intento lodevole —, ma è figlia in tutto e per tutto delle diffide che
pesano su almeno quattro titolari sicuri in campo con il Genoa, e che oggi rimarranno a riposo.
ANALOGIE Quasi trent’anni da
allora. Era un altro calcio, d’accordo, ma ci sono alcuni concetti che ben accomunano e spiegano, dopo tanto tempo, quei tricolori molto speciali (e quasi
unici). Verona ‘85 e Sampdoria
‘91: una struttura solida, una dirigenza capace, un grande grup-
po, oltre a un condottiero di valore. Fateci caso: era successo
con l’Osvaldo, che poi fu capace
di raggiungere il quarto posto
alla guida dei rossoblù — miglior risultato nel Secondo Dopoguerra — proprio nella stagione che consacrò la Sampd’oro di Boskov. Pure in quell’anno, società solida, occhio
lungo sul mercato e gruppo fantastico. Anzi, quello sì, irripetibile. L’Osvaldo, un giorno, molti
anni dopo, raccontò che uno
COMPITI (IN CASA) Ognuno
ha un obiettivo. Il Chievo è a
caccia di altro ossigeno dopo il
colpo di Parma, il Verona deve
svoltare, il Genoa parte intenzionato a rispolverare il vecchio
mito di Fort Marassi (anche se
Gasperini, ieri, in chiave-derby,
ha ammesso un po’ a sorpresa di
«far fatica a pensare di avere
Borriello disponibile per la prossima partita, visto che in questa
settimana è stato fermo»), la
Samp continua a veleggiare proiettata verso lidi molto nobili,
con una squadra ancora da scoprire dopo la rivoluzione di gennaio. Poi ci sono i ricordi della
gloria che fu. Sempre loro, Bagnoli e Boskov sullo sfondo. Eppure bisogna guardare avanti,
sperando che gli slogan di Ferrero («scudetto in due anni»: la
provincia al potere) diventino
davvero realtà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
14
Serie A R La guida
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
OGGI ore 15
Stadio Atleti Azzurri d’Italia
Bergamo
Andata 0-2
OCCHI PUNTATI SU...
23a
L’Atalanta è senza freni in casa
E l’Inter fuori fatica a decollare
GIORNATA
1
3.40
6 BELLINI
57 SPORTIELLO
17 CARMONA
2 STENDARDO
La formazione di Colantuono non perde a Bergamo dal 22
novembre contro la Roma (1-2). Ma Denis parte dalla panchina
L’ultima vittoria esterna in campionato di Mancini è col Chievo
13 A. MASIELLO
21 CIGARINI
CLASSIFICA
SQUADRE
JUVENTUS
ROMA
NAPOLI
FIORENTINA
SAMPDORIA
LAZIO
PALERMO
GENOA
TORINO
INTER
MILAN
SASSUOLO
UDINESE
VERONA
EMPOLI
ATALANTA
CHIEVO
CAGLIARI
CESENA
PARMA (-1)
PT
53
46
42
38
35
34
33
32
31
29
29
29
28
24
23
23
21
19
15
9
LE ULTIME VOLTE
INTER
PRECEDENTI IN SERIE A
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
22
22
23
23
22
22
23
22
22
22
22
23
22
22
22
22
22
22
22
22
16
13
12
10
8
10
8
8
8
7
7
6
7
6
4
5
5
4
3
3
5
7
6
8
11
4
9
8
7
8
8
11
7
6
11
8
6
7
6
1
1
2
5
5
3
8
6
6
7
7
7
6
8
10
7
9
11
11
13
18
47
36
42
35
28
37
37
30
25
33
32
29
26
24
21
19
16
29
21
20
10
17
30
23
24
26
37
26
23
29
29
33
30
37
26
29
26
42
43
47
* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS
EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO
VENERDÌ 20 FEBBRAIO
JUVENTUS-ATALANTA ore 20.45 (3-0)
SABATO 21 FEBBRAIO
SAMPDORIA-GENOA ore 20.45 (1-0)
DOMENICA 22 FEBBRAIO, ore 15
EMPOLI-CHIEVO
(1-1)
LAZIO-PALERMO
(4-0)
MILAN-CESENA
(1-1)
PARMA-UDINESE
(2-4)
VERONA-ROMA
(0-2)
FIORENTINA-TORINO ore 20.45 (1-1)
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO
NAPOLI-SASSUOLO
ore 19 (1-0)
CAGLIARI-INTER
ore 21 (4-1)
MARCATORI
14 RETI Tevez (2, Juventus)
13 RETI Icardi (2, Inter)
12 RETI Menez (6, Milan);
Higuain (2, Napoli).
11 RETI Dybala (2, Palermo).
9 RETI Callejon e Gabbiadini (Napoli;
7 nella Sampdoria); Quagliarella
(2, Torino); Di Natale (Udinese).
8 RETI Ljajic (1, Roma);
Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese).
7 RETI Matri (Juventus; 7 nel Genoa);
Djordjevic e Mauri (Lazio); Eder
(1, Sampdoria); Toni (2, Verona),
Berardi (3, Sassuolo), Vazquez (Palermo),
Babacar (Fiorentina).
6 RETI Pogba e Vidal (2, Juventus);
Honda (Milan).
5 RETI Defrel (Cesena); Iago Falque’
(1, Genoa); Osvaldo (Inter; ora è nel Boca
J.); Morata (Juventus); Felipe Anderson,
Klose e Parolo (Lazio); Destro (Milan; 5
nella Roma); Belotti (1) e Rigoni (Palermo);
Cassano (1, Parma); Glik (Torino).
Girone unico
Vittorie Inter
58
22
107
Pareggi
27
contro Cesena
e Cagliari
con Palermo
e Chievo
2 pareggi 1 sconfitta
con Juventus
contro il Sassuolo
ed Empoli
7 gol
ultimo successo il 15 dicembre
in 11 partite contro il Chievo
MILAN
(4-4-2)
EMPOLI
(4-3-1-2)
OGGI ore 12.30 ARBITRO Valeri (and. 2-2)
23
DIEGO LOPEZ
13
28
RAMI
PALETTA
81
ZACCARDO
10
HONDA
16
POLI
34
28
DE JONG BONAVENTURA
9
DESTRO
7
MACCARONE
11
CROCE
31
ANTONELLI
18
VERDI
6
VALDIFIORI
21
24
MARIO RUI RUGANI
20
PUCCIARELLI
23
HYSAJ
PANCHINA 1 Pugliesi, 28 Bassi, 50
Somma, 19 Barba, 2 Laurini, 14 Diousse, 8
Signorelli, 25 Brillante, 27 Zielinski, 9
Mchedlidze, 10 Tavano. ALL. Sarri.
BALLOTTAGGI nessuno. SQUALIFICATI
nessuno. DIFFIDATI Maccarone, Hysaj,
Valdifiori . INDISPONIBILI Guarente (da
valutare), Saponara (7 giorni)
ALTRI nessuno.
X
3.45
(4-3-1-2)
OGGI ore 18 ARBITRO Peruzzo (and. 1-2)
1
BIZZARRI
3
5
87
DAINELLI GAMBERINI ZUKANOVIC
24
SCHELOTTO
13
IZCO
56
HETEMAJ
43
PALOSCHI
99
ETO’O
6
DUNCAN
3
MESBAH
23
BIRSA
69
MEGGIORINI
8
CORREA
17
PALOMBO
18
BERGESSIO
14
OBIANG
5
26
77
ROMAGNOLI SILVESTRE WSZOLEK
2
VIVIANO
PANCHINA 25 Bardi, 90 Seculin, 20
Sardo, 12 Cesar, 34 Biraghi, 7 Mattiello, 10
Christiansen, 14 Cofie, 18 Feftatzidis, 19
Botta, 31 Pellissier, 9 Pozzi. ALLENATORE
Maran. BALLOTTAGGI Meggiorini-Botta
55-45%, Paloschi-Pellissier 60-40%,
Dainelli-Cesar 55-45%, Izco-Christiansen
60-40%. SQUALIFICATI Radovanovic (1).
DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI
nessuno. ALTRI Puggioni, Vajushi.
PANCHINA 88 Frison, 96 Massolo, 29 De
Silvestri, 19 Regini, 25 A. Coda, 32
Marchionni, 21 Soriano, 55 Lulic, 95 Ivan,
27 L. Djordjevic, 23 Eder, 24 Muriel.
ALLENATORE Mihajlovic. BALLOTTAGGI
Obiang-Acquah 60-40%. SQUALIFICATI
Okaka (1). DIFFIDATI Eder, Soriano, De
Silvestri, Obiang, Duncan. INDISPONIBILI
Munoz (40 giorni), Romero (7), Rizzo (10),
Cacciatore (15), De Vitis (4 mesi). ALTRI
Ivan.
1
2.75
(4-3-3)
TORINO
PARMA
(4-3-3)
CAGLIARI
OGGI ore 15 ARBITRO Damato (and. 2-2)
1
PERIN
8
BURDISSO
21
91
EDENILSON BERTOLACCI
X
3.00
5
IZZO
33
KUCKA
18
BERGDICH
10
PEROTTI
11
JANKOVIC
33
AGOSTINI
9
TONI
11
NIANG
21
GOMEZ
2
2.70
18
MORAS
4
MARQUEZ
22
BENUSSI
19
GRECO
3
PISANO
PANCHINA 23 Lamanna, 39 Sommariva, 4
De Maio, 2 Tambè, 38 Mandragora, 37
Panico, 16 Lestienne, 93 Laxalt, 19 Pavoletti,
88 Rincon. ALL. Gasperini. BALLOT. Izzo-De
Maio 55-45%. SQUAL. nessuno. DIFF. Iago,
Rincon. INDISP. Marchese e Tino Costa (10
giorni), Ariaudo, Borriello (5), Pavoletti (3).
ALTRI Prisco, Franchetti, Ghiglione,
Parente, Falou, Soprano, Antonini.
PANCHINA 95 Gollini, 25 Marques, 71
Martic, 28 Brivio, 5 Sorensen, 23 Ionita, 27
Valoti, 30 Campanharo, 20
Christodoulopoulos, 70 Fernandinho, 7
Saviola, 17 Nico Lopez. ALL. Mandorlini.
BALLOT. Agostini-Brivio 60-40%, MarquezMarques 80-20%, JankovicChristodoulopoulos 60-40%. SQUAL.
nessuno. DIFF. Martic, Ionita, Valoti.
INDISP. Rafael, Gu. Rodriguez, Sala (da
valutare). ALTRI Salvetti, Fares, Obbadi,
Cappelluzzo.
1
1.85
2
4.75
(4-4-2)
SAMPDORIA
ROMA
(4-3-3)
10
77
HALLFREDSSON TACHTSIDIS
PANCHINA 32 Abbiati, 66 Gori, 33 Alex, 19
Bocchetti, 21 Van Ginkel, 15 Essien,
36 Felicioli, 37 Mastalli, 22 Cerci, 8 Suso,
11 Pazzini, 38 Di Molfetta. ALLENATORE
Inzaghi. BALLOTTAGGI De Jong-Van
Ginkel 70-30%. SQUALIFICATI Mexes (2).
DIFFIDATI Bonaventura, Paletta, Poli.
INDISPONIBILI Mastour (60 giorni), El
Shaarawy (60), De Sciglio (20), Abate (15),
C. Zapata (10), Montolivo (2), Agazzi,
Armero, Bonera e Muntari (da valutare).
ALTRI Albertazzi.
1
1.76
(3-4-3)
88
VECINO
26
TONELLI
33
SEPE
PANCHINA 1 Avramov, 5 Scaloni, 3 Del
21 SANTON
Grosso, 20 Biava, 28 Emanuelson, 8 Migliaccio,
16 Baselli, 95 Grassi, 7 D’Alessandro, 99 Boakye,
19 Denis, 9 Bianchi.
ALLENATORE Colantuono.
BALLOTTAGGI Benalouane-Biava 70-30%, Pinilla-Denis 7525%.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Boakye, Migliaccio, Carmona, Stendardo, Denis, Pinilla.
INDISPONIBILI Estigarribia (3 mesi), Raimondi (3), Cherubin (10
giorni), Dramè (7). ALTRI Frezzolini, Rosseti.
VERONA
24
IAGO
7
MENEZ
1 HANDANOVIC
5 JUAN JESUS
ATALANTA
4-4-1-1
GENOA
14
RONCAGLIA
X
3.45
2
4.20
OGGI ore 15 ARBITRO Giacomelli (and. 2-1)
35
TOROSIDIS
3
COLE
20
KEITA
24
FLORENZI
8
LJAJIC
24
RODRIGUEZ
17
PALLADINO
26
VARELA
23
NOCERINO
31
MARIGA
8
MAURI
15
COSTA
OGGI ore 15 ARBITRO Calvarese (and. 2-1)
19
MAKSIMOVIC
27
2
SANTACROCE CASSANI
83
MIRANTE
PANCHINA 28 Skorupski, 92 Marchegiani,
33 Spolli, 2 Yanga-Mbiwa, 91 Calabresi, 32
Paredes, 52 Pellegrini, 48 Uçan, 53 Verde,
96 Sanabria, 88 Doumbia. ALL. Garcia.
BALLOT. Astori-Yanga-Mbiwa 60-40%, De
Rossi-Paredes 60-40 %, Florenzi-Verde
60-40%. SQUAL. Holebas (1). DIFF. YangaMbiwa, Maicon, Torosidis. INDISP.
Balzaretti e Castan (da valutare),
Strootman (120 giorni), Lobont (10), Iturbe
e Ibarbo (30), Maicon e Curci (7), Totti (4).
ALTRI Curci.
PANCHINA 22 Iacobucci, 91 Bajza, 4
Mendes, 28 Feddal, 13 Prestia, 58 Esposito,
37 Broh, 21 Lodi, 5 Ghezzal, 10 Belfodil, 88
Coda. ALL. Donadoni. BALLOT. MarigaLodi 55-45%, Palladino-Belfodil 55-45%.
SQUAL. Galloppa (1). DIFF. Mirante, Lodi,
Mendes, Gobbi, Feddal. INDISP. Lila (7
giorni), Gobbi, Haraslin, Jorquera e
Biabiany (da verificare). ALTRI Coric.
X
2
5.25 10.00
25
GLIK
24
MORETTI
33
94
14
7
36
PERES BENASSI GAZZI EL KADDOURI DARMIAN
27
GERVINHO
6
LUCARELLI
1
1.28
(3-5-2)
(4-3-2-1)
1In Udinese-Lazio due
cannonieri senza età
contro: oggi per Miro
scatta il rinnovo, ma
anche su di lui c’è la Mls
Nicola Berardino
INVIATO A FORMELLO (ROMA)
ol senza età nella sfida
del Friuli. In Udinese-Lazio risalta il confronto fra
Antonio Di Natale e Miro Klose.
Numeri doc. A cominciare dagli
anni: 37 per il napoletano e 36
per il tedesco. Ma per i due parlano soprattutto i gol. Che volano alto: in carriera, raggruppando tutto, dai campionati alla coppe nazionali ed europee
sino alle Nazionali, Klose è quota 286, Di Natale a 284. Al conto vanno aggiunte le reti nelle
serie minori: 26 per Klose in Regionalliga e Oberliga, 18 per Di
Natale in C2. Ma sul presente e
futuro immediato si sente ancora il peso dei due goleador. Perché Klose in questo campionato
è andato a segno 5 volte (l’ulti-
UDINESE
17
MARTINEZ
25
SAU
30
DONSAH
8
AVELAR
(4-3-3)
OGGI ore 15 ARBITRO Massa (and. 1-0)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
75
HEURTAUX
27
WIDMER
6
ALLAN
31
KARNEZIS
5
DANILO
19
GUILHERME
90
COP
5
CONTI
20
EKDAL
16
DESSENA
PANCHINA 13 Castellazzi, 1 Ichazo, 5
Bovo, 18 Jansson, 21 Silva, 3 Molinaro, 32
S. Masiello, 20 Vives, 15 Gonzalez, 11 Maxi
Lopez, 22 Amauri.
ALLENATORE Ventura.
BALLOTTAGGI Maksimovic-Bovo 60-40%.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Bovo, El Kaddouri e Vives.
INDISPONIBILI Farnerud (3 giorni).
ALTRI Basha, Barreto.
PANCHINA 1 Colombi, 27 Cragno, 3
Murru, 32 Ceppitelli, 37 Diakitè, 4 Crisetig,
7 Cossu, 9 Longo, 17 Farias, 22 Husbauer,
10 Joao Pedro, 40 M’Poku.
ALLENATORE Zola. BALLOTTAGGI Avelar–
Murru 60-40%, Conti-Crisetig 60-40%,
Cop–Mpoku 60-40%. SQUALIFICATI
nessuno. DIFFIDATI Balzano, Ceppitelli,
Cossu, Longo. INDISPONIBILI Pisano e
Balzano (2 giorni) ALTRI Carboni, Muroni,
Barella, Caio Rangel.
X
3.55
34
7 GABRIEL
BADU SILVA
10 DI NATALE
33
15
2
CAPUANO ROSSETTINI GONZALEZ
44
BRKIC
1
1.75
89
PIRIS
77 THEREAU
27
QUAGLIARELLA
11
KLOSE
20
BIGLIA
7
F.ANDERSON
16
PAROLO
26
RADU
33
MAURICIO
87
CANDREVA
32
CATALDI
3
DE VRIJ
8
BASTA
1
BERISHA
PANCHINA 97 Meret, 22 Scuffet, 18
Bubnjic, 2 Wague, 8 Fernandes, 95
Evangelista, 66 Pinzi, 9 Perica, 94 Aguirre.
ALL. Stramaccioni.BALLOTTAGGI BaduFernandes 70-30%. SQUALIFICATI
Pasquale e Kone (1). DIFFIDATI Fernandes,
Badu, Piris, Thereau. INDISPONIBILI
Domizzi, Geijo. ALTRI nessuno.
PANCHINA 77 Strakosha, 55 Guerrieri, 85
Novaretti, 13 Konko, 39 Cavanda, 5
Braafheid, 23 Onazi, 24 Ledesma, 10
Ederson, 14 B.Keita, 34 Perea.
ALLENATORE Pioli.
BALLOTTAGGI Candreva-B.Keita 7030%.Cataldi-Onazi 65-35%.
SQUALIFICATI Cana (1), Marchetti (1), S.
Mauri (1). DIFFIDATI Cavanda, De Vrij,
F.Anderson. INDISPONIBILI Djordjevic
(80 giorni), Ciani (15), Gentiletti (50), Lulic
(30), Pereirinha (20), Tounkara (10). ALTRI
Sculli.
2
4.75
ma due settimane fa nel k.o. di
Cesena), Di Natale in 9 occasioni(il sigillo più recente nel 2-1 a
Empoli del 26 gennaio).
BIVIO Udinese e Lazio attendono da loro quella spinta in più
quanto mai importante in questo momento. I romani sono reduci da 3 sconfitte nelle ultime
4 gare di campionato. I friulani
non vincono in casa dal 26 ottobre: il 2-0 all’Atalanta, avviato
da una rete di Di Natale. Sei i
punti di distacco: Lazio scivolata al sesto posto dopo un soggiorno in zona Champions. Oggi pomeriggio, all’ingresso in
campo, Klose taglierà la ventesima presenza in campionato.
Per contratto scatta l’opzione di
rinnovo a suo favore. Ma non è
detto che il tedesco resti. Potrebbe tornare in Germania o
tentare l’esperienza nella Mls
Americana. Lo stesso orizzonte
va a stuzzicare Di Natale, anche
lui in scadenza di contratto e intenzionato a guardare altrove.
In fondo, il futuro è sempre di
chi lo cerca. A qualsiasi età. E
Klose e Di Natale hanno ancora
gol e progetti da inseguire.
(3-5-1-1)
LAZIO
30
PADELLI
26
DE SANCTIS
44
23
MANOLAS
ASTORI
4
16
NAINGGOLAN DE ROSSI
INTER
4-3-1-2
PANCHINA 30 Carrizo, 46 Berni, 15 Vidic,
54 Donkor, 22 Dodò, 10 Kovacic, 17 Kuzmanovic,
20 Obi, 88 Hernanes, 8 Palacio, 28 Puscas.
ALLENATORE Mancini.
BALLOTTAGGI Guarin-Kovacic 55-45%, Medel-Kuzmanovic
55-45%, Shaqiri-Palacio 60-40%, Santon-Dodò 60-40%.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Dodò, Icardi.
INDISPONIBILI Andreolli (7 giorni), D’Ambrosio (7),
Nagatomo (50), Jonathan (stagione finita).
ALTRI nessuno.
Totò-Klose, sfida da oltre 600 gol
E può continuare in America
G
14 CAMPAGNARO
23 RANOCCHIA
77 BROZOVIC
2 pareggi
senza vittorie nelle ultime 3 trasferte
in campionato
MIGLIORI MARCATORI
21
FREY
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2 vittorie
Dell’Atalanta contro l’Inter
German Denis
CHIEVO
GAZZAWEB
www.gazzetta.it
18 MEDEL
imbattuta in casa nelle ultime
4 gare di campionato
Vittorie
Atalanta
13 GUARIN
91 SHAQIRI
9 ICARDI
ATALANTA
11 PODOLSKI
11 MORALEZ
51 PINILLA
22 ZAPPACOSTA
2
2.25
ARBITRO Banti
ASSISTENTI Crispo-La Rocca
QUARTO UOMO Stallone
ADDIZIONALI Irrati-Pasqua
TV Sky Sport 1 HD,
Calcio 1 HD,
Premium Cacio 1 HD
10 GOMEZ
29 BENALOUANE
X
3.10
1
3.10
X
3.20
2
2.35
CESENA
(4-3-1-2)
JUVENTUS
(4-3-1-2)
OGGI ore 20.45 ARBITRO Russo (and. 0-3)
24
PERICO
1
LEALI
25
CAPELLI
7
CARBONERO
6
17
LUCCHINI MAGNUSSON
8
DE FEUDIS
5
GIORGI
11
92 BRIENZA 9
DEFREL
RODRÍGUEZ
14
LLORENTE
23
VIDAL
21
PIRLO
6
POGBA
33
EVRA
Antonio Di Natale, 37 anni LAPRESSE
9
MORATA
8
MARCHISIO
5
OGBONNA
19
26
BONUCCI LICHTSTEINER
1
BUFFON
PANCHINA 30 Agliardi, 81 Bressan, 2
Nica, 14 Volta, 15 Krajnc, 33 Renzetti, 13
Gasperi, 26 Mudingayi, 77 Ze Eduardo, 18
Djuric, 19 Succi, 32 Moncini. ALL. Di Carlo.
BALLOT. Carbonero-Mudingayi-Ze
Eduardo 40-30-30%, Rodriguez-Djuric 5545%. SQUAL. nessuno. DIFF. Capelli,
Giorgi, Lucchini, Perico, Renzetti, Rodriguez
e Volta. INDISP. Marilungo (25 giorni),
Tabanelli (60), Valzania, Cazzola e Pulzetti
(15), Cascione (da valutare). ALTRI
nessuno.
PANCHINA 30 Storari, 34 Rubinho, 15
Barzagli, 3 Chiellini, 17 De Ceglie, 20 Padoin,
37 Pereyra, 27 Sturaro, 7 Pepe, 11 Coman.
ALL. Allegri. BALLOT. Pirlo-Pereyra 6040%, Ogbonna-Chiellini 55-45%. SQUAL.
Tevez (1). DIFF. Ogbonna, Pogba, De Ceglie.
INDISP. Asamoah (due mesi), Romulo (30
giorni), Matri (7), Marrone (20) Caceres
(da valutare). ALTRI nessuno.
Miroslav Klose, 36 anni LAPRESSE
1
11.00
X
5.75
2
1.25
Calcio R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
NON SOLO AFFARI
15
CONTENUTO
PREMIUM
Professione amico
«Arriva e fa presto e alla svelta il suo lavoro» racconta nel libro «Dico Tutto» scritto con Pierluigi
Pardo, l’unico giornalista davvero legato a un giocatore: Cassano è testimone di nozze di Pardo. Nicola vive a Genova, la città del cuore di Cassano
che da quando è con Carolina non ricorre al «cugino».
Da sinistra i gemelli Gianluca e Danilo Trabucco con Diego Milito, al centro Simone Ronco e Totò Di Natale, a destra Costantino Nicoletti
CHE LAVORO FAI?
RISOLVO PROBLEMI
AI CALCIATORI
LA STORIA di FRANCESCO VELLUZZI
P
rofessione: amico dei calciatori. Ci sono i
portaborse, quelli che presentano le donne,
quelli che tengono la macchina nel
weekend e la riconsegnano dopo la partita, quelli
che addirittura la guidano al calciatore, pratica in
voga tra i sudamericani, quelli che pagano le bollette, quelli che fanno qualsiasi cosa pur di rendere felici i loro idoli-amici. «Ho sempre tenuto nel
frigo dell’officina un mezzo maialetto. Quando
me lo chiedevano era lì», racconta Corrado Scameroni, meccanico cagliaritano, amico vero di
tanti. «Ho cominciato con Mauro Esposito, il migliore, a lui ho fatto il club. Poi sono arrivati Ferri,
Astori, ora Rossettini e Sau. Ogni calciatore mi
presentava il suo amico e poi lo diventavo io. Li ho
conquistati con la simpatia e l’onestà. Non ho mai
preteso nulla da loro se non qualche maglia o il
biglietto per la partita». Onestà e sincerità. E disinteresse. Questo si aspettano i calciatori, diffidenti con i giornalisti, ma spesso bidonati in affari, da quelli a cui si attaccano e che si attaccano a
loro morbosamente. L’amico ti trova l’ultimo oggetto tecnologico, il telefonino scontato, la partecipazione a un evento che conta, l’ingresso riservato e il tavolo in discoteca. E il campione va. Perché nel momento in cui tutto questo indotto viene
a mancare la depressione si avvicina. «Mi vanto
dell’amicizia di parecchi calciatori. E’ un privilegio», racconta Costantino Nicoletti, fiorentino,
che nella vita ha fatto di tutto, dal ristoratore, al
procuratore e persino il presidente dell’Ascoli.
«Trovo televisori e telefonini, giochini e playstation. Sebastian Frey, ex portiere viola, era un fis-
AUTISTI, IMMOBILIARISTI, PR,
CONCESSIONARI: QUANDO
L’AMICIZIA CON I GIOCATORI
DIVENTA UN MESTIERE
sato. Il primo amico è stato Manuel Pasqual. poi
sono venuti Montolivo, Viviano, Marilungo, Gilardino, Santana. Con gli italiani si crea un rapporto più autentico. Con lo straniero, una volta
terminata l’esperienza qui, tende a finire. Il calciatore non lo devi idolatrare, ma rispettare e non
devi avere il secondo fine».
FACCENDIERI I sudamericani hanno uomini di fiducia sempre accanto, anche nelle scorribande
notturne e fuori porta. Come dimenticare il
Mariano di Recoba e Zamorano, l’Alejandro di Isla e Sanchez, l’Arturo di Muriel.
Anche Pereyra ha Alex accanto a lui. Pure
Vidal non è mai solo...Gli amici dei sudamericani fanno tutto. Sono stipendiati.
Tornando all’Italia, un mito resta Nicola,
sempre citato, da lui stesso, come il cugino
di Antonio Cassano. Ma cugino non è. E’ un
amico che, quando Fantantonio era single,
gli ha fatto da spalla e da guardaspalle.
Dopo un incidente con la Ferrari, Cassano chiama l’immancabile Nicola:
IN CARRIERA La lista degli amici dei calciatori è
lunga e comprende altre figure. Immobiliaristi e
concessionari d’auto sono cardini nella quotidianità del campione. Danilo e Gianluca Trabucco, 46 anni, gemelli pescaresi, sono l’anima di
Diego Milito, ma hanno fatto affari con Toni,
Esposito, Criscito, Bonazzoli, Marcello Lippi.
«Milito è l’amico del cuore. Lo conoscemmo a
Genova, non l’abbiamo perso ora
che è tornato in Argentina. Ci costringe a vedere le partite del Racing nella notte perché poi dobbiamo scriverci. Ci ha affidato la
gestione della sua casa milanese.
Il calciatore vuole sincerità, non
adulazione. La cosa più bella è
che ci ha fatti diventare amici di
Ranocchia. Al quale non abbiamo
venduto case. E’ un amico e basta.
E oggi i calciatori sono più attenti
a scegliere gli amici». Lo conferma Erminio Del Signore, amico di
Pippo Inzaghi, da più di 15 anni.
Uno che assiste i calciatori in tante questioni e uomo fidatissimo di
Pirlo. «Quel che conta sono fiducia e rispetto». Concetti ribaditi COSTANTINO NICOLETTI
da Gianluca Voulaz, 39 anni, che EX PRESIDENTE ASCOLI
ora gestisce la Sobe Sport e si occupa dell’immagine e dei siti di tanti: da Lavezzi
a Cerci, da Montolivo a El Shaarawy, da Neto a
Marchetti. Lavorava in Adidas, poi in Fiorentina. quindi si è messo in proprio. I calciatori sono
assistiti e amici fuori. «L’importante è stare al
proprio posto e avere professionalità».
SONO UN
PRIVILEGIATO IN
QUANTO AMICO
DEI CALCIATORI
LI AIUTO
PER TELEFONINI
E TV E SENZA
SECONDI FINI
SOCI E proprio la discrezione di Simone Ronco,
34 anni di Udine, ha conquistato il diffidentissimo Totò Di Natale. «Lavoravo in banca, Totò me
lo presentò un amico. Mi studiò per bene, piano
piano mi ha coinvolto nell’azienda di caffè, mi ha
voluto come presidente della Donatello, la società calcistica che ora seguo in prima persona e mi
vuole con lui in ogni momento. Ci facciamo anche 20 telefonate al giorno. Conosco e seguo la
sua situazione patrimoniale e affaristica». Nella
casa versiliese di Totò, Simone ha la sua stanza.
«Spesso lo devo accompagnare a Empoli e tornare in giornata, ma ormai siamo in simbiosi». Come Giorgio Chiellini ed Edo Bandini che ora
lavora alla Juve, come Fabio Quagliarella e
Giovanni del Vasto, amici fraterni di Castellammare di Stabia, come Maurizio
Domizzi e Simone Tutino. Amicizie vere,
cementate nel tempo che sconfinano
negli affari.
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Il gruppo di
amici di
Giorgio
Chiellini,
capeggiato in
alto al centro,
da Edoardo
Bandini che
adesso lavora
al marketing
della Juventus.
Il difensore
azzurro e
l’amico sono
da anni
inseparabili a
Torino
16
Lotito gate R L’intervista
Tommasi: «Basta!
State usurpando
il nostro sport»
1Duro il presidente Aic: «Il silenzio-assenso dei club è
ancora più grave delle parole di Lotito: nessuno ne ha messo
in discussione l’incarico. Anzi, qui si confonde il ruolo con il
potere. Questa Figc non può durare un altro anno e mezzo»
nere continui a ricoprire il ruolo di consigliere
federale con delega alle riforme del calcio! Credo sia arrivato il momento di prendere le distanze da certi comportamenti con i fatti, non solo a
parole».
Ma Lotito sta in Consiglio federale perché le società lo hanno votato, no?
«Lo so benissimo. E infatti, di cosa vogliamo parlare? Dello scandalo Parma? Dei 230 tesserati?
Ma perché stupirsi ora e non quando la Figc ha
delegato alla Lega il controllo dei contratti?».
Lotito venerdì durante la lunga auto-difesa agitava il suo programma rivoluzionario, lo stesso che
cercava di «vendere» al telefono con Pino Iodice...
«Ecco, se le modalità sono queste... Dovreste riflettere su quei 50 minuti di monologo in Lega,
senza freni, senza alcun contraddittorio, senza
che qualcuno provasse a fermarlo. Lotito è l’emblema dei dirigenti sportivi di oggi: persone che
anziché gestire un servizio per il bene del movimento, lo trattano come una loro proprietà e
fanno il bello e cattivo tempo, spesso impuniti,
solo per fare più soldi. Oggi, ahimè, si confonde
il ruolo con il potere. E chi lo detiene, non ha nel
proprio bagaglio i due concetti basilari: servizio
e responsabilità».
Claudio Lotito, 57 anni, e il presidente federale Carlo Tavecchio, 71 LAPRESSE
Alessandro Catapano
«A
IL NOSTRO
PROGRAMMA E’
RAPPRESENTATO
ALLA PERFEZIONE DA
DEMETRIO ALBERTINI
DAMIANO TOMMASI
SUL FUTURO DELLA FIGC
Damiano a tutto campo
Domani presenta
un libro sul doping
● «Qualcuno corre troppo. Il
lato oscuro del calcio». Dopo «Lo
sport del doping» di Sandro
Donati, un altro viaggio
nell’abuso di sostanze e farmaci,
stavolta nello sport più amato
dagli italiani. L’indagine è
firmata da Lamberto Gherpelli,
osservatore e studioso del
mondo calcistico, militante delle
giovanili della Reggiana negli
anni ‘70. Il libro, edito da
Edizioni Gruppo Abele, sarà
presentato domani alle 10 nella
sede romana della Federazione
nazionale della stampa.
Parteciperanno, oltre all’autore,
Sandro Donati e Damiano
Tommasi, che ne ha scritto la
prefazione. «Spesso il campione
diventa macchina da soldi,
gallina dalle uova d’oro da
spremere finché si è in tempo,
prodotto da sfruttare e poi
sostituire...», scrive il presidente
dell’Aic.
spettiamo l’Aurora...». Che non è l’incipit della canzone dei Litfiba né, in
momenti di miseria come questi, l’attesa di una nuova era («Anche se io non smetto
di lottare e sperare»), ma l’arrivo della quarta
femmina. Con i due maschi fanno sei figli. Un
bell’impegno, come occuparsi dell’asilo che ha
fondato e della scuola primaria di prossima
apertura. Bella la vita di Damiano Tommasi, se
non fosse per il calcio, e il sindacato dei calciatori, che lui presiede e rappresenta in Consiglio federale. «Ma io ancora mi diverto in Seconda categoria, quando l’allenatore mi convoca...». Il
calcio dietro la scrivania, invece, «onestamente
è sempre peggio. Da agosto a oggi è successo di
tutto, perfino più di quello che temevo. Ma il
dramma è che non mi stupisco più, né mi dispiaccio. Anche queste dichiarazioni di Lotito,
che voi definite scioccanti, cosa raccontano di
nuovo? Niente».
E il rischio, lei ha dichiarato, è che nemmeno stavolta accada niente. Perché tanto pessimismo?
«Dovrei confidare nella Procura federale, ma
onestamente quando leggo le dichiarazioni dei
vertici del calcio e dello sport, o il silenzio-assenso dei presidenti delle società, capisco che siamo
ben oltre quello che prevedevamo ad agosto. In
questa brutta storia, infatti, le reazioni per me
sono state la cosa più grave».
Il sottosegretario Delrio ha chiesto a nome dei
cittadini che «... la Figc affronti un serio e radicale
cambiamento di approccio nella gestione dello
sport più popolare degli italiani». Chiaro, no?
«Sì, ed è emblematico che la presa di posizione
più chiara e netta sia arrivata dal sottosegretario
alla presidenza del Consiglio Delrio. Fin da agosto, del resto, il Governo ha spinto in una direzione, poi però c’è sempre l’autonomia dello
sport...».
Ma anche Tavecchio ha definito «inaccettabili» e
«da censurare» le dichiarazioni di Lotito, mentre
per Malagò sono state «incaute» e potenzialmente «screditanti». Non sono stati abbastanza duri?
«Nessuno ha messo in discussione l’incarico di
Lotito, l’opportunità che un personaggio del ge-
Dicevamo delle riforme...
