ancAperta Periodico della Banca del Cilento e Lucania Sud Anno IV - numero 1 - Febbraio 2015 http://www.bcccilentoelucaniasud.it Banca del Cilento e Lucania Sud Filiale del mese: Acciaroli 4 Soci del mese: Francesco Volpe 5 Imprese del mese: Cantieri Schiavone 6 Mostra sul Cilento: Apertura fino a Primavera 8 Ciao, Alessandro. Il ricordo degli amici della BCC La sua scomparsa lascia un senso di vuoto nelle persone che lo hanno conosciuto E’ andato via all’improvviso, quasi in punta di piedi, sotto gli occhi angosciati della famiglia, dei colleghi di lavoro e degli amici che lo avevano conosciuto. L’influenza, una complicazione alle vie respiratorie, poi la rianimazione. Era pieno di vita, Alessandro, pieno di voglia di vivere, ma un destino atroce ha voluto che quella vita della quale, giorno per giorno si cibava, lo lasciasse sotto gli sguardi attoniti di tutti. Alessandro imprimeva quella voglia di vita e di gioia in ogni luogo che frequentava. Come ricordano gli amici che lo hanno conosciuto, aveva una predisposizione innata alle relazioni con la gente che incontrava, la trasmetteva, quella gioia di vivere, in ogni persona che incrociava sulla sua strada. Era il suo modo di essere: una grande voglia di vivere e la propensione naturale nel comunicarlo agli altri. La sua scomparsa lascia un senso di profonda tristezza e di vuoto. Davanti alla Rianimazione vi era sempre un folto gruppo di amici che davano forza, per quanto fosse possibile, ai familiari, che s’informavano se ci fosse qualche miglioramento. Alessandro era sempre sorridente, anche quando, a volte, le vicissitudini della vita non lo consentissero: era il sorriso di chi lotta, di chi guarda l’orizzonte e pensa che il sole sorge ogni giorno e che è sempre importante rivederlo. Il punto del Presidente Francesco Castiello L’oro nero della Basilicata: una nuova colonizzazione del Mezzogiorno L’unificazione avvenne, a metà circa dell’800, in forma di annessione. Il Piemonte conquistò il Sud Italia senza neppure una dichiarazione di guerra contro il Regno delle Due Sicilie. Garibaldi segue a pag. 2 sbarcò a Marsala sotto la protezione Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno La nuova organizzazione della Banca del Cilento e Lucania Sud Il 2014 è stato un anno ancora difficile per l’economia reale; doveva essere il momento del riscatto, l’anno nel quale si sarebbe finalmente usciti da una crisi che sui mercati internazionali ha già superato i sette anni, ma i segnali di ripresa sono ancora troppo labili per poter tirare sospiri di sollievo. “Si chiude un anno, è stato ancora un anno molto, molto difficile.” segue a pag. 3 Il sorriso di una bella persona, quello di Alessandro, di una persona che voleva continuare a vivere, a stare in mezzo alla gente perché in mezzo alla gente si sentiva a suo agio. La naturalezza con la quale era solito relazionarsi col pubblico è stato un punto di forza nell’integrarsi in un tessuto lavorativo ancora nuovo come quello della Banca del Cilento e Lucania Sud. Nella filiale di Marina di Camerota, dove lavorava in qualità operatore unico della BCC, ha trascorso quasi tutto il tempo della sua breve esperienza presso la banca. I colleghi di lavoro, il preposto Davide Pilerci e il collaboratore Fabio Brandi, i clienti ne ricordano la sua semplicità, la sua naturale propensione al dialogo. La notizia del suo ricovero e della sua scomparsa ha destato un senso di sgomento, un vuoto che si mescola col freddo e con l’inverno, con la notte e col ricordo della sua bella persona. Servizi a pagina 11 Riforma delle Popolari Investment Compact: progetti anche per le BCC Federcasse sta progettando una tipologia di riforma per il sistema del credito cooperativo Il Consiglio dei Ministri dello scorso 28 gennaio ha dato via libera all’“Investment compact”, provvedimento nel quale è contenuta la riforma delle banche popolari. Le prime dieci popolari, quelle con attivi superiori agli 8 mld di euro, dovranno deliberare la trasformazione in SpA. Banco Popolare, Ubi, Bper, Bpm, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Creval, Popolare dell’Etruria e Popolare di Bari, questi i dieci istituti soggetti alla trasformazione. “E’ una riforma di cui si parlava da molti anni” commenta il direttore generale della Banca del Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimeno “adesso era diventata, praticamente, improcrastinabile, almeno per quanto riguarda le maggiori Popolari. La riforma, infatti, com’è scritto nella norma, riguarda le prime dieci Banche Popolari, quelle quotate in borsa.” Il nuovo assetto societario mira ad aumentare la capacità di ricorso al mercato dei capitali per accrescere la capacità patrimoniale. “Effettivamente” continua il direttore Solimeno “era una riforma necessaria: raggiunta una certa dimensione, l’assetto organizzativo e patrimoniale di queste banche non rispondeva più a quelle che erano le esigenze di mercato. Erano diventate, a tutti gli effetti, delle SpA. Questa riforma, però, ne siamo tutti convinti, riguarderà, segue a pag. 10 Il punto del Presidente Francesco Castiello L’oro nero della Basilicata: una nuova colonizzazione L’estrazione degli idrocarburi nella Val d’Agri rappresenta una nuova colonizzazione per il Mezzogiorno segue dalla prima della flotta inglese. Il governo britannico aveva un conto da regolare relativamente alla concessione delle miniere di zolfo siciliane che, venuta a scadenza, il Borbone non aveva rinnovato all’Inghilterra, preferendo rilasciarla alla Francia. Lo zolfo era il petrolio dell’epoca e quindi una risorsa strategica ambita e contesa dai Paesi maggiori protagonisti della rivoluzione industriale. Questo fatto indusse l’Inghilterra a sostenere l’impresa dei Mille per rovesciare la monarchia borbonica. Fu una rappresaglia internazionale, che favorì non poco la guerra di conquista piemontese. Dopo lo sbarco avvenuto a Marsala senza resistenza alcuna, neppure a Calatafimi e a Palermo si combattè. L’esercito Borbonico fu sconfitto, piuttosto che dalle armi dei Garibaldini, dalla fellonia e perfino dalla corruzione di alcuni dei suoi generali (Landi e Lanza). Con grande manifestazione di dignità (non ripetuta dai Savoia in occasione della seconda guerra mondiale), Francesco di Borbone nel riparare a Gaeta non trafugò il tesoro reale. Gli offersero la possibilità di conservarlo. Rifiutò. Il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli, all’epoca Banche di emissione, vennero svuotati delle riserve auree, utilizzate in (piccola) parte per compensi ai Garibaldini, in (massima) parte per dono al Piemonte, rallegrando Cavour, preoccupato dalla esiguità delle finanze statali ridottesi al lumicino a causa delle guerre di indipendenza. Ma la colonizzazione del Sud e l’espropriazione dei suoi tesori non era destinata a finire con gli episodi ricordati. Continua. Ne è vittima, 150 anni dopo, la Basilicata. Il sottosuolo lucano è ricco di idrocarburi. Si tratta di un giacimento di considerevole consistenza, il più ricco dell’Europa continentale. Nel 2016 – 2018 le estrazioni di petrolio dovrebbero corrispondere al 10% - 12% del fabbisogno nazionale. L’opera di depredamento da parte delle compagnie petrolifere è in atto e si svolge con grande determinazione, denunciata da Pino Aprile all’opinione pubblica in un recente saggio. I quantitativi di greggio estratto non vengono neppure esattamente misurati. In mancanza di un misuratore di quantità le estrazioni vengono quantificate forfetariamente e unilateralmente da parte delle compagnie stesse. E’ come se il compratore facesse il prezzo imponendolo al venditore, senza sentirne le ragioni, neanche per la quantità della merce acquistata. Le royalties corrisposte alla Regione sono di livello ridottissimo, quasi di infimo ordine. Questo ostacola fortemente gli sfor- zi della Regione di migliorare la propria rete infrastrutturale, di incentivare decisamente le attività produttive, di combattere la disoccupazione (soprattutto giovanile) investendo le disponibilità ricavate dalla vendita del greggio. Negativo appare al momento il saldo algebrico fra i micragnosi proventi percepiti a fronte del greggio estratto e il danno all’ambiente causato dalla presenza delle strutture estrattive degli idrocarburi. Di qui l’esigenza di rivedere i rapporti tra Regione – Stato – Società petrolifere, restituendo alla Regione, come le spetta, un ruolo primario e decisivo nella politica petrolifera, che non può essere svolto da altri a casa propria, in pratica espropriandola di una preziosa risorsa, la cui valorizzazione potrebbe fare della Basilicata la più florida delle Regioni del Mezzogiorno e una delle prime d’Italia. Bonus carburanti: riattivata la carta prepagata A gennaio sono stati erogati i primi fondi per l’annualità 2011, ad agosto lo saranno per il 2012 e a dicembre per il 2013 I ministri dello Sviluppo Economico, Stefania Guidi, e dell’Economia, Carlo Padoan, hanno riattivato, attraverso il decreto “bonus carburanti”, lo strumento delle agevolazioni finanziarie per i cittadini delle regioni nelle quali si estraggono idrocarburi. Quanto alla Basilicata, per l’elevata quota spettante, i lucani sono già in possesso di una prepagata 2 sulla quale saranno accreditate le somme per le quali ci sono stati dei ritardi, ma la situazione sembra essersi sbloccata in queste prime settimane dell’anno. “Entro la fine di gennaio” afferma il governatore lucano, Marcello Pittella “sarà attribuita ai patentati l’annualità 2011, le prime carte sono già state ricaricate. Ad agosto di quest’anno si riceverà l’annualità 2012, e a fine dicembre l’annualità 2013. La gestione di oltre 370 mila posizioni ha fatto venir meno le iniziali previsioni fatte dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalle Poste, generando alcune settimane di ritardo. Finalmente però la situazione si è sbloccata. Per quanto riguarda l’annualità 2014 ricordo che la carta carburante è diventata Social Card cioè un bonus spendibile, non solo per il carburante, ma in tutti gli esercizi commerciali fino a importi di 450 euro per le fasce più deboli. La nuova Social Card verrà assegnata, inoltre, a nucleo familiare e non più ai soli patentati.” Sulla base dei dati aggregati dell’anagrafe tributaria, disponibili attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si ipotizza di accreditare con il fondo del 2011 un bonus massimo di circa 150 euro e con il fondo 2012 un bonus massimo di circa 220 euro. BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Sopra (nella pagina): fasi dell’estrazione del greggio lucano nella Val D’Agri, in provincia di Potenza. A fianco e sopra: la carta del bonus carburanti per i cittadini della Basilicata. Da questo anno, la carta diventerà social card Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno La nuova organizzazione della Banca del Cilento e Lucania Sud La filiale diventa elemento centrale del territorio, ma, di più, la filiale diviene elemento centrale dell’intera organizzazione della BCC continua dalla prima Commenta così la situazione economica, il direttore generale della Banca del Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimano. “Gli analisti” continua il dg “hanno sbagliato, tutti, le previsioni: si parlava ancora una volta di ripresa nel corso del 2014, cosa che non c’è