Focus Valute EMG_RUB 11022015_ISP

Focus
RUB:
R
una politica monetaria etero
odossa trra inflatio
on
targeting
g e politicca
La
a scorsa settim
mana la Bancaa centrale russsa (CBR), non
nostante un’in
nflazione a du
ue cifre, ha
ta
agliato a sorpreesa il tasso d’intervento di 200pb, portand
dolo al 15%, dopo
d
che nel 2014
2
i rialzi
de
ei tassi erano sstati ben sei, l’ultimo dei qua
ali a metà dice mbre di ben 650pb,
6
con un picco per il
ta
arget rate al 17
7%. La mossa ha sorpreso i mercati
m
e minaato la credibilità della Banca centrale.
c
La
ra
atio di questa m
mossa va prob
babilmente cercata nei rappo
orti tra l’Istituto
o centrale e il Governo in
un contesto di transizione deel regime di po
olitica monetarria. Il ciclo di tagli potrebbe essere solo
in
niziato.
La
a “scommessaa” della polittica monetaria
a eterodossa della Banca centrale
c
si ba
asa su due
co
ondizioni che dovranno verificarsi nel co
orso dei pros simi mesi: che il petrolio confermi il
re
ecupero delle u
ultime sedute e che la crisi ucraina
u
non si avviti ulteriormente. Per ora
a i mercati,
do
opo una prima reazione negativa legata alla sorpresa, sembrano app
prezzare la mo
ossa di fine
ge
ennaio della C
CBR. Nelle valuttazioni dei tito
oli in rubli iniziaa ad essere pre
ezzato per l’anno in corso
un ciclo di easin
ng che potrebb
be portare il tasso di riferimen
nto vicino al 10%.
a scorsa settim
mana la Bancaa centrale russsa (CBR), non
nostante un’in
nflazione a du
ue cifre, ha
La
ta
agliato a sorpreesa il tasso d’intervento di 200pb,
2
portand
dolo al 15%, dopo
d
che nel 2014
2
i rialzi
de
ei tassi erano sstati ben sei, l’ultimo dei qua
ali a metà dice mbre di ben 650pb,
6
con un picco per il
ta
arget rate al 17%. La mossaa ha sorpreso i mercati e miinato la credib
bilità della Banca centrale
ch
he opera in un
n regime di in
nflation targeti
ting. Infatti, unn regime di in
nflation targetin
ing prevede
ch
he la banca ccentrale agiscaa per manten
nere l’inflazion
ne effettiva e le aspettative
e di medio
pe
eriodo ancoratte ad un livello
o target. La CBR ha come ttarget d’inflazione di medio periodo (al
20
017) il 4%, b
ben lontano dall’ultima
d
rilevvazione pari aal 15% in gen
nnaio; pertantto la teoria
ecconomica orto
odossa non avrebbe suggerito
o la recente m ossa di allentamento moneta
ario.
La
a ratio di questta mossa va probabilmente cercata
c
nei rap
pporti tra l’Istittuto centrale e il Governo
in
n un contesto d
di transizione del
d regime di politica
p
monetaaria.
Nel 2005 la Baanca centrale russa ha intro
odotto un obieettivo di tasso
o di cambio, con
c
il rublo
an
ncorato a un basket compo
osto da euro e dollari. Il tarrget nominale in termini di livello della
va
aluta implicavva di fatto ch
he la Banca centrale
c
“abd icasse” a deccisioni autonome basate
su
ull’evoluzione dello scenario
o prevalentem
mente domest ico per “muttuare” l’orienttamento di
po
olitica monetaaria da area euro e Stati Un
niti. Il tasso di riferimento della
d
Banca centrale, così
co
ome altre variaabili, veniva mosso
m
di conseguenza con l’ obiettivo di mantenere
m
stab
bile il valore
Performance
P
de
ei principali ind
dici obbligazion
nari
relativi
r
alla Russsia, al 10.02.20
015
Fo
onte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su daati Thomson ReuterssDa
atastream
Rublo e petrolio
Fonte: Blooomberg
I dati
d del presentee documento sono aggiornati alle ore 10:30 del l’11.02.2015 salvo diversa indicazione.