«Già, dove sono i progetti sportivi, che dovrebbero essere sempre la nostra stella polare? Le riforme non esistono. Da mesi aspettiamo che siano portate in Consiglio federale. Come la situazione grottesca della Lega Pro: sbarcherà mai in
Consiglio? Potremo decidere prima o poi se Macalli deve decadere o se la Lega va commissariata? In Consiglio è arrivato solo il tetto alle rose,
un provvedimento sbagliato, come al solito passato con i voti di chi non c’entra nulla e l’opposizione dei tecnici, calciatori e allenatori, puntualmente inascoltati. E le altre dove sono finite?
Dov’è la riforma dei campionati, che doveva essere la madre di tutte le battaglie?».
Pare di capire che il suo giudizio della presidenza
Tavecchio, fin qui, sia ampiamente insufficiente...
«Non do voti a nessuno, per carità. Ma è evidente che con questa gestione abbiamo fatto un passo indietro rispetto alla precedente. Continuiamo a occuparci di Infront, manager, telecamere,
diritti tv, soldi. E basta. Lo sport, le sue regole, i
suoi valori, i suoi attori non sono mai all’ordine
del giorno. Mai. Come si può andare avanti così?. Stanno usurpando il nostro calcio»
Le ricordo che Carlo Tavecchio lo scorso anno è
stato eletto democraticamente alla presidenza
della Figc...
«Certamente, e rispetto la sua elezione. Ma mi
chiedo: è davvero democrazia un sistema elettorale in cui la maggioranza è rappresentata dai
gestori e non dagli attori del calcio? Se le norme
sono sbagliate, o risultano incomprensibili, vanno cambiate».
È il suo programma elettorale per il prossimo anno?
«Faccio già tanta fatica a guidare l’Associazione
italiana calciatori, a sedere in Consiglio federale
e a far parte pure del Consiglio nazionale del Coni. Non ho ambizioni presidenziali, il nostro programma continua ad essere rappresentato alla
perfezione da Demetrio Albertini».
Comunque tra un anno e mezzo?
«Io spero anche prima, francamente. D’altronde, se si continua sulla china presa ad agosto,
prima o poi qualcosa accadrà. Noi aspettiamo e
speriamo». Anche oltre l’Aurora.
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LE SOCIETA’ DI A
Eppure in tanti
sono con Lotito
«Registrazione
abusiva»
1Zamparini:
«La chiamata era
privata: perdita
di valori». Allegri
«scosso e stranito»
L
a più divertente (e la più
emblematica) è del presidente del Chievo Luca
Campedelli: «Una telefonata
registrata in maniera abusiva, di conseguenza per me è
come se non esistesse». Se la
gioca con Maurizio Zamparini, anche lui esilarante: «Non
entro nel merito di quello che
è stato detto, la cosa che mi
colpisce di più è la perdita di
valori: una telefonata privata
che viene registrata e pubblicata. Ecco, il fatto più grave è
che in questo Paese si sono
persi i valori». Forse anche un
pizzico di dignità.
IL BILANCIO Dunque, registrato a caldo il silenzio assordante della Lega di Serie
A sul Lotito gate (a parte la
tempestiva intemerata di
Pallotta sui diritti tv e la ovvia autodifesa della Lazio),
24 ore dopo, mentre Lotito
minaccia querele a Iodice
(«Manovra subdola») e preso
atto che il d.g. dell’Ischia ai
tempi del Taranto fu inibito
sei mesi per non aver pagato i
diritti d’immagine al tecnico
Braglia, noi ci siamo ripresentati dalle società per avere un
commento, contro o pro Lotito,
anche un no comment. Diciamolo subito, poteva andare anche peggio: quattro (Atalanta,
Cagliari, Napoli, Torino) non
hanno risposto niente, quattro
(Genoa, Parma, Sampdoria, Verona) non sono andate oltre il
«no comment», due (Cesena e
Juventus, che si riserva di commentare oggi) hanno mandato
avanti gli allenatori, Di Carlo e
Allegri («Sono scosso e strani-
Ma le sue donne
lo attaccano:
«Promesse e basta»
● (m.cal.) Attaccato anche dalle
sue giocatrici. Il 9 gennaio, per la
festa dei 115 anni, Lotito aveva
promesso di aiutarle: «Vista la
difficile situazione, la Lazio
incorporerà la squadra nella
propria gestione. Questa deve
essere una grande famiglia». Ieri,
l’annuncio della Lazio femminile
(Serie B), che oggi non partirà per
Palermo: «Non siamo nelle
condizioni economiche di poter
affrontare la trasferta. L’attuale
condizione societaria è una diretta
conseguenza delle promesse
reiterate e non mantenute da parte
della dirigenza della S.S. Lazio».
17
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
fIN CASA DELLA CAPOLISTA DI B
Carpi, rabbia e orgoglio
«Con noi la A più bella»
1Castori: «La nostra promozione migliorerebbe il calcio italiano»
I tifosi chiedono rispetto e sbeffeggiano Lotito con cori e striscioni
A sinistra lo striscione esposto
ieri dai tifosi del Carpi:
«Meritiamo rispetto». A Latina
(sopra) c’è chi ha indossato la
maschera di Lotitito PEGASO SKY
Roberto Pelucchi
INVIATO A CARPI (MODENA)
L
to»). Le restanti otto hanno preso una posizione: tre (Chievo,
Palermo e Udinese) contro l’infame registrazione (per Pozzo
«uno scandalo»), due (Sassuolo, Fiorentina) appena appena
contro Lotito (per il d.s. Pradè
frasi «imbarazzanti»), le ultime
tre hanno evitato di giudicare
l’uomo Lotito, analizzandone
solo il contenuto (furbe, eh).
Per il presidente dell’Empoli
Corsi «purtroppo l’aspetto tecnico non conta più». Per il d.g.
dell’Inter Fassone bisogna «mettere mano ai criteri di ammissione dei club alla Serie A e anche a
quelli per i requisiti dei proprietari delle società», lavorando su
«impiantistica sportiva, bacino
d’utenza e criteri economici».
Quindi, in sostanza, vita dura
per realtà come Carpi e Frosinone. Per Galliani, infine, vale il
Fassone pensiero, con l’aggiunta che «per iscriversi al campionato italiano ci vorrebbe una licenza come quella Uefa».
LO SCENARIO Un bel dibattito,
non c’è che dire. Peccato che
nessuno si sia espresso sull’opportunità che uno come Lotito
continui a occupare la poltrona
che possiede (è proprio il caso di
dire) in Consiglio federale. In
questo quadro, poveri illuso chi
si aspettava un appello a Stefano
Palazzi. Ma piaccia o no, da domani la questione Lotito sarà sul
tavolo del Procuratore federale
e nei pensieri del super procuratore del Coni Cataldi, che dall’alto vigilerà. La conversazione era
privata, vero; ma quel passaggio
sul presidente dell’Aia Nicchi
(«testa di ca...») puzza lontano
un miglio di «dichiarazione lesiva dell’onorabilità...» delle istituzioni, che gli costerebbe un sicuro deferimento. E se Nicchi inviasse a Palazzi pure il fascicolo
con gli insulti a Farina, per Lotito, che ha già accumulato 8 mesi
e 15 giorni di inibizione, potrebbero essere guai seri.
a. cat.
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HANNO DETTO
UNA TELEFONATA
REGISTRATA
COSÌ PER ME
NON ESISTE
LUCA CAMPEDELLI
PRESIDENTE CHIEVO
a risposta di Carpi a
Claudio Lotito è riassunta da un piccolo
striscione spuntato in gradinata poco dopo l’inizio
della partita con lo Spezia:
due lettere, LO, e un dito
medio: «Lodito», in pratica.
Lo sberleffo per seppellire
chi dice che in Italia ci sono
squadre che non contano
un c... e, quindi, sono inutili in Serie A. Carpi ha reagito con eleganza, senza allungare il brodo delle polemiche. I tifosi si sono concessi cinque minuti cinque
di sfogo. Comprensibile.
«Lotito pezzo di m...», hanno urlato. «Lotito il tuo calcio ci fa Skyfo» e «Meritiamo rispetto» c’era scritto su
due striscioni. Uno soltanto
insultante, in giro si è visto
di peggio.
«JE SUIS CARPI» La realtà è
che i carpigiani si sono sentiti più delusi che offesi. Ieri
Lotito era sulla bocca di tut-
ti. Nei bar, tra i banconi del
mercato. «Mi ascolti: io sono
vecchia, il calcio non lo guardo, ma ho due nipoti piccoli
che pensano soltanto al pallone. Quando vince il Carpi,
vanno a letto contenti. Ecco, io
a questo signore di Roma voglio dire: viene lei, ora, a dire
ai miei ragazzi che è tutto finto, che non hanno diritto al
sorriso?». Nonna Ida, trascinando la borsa della spesa,
riassume il pensiero di tutti
quelli che credono ancora nel
lato romantico del calcio. Il
profilo Facebook del Carpi è
stato sommerso di messaggi
arrivati da tutta Italia, da Bolzano a Palermo, persino dal
Marocco. L’interista Mattia
Crispino ha scritto: «Sono proprio le favole come la vostra a
permettere ai bambini di sognare. Esempio di come passione e impegno possano far
compiere imprese a prima vista titaniche, ma in fin dei
conti realizzabili». E Davide
Lugli: «È proprio vero che dal
male nasce il bene. Lotito ha
ottenuto l’effetto opposto, le
nostre forze saranno moltiplicate».
RIl patron Bonacini:
«La gente ha
capito tutto...»
Paolo Belli: «Chi è
più bravo vince»
ORGOGLIO Lorenzo Pasciuti è
arrivato a Carpi nel 2009, aveva appena 20 anni e con questa
piccola squadra di provincia è
passato dai dilettanti al primo
posto in B. Tre promozioni e la
quarta, la più prestigiosa, sullo
sfondo. Ieri il centrocampista è
stato tra i migliori, e non è un
caso: «No, proprio non lo è. Le
parole di Lotito mi hanno dato
fastidio. Noi ci mettiamo cuore, voglia, corsa. Ci stiamo meritando il primato e se continueremo a meritarcelo sarà
giusto salire in Serie A. Se chi
spende cento volte più di noi
non ci riesce, è giusto che resti
in B». Un discorso logico. Conferma il cantante carpigiano
Paolo Belli: «Nello sport chi è
più bravo vince, il mediocre sta
a metà a classifica, gli altri retrocedono. Ma lo sport è anche
LA PARTITA
CI VOGLIONO
CRITERI
DI AMMISSIONE
ALLA SERIE A
MARCO FASSONE
D.G. DELL’INTER
Bjelica dello Spezia
«Dopo queste parole
campionato falsato»
CARPI (MODENA)
IL MIGLIORE
U
PER ISCRIVERSI
SERVIREBBE
UNA LICENZA
DEL TIPO UEFA
ADRIANO GALLIANI
A.D. DEL MILAN
no zero a zero bello,
combattuto, ben giocato. E un pareggio
giusto, anche se il Carpi nel
finale ha buttato via la vittoria con Inglese, che si è fatto
deviare in angolo da Chichizola un rigore generoso (per
Fabbri fallo di Valentini su Di
Gaudio). Lo 0-0 del primo
tempo non ha reso giustizia
allo Spezia, propositivo e pericoloso. I liguri hanno affondato soprattutto a destra,
con Datkovic, Milos e Brezovec. Nenè, in avanti, ha offerto qualità e sostanza: una
volta non ha inquadrato la
porta in diagonale, ma in altre due ha messo a dura pro-
7,5
● CHICHIZOLA
PORTIERE DELLO SPEZIA
E’ la dannazione di Inglese:
prima gli stoppa un tiro su
azione, poi a pochi minuti
dalla fine gli devia in angolo il
calcio di rigore della
possibile vittoria.
Semplicemente strepitoso.
va i riflessi di Gabriel, strepitoso poi nel respingere la schiacciata di testa di De las Cuevas. Il
Carpi ha lasciato un po’ troppo
il controllo del match agli avversari e in attacco ha sofferto
l’assenza di Mbakogu. L’occasione più ghiotta per gli emiliani è stata una girata centrale di
Pasciuti. Di ben altra sostanza
la ripresa del Carpi, che ha creato occasioni a ripetizione (ottimo Chichizola su Inglese, mentre Pasciuti ha colpito il palo).
L’IRA DI BJELICA Ancora prima
che finisse il primo tempo,
Bjelica, allenatore dello Spezia,
è stato allontanato dalla panchina, seconda espulsione in
tre partite. «Non ho detto nulla,
non sono un oggetto inanimato. Dopo le parole di Lotito penso che per tutte le altre 19 squadre di cui non ha parlato possono esserci dei problemi come li
abbiamo avuti noi oggi. Penso
che già con questo il campionato non è regolare perché ora
sbagliare contro queste squadre
può essere pericoloso»..
ro.pe.
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emozione. Due anni fa abbiamo avuto un disastro, il terremoto ci ha creato problemi
non soltanto economici e
strutturali, ma anche dentro di
noi. Ora la squadra ci sta regalando un sogno, perché farlo
crollare così?».
SPOT PER IL CALCIO Stefano
Bonacini, il patron del Carpi,
con grande stile non aggiunge
pepe: «La gente ha già capito
tutto...». E il direttore sportivo
Cristiano Giuntoli aggiunge:
«Se siamo in testa vuol dire che
il calcio è ancora pulito, siamo
convinti che vincerà sempre il
migliore. La solidarietà di
Mancini, di Sarri, di tanti italiani, ci ha fatto molto piacere». Fabrizio Castori, uomo e
allenatore del popolo, si è fatto
violenza per non reagire all’affronto di Lotito. Se gli avessero
tolto i sogni, la sua carriera
non sarebbe neppure cominciata: «Il nostro è un calcio
coinvolgente, la nostra promozione migliorerebbe l’immagine del calcio italiano». Una riforma già adesso migliore di
quella che ha in testa Lotito.
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CARPI
0
SPEZIA
0
CARPI (4-4-1-1) Gabriel 6,5;
Struna 6, Romagnoli 6,5, Gagliolo
6,5, Letizia 6,5; Molina 6,5, Porcari
6, Bianco 6 (dal 32’ s.t. Di Gaudio
6), Pasciuti 7 (dal 32’ s.t. Lasagna
5,5); Lollo 6; Inglese 5.
PANCHINA Brunelli, Modolo,
Pasini, Poli, Sabbione, Pugliese,
Gatto.
ALLENATORE Castori 6,5.
SPEZIA (3-5-2) Chichizola 7,5;
Datkovic 6,5, Valentini 6, Piccolo
6,5; Milos 6,5, Brezovec 6,
Canadjija 6, De las Cuevas 6,5 (dal
28’ s.t. Acampora 5,5), Migliore
6,5; Catellani 6, Nenè 6.
PANCHINA Nocchi, Katanec,
Luca, Madonna, Gagliardini,
Giannetti, Situm, Cisotti.
ALLENATORE Bjelica 6,5.
ARBITRO Fabbri di Ravenna 5.
GUARDALINEE Lo Cicero 6Santoro 6.
ESPULSI il tecnico Bjelica (S) al
38’ p.t. per proteste.
AMMONITI Inglese (C),
Romagnoli (C), Bianco (C) e
Migliore (S) per gioco scorretto;
Piccolo (S) per proteste.
NOTE paganti 1.667, incasso di
15.500 euro; abbonati 1.177, quota
di 10.177 euro. Tiri in porta 7 (con
un palo)-5. Tiri fuori 6-3. In
fuorigioco 2-1. Angoli 6-5.
Recuperi: p.t. 2’, s.t. 3’.
18
Serie B R 26a giornata
L'ANALISI
di NICOLA
BINDA
SCANDALI
POCHI GOL
E LEZIONI
PER TUTTI
L
a quotazione della
promozione del Carpi oggi è in leggero
calo, ma le deliranti parole di Lotito non c'entrano. Sono stati il rigore
parato da Chichizola, il
pareggio con lo Spezia e
le vittorie di Livorno e
Avellino ad aver ridotto
di 2 punti il vantaggio.
Poco male. Il margine
resta rassicurante, e poi
c’è tutta l’Italia calcistica
che ha deciso di tifare
Carpi. L’operazione-simpatia scattata dopo il
Lotito-gate accompagnerà fino in fondo la squadra di Castori. E già questo è un successo.
Un altro scandalo è essere arrivati a metà febbraio in attesa di penalizzazioni che potrebbero incidere in modo pesante
sulla classifica. Il Bologna dovrebbe perdere un
punto, il Brescia 5-6 e
chissà che non ci siano
altre squadre in fallo. Si
tratta di mancanze relative a mesi e mesi fa, è mai
possibile che ancora non
ci sia una sentenza? La
classifica ha bisogno di
essere chiara, perché le
distanze sono troppo
ridotte e non ci sarebbe
da stupirsi se saranno
proprio le penalizzazioni
a fare la differenza.
Anche per questo è giusto indignarsi. Perché il
campionato non lo merita. Ci sono stati solo 14
gol (minimo stagionale
dopo i 19 della quinta
giornata) e ben 11 squadre non hanno segnato
(record), ma i colpi di
scena non sono mancati.
Nel bene e nel male BariVicenza è stata la partita
simbolo della giornata,
con la squadra di Nicola
che a questo punto deve
solo pensare a salvarsi e
con quella di Marino che
sta facendo un’impresa
seconda solo a quella del
Carpi. Anche il Vicenza lo
insegna. La cosa è importante è sapere fare calcio,
non soltanto incassare i
(tanti) soldi dei diritti tv.
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Il Livorno fa 100
Siligardi è d’oro:
la A è più vicina
Bufera a Varese
VARESE
0
LIVORNO
1
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Siligardi all’11’ s.t.
VARESE (4-4-2) Perucchini 6;
Luoni 6 (dal 15’ s.t. Jakimovski 5),
Borghese 6, Rea 5,5, Rossi 5,5;
Fiamozzi 6,5, Corti 5,5, Capezzi 6,
Zecchin 5,5 (dal 30’ s.t. Forte 6);
Lores 6, Neto Pereira 5,5.
PANCHINA Birighitti, Blasi, Simic,
Jebbour, Barberis, Osuji, Capello.
ALLENATORE Bettinelli 5,5.
LIVORNO (3-5-2) Mazzoni 6;
Ceccherini 5,5 (dal 20’ s.t. Gemiti
6), Emerson 6,5, Gonnelli 6; Maicon
6, Luci 6,5, Appelt 6, Jelenic 6 (dal
28’ s.t. Moscati 6), Lambrughi 6,5;
Siligardi 7 (dal 42’ s.t. Galabinov
s.v.), Vantaggiato 6. PANCHINA
Bastianoni, Rivas, Rafati, Belingheri,
Strasser, Empereur. ALLENATORE
Gelain 7.
ARBITRO Ripa di Nocera Inf. 5,5.
GUARDALINEE Colella 6-Borzomì
6.
ESPULSI Gonnelli (L) al 46’ s.t. per
doppia ammonizione (entrambe
per gioco scorretto).
AMMONITI Rossi (V), Zecchin (V)
e Ceccherini (L) per gioco
scorretto; Borghese (V) per c.n.r.;
Corti (V) per proteste;
NOTE paganti 687, incasso di
3.310,50 euro; abbonati 1.883,
quota di 11.800 euro; Tiri in porta
2-2. Tiri fuori 3-5. In fuorigioco 2-2.
Angoli 6-1. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’.
Matteo Pierelli
INVIATO A VARESE
S
erviva pazienza, non fretta. Serviva lucidità e sangue freddo, non frenesia.
E il Livorno ha eseguito il compito alla perfezione: ha giocato
una partita sorniona e per colpire ha atteso il momento giusto,
arrivato a inizio ripresa con il
solito Siligardi (8 gol e 7 assist).
Ora i toscani sono a soli due
punti dalla promozione diretta:
i festeggiamenti per il Centenario non potevano cominciare in
maniera migliore. Dall’altra
parte i giocatori del Varese hanno finito a testa china, quasi
chiedendo scusa a quei tifosi
che durante tutto il secondo
tempo hanno invocato l’acquisto di un attaccante e contestato
duramente la società: è la prima
che il presidente Laurenza viene preso di mira da quando è al
timone (estate 2013).
NIENTE SBAVATURE Il Livorno
dall’avvento di Gelain viaggia
come un frecciarossa: quattro
vittorie in cinque partite e una
serenità tipica delle squadre sicure dei propri mezzi. L’emergenza a centrocampo non si è
fatta sentire. Gelain nel 3-5-2
sembra aver trovato la chiave
giusta. Luci detta i tempi, Lambrughi sulla sinistra sembra un
indemoniato e quando nel finale il tecnico toscano toglie Ceccherini lui si sistema senza problemi in difesa, da perfetto jolly
qual è. Ma l’arma in più del Livorno si chiama Siligardi: settimana scorsa aveva affondato il
Bari, stavolta stende il Varese
con un perfetto colpo di biliardo
di sinistro (Rossi e Corti in ritardo) che non lascia scampo a Perucchini. In questo momento è
quasi immarcabile.
IL VARESE DURA UN’ORA Ma il
Livorno deve anche ringraziare
Mazzoni, che ha fatto una gran
parata evitando l’autorete a
Ceccherini alla fine del primo
tempo, durante il quale il Varese non aveva sfigurato, anzi. La
squadra di Bettinelli aveva anche sfiorato il gol con Neto Pereira (in campo grazie a una
placca di alluminio, in settimana verrà operato) che però non
ha trovato il tempo giusto sullo
splendido lancio di Zecchin. Ma
una volta andato sotto il Varese
ha smesso completamente di
giocare e non è più riemerso. In
più il pubblico ha cominciato a
contestare e la squadra è parsa
smarrita, incapace di qualsiasi
reazione. In effetti il mercato di
gennaio è stato deficitario, Neto
Pereira starà fuori almeno un
mese e risollevarsi dal penultimo posto non sarà facile. La società sembra aver individuato
un attaccante svincolato che
dovrebbe arrivare dall’estero:
basterà?
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IL MIGLIORE
7
● SILIGARDI
ATTACCANTE DEL LIVORNO
Stop al Bologna
Coppola super
Così la Ternana
può recriminare
BOLOGNA
0
TERNANA
0
BOLOGNA (4-3-1-2) Coppola
7,5; Ceccarelli 6, Gastaldello 5,5,
Maietta 5 (dal 28’ s.t.
Oikonomou s.v.), Masina 6;
Casarini 5,5 (dal 24’ s.t.
Sansone 5), Matuzalem 6,
Buchel 5 (dal 12’ s.t. Krsticic
5,5); Laribi 5,5; Cacia 6,
Mancosu 5. PANCHINA Da
Costa, Mbaye, Perez, Bessa,
Zuculini, Improta.
ALLENATORE Lopez 5,5.
TERNANA (3-5-2) Brignoli 6,5;
Valjent 6, Meccariello 6,5,
Popescu 6 (dal 47’ s.t. Janse
s.v.); Fazio 6, Gavazzi 6,5, Eramo
6, Crecco 5,5 (dall’11’ s.t. Russo
5,5), Vitale 6; Avenatti 6,
Ceravolo 6,5 (dal 36’ s.t.
Milinkovic s.v.). PANCHINA
Sala, Palumbo, Viola, Dianda,
Falletti, Dugandzic.
ALLENATORE Tesser 6,5.
ARBITRO Merchiori di Ferrara
4,5.
GUARDALINEE Valeriani 5,5Caliari 6.
AMMONITI Popescu (T),
Eramo (T), Maietta (B),
Matuzalem (B) e Milinkovic (T)
per gioco scorretto.
NOTE paganti 5.675, incasso di
24.377 euro; abbonati 9.571,
quota di 62.549 euro. Tiri in
porta 3-4. Tiri fuori 5-3. In
fuorigioco 1-0. Angoli 5-3.
Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
Andrea Tosi
BOLOGNA
C
oppola e Merchiori firmano questo 0-0 che fa
respirare il Bologna e
sospirare la Ternana. Il portiere rossoblù e l’arbitro sono
il migliore e il peggiore in
campo. Per entrambi non è
una novità. Coppola ripete la
prova di Crotone con tre parate salvavita, viceversa Merchiori si conferma un boomerang per il designatore Farina
che continua a dargli fiducia
a fronte di ripetuti errori. Le
sospensioni e i reintegri non
sono serviti. Il fischietto di
Ferrara infatti nega un rigore
a Ceravolo atterrato da Maietta in avvio di ripresa nella
stessa area in cui 5 mesi fa
sorvolò su un altro penalty,
quando l’ex rossoblù Paez
scalciò Mazzarani in Bologna-Entella. Allora Merchiori
era a 40 metri dall’azione,
stavolta invece è vicinissimo.
Nel computo, va aggiunta la
mancata espulsione del reci-
divo Maietta nel finale del primo
tempo: il difensore, già ammonito, interrompe con un fallo un
attacco umbro, scampando alla
seconda sanzione. È bene sottolineare che finora il Bologna in
questo campionato ha avuto un
solo rigore all’attivo, ma questo
secondo regalo di Merchiori è
buono per tenere ancora a distanza Livorno e Avellino.
BOLOGNA SOTTOSOPRA I tifosi
chiedono bel gioco e i nuovi acquisti in campo. Lopez li accontenta a metà schierando per la
prima volta Gastaldello e Mancosu titolari ma il risultato è modesto. L’ex doriano deve ambientarsi, l’attaccante deve riciclarsi
come seconda punta. Morale: il
Bologna tira in porta una sola
volta con Cacia, un bolide sotto il
sette che Brignoli respinge con
bravura. Nella ripresa Lopez
adotta il tridente con l’ingresso
di Sansone ma non escono i gol:
questo è il settimo risultato utile
di fila del Bologna, col secondo
pareggio casalingo senza reti. I
cambi fanno flop e il gioco non si
vede, così la tribuna fischia
scontenta.
TERNANA IN PALLA La squadra
ospite conferma le sue qualità in
trasferta. In avvio Avenatti si divora un tap-in sottoporta calciando a lato dopo una respinta
di Coppola su Gavazzi. Poi l’ex di
turno Vitale chiama il portiere di
casa a una parata non facile su
punizione. Nella ripresa Ceravolo reclama il rigore che ci sta
(«Siamo ancora a quota zero, ci
sarebbe piaciuto tirarne finalmente uno», si lamenterà con
garbo Tesser in sala stampa) e
infine il solito Avenatti di testa
costringe ancora Coppola agli
straordinari.
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IL MIGLIORE
7,5
● COPPOLA
PORTIERE DEL BOLOGNA
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
CARPI
BOLOGNA
LIVORNO
AVELLINO
VICENZA
FROSINONE
LANCIANO
SPEZIA
TERNANA
PESCARA
PERUGIA
PRO VERCELLI
TRAPANI
MODENA
CITTADELLA
BARI
BRESCIA
ENTELLA
CATANIA
LATINA
VARESE (-3)
CROTONE
51
45
43
42
40
38
37
36
35
33
33
33
32
30
30
30
29
29
27
27
27
24
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
25
26
26
26
26
24
26
26
25
14
12
12
11
11
10
8
9
9
8
7
9
8
6
6
8
7
6
7
5
7
6
9
9
7
9
7
8
13
9
8
9
12
6
8
12
12
6
8
11
6
12
9
6
3
5
7
6
8
8
5
8
9
9
7
11
10
7
8
12
11
9
11
9
10
13
43
35
44
27
27
35
39
28
24
41
27
27
39
22
33
28
31
23
37
21
31
26
21
23
30
23
24
31
31
24
29
35
30
33
50
21
37
36
37
34
39
26
38
36
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
RISULTATI
AVELLINO-FROSINONE
3-0
BARI-VICENZA
0-1
BOLOGNA-TERNANA
0-0
CARPI-SPEZIA
0-0
CATANIA-CROTONE domani, ore 20.30
ENTELLA-TRAPANI
1-1
LANCIANO-BRESCIA
2-0
LATINA-PESCARA
2-0
PERUGIA-MODENA
2-0
PRO VERCELLI-CITTADELLA
0-1
VARESE-LIVORNO
0-1
PROSSIMO TURNO
SABATO 21 FEBBRAIO (ore 15)
BRESCIA-PERUGIA
(0-1)
CARPI-ENTELLA
(0-2)
CITTADELLA-BOLOGNA
(0-1)
FROSINONE-PRO VERCELLI
(1-1)
SPEZIA-MODENA
(0-2)
TERNANA-LATINA
(1-1)
TRAPANI-VARESE
(2-5)
VICENZA-CROTONE
(0-0)
BARI-LANCIANO
(ore 18) (1-1)
DOMENICA 22 FEBBRAIO
LIVORNO-AVELLINO (ore 12.30) (1-2)
PESCARA-CATANIA
(ore 15) (1-2)
MARCATORI
14 RETI Castaldo (4, Avellino); Calaio’
(5) e Maniero (Catania; 12 con 7 rigori
nel Pescara); Granoche (4, Modena).
13 RETI Mbakogu (4, Carpi);
Marchi (4, Pro Vercelli).
12 RETI Vantaggiato (1, Livorno).
11 RETI Cocco (1, Vicenza).
10 RETI Mancosu (Bologna; 10 con 6
rigori nel Trapani); And. Caracciolo
(6, Brescia); Catellani (4, Spezia).
Il Modena in crisi
Novellino rischia:
promosso Barone?
● MODENA (p.r.). Sono ore
decisive per il futuro del
Modena. Dopo l’ennesima
prova incolore della squadra
(sconfitta venerdì a Perugia)
e con un bilancio di una
vittoria nelle ultime 10 gare,
la panchina di Novellino è a
rischio. Caliendo è frenato
dal fatto che l’allenatore ha
un contratto fino al giugno
2016 e si è preso due giorni
per pensare. Se si cambia, è
possibile la soluzione interna
con la Simone Barone,
allenatore della Primavera.
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Il Trotta show
esalta l’Avellino
Troppi errori
per il Frosinone
1La rivoluzione di
Rastelli è vincente.
L’attaccante e
Mokulu fanno la
differenza
AVELLINO
3
FROSINONE
0
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Trotta su rigore al 5’
p.t.; D’Angelo al 6’, Castaldo al 39’
s.t.
AVELLINO (4-3-1-2) Gomis 6;
Pisacane 6, Ely 6, Fabbro 6,5,
Bittante 7; D’Angelo 7 (dal 40’ s.t.
Almici s.v.), Arini 6 (dal 25’ s.t. Zito
6), Kone 6,5; Sbaffo 6; Mokulu 7
(dal 31’ s.t. Castaldo 7), Trotta 7,5.
PANCHINA Frattali, Bavena,
Comentale, Regoli, Angeli,
Soumarè. ALLENATORE Rastelli 7.
FROSINONE (4-4-2) Pigliacelli 6;
Zanon 5,5 (dal 16’ s.t. Lupoli 6),
Russo 4,5, Blanchard 6, Pamic 4,5
(dal 16’ s.t. M. Ciofani 5); Paganini
6, Gori 6, Sammarco 6, Soddimo 7
(dal 24’ s.t. Santana 5); Carlini 6,5,
D. Ciofani 6. PANCHINA Zappino,
Frara, Santana, Ranelli, Preti, Cosic,
Fraiz. ALLENATORE Stellone 5,5.
ARBITRO Nasca di Bari 6,5.
GUARDALINEE Soricaro 6,5Cangiano 6,5.
AMMONITI Carlini (F), Pisacane
(A) e M. Ciofani (F) per c.n.r.;
Fabbro (A), Zanon (F), Russo (F),
Blanchard (F), Sbaffo (A) e Lupoli
(F) per gioco scorretto.
NOTE spettatori 9.000 circa;
abbonati 2.796, incasso e quota
non comunicata. Tiri in porta 5-2.
Tiri fuori 8-6. In fuorigioco 2-3.
Angoli 6-2. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
Gaetano Imparato
INVIATO AD AVELLINO
È
la rivoluzione di San Valentino: Rastelli la vara
contro il suo ex compagno di squadra a Napoli, Stellone, e vince la terza gara di
fila. Cambia modulo (4-31-2, prima usato solo a sprazzi), accantona la difesa a tre,
fa debuttare un duo nuovo in
attacco, regalatogli dal presidente Taccone a gennaio:
Mokulu (ex Bastia) e Trotta,
con Sbaffo dietro. Coppia micidiale che fa la differenza,
ipotecando la vittoria: il primo guadagna il rigore (netto) beffando Russo in ritardo,
il secondo (ex Barnsley, terza
serie inglese, al debutto da titolare) spiazza Pigliacelli.
ALTRO ERRORE Il Frosinone
reagisce, gioca, ribatte colpo
su colpo e punta molto su
Soddimo, sugli attacchi dal
suo lato, ma ad inizio ripresa
si regala un altro erroraccio
difensivo: Pamic va molle su
un pallone innescato da Trotta, D’Angelo riceve e scarica
in rete per il 2-0. Gara chiusa,
serve a nulla la virata di Stellone sul 3-4-1-2 (Carlini da
trequartista e finale col 34-3) inserendo Santana (non
becca mai palla) e Lupoli
(una deviazione al volo e basta). Daniel Ciofani, inoltre,
si sbatte per tutta la gara ma
raccoglie poco. La splendida
rete di Castaldo (in panca per
un lieve attacco febbrile in
nottata), che pennella un pal-
lonetto da 25 metri vedendo
fuori dai pali Pigliacelli, è una
gemma che forse penalizza
troppo i ciociari ma rende
merito a un Avellino che rasenta la perfezione.
LA CHIAVE «Ma quale San
Valentino, io tifo Avellino» è
lo striscione d’un arguto tifoso: le prossime trasferte irpine a Livorno e Carpi serviranno per ipotecare i playoff. Il
Frosinone invece commette
errori difensivi che paga molto cari, per poi calare un po’
nel finale. La differenza è tutta lì. Le sue sei azioni da gol
(con Carlini, Russo, Daniel
Ciofani e Soddimo) le assembla, nitide, per un’ora abbondantissima. L’organizzazione
di gioco ciociara è visibile ad
occhio nudo: brilla per ordine, possesso, caparbietà. Ma
alla fine il Frosinone è sorpassato in classifica dal Vicenza dei miracoli...
EQUILIBRI Applausi a Rastelli: out anche Comi, in avanti
si ritrova con un reparto che
trita tutto. Trotta difende e
attacca, sfiora il gol più volte
con un bagaglio tecnico ottimo e fisico da corazziere. Il
Frosinone invece è penalizzato dalle assenze di Gucher e
Crivelli in difesa. Il laterale irpino Bittante, invece, è in forma strepitosa. Ma Avellino
inizia a sognare soprattutto
con i suoi attaccanti.
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IL MIGLIORE
7,5
● TROTTA
ATTACCANTE DELL’AVELLINO
Vicenza di lusso
grazie a Petagna
E adesso sul Bari
piovono i fischi
1Quarta vittoria
Giuseppe Calvi
di fila: nel 2015
nessuno va forte
come la squadra
di Marino
19
BARI, IL NULLA Schierata con
un 5-3-2 sin troppo bloccato, la
squadra pugliese si rifugia
esclusivamente nei lanci lunghi
e prevedibili di Salviato e Rinaudo, saltando così il centrocampo. Pochi traversoni dal
fondo, neppure un tiro nello
specchio della porta: Caputo è
anticipato da Brighenti nell’unico blitz in area. Nel primo
tempo le occasioni migliori si
spengono sui piedi di Petagna,
terminale della manovra del
Vicenza, che non sfrutta invitanti servizi di Cinelli e Laverone.
INVIATO A BARI
F
BARI
0
VICENZA
1
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Petagna al 28’ s.t.
BARI (5-3-2) Guarna 5,5; Sabelli
5,5, Salviato 5, Rinaudo 5, Filippini
5,5, Defendi 5,5 (dal 1’ s.t.
Calderoni 5); Minala 5 (dal 33’ s.t.