stata. Il mondo occidentale vive ancora la crisi e continua tutt’ora a viverla, vediamo il caso della Grecia, vediamo che anche la Spagna vive momenti di grande tensione economica e sociale.” Sul fronte del Mezzogiorno, come è andato questo 2014 per la Banca del Cilento e Lucania Sud? Noi quest’anno siamo riusciti a rifare tutta l’organizzazione sulla quale c’eravamo impegnati con la Banca d’Italia. come è noto, nel 2013 abbiamo avuto una severa ispezione che ha sottolineato una serie di difficoltà esistenti nell’ambito della banca sui cui bisognava intervenire, una serie di cose sulle quali dovevamo lavorare. E’ stato necessario guardarci dentro, nel profondo. Siamo stati spronati a migliorare e abbiamo fatto tante cose. Abbiamo riorganizzato tutta la banca; abbiamo tolto una serie di strutture e di funzioni che, in effetti, non erano più adatte alla dimensione della banca attuale. Abbiamo messo al centro della nostra nuova organizzazione la filiale come unico soggetto gestore dei soci e della clientela. La filiale è divenuta così il centro operativo territoriale. In realtà, ci siamo anche resi conto che questa crisi ha fatto pulizia di tutta una serie di orpelli, che, nel periodo opulento, si era portati a considerare. Oggi, le distinzioni tra corporate, retail e altre funzioni, in particolare al Sud e nei nostri territori, non hanno più significato reale: oggi si deve parlare solo di opportunità positive e opportunità non positive che vengono da privati e da aziende. La parola d’ordine è stata, e deve essere ancora di più, la crescita nella sana e prudente gestione. Abbiamo fatto tante cose cominciando dalla riorganizzazione del Consiglio di Amministrazione per arrivare alla riorganizzazione della banca in tutte le aree di business più importanti: i crediti, la finanza, ma anche nelle aree di supporto come i controlli. Abbiamo disegnato una nuova mappa che dovrebbe portare anche a razionalizzare la presenza territoriale della banca e su questo aspettia- mo che Banca d’Italia ci dia il suo assenso. Tutto questo però non ci ha fatto perdere di vista l’obiettivo principale, che resta quello di conseguire una patrimonialità e un’economicità più forte. Alla luce dei primi dati, che in questo momento non posso anticipare, vi assicuro che questo obiettivo è stato conseguito. I soci possono essere tranquilli e fiduciosi perché la loro banca è una banca viva, vitale e in grado di stare efficacemente sul mercato. La filiale diventa quindi centrale rispetto al proprio territorio di competenza; questo è un capovolgimento di vedute a livello strategico per riuscire a stare sempre più vicini alle imprese e alle famiglie del territorio. E così? Ha colto bene. La filiale è il centro del territorio, ma, di più, la filiale è il centro dell’organizzazione banca. Tutti gli affari, tutte le opportunità nascono e muoiono nell’ambito della filiale, muoiono e nascono sul territorio; quindi è lì che la banca si doveva potenziare e che si è potenziata in quanto lì la banca deve dare le risposte. Tutto il resto della banca è organizzato in strutture specialistiche al servizio della filiale. Abbiamo quindi ribaltato la nostra organizzazione precedente che era la classica organizzazione bancaria: prima esistevano, infatti, i punti vendita, dove si faceva solo commerciale spicciolo, c’era poi la direzione in cui si decideva e si analizzava tutto. Questo non va più bene in questo momento storico ed economico perché la vicinanza ai territori, l’esistenza stessa della struttura all’interno dei territori, consente di cogliere i primi segnali, i fatti più importanti che meritano di essere colti in senso positivo, ma anche in senso negativo. Era necessario aprire gli occhi sui territori e per una banca come la nostra, che opera su tre regioni e quattro province, con una dimensione territoriale estesa per una Bcc, forse siamo l’unica in Italia che ha questo tipo di dimensione, era particolarmente importante modificare l’organizzazione e introdurre questi concetti. Attualmente, da questa riorganizzazione, devo dire, stiamo cominciando a raccogliere risultati positivi. Abbiamo voluto una struttura centrale: il servizio coordinamento rete vendita, la quale sta veramente operando a supporto specialistico di tutte le filiali e credo che sarà la struttura che nel tempo dovremo potenziare. In qualche editoriale scorso, Lei diceva che nei momenti di crisi ci si deve organizzare per cogliere poi le opportunità positive quando arriva la fase di crescita. Possiamo dire che questa trasformazione soggiace a questo principio? Assolutamente sì. Come ho già detto in qualche editoriale scorso, nei momenti di crisi, l’imprenditore di razza si guarda dentro, studia e si riorganizza per poi poter meglio cogliere le opportunità che verranno dalla ripresa dell’economia. Ormai si sta mettendo in campo tutto quello che è possibile, le ultime operazioni della Bce vanno tutte in questo senso: si sta inondando di liquidità il mercato e si stanno ricercando e stimolando nuove opportunità imprenditoriali e commer- ciali. Credo che questa volta cominciamo ad avvicinarci al superamento della fase buia. Sta per passare la nottata. E’ sembrato che a Lauria, l’ultima filiale aperta lo scorso anno, v’era già “in nuce” l’idea di effettuare questo capovolgimento di strategia. Questo si nota ad esempio già dall’arredo della nuova agenzia (nella foto sopra): alle casse scompare il banco, al posto del quale vi sono dei banchetti con sedie dove il cliente può sedersi e dialogare col cassiere-cosulente. E’ così? Sì, è proprio così. Abbiamo voluto dare un’immagine nuova, diversa della banca: il cliente viene in banca e non si approccia al bancone, che è più alto, che mette in soggezione, perché c’è uno dietro che ti guarda dall’alto in basso, ma il cliente viene, si accomoda e parla col proprio interlocutore che sta lì proprio per servirlo e per mettergli a disposizione tutte le possibilità della banca. Devo dire che quell’organizzazione dello sportello sta dando ottimi risultati in termini di capacità di interlocuzione; vi posso già anticipare che è allo studio la trasformazione in questo senso anche del salone di Vallo della Lucania, un salone che ormai è diventato un po’ datato rispetto a quella che è ancora la grandissima affluenza. Non dimentichiamo, infatti, che ancora oggi Vallo della Lucania rappresenta un terzo della banca in termini economici, patrimoniali e di clientela, quindi merita un’attenzione particolare in termini di riorganizzazione dei servizi di sportello. In che modo questo nuovo modello viene trasmesso al personale; mi spiego meglio: come preparare il personale a questo nuova visione di banca? E’ importante che il personale dipendente comprenda questa rivoluzione culturale e anche strategica e si muova in questo senso. Quando parlo del personale ne parlo in generale, non faccio distinzione tra chi sta in direzione e chi sta nelle filiali. Dico che bisogna lavorare tutti assieme, bisogna rendersi conto che il risultato è la somma di una serie d’interventi e di impegni personali di ciascun operatore in ciascun punto della banca si operi. Lei ha avuto sempre un po’ il pallino per il personale: ha sempre affermato che il personale deve rappresentare la banca nella sua unicità e ha sempre parlato del fattore responsabilità…. Vede, il tema delle responsabilità in una organizzazione aziendale moderna è fondamentale e centrale. Noi abbiamo superato i modelli autoritari: quelli che facevano tutto dall’alto, per cui chi stava in prima linea doveva solo eseguire. Oggi, il coinvolgimento è fondamentale per raggiungere i risultati e tutti devono lavorare per raggiungere quel risultato. Certo, ci deve essere chi pensa, chi elabora la strategia e chi esegue, ma questo è naturale che avvenga. Però, chiunque esegua, anche l’ultimo pezzo della catena di montaggio, deve essere convinto che il suo apporto è importante, altrettanto importante rispetto a chi ha pensato ed ha elaborato la strategia. Ognuno deve migliorarsi continua- BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 mente sul come svolgere il compito in un modo migliore per sé e per gli altri. In questo è il grande tema della responsabilità. La riorganizzazione che ha voluto il consiglio e che noi abbiamo messo in campo, comporta, necessariamente, che tutti i responsabili, quando assumono una decisione, la assumono pensando a quello che fanno e pensando a quello che è avvenuto prima e a quello che avverrà dopo. Non si può pensare che esiste una struttura che è in grado di risolvere tutto. La struttura centrale della nuova Banca del Cilento e Lucania Sud è una struttura leggera, è di servizio specialistico alle filiali, ma le azioni vanno pensate e realizzate nella filiale. Vede, torniamo così al discorso della centralità della filiale, per questo dicevo che questa nuova organizzazione presuppone che le persone cambino mentalità. Non c’è più una struttura di base, quella dello sportello, e una sovrastruttura, quella della direzione: esiste una struttura unica sullo stesso livello, fatta da operatori territoriali e operatori specialistici che stanno in un altro luogo rispetto alla filiale, ma che sono al servizio di tutti. I servizi di business della direzione sono itineranti: gli operatori devono muoversi, devono andare sulla singola filiale e mettersi al fianco del personale oppure fare essi stessi l’operatività. La struttura è dunque cambiata? E’ cambiata radicalmente la struttura, tutto va in un’unica direzione: il cliente quando arriva, si siede e parla col suo operatore, il quale, se è in grado di risolvere il problema, glielo risolve immediatamente, altrimenti prende appuntamento e si troverà lui, con la struttura specialistica, a parlare col cliente per risolvere il problema. Questo è dunque il nuovo approccio: la banca che va verso il socio, il cliente, non viceversa. Non esiste più la banca istituzione; è finita, non c’è più tempo, non c’è più spazio, non ci sono più le possibilità di mercato per fare quel tipo di banca. Alcune filiali della Banca del Cilento e Lucania Sud, da sopra a sinistra in senso orario: Colobraro, Lauria (interno con il nuovo e particolare arredamento), Futani e Senise. 