Pe
er la certificazione degli analisti e per importan
nti comunicazion
ni si rimanda all’Avvertenza Generale.
11 febbraio
o 2015
Intesa Sanpaolo
Direzione Sttudi e Ricerch
he
Ricerca per Investitori
privati e PM
MI
Fulvia Risso
Analista Finanziario
Focu
us
11 febbraio
f
2015
de
el rublo. La criisi finanziaria ha
h messo pesantemente sottto pressione qu
uesto regime, con la CBR
co
ostretta a inteervenire più vo
olte sul mercatto dei cambi per mantenere il rublo nella banda di
osscillazione stab
bilita. Questi interventi hann
no, tra il 2013
3 e il 2014, progressivamente eroso le
risserve in valuta estera dettenute dall’Isttituto centralee e convinto la Russia ad
d ampliare
gradualmente laa banda di osccillazione permessa alla valutaa domestica (currency
c
board
d).
Russia:
R
rublo e andamento de
elle riserve valu
utarie
Fo
onte: Bloomberg
Oltre
O
all’ampliamento della banda per attra
arre capitale laa CBR ha decisso, nel corso dello
d
scorso
an
nno, di aumen
ntare il tasso d’interesse, ch
he è salito dall 5,5% in marzo al 17% in
n dicembre.
Questa
Q
politica monetaria resttrittiva, in un quadro
q
di transsizione dal un regime di currrency board
a un regime di inflation targeeting, trovava le sue fondameenta anche ne
ella salita dell’in
nflazione, a
su
ua volta conseg
guenza del deprezzamento del
d rublo.
La
a transizione d
dal regime di cu
urrency board al regime di caambio flessibilee e inflation ta
argeting sì è
co
onclusa negli ultimi due mesi
m
del 2014 con mosse d
decisamente meno
m
graduali e dettate
da
all’emergenza.. Infatti duran
nte lo scorso anno
a
due fatto
ori inattesi sono intervenutii a rendere
crritica la situazio
one del Paese: (1) la crisi ucra
aina e le conseeguenti sanzioni finanziarie im
mposte alla
Russia dai paesi occidentali hanno ulteriorm
mente compro messo di afflu
ussi di capitali; (2) il crollo
de
el prezzo dei greggio, che ha perso circa il 50% del proprio valore
e dall’estate ad oggi, ha
co
ompromesso il saldo di bilancia commercciale e le finan
nze pubbliche del Paese, le cui entrate
so
ono per una b
buona percentuale legate alle esportazion i di energia. L’abbandono
L
dei
d controlli
su
ul tasso di cam
mbio si è reso
o necessario per
p controbilan
nciare i forti deflussi
d
di cap
pitale senza
errodere ulteriorrmente le riservve, diminuite di
d circa 150 milliardi di dollari negli ultimi 12
2 mesi.
In
n questo quadro ha decisam
mente sorpreso
o i mercati la decisione della
a CBR del 30 gennaio di
ab
bbassare il cossto del denaro
o di ben 200pb
b: l’inflazione è infatti previssta per i prossimi mesi in
ulteriore aumen
nto dall’attuale 15% e dovvrebbe segnarre un punto di
d svolta, a meno
m
di un
ulteriore avvitam
mento del rubllo, solo nel corrso del second
do semestre de
ell’anno. A sup
pporto della
de
ecisone, il govvernatore dellaa Banca di Russsia, Nabiullina,, ha precisato che la politica
a monetaria
re
esta ancora “reestrittiva”. Questa affermazione deve esseere in primo luogo contestua
alizzata con
lo
o scenario inteernazionale: see la Fed potre
ebbe alzare i tassi, in temp
pi non lontani la BCE ha
ap
ppena varato un programmaa di acquisto titoli
t
da oltre m
mille miliardi in circa un ann
no e mezzo
netaria nell’are
ch
he allenterà ulteriormente l’o
orientamento di politica mon
ea euro. La risposta russa
rissulta quindi in
n prima battuta in linea con quanto registtrato da altre Banche centra
ali dei paesi
em
mergenti (si veeda sezione “TTitoli emergenti – easing waar parte second
da” precedentte il Focus):
pe
er mantenere,, ceteris parib
bus, il precedeente orientam
mento di politiica monetaria in termini
In
ntesa Sanpaolo – Direzione Studi e Rice
erche
2
Focus
11 febbraio 2015
relativi rispetto alla BCE è di fatto necessario tagliare i tassi (o genericamente allentare le
condizioni monetarie).