Boateng s.v.), Romizi 6, Bellomo
5,5; Ebagua 5,5, Caputo 5,5 (dal 1’
s.t. De Luca 5,5). PANCHINA
Donnarumma, Micai, Rada,
Benedetti, Contini, Minicucci.
ALLENATORE Nicola 5.
VICENZA (4-3-3) Vigorito 6;
Sampirisi 6, Brighenti 6,5,
Manfredini 6,5, D’Elia 6,5; Moretti
6 (dal 40’ s.t. Sbrissa s.v.), Di
Gennaro 7, Cinelli 6,5; Laverone 6,
Petagna 6,5 (dal 30’ s.t. Cocco s.v.),
Vita 5,5 (dal 15’ s.t. Spinazzola 6,5).
PANCHINA Serraiocco, Gentili,
Camisa, Garcia Tena, Alhassan,
Mancini. ALLENATORE Marino 6,5.
ARBITRO Baracani di Firenze 6.
GUARDALINEE Liberti 6–Villa 6.
AMMONITI Defendi (B), Vita (V),
Brighenti (V), Petagna (V) e
Salviato (B) per gioco scorretto;
Rinaudo (B), Cinelli (V) e Sabelli (B)
per comportamento non
regolamentare.
NOTE paganti 5.318, incasso di
26.393,50 euro; abbonati 11.019,
quota di 81.099 euro. Tiri in porta
0-3. Tiri fuori 5-2. In fuorigioco 0-1.
Angoli 0-3. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
ate largo all’altra «capolista». Il Vicenza passa anche a Bari, con
una zuccata di Petagna, infila la quarta vittoria consecutiva (sono 5 i risultati utili,
con il pareggio a Latina) e si
conferma, con 13 punti conquistati nel 2015, come la
squadra più in forma del
campionato, davanti a Livorno (12), Bologna e Cittadella (11). Mentre la squadra di Nicola – con il nuovo
tecnico 14 punti in 12 incontri – sprofonda ai margini
della zona playout ed è fischiata dai suoi tifosi, la creatura di Pasquale Marino
continua la corsa autoritaria
verso l’alta classifica, sorpassando il Frosinone e balzando al quinto posto.
RISCATTO PETAGNA Il ragazzone di scuola Milan, 19 anni, si
riscatta, cogliendo l’attimo fuggente al 28’ della ripresa: sul
cross al bacio di D’Elia, Petagna
svetta su tutti (Rinaudo non c’è
e Calderoni fa la statuina) e con
un colpo di testa lascia di stucco il portiere Guarna, preferito
a Donnarumma e all’esordio in
questo campionato. Passato in
vantaggio, il Vicenza esalta ancor più l’organizzazione targata Marino. Brilla soprattutto Di
Gennaro, che si… veste da Pirlo
(stesso numero di maglia, 21):
piazzato davanti a una solidissima difesa, recita da straordinario play. Il Vicenza, pericoloso nel finale con Spinazzola,
crea una ragnatela, nascondendo il pallone agli avversari, che
pungono solo con un rasoterra
di Boateng e con una punizione
di Bellomo.
IN FORMISSIMA Da quando
il tecnico siciliano è subentrato a Lopez, dopo 11 giornate, il Vicenza guarda tutti
dall’alto in basso: con 30
punti in 15 partite, media di
2 a gara, sarebbe in testa alla
graduatoria parziale assieme al Carpi. Inseguendo la
Serie A, bisognerà fare i conti anche con Cinelli e compagni, quasi imperforabili (3
reti subite nelle ultime 8
partite) e spietati pur nel
giorno della rinuncia al goleador Cocco, con la febbre e
mandato in panchina, sostituito felicemente da Andrea
Petagna.
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IL MIGLIORE
7
● DI GENNARO
CENTROCAMPISTA DEL VICENZA
Gol diviso a metà
per il Lanciano
Brescia a terra:
arriva Aglietti?
Viviani bum bum
Il Latina si rialza
Memushaj sbaglia
e il Pescara cade
Il solito Stanco
per viaggi felici
Il Cittadella è ok
Pro, brutto stop
Il Trapani scatta
Bomba di Cutolo
ed Entella salva
E’ un giusto pari
Fiorenzo Carlini
Vincenzo Abbruzzino
Raffaella Lanza
Italo Vallebella
LANCIANO (CHIETI)
LATINA
VERCELLI
CHIAVARI (GENOVA)
D
uestione di rigore tra Latina e Pescara.
Memushaj, dopo 39’, il suo lo sbaglia
calciando a lato, mentre nel finale Viviani infila di precisione, rendendo
vana l’intuizione di Fiorillo. Il Pescara deve
molto al proprio portiere, che ha reso la
sconfitta onorevole. Il successo sta nella determinazione, intensità e copertura del campo del Latina. Nel finale le reti, due sigilli di
Viviani, un ex, che dopo il rigore concede il
bis con un tiro da 20 metri. Da segnalare incidenti tra le due tifoserie nel prepartita.
Q
l Cittadella, al quinto risultato utile consecutivo, ringrazia ancora una volta Francesco Stanco, che batte la Pro Vercelli e si
lascia alle spalle la zona playout. Stanco, arrivato a gennaio, ha già segnato 3 reti pesantissime, tutte in trasferta. I padroni di casa invece
incappano nel secondo k.o. casalingo. Nella ripresa la gran parte delle emozioni, aperte dal
solito Stanco, che di testa sfiora il palo. Al 14’
proteste della Pro Vercelli: Beretta cade in
area, chiede il rigore, ma l’arbitro lascia correre. Al 22’ il gol decisivo con Stanco: sinistro a
giro al limite dell’area, palo e palla in rete.
I
S
i Cecco prende in mano la squadra e il
Lanciano torna a vincere. Il Brescia fa
un brutto passo indietro, con Caracciolo e Corvia (solo una traversa per lui sul 2-0)
che combinano poco: Giunta e Javorcic rischiano, potrebbe arrivare Aglietti. Nel primo
tempo il Lanciano invoca un rigore per un mani di Scaglia, poi in avvio di ripresa Mammarella batte il solito angolo velenoso, Troest devia, Arcari respinge sui piedi di Ferrario e Monachello che calciano insieme: esulta il primo
ma il gol sembra del secondo. Poi è Thiam,
ben lanciato in contropiede, a fare il 2-0.
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LATINA-PESCARA
LANCIANO-BRESCIA
2-0
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORI Monachello al 9’, Thiam al 19’ s.t.
LANCIANO (4-3-3) Aridità 6; Aquilanti 6,5, Troest 6,5,
Ferrario 6, Mammarella 6,5; Di Cecco 7,5, Bacinovic 6,
Vastola 6,5 (dal 46’ s.t. Paghera s.v.); Thiam 6,5, Monachello 6,5 (dal 20’ s.t. Piccolo 6), Gatto 6,5 (dal 42’ s.t.
Amenta s.v.). (Petrachi, Conti, Nunzella, Pinato, Turchi,
Cerri). All. D’Aversa 7.
BRESCIA (4-3-1-2) Arcari 6; Zambelli 5,5, Ant. Caracciolo 6, Di Cesare 5,5, Scaglia 6; Sestu 5, H’Maidat 5 (dal 23’
s.t. Da Silva 5), Benali 5,5 (dal 35’ s.t. Morosini 6); Bentivoglio 6 (dal 14’ s.t. Budel 6); Corvia 6, And. Caracciolo
5,5. (Andrenacci, Tonucci, Gargiulo, Quaggiotto, Coly,
Valotti). All. Giunta-Javorcic 5,5.
ARBITRO Pezzuto di Lecce 5,5.
GUARDALINEE Del Giovane 6–Marinelli 6.
AMMONITI H’Maidat (B), Zambelli (B), Bentivoglio (B),
Bacinovic (L) e And. Caracciolo (B) per gioco scorretto;
Thiam (L) per comportamento non regolamentare.
NOTE paganti 462, incasso di 5.556,30 euro; abbonati
2.007, quota di 12.098 euro. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori
3-1. In fuorigioco 0-1. Angoli 4-5. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
2-0
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Viviani al 38’ su rigore e al 45’ s.t.
LATINA (4-3-3) Di Gennaro 6; Angelo 6, Brosco 6,
Dellafiore 5,5, Alhassan 6,5; Crimi 7, Viviani 8, Valiani 7;
Ristovski 6,5 (dal 40’ s.t. Bruscagin s.v.), Litteri 7 (46’ s.t.
Talamo s.v.), Paolucci 6,5 (20’ s.t. Sowe 6). (Farelli, Ammari, Bouhna, Bidaoui, Jaadi, Figliomeni). All. Iuliano 7.
PESCARA (4-4-2) Fiorillo 7,5; Pucino 5, Salamon 6,
Fornasier 5,5, Rossi 5; Politano 6 (dal 31’ s.t. Pasquato
5), Memushaj 5, Bruno s.v. (dal 13’ p.t. Selasi 6), Bjarnason 5,5; Caprari 5,5 (dal 18’ s.t. Sansovini 5,5), Melchiorri 6,5. (Aldegani, Zampano, Zuparic, Brugman,
Pettinari, Gessa). All. Baroni 6.
ARBITRO Roca di Foggia 5.
GUARDALINEE De Meo 5-Prenna 6.
ESPULSI Pucino (P) al 37’ s.t. per doppia ammonizione
(entrambe per comportamento non regolamentare).
AMMONITI Fornasier (P), Valiani (L), Rossi (P), Brosco
(L) e Angelo (L) per gioco scorretto.
NOTE paganti 909, incasso di 14.456 euro; abbonati
2.200, quota di 24.900 euro. Tiri in porta 13 (con una
traversa)-2. Tiri fuori 11-4. In fuorigioco 2-1. Angoli 13-2.
Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
PRO VERCELLI-CITTADELLA
0-1
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Stanco al 22’ s.t.
PRO VERCELLI (4-3-3) Russo 6; Germano 6, Coly 6,
Cosenza 6, M. Scaglia 5,5; Emmanuello 5,5 (dal 10’ s.t.
Fabiano 6), Castiglia 6,5, Scavone 6 (dal 32’ s.t. Musacci
6,5); Di Roberto 5,5, Beretta 5 (dal 24’ s.t. Belloni 5,5),
Luppi 6. (Viotti, D’Alessandro, Bani, Milesi, Liviero, Ardizzone). All. Scazzola 5,5.
CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 6; Cappelletti 6, F. Scaglia
6, Pellizzer 6,5, Barreca 6; Kupisz 6,5, Rigoni 7, Paolucci
6,5 (dal 19’ s.t. Busellato 6), Minesso 6 (dal 46’ s.t. Benedetti s.v.); Sgrigna 5,5 (dal 31’ s.t. Gerardi 6), Stanco 6,5.
(Valentini, De Leidi, Coralli, Donazzan, Schenetti, Bazzoffia). All. Foscarini 6,5.
ARBITRO Abbattista di Molfetta 6.
GUARDALINEE Di Iorio 6-Avellano 6.
ESPULSI il tecnico Scazzola (PV) al 15’ s.t. per c.n.r.; M.
Scaglia (PV) al 49’ s.t. per gioco scorretto.
AMMONITI Minesso (C), Castiglia (PV) e Benedetti (C)
per gioco scorretto; Paolucci (C) per c.n.r.
NOTE paganti 420, incasso di 10.900 euro; abbonati
1.775, quota non comunicata. Tiri in porta 1-2. Tiri fuori
3-2. In fuorigioco 1-3. Angoli 6-3. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
i può dominare per circa un’ora e trovarsi sotto di un gol, ma anche subìre il
pareggio, dopo essersi dovuti difendere
ad oltranza, e, nel finale, rischiare più volte di
vincere. Morale: tra Entella e Trapani nessuno riesce a sfruttare il momento migliore e il
pareggio è il risultato più giusto. L’Entella domina il primo tempo: Cutolo e Costa Ferreira
sono pericolosi dalla distanza, ma Abate al
25’ si infila nella retroguardia ligure e fa secco
Paroni. A inizio ripresa, una bomba di Cutolo
regala il pareggio ai padroni di casa. Il Trapani a questo punto potrebbe anche rischiare
grosso e, invece, si riorganizza. L’Entella invece perde lucidità. Così l’ultima mezz’ora è per
i siciliani. Ma il risultato non cambia.
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ENTELLA-TRAPANI
1-1
PRIMO TEMPO 0-1
MARCATORI Abate (T) al 25’ p.t.; Cutolo (E) al 6’ s.t.
ENTELLA (4-3-3) Paroni 6,5; S. Lanini 6 (dal 29’ s.t.
Mazzarani s.v.), Ligi 6, Cesar 5,5, Iacoponi 6; Costa
Ferreira 6,5 (dal 24’ s.t. Staiti 6), Volpe 6,5, Battocchio
5,5; Cutolo 7, Sforzini 6, Masucci 6. (Coser, Ayoub,
Lewandowski, Gerli, Rozzi, E. Lanini). All. Prina 6,5.
TRAPANI (4-4-2) Gomis 6; Perticone 6, Caldara 7, Terlizzi 7, Lo Bue 6; Basso 6, Scozzarella 5 (dal 42’ s.t. Barillà s.v.), Ciaramitaro 6 (26’ s.t. Feola 5,5), Nadarevic 6,5;
Curiale 6, Abate 6,5 (44’ s.t. Falco s.v.). (Marcone, Pagliarulo, Zampa, Aramu, Rizzato, Malele). All. Boscaglia 6,5.
ARBITRO Manganiello di Pinerolo 5,5.
GUARDALINEE Bottegoni 6,5-Oliveri 6,5.
AMMONITI Ciaramitaro (T), Terlizzi (T), Feola (T) e Ligi
(E) per gioco scorretto; Cutolo (E) per proteste.
NOTE paganti 665, incasso di 16.137,84 euro; abbonati
1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 7-5. Tiri fuori
8-3. In fuorigioco 3-0. Angoli 6-2. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
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DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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OPINIONI
La vignetta
21
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Juve, Roma, Milan, Inter tutto sembra facile ma...
La nostra campagna
DAL LOTITOGATE AL TESTACODA-DAY
L’ANALISI
di SEBASTIANO
VERNAZZA
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C
alendario vuole che, proprio
nei giorni in cui infuria il
«Lotito Gate», le provinciali si
misurino con le grandi. In Serie A
va in scena il fine settimana dei
testa coda. La Juve capolista contro
il Cesena penultimo, la Roma
seconda contro il Parma semifallito e in fondo al gruppo. Ai piani
inferiori il Milan - che nonostante
la crisi resta il Milan - ospita
l’Empoli, specie di Carpi «ante
litteram», per dirla con un
«lotitismo». E l’Inter - che come il
Milan vive una fase di «nobile
decadenza» - si farà prendere la
pressione dall’Atalanta, club
simbolo del calcio di provincia.
Negli anni Ottanta, l’età dell’oro del
nostro campionato, stagioni in cui
giocavano in Italia fuoriclasse come
Maradona, Platini, Zico,
Rummenigge e Van Basten, la Serie
A aveva in cartellone formazioni
come Ascoli, Avellino, Catanzaro,
Cremonese, Pisa, che oggi sono
disperse nelle serie minori. Per
giunta, fino al 1988, il torneo
prevedeva 16 squadre, diventate
poi 18. Quando il 14 aprile del
1985 Diego Maradona si presentò
allo «Zini» di Cremona,
meraviglioso e minuto stadio ai
confini con la campagna, nessuno
gridò alla lesa maestà, e tutti
applaudirono la Cremonese di
Emiliano Mondonico che bloccò il
«Pibe» sull’1-1.
La Juve si esibisce in Romagna,
roccaforte di tifo juventino: Allegri
è senza lo squalificato Tevez, ma le
due squadre sono separate da un
abisso di consistenza tecnica, e nel
Cesena di oggi non c’è uno
Schachner, austriaco e icona
cesenate dei primi anni Ottanta.
Bisogna poi compiere un grande
atto di fede per immaginare un
Parma «resistente» all’Olimpico
contro la Roma. Le due partite
della corsa scudetto paiono scritte.
L’Inter è la squadra a cui Denis
dell’Atalanta ha rifilato il maggior
numero di gol (7) e Handanovic è
la sua vittima preferita (6), e così è
un po’ misterioso che oggi
l’argentino parta dalla panchina.
Bergamo sarà un altro discreto
«crash test» per Mancini, ma MilanEmpoli è più intrigante perché
mette a confronto due allenatori
dagli opposti percorsi. Pippo
Inzaghi al Milan è stato catapultato
dalla Primavera alla prima squadra.
Maurizio Sarri si è sciroppato
un’infinita gavetta e in Serie A ci è
arrivato nel 2014 alla discreta età di
54 anni. Nell’Empoli si nota
parecchio la mano di Sarri, la sua
squadra poggia sull’organizzazione.
Non altrettanto si può dire di
Inzaghi. Una vittoria dell’Empoli a
casa Milan non sarebbe neppure
inedita: è già successo nel 20022003 (0-1, gol di Di Natale) e nel
2007-2008 (altro 0-1, Saudati),
senza contare un 1-1 che nel 198586 costò ai rossoneri l’eliminazione
dalla Coppa Italia. Sì, oggi San Siro
rischia di essere «provincializzato».
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La bufera Lotito
NOI #STIAMOCOLCARPI PERCHÉ...
IL CASO
di ALESSANDRA
A BOCCI
twitter: @picobocci
E
allora #stiamocolCarpi. Il
Carpi che, frastornato dal
buferone Lotito e dai bla bla
dei neo-ammiratori, confuso da
improbabili paragoni con
diversissime realtà inglesi, ha
trovato il modo di sbagliare un
calcio di rigore nel finale di partita
con lo Spezia e ridurre il vantaggio
sulle inseguitrici. È che forse si è
sentito in imbarazzo, il Carpi: tutte
quelle prese di posizione, e le
discussioni tv, e la morale sportiva,
e la simpatia diffusa. Tutti con il
Carpi, il Frosinone eccetera. Però
Carpi è più orecchiabile, riassume
tante cose e soprattutto è primo in
classifica. Da qui la popolarità
piovuta addosso a una città nota
finora soprattutto per la maglieria.
Bella maglieria, fra parentesi. Ma
grazie al consigliere federale Lotito,
adesso magari all’estero il Carpi
sarà conosciuto anche per il calcio.
Un calcio dei piccoli che infastidisce
i grandi. Che poi tanto piccolo il
Carpi non è: non è il Sassuolo che
ha alle spalle il ricco presidente
della Confindustria, però i giocatori
possono contare su una gestione
sana e i tifosi su una società che
vende possibilità da costruire, non
sogni. Ecco, i sogni. I sogni sono la
chiave di tutto. Nel villaggio
mediatico il Carpi è diventato un
rifugio per sognatori ed è un
paradosso, visto che non ha
bisogno di un Lotito che gli
rammenti la sua dimensione.
Bisogna stare con il Carpi perché ha
un sindaco garbato che non
insorge. Perché non ha, o al
momento non si conoscono, tutor
politici che difendono il club a suon
di fastidiose interpellanze
parlamentari. Bisogna stare con il
Carpi perché ha vinto le sue partite
e se crollerà nella seconda parte
della stagione dovrà essere un
crollo sportivo, non la guerra dei
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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Piergaetano Marchetti,
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DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA
Alessandro Bompieri
mondi. Bisogna stare con il Carpi
perché l’alternativa è un modello
tipo Nba che però bisognerebbe
eventualmente scegliere,
supportare, finanziare. Altrimenti il
minimo sindacale è pretendere che
ciascuno possa seguire la propria
strada e giocare il proprio gioco. E
scommettere su se stesso vincente,
a prescindere dal bacino d’utenza,
una volta nella vita.
Bisogna stare con il Carpi, infine,
perché in un calcio in confusione,
fra grandi club che non sono più
grandi, presidenti che fanno le star
e star che ci lasciano a piedi, l’unica
certezza rimasta è che i piccoli sono
piccoli e proprio per questo
possono farti lo sgambetto e
divertire. Ma in fondo a milioni di
film su underdog che diventano
campioni e squadre di brocchi che
improvvisamente si sbloccano, resta
la realtà immutabile: il più forte
vince e quasi sempre il più forte è il
più grande. Eppure senza i piccoli
nessuno saprebbe di essere grande.
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N
on è una sorpresa che il
tema del «boicottaggio
degli sportivi» — scusateci
ma non riusciamo a
trovare una sintesi
espressiva più diplomatica —
all’interno delle istituzioni scolastiche,
lanciato in settimana da Franco Arturi,
abbia suscitato una pioggia di reazioni
senza precedenti e quasi tutte dello
stesso segno. Nell’indecisione se far
intervenire il «telefono Azzurro»,
come chiede Arturi, o il WWF per
salvare questa fauna a rischio di
estinzione, per la perdurante e
manifesta ostilità dei collegi docenti
nei confronti di quelle anime candide
che sono i professori di educazione
fisica, vi proponiamo altre
testimonianze. La nostra esperienza
diretta, però, non lascia dubbi: anche
chi arriva a buon livello agonistico i
veri «salti mortali» deve farli a scuola
perché è visto come un perditempo
senza distinzione fra un pallone, una
racchetta o una playstation. L’effetto?
Lo sport italiano, a tutti i livelli, a
livello mondiale non vince più.
In prima fila l’assessore regionale allo
sport Antonio Rossi, olimpionico di
canoa: «Si potrebbe pensare
all’inserimento di un tutor e ad
agevolazioni nel programmare le
interrogazioni. In base alla nuova
legge regionale sullo sport, la nostra
Giunta si sta già impegnando a
promuovere accordi fra le istituzioni
scolastiche e il Coni per conciliare gli
orari delle lezioni con gli impegni dei
talenti regionali»
Franco Lachi, professore di E.F. in
pensione, lamenta invece l’assenza
dell’attività sportiva nella scuola: «I
prof l’hanno abbandonata perché non
ci sono fondi nelle scuole autogestite e
il Coni spende per una velleitaria
campagna nelle elementari: una volta
c’erano i Giochi della Gioventù, ora
neanche le fasi provinciali».
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Angela Portesi, insegnante di E.F. al
Liceo Gioia di Piacenza porta invece
l’esempio di un’eccellenza del
panorama italiano: «Siamo stati i
primi a stipulare una convenzione col
Coni per agevolare atleti che portano
in alto il nome della scuola. I ragazzi
possono usufruire di un monte ore da
dedicare all’allenamento e alle gare».
Altro esempio quello del Liceo
sportivo Marco Pantani di Busto
Arsizio segnalato dalla coordinatrice
Sara Ciapparella: «L’obiettivo dei licei
sportivi è proprio quello di conciliare
sport e studio: il nostro percorso
prevede la pianificazione delle prove
di verifica in funzione degli impegni
scolastici dell’alunno e un recupero
personalizzato delle lezioni perse,
anche grazie al dialogo fra scuola e
club di appartenenza. La qualità
dell’offerta formativa è confermata
dalla presenza fra gli studenti di
numerosi talenti delle più diverse
discipline sportive».
Significativa la testimonianza diretta
del professor Vieffe di Venezia: «Mi
sono scontrato spesso, in sede di
scrutini ed esami, per difendere
studenti-allievi che praticano sport,
specie se a livello agonistico,
giungendo anche ad alzare il mio voto
per equilibrare la media o, peggio, a
rompere rapporti di collaborazione ed
amicizia con colleghi che tartassavano
gli sportivi. Una squallida realtà
presente fra in innumerevoli istituti e
docenti».
Infine un parere controcorrente di
Francesco Favata, insegnante delle
medie e calciatore dilettante:
«Mettere in antitesi scuola e sport
mi sembra diseducativo. Mi è
capitato di avere ragazzi bravi che
mollavano la scuola incentivati dai
genitori a proseguire l’attività
agonistica col risultato di lasciarli
tutti e due. Capitano anche ragazzi
che non hanno interesse nella
scuola perché certi di diventare
calciatori e cestisti. Un errore
gigantesco: la scuola rimane uno
strumento di formazione decisivo
anche per uno sportivo».
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22
Mondo R Inghilterra
LA BIG NEL MIRINO
Andrea Luchetta
T
redici minuti dopo l’ingresso di Balotelli, il Liverpool è
già passato dallo svantaggio al 2-1. Ora: senza sconfinare
nell’epica di SuperMario, non è
un caso se la rimonta coincide
con l’ingresso dell’attaccante.
Che per una volta non strabilia,
non irrita, non seduce né maramaldeggia: semplicemente conforta.
I GOL C’è un po’ di Balotelli in entrambi i gol, per quanto nel primo
si intraveda giusto un’ombra dell’azzurro: palla a Henderson sulla
trequarti, Mario è bravo ad andargli incontro risucchiando il
suo marcatore e liberando lo spazio per l’inserimento di Sturridge,
che raccoglie l’invito del centrocampista con un mancino al volo.
Ottimo segnale: i due possono
convivere. È soprattutto sul sorpasso che pesa il ritorno di Balotelli: scarico di tacco per Henderson, poi l’attaccante viene atterrato al limite dell’area. È lui a incaricarsi della punizione,
scaricando un destro rasoterra a
cui Speroni risponde come può:
Lallana non dorme e segna il più
facile dei gol. Non è questo a confortare, quanto l’atteggiamento
con cui entra. Dice tutto il primo
pallone che tocca: sporco, da centravanti generoso, che lotta al limite dell’area per alleggerire la
difesa. Senza dimenticare un paio
di giocate sensate e banali, che un
tempo avrebbe dissipato fra rabone, veroniche e finezze assortite.
REDS O.K. Rodgers può andarsene da Selhurst Park soddisfatto. I
suoi soffocano il Crystal Palace,
imprigionandolo in una rete di
passaggi. Manca la profondità —
problema risolto con l’ingresso
del secondo attaccante —, e resta
da meditare sulla tenuta difensiva: il vantaggio di Campbell (15’)
nasce da una titubanza di Skrtel,
che sbuccia un rilancio di testa.
Pure Bolt sprinta
contro Van Gaal
«Gioco inadeguato»
1Il tecnico dello
Mario Balotelli, 24 anni, rientra assieme ai compagni dopo il gol di Adam Lallana, 26, che esulta AFP
Normal Mario
Entra, si sacrifica
e i Reds rimontano
1L’ingresso di Balotelli con il Liverpool sotto 1-0: lui
mette lo zampino in entrambi i gol e gioca con la testa
RRodgers può
essere soddisfatto
dei suoi, anche se
preoccupano le
titubanze in difesa
Ma la coppa conferma la crescita
delle ultime settimane.
LE ALTRE Oggi in campo anche
l’Arsenal, che ospita il Middlesbrough, e l’Aston Villa: dopo
l’esonero di Paul Lambert, i Villans hanno annunciato Tim Sherwood, ex Tottenham. A lui il
compito di evitare la prima retrocessione del club dalla creazione
della Premier League (1992).
Prova generale questo pomeriggio in coppa, contro un Leicester
in caduta libera.
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FA CUP OTTAVI DI FINALE. IERI:
Wba-West Ham 4-0; BlackburnStoke 4-1; Derby C.-Reading 1-2; C.
Palace-Liverpool 1-2. OGGI: A. VillaLeicester (ore 13.30); BradfordSunderland (15,30); Arsenal-Middlesbrough (17). DOMANI: Preston
North End-Man. United (20,45).
United nel mirino per
lo spettacolo offerto.
Ma lui tira dritto ed
è saldo al terzo posto
L’
ultimo a sparare sul
pianista è Usain Bolt.
«Non credo che il gioco di Van Gaal funzionerà
per lo United, a meno che
non cambi tutti i giocatori».
Bocciatura tattica e personale: «Non parlo con lui come facevo con Ferguson —
trancia il giamaicano —.
Non sembra il tipo con cui
scambiare due chiacchierare». Possiamo immaginare
la replica del tecnico: collera nascosta sotto un’alzata
di sopracciglio e stilettata. Il
trattamento riservato a Paul
Scholes, autore di un commento al vetriolo dopo la
vittoria affannosa sul Burnley di mercoledì: «Faccio fatica a guardare la squadra
(...) In certi momenti il gioco dello United fa pena».
«Scholes? Non mi interessa.
I tifosi hanno il diritto di critica, e lui è un tifoso. Spero».
CONFUSIONE Conoscendo
l’autostima dell’olandese, è
difficile credere che il passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2 a
rombo (con Rooney sempre
a centrocampo) sia legato alle
invocazioni dell’Old Trafford,
dove «Four Four Two!» è diventato uno dei cori più popolari.
Grande è la confusione sotto il
cielo: 4-1-3-2, 3-5-2, 4-2-2-2,
4-1-4-1, 4-4-2 . L’olandese gioca coi numeri come un bimbo
di fronte alla minestrina, e
nemmeno lui può negare l’impasse. «Sto ancora cercando
l’equilibrio, di solito è un problema che si risolve d’estate».
Eppure, sottolinea orgoglioso,
«i risultati non sono male e segniamo molto». Punto difficile
da attaccare: malgrado il travaglio, lo United è terzo a -5
dal City: se il Chelsea (+12)
appare irraggiungibile, il ritorno in Champions è a portata,
così come la FA Cup resta nel
mirino. L’impressione è che
l’olandese paghi il pessimo carattere, più del caos. La scenetta di martedì — con le slide distribuite ai giornalisti per difendere il gioco dello United —
ha fatto sganasciare il Regno.
«Van Gaal deve imparare che il
sense of humour conta nel nostro calcio» scrive il Guardian.
«Pure i clown ridono di lui»
l’affondo di Van Hooijdonk.
Louis non si cura di loro, ma
guarda e passa; e strada facendo incontra i Glazer per pianificare un mercato da 200 milioni di euro: primo obiettivo
Cavani, come rimpiazzo di Falcao.
luc
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GERMANIA
Crisi? Macché: il Bayern ne fa otto
1Pep demolisce
l’Amburgo: due
per Götze, Müller e
Robben, si sblocca
pure Lewandowski
Gianluca Spessot
I
marziani sono tornati. I 75
mila dell’Allianz Arena si
godono un Bayern finalmente convincente e capace di
disintegrare l’Amburgo con un
emblematico 8-0. Il tecnico degli ospiti ha provato a giocare a
viso aperto, ma alla fine non ha
nemmeno trovato le parole per
commentare la batosta: «Il risultato parla da solo, non bisogna aggiungere altro». Anche
per Robben si stanno esaurendo gli aggettivi. L’olandese è in
una forma smagliante e la doppietta di ieri lo porta in vetta
alla classifica marcatori a quota 14, alla pari di Meier dell’Eintracht (il record personale
di 16 centri è del 2009-2010).
Guardiola ha quindi trovato le
risposte che cercava alla vigilia, quando aveva detto: «Se
giochiamo come nelle ultime
tre partite, la Champions ce la
possiamo scordare». Certo,
l’Amburgo non si è rivelato un
banco di prova attendibile, ma
ieri sono finalmente arrivate le
reti dei trequartisti (doppiette
di Müller e Götze) che erano
mancate negli ultimi tempi. Da
segnalare anche il ritorno al
gol di Lewandowski (non segnava dal 13 dicembre) e il
rientro di Ribery, anche lui sul
tabellino dei marcatori. In regia prova convincente di
Schweinsteiger, chiamato a sostituire Xabi Alonso fermato da
problemi muscolari, a conferma che i due fanno fatica a coesistere. Ma sono dettagli. In
classifica il vantaggio sul Wolfsburg non cambia perché gli
uomini di Hecking sono usciti
vittoriosi con un rocambolesco
5-4 sul campo del Leverkusen.
Decisivo un sempre più convincente Dost autore di una quaterna, compreso il gol last minute che vale i 3 punti. Prima
dell’olandese era stato Pizarro
a mettere a segno 4 gol in una
partita. Era il 30 marzo 2013 e
il Bayern annientò l’Amburgo
con un clamoroso 9-2.
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Il rigore di Müller: l’inizio della goleada dei campioni di Germania ACTION IMAGES
21ª GIORNATA. Venerdì Borussia
Dortmund-Mainz 4-2. Ieri Bayern-Amburgo 8-0; Leverkusen-Wolfsburg 4-5;
Borussia M.-Colonia 1-0; HoffenheimStoccarda 2-1; Werder-Augsburg 3-2;
Eintracht-Schalke 1-0. Oggi HerthaFriburgo (ore 15,30); Hannover-Paderborn (17,30).
CLASSIFICA Bayern 52; Wolfsburg
44; Borussia M. 36; Schalke, Augsburg
34; Leverkusen 32; Hoffenheim, Werder 29; Eintracht 28; Hannover 25;
Colonia 24; Amburgo 23; Mainz, Borussia Dortmund 22; Hertha 21; Paderborn 20; Friburgo, Stoccarda 18.
Mondo R Spagna
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Il Bernabeu fischia
la ripartenza del Real
1Dopo il k.o. nel derby, il Madrid batte il Deportivo. Il pubblico
contesta, il tecnico minimizza: «Grazie ai tifosi per il sostegno»
REAL MADRID
2
LA CORUNA
0
MARCATORI Isco (R) al 22’ p.t.;
Benzema (R) al 28’ s.t.
REAL MADRID (4-3-3) Casillas
6,5; Arbeloa 6, Varane 6, Nacho 6,
Marcelo 6,5; Illarramendi 5 (dal 26’
s.t. Lucas Silva 6), Kroos 6,5, Isco 7
(dal 35’ s.t. Carvajal 6); Bale 6,5,
Benzema 6,5 (dal 41’ s.t. Jesé s.v.),
Cristiano Ronaldo 5,5.
Allenatore: Ancelotti 6
RTra i madridisti
presi di mira,
il tecnico italiano,
il portiere Casillas
e perfino Ronaldo
ARBITRO Estrada Fernandez 6.
NOTE spettatori 76.000 circa.
Ammoniti Nacho, Arbeloa, Borges,
Lopo, Manuel Pablo, Laure.
CORRISPONDENTE DA MADRID
Twitter @filippomricci
D
opo nove anni di assidua
frequentazione dobbiamo
ammettere che facciamo
ancora fatica a capire la schizofrenica attitudine del Bernabeu
nei confronti della propria squadra, il Real Madrid. Non ha molto
I FISCHI Però sono stati in tanti
a prendersela con Casillas e con
Ancelotti (e poi anche con l’erratico Ronaldo): quando lo speaker
in sede di presentazione ha strillato «Carlo» nessuno ha risposto
gridando «Ancelotti» e molti
hanno preferito fischiare. «Con
Casillas è andata come sempre:
la gente fischia, lui para, fa un’ottima patita e tutto si trasforma in
applausi». E sulla gara: «Ci aspettavamo difficoltà, perché è stata
una settimana particolare, delicata. E così è stato. Però dovevamo solo vincere e l’abbiamo fatto. Restiamo primi in Liga e ricominciamo in Champions, dove si
riparte tutti alla pari». Mercoledì
il Madrid fa visita allo Schalke di
Di Matteo.
OTTIMO ISCO Della vittoria oltre ai 3 punti per il Madrid restano il gol e l’ennesima ottima pre-
DEPORTIVO (4-4-1-1) Fabricio 6,5;
Laure 6, Manuel Pablo 6,5, Lopo 6,
Luisinho 6; Cavaleiro 6,5,
Bergantiños 6,5, Borges 6 (dal 39’
s.t. Juan Dominguez s.v.), Cuenca
6,5; Lucas 6,5 (dal 34’ s.t.
Medunjanin 6); Oriol Riera 6 (dal
20’ s.t. Helder Costa 5,5).
Allenatore: Victor Fernandez 6,5.
Filippo Maria Ricci
co, quella che effettivamente ha
capito il momento difficile del
Madrid che doveva rimettersi in
corsa e lo ha fatto battendo 2-0 il
Deportivo nonostante le assenze
di Ramos, Pepe, James Rodriguez, Modric e Khedira.
senso fischiare il proprio portiere
prima ancora che cominci la gara, come risultano difficilmente
comprensibili i fischi ad Ancelotti. Il tracollo nel derby brucia parecchio però la memoria sembra
avere le gambe decisamente
troppo corte.