3 Filiale del mese: Acciaroli Il presidio più a nord della BCC tra turismo ed enogastronomia Vitagliano: “aiutiamo le piccole e medie imprese sia nella fase di start up, sia nella loro crescita. Noi cresciamo insieme alle imprese del territorio.” Una filiale aperta alla comunità locale del Cilento costiero poco più di sette anni fa e che nel corso degli anni è cresciuta con una notevole progressione sul territorio: un lavoro duro, quasi certosino, quello dei preposti che si sono alternati alla sua guida. Acciaroli è la filiale più a nord tra quelle della Banca del Cilento e Lucania Sud, sul piano architettonico è anche quella che si distingue dalle altre per il colpo d’occhio esterno: non ci sono tabelle indicative in plexiglass come nella maggior parte delle altre. Logo e scritta della nuova denominazione della BCC sono state scavate nel legno, immagini che abbelliscono l’esterno non meno della vecchia scritta in ferro battuto. “Acciaroli è, tra le nostre filiali, quella che ha una maggiore vocazione turistica” afferma il preposto, Luigi Vitagliano, arrivato pochi mesi fa a dirigerla “buona parte delle imprese nostre clienti svolge gran parte dell’attività durante i mesi estivi.” Quale il compito di una filiale in un comprensorio turistico? Il nostro compito è soprattutto quello di supportare queste imprese nell’operatività corrente durante il pe- riodo estivo: in tutte quelle che sono le esigenze direttamente collegate all’attività turistica, alle strutture alberghiere e ricettive della zona che sono situate in un territorio abbastanza ampio. Qual è un po’ il “raggio d’azione” di questa filiale? La filiale ha tra i suoi comuni di competenza oltre 4 a quello di Pollica, con le sue cinque frazioni, anche il comune di San Mauro Cilento e Montecorice. In buona parte copre anche l’area più a nord di Casal Velino. E’ un territorio, questo, che vive di turismo, soprattutto di balneazione. Il compito diventa maggiormente impegnativo….. Il nostro compito è dunque quello di supportare la clientela nel periodo estivo per l’operatività corrente e, nel periodo invernale, dare un supporto in tutta quella operatività per la gestione dell’attività e nella preparazione della stagione estiva. Oltre alla Banca del Cilento, ad Acciaroli v’è anche un altro istituto bancario. Quali sono le istanze che maggiormente pone la clientela nel periodo invernale e come risponde la BCC? Ad Acciaroli era ed è già presente un altro istituto bancario. Nonostante questo, la filiale, pur essendo relativamente giovane, perché è stata inaugurata nell’estate 2007, ha raggiunto degli ottimi risultati con delle buone masse movimentate. Nel periodo estivo, Acciaroli è una delle mete turistiche più rinomate in Italia e oltre, ha prestigiosi riconoscimenti, dalle Cinque Vele di Legambiente e alla Bandiera Blu. Quanto alle istanze del territorio, nel periodo autunnale e in questo periodo invernale, cerchiamo di accompagnare le aziende e le famiglie sino alla prossima stagione estiva. Nei periodi invernali, come accade in genere per tutte le filiali “stagionali”, vi è maggiore richiesta di impieghi da parte della clientela. Qual è la performance di questa filiale? La filiale nel corso degli anni è cresciuta a livello di masse movimentate; dal dato, ancora non definitivo al 31 dicembre, abbiamo un totale di masse movimentate intorno ai diciotto milioni di euro suddivisi, più o meno equamente, tra impieghi e raccolta. Nel periodo da ottobre ad aprile aumentano gli impieghi e diminuisce la raccolta. Questo equilibrio si capovolge nel periodo estivo quando con gli incassi delle grosse strutture alberghiere, che fanno parte della nostra clientela, delle aziende agrituristiche, delle imprese che commerciano all’ingrosso e al dettaglio pesce e prodotti enogastronomici. Nel periodo estivo, il rapporto impieghi/raccolta viene quindi capovolto e vi è un equilibrio. Eppure nel corso di questi ultimi anni, si è sviluppata una piccola impresa locale legata all’enogastronomia e ai prodotti tipici ed artigianali. Questo dato sembra essere più visibile proprio nell’area di competenza di questa filiale. Lei mi può confermare questo dato? Le posso confermare questo dato perché il territorio di competenza della filiale va da Pioppi che è simbolo nel mondo della Dieta Mediterranea e vi sono sia aziende agrituristiche sia PMI che fanno dei loro prodotti tipici il fiore all’occhiello della zona. Altri prodotti con un notevole mercato sono ad esempio i fichi del Cilento, che vengono prodotti nel territorio tra San Mauro Cilento, Montecorice e la frazione di Agnone, l’olio di oliva che è un prodotto tipico di questa zona, anche se quest’anno le avverse condizioni atmosferiche ne han- no pregiudicato il buon andamento della stagione. La zona è rinomata nel mondo per la sua bellezza paesaggistica e per il cibo e i prodotti tipici. La piccola e media impresa turistica ed enogastronomica rientra quindi a pieno titolo nell’area di azione di una BCC come la Banca del Cilento e Lucania Sud e questo target di clientela ha trovato la giusta collocazione nella Banca. Non è così? Come BCC, tra i nostri principi ispiratori della nostra attività abbiamo quella di agevolare al massimo il territorio. Quindi, aiutiamo le piccole e medie imprese sia nella fase di start up, sia nella loro crescita. Noi cresciamo insieme alle imprese del territorio. Lei ha registrato la richiesta di altre imprese del territorio a farsi supportare nella propria crescita, in altre parole c’è una impresa giovane nella vostra clientela? Per la mia esperienza in questa filiale, che è relativamente breve, perché la dirigo soltanto dal primo di ottobre, ho già avuto modo di constare che facendo un bilancio sommario della situazione ci sono delle aziende che purtroppo hanno chiuso per le contingenti condizioni economiche. Allo stesso tempo però, ci sono dei giovani che hanno voglia di imprenditoria, abbiamo avuto richieste di assistenza da parte di imprese sia nella forma di ditte individuali, sia in quella di società cooperative, alle quali stiamo fornendo sostegno nella fase di start-up. Sopra: il preposto della Filiale di Acciaroli, Luigi Vitagliano A fianco e al centro: la filiale di Acciaroli. Sopra: il porto di Acciaroli con la torre e la chiesa BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Socio del mese: Francesco Volpe L’enogastronomia e la cultura locale servite a tavola Alfea coniuga le produzioni agricole locali con la ristorazione, offrendo ai turisti la cultura delle tradizioni locali Una sala ristorante ampia in una struttura rivestita in pietra locale che domina la collina di San Mauro Cilento, così si presenta Alfea, la struttura del socio Francesco Volpe. Dal terrazzo e dalle finestre dalla sala si scorge il panorama mozzafiato della parte centrale della costiera cilentana. Il panorama si coniuga con i piatti tipici della cucina locale preparati, per una gran parte, con i prodotti dell’azienda agricola della madre, azienda che produce un ottimo vino e l’olio delicato delle colline sammauresi. “La struttura nasce dall’idea di mio padre” ci dice Francesco Volpe “questa doveva essere la tavernetta della nostra casa. Visto però che la sala era abbastanza grande, mio padre mi chiese se avevo intenzione di gestire un ristorante. D’estate andavo sempre a lavorare presso i ristoranti della zona; mettermi in proprio era una delle mie grandi aspirazioni.Così abbiamo iniziato la sfida.” Una sfida che nel corso degli anni l’ha portata a definire un bel pacchetto di clienti: come sta andando la struttura? Considerando che abbiamo aperto l’attività nel momento in cui è cominciata la crisi, nel 2007, stiamo combattendo e aumentiamo ogni anno la nostra clientela. Una sala molto ampia che riesce ad accogliere trecento persone, ma, ci diceva che per una politica di impresa preferisce accoglierne di meno per dare qualità al servizio…. Penso che la qualità non sia solo nel mangiare; la qualità sta anche nel saper accogliere il cliente, saperlo servire, saperlo coccolare. La nostra scelta, dunque, è quella di accogliere le persone in base alle nostre potenzialità, non ci va di strafare e scontentare i nostri clienti. Preferiamo che il nostro cliente se ne vada sempre contento e soddisfatto. Collegata al servizio ristorazione v’è l’offerta di vino, il San Sebastiano, e di olio…. In effetti, l’azienda agricola di mia madre produce sia vino che olio oltre alle verdure. Noi compriamo questi prodotti dall’azienda agricola e li trasformiamo. Tra questi prodotti abbiamo il nostro vino, il San Sebastiano, la cui denominazione si rifesce al luogo in cui viene prodotto. E’ un aglianico con un primitivo. Abbiamo inoltre la bottiglia del nostro olio che si chiama “Costaredde” che viene prodotto in un’altra località dove abbiamo circa mille piante di olive. E’ un extravergine. San Mauro ha una lunga tradizione di oli, quindi non poteva non usare il suo olio…. La clientela che viene da noi preferisce usare e comprare olio di San Mauro, vuol sapere dove viene prodotto per avere una certificazione e una qualità che altrove non riesce a trovare. Oltre alla ristorazione Lei si occupa della commercializzazione di farine, come nasce quest’altra attività imprenditoriale? Questa era un’attività che già negli anni addietro svolgeva mio padre in forma di agente di commercio e trasportatore. Da giugno del 2014, nasce l’idea di commercializzare farine, cercando di ritagliare una fetta di mercato ben definita. La crisi, soprattutto nel settore della panificazione, ha fatto sì che non si potessero più acquistare grandi quantità di farine. Quindi ci siamo assunti il rischio noi di comprare farine e rivenderle a questi piccoli panifici in modo da poterli sostenere. Il ristorante nasce quasi in concomitanza con l’apertura della filiale di Acciaroli della Banca del Cilento e Lucania Sud. Qual è il suo rapporto con la BCC? Devo dire che in precedenza avevamo esperienze con banche più grandi, ma devo ammettere che l’esperienza con la Banca del Cilento e Lucania Sud mi ha fatto capire quanto questa banca sia vicina alle esigenze del territorio e degli imprenditori. Conoscono l’andamento del mercato del momento, quindi sanno venirci incontro. Voglio esprimere loro un forte ringraziamento perché la BCC ha fatto sì che piccole aziende come la nostra riuscissero a stare sul mercato e a continuare ogni giorno la propria attività senza alcun problema. La BCC fonda la sua attività sulla conoscenza diretta delle persone e degli imprenditori. Si rivede in questo? A differenza delle banche nazionali, la BCC è presente sul territorio, conosce la clientela, visita le aziende. Mentre le banche nazionali guardano la realtà attraverso un computer, le BCC e questo del Cilento e Lucania Sud in particolare, guarda le persone. Sono molto presenti, si rendono conto quando vi è il momento difficile e sanno aiutare un’azienda a riprendersi. Lei sta tentando un’impresa non sempre facile e non sempre agevole, quella cioè di mettere insieme la filiera dell’enogastronomia con quella della ristorazione e del turismo. Qual è il riscontro? Offriamo una cucina strettamente cilentana e riscontriamo molto successo per i nostri piatti tradizionali: questo fa sì che il turista mangia qualcosa che sa che può trovare solo da noi, forse sarà anche perché utilizziamo ricette antiche. A volte noto che ci sono dei clienti che tornano esclusivamente per il sapore della pizza, per il pane fatto in casa o altre ricette locali. Sono questi i sapori della nostra terra. A fianco: Il socio Francesco Volpe. Sopra nella pagina: l’esterno e l’interno della struttura ristorativa Alfea a San Mauro Cilento. Qui sopra: il punto vendita “Cilento Farine” a Casal Velino Scalo Enti e Territorio: San Mauro Cilento Tesoreria: i vantaggi per gli enti territoriali Carlo Pisacane: “Sono molto onorato di essere socio della Banca del Cilento e Lucania Sud” Tra i soci della Banca del Cilento e Lucania Sud vi è il primo cittadino di San Mauro Cilento, Carlo Pisacane. La tesoreria comunale, inoltre, è gestita dalla BCC. “Sono molto onorato di essere socio della Banca del Cilento e Lucania Sud” afferma il giovane sindaco “perché è una banca molto vicina a tutti noi”. E’ proprio questa cura particolare per le imprese e le famiglie del territorio che dà il segno tangibile della differenza tra la banca di credito cooperativo e le altre tipologie di