Ma la Nabiullina è andata oltre, aggiungendo che il livello dei tassi è ancora troppo elevato e
sostenendo che non intende combattere l'inflazione "a costo di un eccessivo raffreddamento"
dell'economia. Il crollo delle stime di crescita è infatti la strada per trovare la ratio all’inatteso
taglio dei tassi. L’economia russa quest’anno dovrebbe contrarsi secondo le più recenti previsioni
di mercato di circa il 5% a causa delle sanzioni imposte per la crisi ucraina e il crollo del prezzo
del greggio. Quindi, dal punto di vista della crescita, uno stimolo risulterebbe necessario. Il
problema – che ha lasciato perplessi molti analisti – è che la Banca centrale russa ha un obiettivo
d’inflazione (non duale come ad esempio la Federal Reserve) pertanto giustificare l’easing sulle
basi dello scenario di crescita potrebbe rischiare di minare la credibilità dell’istituzione, credibilità
senza la quale le mosse di politica monetaria rischiano di perdere gran parte della loro efficacia.
E qui si intreccia la politica, in un paese in cui l’indipendenza della Banca centrale appare ancora
lontana. Infatti, sull’orientamento della Banca centrale si stanno probabilmente facendo sentire
le forti pressioni del Cremlino, che lo scorso anno pur difendendo pubblicamente le azioni della
Banca di Russia, non ha nascosto il suo dissenso per le strette monetarie e che quest’anno
probabilmente si sta facendo ancora più incalzante in vista delle elezioni parlamentari in agenda
alla fine del 2016.
Il ciclo di tagli pertanto potrebbe essere solo iniziato e con l’inflazione ancora in salita i tassi reali
(tassi nominali – inflazione) potrebbero diventare negativi per un paio di trimestri e avere la
potenzialità di dare un forte impulso alla domanda interna. La “scommessa” della politica
monetaria eterodossa della Banca centrale si basa su due condizioni che dovranno verificarsi nel
corso dei prossimi mesi: che il petrolio confermi il recupero delle ultime sedute, riportando
liquidità nelle casse dello stato e diminuendo le pressioni sulla valuta (allentando per questa via
anche le pressioni al rialzo sul profilo d’inflazione) e che la crisi ucraina non si avviti
ulteriormente, inasprendo le sanzioni a carico del paese. L’aumento dell’instabilità finanziaria
richiederebbe probabilmente una nuova inversione a U della politica monetaria e/o controlli di
capitali che renderebbero ancora più critica la situazione del Paese.
Per il successo di questa strategia sarà importante anche l’evoluzione del giudizio delle agenzie
di rating che poco prima della mossa di fine gennaio hanno bocciato il debito sovrano russo,
sottolineando gli intrecci tra Banca centrale e Governo. Fitch e Moody’s hanno declassato di uno
scalino i titoli di stato a lungo termine in valuta estera emessi da Mosca, rispettivamente a Baa3
e BBB-, mentre S&P’s ha tagliato la valutazione sul paese da BBB- a BB+, gradino a partire dal
quale i titoli non sono più considerati Investment Grade. Il downgrade di S&P's, con motivazioni
simili a quelle già espresse da Fitch e Moody’s, “riflette la convinzione che la flessibilità della
politica monetaria russa si sia ridotta e le sue prospettive economiche indebolite. Consideriamo
inoltre aumentato il rischio di deterioramento dei cuscinetti fiscali, a causa dell'aumento delle
pressioni esterne e dell'accresciuto sostegno del governo all'economia”.
Per ora i mercati, dopo una prima reazione negativa legata alla sorpresa, sembrano apprezzare
la mossa di fine gennaio della CBR. Nelle valutazioni dei titoli in rubli inizia ad essere prezzato
per l’anno in corso un ciclo di easing che potrebbe portare il tasso di riferimento vicino al 10%
mentre lo spread – ossia il premio per il rischio – richiesto per detenere titoli del paese
denominanti in dollari è sceso di circa 100pb, seppur non allentandosi troppo dai massimi di
periodo.