CARLO POSITIVO Il tecnico al
solito l’ha presa con grandissima
filosofia: «Ci tengo a ringraziare
il pubblico per il suo appoggio –
ha detto in contropiede prima
ancora che gli chiedessero dei fischi –. È stato frustrante perdere
il derby 4-0, per noi come per i
tifosi. È facile applaudire quando
le cose vanno bene, meno quando si è in una situazione più complicata. Il pubblico ci ha aiutato».
Con la consueta classe Carlo ha
preferito far convergere i riflettori sulla parte positiva del pubbli-
Isco, 22 anni,
celebra il gol
del vantaggio
del Real contro
il Deportivo:
per lo spagnolo
è il quinto gol
stagionale
GETTY IMAGES
stazione di Isco, la rete di Benzema servito da Ronaldo, le traverse dello stesso Ronaldo e di Bale,
la sofferenza tra i due gol simboleggiata da alcune parate di Casillas, dall’ansia impaziente del
pubblico e da un palo di Borges in
avvio di ripresa, l’intasamento
della manovra, l’inadeguatezza
di Illarramendi, il debutto di Lucas Silva.
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23
LE ALTRE
Bilbao solo pari:
il Torino spera
Oggi il Barcellona
MADRID
L
a vittoria del Madrid mette pressione al
Barcellona e all’Atletico Madrid, ora a -4
ma impegnate con avversari in grande
difficoltà. I catalani cercano l’11a vittoria consecutiva (record del primo anno di Guardiola)
ospitando il Levante, che all’andata è stato
battuto 5-0 a Valencia, viaggia in zona retrocessione e ha vinto solo una volta nelle ultime
10 giornate. Simeone va a Vigo per sfidare il
Celta di Berizzo, che ha perso 8 delle ultime 11
gare di Liga. Luis Enrique ha dato il benvenuto
ad Ariedo Braida e ha detto che ancora non ha
avuto tempo di parlare con la nuova commissione sportiva creata dal presidente Bartomeu, che ha difeso per l’imputazione ricevuta
nel caso Neymar. Per l’Atletico assenze pesanti: Koke, Arda Turan e Raul Garcia.
ATHLETIC FRENATO Ieri in campo anche l’Athletic Bilbao, a Granada, ultimo impegno prima
della trasferta a Torino per l’Europa League.
Valverde è partito con Iraizoz, De Marcos,
Gurpegui, Laporte, Balenziaga, Rico, San José, Susaeta, Beñat, Muniain e Aduriz, poi sono
entrati i giovani Aketxe e Williams. L’Athletic
non è riuscito a superare l’ultima in classifica,
che tra l’altro ha giocato metà della ripresa in
10 per l’espulsione di Insua: 0-0 con i pali di
Rico, Piti e Muniain e buone notizie per il Torino: i baschi continuano a non ingranare.
f.m.r.
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23ª GIORNATA Venerdì: Almeria-Real Sociedad 2-2. Ieri:
Real Madrid-Deportivo 2-0; Granada-Athletic Bilbao 0-0;
Malaga-Espanyol (nella notte). Oggi: Valencia-Getafe (ore
12); Barcellona-Levante (17); Rayo-Villarreal (19); Celta
Vigo-Atletico Madrid (21). Lunedì: Eibar-Elche (20.45).
CLASSIFICA: Real Madrid 57; Barcellona 53; Atletico
Madrid 50; Siviglia 45; Valencia 44; Villarreal 41; Malaga
35; Eibar 27; Espanyol 26; Celta 25; R. Sociedad, Deportivo, Ath. Bilbao 24; Getafe, Rayo, Almeria 23; Elche 20;
Levante, Granada 19; Cordoba 18.
FRANCIA
Marchio Ibra, ma il Psg perde i pezzi
1Col Caen si fanno
male Matuidi, Lucas,
Cabaye, Aurier
e Marquinhos:
rimontati da 2-0 a 2-2
Alessandro Grandesso
PARIGI
Twitter @agrandesso
S
embrava la partita ideale,
da sfruttare per salire magari al primo posto e arrivare a petto in fuori all’appuntamento Champions di marte-
dì, contro il Chelsea. Ottavo di
finale dal sapore di vendetta,
dopo l’eliminazione subita ai
quarti un anno fa. Invece il Caen per il Psg è diventato un incubo. E il 2-2 alla fine fa meno
male dell’ecatombe che ha decimato la squadra di Blanc che ha
chiuso in nove. Il tutto probabilmente sotto lo sguardo soddisfatto di Mourinho che poteva
seguire la partita comodamente
in divano, visto che i suoi Blues
non avevano nessun appuntamento nel weekend di FA Cup.
STANCHEZZA Il Psg invece da
gennaio gioca ogni tre giorni e
quella di ieri è stata la gara di
troppo. Di sicuro per Cabaye,
fuori dopo 15’ per una fitta agli
adduttori, Marquinhos, rimasto
in spogliatoio dopo 45’ per un
dolore dietro alla coscia, Matuidi, acciaccatosi all’ora di gioco
per un colpo al ginocchio, Aurier, portato fuori in barella al
26’ s.t. per un problema al quadricipite, e Lucas, tradito dagli
adduttori al 36’. In nove il Psg
ha provato a gestire lo stesso il
2-0 maturato dopo 2’ con la
zampata spettacolare di Ibrahimovic e il diagonale di Lavezzi
al 40’. Ma il Caen si è fatto coraggio dimezzando lo svantaggio al 44’ con Sala e chiudendo
la rimonta al 47’ su punizione di
Bazile, all’incrocio. Il Lione
quindi stasera può allungare,
ma il Psg ha altro a cui pensare
visto che in infermeria c’era già
Pastore, per un problema al polpaccio sinistro, e anche Motta,
tenuto a riposo due giorni, per
un colpo al polpaccio destro. E
la formazione contro il Chelsea
diventa un enigma. Polemico
Silva: «Non siamo macchine,
con questo calendario ci perde
anche il calcio francese».
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Ibrahimovic, 33 anni, festeggia mostrando i suoi numerosi tatuaggi EPA
25ª GIORNATA. Venerdì: MarsigliaReims 2-2. Ieri: Psg-Caen 2-2; LensEvian 0-2; Lilla-Nizza 0-0; MonacoMontpellier (rinv. per pioggia); NantesBastia 0-2; Tolosa-Rennes 2-1. Oggi:
Bordeaux-St Etienne (14): Metz-Guingamp (17); Lorient-Lione (21).
CLASSIFICA Lione 50; Marsiglia, Psg
49; St Etienne 41; Monaco 40; Bordeaux 37; Montpellier 36; Nizza 34, Nantes 33; Guingamp, Lilla 32; Rennes 31;
Reims, Bastia 30; Caen, Tolosa 28;
Lorient 27; Evian 26; Lens 22; Metz 21.
24
Lega Pro R 25a giornata
GIRONE A
Alessandria, il tris
per il primo posto
è una candidatura
1Marconi-Rantier-Cavalli: Lumezzane travolto
La squadra di D’Angelo ora si lancia verso la B
ALESSANDRIA
3
LUMEZZANE
1
MARCATORI Marconi(A) al 14’ p.t.;
Rantier (A) al 15’, Cavalli (A) al 20’,
Varas (L) al 44’ s.t.
ALESSANDRIA (3-5-2) Nordi 5,5;
Sosa 6, Terigi 6, Sirri 6,5;
Vitofrancesco 6, Cavalli 7 (dal 25’ s.t.
Spighi 6), Obodo 6,5, Mezavilla 6,5,
Mora 6,5; Rantier 6,5 (dal 23’ s.t.
Germinale 6), Marconi 6,5 (dal 33’ s.t.
Valentini 6). (Cizza, Sabato, Nicolao,
Picone). All. D’Angelo 6,5.
LUMEZZANE (4-3-3) Bason 5; Bagnai
5 (dal 19’ s.t. Pantano 6), Nossa 5,5,
Belotti 5,5, Mogos 6,5; Baldassin 6,
Meduri 6,5, Genevier 6; Potenza 5,5
(dal 23’ s.t. Biondi 6), Sarao 6,5,
Ekuban 5,5 (dal 16’ s.t. Varas 6).
(Guagnetti, Gatto, Franchini, Cruz). All.
Braghin 5,5.
ARBITRO Pillitteri di Palermo 6,5.
NOTE paganti 676, abbonati 764,
incasso non comunicato. Ammoniti
Obodo, Belotti, Mogos e Pantano.
Angoli 9-2.
Testata di Pisani
E’ risveglio Pro
Cade il Südtirol
Nicola Pilotti
ALESSANDRIA
L’
Alessandria si sbarazza
con disinvoltura del Lumezzane, nonostante le
assenze di Taddei (infortunato), Iunco e Morero (squalificati). Con questi tre punti la
squadra di Luca D’Angelo raggiunge il primo posto solitario,
in attesa dello scontro diretto
di oggi tra Pavia e Novara, ma
la condizione è quella di una
squadra che sembra aver rotto
gli indugi e si lancia verso la
promozione in Serie B.
LA PARTITA La gara è stata piacevole soprattutto per il modo
in cui il Lumezzane ha affrontato l’Alessandria: linea della
difesa molto alta con rapidi in-
Monza, tra i guai
spunta l’ex Torri
Pari di Silva Reis
PRO PATRIA
1
MONZA
1
SÜDTIROL
0
ALBINOLEFFE
1
MARCATORE Pisani al 34’ p.t.
PRO PATRIA (4-2-3-1) Melillo 6,5;
Guglielmotti 6, Botturi 6,5, Pisani 7,
Taino 6; Palumbo 7, Arati 6 (40’ s.t.
Giorno s.v.); D’Errico 6, Serafini 6,
Candido 6 (dal 31’ s.t. Lamorte 6);
Baclet 6,5 (dal 42’ s.t. Brunori s.v.).
(Perilli, Panizzi, Terrani, Romeo). All.
Montanari 6,5.
SÜDTIROL (4-3-3) Melgrati 5,5;
Tait 6, Mladen 6, Tagliani 5,5,
Martin 5,5; Fink 6, Bertoni 6,
Branca 5,5 (dal 13’ s.t. Mazzitelli 6);
Marras 5 (dal 1’ s.t. Shekiladze 5,5),
Novothny 5,5, Fischnaller 5,5 (25’
s.t. Campo 5,5). (Miori, Zullo,
Allegra, Cia). All. Sormani 5,5.
ARBITRO Morreale di Roma 6,5.
NOTE paganti 300, abbonati 474,
incasso di 3.250,36 euro. Ammoniti
Branca, Martin, Tagliani, Fischnaller
e Tait. Angoli 5-2.
MARCATORI Torri (M) al 14’, Silva
Reis (A) al 35’ p.t.
MONZA (3-5-2) Chimini 6; El Hasni
6, Martinez 7, De Bode 6; Giorgi
6,5, Conti 5,5 (dal 10’ s.t. Toskic 6),
Uliano 6,5, Pessina 6, Pugliese 6;
Valencic 5,5 (dal 22’ s.t. De Vita
5,5), Torri 6,5. (De Lucia, Corduas,
Asante, Carbonaro, Bernasconi).
All. Pea 6.
ALBINOLEFFE (4-3-3) Amadori 6;
Salvi 6, Moi 5,5, Allievi 6, Anghileri
6; Gazo 6 (dal 46’ s.t. Girasole s.v.),
Spinelli 6, Maietti 6,5; Momentè 6,5,
Silva Reis 6,5, Vorobjovs 6 (dal 33’
s.t. Bradaschia 6). (Prandini, Ondei,
Cortinovis, Nichetti, Bentley). All.
Mangone 6.
ARBITRO Maggioni di Lecco 6.
NOTE paganti 74, abbonati 1.100,
incasso di 1.174 euro. Ammoniti Moi,
Giorgi, Spinelli e De Vita. Angoli 2-5.
● BUSTO ARSIZIO (Va) La Pro
Patria torna vincere dopo oltre tre
mesi e frena la corsa del Südtirol
verso i playoff. A decidere la gara è
stato un colpo di testa di Pisani che
ha risolto una mischia dopo un
calcio d’angolo. Gli ospiti non hanno
saputo reagire per la giornata di
scarsa vena degli attaccanti,
subendo anche nel secondo tempo
la Pro Patria, che ha sfiorato il bis e
ha vinto con merito. In attesa della
ratifica del passaggio di consegne,
in società, da Pietro Vavassori al
nuovo proprietario Carlo Filippi.
Aldo Restelli
●
MONZA Al colpo di testa dell’ex di
turno Torri risponde Silva Reis con
una punizione perfetta per un
pareggio giusto tra Monza e
Albinoleffe. Un punto che soddisfa
tutti: i brianzoli, rivoluzionati a
gennaio per i problemi societari,
interrompono la striscia negativa
di 4 sconfitte di fila senza segnare,
mentre gli uomini di Mangone
centrano il quinto risultato utile.
Ora il Monza è atteso da due esami
delicati: la scadenza per gli stipendi
e poi, il 24, ci sarà l’udienza
prefallimentare in Tribunale.
Matteo Delbue
cursioni in avanti che hanno visto Sarao impegnare costantemente la difesa di casa. Di contro i grigi, partiti forte, hanno
subito messo in difficoltà i rivali con Mezavilla e Rantier e
hanno trovato la rete del vantaggio grazie a un’errata presa
alta di Bason: Marconi ha potuto appoggiare in porta mettendo la partita in discesa. Il
pubblico di casa si è maggiormente scaldato, nonostante
l’inclemenza del tempo, al
quarto d’ora della ripresa
quando Rantier, su traversone
dalla destra di Vitofrancesco,
ha infilato al volo e di prepotenza mettendo il risultato al
sicuro. Ci ha pensato poi Cavalli,al suo rientro da titolare, a
portare a tre le reti. Poi, in
chiusura, Nordi si è lasciato
sorprendere dal pressing di Varas e ha concesso al Lumezzane il gol della bandiera.
IL TECNICO D’Angelo ha commentato: «Partita molto intensa , ben interpretata dai miei
ragazzi, ma la vetta non ci deve
montare la testa. L’importante
è continuare a lavorare intensamente per dare ancora soddisfazioni a questi splendidi tifosi». L’entusiasmo è altissimo
e in vista della trasferta di sabato a Bolzano saranno allestiti almeno quattro pullman per i
supporters grigi.
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C’è Pavia-Novara
Scontro al vertice
e stadio esaurito
● Scontro al vertice oggi tra
Pavia e Novara, sfida che è
anche molto sentita dalle
tifoserie. La squadra di casa
(squalificato Ghiringhelli)
conta sul tridente CesariniSoncin-Ferretti, ma l’assetto
difensivo potrebbe regalare
novità. «Abbiamo dovuto
ricaricare le pile dopo la
sconfitta con l’Alessandriaha spiegato Maspero - e
dobbiamo fare tesoro degli
errori commessi». All’andata
fu una disfatta (4-0) per il
Pavia e il tecnico ricorda:
«Un risultato bugiardo,
eravamo in gara fino
all’espulsione di Malomo,
episodio che ha segnato la
partita. Il Novara è una
squadra molto forte,
costruita per una categoria
superiore». Una parte dello
stadio è ancora chiusa per
ragioni di sicurezza, ma la
parte disponibile dello stadio
sarà esaurita. Saranno quasi
800 i tifosi pronti a seguire il
Novara, che a Pavia non
vince dal 1996 (0-2). Toscano
conferma Corazza (miglior
marcatore azzurro del
ritorno) al fianco di Evacuo, a
secco da 4 giornate, mentre
in mezzo al campo c’è
Bianchi favorito su Faragò.
GIRONE B
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
ALESSANDRIA
NOVARA
PAVIA (-1)
BASSANO
SÜDTIROL
FERALPI SALO'
REAL VICENZA
COMO
TORRES
VENEZIA
MONZA
MANTOVA (-1)
AREZZO
CREMONESE
RENATE
GIANA
LUMEZZANE
ALBINOLEFFE
PRO PATRIA (-1)
PORDENONE
47
46
46
45
40
40
38
37
34
34
33
32
30
29
29
24
21
21
17
13
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
25
24
24
24
25
25
24
24
24
25
25
24
23
24
24
23
24
25
25
23
13
13
14
12
11
11
9
11
9
10
9
9
8
7
7
6
5
5
3
3
8
7
5
9
7
7
11
4
7
4
6
6
6
8
8
6
6
6
9
4
4
4
5
3
7
7
4
9
8
11
10
9
9
9
9
11
13
14
13
16
38
37
41
38
31
34
33
29
28
31
29
24
23
30
28
17
21
16
28
18
21
22
29
24
24
32
23
25
25
28
27
20
23
31
36
24
38
34
48
40
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
COSÌ OGGI
Ore 12.30
PORDENONE (3-5-2) Careri; Placido,
Ferrani, Fissore; Simoncelli, Mattielig, A.
Migliorini, Fortunato, Bertolucci;
Maccan, Franchini. (Bazzichetto,
Rosania, Ghinassi, Salvatori, Buratto,
Gatto, Ravasi). All. Rossitto. TORRES (42-3-1) Testa; Imparato, Marchetti, Aya,
Minarini; Petermann, Foglia; Bonaiuto,
Baraye, Maiorino; Barbuti. (Costantino,
Cafiero, Migliaccio, Cerone, Bottone,
Marinaro, Scotto). All. Bucchi. ARBITRO
Mei di Pesaro (Pizzagalli-Cappello).
(andata 0-2)
Ore 14.30
BASSANO (4-2-3-1) Rossi; Toninelli,
Bizzotto, Zanella, Semenzato; Cenetti,
Davì; Furlan, Nolè, Cattaneo; Pietribiasi.
(Grandi, Casarini, Cortesi, Ingegneri,
Stevanin, Spadafora, Maistrello). All.
Asta. CREMONESE (4-3-3) Galli;
Campagna, Briganti, Castellini, Favalli;
Marchi, Finazzi, Palermo; Ciccone,
Manaj, Kirilov. (Battaiola, Crialese, Ruci,
Zieleniecki, Moroni, Tripsa, Ionascu). All.
Giampaolo. ARBITRO Melidoni di
Frattamaggiore (Lipizer-Bassutti). (4-3)
PAVIA (4-3-2-1) Facchin; Cardin, Cristini,
Abbate, Malomo; Corvesi, Pederzoli,
Rosso; Cesarini, Soncin; Ferretti. (De
Toni, Marino, Biasi, Sereni, Cogliati,
Grbac, Marchi). All. Maspero. NOVARA
(3-5-2) Tozzo; Martinelli, Gavazzi, Freddi;
Dickmann, Bianchi, Buzzegoli, Pesce,
Foglio; Corazza, Evacuo. (Montipò, Vicari,
Miglietta, Faragò, Garofalo, Gonzalez,
Della Rocca). All. Toscano. ARBITRO
Rapuano di Rimini (Margani-Rossi). (0-4)
Ore 16
COMO (4-2-3-1) Crispino; Marconi,
Ambrosini, Cassetti, Marchi; Castiglia,
Berardocco; Rolando, De Sousa, Le Noci;
Ganz. (Falcone, Giosa, Rinaldi, Corticchia,
Cristiani, Scapuzzi, Defendi). All.
Sabatini. GIANA (4-4-2) Paleari; Perico,
Polenghi, Montesano, Augello; Rossini,
Marotta, Pinto, Gasbarroni; Sinigaglia,
Perna. (Ghislanzoni, Sosio, Bonalumi,
Solerio, Di Lauri, Crotti, Recino). All. Albé.
ARBITRO Luciano di Lamezia Terme
(Bandettini-D’Alia). (0-1)
Ore 18
RENATE (3-5-2) Cincilla; Adobati, Di
Gennaro, Riva; Scaccabarozzi, Muchetti,
Chimenti, Malgrati, Mantovani; Cocuzza,
Spampatti. (Vannucchi, Bonfanti, Mira,
Morotti, Rovelli, Florian, Odogwu). All.
Boldini. REAL VICENZA (3-5-2) Tomei;
Carlini, Polverini, Piccinni; Lavagnoli,
Cristini, Dalla Bona, Sandrini, Malagò;
Bruno, Gomes. (Bonato, Beccaro, Pavan,
Vannucci, Quintavalla, Bardelloni, Margiotta). All. Favaretto. ARB. Amoroso di
Paola (Lombardi-Dessena). (2-2)
DOMANI
Ore 20.45 Arezzo-Mantova (1-0):
Vesprini di Macerata.
I gemelli del gol
non sbagliano mai
Il Teramo in vetta
1Lapadula e Donnarumma decisivi: 24 reti
Santarcangelo battuto e Ascoli raggiunto
TERAMO
3
SANTARCANGELO
2
tecnico Cuttone al 50’ s.t.;
ammoniti Graziani, Cola e Di
Matteo. Angoli 5-2.
MARCATORI Caidi (T) al 13’, Guidone
(S) al 45’ p.t.; Lapadula (T) all’8’,
Donnarumma (T) al 16’, Guidone (S) al
31’ s.t.
TERAMO (5-3-2) Tonti 5,5; Brugaletta
6 (dal 47’ s.t. Diakite s.v.), Caidi 6,5,
Speranza 6, Perrotta 6, Masullo 6; Di
Matteo 6 (dal 24’ s.t. Di Paolantonio
5,5), Amadio 6,5, Cenciarelli 6,5;
Lapadula 7,5, Donnarumma 7 (dal 34’
s.t. Petrella s.v.). (Narduzzo, Loreti,
Milicevic, D’Egidio). All. Vivarini 6,5.
SANTARCANGELO (4-3-3) Nardi 6;
Bisoli 6,5, Cola 6, Olivi 5,5, Possenti 5;
Obeng 6, Taugourdeau 6 (dal 39’ s.t.
Ridolfi s.v.), Garufi 6; Guidone 7,
Berardino 5 (dal 23’ s.t. Argeri 6),
Graziani 5,5 (dal 30’ s.t. De Respinis
s.v.). (Lombardi, Rossi, Falconieri,
Adorni). All. Cuttone 6.
ARBITRO Mastrodonato di Molfetta
6.
NOTE paganti 1.800, abbonati 342,
incasso non comunicato. Espulso il
● TERAMO Spinto dalla solita
coppia Lapadula-Donnarumma (24
gol in due), il Teramo riaggancia
l’Ascoli (oggi a Prato) in vetta. Per i
ragazzi di Vivarini, imbattuti da 15
giornate, la marcia continua. Il
colpo di testa di Caidi, sugli
sviluppi di un angolo, sembra
mettere in discesa la gara, ma è
solo un’illusione. Il Santarcangelo,
raggiunge il pari con Guidone, in
chiusura di tempo. Nella ripresa i
gemelli del gol si scatenano. Il 2-1
è un capolavoro costruito da
Lapadula e Donnarumma, con il
primo abile ad insaccare a porta
vuota l’assist del compagno di
reparto. Il tris è di Donnarumma
con un pregevole tocco di destro.
Il match, però, non è chiuso.
Guidone firma la doppietta e
rianima il Santarcangelo, ma il
Teramo non corre più rischi.
Gaetano Lombardino
Mingazzini gol
La Lucchese c’è
Spal, due difetti
Sottili subito ok
La Pistoiese va
Crisi Tuttocuoio
LUCCHESE
2
TUTTOCUOIO
0
SPAL
0
PISTOIESE
2
MARCATORI Mingazzini al 5’ p.t.;
Lo Sicco al 22’ s.t.
LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi 6,5;
Espeche 6, Risaliti 6,5, Calistri 6,
Calcagni 6; Mingazzini 7 (dal 37’
s.t. Strizzolo s.v.), Pizza 6; Ferretti 6
(dal 25’ s.t. Santeramo s.v.), Lo
Sicco 6,5, Pagano 6; Forte 6 (45’ s.t.
Scapinello s.v.). (Pazzagli, Cazè,
Bianchi, Russo). All. Galderisi 6,5.
SPAL (3-5-2) Menegatti 6;
Gasparetto 5,5, Cottafava 5,5, Giani
5,5 (dal 16’ s.t. Rovini 5,5); Lazzari
6,5, Capece 6,5, Gentile 6, Di
Quinzio 6 (dal 40’ s.t. Finotto s.v.),
Nava 6; Fioretti 5,5, Zigoni 5.
(Ranieri, Bellemo, Gerbaudo, Rosina, Pappaianni). All. Semplici 6.
ARBITRO De Angeli di
Abbiategrasso 6.
NOTE paganti 752, abbonati 509,
incasso non comunicato. Ammoniti
Mingazzini, Pagano, Zigoni e
Scapinello. Angoli 4-10.
● LUCCA La Spal fa possesso di
palla, gioca anche bene, ma ha due
difetti: difesa ballerina e attacco
evanescente, anche se al 14’ della
ripresa Calcagni respinge sulla
linea il tiro ravvicinato di Finetti. La
Lucchese soffre, ma lotta ed è
concreta. Primo gol al 5’ su
punizione: Mingazzini avanza di
qualche metro e infila con un tiro
potente. Nella ripresa la Spal con
Rovini passa al 4-3-1-2, ma la
Lucchese colpisce ancora con un
contropiede di Lo Sicco.
Duccio Casini
MARCATORI autorete Colombini al
6’, Vassallo al 22’ s.t.
TUTTOCUOIO (3-5-2) Bacci 6;
Colombini 5,5, Pratali 6 (dal 10’ s.t.
Balde 6), Ingrosso 6; Mulas 6,
Deiola 6, Gargiulo 5,5, Dramane 6,
Pacini 5 (dal 24’ s.t. Gelli 5);
Colombo 5,5, Gioè 5 (dal 18’ s.t.
Tempesti 6). (Morandi, Mancini,
Falivena, Vitale). All. Alvini 6.
PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I 6;
Celiento 6, L. Ricci 6, Falasco 6,
Frascatore 6,5; Mungo 6,5,
Pacciardi 6,5, Calvano 6,5;
Falzerano 7 (40’ s.t. Coulibaly s.v.),
Anastasi 6 (dal 33’ s.t. Martignago
s.v.), Vassallo 7 (dal 25’ s.t. M. Ricci
II 6). (Olczak, Piana, Bartoletti,
Provenzano). All. Sottili 6,5.
ARBITRO Di Martino di Teramo 6.
NOTE paganti 378, abbonati 138,
incasso di 4.023 euro. Espulso
Colombo al 18’ s.t.; ammoniti
Pacciardi, Falzerano e Martignago.
Angoli 2-3.
● PONTEDERA (Pi) La crisi della
Pistoiese finisce battendo un
Tuttocuoio che non riesce ad
invertire la tendenza negativa (solo
due punti nel 2015). Sottili,
subentrato a Lucarelli, bagna
l’esordio vincendo dopo aver
sprecato due occasioni nel primo
tempo (Falzerano e Anastasi). Nella
ripresa due episodi decisivi:
Colombini fa autorete, poi l’ex
Colombo si fa cacciare al 18’. Il gol
di Vassallo chiude la partita.
Luca Calò
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Che San Marino!
Sensi decisivo
L’Aquila è k.o.
SAN MARINO
3
L’AQUILA
2
MARCATORI Pozzebon (LA) al 18’
p.t.; Cuffa (SM) all’8’, Sensi (SM) al
15’, Del Pinto (LA) al 27’, Sensi (SM)
al 44’ s.t.
SAN MARINO (4-3-1-2) Secco 6,5;
Bregliano 6, Benassi 6, Cammaroto
6, Cruz 6; Soligo 6 (dal 1’ s.t. Varone
6), Diawara 6,5, Cuffa 6,5; Sensi 7;
Musetti 6 (dal 22’ s.t. Fogacci 6),
Dia Pape 5 (dal 6’ s.t. La Mantia 6).
(Vivan, Bangoura, Palazzi, Baldazzi).
All. Tazzioli 6,5.
L’AQUILA (4-3-1-2) Zandrini 5,5;
Zaffagnini 5, Pomante 5,5 (dal 22’
s.t. Scrugli 5,5), Carini 5,5, Gotti 6
(dal 18’ s.t. Sandomenico 5,5);
Pedrelli 6, Corapi 6,5, Del Pinto 6,5
(dal 48’ s.t. Perna s.v.); Pacilli 6;
Virdis 5,5, Pozzebon 6,5. (Cacchioli,
Maccarrone, De Francesco,
Triarico). All. Zavettieri 5,5.
ARBITRO Rossi di Rovigo 5,5.
NOTE spettatori 200 circa; paganti,
abbonati e quota n.c. Espulso Sensi
al 46’ s.t.; ammoniti Diawara, Cuffa,
Zaffagnini, Cruz, Pedrelli, Fogacci e
Sensi. Angoli 3-2.
● SAN MARINO Il volo verso la
vetta de L’Aquila si interrompe con
un San Marino che rivede la
salvezza: decide un pallonetto
all’incrocio di Sensi nel finale. Ospiti
avanti con Pozzebon, il San Marino
ribalta con Cuffa (rasoterra) e
Sensi (testa). Del Pinto fa 2-2 di
testa, ma poi L’Aquila si spegne.
Giorgia Bertozzi
Forlì, che inizio
Grosseto salvo
grazie a Fofana
FORLI’
1
GROSSETO
1
MARCATORI Docente (F) al 42’ p.t.;
Fofana (G) al 22’ s.t.
FORLI’ (4-3-1-2) Scotti 7; Catacchini
6, L. Arrigoni 5,5, Drudi 6, Fantoni
5,5; Casini 6, Hamlili 6 (dal 28’ s.t.
Pettarin 5,5), T. Arrigoni 6; Rosafio
5,5; Docente 6,5 (dal 36’ s.t.
Castellani s.v.), Melandri 6.
(Casadei, Turi, Cejas, Morga,
Gliozzi). All. Vanigli 5,5.
GROSSETO (3-4-1-2) Baiocco 6;
Monaco 6, Ferraro 6, Legittimo 6;
Formiconi 6,5, Verna 6, Della Latta
5,5, Paparusso 5,5 (dal 6’ s.t. Boron
6); Gambino 5 (dal 20’ s.t. De Feo
6,5); Pichlmann 6 (29’ s.t. Lugo 5,5),
Fofana 7. (Mangiapelo, Burzigotti,
Okosun, Volpe). All. Stringara 6.
ARBITRO Guarino di Caltanissetta
5,5.
NOTE spettatori 1.000 circa;
paganti, abbonati e incasso non
comunicati. Ammoniti Hamlili,
Docente, Fantoni, Melandri, Boron e
Monaco. Angoli 3-6.
●
FORLI’ Il Forlì manca
l’appuntamento con i tre punti per
la sesta giornata di fila, mentre il
Grosseto conferma il buon
momento dopo l’arrivo di
Stringara. Nel primo tempo il Forlì
prima ci prova con Melandri, poi
passa con Docente su assist di
Melandri. Nella ripresa tanto
Grosseto: Pichlmann al 7’ impegna
Scotti. Il pari con un tuffo di testa
di Fofana su punizione dalla destra
di De Feo.
Gavino Cau
GIRONE C
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
ASCOLI
TERAMO
REGGIANA
PISA
L'AQUILA
PONTEDERA
ANCONA
GROSSETO (-1)
LUCCHESE
SPAL
CARRARESE
GUBBIO
PISTOIESE
TUTTOCUOIO
FORLI'
SAVONA
SANTARCANGELO
PRATO
PRO PIACENZA (-8)
SAN MARINO
47
47
41
40
37
35
34
32
31
31
30
30
30
28
28
26
26
25
19
19
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
24
25
23
23
23
23
24
25
25
25
24
24
25
24
25
24
25
24
24
25
13
13
12
11
9
9
8
8
7
9
5
7
8
6
7
7
6
5
7
4
8
8
5
7
10
8
10
9
10
4
15
9
6
10
7
5
8
10
6
7
3
4
6
5
4
6
6
8
8
12
4
8
11
8
11
12
11
9
11
14
40
36
33
30
27
30
29
33
24
23
29
31
29
28
24
25
21
28
22
28
20
24
18
17
19
25
26
29
24
26
22
29
42
41
36
40
26
34
33
39
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
COSÌ OGGI
Ore 11
SAVONA (4-3-3) Addario; Marchetti,
Cabeccia, Marconi, Eguelfi; Giorgione,
Taddei, Gemignani; Scappini, Giovinco,
Demartis. (Rossini, Antonelli, Morosini,
Bramati, D’Amico, Frugoli, Munarini).
All. Aloisi. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli;
Luciani, Manganelli, Galuppo, D’Anna;
Guerri, Loviso, Casiraghi; Mancosu,
Cais, Marchionni. (Citti, Rosato, Lasicki,
Domini, Castelletto, Vetraino, Tutino).
All. Acori. ARBITRO Fanton di Lodi
(Ceravolo-Volo) (andata 2-3)
Ore 14.30
PRATO (4-3-2-1) Gazzoli; Matteo,
Sorbo, Dametto, Rinaldi; Coccolo, Urso,
Cavagna; Gabbianelli, Fanucchi;
Bocalon. (Ivusic, Rickler, Knudsen,
Pasa, Tassi, Santini, Rubino). All.
Esposito. ASCOLI (4-3-2-1) Lanni;
Pelagatti, Cinaglia, Mori, Dell’Orco;
Altobelli, Pirrone, Carpani; Mustacchio,
Grassi; Altinier. (Ragni, Cristiano Rossi,
Avogadri, Gualdi, Nardini, Berrettoni,
Perez). All. Petrone. ARBITRO Piccinini
di Forlì (Barbetta-Pellegrini). (1-1)
Ore 16
REGGIANA (4-3-3) Feola; Andreoni,
Spanò, Sabotic, Mignanelli; Bruccini,
Tremolada, Angiulli; Giannone,
Ruopolo, Siega. (Messina, Gueye,
Rampi, Messetti, Alessi, Vernocchi,
Petkovic). All. Colombo. PONTEDERA
(3-5-2) Cardelli; Redolfi, Vettori,
Gasbarro; Videtta, Luperini,
Bartolomei, Settembrini, Galli;
Cesaretti, De Cenco. (Anacoura,
Polvani, Madrigali, Romiti, Ceciarini,
Disanto, Libertazzi). All. Indiani.
ARBITRO Tardino di Milano (HagerGaletto). (0-0)
Ore 18
ANCONA (4-4-2) Lori; Parodi, Dierna,
Mallus, Cangi; Bondi, Paoli, Sampietro,
Tulli; Paponi, Tavares. (Aprea, Barilaro,
Camillucci, Lisai, Cognigni, Morbidelli,
Gelonese). All. Cornacchini.
CARRARESE (4-3-1-2) Calderoni;
Berra, Sbraga, Teso, Gorzegno;
Pedone, Castagnetti, Galli; Gherardi;
Cellini, Merini. (Zanotti, Massoni,
Lancini, Gnahoré, Disabato, Beltrame,
Di Nardo). All. Remondina. ARBITRO
Panarese di Lecce (QuitadamoAbruzzese). (0-0)
PISA (4-3-3) Pelagotti; Pellegrini,
Lisuzzo, Paci, Costa; Morrone, Iori,
Caponi; Arrighini, Arma, Floriano.
(Moschin, Rozzio, Sini, Mandorlini,
Misuraca, Frediani, Finocchio). All.
Braglia. PRO PIACENZA (4-3-3)
Alfonso; Rieti, Silva, Bini, Castellana;
Barba, Bacher, Porcino; Matteassi,
Giovio, Alessandro. (Iali, Sall, Sane,
Schiavini, Mascolo, Mella, Speziale). All.
Franzini. ARBITRO Strippoli di Bari
(Bercigli-Cinquini). (0-1)
Un lampo di Eusepi
Il Benevento va
Ma quanti rischi
1Campagnacci ispira e il bomber è decisivo
Il Martina sfiora due volte il gol con Montalto
Micidiale uno-due
Salernitana ok
E il Melfi è steso
MELFI
0
SALERNITANA
2
MARCATORI Negro al 20’, Trevisan al
24’ p.t.