banche. “Una Banca differente che crea valore per il territorio” non è solo un enunciato del claim della BCC, è una realtà, quella verso la quale tutti i giorni gli operatori della Banca del Cilento e Lucania Sud si sforzano. “Inoltre la nostra banca” afferma il sindaco Pisacane “è vicina ai piccoli comuni. La BCC regge la tesoreria del nostro comune, devo dire che sono puntualissimi e cercano di soddisfare le esigenze delle nostre casse comunali in ogni modo. La finanza pubblica, in particolare per i piccoli comuni, sta vivendo un periodo non certo facile, ma, devo dire, che la nostra BCC cerca di aiutarci in ogni modo nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa di legge”. Come giudica l’attività della BCC verso la comunità locale? “E’ assolutamente positiva. Oltre al servizio tesoreria, la Banca del Cilento e Lucania ci ha offerto il servizio bancomat. E’ questo un servizio necessario per un piccolo comune come il nostro che rischiava di essere isolato dai servizi finanziari della fascia costiera. Tenga presente che se non vi fosse stato il servizio, ci saremmo dovuti spostare ad Acciaroli per fare anche le minime operazioni come i prelievi. Ho detto che la Banca ci ha offerto il servizio bancomat, è questo il termine esatto: devo dire, infatti, che sull’attività di questo servizio non guadagnano assolutamente nulla”. A fianco: il sindaco di San Mauro Cilento, Carlo Pisacane, socio della Banca del Cilento e Lucania Sud BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 5 Socio del Mese: Giovanni Schiavone Tradizione e innovazione nella nautica cilentana I Cantieri Schiavone nascono nei primi anni ‘70 ad Acciaroli, nel corso dei decenni l’offerta si è aperta al diportismo e alla sperimentazione di natanti ecologici Passione, tradizione ed innovazione, sono questi i tre elementi che contraddistinguono i Cantieri Schiavone ad Acciaroli. L’impresa nasce nella prima metà degli anni ’70, quando Renato Schiavone avvia l’attività di costruzioni navali per il mercato locale. Nel corso degli anni l’azienda cresce col crescere del mercato e dell’offerta che si sposta verso il diportismo. La nuova generazione rappresentata dal figlio, Giovanni, porta l’impresa ai livelli attuali: un’area di produzione di circa tremila metri quadrati sul porto di Acciaroli e un’azienda in fitto a Santa Maria di Castellabate. L’offerta si sposta sempre più sul diportismo e si percorrono nuove strade verso l’innovazione. L’ultimo gioiello dei cantieri è una imbarcazione in alluminio con alimentazione totalmente elettrica, nata da un’attenta ricerca, insieme con l’Università di Salerno, nel campo dell’ecologia e dei parametri imposti dalle due aree marine protette del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La realtà di cantieri navali nel Cilento, quindi, non si è mai arrestata negli anni passando dalle barche da pesca al fuoribordo. “Ho rilevato questa attività da mio padre, un imprenditore che ha creato questa impresa storica molti anni fa” ci dice Giovanni Schiavone. “All’età di venti anni ho seguito l’attività di mio padre ed ho creduto in questa attività, perché bisogna credere nelle attività, bisogna essere sempre positivi. Man mano, con la conoscenza e la correttezza, la professionalità porta ad avere un risultato positivo: abbiamo cominciato con le barche da pesca, ora facciamo imbarcazioni da diporto e altro. Dopo essere stati i pionieri nel Cilento per le barche da pesca, ora l’attività si è portata su target differenziati, ma in tutto questo avete dato ampio spazio alle sperimentazioni.. Sì, adesso abbiamo realizzato un’imbarcazione tutta in alluminio, totalmente elettrica per raggiungere le zone protette della fascia costiera del Cilento. La barca già è pronta, già l’abbiamo provata, stiamo aspettando che qualcuno ce la commissioni. Nel Cilento ci sono due aree marine protette, quindi è necessario sperimentare 6 imbarcazioni a basso impatto ambientale. Da questo presupposto nasce la nuova imbarcazione? Noi crediamo in questa attività ed abbiamo costruito questa imbarcazione ex novo. Stiamo già organizzando per fare un progetto delle vie del mare: stiamo aspettando che, sul piano della pianificazione, la politica investa in questo settore delle imbarcazioni ecologiche e ad emissioni zero. Noi siamo già pronti. Negli ultimi tre anni ha deciso di allargare l’azienda con il cantiere di Santa Maria di Castellabate. Come nasce questo nuovo progetto? Ho avuto la forza di volontà di credere nell’attività, ho investito ulteriormente in un fitto d’azienda di un altro cantiere a Santa Maria di Castellabate, dove ho due attività con una ventina di dipendenti. In una realtà economica nella quale si lavora prevalentemente d’estate, sto cercando di dare continuità per tutto il corso dell’anno. A Santa Maria opera la società “Cantieri Navali Cilentani”, stiamo realizzando una nuova costruzione completamente in alluminio. E’ stata già commissionata, sarà pronta a fine marzo. Crediamo nella nostra attività, anche con l’aiuto della Banca del Cilento e Lucania Sud, la banca del territorio che ci dà una mano. Abbiamo visto che c’è anche questo clima di familiarità con i dipendenti della Banca del Cilento, come si potrebbe definire questo rapporto con la BCC? Devo dire la verità, sono tutti molto disponibili, a partire dal presidente, dal direttore generale, dal vicepresidente, tutti quanti sono delle persone formidabili. Mi trovo molto bene. Quali azioni vorrebbe che fossero portate avanti con maggiore determinazione? In questo particolare momento storico, devo dire che loro hanno ragione perché quando si sente di barche e di indotto nautico, parlo della mia attività, ci sono delle difficoltà e loro, giustamente, stanno un po’ in difesa. Oggi, però, non bisogna guardare alle attività, bisogna guardare la persona, è necessario credere nella persona, perché se si crede nelle strutture è fal- limentare. Bisogna credere nelle persone che hanno volontà e capacità di fare, questo è importante a mio avviso. La Banca del Cilento dovrebbe allargarsi un po’ in queste attività per darci una ulteriore mano, perché a noi serve una mano. Ha registrato un calo nell’indotto nautico? Mi devo ritenere fortunato, anche perché seminando bene, arriva il momento in cui si raccoglie. Per natura non mi lamento mai. Non ho avuto nessun calo, anzi ringrazio tutti quelli che credono in me e nella mia attività. Mi auguro di fare cose buone nel futuro, ma ci vuole un po’ di assistenza. Come sta andando l’attività dei Cantieri Schiavone e Cantieri Nautici Cilentani? Anche se c’è una crisi enorme, noi manteniamo il colpo con grandi difficoltà, però abbiamo dalla nostra il vantaggio che crediamo nella nostra attività. Sopra: il socio Giovanni Schiavone nel cantiere di Acciaroli Qui sopra: imbarcazioni in costruzione nel cantiere Sotto: uno dei gioielli dei cantieri nautici Schiavone nel mare del Cilento BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Rapporto BankItalia 2015 Nel breve periodo prospettive ancora incerte Negli USA l’attività economica ha accelerato nettamente, nell’area euro invece persistono i segni di debolezza, nonostante il calo dei costi energetici L’attività economica ha accelerato nettamente negli Stati Uniti, crescendo oltre le attese. Le prospettive a breve e a medio termine per l’economia mondiale restano tuttavia incerte, per la persistente debolezza nell’area dell’euro e in Giappone, per il prolungarsi del rallentamento in Cina e per la brusca frenata in Russia. La forte caduta del prezzo del petrolio, determinata sia dall’ampliamento dell’offerta sia dalla debolezza della domanda, può contribuire a sostenere la crescita, ma non è priva di rischi per la stabilità finanziaria dei paesi esportatori. La volatilità sui mercati risente dell’instabilità politica in Grecia La volatilità sui mercati finanziari nell’area dell’euro è aumentata dopo l’indizione, per la fine di gennaio, delle elezioni politiche in Grecia: le possibili ripercussioni di eventuali mutamenti negli orientamenti delle politiche economiche e nella gestione del debito pubblico del paese alimentano le preoccupazioni per la coesione dell’area. I tassi di interesse sui titoli greci a tre anni hanno superato il 15 per cento; a una flessione delle borse europee si è accompagnata una sostanziale stabilità dei premi per il rischio dei titoli di Stato nei paesi periferici, verosimilmente per effetto del consolidarsi delle attese di ulteriori misure di politica monetaria da parte della BCE. In Italia il declassamento del debito sovrano, deciso in dicembre da Standard & Poors per le incerte prospettive di crescita, non ha avuto effetti significativi sui rendimenti dei titoli pubblici. Per contrastare la deflazione il Consiglio direttivo della BCE intende ampliare la dimensione del bilancio Nell’area dell’euro i prezzi al consumo sono scesi in dicembre. La flessione dei corsi petroliferi contribuirà a sostenere i consumi, ma potrebbe accrescere i rischi di un radicamento di aspettative di riduzione della dinamica dei prezzi e di un aumento dei tassi di interesse reali, aggravando gli oneri dei settori indebitati. Per contrastare questi rischi e ricondurre le aspettative verso la stabilità dei prezzi, il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito l’intenzione di ampliare la dimensione del bilancio dell’Eurosistema, per riportarlo in prossimità dei livelli registrati nel marzo 2012. Il ricorso alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, finora inferiore a quanto inizialmente atteso, potrebbe risultare insufficiente; il Con- siglio, che valuterà nuovamente la situazione alla fine di gennaio, è pronto ad ampliare la dimensione, la composizione e la frequenza degli interventi. In Italia aumentano i consumi, ma gli investimenti non sono ancora ripartiti In Italia negli ultimi trimestri i consumi hanno ripreso a crescere in misura contenuta, in linea con l’andamento del reddito disponibile sostenuto dalle misure adottate dal Governo. Il loro contributo alla crescita dell’economia è stato controbilanciato dalla flessione degli investimenti, frenati dagli ampi margini di capacità inutilizzata, dall’elevata incertezza sulle prospettive della domanda e dalle difficoltà dell’edilizia. Secondo le indicazioni disponibili, nel quarto trimestre dello scorso anno il prodotto sarebbe marginalmente sceso. L’occupazione, cresciuta nel terzo trimestre, si riduce nei mesi di ottobre e di novembre Nei mesi estivi del 2014 il numero di occupati è aumentato, seppur lievemente; dopo tre trimestri di sostanziale stagnazione il monte ore lavorate è tornato a crescere sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi privati. Ciò nonostante il tasso di disoccupazione è salito, spinto dall’incremento del tasso di attività. La ripresa dell’occupazione rimane tuttavia fragile, come segnalato dai dati preliminari di ottobre e di novembre: le aspettative delle imprese circa l’evoluzione della domanda di lavoro nei primi mesi del 2015 continuano a essere negative. L’inflazione risente della domanda debole e del calo del prezzo del petrolio La dinamica dei prezzi al consumo resta debole: in dicembre è stata pari a -0,2 per cento nell’area e a -0,1 in Italia; potrebbe continuare a ridursi per effetto del calo dei prezzi dei prodotti