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche
3
Focu
us
11 febbraio
f
2015
Russia:
R
curva de
ei rendimenti dei
d titoli in rubli, livelli e varia
azioni
Fo
onte: elaborazioni In
ntesa Sanpaolo su dati Bloomberg
Russia,
R
principa
ali indicatori ecconomici e finanziari
Ra
ating sul debito in valuta locale a lungo termine
S&P’s
Outlook
O
BBB- Negativo
Ra
ating sul debito in valuta estera a lungo termine
e
S&P’s
Outlook
O
BB+ Negativo
Indicatori econom
mici
Crescita
Inflazione
Su
urplus o Deficit/PPIL
Debito/PIL
Ta
asso di disoccupazione
Pa
artite Correnti (%
% PIL)
Pa
artite Correnti (m
mld USD)
Riserve (mld USD))
Indicatori finanziaari
CDS e Tassi
Ta
asso di riferimen
nto
Ta
asso a 2 anni
Ta
asso 10 anni
CDS a 5 anni in pb, in USD
Altre variabili (variazioni in %)
Va
aluta vs. EUR (**
*)
Va
aluta vs. USD (**)
Indice azionario TTOP 40
Indici debito in vaaluta
Pe
erf. EMBI Russia,, in %
Pe
erf. EMBI Indice, in %
Pe
erf. Euro EMBI R
Russia, in %
Pe
erf. Euro EMBI In
ndice, in %
Sp
pread EMBI Russsia, in pb
Sp
pread EMBI Indicce, in pb
Sp
pread Euro EMBI Russia, in pb
Sp
pread Euro EMBI Indice, in pb
Moo dy's
B aa3
Outloo
ok
Negativo
Fitch
BBB-
Outlook
Negativo
Moo dy's
B aa3
20
013
1,3
6,8
--1,3
1 3,9
5,5
1,6
3
32,8
4
470
Outloo
ok
Negativo
2014
4E
0,2
7,4
-0,9
15,7
5,6
2,7
55,9
338 (*
*)
Ultimo dato
disponibile
Fitch
BBB2015E
0,5
7,3
-1,1
16,5
6,5
3,1
64,6
Outlook
Negativo
2016E
1,5
6,0
-0,6
16,3
6,0
3,0
66,5
15
13,81
12,40
540
74,92
66,20
1777
Ultimo dato
disponibile
616
428
886
151
Var. da
Var.
a 1 mese inizio anno
+4,00
-1,59
-1,10
-60
-2,00
-0,67
-0,60
64
0,59
-1,69
-4,41
-8,05
17,63
27,63
Var. a 1 Var.
V da inizio
mese
anno
2,2
-0,4
0,6
0,1
1,2
-2,4
1,2
1,5
-32
8,3
-8
5,9
10
11,3
-10
-8,9
No
ote: (*) ultimo dato disponibile; dati relaativi agli indicatori finanziari aggiornati al 22.01.2015; (**)): una variazione possitiva indica un
rafforzamento della valuta domestica (contro EUR o contro USD);
U
E= expected, aatteso. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpa
aolo su dati
Blo
oomberg e World Economic Outlook otttobre 2014, FMI
In
ntesa Sanpaolo – Direzione Studi e Rice
erche
4
Focus
11 febbraio 2015
La performance di un titolo obbligazionario in valuta locale:
rendimento e andamento del cambio
Un investimento in un’obbligazione in valuta diversa rispetto alla propria valuta nazionale
incorpora una variabile di rischio/rendimento ulteriore rispetto a quella che tipicamente
caratterizza l’obbligazione in euro (in estrema semplificazione: crescita economica, inflazione,
politica monetaria e, da ultimo, solvibilità dell’emittente). Questa variabile è il tasso di cambio. Il
valore del proprio investimento, ceteris paribus, potrebbe calare o aumentare a seconda di
quanto accade al tasso di cambio di tale valuta rispetto alla valuta base dell’investitore nel
periodo di tempo in cui si tiene in portafoglio il titolo. Un apprezzamento della valuta locale
rispetto a quella base, nel periodo in cui l’investitore detiene il titolo in portafoglio, porterebbe a
una performance complessiva migliore rispetto a quella offerta dal rendimento del titolo.