MELFI (4-3-1-2) Perina 6,5; Guerriera
5,5, Dermaku 5,5, Colella 5,5, Di
Mercurio 5,5; Agnello 6, Tundo 5,5 (dal
36’ s.t. Luparini s.v.), Fella 5,5 (dal 16’
s.t. Cicerelli 5,5); Tortori 6; Caturano 6,
Falomi 5,5 (dal 39’ s.t. Nappello s.v.).
(Gagliardini, Annoni, Giacomarro, Di
Filippo). All. Bitetto 6 .
SALERNITANA (4-3-3) Gori 6;
Colombo 6,5, Lanzaro 6, Trevisan 6,5,
Bocchetti 6; Moro 6, Pestrin 6 (dal 16’
s.t. Bovo 6,5), Favasulli 6; Nalini 6,5,
Mendicino 6 (dal 40’ s.t. Cristea s.v.),
Negro 7 (dal 14’ s.t. Gabionetta 6).
(Russo, Tuia, Franco, Perrulli). All.
Menichini 6,5.
ARBITRO Pelegatti di Arezzo 6.
NOTE spettatori 2.000 circa; paganti,
abbonati e incasso non comunicati.
Ammoniti Fella, Caturano, Lanzaro,
Gabionetta e Tortori. Angoli 5-6.
● MARTINA FRANCA (Ta) Il
Benevento mantiene il comando della
classifica passando con cinismo e
determinazione sul campo del
Martina, penalizzato
dall’emergenza. Sono stati decisivi
i soliti Alfageme ed Eusepi, ben
sostenuti da Campagnacci e
Mazzeo, che hanno bloccato sul
nascere le iniziative di De Lucia e
Fabiano. L’occasione che decide la
partita arriva all’inizio della
ripresa, quando una rapidissima
ripartenza di Campagnacci ha
fornito ad Eusepi l’assist decisivo
per sbloccare il risultato. Il
Martina è andato vicino al
pareggio due volte con Montalto:
alla fine del primo tempo, quando
il tiro dell’attaccante è uscito fuori
di pochissimo e l’altra su punizione
nel finale della partita, che è finita
di un niente alta sulla traversa con
il portiere Pane battuto. Vittoria
meritata, quella ottenuta dal
Benevento, che così ha tenuto a
distanza la Salernitana che pure
ha vinto in trasferta e resta a 2
punti di distanza.
Tonio Messia
MELFI (Pz) Una cinica Salernitana
batte il Melfi grazie a un tremendo
uno-due nel primo tempo. Al 20’ Negro
supera Perina con un sinistro da fuori
area, poco dopo Trevisan di testa firma
il raddoppio tra le proteste per un
presunto fuorigioco. Il Melfi reagisce:
Falomi mette di poco a lato, poi Gori
nel finale di primo tempo si salva con
l’aiuto del palo. All’inizio della ripresa
Fella ci prova su angolo, ma Gori
respinge sulla linea. Poi il ritmo della
gara e del Melfi calano.
Gianluca Tartaglia
Questo Barletta
non si ferma più
Savoia nei guai
Amelio, che gol
Derby all’Aversa
e l’Ischia trema
Il Foggia sbatte
sulla traversa
Vigor, che errori
MARTINA
0
BENEVENTO
1
MARCATORE Eusepi al 5’ s.t.
MARTINA (4-4-2) Bleve 6,5; De Giorgi
6,5, Samnick 6, Fabiano 6,5, Patti 6;
Pepe 6, Bucolo 6, De Lucia 6,5,
Memolla 6 (dal 38’ s.t. Leto s.v.);
Montalto 6, Pivkovski 6 (dal 14’ s.t.
Caruso 6). (Modesti, Brunetti,
Kalombo, Diop, Calvetti). All. Ciullo 6.
BENEVENTO (4-3-3) Pane 6; Pezzi
6,5, Lucioni 6, Scognamiglio 6,5, Som
6; Vitiello 6,5, D’Agostino 6,5 (dal 41’
s.t. Agyei s.v.), Alfageme 7;
Campagnacci 6,5, Mazzeo 6,5 (dal 35’
s.t. Marotta s.v.), Eusepi 6,5 (dal 29’
s.t. Padella 6). (Piscitelli, Celjak,
D’Angelo, Djiby). All. Brini 6,5.
ARBITRO Paolini di Ascoli Piceno 6.
NOTE paganti 857, abbonati 790,
incasso di 7.350 euro. Ammoniti Som,
Campagnacci, Fabiano, Mazzeo e De
Lucia. Angoli 1-4.
●
SAVOIA
0
ISCHIA
1
FOGGIA
0
BARLETTA
1
AVERSA NORMANNA
2
VIGOR LAMEZIA
O
MARCATORE Fall al 34’ s.t.
SAVOIA (3-4-3) Gragnaniello 6;
Riccio 6, Checcucci 7, Sirigu 6;
Verruschi 6, Sanseverino 5,5, Saric
5,5, Mercadante 5,5 (dal 25’ s.t.
Pizzutelli 6); Partipilo 5,5, Ferrante
s.v. (dal 20’ p.t. Leonetti 6; dal 50’
s.t. Vosnakidis s.v.), Scarpa 6.
(Volturo, Sevieri, Boilini,
D’Appolonia). All. Papagni 6.
BARLETTA (4-3-3) Liverani 6;
Meola 6, Cortellini 6,5, Zammuto
6,5, Regno 6; Branzani 6 (dal 33’ s.t.
Palazzolo 6), Quadri 6,5, Legras 6,5;
Danti 6, Fall 6,5 (dal 40’ s.t.
Ingretolli s.v.), Turchetta 6 (dal 29’
s.t. Guarco 6). (De Martino, Kiakis,
Rizzitelli, Core). All. Sesia 6,5.
ARBITRO Viotti di Tivoli 6.
NOTE paganti 1.062, abbonati 260,
incasso di 8.500 euro. Ammoniti
Cortellini, Danti, Legras e
Verruschi. Angoli 9-4.
● TORRE ANNUNZIATA (Na) Il
Barletta allunga a 11 i risultati utili
di fila e aggrava i guai del Savoia.
Ad un primo tempo con pochi
sussulti (traversa di Cortellini e gol
sprecato da Partipilo), segue una
ripresa nel segno dei locali. Prima
Scarpa (18’), poi Checcucci (28’)
mancano il vantaggio e resta il
dubbio sulla validità del gol di
Leonetti annullato per fuorigioco al
32’. Due minuti e Fall, su sponda di
Danti, mette tutti a tacere,
ingannando Gragnaniello con un
destro deviato da Checcucci.
Vincenzo Pinto
MARCATORI De Vena (AN) su
rigore al 18’ p.t.; Infantino (I) su
rigore al 29’, Amelio (AN) al 41’ s.t.
ISCHIA (4-2-3-1) Ioime 5,5; Bruno
6, Sirignano 6, Caso 6, Bassini 5
(dal 18’ s.t. Tomicic 5,5); Verachi 5,5
(dal 39’ s.t. Iannascoli s.v.),
Chiavazzo 5,5; Alvino 5, Schetter 6,
Armeno 6; Infantino 6. (Mennella,
Formato, Finizio, Abbracciante,
Fumana). All. Maurizi 5.
AVERSA NORMANNA (4-3-3)
Lagomarsini 6,5; Balzano 6,
Magliocchetti 6, Cossentino 6 (dal
1’ s.t. Esposito 6), Amelio 7; Catinali
6, Geroni 6,5, Capua 6 (dal 26’ s.t.
Castellano 6); Mangiacasale 6,5, De
Vena 6,5, Sassano 6 (dal 7’ s.t.
Mosciaro 6). (Despucches,
Petricciuolo, Giannusa, Personé).
All. Marra 6,5.
ARBITRO Pagliardini di Arezzo 6.
NOTE spettatori 800 circa;
paganti, abbonati e incasso n.c.
Ammoniti Ioime, Chiavazzo, Capua,
Cossentino, Castellano e Formato
(dalla panchina). Angoli 2-6.
●
ISCHIA (Na) L’Aversa Normanna
vince il derby e riduce le distanze
dall’Ischia. Al 16’ Ioime mette giù
Mangiacasale: rigore di De Vena.
Dopo un gol annullato a Infantino, il
pari della squadra di Maurizi arriva
nella ripresa ancora su rigore di
Infantino (mani di Magliocchetti).
Poi nel finale la prodezza di Amelio
che dalla lunga distanza supera
Ioime e salva il posto a Marra.
Giovanni Sasso
FOGGIA (4-3-3) Narciso 6,5;
Bencivenga 6 (dal 39’ s.t. Barraco s.v.),
D’Angelo 6, Gigliotti 6, Agostinone 5,5;
Agnelli 6,5, Quinto 5,5, Minotti 6,5;
Bollino 5,5 (dal 10’ s.t. Leonetti 5,5),
Sarno 5,5, Cavallaro 6 (dal 29’ s.t.
Maza 6). (Micale, D’Allocco, Grea,
Sicurella). All. De Zerbi 6.
VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Forte 6,5;
Spirito 5,5, Rapisarda 6, Gattari 6,5,
Malerba 5,5 (dal 43’ s.t. Di Marco s.v.);
Papa 5,5 (dal 13’ s.t. Kostadinovic 6),
Puccio 6, Scarsella 6; Montella 6, Held
5, Improta 6 (dal 46’ s.t. De Giorgi s.v.).
(Mercuri, Battaglia, Voltasio, Catalano).
All. Erra 6,5.
ARBITRO Colarossi di Roma 5,5.
NOTE paganti 1.300, abbonati 1.290,
incasso n.c. Ammoniti Minotti, Gigliotti
e Improta. Angoli 9-3.
●
FOGGIA La traversa di Gigliotti al
quarto minuto di recupero è la
fotografia del Foggia imbrigliato in
casa dalla Vigor Lamezia, che pure
non demerita e per poco non porta a
casa la vittoria. Sono incredibili i due
gol che Held si divora in un minuto a
ridosso del 90’: il primo a tu per tu
con Narciso, il secondo di testa a lato.
Su un campo in precarie condizioni, il
Foggia spreca le occasioni per
passare con Bollino (chiude Forte) e
Sarno (conclusione sull’esterno della
rete). Appena entrato Maza per poco
non sorprende Forte. Nei minuti finali
le emozioni con gli errori di Held e la
traversa per il Foggia.
Emanuele Losapio
25
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
BENEVENTO
SALERNITANA
LECCE
JUVE STABIA
CASERTANA
FOGGIA (-1)
MATERA
CATANZARO
BARLETTA
VIGOR LAMEZIA
PAGANESE
LUPA ROMA
MARTINA
COSENZA
MESSINA
MELFI (-2)
SAVOIA
REGGINA
ISCHIA
AVERSA NORMANNA
56
54
45
44
42
42
38
36
35
31
29
27
27
25
25
25
20
19
19
15
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
25
25
25
24
24
25
24
24
25
25
25
24
25
24
24
25
25
24
25
25
16
16
13
12
12
11
10
10
9
7
7
6
7
5
5
5
4
4
4
2
8
6
6
8
6
10
8
6
8
10
8
9
6
10
10
12
8
7
7
9
1
3
6
4
6
4
6
8
8
8
10
9
12
9
9
8
13
13
14
14
41
35
35
34
34
37
35
30
24
28
21
26
27
26
26
22
20
17
20
20
20
18
23
25
20
22
24
25
20
31
29
37
30
31
34
28
34
35
35
37
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
COSÌ OGGI
Ore 12.30
REGGINA (4-1-4-1) Belardi; Di
Lorenzo, Cirillo, Aronica, Benedetti;
Zibert; Masini, Armellino, Maimone,
Gallozzi; Balistreri. (Kovacsik,
Ungaro, Camilleri, Mazzone,
Salandria, Louzada, Viola). All.
Alberti.
JUVE STABIA (4-3-3) Pisseri;
Cancelotti, Polak, Migliorini,
Contessa; Jidayi, La Camera,
Caserta; Nicastro, Di Carmine,
Carrozza. (Santurro, Liotti, Romeo,
Burrai, Bombagi, Gammone, Ripa).
All. Pancaro.
ARBITRO Lacagnina di Caltanissetta
(Stasi-Lanotte). (andata 1-2)
Ore 14
CATANZARO (4-4-2) Bindi; Daffara,
Orchi, Rigione, Squillace; Giampà,
Giandonato, Zappacosta, Mancuso;
Bernardo, Razzitti. (Migani, D’Orsi,
Sarr, Ilari, Mounard, Russotto,
Caputa). All. Sanderra.
COSENZA (4-4-2) Ravaglia; Ciancio,
Tedeschi, Magli, Blondett; Corsi,
Arrigoni, Caccetta, Statella; De
Angelis, Cori. (Saracco, Zanini,
Criaco, Fornito, Tortolano, Calderini,
Cesca). All. Roselli.
ARBITRO Fiore di Barletta (GrecoUrselli). (0-0)
Ore 14.30
LUPA ROMA (4-1-4-1) Rossi;
Frabotta, Conson, Cascone, Celli;
Capodaglio; Bariti, Cerrai, Margarita,
Raffaello; Tulli. (Santi, Martorelli,
Curcio, Santarelli, Faccini, Leccese,
Tajarol). All. Cucciari.
MATERA (3-4-3) Bifulco; Faisca, De
Franco, Flores; Ferretti, Coletti,
Iannini, Mazzarani; Madonia, Diop,
Carretta. (Russo, D’Aiello, Letizia,
Pagliarini, Ashong, Bernardi,
Albadoro). All. Auteri.
ARBITRO Illuzzi di Molfetta
(Robilotta-Vingo). (1-3)
Ore 16
CASERTANA (4-4-2) Fumagalli;
D’Alterio, Idda, Mattera, Tito;
Caccavallo, Marano, Rajcic, Mancino;
Diakite, Cisse. (D’Agostino, Rainone,
Antonazzo, Carrus, De Marco,
Kolawole, Cunzi). All. Campilongo.
MESSINA (4-3-3) Iuliano; Cane,
Altobello, Stefani, Rullo; Damonte,
Mancini, Izzillo; Ciciretti, Corona, De
Paula. (Berardi, Donnarumma,
Silvestri, Bortoli, Bonanno, Orlando,
Spiridonovic). All. Grassadonia,
ARBITRO Giua di Pisa (ChiocchiArgentieri). (5-1)
26
Ciclismo R A 11 anni dalla morte
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
IL GIORNO DEL RICORDO
CONTENUTO
PREMIUM
L’amore di Pantani
«SÌ, MARCO
ERA SPECIALE.
IN TUTTO»
di PIER BERGONZI
INVIATO A LOSANNA (SVIZZERA)
A
d’albergo, ma capisco Tonina. In qualche modo
la morte di Marco è stata la conseguenza di una
lunga serie di cazzate fatte per e intorno a lui. In
questo senso è stato ucciso dal peso insostenibile degli errori commessi».
Lei ha condiviso anche i momenti più difficili,
quelli confusi dalla cocaina.
«A un certo punto mi sono accorta che era davvero a rischio e stava mettendo a rischio anche
la mia vita. La nostra separazione è stata per me
una necessità. Ho dovuto staccarmi da lui per
sopravvivere».
Anche nella vita privata Marco era il ribelle carismatico che abbiamo conosciuto in bicicletta?
«Era speciale. In tutto».
l’onda lunga della nostalgia e in questi anni ha
parlato con il contaparole. Nella scuola d’arte di
Losanna, grazie anche a David d’Ambrosio e al
barboncino Dafalgan, la ragazza diventata donna ha trovato l’equilibrio. In occasione della mostra di San Valentino, all’ora della morte del torero di Garcia Lorca, siamo riusciti a incontrarla.
Lo sguardo laser, la risata travolgente e la spiccata emotività sono rimasti gli stessi.
volte il destino... Marco e Christina si
sono incontrati nell’inverno del 1995.
Lui era il più carismatico e ribelle dei
campioni. Lei ballava sui cubi e non
aveva mai sentito parlare di Pantani.
Hanno «pedalato» insieme sui mangia-e-bevi
della vita per sette anni. Sette anni di drammati- Christina, la mostra è un omaggio a Pantani?
ca intensità.
«Sì, da quattro anni ho scelto di organizzare
Marco è morto (il 14 febbraio
un’esposizione a tema proprio
del 2004) a 34 anni e ancora
il 14 febbraio, nel giorno degli
oggi i contorni di quella trageinnamorati, nel giorno di Mardia non sono definiti. Christico. Ma non è un omaggio. Semna, 38 anni, insegna arti visuali
mai un momento catartico, un
all’Ecole d’Arts Tetard di Losanmodo per esorcizzare il dolore
na. E ieri, nel giorno di San Vache ancora mi esplode dentro».
lentino, ha inaugurato la mostra «agitation de la prostate feDopo 11 anni la ferita è ancora
minine». Alle 17! A quell’ora,
aperta?
11 anni fa, si è fermato il Rolex
«È come potrebbe essere altriche Marco aveva al polso in
menti? La nostra storia non è fiquella maledetta camera del
nita come doveva finire. Non so
Residence Le Rose di Rimini.
come, ma non così».
Coincidenze? Anche no.
Christina Jonsson ieri a
Christina Jonsson ha una sensi- Losanna. A destra con Marco
C’è anche un po’ di senso di colbilità esposta e un buon rap- ai tempi del loro fidanzamento, pa per non essere riuscita a faporto con l’inconscio. Ha cam- durato 7 anni OMEGA
re qualcosa che evitasse la fine
minato su un filo dalla Danitragica di Marco?
marca a Cesenatico e poi da Ravenna a Losann. «Per rispondere ci vorrebbero una sera intera è
E sul quel filo si è portata anche uno zaino con i un paio di bottiglie di vino...».
ricordi di Marco, il primo uomo con il quale ha
avuto una relazione importante. L’uomo che ha Qual è il primo pensiero che associa a Marco?
scompigliato la sua vita sulle vie della coca. L’uo- «Il mio primo pensiero va alla Tonina. Perché?
mo che ogni tanto bussa alla porta della sua me- Perché è la mamma... Quella che soffre di più».
moria. Su Pantani hanno raccontato anche più
di tutto in tanti. Christina, che avrebbe racconti Tonina è certa che Marco sia stato ucciso...
oceanici, ha cercato di non farsi travolgere dal- «Io non so che cosa sia successo in quella camera
Marco aveva un debole per l’arte e ha lasciato un
po’ di quadri con la sua firma. Come lo giudica
come pittore?
«Un simpatico matto visionario con tanta passione e qualche limite nella tecnica».
Ha letto uno dei tanti libri o visto uno dei film dedicati a Pantani?
«Nemmeno uno! Non sono mica masochista».
«LA NOSTRA
SEPARAZIONE
È STATA PER ME
UNA NECESSITÀ»
In questi 11 anni e mai tornata a Cesenatico?
«Una sola volta, 5 o 6 anni fa. Sono anche stata
al cimitero. Mio nonno, in Danimarca, era il
giardiniere di un cimitero e da piccola mi piaceva accompagnarlo tra le tombe. Mi sono sempre
piaciuti i cimiteri, ma in quel caso il dolore era
più forte di tutto. La cappella mi ha fatto orrore.
Ma non è un giudizio estetico. L’orrore era la
presenza-assenza di Marco».
Ci tornerà?
«Perché no. Mi piacerebbe riabbracciare Tonina. Dopo qualche incomprensione ci siamo ritrovate e ci siamo scambiate dei messaggi. Io
credo di comprendere l’immenso vuoto che si
sente dentro. Il mio cuore è con lei».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
OGNI 14 FEBBRAIO CHRISTINA,
LA FIDANZATA STORICA DEL PIRATA,
ORGANIZZA UNA MOSTRA:
«È PER ESORCIZZARE IL DOLORE»
I PUNTI OSCURI
Mamma Tonina, il mistero dei giubbini
«Chi e quando li portò a Rimini?»
Francesco Ceniti
INVIATO A CESENATICO
«D
opo 11 anni vogliono
ancora farmi passare
per deficiente? I
giubbini da sci erano a casa della
Ronchi, la manager di Marco. Li
ho visti io, nel bagno. Ed erano
quelli che avevo messo nella valigia qualche giorno prima,
quando lui era tornato da Milano proprio per quel motivo. È
dal 2004 che chiedo spiegazioni, l’ho fatto pure nel processo a
Carlino: chi e quando ha portato
i giubbini a Rimini? Nessuno
m’ha risposto, spero lo faccia il
dottor Giovagnoli. La Ronchi ha
detto al pm che Marco non li ha
portati da lei? Nel migliore dei
casi si ricorda male. Posso svelare un fatto...».
LA CERIMONIA C’è il sole a Cesena. E ci sono tanti ciclisti. Il Pirata 11 anni fa si staccava dalla
vita, in un soppalco di una stanza anonima. Ieri il suo nome
brillava negli occhi dei tanti tifosi e in un targa scoperta dal sin-
daco alla presenza della famiglia: Giardino Marco Pantani.
Papà Paolo e mamma Tonina
stringono mani e ringraziano le
persone che si stringono al loro
dolore. «Non mollare Tonina», le
urla un gruppo di tifosi. Non
molla, no. Le due inchieste aperte (Rimini per la morte e Forlì
sul controllo di Campiglio al Giro ‘99) sono una novità rispetto
agli anni precedenti. Spera di
avere buone notizie. Ma quello
che ha letto sulla Gazzetta a proposito dei giubbini da sci non lo
manda giù.
LA KOROVINA Pantani arriva a
Rimini senza bagaglio, lo confermano svariati testimoni. Indossa un giubbino normale, ma
nella stanza la polizia ne trova
altri due tecnici, da sci. Secondo
le indagini di allora, nessuno sarebbe salito nella stanza del Pirata, tranne lo spacciatore e il ristoratore che gli consegnò l’ultima cena. E a sua volta Pantani
non sarebbe quasi mai uscito, se
non per rifornirsi di droga. E comunque quei giubbini (comprati
anni prima) sono a casa sua il 26
gennaio quando arriva da Milano proprio per prenderli. «Vado
un po’ in montagna con il marito
di Manuela (Ronchi, ndr)» dice
alla mamma. Una versione confermata agli inquirenti dal marito della manager. E Tonina lo
aiuta a fare la valigia, mettendo
dentro i giubbini, qualche maglione, slip, t-shirt e un berretto.
I giubbini secondo la Ronchi (dichiarazioni rese al pm) non arrivano mai a Milano. Eppure sono
a Rimini. Non è certo un particolare secondario: se qualcuno è
entrato a contatto con il Pirata e
non si è mai fatto avanti, forse
nasconde qualcosa. Servono indagini approfondite e liquidare
la storia con spiegazioni improbabili (i giubbini li ha comprati il
Panta a Rimini oppure è partito
da Milano indossandoli uno sopra l’altro, senza che nessuno
notasse questa massa deforme,
neppure il tassista che ha passato oltre tre ore con lui per portarlo a Rimini) non è il modo migliore per eliminare i dubbi. Anzi, li alimenta. E mamma Tonina
pesca dalla memoria un altro
particolare utile a chi sta facen-
IL GIARDINO A CESENA
● Papà Paolo e mamma Tonina
ieri all’inaugurazione
del «Giardino Marco Pantani»
a Cesena IPP
do le indagini. Un particolare da
riscontrare, certo. Ma se confermato, allora qualcuno dovrebbe
dare spiegazioni più convincenti. «Ho visto l’ultima volta mio figlio a casa della Ronchi. Dopo la
lite con Paolo è andato via, senza bagagli. Aveva il solito giubbino. Sono svenuta. Quando mi
sono ripresa sono andata in bagno: appeso c’era uno dei due
giubbini da sci. Ho frugato nella
tasca, per vedere se c’era qualcosa. E ho trovato un numero di telefono. Subito l’ho chiamato dal
mio cellulare, m’ha risposto la
Korovina (una escort russa,
ndr). Non sapevo chi fosse. Lei
mi ha spiegato che si vedeva con
mio figlio e se l’avesse sentito in
quelle ore mi avrebbe avvertito.
Dico una bugia? Controllate i tabulati...», ringhia Tonina.
A MURCIA
UN PREMIO
IN SUO NOME
I BIMBI È un giorno particolare.
Lo stress ferma la signora Pantani. Nel pomeriggio salta l’appuntamento al museo. Anche
qui tanti occhi lucidi, ma pure
sorrisi e bandane color giallo e
rosa. I bambini che corrono nel
nome di Marco sono il modo migliore per ricordarlo. Da dieci
anni gareggiano e vincono. Ieri,
presente il sindaco di Cesenatico, è toccato a Paolo salutarli e
ringraziarli: «Vedervi mi riempie il cuore. Tonina direbbe, siete i nostri Piratini».
● Non se lo aspettava, Rein
Taaramae. Non tanto di
vincere la Vuelta a Murcia,
perché l’estone dell’Astana
è capace anche di colpi
come quello di ieri: fuga di
50 km e successo in solitaria su Mollema, Stybar e
Felline. Semmai di essere
premiato con il Trofeo
Pantani (nella foto Sirotti).
Un omaggio degli
organizzatori al Pirata, che
nel ‘99 vinse la gara
spagnola, allora a tappe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Superbike R La presentazione
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
MONDIALE AL VIA
IN PISTA ANCHE LA MV AGUSTA
I protagonisti del Mondiale
Superbike sono in Australia,
dove domani e martedì
disputeranno a Phillip Island
l’ultima sessione di prove prima
dell’inizio della stagione, previsto
per domenica sulla stessa pista.
Otto le Case, tre italiane: Aprilia,
Ducati, favorite con la Kawasaki,
e Mv Agusta
APRILIA RSV4-RF
Motore 4 cilindri a V di 65°, cilindrata 999,6 cmc,
cornetti aspirazione variabili, peso 168 kg ALEX PHOTO
27
CONTENUTO
PREMIUM
KAWASAKI ZX10-R
Motore 4 cilindri in linea, cilindrata 998 cmc,
ammortizzatore di sterzo elettronico ALEX PHOTO
DUCATI PANIGALE R
Motore 2 cilindri a L di 90°, cilindrata 1198 cmc,
desmodromico, potenza oltre 210 Cv ALEX PHOTO
APRILIA-DUCATI, CHE DERBY
mani e martedì, ci daranno un’idea più precisa
del potenziale delle squadre dopo le radicali
modifiche al regolamento tecnico. La Superbike torna infatti all’antico, consentendo l’impiego di maxi moto più vicine a quelle in vendita dal concessionario. Pistoni e bielle di serie,
l’elettronica libera ma al prezzo imposto di 8
mila euro (centralina, cablaggi, sensori e software) e condivisione obbligatoria tra tutte le
squadre della stessa marca. Il peso limite sale
168 chili, contro 165. Sette motori concessi, chi
sfora partirà dal box ogni ulteriore punzonatura.
APRILIA DA BATTERE? Il missile RSV4 dovrebbe pagare più della concorrenze le restrizioni
all’elaborazione motore. Ma con la nuova versione RF e un gran lavoro al banco prova gli ingegneri dell’ Aprilia sono riusciti a limitare la
perdita di potenza. Haslam nel precampionato
è andato molto forte, specie sul ritmo gara. Pur
avendo affidato la logistica alla satellite Red Devils, la marca veneta mantiene il controllo tecnico e gestionale del progetto e questo costituisce
una garanzia. La Kawasaki però fa paura perché
lo sviluppo è cominciato un anno fa e alla ZX10R non manca niente: motore super, ciclistica
equilibrata ed elettronica di primissimo livello,
curata per altro da uno staff interamente italiano. I britannici Sykes e Rea, rivali da quando
erano ragazzini, formano la coppia più forte del
lotto.
Sbk
Paolo Gozzi
@paologozzi1
E
se stavolta fosse un superderby italiano?
Tra una settimana in Australia riparte la
caccia al Mondiale delle derivate dalla serie con
l’Aprilia campione in carica e la Ducati che torna ambiziosa dopo due anni di magra. Il campione Sylvain Guintoli è fuggito alla Honda che
non vince da 7 anni, lasciando la pluridecorata
RSV4 (7 Mondiali Piloti e Marche in 5 stagioni)
al britannico Leon Haslam, 31 anni. La Ducati
spera nel decollo di Davide Giugliano, 25 anni,
primatista dei test invernali. È una doppia
scommessa: Haslam non vince dal 2010 (quando fu vicecampione dietro il nostro Max Biaggi), il romano aspetta ancora il primo successo
iridato. La Kawasaki punta invece sui collaudatissimi Tom Sykes, 29 anni, che ha vinto il campionato nel 2013, e Jonathan Rea, 28, funambolico ex Honda finito terzo nella generale dell’
anno scorso. Due galli nel pollaio, funzionerà?
Cominceremo a farci un’idea già stanotte nella
prima delle due giornate di test pre gara sullo
stesso tracciato di Phillip Island che ospita
l’apertura. Sarà l’antipasto di una sfida che pro-
mette equilibro e mille emozioni.
PIENONE Alla terza stagione di gestione Dorna
(la società capeggiata da Carmelo Ezpeleta che
organizza pure la MotoGP) la Superbike torna
al centro dell’interesse delle Case. Sono ben otto al via: le italiane Aprilia, Ducati e Mv Agusta,
le giapponesi Kawasaki (iridata 2013), Honda e
Suzuki, la tedesca Bmw e la statunitense EbrBuell. Nel 2016 tornerà anche la Yamaha con la
fiammante YZF-R1m che in questa stagione farà rodaggio nelle serie nazionali più importanti.
Schieramento al gran completo: 26 piloti di 11
Paesi, più 4-6 wild card designate dagli organizzatori dei 13 GP in programma. La novità è l’inà per la prigresso della Thailandia che ospiterà
ssimo tracma volta un evento iridato sul bellissimo
ciato di Buriram, 400 chilometri a est di Bangkok. Da noi si corrono due round: 10 maggio a
Imola, 21 giugno a Misano. Italia1 offrirà tutto
nto tecnico
il Mondiale in diretta con il commento
di Max Biaggi, sei Mondiali (due in SBK). In Tv
ti della Mola Superbike fa il doppio degli ascolti
toGP a pagamento su Sky: in media 1,2 milioni contro 600 mila.
ANTIPASTO Le otto ore complessive di
ocollaudo, che si consumeranno do-
NOALE FAVORITA PERÒ HA
E
PERSO GUINTOLI, LE NUOVE
NORME SPINGONO LA ROSSA.
A.
KI
MA OCCHIO ALLA KAWASAKI
DOMENICA
C’È L’AUSTRALIA
Questo il calendario iridato:
22 Febbraio
Australia Phillip Island
22 Marzo
Thailandia Chang
12 aprile
Spagna Aragon
SYLVAIN
GUINTOLI
32 ANNI
FRANCIA
Honda
CBR1000RR
SP - Numero 1
Campione
2014. Ha corso
129 GP con 9
vittorie
RISCOSSA DUCATI La Panigale aveva già prima
pistoni e bielle stradali, per cui il nuovo regolamento gioca a favore. Sul dritto la bicilindrica
1200 ha (quasi) annullato il divario velocistico
con le plurifrazionate concorrenti. Adesso c’è
da capire se ci sono progressi anche riguardo la
gestione dell’aderenza, che nei due anni di digiuno è stato il limite più grosso. Giugliano sul
giro secco è fenomenale, bisogna vedere se riuscirà pure ad essere costante. Phillip Island è un
jolly, qui la Ducati è sempre andata fortissimo
anche nei momenti bui. Partire col piede giusto
sarebbe decisivo.
LE SPINE DI GUINTOLI Il francese, 32 anni, ha
portato il numero uno alla Honda temendo che
p
Aprilia
ridimensionasse l’impegno. Sbagliato.
Adesso rriparte da zero con la vetusta CBR-RR
che non vince il titolo da sette anni. Sarà una
partenza col doppio handicap perché la spalla
lesionata nel gran botto a Jerez, un mese fa, è
ancora dolorante.
d
Accanto al campione del
mondo, la Honda lancia nella mischia il
22enn
22enne olandese Michael van der Mark, iridato d
della Supersport (medie cilindrate) che
con la Superbike ha già vinto due volte la 8
Ore d
di Suzuka (gara valida per il Mondiale
Endur
Endurance). Con l’astro nascente nello stesso box per Guintoli sarà ancora più dura.
I 4 rivali
del campione
LEON HASLAM
● 31 ANNI
GRAN BRETAGNA
Aprilia RSV4 RF - Numero 91
Ha disputato 182 GP cogliendo
tre vittorie ALEX PHOTO
DAVIDE GIUGLIANO
● 25 ANNI
ITALIA
Ducati Panigale R - N. 34
Ha disputato 79 e conquistato
sei podi ALEX PHOTO
TOM SYKES
● 29 ANNI
GRAN BRETAGNA
Kawasaki ZX10-R - N. 66
Iridato 2013, ha corso 157 GP
con 22 vittorie ALEX PHOTO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
● I piloti di 11 Paesi. Quattro gli italiani: Davide
Giugliano e Matteo Baiocco (Ducati), Ayrton
Badovini ((Bmw) e Niccolò Canepa (Ebr).
19 aprile
Olanda Assen
10 maggio
Italia Imola
24 maggio
Gran Bretagna Donington Park
7 giugno
Portogallo Portimao
21 giugno
Riviera di Rimini Misano
19 luglio
USA Laguna Seca
2 agosto
Malesia Sepang
JONATHAN REA
● 28 ANNI
GRAN BRETAGNA
Kawasaki ZX10-R - N. 65
All’attivo 140 GP e 15 vittorie,
viceiridato 2008 ALEX PHOTO
20 settembre
Spagna Jerez
4 ottobre
Francia Magny-Cours
18 ottobre
Qatar Losail (*)
* in attesa del contratto
28
Sport invernali R Mondiali di sci a Vail
Gross e Razzoli
ultima speranza
«Siamo sereni
si va all’attacco»
1Dopo un gennaio magico, nello slalom di oggi
sono chiamati a salvare il triste bilancio azzurro
Massimo Lopes Pegna
INVIATO A BEAVER CREEK
G
iuliano Razzoli ha i capelli biondi, Stefano
Gross neri con due basette importanti. I due ragazzi che
dovranno riscattarci da un altro
Mondiale americano con «zero
tituli»« non hanno solo facce diverse. Il primo ha l’indolenza e
il sarcasmo emiliano e già salvò
la baracca cinque anni fa ai Giochi di Vancouver conquistando
l’oro, l’unica medaglia dello sci
di quella spedizione. Poi però,
fra infortuni, problemi di materiali e retrocessioni di gruppo,
non era mai più riuscito a stupire. L’altro ha la praticità di chi
viene dalle Dolomiti (Pozza di
Fassa) e ha vinto per la prima
volta soltanto l’11 gennaio
scorso. Quattro gare ai piedi
del podio per pochi centesimi,
inclusa l’Olimpiade di Sochi un
anno fa, quando pianse per
quei centimetri che lo tennero
fuori dai tre grandi.
ALL’ATTACCO Entrambi hanno
avuto un gennaio magico: Razzoli due volte 4° e una 6°; Gross
un primo e due secondi posti.
Un pieno di positività che infonde speranze concrete in una
specialità dura, che ha visto sei
vincitori su otto gare, e li carica
di responsabilità. Rilassato e
sprofondato in una poltrona,
Razzoli dice: «Se sono pronto a
salvare di nuovo la patria? Non
mi dispiacerebbe né mi peserebbe. La pressione è la stessa,
perché anche con il medagliere
pieno dovevo andar forte lo
stesso». Dice di sentirsi finalmente libero di andare all’assalto. Spiega: «Perché in questi
anni ho dovuto fare solo calcoli
per risalire in classifica. A gennaio li ho fatti bene e ora che
non ho quei vincoli spero proprio di fare meglio. Sai che alla
fine devi andare giù al massimo
perché punti al podio. Ma la
concorrenza è agguerritissima:
«HO SEMPRE
CREDUTO IN ME
E ADESSO SONO
PIU’ MATURO»
STEFANO GROSS
VINCITORE AD ADELBODEN
«PRESSIONE?