energetici. Sulla base del recente sondaggio Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore, le imprese prevedono di mantenere sostanzialmente stabili nel 2015 i prezzi di vendita dei propri prodotti. Le condizioni del credito migliorano gradualmente Secondo le rilevazioni più recenti le condizioni di offerta di credito alle imprese sono migliorate, ma restano più stringenti per quelle di minore dimensione; i tassi di interesse medi sui nuovi prestiti sono scesi gradualmente, pur mantenendosi superiori a quelli dell’area dell’euro (di circa 30 punti base per imprese e famiglie). Fattori di domanda legati alla debolezza degli investimenti, unitamente alla percezione di un alto rischio di credito per alcune categorie di imprese, frenano ancora la dinamica dei finanziamenti. Le prospettive per il prossimo biennio dipendono dal vigore della ripresa degli investimenti… Le nostre proiezio- ni prefigurano per l’economia italiana una crescita modesta quest’anno, più sostenuta il prossimo: nello scenario centrale risulterebbe attorno allo 0,4 e all’1,2 per cento, rispettivamente. Resta ampia l’incertezza attorno a questi valori. Sarà cruciale l’intensità della ripresa della spesa per investimenti; un rapido miglioramento delle prospettive di domanda e delle condizioni finanziarie potrebbe accrescerla, nonostante l’elevato grado di capacità produttiva inutilizzata. Un andamento più favorevole dell’attività si avrebbe se il prezzo del petrolio si mantenesse sui valori registrati negli ultimi giorni. …e dalle politiche economiche Nel complesso l’attività economica, oltre a trarre vantaggio dalla caduta del prezzo del petrolio e dalla graduale accelerazione degli scambi internazionali, verrebbe sostenuta dall’orientamento espansivo della politica monetaria, riflesso anche nel deprezzamento dell’euro, e dalle misure di riduzione del cuneo fiscale disposte con la legge di stabilità. Rischi per l’attività economica possono derivare dal riacutizzarsi di tensioni sui mercati finanziari internazionali, per il peggioramento della situazione politica in Grecia e della crisi in Russia, nonché per l’indebolimento della congiuntura nelle economie emergenti. I rischi che l’inflazione rimanga troppo bassa troppo a lungo derivano dal persistere di ampi margini di capacità produttiva inutilizzata, il cui impatto sulla dinamica dei prezzi sembra essere aumentato negli ultimi anni, e dalla possibilità di un ulteriore peggioramento delle aspettative. Le proiezioni sono sensibili alle ipotesi sulla politica di bilancio Per l’Italia il consolidamento di bilancio resta un obiettivo essenziale. Il nostro scenario macroeconomico incorpora gli effetti della legge di stabilità, con la quale il Governo, nel confermare l’impegno a proseguire nell’azione di risanamento dei conti pubblici, ne ha adeguato il ritmo al quadro congiunturale. Ciò contribuisce a evitare un prolungamento della fase recessiva, che avrebbe conseguenze sfavorevoli sul rapporto tra il debito e il prodotto nel prossimo biennio. Misure monetarie aggressive possono contrastare i rischi di deflazione Misure aggressive di sostegno monetario possono contribuire a contrastare le pressioni al ribasso sui prezzi e la debolezza dell’attività economica nell’area. Nelle nostre valutazioni un’espansione del bilancio dell’Eurosistema, che si riflettesse in una riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato a più lungo termine pari a 50 punti base e in un de- prezzamento dell’euro del 5 per cento, si tradurrebbe in un livello del PIL più elevato di circa mezzo punto percentuale nel biennio 2015-16, sia in Italia sia nel complesso dell’area; l’inflazione risulterebbe più alta di due-tre decimi di punto in ciascun anno. Gli effetti sarebbero maggiori se si tenesse conto anche dell’impatto che le nuove misure potrebbero avere sulla fiducia e sulle aspettative di inflazione di famiglie e imprese. Curiosità dal Credito Cooperativo Pino Daniele socio della BCC della Maremma Il cantautore napoletano credeva fermamente nelle potenzialità del credito cooperativo Pino Daniele credeva fortemente nel mutualismo del credito cooperativo: era socio della Banca della Maremma, una Bcc che rientra nell’area di competenza della sua residenza in Toscana. “Il 12 maggio 2010 Pino Daniele, al termine dell’assemblea di soci della Banca della Maremma, chiese di intervenire per portare un saluto ai numerosi amici BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 presenti e per informare che avrebbe presentato domanda per entrare a far parte della compagine sociale della Banca. Pino era rimasto molto colpito dal forte legame esistente tra la BCC e la comunità di appartenenza”. A ricordare questo episodio della vita del celebre cantautore è la presidenza della BCC della Maremma. Pino Daniele era divenuto socio del credito cooperativo ed amico di alcuni rappresentanti della governance della banca perché credeva con determinazione nelle potenzialità di aiuto ad imprese e famiglie che il credito cooperativo avevo portato e continua a portare durante questo periodo di crisi. 7 I giovani alla Mostra di Vallo della Lucania Nella pagina e in quella a fianco: momenti della visita delle scolaresche alla mostra di Vallo della Lucania La mostra rimmarrà aperta fino a Primavera Continua l’affluenza degli istituti scolastici alle Fiere di Vallo per la passeggiata nella storia del Cilento Forte del successo riscontrato nelle scuole del territorio la mostra “Il Cilento dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà” rimarrà aperta fino al 30 aprile. La passeggiata nella ricca storia del patrimonio culturale, archeologico e storico del Cilento è nata, infatti, con un preciso scopo didattico: far toccare con mano ai giovani del territorio la grandezza di un comprensorio spesso aspro, difficile da raggiungere. L’intento era quello di far assumere la consapevolezza che ogni paese del Cilento, ogni piccola contrada, ogni palazzo ha una sua precisa importanza e racconta una storia, quella del riconoscimento a patrimonio dell’umanità. Dalla Preistoria all’Ottocento, il Cilento racconta le sue vestigia, la cultura dei popoli che lo hanno abitato e l’immenso patrimonio ambientale che ne ha avvalorato le sue potenzialità. E’ un messaggio soprattutto per i giovani e per le scuole del territorio e questo messaggio è stato via via percepito. Molti sono stati gli istituti scolastici che hanno visitato l’esposizione presso il Padiglione D delle Fiere di Vallo. Ceraso, Montano Antilia, Futani, Roccagloriosa, Torre Orsaia sono soltanto alcune scuole che hanno visitato la mostra e hanno ascoltato le guide che tracciavano la storia millenaria del Cilento, dai primi ritrovamenti paleontologici delle grotte di Palinuro e Camerota alla grandezza di Paolo De Matteis, passando attraverso le grandi civiltà degli Enotri, dei Greci, dei Romani. Ascoltando la storia ed ammirando i pannelli che trattano della cultura e della propensione al divino dei monaci basiliani. Moltissimi i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che sono rimasti incantati dalla riproduzione delle tele di Paolo De Matteis, che hanno ascoltato con molta attenzione le storie dei briganti e delle brigantesse del Cilento. Nei giorni prossimi si attendono le scuole superiori del territorio, sono già in molte ad essersi prenotate per una visita guidata. Scopo recondito della permanenza della mostra presso le Fiere di Vallo è anche quello di attendere la conclusione dei lavori dell’Auditorium Comunale di Vallo della Lucania dove gran parte della mostra dovrebbe passare per essere poi visibile in maniera permanente. Già questa esposizione ha avuto un ottimo riscontro in termini di presenze e questo è un grande obiettivo raggiunto da chi ha fortemente voluto la realizzazione di questa mostra, unica nel suo genere: la Banca del Cilento e Lucania Sud e, in particolare, il suo presidente Francesco Castiello. Dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà Apertura fino al 30 aprile 2015 presso le Fiere di Vallo della Lucania Pattano Orari di apertura: feriali 9.00/13.00 - 15.00/17.00, domenica e festivi: 9.00/13.00 8 BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 I numeri della Mostra La mostra “Cilento Patrimonio dell’Umanità. Dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà” ha superato la soglia delle tremila presenze. L’affluenza finora è avvenuta grazie al contributo degli istituti scolastici del territorio, dalle scuole elementari alle medie, che hanno accompagnato i propri alunni a visitare gli spazi espositivi presso il padiglione D delle Fiere di Vallo della Lucania. Maggiore l’affluenza delle scuole del comprensorio centro-meridionale del Cilento, il corpo docente è stato attivo nel promuovere l’evento non solo accompagnandovi i ragazzi, ma sviluppando argomenti di approfondimento specifici dei temi della mostra. Molto “gettonata” è stata l’opera del pittore cilentano Paolo De Matteis che ha riscosso l’interesse della quasi totalità dei ragazzi, il 95% del totale dei visitatori. Quasi a sorpresa, al secondo posto per attrazione si collocano i reperti paleontologici delle grotte di Palinuro e Camerota. Più dell’80% dei giovani si sono interessati alla Preistoria del Cilento. E’ stata quasi una rivelazione, confessa qualche docente; del resto è sempre una bella esperienza scoprire e toccare con mano l’evidenza che il territorio meridionale della provincia di Salerno fosse abitato già seicentomila anni fa. Particolare attenzione e gradimento è stata espressa per l’area allestita con i reperti di Elea-Velia, anche se l’interesse per quest’area supera di poco quella dedicata a Roccagloriosa. I Lucani hanno destato l’attenzione dei ragazzi in quanto sembrano un popolo avvolto tra la storia e la leggenda, le vicende di questa popolazione destano un alone di mistero per i giovani. Notevole l’interesse per le testimonianze del Risorgimento e del Brigantaggio. In quest’area l’attenzione dei ragazzi si è destata quando hanno scoperto che accanto alla classica figura maschile del brigante, vi erano anche le brigantesse. Ha destato infatti molta curiosità la copia degli atti del processo ad alcune donne-briganti di Terradura, fucilate nel 1821 nella piazza principale del paese. Le scuole del territorio in visita alla mostra di Vallo della Lucania Sopra: Vaso lucano proveniente dalla Necropoli di Roccagloriosa. V secolo a.C. Sotto: oinochoe proveniente dallo stesso luogo. IV sec. a.C. Dalla Preistoria al Risorgimento: Storia di una Civiltà BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 9 Riforma delle Popolari Le prime dieci banche popolari diventeranno società per azioni Solimeno: “la riforma riguarderà anche le banche di credito cooperativo così com’è avvenuto in altri paesi europei” continua dalla prima nel tempo e con modalità diverse, anche le altre banche popolari minori e, riteniamo, anche il sistema delle banche di credito cooperativo. Tutte queste banche, sia le popolari che quelle di credito cooperativo, sono accomunate da alcune caratteristiche comuni: l’esistenza del voto capitario, quindi il principio “una testa un voto” nelle assemblee, e poi, diciamo, l’incapacità di ricorrere, più facilmente delle altre banche, ad operazioni di aumento di capitale. In questo momento, la