Viceversa, un deprezzamento della valuta locale porterebbe a una performance inferiore rispetto
a quella offerta dal rendimento del titolo. Per “coprirsi” dal rischio di cambio (ossia annullarlo)
pur comprando un titolo in valuta locale, sarebbe necessaria un’operazione (currency swap) che
viene generalmente realizzata per importi rilevanti, ma l’investimento in un’obbligazione in
valuta locale viene spesso realizzato anche per trarre eventuale beneficio dal movimento della
valuta. Non a caso molti paesi emergenti emettono anche obbligazioni in valuta euro o dollaro,
che di fatto consentono di annullare il rischio cambio per un investitore rispettivamente dell’area
euro o statunitense.
UN ESEMPIO. Supponiamo di acquistare al tempo T0 il titolo in valuta Z, titolo emesso da un
paese diverso dal nostro nella propria valuta locale, che per noi è pertanto una valuta estera.
Ipotizziamo che il tasso di cambio a T0 sia pari a 2 Z vs. euro (ossia che con un euro, la nostra
valuta, si comprino 2 unità della valuta del paese del titolo in valuta Z). Supponiamo che il valore
dell’investimento a T0 sia 100 in euro e pertanto sia 200 nella valuta Z (100*2=200). Infine
ipotizziamo che il titolo abbia un rendimento a scadenza (periodo T1) pari al 10% e che si decida
di mantenerlo fino alla scadenza.
Consideriamo a questo punto tre scenari potenziali alla scadenza, T1: tasso di cambio invariato,
apprezzamento della valuta estera (tasso di cambio Z vs. euro pari a 1,8 alla scadenza),
deprezzamento della valuta estera (tasso di cambio Z vs. euro pari a 2,2 alla scadenza).
Valuta invariata: alla scadenza l’investimento varrà 220 in valuta Z (220=200* (1+0,10)) e
pertanto 110 in euro (220/2; 2 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance (base)
10%.
Valuta del titolo apprezzata del 10%: alla scadenza l’investimento varrà sempre 220 in valuta Z.
La conversione in euro verrà fatta al tasso di cambio di 1,8, pertanto, l’investimento in euro varrà
122 euro (220/1,8; ossia 1,8 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance 22%.
Valuta del titolo deprezzata del 10%: alla scadenza l’investimento varrà sempre 220 in valuta Z.
La conversione in euro verrà fatta al tasso di cambio di 2,2, pertanto, l’investimento in euro varrà
100 euro (220/2,2, ossia 2,2 unità di Z vengono convertite in 1 euro). Performance 0%.
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche
5
Focus
11 febbraio 2015
Avvertenza generale
Il presente documento è una ricerca in materia di investimenti preparata e distribuita da Intesa Sanpaolo SpA, banca di diritto italiano autorizzata
alla prestazione dei servizi di investimento dalla Banca d’Italia, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo.
Il presente documento è anche distribuito da Banca IMI, banca autorizzata in Italia e soggetta al controllo di Banca d’Italia e Consob per lo
svolgimento dell’attività di investimento, appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo.
Le informazioni fornite e le opinioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute affidabili e in buona fede, tuttavia nessuna
dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, è fornita da Intesa Sanpaolo relativamente all’accuratezza, completezza e correttezza delle stesse.
Le opinioni, previsioni o stime contenute nel presente documento sono formulate con esclusivo riferimento alla data di redazione del presente
documento, e non vi è alcuna garanzia che i futuri risultati o qualsiasi altro evento futuro saranno coerenti con le opinioni, previsioni o stime qui
contenute. Qualsiasi informazione contenuta nel presente documento potrà, successivamente alla data di redazione del medesimo, essere
oggetto di qualsiasi modifica o aggiornamento da parte di Intesa Sanpaolo, senza alcun obbligo da parte di Intesa Sanpaolo di comunicare tali
modifiche o aggiornamenti a coloro ai quali tale documento sia stato in precedenza distribuito.