BISOGNA
ANDARE FORTE
COMUNQUE»
GIULIANO RAZZOLI
OLIMPIONICO 2010
siamo in quindici per quei tre
posti». Stefano concorda con il
compagno:«Sì, siamo in tanti
per quei tre piazzamenti. E’ una
pista piatta dove bisognerà sbagliare poco, perché è un po’
troppo facile per poter recuperare se commetti degli errori. Io
sono più adatto a percorsi con
neve dura e pendii più ripidi,
ma i veri atleti e campioni vanno dappertutto come Hirscher
e Neurether, per cui ho grande
ammirazione. Sono pronto e il
fatto che siamo a zero medaglie
è qualcosa a cui proprio non
penso. Io sono qui per la mia
missione, tutto il resto non conta». Neve e sensazioni simili a
quelle di Vancouver? Razzoli
scuote la testa: «No, la pista
non c’entra niente con quella
canadese. Sto bene, sto andando forte in tutte le condizioni e
comunque bisogna adattarsi.
La neve la preferisco dura, perché non parto nei primi sette. E’
la gara più difficile? Diciamo
che è quella in cui più persone
possono vincere. Ma è stimolante proprio per questo».
MATURO Gross, invece, è stimolato dai successi delle scorse
settimane, senza i pensieri neri
che l’anno passato gli sconvolsero la vita e senza il mal di
schiena che lo ha limitato a inizio stagione. Dice: «Ora sono
più maturo. I problemi di salute
di mio padre, che ora sta bene,
hanno contribuito a cambiarmi. Mi hanno fatto capire quali
sono le cose che contano. E’
grazie a queste avversità che ho
fatto dei passi avanti, perché
mentalmente metti tutto nella
giusta prospettiva. Credevo in
me stesso anche quando i risultati non arrivavano. Mi sono
rimboccato le maniche e ora ho
tanta voglia di lavorare e di star
davanti». Razzoli rilancia: «Il
nostro è uno dei quartetti più
forti del Mondiale. Gross è andato alla grande. Ma anche
Thaler: su questa neve l’ho visto bene nei giorni scorsi. E lo
stesso Moelgg si sta riprendendo rapidamente dall’infortunio. Insomma, per lo slalom di
oggi frecce nell’arco dell’Italia
ce ne sono» Stefano approva:
«Già da un po’ siamo davanti in
tanti. Un paio d’anni fa eravamo in cinque nel primo gruppo,
non è da tutte le nazioni. Ci tiriamo a vicenda, è importante
soprattutto negli allenamenti.
Vincere aiuta a vincere: è una
questione di fiducia. In questo
ultimo mese sono arrivati i risultati e sono quelli che ti fanno
rischiare e ti permettono di limare centesimi cruciali». Quelli che lo facevano piangere di
rabbia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Stefano Gross, 28 anni, l’11 gennaio ha vinto lo slalom di Adelboden, primo successo in carriera
SCI SENZA PODI
PROGRAMMA
ANNO LOCALITA’
31 MURREN
33 INNSBRUCK
35 MURREN
36 GARMISCH
38 ENGELBERG
39 ZAKOPANE
48 ST. MORITZ
54 ARE
56 CORTINA
64 INNSBRUCK
68 GRENOBLE
70 GARDENA
80 LAKE PLACID
89 VAIL
93 MORIOKA
99 VAIL
06 SESTRIERE
15 VAIL
M=MONDIALI
GO=OLIMPIADI
Lo slalom uomini
chiude i Mondiali
Tv: 18.15 e 22.30
GARA
M
M
M
GO
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M
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M
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GO
G0
M
GO
M
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M
GO
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PODI
0
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0?
I Mondiali di Vail e Beaver Creek si
chiudono con la gara più aperta, lo
slalom maschile. Una specialità
che in questa Coppa del Mondo, su
otto prove disputate ha visto sei
vincitori. Solo il tedesco
Neureuther, che guida la classifica
di specialità e l’austriaco Hirscher
possono vantare in stagione due
successi. Il pronostico si apre
anche al norvegese Kristoffersen,
allo svedese Hargin e il russo
Khoroshilov e al francese Grange.
La pista è stata barrata per evitare
nella seconda manche i problemi
registrati nella combinata di
lunedì. L’Italia si affida a Stefano
Gross, Giuliano Razzoli, Patrick
Thaler e Manfred Moelgg.
Manche: ore 18.15 e 22.30
IN TV: dirette RaiSport 2 ed
Eurosport.
SLALOM DONNE
1. Mikaela Shiffrin (Usa) 1’38”48;
2. Frida Hansdotter (Sve) a 34/100;
3. Sarka Strachova (R.Cec) a 77/100;
4. Velez Zuzulova (Slk) a 94/100; 5.
Zettel (Aut) a 1”02; 6. Mielzynski (Can)
a 1”50; 7. Thalmann (Aut) a 2”04; 8.
Maze (Slo) a 2”48; 9. Noens (Fra) a
2”69; 10. Gagnon (Can) a 2“93; 11.
Loeseth (Nor) a 2”95; 12. Wiesler (Ger)
a 3”04; 13. Duerr (Ger) a 3”06; 14.
Pietilae-Holmner (Sve) a 3”19; 15.
Chable (Svi) a 3”25; 16. COSTAZZA
3”43; 19. BRIGNONE a 3”71; 23. Hector
(Sve) a 4”55. Rit. II manche: Baud
(Fra), Gisin (Svi), Holdener (Svi),
Kirchgasser (Aut), Hosp (Aut),
MOELGG.
MEDAGLIERE: 1. Austria 5 ori, 3
argenti, 1 bronzo; 2. Usa 2 o, 1 a, 2 b; 3.
Slovenia 2 o, 1 a, 0 b; 4. Svizzera 1 o, 0
a, 2 b.
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
Shiffrin, sei una roccia
Un bis colorato d’oro
29
SLITTINO: MONDIALI
1A soli 19 anni conferma il titolo conquistato nel 2013 con la
freddezza di una veterana: nessuna pressione nello slalom di casa
Oberstolz
e Gruber,
un bronzo
da veterani
Pierangelo Molinaro
INVIATO A BEAVER CREEK
E
cco una campionessa vera,
quella che vince nel giorno
in cui deve vincere. Mikaela Shiffrin ha solo 19 anni, ma la
solidità della roccia. Non la scalfisce l’emozione, si è scrollata di
dosso l’attesa degli americani e
ha regalato nello slalom il secondo oro agli Stati Uniti dopo quello nel gigante di Ted Ligety. Ha
frustato le avversarie nella prima
manche, che ha chiuso con un
vantaggio di 40/100 sulla svedese Hansdotter e 44/100 sulla ceca Strachova (ex Zarobska). Ma
non le è stato affatto facile. Soprattutto dovendo partire per
trentesima nella seconda parte
della gara su una pista segnata e
una neve che il sole caldo delle
tre del pomeriggio aveva reso
scivolosa come una saponetta.
Una situazione non facile in cui
l’assetto centrale è fondamentale, perché allontanare troppo i
piedi dall’asse del tronco espone
al rischio di scivolare.
1A 37 anni beffano
i leader di Coppa
Eggert-Benecken
«Più gioia che per
l’argento del 2011»
Simone Battaggia
«S
ì, è la nostra seconda medaglia
mondiale. E chissà, forse è anche l’ultima. La
voglia di andare avanti non
manca, ma abbiamo 37 anni, in partenza siamo sempre più lenti, a settembre e a
ottobre non ci siamo allenati per il mio mal di schiena.
Di sicuro sarà sempre più
dura». Christian Oberstolz
IL THRILLING E le avversarie
non le hanno permesso di vivere
di rendita. Prima una grandissima discesa della slovacca Zuzulova accendeva le polveri. Poi
un’altra della Strachova e infine
la Hansdotter. Tutte al massimo.
Non si poteva gestire, perché i
40/100 della prima manche sulla svedese potevano essere anco-
R Strachova riesce
SCI DI FONDO
a raggiungere il
bronzo dopo aver
sconfitto un
tumore alla testa
Ultimo test a Falun
Pellegrino cade
nella sprint: è 10°
RAncora male le
italiane: Costazza
sedicesima,
Brignone 19a e
fuori la Moelgg
ra più scivolosi della neve. Mikaela è partita forte, la prima porta
doppia l’ha superata con un guizzo felino, ma sulla prima gobba
ha scalato una marcia, forse per
riprendere l’assetto migliore. Ma
il primo intertempo diceva che
stava clamorosamente perdendo, +4/100, simile il secondo,
+3/100. Qualcuno deve averle
gridato il pericolo e sull’ultimo
muro la Shiffrin si è scatenata:
meno 34/100 al traguardo sulla
svedese. Un capolavoro. Argento
alla Hansdotter e bronzo alla
Strachova.
MAZE A fallire questo slalom è
stata Tina Maze. In questa specialità è in grande condizione,
ma forse le energie nervose spese
nella prima settimana del Mondiali l’hanno prosciugata. Si è vista nella prima manche quanto
fosse poco reattiva, come subiva
certe porte. E non è andata meglio la seconda. La sua esperienza sulle piste di Beaver Creek è
stata comunque sontuosa, due
ori ed un argento la pongono insieme all’austriaca Fenninger sul
trono di questi Mondiali. E sabato a Maribor la Maze riprende la
rincorsa alla Coppa del Mondo.
UN PIANTO Questa gara ha dato
ancora una volta conferma che lo
Da sinistra: Frida Hansdotter, Mikaela Shiffrin e Sarka Strachova
slalom femminile azzurro è completamente da rifondare. Un’ottima squadra di tecnici può fare
poco con un gruppo che a un
Mondiale si scioglie come neve al
sole. Le nostre ragazze sembrano
spaventate dall’evento, non esaltate dal fatto di vivere un’esperienza che potranno raccontare
per tutta la vita. Non è bello vedere Chiara Costazza essere già
fuori assetto sul primo palo e non
riuscire a trovare il ritmo neppure davanti ai restanti 60. Il giorno
prima in allenamento batteva
svedesi e canadesi, in gara l’emozione l’ha cotta. E neppure Federica Brignone, che si è dimenticata dei progressi mostrati a sprazzi in Coppa del Mondo e ha sciato
in modo distratto. Se poi si considera che Manuela Moelgg nella
prima manche non è neppure
riuscita ad entrare fra le prime
trenta in un consesso decisamente più facile di quello di Coppa si
ha l’idea di un gruppo che non
accende neppure più speranze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2
● (a.a.) Per Mikaela Shiffrin è il
secondo oro iridato: conferma
quello di Shladming 2013.
La statunitense è stata oro
in slalom anche a Sochi 2014
4
● (a.a.) Per Sarka Zahrobska
Strachova è la quarta medaglia
iridata in slalom: terza a Bormio
2005, prima ad Are 2007 e
seconda a Val d’Isere 2009
3
● (a.a.) Mikaela Shiffrin è la
terza a conquistare tre podi, tra
Mondiali e Giochi, prima di
compiere 20 anni. Raggiunge
Goitschel (5) e Hess (4)
Una caduta costata carissimo.
Federico Pellegrino nella sprint di
Coppa del Mondo, ultimo test prima
del Mondiale di Falun, esce dalla
semifinale fino quel momento ben
gestita, e perde per 42 punti il
pettorale di leader di specialità,
passato al norvegese Krogh, vincitore
in gara. Il valdostano chiuderà al 10°
posto, ma non si dispera dopo 3
vittorie. «Un podio sarebbe stato alla
mia portata – racconta Federico - Era
un’occasione buona e non l’ho
sfruttata. Ma fino ad un certo punto
perché sono situazioni che
succedono nella sprint». Tra le donne
Marit Bjoergen conquista il 90°
successo; out dai quarti Gaia Vuerich
(caduta) e Francesco Baudin.
Sprint tc. Uomini: 1. Krogh (Nor); 2.
Harvey (Can); 3. Bakken (Nor); 4.
Fossli (Nor); 10. Pellegrino; 24.
Rastelli; 33.Urbani. CdM: 1. Sundby
(Nor) 1189; 2. Cologna (Svi) 856; 12.
Pellegrino 356; 14. Clara 319. C.Sprint:
1. Krogh (Nor) 398; 2. Pellegrino 356.
Donne: 1. Bjoergen (Nor); 2. Falla
(Nor); 3. Nilsson (Sve); 4. Gjeitnes
(Nor); 24. Baudin; 27. Vuerich; 38.
Laurent. CdM: 1. Bjoergen 1688; 2.
Johaug 1143; 50. Debertolis 108.
C.sprint: 1. Bjoergen 450; 2. Oestberg
(Nor) 430; 23. Vuerich 74. O
Oggi: 9.45 e 12.45: 10 e 15 km tl D e U
(dir.Rai Sport 2/Eurosport 2).
COPPA BIATHLON A Oslo due sprint
di Coppa del Mondo con successi
della bielorussa Domracheva che
balza in testa alla generale (bene le
azzurre) e del tedesco Peiffer. Oggi le
staffette. Uomini, 10 km sprint: 1.
Peiffer 24’57”0 )0); 2. M. Fourcade a
3”3 (0); 3. Shipulin (Rus) a 15”4 (0);
40. HOFER a 1’40”9 (2). Coppa (17): 1.
Fourcade 777; 2. Schempp (Ger) 699.
Donne, 7.5 km sprint: 1. Domracheva
(Bie) 20’35”7 (0); 2. Dahlmeier (Ger) a
14”3 (0); 3. Dorin-Habert (Fra) a 29”9
(1); 6. WIERER a 48”9 (1); 15.
OBERHOFER a 57”7 (1). Coppa (17): 1.
Domracheva 837; 2. Makarainen (Fin)
827; 6. WIERER 542; 8. OBERHOFER
458.
3
● Gli anni passati dall’ultimo
podio azzurro ai Mondiali: lo
conquistò Zoeggeler, terzo ad
Altenberg 2012. A Whistler
2013 Italia restò a mani vuote
20
● Le medaglie iridate degli
azzurri nel doppio: 5 ori, 8
argenti e 7 bronzi. Ultimo
oro nel 2009 a Lake Placid:
Plankensteiner-Haselrieder
racconta il bronzo di Sigulda come se fosse il sigillo di
una carriera, un punto di
arrivo, un traguardo che dà
senso non solo a una stagione, ma anche a vent’anni
passati su uno slittino. Con
Patrick Gruber, il compagno di sempre nel doppio
azzurro, si sono detti soltanto “finalmente”. «Sì,
avevamo preso l’argento a
Cesana 2011, ma lì fu anche
una delusione, avremmo
voluto vincere. Di questo
bronzo invece siamo pienamente soddisfatti, considerando anche la nostra età.
Per tutto l’inverno siamo
sempre arrivati quarti,
quinti o sesti. A Oberhof,
Winterberg e Lillehammer
il podio ci era sfuggito per
pochi centesimi. È arrivato
al momento giusto».
REGOLARITÀ Gli azzurri
erano quarti dopo la prima
discesa, alle spalle degli
olimpionici Wendl-Arlt —
avrebbero confermato anche il titolo mondiale —,
degli austriaci Penz-Fischler e dei leader di Coppa,
Eggert-Benecken. La beffa
sembrava dietro l’angolo, e
I pusteresi Christian Oberstolz e
Patrick Gruber, entrambi 37enni AP
invece la regolarità degli azzurri ha pagato: due manche
pressoché identiche, con una
partenza lenta e tempi che miglioravano curva dopo curva
man mano che le difficoltà della pista mettevano in luce le
abilità di pilota di Oberstolz.
Sarebbero stati proprio EggertBenecken a sbagliare, spalancando la via del podio agli azzurri. «In altre condizioni
avremmo potuto anche portare a casa di più — racconta il
pilota dei Carabinieri —, ma
faceva troppo caldo e c’era
troppa umidità. Va bene così».
MILLE DIFFICOLTÀ Un podio
come trampolino verso Pyeongyang 2018? «È presto per dirlo. Sicuramente faremo la
prossima stagione, ma a questa
età non è giusto fare programmi più a lungo termine. Sicuramente ci sarà da lavorare sui
materiali. Con Zoeggeler e Haselrieder c’è una buona collaborazione, ma lavoriamo in
condizioni davvero difficili.
Senza una pista per allenarsi è
impossibile trovare slitte veloci. Quando andiamo in Germania, o in Norvegia, mica ci fanno trovare il ghiaccio che vogliamo». Per fortuna Sigulda
assomiglia molto alla pista dei
sogni. Oggi Dominik Fischnaller cercherà un’altra medaglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Doppio: 1. Wendl-Arlt (Ger) 1’23”890
(1°+1°); 2. Penz-Fischler (Aut) a 0”136
(2°+2°); 3. OBERSTOLZ-P.GRUBER a
0”257 (4°+3°); 4. Eggert-Benecken
(Ger) a 0”369 (3°+6°); 5. RIEDER-RASTNER a 0”418 (5°+4°); 14. F.GRUBERKAINZWALDNER a 1”591 (12°+16°).
Donne: 1. Geisenberger (Ger) 1’24”142
(1°+1°); 2. Ivanova (Rus) a 0”316
(3°+2°); 3. Huefner (Ger) a 0”321
(2°+3°); 18. VOETTER a 1”453 (20°+18°);
ROBATSCHER rit.
OGGI Singolo uomini (9.10 e 11.10): D.
Fischnaller, K. Fischnaller. Ore 13:
staffetta.
In tv: dirette Eurosport 2 ore 9.15,
Eurosport 1 ore 13.30.
30
Basket R All Star Game
Il discorso del Re
«Nba mai stata
così bella»
ble player»?
«Uno che si migliora anno dopo
anno, cresce sera dopo sera,
senza accontentarsi mai, e raggiunge un alto livello costante.
Non puoi avere solo una o due
ottime stagioni. Io cerco di essere un leader dentro e fuori dal
campo e penso di essere stato
premiato per quello».
Curry e Thompson stanno trascinando i Warriors a una stagione superlativa.
«Sono loro due il motivo per cui
Golden State vince, sono il motore della squadra con le loro
capacità realizzative. E si vede
che hanno chimica, che si divertono a giocare assieme. I compagni seguono il loro esempio».
Gli Hawks vengono definiti gli
Spurs dell’Est, è d’accordo?
«Certo, coach Budenholzer ha
portato il dna di Popovich. Giocano benissimo, con grande circolazione di palla che permette
a tutti di essere sempre in ritmo.
Difensivamente non puoi concentrarti su un solo giocatore e
hanno un gran contributo dalla
panchina con gente come Mike
Scott, Pero Antic, Dennis Schroder. Anche Kent Bazemore sta
dando minuti importanti».
L’ultima partita prima della pausa l’avete persa a Chicago. Come
ha visto Derrick Rose?
«Benissimo. Mi è sembrato che
stia tornando quello pre infortuni, quando vinse l’mvp, con
quei tagli in backdoor per
schiacciare, le penetrazioni sino
al ferro, quel tiro a una mano da
sotto in avvicinamento. Sono un
suo grande tifoso ed è stato bello vederlo a quei livelli, anche se
era contro di noi».
LeBron James,
30 anni, campione
Nba 2012 e 2013,
miglior giocatore
dell’anno 2009,
2010, 2012 e 2013 AP
PIANETA
USA
Massimo Oriani
INVIATO A NEW YORK
A
ccalcati attorno a un piccolo palco per ascoltare
il Verbo. LeBron James è
ancora il numero uno e qualsiasi parola esca della sua bocca
assume un’importanza notevole. Oggi ancor più di ieri, visto
che è stato eletto vicepresidente dell’Assogiocatori con l’intento di strappare alla lega più
soldi possibili dopo la firma del
nuovo contratto televisivo. Diciamo che hanno calato il jolly.
Mr. James, si parla tanto di migliorare il gioco. Che idee ha al
riguardo?
«Siamo forse al punto più alto
di sempre della lega, le due
conference hanno squadre che
giocano alla grande, non mi pare ci sia nulla da cambiare».
I Cavs sono partiti male, ora le più vicini. Sta gestendo molto
bene la sua prima esperienza
cose vanno meglio.
«Il problema nello sport è che ci nella Nba e sono felice di giocasi aspetta sempre una gratifica- re per lui. Spero che ci possa
zione immediata ma, essendoci portare sino al titolo».
già passato con gli Heat, so che
invece serve tempo. Per impa- La crescita dei Cavs è anche atrare a conoscersi, costruire un tribuibile alle aggiunte sul mergruppo dentro e fuori dal cam- cato?
po. Infatti nell’ultimo mese i «Certo, JR Smith ci ha dato una
progressi si sono visti, abbiamo dimensione perimetrale che ci
mancava, è un
vinto 14 delle ulgrande tiratore e
time 16 gare primolto sottovaluIL NUMERO
ma della sosta».
tato come difensore e passatore.
Porta sulle spalle
Iman Shumpert
il peso di una citè un vero profestà, di uno stato,
sionista a cui inche la vede come
teressa solo vinil Messia. Le dà presenze di James
cere e ha una
fastidio?
all’All Star Game
grinta in difesa
«Non credo nella
come pochi altri
pressione, vado compresa questa:
nella lega».
in campo e faccio sempre dal 2005,
quello che mi mvp 2006 e 2008
Senza dimenticahanno insegnato, non posso far altro che dare re Mozgov.
il massimo, quello che poi acca- «Assolutamente. Era il pezzo
de è fuori dalla mia portata. Ca- mancante al nostro puzzle.
pisco la situazione in cui mi tro- Uno che può ricevere palla in
vo ma non posso vivere la mia post basso e segnare, ma sovita secondo quello che pensa- prattutto un altro giocatore di
peso che difende il ferro».
no gli altri».
L’All Star Game al Madison Square Garden è più speciale degli altri?
«Adoravo i tifosi di Miami, come
ora quelli dei Cavs, ma se potessi giocare 82 partite all’anno qui
lo farei. E’ un posto davvero speciale, è la Mecca del basket,
quando ci metti piede puoi respirare la storia del nostro
sport» .
11
Il rapporto con coach Blatt?
«Ogni giorno che passa siamo
1LeBron James
e la lega di oggi:
«Siamo forse al
punto più alto
di sempre»
In carriera ha vinto 4 volte l’mvp.
Come definirebbe il «most valua-
PILLOLE ALL STAR
USA BATTUTI
Sfida tra giocatori
del 1° e 2° anno
«Stranieri» a segno
Andrew Wiggins, 19 anni REUTERS
● L’All Star Weekend si è aperto
venerdì notte con la sfida tra
giocatori al 1° e 2° anno, il Rising
Star Challenge, da quest’anno
nell’inedita veste che ha messo
di fronte i giovani statunitensi a
quelli del resto del mondo.
Hanno vinto gli stranieri 121-112,
trascinati dall’mvp Andrew
Wiggins, il canadese prima
scelta assoluta all’ultimo draft e
ceduto da Cleveland a Minnesota
in cambio di Kevin Love, autore
di 22 punti. Ma meglio di lui
hanno fatto Nikola Mirotic, il
montenegrino dei Bulls (16 con
4/6 da 3) e soprattutto un
monumentale Rudy Gobert,
francese dei Jazz, che ha chiuso
con 18 punti, 12 rimbalzi e 3
stoppate. L’evento non ha
richiamato una grande folla, col
Barclays Center mezzo vuoto.
HA DETTO
C’ERO GIÀ PASSATO A
MIAMI: SERVE TEMPO.
I PROGRESSI SI SONO
VISTI, DAL MERCATO I
PEZZI MANCANTI
SULL’INIZIO DIFFICILE
DEI SUOI CAVS
STA GESTENDO BENE
IL DEBUTTO. SIAMO
OGNI GIORNO PIÙ
VICINI. SONO FELICE
DI GIOCARE PER LUI
SU COACH DAVID BLATT
ESORDIENTE A CLEVELAND
CURRY E THOMPSON
SONO IL MOTORE DEL
BOOM DEI WARRIORS.
LA RICETTA: CHIMICA
E DIVERTIMENTO
SU GOLDEN STATE
PRIMA A OVEST
Per la prima volta la palla a due
se la contenderanno due fratelli,
Marc e Pau Gasol.
«E’ incredibile, sono molto felice per loro, due giocatori straordinari, e di far parte di un momento così bello per l’All Star».
Apparirà con un cameo nell’ultimo film di Judd Apatow,
«Trainwreck». E’ più nervoso sul
set o in campo durante le finali?
«Decisamente quando devo recitare, le Finals sono solo una
partita di basket».
SORPRESA HAWKS:
CIRCOLAZIONE E
DISTRIBUZIONE,
CON BUDENHOLZER
HANNO IL DNA SPURS
SU ATLANTA
PRIMA A EST
Detiene una piccola quota del
Liverpool. Lo sta seguendo?
«Si e sono contento di come sta
andando, spero continui a crescere da qui a fine stagione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ULTIMA ORA
Aldridge per Davis
nel quintetto Ovest
Palla a due alle 2.30
Silvestri, Cuzzolin, Gallinari, Datome, Petrucci, Bargnani, Pianigiani ieri a cena
PETRUCCI DAGLI ITALIANI IN NBA
La cena del patto azzurro per l’Europeo
La Fip annuncia: «Ci saranno tutti e 4»
● «Abbiamo trovato grande disponibilità». Così il presidente Fip Gianni
Petrucci, all’All Star Game di New York col ct Simone Pianigiani, il
preparatore Francesco Cuzzolin il capo-area Claudio Silvestri, ha
definito la cena di venerdì con gli azzurri Danilo Gallinari, Andrea
Bargnani e Gigi Datome. Anche il Mago, free agent come Datome e
Belinelli, ha dato la disponibilità per l’Europeo. Nella serata di ieri il
tweet trionfale della Fip dà l’ufficialità: «Bargnani, Belinelli, Datome e
Gallinari giocheranno per la Nazionale l’estate prossima all’Europeo!»
● Vinto il ballottaggio con Kevin
Durant: sarà LaMarcus Aldridge
a prendere il posto di Anthony
Davis nel quintetto della selezione
della Western Conference nell’All
Star Game di stasera. Il coach
dell’Ovest Steve Kerr aveva già
rimpiazzato gli altri titolari
infortunati Bryant e Griffin con
Harden e Thompson: completano
il quintetto Stephen Curry e Marc
Gasol; riserve Duncan, Durant,
Westbrook, Paul, Cousins, Lillard,
Nowitzki. Titolari per l’Est sono
Lowry, Wall, Anthony, James e
Pau Gasol; riserve Bosh, Horford,
Millsap, Butler, Teague, Irving,
Korver. Palla a due alle 2.30 ora
italiana, la partita sarà trasmessa
in diretta su Sky Sport 2.
GAZZAWEB
www.gazzetta.it
Guarda sul nostro sito la gara
del tiro da tre dell’All Star
Game di stanotte in cui
Marco Belinelli ha difeso il
titolo conquistato l’anno
scorso contro stelle come
Curry, Irving, Harden, Korver,
Thompson, Redick, Matthews.
Sul sito highlights, interviste e
il racconto della serata.
Pallavolo R Anticipo 19a di SuperLega
SERIE A
Riecco Mitchell: 29
Insieme a Pascolo
riaccende Trento
1Il capocannoniere
di nuovo incisivo,
Buscaglia vince
dopo 4 k.o. di fila.
Brindisi mai in gara
TRENTO
95
BRINDISI
83
DOLOMITI ENERGIA TRENTO:
Forray 3, Sanders 10 (5/7, 0/2),
Mitchell 29 (6/12, 4/10), Pascolo 19
(8/10, 1/2), Owens 10 (5/8); Grant 5
(1/3, 1/3), Flaccadori, Baldi Rossi 6 (0/1,
2/3), Armwood 3 (1/2), Spanghero 10
(4/4, 0/2). All.: Buscaglia.
ENEL BRINDISI: Pullen 20 (1/6,
4/7), Denmon 6 (3/4, 0/3), Harper
(0/2, 0/1), James 13 (3/4, 2/4), Mays
5 (2/7); Bulleri (0/1 da tre), Cournooh,
Zerini (0/2 da tre), Turner 28 (4/9,
6/9), Eric 11 (5/6). N.e.: Di Salvatore,
Morciano. All.: Bucchi.
ARBITRI: Lanzarini, Vicino, Ranaudo
NOTE - T.l.: Tre 11/19, Bri 11/16. Rimb:
Tre 33 (Pascolo 8), Bri 36 (James 8).
Ass.: Tre 17 (Sanders 8), Bri 13 (Pullen
4). Usc. 5 f.: James 39’35” (90-79).
Progr.: 5’ 14-4, 15’ 43-20, 25’ 66-41, 35’
83-64.
Carlo Azzolini
TRENTO
T
rento è tornata a sorridere. Nel momento più delicato, dopo quattro sconfitte di fila. A farne le spese la malcapitata Brindisi, schiantata
dalla voglia e dall’entusiasmo
dei ragazzi di coach Buscaglia.
Che dopo lo scivolone di Cantù
hanno aggredito il match. Merito della incredibile solidità difensiva della Dolomiti Energia e
di un attacco che non ha sbagliato nulla, nemmeno di fronte
a una difesa solida come quella
pugliese. «Bella vittoria, ottenuta contro una delle squadre
Alle 18.15 in campo per la 4a giornata
di ritorno di Serie A Beko.
VARESE-VENEZIA
(a.f.) Varese con il nuovo centro
Jefferson al debutto mentre l’ex
Diawara, dopo l’intervento all’occhio,
potrebbe essere di nuovo disponibile
per coach Pozzecco: si deciderà in
mattinata. Al completo la Reyer di
Recalcati.
Arbitri: Paternicò,Sabetta,Paglialunga
SASSARI-ROMA
(g.d.-a.pit.) Per Sassari, ci sarà in
panchina anche Jeff Brooks, che
anche ieri si è allenato con i compagni,
pronto al rientro dopo la pleurite e i
successivi accertamenti e tempi di
recupero. Ufficiale la firma di Kenny
Kadji, lungo del Camerun (cotonou), 26
anni, 211 cm, disponibile dalla Final
Eight. Roma senza Sandri, Stipcevic
100 gare in A, Jones 100 con la Virtus.
Arbitri: Chiari, Biggi, Lo Guzzo
PISTOIA-CASERTA
(f.l.-l.b.) Caserta senza Michelori, a
Pistoia Affaticamento muscolare per
Amoroso e problema ad un polso per
Brown ma ci saranno entrambi. Torna
dopo due gare Magro (occhio).
Arbitri: Sahin, Seghetti, Quarta
PESARO-REGGIO EMILIA
(cam.ca.-f.p.) A Reggio, Drake Diener
colpito in settimana da un virus
intestinale non è al meglio, ma ieri si e’
allenato e scenderà regolarmente in
campo. Pesaro sarà al completo.
Arbitri: Martolini, Rossi, Aronne
avanti 2-0, poi
partono i veneti,
che ora sono
quarti da soli
U
Tony Mitchell, 25 anni CIAMILLO
DIFFERENZA CANESTRI Stupita
dalla grinta bianconera, l’Enel
nel primo tempo non ha saputo
trovare contromisure allo strapotere sotto canestro di Mitchell (ha risposto alla panchina di Cantù con una serata da
29 punti) che insieme hanno
guidato i compagni dapprima
sul 27-13 al 10’ e poi 55-31 al
20’. Tutto con un’enorme differenza di ritmo, con gli ospiti,
portati avanti solamente dalle
invenzioni geniali di Turner
(l’ultimo ad arrendersi). La musica non è cambiata nemmeno
nella ripresa, a parte la mini-rimonta per il 73-61 al 30’. A quel
punto, però, ai pugliesi sono
mancate le energie per completare la rimonta e mantenere la
differenza canestri (all’andata
+8 Brindisi).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE ULTIME DALLE SEDI
Varese con Jefferson
Sassari ingaggia Kadji
Bologna-Cantù in tv
1Latina va
LATINA
più forti del campionato e con
un’ottima prestazione di tutta
la squadra», dice il coach trentino Buscaglia. Diametralmente
opposto l’umore in casa Brindisi. «Non voglio guardare nemmeno le statistiche - commenta
coach Bucchi -: decisivo il nostro cattivo approccio alla gara.
Non siamo riusciti a trovare il
passo in difesa. Stanchi mentalmente? Non posso escluderlo».
CAPO D’ORLANDO-CREMONA
(s.p.-a.r.) Dopo quasi tre mesi Griccioli
ritrova Sandro Nicevic. Con il rientro
del lungo croato, Pecile unico assente
per l’Upea. Cremona fa esordire
Daniel arrivato in settimana per
sostituire l’infortunato Cusin, out per
almeno quaranta giorni per un
problema muscolare.
Arbitri: Lamonica, Di Francesco,
Weidmann
BOLOGNA-CANTU’ (ore 20.30)
(l.a.-p.t.) Virtus al completo. Nell’Acqua
Vitasnella in dubbio Eric Williams per
un problema muscolare e Marco
Laganà per un attacco influenzale
mentre James Feldeine sarà a referto,
ma non giocherà, a causa di un
problema muscolare al flessore della
coscia sinistra.
Arbitri: Begnis, Baldini, Calbucci
Tv: diretta RaiSport1
MILANO-AVELLINO (domani)
Posticipo alle 20 su RaiSport1
Arbitri: Mattioli, Sardella, Filippini
Classifica: Milano 32; Reggio Emilia
28; Venezia 26; Sassari 24; Brindisi* 22;
Trento* 20; Cantù 18; Cremona,
Bologna (-2), Avellino, Pistoia 16; Roma
14; Capo d’Orlando, Varese 12; Caserta,
Pesaro 8. (*=una partita in più)
A-2 GOLD La 7a giornata di ritorno
(ore 18): Trapani-Agrigento (ore 12,
diretta Sky Sport 3), Napoli-Casale
(ore 17.30), Casale-Verona, BresciaTrieste, Jesi-Mantova, Torino-Ferentino
(domani, ore 20.30). Classifica:
Verona, Brescia 30; Ferentino 24;
Torino, Biella 22; Casale 20; Agrigento,
Trieste 16; Trapani, Casalp, Barcellona
14; Mantova 12; Jesi, Napoli 10.
31
Una battaglia infinita
Verona vince in rimonta
Pietro Antonelli
(27-13, 55-31; 73-61)
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
na partita infinita,
una battaglia giocata
sul filo dei nervi tra le
due squadre rivelazione del
campionato, lanciate verso i
piani alti della classifica,
che non ne volevano sapere
di perdere. Con Verona che
la spunta dopo una battaglia di due ore e mezza e si
conquista così il quarto posto solitario, anche perché
Perugia questa settimana riposa. Latina partita nei primi due set con il turbo e Verona incapace di contenere
il suo servizio. Nel terzo set
la Top Volley cala di intensità e la Calzedonia ne approfitta. Poi un quarto parziale
infinito ed un tie-break giocato più con i nervi che con
la necessaria lucidità. E Verona vince.
«Non abbiamo giocato bene» dice convinto il tecnico
degli scaligeri, Andrea Giani, esausto anche lui a fine
partita. «Il recupero è stato
importante perché dimostra
LATINA
2
VERONA
3
(25-21, 25-23, 22-25, 36-38, 11-15)
TOP VOLLEY LATINA: Skrimov 7,
Semenzato 7, Sottile 5, Urnaut 21,
Van de Voorde 10, Starovic 27;
Manià (L), Tailli (L), Rauwerdink 3,
Rossi, Pellegrino. N.e. Davis,
Ferenciac. All. Blengini.
CALZEDONIA VERONA: Coscione
1, Sander 23, Anzani 12, Gasparini
16, Deroo 14, Zingel 21; Pesaresi
(L), Blasi, White, Bellei 3, Centomo
(L). N.e. Gitto, Borgogno. All. Giani.