possibilità di far crescere il capitale delle banche, il loro patrimonio, era diventata un’esigenza assolutamente vitale alla luce delle nuove norme dettate dall’Ue e dell’Unione Bancaria, in particolare da Basilea 3. Quindi, l’esigenza del nuovo assetto non è tanto da ricercarsi nella modifica del voto capitario, ma nella necessità di aumentare il patrimonio attraverso il mercato? Diciamo che le due cose sono in qualche modo interdipendenti: l’esistenza del voto capitario non facilita la possibilità di investire di più, perché secondo il principio “una testa un voto”, qualunque sia la partecipazione che un soggetto pubblico, privato, societario può avere in una banca di questo tipo, vale sempre un voto. Nel modo finanziario chi mette i soldi, deve valere, deve contare di più: questo è un po’ il concetto. Questo va però contemperato con quella che è la connotazione storica di questa tipologia di banche. Esse nascono non tanto per servire grossi aggregati finanziari e grossi eventi economici, bensì per offrire il servizio del credito alla popolazione diffusa e a tutti quelli che hanno necessità di accedere al servizio del credito, senza distinzione di possidenze economiche e quant’altro. Queste due cose devono però trovare un giusto equilibrio e una soluzione nell’ambito di progetti futuri che sono in atto. Dalla riforma è stato escluso in credito cooperativo, cosa ne pensa? Da quello che si legge sempre con maggior frequenza, la riforma riguarderà anche le banche di credito cooperativo così com’è avvenuto in altri paesi europei come ad esempio in Portogallo, in Francia ancor prima, in Olanda. In queste nazioni le banche di credito cooperativo hanno trovato forme di aggregazione che hanno loro consentito di crescere e di poter operare, ferma restando la loro connotazione sociale, avendo alle spalle un socio, un organismo, un gruppo di una certa importanza. Su questa strada si sta muovendo anche il credito cooperativo italiano. E’ infatti allo studio un progetto di Federcasse che dovrebbe portare in tempi abbastanza rapidi ad una proposta di modifica con la forma dell’autoregolamentazione delle BCC. A suo avviso, cosa accadrà per il credito cooperativo? Se il problema è quello di garantire alle Bcc maggior apporto patrimoniale, certamente con l’organizzazione attuale questo è abbastanza difficile, perché dipende dalla capacità delle singole banche. Se non si dovesse arrivare ad una riorganizzazione completa e ad un progetto comune condiviso, non so quante piccole banche riusciranno a sopravvivere e a conseguire quel patrimonio minimo indispensabile per potere andar avanti. Sulla base di queste considerazioni, il credito cooperativo, in particolare Federcasse, si sta orientando nella costruzione di un progetto specifico che dovrebbe portare, se condiviso su base volontaria, ad un’aggregazione di istituti di credito cooperativo sotto la guida di una banca SpA. Quest’ultima diventerebbe una holding che raggrupperebbe una serie di Bcc, tanto da far sì che il suo patrimonio possa diventare patrimonio unico di gruppo. Questo è il progetto, ma siamo ancora nella fase di studio. Da quello che si legge, però, i tempi non dovrebbero essere lunghi. Lei parlava della capacità di aggregazione come elemento essenziale di crescita del patrimonio per affrontare il mercato; la Banca del Cilento è stata in questo antesignana attraverso la fusione con la BCC Lucania Sud. Si è dato vita ad un istituto a dimensione più ampia…. Il problema, in questo momento, è la capacità autonoma di stare sul mercato e di avere mezzi patrimoniali, finanziari ed economici sufficienti. In questo, la dimensione incide molto. La Banca di Credito Cooperativo del Cilento, oggi BCC del Cilento e Lucania Sud, si era posta, già da tempo, questo problema e bene aveva fatto. La dimensione che noi abbiamo attualmente, ci consente di poter stare sul mercato con tranquillità. Certo, rispetto alle sfide future, anche noi dobbiamo porci ancora qualche obiettivo più ambizioso. Per fortuna, nel 2011 facemmo l’operazione di aggregazione, questa ci ha aperto nuovi territori, nuovi mercati che oggi stiamo in qualche modo utilizzando a vantaggio della nuova dimensione che la banca ha conseguito. A fianco: la riunione del Consiglio dei Ministri BankItalia approva la riforma delle Popolari Visco: si richiede alle popolari più grandi di deliberare la trasformazione in SpA, un assetto societario che accresce la capacità di ricorso al mercato dei capitali. “La riforma richiede alle popolari più grandi di deliberare la trasformazione in società per azioni, un assetto societario che accresce la capacità di ricorso al mercato dei capitali.” Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, saluta la riforma delle Banche Popolari che, entro diciotto mesi, per le prime dieci popolari con attività superiore agli 8 mld di euro, devono trasformarsi in società per azioni. “La più ampia partecipazione dei soci in assemblea” continua il governatore di BankItalia 10 “riduce il rischio di concentrazioni di potere in capo a gruppi organizzati di soci minoritari”. E’, infatti, questa la conseguenza più rilevante della riforma che si sta per compiere. La riforma, ricorda Visco “risponde a esigenze da tempo segnalate da noi, dal Fondo monetario internazionale e dalla Commissione europea, e rese ora più pressanti dal passaggio al sistema di vigilanza unica”. “La scelta quantitativa concilia la necessità di dare una scossa forte, preservando però in alcuni casi una forma di governance che ha servito bene il Paese” queste le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, immediatamente successiva al provvedimento “Investment Compact”. “Andranno valutati in futuro” ha continuato il ministro Padoan “altri suggerimenti di modifica della governance.” Vi sarà quindi una gradualità nei processi di riforma del sistema bancario italiano, “gradualità ma indirizzo chiaro”, con un ministero attento alle sollecitazioni e ai suggerimenti di BankItalia. E’ stato, infatti, lo stesso ministro a sottolineare “come sempre quando il ministero si occupa di questioni bancarie, ascolta i consigli della Banca d’Italia, poi le decisioni politiche sono responsabilità del governo”. Come si accennava la riforma al momento non tocca tutte le banche popolari, ma solo quelle con attivo superiore a 8 miliardi di euro. Questi istituti entro diciotto mesi dal regolamento attuativo di BankItalia dovranno trasformarsi in società per azioni. Il decreto attuativo dovrà fissare le regole per la trasformazione. Le Popolari che rientrano nella riforma sono dieci: Banco Popolare, Ubi Banca, Popolare Emilia Romagna, Popolare di Milano, Popolare di Vicenza , Veneto Banca, Popolare di Sondrio; ci sono inoltre tra le non quotate il Credito valtellinese, la Popolare di Bari e la Popolare dell’Etruria e del Lazio. Questi istituti dovranno eliminare il voto capitario (una testa un voto) e trasformarsi in Spa. Nella normativa approvata, salvo novità attuative, viene previsto un drastico abbassamento delle soglie necessarie per approvare in assemblea la trasformazione delle banche popolari in società per azioni. Per la seconda convocazione, quella che conta, dato che le assemblee delle popolari si costituiscono solo in seconda convocazione, è prevista la semplice maggioranza dei due terzi dei votanti, senza nessun’altra limitazione. Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Gli amici della BCC ricordano il collaboratore Alessandro Mainenti Il senso di vuoto tra gli amici e i clienti della Banca Pilerci: “viaggiavamo insieme la mattina, era una persona molto gentile e molto educata con i colleghi e i clienti” “Viaggiavamo assieme la mattina, andavamo insieme in filiale: era una persona molto gentile e molto educata con i colleghi e con i clienti”. Con queste parole e con un filo di voce, Davide Pilerci, preposto della filiale di Marina di Camerota ricorda Alessandro Mainenti, venuto a mancare all’affetto di quanti lo avevano conosciuto a fine gennaio. “I clienti della filiale ancora non riuscivano a crederci” continua Pilerci “Alessandro era una persona molto gentile che si faceva voler bene da tutti; anche noi colleghi non riusciamo ancora a crederci. Capisci che una persona ha lasciato un vuoto solo quando viene a mancare”. Dalla scorsa estate Alessandro aveva cominciato a lavorare nella Banca del Cilento e Lucania Sud: prima aveva svolta un breve periodo di mansioni a San Giovanni a Piro, poi era stato mandato alla filiale di Marina di Camerota dove è stato per la maggior parte della sua breve esperienza presso la banca. “Ha imparato il sistema in maniera velocissima” continua ancora il preposto Pilerci “era sempre disponibile e non si lamentava mai del lavoro, anzi si offriva sempre se v’era qualche compito da svolgere. La cosa che colpiva maggiormente in lui era la sua naturale propensione al rapporto umano con la gente, con i clienti; veniva dal settore immobiliare ed aveva una certa esperienza in questo, ma in lui questo rapporto diretto ed immediato con la clientela era innato, riusciva a capire la persona alla quale si trovava di fronte e ne coglieva le necessità e i problemi cercando di risolverli in ogni modo”. E’ questa sua innata capacità che lascia il vuoto maggiore perché proprio questa caratteristica umana colpiva della sua indole. “Io e Fabio” continua Pilerci “ancora oggi non sappiamo darci una spiegazione di quello che è avvenuto, manca sempre quella persona gioviale che anche nei momenti difficili riusciva a sdrammatizzare e a concentrarsi sul lavoro. Nemmeno i clienti che hanno avuto modo di conoscerlo riescono a darsi una spiegazione, sembra quasi che a volte ti chiedano quando torna Alessandro”. I colleghi di lavoro, il personale, i membri del CdA e della direzioni sono stati sempre vicini ad Alessandro quando ha avuto i primi problemi con l’influenza. “Ci siamo sentiti anche quando è stato influenzato a casa” continua Pilerci “la mattina che è stato male era andato a fare una sostituzione a San Giovanni a Piro, gli ho consigliato di andarsene a casa perché aveva la febbre. Ci siamo sentiti fino al venerdì prima che andasse in ospedale”. “E’ stata una tragedia” commenta il direttore generale, Ciro Solimeno “una tragedia assolutamente inattesa. Ci ha colto tutti di sorpresa. Non ce lo aspettavamo, non ce lo aspettavamo noi, non se l’aspettava la famiglia. Meno che mai penso che se lo aspettasse il povero Alessandro. Ho avuto modo di conoscerlo anche al di fuori della banca, devo dire che tutti i tratti positivi di cui parla il preposto li conoscevo. Era una persona abituata a vivere in mezzo alle altre persone, abituato a farsi voler bene perché era una brava persona, era una persona senza grilli per la testa, viveva la vita con una semplicità incredibile e anche con una capacità non comune di relazionarsi con gli altri. E’ stata una grande perdita per la famiglia, ma è stata una grande perdita anche per noi, soprattutto come contatto umano oltre che come operatore. Oltretutto in poco tempo si era inserito veramente molto bene. Erano innate in lui certe caratteristiche. Noi non sappiamo per quale ragione queste cose avvengano, ci sarà un disegno superiore, ma speriamo che effettivamente servano a far capire almeno agli altri che è tutto relativo e che la vita