Lo scopo del presente documento è esclusivamente informativo. In particolare, il presente documento non è, né intende costituire, né potrà
essere interpretato, come un documento d’offerta di vendita o sottoscrizione, ovvero come un documento per la sollecitazione di richieste
d’acquisto o sottoscrizione, di alcun tipo di strumento finanziario. Nessuna società del Gruppo Intesa Sanpaolo, né alcuno dei suoi
amministratori, rappresentanti o dipendenti assume alcun tipo di responsabilità (per colpa o diversamente) derivante da danni indiretti
eventualmente determinati dall’utilizzo del presente documento o dal suo contenuto o comunque derivante in relazione con il presente
documento e nessuna responsabilità in riferimento a quanto sopra potrà conseguentemente essere attribuita agli stessi.
Le società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, i loro amministratori, rappresentanti o dipendenti (ad eccezione degli Analisti Finanziari e di
coloro che collaborano alla predisposizione della ricerca) e/o le rispettive famiglie possono detenere posizioni lunghe o corte in qualsiasi
strumento finanziario menzionato nel presente documento ed effettuare, in qualsiasi momento, vendite o acquisti sul mercato aperto o
altrimenti. I suddetti possono inoltre effettuare, aver effettuato, o essere in procinto di effettuare vendite e/o acquisti, ovvero offerte di
compravendita relative a qualsiasi strumento di volta in volta disponibile sul mercato aperto o altrimenti.
La pubblicazione ‘Focus’ viene redatta senza una cadenza predefinita per analizzare temi di particolare interesse e che possono variare a seconda
delle circostanze. Il precedente report di questo tipo è stato distribuito in data 05.02.2015.
Il presente documento è distribuito da Banca IMI e Intesa Sanpaolo, a partire dallo stesso giorno del suo deposito presso Consob, esclusivamente
a soggetti residenti in Italia e verrà messo a disposizione del pubblico indistinto attraverso il sito internet di Banca IMI
(http://retailhub.bancaimi.com/retailhub/COMMENTI-E-ANALISI.html). Il presente documento verrà anche messo a disposizione della rete di
Intesa Sanpaolo attraverso la intranet aziendale e potrà essere consegnato ai clienti interessati.
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche
6
Focus
11 febbraio 2015
Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse
Ai sensi del Regolamento adottato con delibera Consob n. 11971 del 14.05.1999 e successive modificazioni ed integrazioni, Intesa Sanpaolo ha
posto in essere idonei meccanismi organizzativi e amministrativi (information barriers), al fine di prevenire ed evitare conflitti di interesse in
rapporto alle raccomandazioni prodotte. Per maggiori informazioni si rinvia al documento “Policy per studi e ricerche” e all’estratto del “Modello
aziendale per la gestione delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse” a disposizione sul sito internet di Intesa Sanpaolo
(www.intesasanpaolo.com).
Certificazione dell’analista
L’analista che ha predisposto la presente ricerca in materia di investimenti, il cui nome e ruolo è riportato nella prima pagina del documento,
dichiara che:
(a) le opinioni espresse nel documento riflettono accuratamente l’opinione personale, obiettiva, indipendente, equa ed equilibrata dell’analista;
(b) non è stato e non verrà ricevuto alcun compenso diretto o indiretto in cambio delle opinioni espresse;
(c) l’analista citato nel documento è socio AIAF.
Il presente documento è per esclusivo uso del soggetto cui esso è consegnato da Banca IMI e Intesa Sanpaolo e non potrà essere riprodotto,
ridistribuito, direttamente o indirettamente, a terzi o pubblicato, in tutto o in parte, per qualsiasi motivo, senza il preventivo consenso espresso
da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo. Il copyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui
alla presente scheda informativa è di esclusiva pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati,
informazioni, opinioni e valutazioni non possono essere oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo
qualsiasi tecnica ed anche parzialmente, se non con espresso consenso per iscritto da parte di Banca IMI e/o Intesa Sanpaolo.
Chi riceve il presente documento è obbligato a uniformarsi alle indicazioni sopra riportate.
Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice
Responsabile Retail Research
Paolo Guida
Analista Azionario
Ester Brizzolara
Laura Carozza
Piero Toia
Analista Obbligazionario
Serena Marchesi
Fulvia Risso
Cecilia Barazzetta
Analista Valute e Materie prime
Mario Romani
Editing: Monica Bosi
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche
7