ARBITRI: Saltalippi-Cesare
NOTE Spett. 1800, incasso 4000.
Durata set: 27’, 32’, 29’ 46’, 17’; tot.
151’. Top Volley: b.s. 23, v. 6, m. 10,
s.l. 5, e. 32. Calzedonia: b. s. 17, b. v.
10, m. 14, s.l. 6, e. 39. T. Gazzetta: 6
Zingel, 5 Sander, 4 Starovic, 3
Anzani, 2 Sottile, 1 Urnaut.
che siamo sempre più in fase di
crescita, soprattutto se questo
recupero è riuscito in casa di
una squadra che sta giocando
bene, allenata da un bravo tecnico e capace di farsi rispettare
da chiunque. Latina merita
ampiamente la posizione che
ha in classifica».
Eppure c’è sembrato che nel
terzo parziale, più che crescere
voi, siano stati i laziali a cedere
soprattutto da un punto di vista
mentale.
«Non penso che le cose siano
andate in questa maniera. Latina ha giocato il suo volley e
noi, pur non esprimendoci al
massimo, siamo riusciti a reagire e a non mollare mai perché
ci abbiamo sempre creduto».
Il quarto posto in solitaria è ora
raggiunto, dove può arrivare la
Calzedonia?
«Il nostro intento è quello di
giocare bene e a viso aperto
contro chiunque. Questa vittoria ci conferma che stiamo lavorando bene. Ma dobbiamo
continuare, il traguardo è ancora lontano».
Ma non complesso c’è di che essere soddisfatti...
«Stiamo macinando tanto gioco durante gli allenamenti.
Troviamo sempre più fiducia
man mano che i risultati arrivano. Il nostro obiettivo è quello di continuare a scalare posizioni in classifica».
Andrea Giani, 44 anni TARANTINI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SERIE A-1 DONNE
MODENA-URBINO 3-0
(25-20, 25-15, 25-18)
LIU-JO MODENA: Rosseaux 7,
Crisanti 6, Rondon 4, Piccinini 12,
Folie 7, Fabris 19; Arcangeli (L),
Maruotti 2, Paterlini, Kostic 2, Muri,
Petrachi (L). N.e. Heyrman, Ikic. All.
Beltrami.
ZETA SYSTEM URBINO: Santini 4,
Vujiko, Spelma 9, Fresco 6, Walker
4, Agostnetto; Bruno (L) 1, Leggs 4,
Lestini 5, Giacomel (L) 1, Zecchin.
N.e. Richey. All. Ebana.
ARBITRI: Piubelli e Zanussi
NOTE Spettatori 1639. Durata set
27’, 22’, 25’; tot. 74’. Liu-Jo: b.s. 11, v. 5,
m. 5, s.l. 4, e. 13. Zeta Sys: b.s. 5, v. 5, m.
6, s.l. 2, e. 11. Trofeo Gazzetta: 6 Fabris,
5 Piccinini, 4 Arcangeli, 3 Rondon, 2
Crisanti, 1 Spelman. (p.r.)
BUSTO-CASALMAGGIORE 3-2
(25-19, 20-25, 26-24, 22-25, 15-13)
UNENDO BUSTO ARSIZIO: Wolosz 2,
Havelkova 17, Pisani 16, Diouf 14,
Marcon 7, Lyubushkina 15; Leonardi (L),
Perry 10, Camera, Rania. N.e. Michel,
Aelbrecht. All. Parisi.
POMI’ CASALMAGGIORE: Gennari 11,
Gibbemeyer 15, Ortolani 21, Tirozzi 17,
Stevanovic 9, Skorupa 1; Sirressi (L),
Bianchini 1, Quiligotti, Agrifoglio. N.e.
Klimovic. All. Mazzanti.
ARBITRI: Venturi, Sessolo.
NOTE Spett. 3761, incasso 20.671. D.s.:
26’, 29’, 29’, 29’, 18’; tot 131’. Unendo: b.s.
14, v. 0, m. 10, 2° l. 8, er. 15. Pomì: b.s. 12,
v. 3, m. 11, 2a l. 7, er. 13. T.G. 6 Pisani, 5
Ortolani, 4 Tirozzi, 3 Lyubuskina, 2
Gibbemeyer, 1 Diouf. (m.b.l.)
OGGI (17ª g., ore 18): PiacenzaBergamo; Conegliano-Scandiano;
Novara-Montichiari; Firenze-Forlì.
CLASSIFICA: Novara 42, Modena 40;
Casalmaggiore 35; Conegliano 29; Busto
28; Piacenza, Bergamo 26; Montichiari
22; Scandicci 20; Firenze 15; Urbino,
Forlì 4.
ORE 18
Modena ritrova
Kovacevic
C’è Monza-Molfetta
TRENTO-RAVENNA (niba-s.cam)
Contro gli ex Andrea Bari e Beppe
Cormio il tecnico Stoytchev ha tutti
a disposizione e dovrebbe
confermare Zygadlo in regia.
Ravenna al completo, dal momento
che ha recuperato dopo una forma
influenzale il grande ex (339
partite, 14 trofei) Andrea Bari,
libero assieme a Goi in un sestetto
che prevede: Cavanna-Renan,
Cester e Mengozzi al centro, Cebulj
ed uno tra Koumentakis e Zappoli
in banda.
MODENA-PIACENZA (p.r.-m.mar.)
Modena al completo ha recuperato
Kovacevic dopo quasi due mesi.
Disponibile anche Petric, mentre
sarà più graduale il rientro di
Ngapeth che andrà in panchina.
Formazione: Bruninho-Vettori,
Verhees-Piano, Petric-Kovacevic,
Rossini libero. Piacenza nel 2015
non ha mai vinto in Italia. Vorrebbe
farlo su un in cui non vince dal
2008 (con Lorenzetti). Non
ultimate le formalità per tesserare
Matteo Paris, giocheranno TavaresPoey, Alletti-Ostapenko, ZlatanovMassari con Mario Junior libero.
In Tv: 0re 17 diretta RaiSport 1
MACERATA-MILANO (m.g.c.mus.) Per Macerata sempre
assente Kurek , in banda KovarParodi. Milano con qualche
incognita: De Togni, Valsecchi e
Veres sono in forse. Confermati
invece Kauliakamoa, Vinicius,
Bencz e Rizzo (L).
MONZA-MOLFETTA (giu.ma.-f.v.)
Scontro squadra caldissime.
Monza dovrebbe avere Jovovic in
regia, nonostante il fastidio al collo
degli ultimi giorni. Per Molfetta tre
pretendenti per un solo posto di
schiacciatore: Noda Blanco,
Despaigne e Del Vecchio.
PADOVA-SANSEPOLCRO (ma.s.an.me.) Nel Padova Aguillard al
posto di Volpato. Nel Sansepolcro
Polidori rilancerà Maric dall’inizio
come opposto, con Teppan in
panchina (Baroti lamenta problemi
fisici). Non è al meglio Kaszap. Al
centro gioca Aganits, preferito a
Franceschini. in banda, Della
Lunga-Randazzo.
Riposa: PERUGIA
CLASSIFICA: Trento 43; Modena
42; Macerata 37; Verona 35;
Perugia 33; Latina 31; Ravenna 25;
Molfetta 24; Piacenza 19; Monza 15;
Sansepolcro 10; Padova 7; Milano 6.
ATLETICA
Birech e la regina Steel
per il rilancio dei Mulini
Fausto Narducci
Nasti e la Roffino
su RaiSport (12.25)
N
on siamo tornati ai
tempi d’oro, visto che
da qui sono passati
ben 33 campioni olimpici,
ma finalmente qualcosa si
muove. La 83a edizione della
Cinque Mulini, la corsa campestre di San Vittore Olona
(Milano) che neanche la
guerra ha fermato, si presenta oggi con nuovo contratto
triennale di sponsorizzazione (Unendo Energia) e un
cast che promette spettacolo.
Inspiegabilmente continuano a mancare gli azzurri più
importanti, come se si disertasse Sanremo per andare al
festival di Timbuctù, ma il livello straniero inizia a rialzarsi. A sfidare il 21enne
etiope Muktar Edris (vincitore 2 anni fa e attardato da un
infortunio l’anno scorso), reduce dalla vittoria del Bo
Classic di Bolzano e dal 2° posto di Atapuerca, ci sarà uno
Gemma Steel, 29 anni GETTY
dei giovani più promettenti del
panorama degli altipiani, Jairus
Birech: non proprio un crossista
ma sempre uno che sui 3000 siepi ha vinto 9 delle 12 gare dell’ultima Diamond League con
un personale significativo di
7’58”41. Il 23enne campione
africano 2014 (e argento ai
Commonwealth Games) punte-
● Programma. Ore 11.25: All/Jun
D (4 km); 11.55: All/Jun U (6 km);
12.30: Seniores D (6 km), 2 Felix
(Por); 6 Roffino; 3 Jelagat (Ken),
4 Chelangat (Ken); 5 Gaggi; 13.10:
Seniores U (10 km), 1 Birech
(Ken); 2 Kibet (Ken); 4 Zalewski
(Pol); 6 Edris (Eti); 9 Engelahrdt
(Svi); 10 Nasti; 11 Razine. In tv:
diretta Rai Sport 2 dalle 12.25.
STRADA Oggi in programma la
maratona di Napoli e la
Giulietta&Romeo Half Marathon
di Verona con 10.000 partenti.
rà quest’anno al record mondiale di Shaheen (7’53”63) e intanto si trascinerà in gara i due keniani qui battuti dal connazionale Paul Tanui l’anno scorso:
Alex Kibet e Thomas Lokomwa,
quest’ultimo vinvitore dell’ultima Stramilano.
DONNE Chi avrà voglia di avven-
turarsi fra i due mulini (Meraviglia e Cozzi) rimasti nei prati antistanti il Vallo, a ora di pranzo
potrà ammirare anche la più forte crossista europea del momento. Si tratta della 29enne inglese, Gemma Steel, che a San Vittore vanta un sesto (2011) e un
secondo posto (2014) ma ha
vinto il titolo europeo di campestre a Samokov (Bulgaria) lo
scorso dicembre: dopo un bronzo e un argento la consacrazione
della carriera. Le contende questa leadership la portoghese
Ana Dulce Felix, ex specialista
dei 10.000 (argento europeo
2012) e maratonet a da
2h25’40” a New York. che a San
Vittore vanta già un 3° e un 2°
posto. Oggi cercherà di migliorarsi sul podio.
IN KENYA Intanto in occasione
dei Trials di Nairobi vinti da Karoki (su Kamworor e Barsoton)
e dalla Kipyegon (su Jebet Tirop
e Kisa) che hanno escluso il
campione iridato in carica
Japhet Korir dai Mondiali del 28
marzo a Guiyang, la federazione
keniana attraverso il presidente
Isaiah Kiplagat ha annunciato il
pugno duro (sanzioni non meglio precisate) nei confronti dei
manager che «spingono gli atleti
al doping». Staremo a vedere.
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32
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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Rugby R Sei Nazioni
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
33
Italia fuori dal Torneo?
1Buon avvio, tre mete, ma l’Inghilterra ci travolge. Il Times propone: «Georgia e Romania
sullo stesso piano, introduciamo le retrocessioni». Parisse: «In 15 anni fatte grandi cose»
Andrea Buongiovanni
INVIATO A LONDRA
L’
illusione dura una ventina di minuti. L’Italia, in avvio, gioca a fare l’Inghilterra. Poi,
poco alla volta, la logica prende il sopravvento e per gli azzurri, alla fine, se non è una
disfatta, poco ci manca. Quarantasette punti e 6
mete subite (a 17 e a 3 realizzate, comunque mai
così tante a Twickenham): il divario è ampio,
molto ampio. E dire che, rispetto al k.o. con l’Irlanda, qualche passo in avanti c’è stato. Soprattutto nella qualità del gioco. Resta che non si può
essere soddisfatti. Resta che l’Italia, sempre più
spesso, si ritrova a far da sparring partner.
LE ACCUSE Il tutto a dar credito a chi, da tempo,
si domanda se la squadra merita di stare nel Sei
Nazioni. Per rimanere al presente: negli ultimi
dieci giorni, tra gli altri, se lo sono chiesti Rugby
World, Rugbyrama e The Times, un periodico, un
sito internet e un quotidiano, di matrice anglosassone e francese, tra i più autorevoli in materia
ovale. Si prenda proprio The Times di ieri: Owen
Slot, firma prestigiosa e neo capo rubrica, è stato
pesante. «Quanti anni passeranno ancora — ha
scritto — prima che gli organizzatori del Torneo
cominceranno a dubitare dell’opportunità di tenere gli azzurri? Lo dice il ranking: Georgia e Romania sono sul loro stesso piano. Si potrebbe
pensare a un secondo raggruppamento, con un
relativo sistema di promozione-retrocessione...».
Poi una serie di cifre severissime: «La differenza
punti negli otto precedenti nei match di Sei Nazioni disputati a Londra, è di 275 a favore dell’Inghilterra (ora, in nove, è salita a 305)». E, riprendendo uno studio statistico di Espnscrum: «L’Italia ha 11 dei primi 15 giocatori con più sconfitte
internazionali. E a capeggiare la lista, quattro in
campo in quest’occasione: Bortolami con 80, Parisse e Castrogiovanni con 78 e Mauro Bergamasco con 70». A tutti occorre aggiungerne una.
PRO E CONTRO Sono solo riferimenti, realistici e
impietosi, che nascondono quella che deve essere considerata una provocazione. A oggi nulla dice che l’Italia stia correndo dei rischi. Anche perché, commercialmente, si è in una botte di ferro:
con tutto il rispetto, si può paragonare il fascino
di Roma a quello di Tbilisi e Bucarest? «Quelle
cho ho riportato — spiega lo stesso Slot — sono
considerazioni personali, non suffragate da con- REGOLAMENTI In casa tricolore la levata di scudi
cretezze». Nick Cain, altro prestigioso nome del è ovviamente unanime. «Riempiamo l’Olimpico,
giornalismo specializzato britannico, oggi colu- a vederci contro l’Inghilterra arrivano in 82.000
mnist di The Rugby Paper, sottolinea: «L’Italia, — sostiene capitan Parisse — chi dice che non
più volte, da quando è nel consesso, ha dimostra- interessiamo? Siamo in un momento difficile,
to di starci bene. Ma i progressi sono stati pochi. ma in quindici Tornei abbiamo anche fatto grandi cose. Insistiamo». Lo stesso
Visti poi i risultati di Zebre, di TreMcLean torna sulle franchigie:
viso e dei club in Europa, mi doI COMMENTI
«Treviso, in estate — ricorda — ha
mando come vengano investite le
rivoluzionato la rosa: occorre temimportanti cifre che dal Sei Nazio- Lancaster: «Azzurri
po». Anche Giancarlo Dondi, preni finiscono nelle casse federali.
sidente onorario della Fir e fautore
Perché, per esempio, un Benvenu- fuori? Chiedete ai
miei
come
stanno
dello storico ingresso, esclude la
ti, che prometteva tanto, è sparibocciatura. «Il Comitato del Sei
to?». Stuart Lancaster, c.t. inglese, dopo 80’ di guerra»
Nazioni è composto da membri panon sta al gioco: «L’Italia merita il
ritari — spiega dopo aver visto il
Torneo — dice nel post-partita —: L’ex n.1 Fir Dondi:
match alla tv — il Torneo ha natugioca con enorme orgoglio e andate a chiedere ai miei come si sento- «Ipotesi remota. Ma ra privata. L’eventualità dell’escluno dopo questi 80’ di battaglia. servirebbero vedute sione, se non impossibile, è molto,
molto remota. E, francamente, imNutriamo grande rispetto per gli un po’ più ampie...»
meritata. In tutto servirebbero veazzurri». Danny Cipriani, tornato
sul prato di Twickenham con la Nazionale dopo dute un po’ più ampie...». Martedì, valutate le
sei anni e mezzo, è sorpreso dall’argomento: «È condizioni degli acciaccati Gori e Ghiraldini, si
assurdo — sorride — ho appena fatto i compli- ripartirà con le nuove convocazioni. Per convinmenti a McLean e a De Marchi, miei compagni al cere anche i più scettici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sale, per come la squadra s’è comportata».
LA PARTITA
McLean, Morisi e tanto orgoglio
La tempesta arriva dopo un’ora
INGHILTERRA 47
Marco Pastonesi
INVIATO A LONDRA
ITALIA
17
MARCATORI: p.t. 5’ m. Parisse,
20’ c.p. Ford, 23’ m. B. Vunipola,
27’ m. Joseph tr. Ford; s.t. 5’ c.p.
Ford, 10’ m. Morisi, 15’ m. B.
Youngs tr. Ford, 18’ s.t. Ford, 21’ m.
Joseph tr. Ford, 24’ m. Cipriani tr.
Cipriani, 29’ m. Easter, 38’ m.
Morisi tr. Allan.
INGHILTERRA: Brown (12’ p.t.
Twelvetrees); Watson, Joseph,
Burrell, May; Ford (21’ s.t. Cipriani),
B. Youngs (26’ s.t. Wigglesworth);
B. Vunipola, Robshaw (cap.),
Haskell (21’ s.t. Croft); Kruis,
Attwood (11’ s.t. Easter); Cole (18’
s.t. Brookes), Hartley (18’ s.t. T.
Youngs), Marler (21’ s.t. M.
Vunipola). All. Lancaster.
ITALIA: McLean; L. Sarto (32’ s.t.
Bisegni), Morisi, Masi, Venditti;
Haimona (30’ s.t. Allan), Gori (30’
s.t. Palazzani); Parisse (cap.), Ma.
Bergamasco (18’ s.t. Vunisa), Minto
(28’-38’ p.t. Vunisa); Bortolami (6’
s.t. Furno), Biagi; Castrogiovanni
(18’ s.t. Chistolini), Ghiraldini (18’
s.t. Manici), Alb. De Marchi (18’ s.t.
Aguero). All. Brunel.
ARBITRO: Lacey (Irlanda).
NOTE: p.t. 15-5. Spettatori 82.061.
Calci: Ford 6 su 7 (15 punti),
Cipriani 1 su 2 (2 punti); Haimona
0 su 4, Allan 1 su 1 (2 punti).
Mischie vinte/perse: Inghilterra
6/1, Italia 4/1. Touche vinte/perse:
Ing 11/1, Ita 7/3. Penalità concesse:
Ing 7, Ita 10. Placcaggi: Ing 162, Ita
111. Possesso e territorio: Ing 47%,
Ita 53%. Uomo del match: Joseph.
S
e una partita si giudica
dal risultato, fra Inghilterra e Italia ballano 30
punti. Ma se una partita si giudica anche dagli attimi ruggenti e fuggenti e sfuggiti, allora
fra Inghilterra e Italia ci potrebbero essere anche meno punti
se si pensa che la prima meta
inglese era molto incerta, che
non abbiamo calciato un piazzato fra i pali, che l’acrobazia
che ci ha tagliato le gambe è
stata una loro giocata veloce e
furba (ma noi lenti e tonti). La
verità è che le partite di rugby
cominciano dopo un’ora. E lì
l’Inghilterra ci ha ammazzato.
AZZARDO L’Italia ovale non
esce umiliata da Twickenham.
Il non-gioco di una settimana
fa, all’Olimpico contro l’Irlanda, basato sulla difesa, si è trasformato in un gioco a volte
d’azzardo, quando gli azzurri,
ordinati e volitivi in difesa, hanno imposto l’attacco, provando
a ripartire, alla mano, dai nostri 22, con una fiducia che appartiene più alla consistenza
dei neozelandesi o alla fantasia
dei francesi. «Sono orgoglioso
— commenta Sergio Parisse,
ieri, con McLean più a suo agio
con Parisse. Gli italiani si rincuoravano, gli inglesi si deprimevano. Al 12’ Haimona inventava un calcetto a scavalcare
per Masi, che si abbatteva sull’estremo Brown. Dieci minuti
di sosta che permettevano agli
inglesi — come pugili suonati
da un k.o. al primo round — di
tornare nell’angolo e resuscitare sul ring lucidati dai sali. Solo
al 20’ Ford accorciava la paura
con un calcio, fino alla meta
fantasma di Vunipola. Il secondo tempo si apriva con la prima
meta di Morisi. Poi la svolta,
quando il XV di Brunel è stato
travolto da tre mete in neanche
8’, ma senza mai uscire dal
campo. Tanto da conquistare,
con la seconda meta di Morisi,
preceduta da un buco dell’esordiente Bisegni, due primati:
mai l’Italia aveva segnato tre
mete all’Inghilterra in Inghilterra, mai un italiano aveva segnato due mete all’Inghilterra
in una partita.
Luca Morisi, 24 anni il 22 febbraio, segna la prima delle sue due mete
come estremo, superlativo —
dell’impegno e del coraggio anche nel gioco, ma non del risultato. Per chi non sa di rugby, è
difficile mandare un messaggio
positivo. Eppure rispetto all’Irlanda abbiamo fatto un passo
avanti». Anzi, due. «Il primo, le
tre mete — elenca il c.t. Jacques Brunel —. Il secondo, il
possesso del pallone, il 52% del
totale». Un altro mezzo passo
avanti riguarda Haimona,
l’apertura: «Bene nel gioco più
tattico — sentenzia Brunel —,
male nei piazzati». «Finora due
partite e due sconfitte — spiega
Parisse — ma Inghilterra e Ir-
RIl centro milanese
due volte in meta,
Haimona non infila
un calcio. E nella
ripresa la diga cede
landa sono le due squadre più
forti dell’emisfero nord».
Forse l’Inghilterra ha cominciato snobbando l’Italia, certo
l’Italia ha cominciato sfidando
l’Inghilterra. Perse le prime due
touche, dopo 3’41” l’onda azzurra infrangeva la diga bianca
BATTAGLIA Vietato illudersi,
ma anche ingiusto disperarsi.
Questa Italia è corta (senza gli
infortunati Zanni, Campagnaro, Garcia, Geldenhuys e Favaro) e leggera (almeno rispetto
ai sovradimensionati inglesi).
Ma, oltre al cuore, ha dimostrato di avere gambe e gioco. «Il
problema — ammette Brunel
— è trovare il giusto equilibrio
fra attacco e difesa». Fra due
settimane l’Italia andrà a Edimburgo contro la Scozia. «Sarà
una grande battaglia», promette Parisse. E sarà una partita,
quella, che si giudicherà solo
per il risultato.
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CLASSIFICA
Pt G V N P F S Diff
INGHILTERRA 4 2 2 0 0 68 33 +35
IRLANDA
4 2 2 0 0 44 14 +30
FRANCIA
2 2 1 0 1 26 26
0
GALLES
0 1 0 0 1 16 21
-5
SCOZIA
0 1 0 0 1 8 15
-7
ITALIA
0 2 0 0 2 20 73 -53
OGGI SCOZIA-GALLES
Irlanda, calci
e tanto rigore
Francia k.o.
● Match fisico, poche azioni
alla mano, calci decisivi:
l’Irlanda vince la sua 9°
partita consecutiva, grazie
anche alla precisione di
Sexton tornato apertura
titolare, mentre Saint-André,
c.t. della Francia, continua
nel record negativo di sole
sconfitte contro i verdi.
Entrambe saranno nel
nostro girone in Coppa del
Mondo. Oggi si completa il 2°
turno con Scozia-Galles.
Irlanda-Francia 18-11 (12-6).
Marcatori: p.t. 13’ c.p.
Sexton (I), 16’ c.p. Lopez (F),
18’ e 32’ c.p. Sexton (I), 35’
c.p. Lopez (F), 38’ c.p. Sexton
(I); s.t. 10’ m. Madigan (I), 27’
c.p. Sexton (I), 30’ m.
Taofifenua (F).
Oggi: Scozia-Galles, ore
15.30 (diretta DMax).
DONNE Oggi allo Stoop di
Twickenham (ore 15),
Inghilterra-Italia per il Sei
Nazioni donne.
34
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
TUTTENOTIZIE
1ATLETICA: RECORD MONDIALE JUNIOR NELL’ASTA (si.g.) A Perth (Aus), primato
mondiale juniores all’aperto dell’asta di Nina Kennedy, classe 1997, che ha saltato 4.59
(prec. 4.58 Bengtsson, Svezia, Sollentuna 2012).
TENNIS / A SAN PAOLO
Il volo di Vanni
Da numero 149
arriva in finale
1Fino a una settimana fa l’aretino non aveva
mai vinto un match Atp: «Sto vivendo un sogno»
I TORNEI
Tomas Berdych, dopo aver travoito
Simon, difenderà oggi a Rotterdam
(1.600.855 euro, veloce indoor) il
titolo conquistato l’anno scorso: in
finale trova Wawrinka, che in un
match dominato dai servizi (nessun
break) piega Raonic. Lo svizzero,
come del resto Federer, ha
annunciato che non sarà a Liegi per
il primo turno di Coppa Davis contro
il Belgio: gli elvetici sono campioni in
carica.
Semifinali: Berdych (Cec) b. Simon
(Fra) 6-2 6-1; Wawrinka (Svi) b.
Raonic (Can) 7-6 (3) 7-6 (7).
DONNE BELGIO Semifinali ad
Anversa (643.000 , veloce indoor):
Suarez Navarro (Spa) b. Pliskova
(Cec) 6-2 6-2; Petkovic (Ger) b.
Zahlavova (Cec) 7-6 (2) 7-6 (6).
UOMINI USA Quarti a Memphis
(966.000 , cemento): Nishikori
(Giap) b. Krajicek (Usa) 4-6 6-3
6-4; Young (Usa) b. Tomic (Aus) 7-6
(8) 4-6 7-5; Querrey (Usa) b. Isner
(Usa) 7-6 (3) 7-6 (2); Anderson (Saf)
b. Johnson (Usa) 6-4 6-4.
IPPICA
RICCARDO CRIVELLI
C
i sono culture in cui i trent’anni vengono festeggiati
come fossero l’ultima età
della vita, perché da lì in poi sopraggiunge la vecchiaia. E poi c’è
Luca Vanni, spilungone aretino
di un metro e 98, che sulla soglia
di quel traguardo (li compirà il 4
giugno) scopre invece, e verrebbe da dire finalmente, l’elisir di
una rinnovata giovinezza.
CHE IMPRESA Fino a una settimana fa, Vanni non aveva mai
vinto una partita di un tabellone
principale Atp. Oggi, nel pomeriggio umido di San Paolo, disputerà (contro Cuevas) la finale
del primo torneo brasiliano stagionale sul rosso, con un montepremi di 443.000 euro, dopo essere passato attraverso il pericoloso giogo delle qualificazioni, il
RALLY DI SVEZIA
suo pane quotidiano. Almeno fino ad ora. Perché da 149 del
mondo, si ritrova virtualmente
numero 107 e se conquisterà la
corona, addirittura attorno all’80, cifra magica perché consente l’iscrizione diretta alla maggior parte dei tornei, Slam compresi. In semifinale, più che dell’avversario, la wild card di casa
Souza (110 Atp), Luca ha dovuto
sbarazzarsi dei fantasmi di
un’impresa da far tremare i polsi, per lui, e della maleducazione
di un pubblico scorretto e di nessuna cultura sportiva. Dopo aver
dominato per un set e mezzo una
partita senza troppe emozioni, il
toscano sciupa due match point
nel decimo game del secondo
set, finisce per perdere il parziale e si ritrova sotto 4-3 e servizio
contro nel terzo. Lì, mostra coraggio e freddezza, recupera il
break e infine chiude la disfida
dopo quasi tre ore: «Sto sognan-
Luca Vanni, 29 anni, numero 149 Atp, si allena a Foligno con Gorietti EPA
RAlla soglia dei
trent’anni, riparte
una carriera
frenata dagli
infortuni: oggi ha
Cuevas, numero 32
GHIACCIO
ATLETICA
Locatelli a Torino
Mack Grace Sm
torna da favorito
Mack Grace Sm in azione
● (e.lan.) Parte oggi da
Torino, con il Gp Locatelli (Gr.
2 – m. 1600), la lunga marcia
di avvicinamento al quinto
Lotteria della carriera per
Mack Grace Sm, che, al
rientro dopo un mese e
mezzo di stop e qualche
passaggio a vuoto, ritorna in
pista con il ruolo di favorito,
tra i nove al via. A
contendergli la vittoria
saranno soprattutto Oneghin
Del Ronco, che a Stupinigi ha
appena trionfato nel Gp Encat,
Pace Del Rio, in costante
crescita, e il sempreverde
Louvre, che rientra dal Gran
Galà di Capannelle come
Mack Grace. Chance anche
per l’inossidabile Owen Cr (P.
Gubellini).
ITALIANI A PARIGI
(e.lan.) Oggi a Vincennes
chance per Specialess e
Saphire Bi nel Prix d’Orthez
(m. 2700), in cui corrono
anche Stella Azzurra, Sir
Robert e Solar De Meda. Nel
Prix de Pontavice de Heussey
(m. 2175) c’è Nonant Le Pin.
Nel Prix de la Gracilly occhi
puntati su Primula Brazzà,
Paris Dany, Peace Of Mind,
Paso Doble e Petra Axe.
35
Leadership
e salto record
Neuville vola
● Thierry Neuville (Hyundai
i20) vola nell’ultima speciale e
si prende il comando nel Rally
di Svezia, giunto alla terza
giornata. Il belga stabilisce
pure il nuovo record (44
metri) sul Colin’s Crest, il salto
nella Vargasen. Quando
mancano solo tre speciali (47
km) il vantaggio di Neuville su
Andreas Mikkelsen (VW Polo
R), per buona parte della
tappa impegnato a difendersi
dagli attacchi del compagno
di team Sebastien Ogier, è di
1”5 mentre il francese si trova
a 9’’6. Al campione del mondo
però potrebbe essere inflitta
una penalità di 2’ per aver
superato il limite di velocità
(70km/h) durante le
ricognizioni. Quarto Mads
Ostberg (Citroën DS3)
attardato da una foratura e
guai al cambio. Rialza la testa
Robert Kubica (Ford Fiesta)
che ha vinto una speciale.
Gara no per Jari-Matti Latvala
(Vw Polo R) che ha commesso
un paio di errori e resta nelle
retrovie. Oggi conclusione
con la PowerStage delle 12.
Antonio Gattulli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Thierry Neuville (Hyundai) AFP
Short track
Fontana vince
i 1500 in Coppa
Arianna Fontana, 24 anni
● Arianna Fontana colpisce
ancora: la 24enna
valtellinese fa suoi i 1500
della sesta e ultima tappa
della Coppa del Mondo di
short track, a Erzureum, in
Turchia, portando a tre i
successi stagionali nel
circuito e a sei (su sette
gare, oggi i 1000) i podi.
Insieme a Elena Viviani,
Lucia Peretti e Arianna
Valcepina centra anche
l’odierna finale della
staffetta contro Canada,
Cina e Sud Corea. Quartetto
maschile invece alla finale 5°
posto, ma festa per il 4° di
Tommaso Dotti nei 1000.
Uomini. 1000 (I): 1.
Elistratov (Rus); 2. Sjinkie
(Ola); 3. Sin Da Woon
(S.Cor); 4. Dotti; 31. Gurini;
32. Cassinelli. 1500: 1. Han
Tianyu (Cina); 2. Chen
Dequan (Cina); 3. An (Rus); 7.
Confortola; 15. Viscardi; 24.
Rodigari. Donne. 1000 (I): 1.
Christie (Gb); 2. Bradette
(Can); 3. Shim Suk Hee
(S.Cor); 12. Viviani; 25.
Tombolato. 1500: 1. Fontana;
2. St-Gelais (Can); 3. Boutin
(Can); 12. Peretti; 15. A.
Valcepina.
BERLINO: LAVILLENIE 6.02
(si.g.) Renaud Lavillenie grande
protagonista nell’asta ieri al meeting
Istaf di Berlino: 5.73, 5.93 e 6.02
tutti al primo salto, poi 3 tentativi
mancati a 6.17 del record mondiale.
Bella gara di Matteo Galvan a
Vienna, dove ha vinto i 400 in 46”69,
pass per gli Europei di Praga. A
Berlino. Uomini. 60: Collins (Skn)
6”50; 5. Lemaitre (Fra) 6”65. 60hs:
Ortega (Cuba) 7”51 (mpm ‘15=);
Robles (Cuba) 7”53; A. Merritt (Usa)
7”58. Asta: R. Lavillenie (Fra) 6.02
(mpm ‘15). Donne. 60: Schippers
(Ola) 7”09. 60 hs: Roedeler 8”06; 4.
PENNELLA 8”16. A Vienna. Uomini.
400: GALVAN 46”69. 800: 3.
RIFESSER 1’49”13. 1500: Tesfaye
(Ger) 3’35”71 (r.n., mpm ‘15). Donne.
400. II: 2. CHIGBOLU 53”84. 100 hs:
Talay (Bie) 7”88 (mpm ‘15).
GHIACCIO
●
QUATTRO CONTINENTI A Denis
Ten il Quattro Continenti di figura a
Seul. Oggi libero donne (diff.
Eurosport 2, ore 17.45). Uomini.
Finale: 1. (1.1.) Ten (Kaz) 289.46; 2.
Farris (Usa) 260.01; 3. (3.4.) Han Yan
(Cina) 259.47. Coppie. Finale: 1. (1.1.)
Duhamel-Radford (Can) 219.48; 2.
(2.3.) Cheng Peng-Hao Zhang (Cina)
201.45; 3. (4.2.) Qing Pang-Jian Tong
(Cina) 199.99.
● MONDIALI LUNGA A Heerenveen
(Ola), ai Mondiali singole distanze in
pista lunga, 14° posto di Andrea
Giovannini nei 5000. Oggi diff.
RaiSport 2 15.45, dir. Eurosport 2
15.30. Uomini. 1000: 1. Davis (Usa)
1’08”57; 2. Kulizhnikov (Rus) 1’08”61;
3. Nuis (Ola) 1’08”71; 19. Nenzi
1’10”39. 5000: 1. Kramer (Ola)
6’09”65; 2. Bergsma (Ola) 6’11”53; 3.
De Vries (Ola) 6’18”24; 14. Giovannini
6’29”73. Donne. 500: 1. Richardson
(Usa) 1’15”33 (37”70+37”62); 2. Bowe
(Usa) 1’15”78; 3. Kodaira (Giap)
1’15”89; 18. Daldossi 1’17”98
(39”15/20. + 38”83/15.). Ins. a
squadre: 1. Giappone 3’01”53; 2.
Olanda 3’01”55; 3. Russia.
HOCKEY GHIACCIO
● PLAYOFF (m.l.) Serie A. Terza
fase. Pre-playoff (al meglio di 2 su
do, sono emozioni che non dimenticherò mai, anche se non è
stato facile giocare con tutto il
pubblico contro».
RINASCITA Una finale da 149
del ranking non è record per un
italiano, giacché Nargiso nel
2000 arrivò all’epilogo a Palermo da numero 249. Tuttavia Luca, solo un anno fa, viaggiava oltre il 700° posto, barcamenandosi tra Futures misconosciuti in
posti improbabili. Una carriera
3). Ieri gara-1. Risultati: Vipiteno-Egna 21 rig. (0-0, 1-0, 0-1; 0-0; 1-0); AppianoCortina 4-3 (1-1, 3-1, 0-1); Gardena-Fassa
4-1 (2-0, 1-0, 1-1).
HOCKEY PISTA
● SERIE A (m.nan) La 19A in A-1.
Breganze-Follonica 7-3, Valdagno-Forte
dei Marmi 9-5, Matera-Giovinazzo 6-3,
Correggio-Lodi 3-4, Pieve-Prato 7-3,
Bassano-Sarzana 12-3. Martedì Cgc
Viareggio-Trissino. Classifica: Forte dei
Marmi 51, Breganze 44, Valdagno 40,
Bassano e Cgc Viareggio* 35, Trissino*
33, Follonica 27, Pieve 25, Matera e Lodi
23, Giovinazzo 18, Sarzana 13, Correggio
6, Prato 5. (*una in meno).