va vissuta intensamente per quello che si riesce ad avere. Io sono rimasto malissimo quando ho saputo la cosa, sembrava che negli ultimi tempi si stesse anche riprendendo; pensavo di poterlo andare a trovare perché ero legato a lui anche da un rapporto umano, al di fuori della banca. E’ stata una grande perdita. Speriamo che la famiglia, come credo e come è giusto che sia, riesca a superare questo momento. Un sentito abbraccio al padre, alla madre, al fratello e alla sorella.” Il CdA si stringe al dolore che ha colpito Antonio Mainenti Tutta la Banca del Cilento e Lucania Sud partecipa alla tragedia per la scomparsa dell’amico e del collaboratore L’intero consiglio di amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud si unisce al dolore che ha colpito la famiglia dell’ex consigliere Antonio Mainenti per la prematura scomparsa di Alessandro. Sono attoniti i volti che si perdono nel grigiore atmosferico di una giornata di pioggia a Pattano dove si sono celebrati i funerali del povero Alessandro. Il personale delle varie filiali del Cilento era presente e partecipava al dolore di una famiglia distrutta da una tragedia difficile da spiegare sul piano razionale. Distrugge l’anima questa tragedia inaspettata, ma distrugge la modalità con la quale questa tragedia si è scaraventata contro la famiglia. La febbre, le complicazioni, poi l’attesa davanti alla Rianimazione del San Luca di Vallo della Lucania. Alessandro all’interno combatteva con la sua grande voglia di vivere, la famiglia nell’atrio di attesa combatteva con la speranza e la fede. E’ terrificante stare davanti ad una sala di rianimazione: ogni volta che la porta si apre, ogni volta che un medico o un infermiere esce sembra che porti qualche novità, sembra che sia uscito per chi aspetta e che voglia informarlo di qualcosa. E’ una lotta impari, quella che si combatte all’interno non meno di quella che si combatte all’esterno. “Voglio esprimere la mia calorosa vicinanza alla famiglia per una tragedia così grande come quella che si è consumata” afferma il presidente della Banca del Cilento e Lucania Sud, Francesco Castiello. “Alessandro era un ragazzo d’oro, una bella persona con una innata e non comune capacità di rapportarsi con le altre persone. E’ questa una qualità unica, non comune: appartiene a quel senso di “humanitas” che fa parte dell’essere umano. E’ la capacità di vivere in mezzo alla gente e percepirne le più recondite testimonianze. In questa tragedia non posso far altro che unirmi alla famiglia Mainenti testimoniando tutto il mio dolore per la perdita di una così valorosa persona”. La testimonianza del dolore per un amico e per un dipendente della Banca del Cilento e Lucania Sud arriva dal vicepresidente vicaro Silvano Lucibello, dal vicepresidente Ettore Zaccone e da tutto il Consiglio di Amministrazione della BCC. BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 11 “La Spigolatrice di Sapri” A Pasqua il manoscritto di Mercantini sarà nel Cilento Differita solo di qualche mese l’esposizione della celebre lirica che narra la tragica vicenda della spedizione di Pisacane nel Cilento Il manoscritto originale della “Spigolatrice di Sapri” arriverà nel Cilento per Pasqua, è stato solo un problema di ordine logistico a differire l’appuntamento con la celebre ode di Luigi Mercantini che ha affascinato le generazioni con la sua carica poetica patriottica risorgimentale . Ad ispirare il poeta era stata la storia del tragico sbarco di Pisacane sulle coste del Mezzogiorno ancora sotto il dominio borbonico. La Spigolatrice è il racconto di un evento funesto del Risorgimento visto attraverso gli occhi di una ragazza che osserva lo sbarco di Pisacane sulle coste del Cilento ammirando la folle azione sino al punto da innamorarsene. E’ proprio nel ritornello, che sul piano stili- stico segna anche l’attacco della lirica, schema insolito per la tradizione italiana dell’epoca, si dà conto della tragedia: trecento uomini, giovani e forti, sono trucidati. Il componimento, sul piano metrico, è una ballata di cinque stanze in endecasillabi a rima baciata separati da un distico di ripresa (ritornello). Il manoscritto, andato all’asta, venne acquistato dalla BCC di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno, luogo natìo del poeta Mercantini. Il presidente della Banca del Cilento e Lucania Sud, Francesco Castiello, sollecitato dal primo cittadino di Sapri, Giuseppe Del Medico e dal consigliere di amministrazione, Franco Di Donato, ha contattato la consorella per chiedere un prestito gratuito del documento al fine di poterlo esporre nei luoghi descritti dalla lirica. La cosa ha destato molto entusiasmo presso la banca di credito cooperativo marchigiano, tanto che è stata messa a disposizione per qualche settimana. L’arrivo del manoscritto nel Cilento era previsto per il periodo natalizio, ma si è ritenuto più opportuno optare per la primavera, periodo nel quale i giovani studenti del territorio hanno maggiore facilità di spostamento per visite guidate. Per Pasqua, quindi, custodito in una teca, l’opera origina- le sarà esposta per qualche giorno nel padiglione della mostra “Il Cilento Patrimonio dell’Umanità. Dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà”. Per tutto il tempo del prestito sarà poi visibile presso l’aula consiliare del comune di Sapri, città dove è ambientata la scena lirica della Spigolatrice. Sopra: la statua che rappresenta la “Spigolatrice” sullo scoglio dello Scialandro a Sapri. A fianco: il manoscritto de “La Spigolatrice di Sapri” composto nel 1857 dal poeta marchigiano Luigi Mercantini Attività dei soci Il Sapone del Cilento, un cadeau per i turisti L’idea dell’azione di marketing parte da Giovanni Fierro: regalare ai turisti una saponetta che contiene l’olio di oliva e le fragranze del Cilento Un cadeau per i turisti che visitano il territorio, questa l’azione di marketing che l’impresa Sapone del Cilento, socia della Banca del Cilento e Lucania Sud, sta proponendo alle strutture ricettive del territorio per la prossima estate. Nel catalogo è possibile inoltre trovare prestigiose idee regalo e bomboniere per matrimoni, cresime, battesimi. Usato da tutti i popoli del Mediterraneo come prodotto di bellezza, oltre che come condimento, l’olio extravergine di oliva, componente principale dei prodotti Sapone del Cilento, grazie alla passione e alla dedizione di Giovanni Fierro, ha dato vita ad una gamma di saponette rigorosamente solide. Si va dal sapone naturale classico a quello al latte d’asina, alla calendula, ai fichi. Una vasta gamma di saponette con oli essenziali o estratti naturali il cui ingrediente fondamentale è l’olio extravergine di oliva.. “La base principale del nostro sapone è olio extra vergine di oliva” si legge nel sito saponedelcilento.it “ottenuto dalla cultivar pisciottana che ricopre più di 5.000 dei 180.000 ettari del Parco Nazionale Del Cilento Vallo Di Diano e Alburni. L’olio ottenuto da questo vigoroso e imponente olivo è dolce e delicato in cucina come sulla nostra pelle e può aiu- 12 tare in tante problematiche dermatologiche.” Tutte le fragranze di sapone sono confezionate in formati da 25, 50 e 100 grammi, rigorosamente solide. Questo deriva da una scelta ben precisa che dà il senso dell’attenzione al benessere dei clienti. “Produrre sapone liquido” si legge ancora nel sito “ha dei costi bassissimi, con dei ricavi esponenziali. Per questo motivo l’industria ha fatto perdere la storica normalità dell’uso del sapone solido abbondando in schiumogeni e tensioattivi, il cui unico risultato è quello di provocare irritazioni, allergie e inquinamento. Nel nostro sapone il primo ingrediente è olio di oliva. Le cose più buone, sane e belle sono quelle che la natura ci mette a disposizione e che nel corso dei secoli non hanno subito variazioni.” Le proprietà benefiche dell’olio extravergine di oliva pisciottana del Cilento sono concentrate in una saponetta: è questo un modo per far “vedere” ed “esplorare” il territorio, farne sentire i profumi e farne saggiare la fragranza aromatica. Tutto questo in un piccolo cadeau che le strutture del territorio possono offrire ai turisti. Le proprietà benefiche dell’olio di oliva nella cosmesi L’olio d’oliva ha importanti proprietà benefiche conosciute fin dall’antichità: i fenici lo battezzarono “oro liquido”, gli egizi lo usavano per rendere morbida la pelle e lucidi i capelli, nell’antica Grecia antica era adoperato dagli atleti per massaggi e frizioni oltre che nella cosmesi quotidiana. I Romani diedero valore assoluto a questo prodotto che veniva usato come base fondamentale nella preparazione di unguenti per la pulizia e il benessere del corpo. Studi dermatologici recenti hanno mostrato sul piano scientifico come la composizione grassa dell’olio di oliva sia affine allo strado lipidico dell’epidermide conferendo a questo prodotto delle proprietà naturali antinvecchiamento. L’olio di oliva è ricco inoltre di altre sostanze benefiche come la vitamina A che inibisce la secchezza delle mucose, la vitamina E che contrasta l’invecchiamento, acidi linoleico e linolenico che prevengono disturbi dermatologici come l’eczema, l’acne, la psoriasi. L’olio contiene inoltre lo squalene che rinnova la pelle attraverso la formazione del filo idrolipidico soprattutto nei casi di secchezza della pelle; contiene ancora il beta-carotene, responsabile dell’elasticità della pelle. Varietà e fragranze del Sapone del Cilento: Sapone naturale al Latte d’asina e Calendula, sapone naturale alla Lavanda, sapone naturale al Tea Tree, sapone naturale alla Camomilla, sapone naturale alla Calendula e Crusca, sapone naturale ai Fichi, sapone naturale alla Menta, sapone naturale alla Lavanda, Tea Tree e Calendula, sapone naturale alla Calendula, sapone naturale Classico. BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Commercialisti: nasce il Progetto Cilento Marketing turistico per un’offerta di qualità L’Ordine dei Dottori Commercialisti e Revisori Contabili di Vallo della Lucania lancia una progettualità insieme con strutture ed enti territoriali “La presenza di banche di credito cooperativo in un territorio è molto più importante rispetto a quelle che sono le grandi banche. Queste ultime ragionano sui grandi numeri, sui grandi clienti, mentre le banche di credito cooperativo sono le banche del territorio.” Così afferma il presidente dell’Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili di Vallo della Lucania e consigliere di amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud, Giuseppe Condorelli, durante un’intervista a margine di una convention del “Progetto Cilento” presso la sede dell’ordine. “In questo momento le BCC sono quelle che sono state e stanno più vicino alle imprese sofferenti” continua il presidente Condorelli. “Sicuramente sono le imprese che sprigioneranno risorse nuove che arriveranno dalla Bce”. Qual è lo scopo di questo che l’ordine di Vallo della Lucania ha promosso? Scopo di questo incontro è organizzare una casa comune nell’ambito della formazione della cultura d’impresa, progetto che l’Ordine dei Commercialisti di Vallo della Lucania ha intrapreso da tempo. Stiamo cercando di creare questa casa comune, di aprire un dibattito, una discussione sull’internazionalizzazione delle imprese. Il Progetto Cilento nasce perché in un contesto di crisi ormai consolidata, dalla quale ancora non si riesce a trovare il tempo e il modo di uscire, sicuramente il Cilento è un’area che vive una crisi nella crisi perché è un territorio lontano dalle grandi città culturali, lontano dai grandi centri industriali dove c’è produzione. Abbiamo pensato di sviluppare un discorso di internazionalizzazione dei mercati, ciò significa invitare le imprese che hanno capacità e potenzialità nel territorio di cercare di farsi conoscere all’estero, promuovere il territorio all’estero e soprattutto il made in Cilento. La commissione di internazionalizzazione istituita presso il nostro ordine sta lavorando a questo progetto ed oggi abbiamo avuto un incontro, uno dei primi step di quelli che saranno altri incontri. Abbiamo cercato di far convergere voci dell’imprenditoria, voci dei commercialisti, voci dei rappresentanti istituzionali per aprire una discussione, ma soprattutto per cantierare un progetto che sia comune a tutti. E’ inutile disperderci in tante iniziative che poi, tutte quante, vogliono la stessa cosa: quelle poche e buone energie che abbiamo, mettiamole insieme perché veramente il Cilento può dare e può avere di più dal contesto economico italiano e mondiale. A suo avviso l’impresa Cilento è pronta? Questo è un nodo della discussione. Noi non abbiamo grandi imprese che hanno capacità di portarsi e farsi conoscere all’estero; nasce da qui l’idea di fare rete, di creare reti di imprese. Nel momento in cui noi approcciamo a un mercato estero, tipo ad esempio gli Emirati Arabi, quando ci viene una richiesta del tipo un container di mozzarelle al giorno, qui non abbiamo realtà produttive di questa grandezza; allora bisogna mettersi insieme. Chiaro che nel territorio vi sono molti caseifici di varia grandezza e non sono in grado di esternalizzare tutto il prodotto per una sola commessa, hanno già la loro clientela. La capacità di quella produzione tipica deve quindi essere ampliata. Qui nasce il lavoro del commercialista: fare cioè uno screening delle aziende, misurarle nelle loro capacità e dimensioni e nelle loro potenzialità per approcciare un mercato estero. Dopo aver fatto questo, si riesce a dare una sorta di previsione di crescita nel caso in cui l’impresa voglia avere un mercato estero. La previsione è dettata dalla necessità di aggregazione con aziende della stessa filiera per raggiungere quantità tali da poter soddisfare un mercato estero Crisi e banche, credit crunch e BCC, la rivoluzione a livello europeo potrà portare maggiore liquidità, ovvero, a suo avviso, le banche avranno la possibilità di fare più credito? La crisi è determinata dall’economia reale, non c’è produzione, non c’è occupazione, ma non è essenzialmente corretto affermare che manca la liquidità come si dice in giro. La banca è un’impresa, la liquidità c’è; il discorso diventa difficile quando si deve valutare a chi darla: si pone cioè il rapporto tra il rischio del credito che la banca misura e il merito del credito dell’impresa. Oggi l’impresa non merita un buon credito. Il grande italiano, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha studiato l’azione del Quantitive easing, che ha varato in questi ultimi giorni. Questa è una misura straordinaria che serve per immettere altra liquidità nel mercato, che non è che non c’era: c’è. Infatti, alcuni commentatori soprattutto tedeschi non credono nell’azione del Qe perché la liquidità c’è. Il problema si pone dunque nel destinare la liquidità alle imprese. Bisogna sviluppare l’idea che la liquidità che c’era e quella che è stata immessa possa determinare le condizioni affinché le imprese possano far crescere la loro credibilità e le potenzialità. Penso, però, che se non ci sono le riforme istituzionali, quelle cha la politica decanta da tanto tempo, non si creano le condizioni per far sì che si sprigionino le potenzialità nelle imprese, nelle banche e nell’economia. Il problema si sposta quindi, a suo avviso, dal settore creditizio a quello dell’economia reale con tutte le implicazioni di ordine politico che questo comporta. E’ così? Il problema non sono le banche, è l’economia reale che non ha stimoli, non la forza, perché non ci sono le riforme necessarie. Oggi le imprese italiane stanno portandosi all’estero, tanto per produrre, quanto per commercializzare: come possiamo pensare che un’impresa tedesca, ad esempio, possa venire a investire in Italia. Noi visto facciamo il ragionamento delle imprese che se ne vanno dall’Italia. Il problema vero è che, attualmente, non ci sono le condizioni per fare impresa in Italia. Abbiamo un costo del lavoro alto, una riforma della giustizia che non si attua, quindi processi lunghi. Se devo avere un credito in via giudiziale, non lo riscuoto perché il tempo del giudizio va per le lunghe. Bisogna fare le riforme, questo è la necessità primaria. Sopra: il Consigliere di Amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud e presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Vallo della Lucania, Giuseppe Condorelli A fianco: panorama della costiera del Cilento Comitato Esecutivo di Federcasse: riconoscimento per le banche locali Jukka Vesala, Direttore Responsabile delle Vigilanza sulle piccole banche della Bce ha partecipato a Roma all’esecutivo della Federazione Lo scorso 22 gennaio, il Direttore Generale responsabile della vigilanza sulle piccole banche della Banca Centrale Europea, Jukka Vesala, ha partecipato, a Roma, ai lavori del Comitato Esecutivo di Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. Vesala ha illustrato al Comitato Esecutivo di Federcasse, le linee guida del complesso meccanismo di vigilanza microprudenziale, avviatosi lo scorso 4 novembre nell’ambito del nuovo Meccanismo di Vigilanza Unica, uno dei pilastri dell’Unione Bancaria Europea, che riguarda un totale di 3.500 re ad istituti, spesso con cultura organizzativa e prassi istituti (tra i quali le Banche di Credito Cooperativo e operative differenti, un sistema armonico ed uniforme. Casse Rurali italiane). “Banche” ha detto Vesala “che Su uno dei temi cari al Credito Cooperativo italiano, il recente linguaggio normativo classifica come “meno la necessità di una reale applicazione del rilevanti” ma che principio di proporzionalità nella declisarebbe più op- Le specificità dei sistemi bancari nazione delle norme, Vesala ha affermato portuno definire che le specificità dei sistemi bancari lo“più significativi locali vanno riconosciute e che a livello locale”. occorre un approccio “pluralista” cali vanno riconosciute e che occorre un approccio “pluralista” al problema, nella Il meccanismo di al problema. volontà di non caricare di pesi eccessivi vigilanza microrealtà che hanno mostrato negli anni di saper svolgere prudenziale sulle banche “minori” è affidato in prima un importante ruolo anticiclico. istanza alle Autorità di Vigilanza Nazionale, in stretto raccordo e coordinamento con la Banca Centrale EuFoto: Jukka Vesala, Direttore Responsabile delle Vigilanza ropea chiamata nel breve periodo” ha detto Vesala “a sulle piccole banche della Bce definire metodologie di controllo in grado di assicura- BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 13 14 BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 Contributi e idee dal mondo cooperativo Studi Ricerche e Statistiche di Federcasse: la situazione A fine dicembre 2014 si riduce ancora il fatturato, la disoccupazione continua ad aumentare e la fiducia dei consumatori scende sotto quota 100 Ad ottobre scorso il fatturato dell’industria italiana è diminuito, su base annua, dello 0,7% (-1,4% sul mercato interno, +0,7% sul mercato estero), questo è avvenuto tenuto anche conto del miglioramento per i beni strumentali (+3,0%) e della flessione per l’energia (-2,8%), per i beni di consumo (-0,3%) e per i beni intermedi (-0,2%). Gli ordinativi industriali sono diminuiti dello 0,2%. Questi dati rispecchiano anche il clima di fiducia delle imprese che, a dicembre scoro, è risultato stabile a 87,6 punti, alla luce dell’incremento nel settore manifatturiero (da 96,5 a 97,5 punti) e del commercio al dettaglio (da 98,1 a 104,6 punti) e della contrazione nelle costruzioni (da 73,7 a 72,3 punti) e nei servizi di mercato (da 88,6 a 86,6 punti). L’indice PMI manifatturiero a dicembre è sceso a 48,4 punti da 49,0. Il tasso di disoccupazione a novembre ha raggiunto il 13,4% (+0,9 annuo) per via di un aumento su base annua del numero dei disoccupati di 264 mila unità (+8,3%) che ha portato il totale a 3 milioni 457 mila unità. La disoccupazione giovanile (15-24enni) si è attestata al 43,9% (+2,4% annuo). Le retribuzioni orarie a novembre sono migliorate dell’1,1% (dall’1,0%). Le vendite al dettaglio a ottobre sono scese dello 0,8% su base annua (-0,5% i prodotti ali- mentari, -1,0% i prodotti non alimentari; -0,1% per le imprese operanti nella grande distribuzione, -1,5% per quelle focalizzate su piccole superfici). A conferma di questa tendenza, la fiducia dei consumatori a dicembre è diminuita da 100,2 punti a 99,7, superando dall’alto verso il basso la soglia critica dei 100 punti. Se da un lato il sotto-indice riferito al clima corrente è peggiorato da 99,0 a 97,2 punti, quello relativo al clima futuro è salito da 101,7 a 101,8 punti. Il tasso di variazione annuo delle nuove auto immatricolate è rimasto positivo a dicembre (+2,4%) anche se su livelli più contenuti che nel mese precedente (+5,3%). L’inflazione al consumo a dicembre è stata nulla su base mensile e leggermente negativa su base annua (-0,1%), a causa del calo dei prezzi dei beni energetici (-7,9%). L’inflazione di fondo (al netto di alimentari ed energetici) è salita dello 0,6%. Fonte: Bloomberg, attuale si riferisce al 08/01/2015 ore 17:30 Fonte dei dati in questa pagina: PUNTO MACRO- Nota macro mensile a cura del Servizio Studi Ricerche e Statistiche di Federcasse Anno V – n. 01 (Gennaio 2015) Un saluto al Presidente Sergio Mattarella Azzi: la massima carica dello Stato richiede equilibrio, lungimiranza e fedeltà ai valori costituzionali Il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ha rivolto al neo eletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un messaggio di saluto esprimendo, anche a nome di tutta la realtà delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane, vivissime felicitazioni. “Il massimo incarico istituzionale della Repubblica” si legge nel messaggio “richiede doti di equilibrio, lungimiranza, fedeltà ai valori profondi della Costituzione che la Sua esperienza umana e politica Le ascrivono”. “Nell’assicurare il costante impegno delle BCC nel concorrere al rilancio dell’Italia, che passa necessariamente dal rafforzamento del tessuto della coesione” conclude il messaggio “e nel rinnovare la fiducia nelle Istituzioni repubblicane che hanno, dall’art. 45 della Costituzione fino ad oggi, difeso la libertà e la genuinità delle cooperative mutualistiche” il presidente Azzi ha augurato un buon lavoro al Capo dello Stato “al servizio del bene comune dell’Italia”. A destra: il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi A sinistra: il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella BancAperta - Anno IV - Numero 1 - Febbraio 2015 15
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