IPPICA
IERI 11-13-4-10-12
(e.lan.) A Treviso (m. 2060) vittoria
numero 14 in carriera per la cinque anni
Racy Kosmos, ancora in coppia con
René Legati. 1 Racy Kosmos (R. Legati),
2 One Love, 3 Oregon Mik, 4 Pedro
Almodovar, 5 Obelix Np. Tot.: 5,80; 1,85,
1,37, 2,11 (20,15). Quinté: € 675,47. Quarté:
€ 134,39. Tris: € 71,07.
● OGGI SI CORRE Trotto: Firenze
(14.15), Napoli (14.25), Bologna (14.35),
Torino (14.50). Galoppo: Pisa (14.30).
● GRAN SIEPI (e.lan.) A Pisa oggi II
Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr. 1 – m.
4000). Dodici al via e possibile sfida a
tre fra Sol Invictus, Notti Magiche e
Signor Tiziano.
NUOTO
● FARFALLA MANAUDOU (al.f.) A
Amiens (Fra). Uomini: 200 sl Renwick
(Gb) 1’47”71, Agnel 1’47”85; 100 do
Lacourt 53”60, Stravius 53”81; 200 ra
Koch (Ger) 2’10”10; 50 fa Manaudou
23”49 (1° t. 2015); 400 mx Verraszto
(Ung) 4’17”91. Donne: 200 sl
Heemskerk (Ola) 1’56”87; 1500 sl, 100
do, 400 mx Hosszu (Ung) 16’31”19,
1’01”00, 4’42”30; 50 fa Dekker (Ola) e
Kromowidjojo (Ola) 26”07.
PALLAMANO
● ULTIMA (an.gal.) Ultima di regular
season e primi verdetti in A maschile.
Girone A: Eppan-Cassano Magnago 2528, Bressanone-Merano 28-26.
Classifica: Bolzano 43; Pressano 35;
Cassano Magnago 28; Trieste 26;
segnata pesantemente dagli
infortuni, la sua, fin dagli
esordi a 19 anni con Castellani a Perugia: un mese dopo
essere arrivato in Umbria, gli
saltò un menisco. E sei mesi
dopo, non ancora ventenne,
si ruppe menisco e legamenti
dell’altro ginocchio. Per anni,
ha alternato gli allenamenti
alle lezioni che dava da maestro, sostenendosi economicamente disputando i campionati a squadre in Italia, in
Francia e in Germania. Poi,
quando si è trattato di ripartire, un altro crac, a inizio
2013, ancora con le ginocchia. Ha deciso di operarsi, è
risalito con fatica e dolore, ha
scelto di allenarsi con Fabbiano a Foligno sotto le cure di
coach Gorietti: e a luglio 2014
la finale (persa) del Challenger di Kaohsiung, isola di
Taiwan, lo ha illuminato sulla
possibilità di recuperare uno
status consono a un talento di
buona fattura, specialmente
nel servizio e nel rovescio bimane. Orgoglio, volontà, tenacia nel non arrendersi a un
destino di troppe sofferenze:
ora è arrivato il premio. E Luca, sfiorato il cielo, adesso
vuole rimanerci: «Mi hanno
sempre detto che senza infortuni avrei potuto valere i primi 50, per adesso sono contentissimo di avvicinare i primi 100 e magari andare oltre,
era l’obiettivo di quest’anno».
Siamo solo a febbraio, ma del
resto alcune vite ricominciano a trent’anni.
Semifinali: VANNI b. Souza (Bra)
6-4 6-7 (5) 6-4; Cuevas (Uru) b.
Giraldo (Col) 6-4 6-3; quarti:
Giraldo b. FOGNINI 7-6 (4) 7-5.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Merano 22; Eppan 21; Bressanone
18; Mezzocorona 10; Cologne 7. Gir.
B: Sassari-Dossobuono 26-28;
Estense-Castenaso 28-20, CarpiRomagna 29-19; CasalgrandeAmbra 30-34. Cl.: Romagna 45;
Carpi 42; Ambra 31; Estense 27;
Bologna, Castenaso 18; Casalgrande
16; Dossobuono 11; Sassari 8. Gir. C:
Albatro-Alcamo 34-22; Dorica-Lazio
29-27, Benevento-Fasano 21-34;
Conversano-Gaeta 37-30. Cl.:
Fasano 48; Albatro 35; Fondi,
Ancona 33; Conversano, Benevento
21; Gaeta 19; Lazio, Alcamo 3.
PALLANUOTO
● DONNE La quinta di ritorno:
Padova-Cosenza 13-5, Sis RomaOrizzonte 9-9, Despar MessinaPrato 8-5, Firenze-Mediterranea
Imperia 10-16, Bogliasco-Rapallo 9-9
(venerdì). Class.: Padova 39;
Messina 35; Imperia 34; Bogliasco
24; Rapallo 19; Prato 16; Orizzonte 14;
Roma, Cosenza 7; Firenze 4.
RUGBY
PRO 12: C’È ZEBRE-GLASGOW
RISSA CAVINATO-MANGHI
(ma.p.) Oggi alle 14 (dir. Nuvolari) le
Zebre ospitano Glasgow. Vigilia
infuocata: il tecnico della franchigia
Cavinato e il d.s. Manghi sono venuti
alle mani. Prima del match ci sarà
una riunione tra squadra e dirigenti.
Il XV: Daniller; Berryman, Iannone,
Mi. Bergamasco, Toniolatti; Orquera,
Leonard; J. Sarto, Cristiano,
Bernabò; Cavalieri, Mahu; Redolfini,
Fabiani, Lovotti.
Altre. Ieri: Munster-Cardiff 33-16.
Oggi: Scarlets-Connacht, LeinsterDragons. Classifica: Munster* 46;
Ospreys*, Ulster* 44; Glasgow 43;
Leinster 41; Connacht 33;
Edimburgo* 32; Scarlets 28; Cardiff*
22; Dragons 17; Treviso* 13; Zebre 10.
(*: una in più)
SPORT INVERNALI
SALTO: PREVC RECORD
SALTA 250 METRI
Lo sloveno Peter Prevc ha stabilito il
record mondiale di salto nella tappa
di Coppa a Vikersund (Norvegia). 1.
Prevc (Slo) 438,8 p. (237,5 m + 250
record); 2. Fannemel (Nor) 424,3
(236 + 238,5); 3. Kasai (Giap) 395,5
(218,5 + 225).
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AltriMondi R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
IL FATTO
DEL GIORNO
TERRORE
ISLAMISTA
I fori dei proiettili nelle vetrate del caffè di Copenaghen, teatro dell’attacco terroristico EPA
l’idea di ripetere la strage di
Parigi del 7 gennaio. La polizia lo ha respinto. Il terrorista
è scappato a bordo di una Polo nera, ritrovata poi vuota
dalla polizia. Il primo ministro danese, Helle ThorningSchmidt, ha dichiarato subito
che «tutto ci porta a credere
che si sia trattato di un attacco politico e quindi un atto
terroristico. Siamo in stato di
allerta». Seduto nel caffè di
Copenaghen c’era anche l’ambasciatore francese, François
Zimeray, che ha avuto la presenza di spirito di twittare subito «Still live in room», cioè
«Sono ancora vivo». I partecipanti al convegno, sentiti i
colpi, si sono subito buttati a
terra. In quel momento stava
parlando Inna Schevchenko,
attivista Femen: «Ero arrivata
al punto del mio intervento in
cui stavo dicendo che spesso
abbiamo l’illusione di avere libertà di parola in Europa. Poi
abbiamo sentito gli spari».
L’attacco in Danimarca 4
Illusione? Tante volte ho
l’impressione che non
sappiamo quello che abbiamo. Capiremo quello che
abbiamo – quanta ricchezza,
quanta libertà – solo quando
ce lo toglieranno.
Sta parlando degli estremisti
islamici che dalla Libia ci minacciano?
e l’avanzata in Libia
ci dicono che gli jihadisti
5
sono inarrestabili?
1A Copenaghen spari a un convegno in onore di «Charlie Hebdo»:
un morto e 3 feriti. E L’Isis minaccia l’Italia: «Gentiloni crociato»
di GIORGIO DELL’ARTI
[email protected]
Ci saremmo occupati volentieri
del Festival di Sanremo, ma il
terrorismo islamico non ci dà
tregua e non ci permette di rilassarci: mentre in Libia Sirte è
caduta nelle mani degli amici
di al Baghdadi, a Copenaghen ,
in Danimarca, uno sconosciuto
ha attaccato un convegno sulla
libertà di parola, sparando
cinquanta colpi di mitra, ammazzando un uomo e ferendo
tre poliziotti, uno dei quali è in
condizioni serie.
1
Lo hanno preso?
No, mentre scriviamo sta
ancora scappando, ma la
polizia ha diffuso una sua foto.
2
Che cosa si sa?
A Copenaghen c’è questo caffè, si chiama Krudttøenden, di solito si va lì ad
ascoltare musica jazz. Ieri pomeriggio era stato organizza-
to un convegno in onore di
Charlie Hebdo, intitolato «Blasfemia e libertà di parola».
L’idea era quella di far discutere
gente qualificata intorno al
problema della satira e del rispetto delle opinioni religiose.
In altri termini: si può ridere di
tutto, ma questo “tutto” comprende anche la fede in Dio di
ciascuno di noi? Notiamo a
margine che la questione è
enorme: ancora di recente, a
Roma, ho visto manifestini con
un tizio che reclamizzava il suo
spettacolo comico mostrandosi
nudo in croce. Nessuno ci badava, ma se il manifestino avesse
mostrato una qualche immagine blasfema di Maometto, di sicuro il titolare del locale si sarebbe rifiutato di affiggerlo. Il
dibattito al Krudttøenden era
stato organizzato anche da Lars
Vilks, che disegna per il Jyllands-Posten, il giornale satirico –
tipo Charlie Hebdo – che nel
2007, stampando dodici vignette irridenti il Profeta, aveva fatto infuriare i maomettani di
tutto il mondo e attirato su di sé
non so quante “fatwa” (maledizioni con condanna a morte).
Vilks, in particolare, era uno
dei dodici e aveva realizzato
una vignetta in cui il turbante
di Maometto aveva la forma di
una bomba. Qualche settimana
dopo aveva raffigurato Maometto in un corpo di cane, animale impurissimo per quella fede. Un disegno, cioè, che equivaleva a una bestemmia. Hanno tentato di ammazzarlo
almeno un paio di volte e non è
escluso che, nella sparatoria di
ieri, il bersaglio vero fosse lui.
Infatti lo hanno immediatamente fatto uscire dalla sala.
Vive sotto scorta dal 2010. E
uno degli organizzatori del
convegno ha aggiunto: «Ritengo che il bersaglio dell’agguato
fosse lui».
3
Chi è la vittima?
Non lo sappiamo ancora.
L’attacco è avvenuto alle
quattro del pomeriggio. L’uomo ha sparato almeno trenta
colpi contro la vetrina del locale e ha tentato di entrare con
Ci hanno minacciato, e la
cosa mi pare seria. Al
Nord la Danimarca, la
Francia e gli altri Paesi europei
pieni zeppi di musulmani. Tra
questi, anche noi. A Sud e a
Oriente, un signore che avanza e che nessuno sembra in
grado di fermare. È vero che
da Sirte, distante appena 1.250
chilometri da Roma, si può colpire la nostra capitale?
Lei allude al tweet di Qalum
Ur, sostenitore del Califfo. È
vero che un missile Scud può
coprire la distanza tra Sirte e
Roma, è però anche vero gli
uomini del vicecaliffo non
hanno a disposizione missili
Scud. Il nostro ministro degli
Esteri, Paolo Gentiloni, ha
detto venerdì scorso: «Se non
si trova una mediazione in Libia bisogna pensare, con le
Nazioni Unite, di fare qualcosa. In un quadro di legalità internazionale, l’Italia è pronta
a combattere». E ieri è arrivata la risposta dell’Isis, che ci
annovera ora tra i nemici e
che ha definito Gentiloni «ministro dell’Italia crociata». La
nostra, intanto, rimane l’unica ambasciata ancora aperta
laggiù, a Tripoli. Ci si domanda che fine abbia fatto la politica estera francese che era
andata con tanta baldanza a
bombardare quei territori e a
partecipare al massacro di
Gheddafi.
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SEGNALI DI TENSIONE
Ucraina, tregua
appesa a un filo:
vigilia di sangue
1Tanti dubbi sulla
tenuta del cessate
il fuoco: anche ieri
bombe e morti
nell’Est del Paese
U
fficialmente la tregua
in Ucraina, come sancito dal difficoltoso
vertice di Minsk, è iniziata
nella notte appena trascorsa
dopo la mezzanotte. Per vedere se il cessate il fuoco sarà
rispettato dovremo aspettare, però, le prossime ore.
L’avvicinamento all’ora «x» è
stato costellato da bombe,
scontri, violenze e minacce. I
separatisti filorussi in 24 ore
avrebbero sferrato 120 attacchi. Ci sarebbero almeno 10
morti e un centinaio di feriti.
In fiamme Debaltseve, dove i
ribelli hanno promesso che i
combattimenti continueranno. Lanci di razzi hanno investito la città di Artemivsk,
a circa 40 chilometri a nord.
Un colpo di mortaio ha fatto,
invece, almeno un morto a
Donetsk. Il comando ucraino
ha poi reso noto che intensi
combattimenti si sono verificati a Shirokino, un villaggio
situato sulla costa del mare
di Azov, una decina di chilometri ad est di Mariupol. La
cancelliera tedesca, Angela
Merkel, e il presidente francese, François Hollande,
hanno avuto un colloquio telefonico con il presidente
ucraino Petro Poroshenko
manifestando il loro sostegno alla tregua. «Se in Ucrai-
Il presidente ucraino Poroshenko AP
na non si arriverà alla pace, sarà
introdotta la legge marziale in
tutto il Paese», ha minacciato
poi il presidente ucraino. A inasprire il clima è arrivata anche
una nota del ministero degli
Esteri russo, che ha accusato gli
Stati Uniti e gli alleati occidentali di aver distorto il senso dell’accordo di Minsk.
LA CRISI L’ultima doccia fredda
per la precaria economia ucraina è arrivata dall’agenzia finanziaria americana Fitch, che ha
abbassato il rating del credito
sovrano da CCC a CC, ad un passo dal default, nonostante il colossale piano di aiuti finanziari
annunciato giovedì scorso dal
Fmi. E, come se non bastasse,
proprio ieri il premier ucraino
Arseni Iatseniuk ha annunciato
che nel 2015 l’inflazione potrebbe raggiungere la percentuale record del 26%.
dan. va.
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VOLEVANO ASSALTARE UN CENTRO COMMERCIALE
Pianificavano «la strage perfetta»
Tre giovani arrestati in Canada
● Volevano fare una strage, nel giorno di San Valentino. La polizia
canadese ha sventato un attacco messo a punto da un gruppo di
giovani, ossessionati dall’idea di uccidere, che attraverso chat e
Twitter avevano coordinato il «piano perfetto» per aprire il fuoco
in un centro commerciale nella zona di Halifax, in Nuova Scozia,
per «uccidere il maggior numero possibile di persone». Una donna
di 23 anni americana, dell’Illinois, è stata arrestata al suo arrivo
all’aeroporto in Canada. Con lei è stato fermato un canadese di
20 anni, mentre un terzo, di 17 anni anche lui canadese, è stato
arrestato nella sua casa nei pressi di Halifax. Un 19enne si è
invece tolto la vita nella casa dei suoi genitori circondata dalla
polizia nella stessa operazione per fermare la furia omicida. Le
autorità canadesi hanno escluso il movente terroristico.
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AltriMondi R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
È il nuovo stile Mattarella
A Palermo su un volo civile
IL RE DEI DOLCI
1Dopo Pertini per la prima volta niente aereo di Stato per un presidente
Il ritorno a casa e sulla tomba di famiglia. Prende forma lo staff al Colle
L’industriale Michele Ferrero aveva 89 anni ed era malato da tempo
Filippo Conticello
Addio a Ferrero
padre della Nutella
e paperone italiano
@filippocont
A
litalia ha incastonato in un
tweet il momento: «Un
passeggero normale, una
persona speciale. Buon viaggio
Presidente». A suo modo, è storia
perché, eccetto Pertini, nessun
presidente della Repubblica aveva volato su un aereo di linea. Invece Sergio Mattarella, fresco di
ingresso al Quirinale, ieri si è
messo in fila a Fiumicino, per poi
sedersi tra i 200 circa che come
lui andavano a Palermo. A bordo
dell’A320 gente stupita e pure i
Giovanissimi nazionali del Napo-
1Aveva 89 anni:
RIl tweet di Alitalia
Francesco Rizzo
trentesimo uomo
più ricco del mondo
Era stato sponsor
del Giro d’Italia
lo accoglie
a bordo: «Una
persona speciale,
buon viaggio»
P
Il capo dello Stato Sergio Mattarella, 73, ieri a bordo del volo che da Roma Fiumicino l’ha portato nella sua Palermo ANSA
li che oggi sfideranno i rosanero.
Ennesimo segnale di questa mite
era mattarelliana e più di uno ieri
si è ricordato dell’ultimo Capodanno del premier: Renzi era andato con famiglia a Courmayer su
un costoso volo di Stato, tra mille
polemiche avvelenate.
A CASA Il primo ritorno a casa a
due settimane dall’elezione nasce da una sana abitudine: il presidente della Repubblica è subito
andato al cimitero di Castellammare del Golfo (Trapani) e ha visitato la tomba di famiglia dove
riposano la moglie Marisa e il
fratello Piersanti, ammazzato
dalla mafia. Dopo il passaggio,
privatissimo, l’arrivo a Palermo,
nella centrale via Libertà: puntuali gli applausi dei condomini
e di qualche parente, mentre tiratori scelti sui tetti presidiavano
il campo. Nessun appuntamento
particolare e oggi dopo la messa
si riparte silenziosamente assieme alla scorta quirinalizia. Del
resto, a Roma c’è molto da fare, a
partire dalla costruzione della
nuova macchina del Colle. Intanto, sono già arrivate le prime
nomine dello staff: Simone
Guerrini, manager apprezzato
anche in Finmeccanica, è consigliere del presidente e direttore
della segreteria; Giovanni Grasso, noto cronista politico, diventa portavoce e direttore dell’ufficio stampa; Gianfranco Astori,
giornalista, scelto come consigliere per l’informazione. Nel
frattempo, Mattarella ha deciso
di non rispondere direttamente
agli appelli delle opposizioni che
vogliono un fischio dell’arbitro
per fermare la bagarre sulle riforme: si limiterà a ricevere da
martedì i gruppi che ne hanno
fatto richiesta. Sul resto, decide
il parlamento. Mentre già tra
due settimane il presidente ritornerà a Fiumicino: ai collaboratori ha riferito che non vuole perdere certe sobrie abitudini.
CONCISTORO, L’ABBRACCIO DEI PAPI
● Un abbraccio tra Francesco e Ratzinger ha aperto, ieri la
cerimonia durante la quale, nella basilica di San Pietro, il Papa
ha consegnato la berretta color porpora a venti nuovi
cardinali. Due gli italiani interessati: l’arcivescovo di Agrigento,
Francesco Montenegro, e quello di Ancona, Edoardo Menichelli.
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NOTIZIE TASCABILI
DOPO L’OK NOTTURNO ALLA CAMERA AL DDL BOSCHI
arlava pochissimo di sé,
ma in una rara intervista era stato chiaro: «La
mia unica preoccupazione è
che l’azienda sia sempre più
solida e forte per garantire a
tutti coloro che ci lavorano un
posto sicuro». E, con questa filosofia, era diventato l’italiano più ricco di tutti, almeno
secondo i calcoli di Bloomberg
resi noti nel novembre scorso:
un patrimonio di 23,4 miliardi
di dollari lo rendeva il trentesimo Paperone nel mondo. Ma
Michele Ferrero, piemontese
di Dogliani, nipote di contadini, era soprattutto l’inventore
della Nutella (migliorando la
“Supercrema” creata dal padre), dei Kinder sorpresa e
dell’Estathè. Ferrero è morto
ieri a Montecarlo, aveva 89
anni ed era malato da tempo.
Pasticcere a Torino e poi ad Alba prima della guerra, Ferrero
aveva trasformato un’attività
artigianale in un impero del
dolce, mille dipendenti negli
Anni 50, 34 mila oggi che è
presente in 53 Paesi. Quando
la Nutella (350 mila tonnellate prodotte l’anno) nel 2014
festeggia i 50 anni, il presidente della Ferrero, Francesco
Paolo Fulci, racconta un’azienda
che vive «nel rispetto dei lavoratori e dell’ambiente, al servizio
della comunità, senza mai un’ora
di sciopero». E nel 1983 era intanto nata la Fondazione Ferrero
che, oltre ad occuparsi degli ex
dipendenti, promuove iniziative
culturali e artistiche. Dal 1997
Ferrero aveva lasciato la guida
dell’azienda ai figli Pietro e Giovanni, quest’ultimo amministratore delegato dopo la morte nel
2011 del fratello, stroncato da un
infarto mentre si allenava in bicicletta in Sudafrica. Era appassionato di ciclismo, Pietro, ma anche il nome di Michele resta legato alle bici, come sponsor del Giro d’Italia, con diversi marchi. E
poi il calcio: le indiscrezioni davano Michele interessato al Milan (nel 2012) e prima ancora al
Torino. Solo voci. La camera ardente sarà allestita nella fabbrica
di Alba e la cattedrale ospiterà i
funerali. Sarà lutto cittadino.
«Perdiamo un imprenditore di
razza», l’omaggio del Capo dello
Stato, Sergio Mattarella.
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La Direzione, le Redazioni de La Gazzetta dello
Sport, di Sportweek e di Gazzetta.it partecipano
con grande affetto al dolore della famiglia per la
scomparsa di
Michele Ferrero
grande uomo di industria, amico del Giro d’Italia
e dello sport. - Milano, 14 febbraio 2015.
RCS Sport e il Giro d’Italia ricordano con commozione
Michele Ferrero
amico del ciclismo, sostenitore dello sport, straordinario esempio di imprenditoria illuminata.- La
sua eredità umana e professionale rimarrà per tutti
noi un esempio ineguagliabile.
- Milano, 14 febbraio 2015.
Il Direttore Generale Raimondo Zanaboni, i dirigenti e i colleghi di RCS MediaGroup - Direzione
Communication Solutions partecipano sentitamente al cordoglio della famiglia per la scomparsa di
Michele Ferrero
- Milano, 14 febbraio 2015.
IL PROGETTO DAL 2018
PARLA LA PROCURA. MARTEDÌ L’AUTOPSIA
Bollette elettriche
Non ci saranno più
tariffe progressive
Catania, la neonata morta in ambulanza
«Decesso dovuto a una serie di concause»
● Verso una rivoluzione delle
bollette elettriche: la tariffa non
dovrebbe aumentare più progressivamente in base ai consumi, come per l’Irpef. Ecco l’obiettivo a cui
vuole arrivare l’Autorità per l’energia con un documento messo in
consultazione e che proporrebbe
la novità dal 2018 con tariffe di
rete che saranno uguali per tutti.
Il fiocco rosa rimasto nella
casa dei nonni a Catania ANSA
● Sono state firmate ieri le dimissioni di Tania Laura Egitto, la mamma
di Nicole, la piccola morta in ambulanza giovedì a Ragusa a poche ore
dalla nascita dopo aver avuto problemi respiratori a Catania, senza
che ci fosse un ospedale disponibile ad assisterla. Secondo la procura
di Catania da una «prima valutazione della documentazione» la morte
di Nicole può essere «dipesa da una complessa serie di concause, sin
dal momento del parto e delle terapie effettuate nelle primissime fasi
di vita». Domani, intanto, verrà conferito l’incarico di consulenza
medica ad un collegio composto da un medico legale, da un
ginecologo e da uno specialista di neonatologia e rianimazione.
L’autopsia sul corpo della neonata sarà verosimilmente eseguita
martedì a Ragusa. Gli indagati potrebbero essere tra i 15 e i 20.
LA CGIL SUI LAVORATORI SCONTRI CON LA POLIZIA
LE CARTE DEL DIVORZIO
Renzi, avanti con le riforme
L’M5S: «Pronti a dimetterci»
Cassa integrazione A Roma in 30 mila
Nel 2014 persi
per sostenere
8 mila euro a testa la Grecia di Tsipras
«John Lennon,
marito infedele
e padre drogato»
● L’M5s è pronto alle dimissioni per far cadere il parlamento e andare
alla urne, ha detto l’esponente del direttorio pentastellato, Alessandro
Di Battista, che ha pure aggiunto: «Ma le altre opposizioni non lo faranno, sono attaccati alle poltrone». La dichiarazione è arrivata ieri all’indomani della maratona notturna con l’ok alla Camera sul ddl riforme: l’esame degli emendamenti e l’approvazione dei 40 articoli che riscrivono la
Costituzione è avvenuta però in un’aula semivuota visto che le opposizioni erano uscite. «A rammaricarsi devono essere loro, andiamo avanti»,
ha gongolato Renzi. E poi su Twitter: «Grazie alla tenacia dei deputati».
L‘obiettivo è fare approvare il ddl ai primi di marzo a Montecitorio (manca solo il voto finale) e a farla confermare dal Senato entro giugno.
● Nel 2014 sono stati autorizzati
in Italia oltre 1,1 miliardi di ore di
cassa integrazione con una perdita di reddito totale di circa 4,3
miliardi. In pratica, si sono perse
ore di lavoro per 530.000 lavoratori, pari a un taglio in busta paga
di 8.000 euro a testa. Il calcolo è
della Cgil sui dati Inps nelle scorse settimane che rilevavano un
-6% delle ore richieste sul 2013.
● Un padre duro con il figlio e
un marito «drogato e infedele»:
spuntano le carte della causa di
divorzio di John Lennon dalla
prima moglie, Cynthia. E il
cantante dei Beatles non ci fa una
bella figura. Il documento (datato
1968), reso noto da una casa
d’aste britannica, si basa sulla
testimonianza della cameriera.
Sarà battuto il 24 di marzo.
Il ministro Boschi venerdì notte alla Camera, tentata da un cioccolatino
● Dalla Cgil alla Fiom, dalle
associazioni di volontariato agli
studenti. E poi i partiti: con Sel
e Rifondazione anche una parte
della minoranza del Pd.
Trentamila persone in piazza a
Roma ieri per esprimere
solidarietà alla politica anti
austerità di Alexis Tsipras. Fra i
leader presenti Nichi Vendola,
Susanna Camusso e Stefano
La manifestazione ieri a Roma AFP
Fassina, che ha spiegato: «Il
problema Grecia riguarda anche
l’Italia. Serve una conferenza
europea sul debito pubblico». I
centri sociali hanno lanciato uova
e pomodori contro la polizia,
vicino alla sede Ue della Capitale.
AltriMondi R
DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
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#
PREMIATO A BERLINO
SE RIFACESSI
SANREMO, PORTEREI
MENO OSPITI
E ANCORA PIÙ
CANTANTI IN GARA
L’Orso d’Oro
va a Panahi,
l’iraniano
ai domiciliari
CARLO CONTI
CONDUTTORE
A sinistra, Giorgio Panariello, l’ospite comico della finalissima
di Sanremo, in versione Renato Zero. A destra, Will Smith,
l’attore americano che sul palco ha dato lezioni di rap ANSA/LAPRESSE
Sanremo decolla
I ragazzi del Volo
stregano il Festival
Sopra, Hana Saeidi, nipote di
Panahi, riceve il premio per lo
zio. Sotto, Cate Blanchett, tra
gli interpreti di «Cenerentola»
V
1Le ugole del trio battono tutti con «Grande Amore»
Panariello punge Renzi, Smith si improvvisa Modugno
Un’altra bella soddisfazione per Caterina Caselli,
la sua produttrice, che aveva festeggiato con Giovanni Caccamo nella sezione Nuove Proposte.
Elisabetta Esposito
INVIATA A SANREMO
@bettaesposito
N
essuna sorpresa. Il Festival della musica
del cuore, della tradizione italiana e della
famiglia al gran completo va a Grande
Amore. A trionfare sono infatti i tre ragazzi de Il
Volo, usciti nel 2009 da Ti lascio una canzone e
diventati in pochissimo tempo delle celebrate
icone della nostra musica nel mondo. La loro vittoria era scontata: gli scommettitori li davano
per favoriti ancora prima dell’inizio del concorso.
«La nostra partecipazione a Sanremo è un’azione
di riposizionamento. Siamo famosi all’estero, ma
non vedevamo l’ora di tornare in Italia per conquistarla», avevano detto Piero Barone, Ignazio
Boschetto e Gianluca Ginoble. Ci sono riusciti e
ora avranno la possibilità di rappresentare il nostro Paese all’Eurovision Song Contest. Il Volo
batte nella finalissima a tre Nek e Malika Ayane.
A lui va comunque il premio della stampa radiotv-web “Lucio Dalla” e il Migliore Arrangiamento, a lei il Premio della Critica “Mia Martini”.
WILL E GIORGIO Nella finalissima anche gli ospiti funzionano bene. Peccato solo per il febbricitante Massimo Ranieri, avrebbe dovuto duettare
con Gianna Nannini, ma alla fine è solo lei a far
cantare l’Ariston con Immensità e Sei nell’anima,
nonostante qualche discussa imperfezione. Anche il superospite Will Smith, in Italia per presentare il film Focus – Niente è come sembra, si diverte
e canta Nel blu dipinto di blu, un brano che ha
imparato da sua nonna. E piovono applausi anche per lo strapremiato Ed Sheeran e soprattutto
per Giorgio Panariello. Si presenta in versione
Renato Zero coperto di cuori, prima lancia frecciatine a Berlusconi e le sue “troike”, a Renzi per
le sue belle donne in politica, poi condanna i peccati italiani, dalla corruzione all’evasione fiscale.
«Qui non c’è certezza della pena: per l’Aquila tutti
assolti, per Cucchi tutti assolti, l’unico in galera è
Corona. Per ora anche Schettino è libero. Tanto
se poi va all’inferno fa ribaltare pure il traghetto
di Caronte», dice tra i sorrisi amari del pubblico.
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
21/4 - 20/5
TORO
21/5 - 21/6
GEMELLI
22/6 - 22/7
CANCRO
23/7 - 23/8
LEONE
24/8 - 22/9
VERGINE
6-
7,5
6,5
5,5
7
7,5
Luna OK per
viaggiare, lavorare,
organizzare svaghi
e movida. Oltre che
per il relax. Voi
siete apprezzati da
molti, il
sudombelico è
esultanterrimo.
Niente tormenti:
Giove e Urano vi
energizzano e
portano appoggi
giusti. Shopping e
lavoro filano per il
verso giusto,
inventiva suina
perfettibile.
Evitate cupezze,
lagne e chiusure:
un cicinìn di
distacco emotivo e
di faccia di glutei
aiuterà di più.
L’amor conforta, il
sudombelico
compie prodigi.
Gli impegni
domenicali
stressano, ma
appagano: dal
lavoro ai pranzi
domenicali con la
family. Il vostro
charme turba, la
fornicazione is good
Domenica
fortunata, di
programmi riusciti
e di sollievo, dopo
due giorni di
tormenti lunari. Il
sudombelico
recupera la propria
reputazione.
23/9 - 22/10
BILANCIA
23/10 - 22/11
SCORPIONE
23/11 - 21/12
SAGITTARIO
22/12 - 20/1
CAPRICORNO
21/1 - 19/2
ACQUARIO
20/2 - 20/3
PESCI
6-
7+
7-
8
5,5
7+
Con questa Luna
stortarella potreste
sclerare un po’
troppo frequently. E
rovinar la domenica
a qualcuno.
Controllatevi,
sorridete, fornicate
di più.
Vendetevi con
sciolta faccia di
glutei e vincerete
nel lavoro, in
famiglia, con la
gente, ovunque. OK
viaggi e movida,
superbo l’amor,
spicy la fornicazion.
Domenica
piacevole, rilassata
e col pragmatismo
a palla, anche in
fatto di gestione
dei soldi. Il vostro
vigore però non
eccelle, suinamente
segnate poco.
La fortuna avvolge
lavoro, quattrini,
amore e rende la
domenica
piacevolmente
indimenticabile.
Anche al di là delle
apparenze. C’è
pure tripudio suino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mettete la rete
protettiva agli
zebedei: rischiano
il crollo. Perché
non c’è uno stimolo
che sia uno che vi
prenda. E perché
forse vi sentite soli.
State su!
Il vostro morale
migliora, anche
perché i programmi
della domenica
riescono tutti. E
l’amore è pure
corroborato da uno
slancio suino libero
di esprimersi.
I tre giovani
componenti de
Il Volo,
vincitori del
Festival di
Sanremo.
Sopra il cast
del musical
«Romeo e
Giulietta»
che ha aperto
la serata
all’Ariston ANSA
10,5
● Secondo i dati resi noti dalla Rai, la media di
ascolti delle prime 4 serate del Festival di Sanremo
è stata di 10,5 milioni, con il 47,12% di share:
è la media più alta degli ultimi 10 anni.
CONSIGLIO
21/3 - 20/4
ARIETE
Domenica fosca.
Non flambate gli
zebedei alla gente
e siate ottimisti,
perché il
pessimismo non
aiuta. Si staglian
però gioie suine
per ogni palato.
CONTI RIDE Il vero vincitore resta comunque
Carlo Conti, che ieri ha ricevuto anche i complimenti di Renzi. Quella che all’inizio era apparsa
una formula un po’ troppo tradizionale, si è rivelata essere, dati alla mano, la formula giusta. Il
direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, che ha già parlato di Conti bis, ieri ha sottolineato che «questo
è ufficialmente il Festival più visto degli ultimi 10
anni». Lui incassa e sorride, ma già pensa a migliorarsi: «Vorrei tagliare i tempi, meno ospiti e
meno cantanti in gara». Non ha torto, ma questo
è il momento di rilassarsi. E sorridere ancora.
LO SPORT IN TV
LA SERIE
«THE MENTALIST»
QUEI CRIMINI
DA RISOLVERE
CON L’INTUITO
Patrick Jane, protagonista
della serie «The Mentalist» è
consulente alla CBI
(California Bureau of
Investigation) dove aiuta a
risolvere difficili crimini
mettendo a disposizione le
sue doti di «mentalista»: è
capace di cogliere i pensieri
e gli stati d’animo grazie
alle sua intelligenza e
intuizione. La sua sensibilità
risulterà fondamentale per
risolvere i casi più
complicati.
DA VEDERE STASERA
SU RETE 4 ALLE 19.35
ince un regista agli
arresti domiciliari,
perché considerato
nemico del regime di Teheran: l’Orso d’Oro a Berlino
è andato ieri a Jafar Panahi
per Taxi, un film che l’autore di Offside ha realizzato
piazzando la telecamera su
un’auto e inventandosi taxista. Ma a far parlare sarà
anche El Club, del regista
cileno Pablo Larrain, sugli
abusi sessuali nella chiesa.
Per il suo film, in cui si intrecciano pedofilia, alcolismo, gioco d’azzardo,
omosessualità, Larrain ha
ricevuto anche il Gran premio della giuria. Regina
del festival è invece Charlotte Rampling, affascinante e magnetica in 45 years dell’inglese Andrew
Haigh, che racconta di due
anziani coniugi. Premiato
con lei il coprotagonista
Tom Courtenay. La rassegna 2015 di Berlino verrà
però anche ricordata per la
colorata e ironica Cenerentola di Kenneth Branagh,
con Cate Blanchett come
matrigna, Helena Bonham
Carter come fata buona,
che uscirà nei cinema italiani il 12 marzo prossimo.
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DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA