Salvinispara: “Io i campi rom li demolirei, ma tranquilli: c’è Pisapia”. Poi, come sempre, non spiega l’alternativa: i rom li elimina tutti o li ospita a casa sua? Sabato 21 febbraio 2015 – Anno 7 – n° 51 e 1,40 – Arretrati: e 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 dc CARO PADOAN, COSÌ SI CACCIA VERRO di Marco Lillo l ministro Padoan ci ha fatto sapere ieri che è I “indignato” per il fax scritto da Antonio Verro nel 2010 a Berlusconi e che sta studiando come intervenire. La stessa indignazione ci era stata comunicata il giorno prima da Matteo Renzi. Padoan e Renzi però non sono due passanti che si indignano al bar e poi tirano avanti senza fare nulla. Oggi stesso, Renzi potrebbe schierare il Pd a favore della cacciata di Verro e Padoan potrebbe intimare al presidente della Rai l’immediata convocazione dell’assemblea con all’ordine del giorno la revoca. La Commissione di Vigilanza Rai, convocata dal presidente M5S Fico, a quel punto si troverebbe la strada spianata: in poche settimane Verro sarebbe allontanato dal fax della Rai. Il caso Verro è la cartina di tornasole della vera posizione di Renzi sul conflitto di interessi di Berlusconi. Persino la legge Gasparri impone ai consiglieri della Rai “notoria indipendenza di comportamenti”. Se Verro restasse al suo posto, Renzi dovrebbe spiegare perché, dopo aver preso il 40,8%, lascia la Rai in mano a un soggetto al di sotto persino degli standard della legge Gasparri. Tutti i regali Rai: È quadro a Re Giorgio e gioielli ai politici Fisco per fiasco di Marco Travaglio La lista dell’Ufficio Omaggi di Viale Mazzini: 2,5 milioni di euro spesi in 8 anni per 50 mila doni a dirigenti, ministri e altri Vip. Dipinti, playstation, borse e vini di pregio. Il ministro dell’Economia: “Interverrò sul caso Verro” Caporale e Tecce » pag. 2 - 3 RUBY E LE SUE SORELLE Povero Caimano, la Polanco scrive ai pm: “Vi dico tutto” Barbacetto » pag. 8 » JOBS ACT » Per Renzi è “il giorno atteso da una generazione” Licenziamenti di massa e favori agli assicuratori Il premier se ne infischia del parere del Parlamento e conferma il “no” al reintegro anche per le procedure collettive (vince Confindustria). Il ministro Orlando: “Io non l’ho votato”. Furiose Cgil e minoranza Dem. Nel ddl concorrenza si tagliano i risarcimenti per le vittime della strada. Rinviati i tre decreti fiscali: c’era il timore di altre “manine” Cannavò e Palombi » pag. 4 - 5 MANZIONE E FAMIGLIA I PM DI VENEZIA La “vigilessa” di Matteo a caccia di un’altra poltrona “Mose, il Pd dentro il sistema di spreco di denaro pubblico” Marra » pag. 6 Massari » pag. 10 G iovedì sera, a Roma, il posto più sicuro era lo Stadio Olimpico con migliaia di lanzichenecchi asserragliati nella Curva Nord, sbronzi » pag. 18 e placati. Il programma di Tsipras ora lo detta l’Ue Il governo di Atene costretto a rinunciare alle sue promesse elettorali: almeno altri quattro mesi di austerità Feltri » pag. 7 Grillo sconfessa M5S, difende Paoli poi fa retromarcia De Carolis » pag. 9 » FUTURISMO INEDITO Gli Hooligans nella Terra dei Cachi Padellaro GRECIA, PRONTI GLI AIUTI I SOLDI IN SVIZZERA FURIA A ROMA di Antonio y(7HC0D7*KSTKKQ( +\!"!$!?!# MANI PULITE IN TV Marinetti in guerra: penna, moschetto e “nemici schifosi” d’Esposito » pag. 14 Calapà, D’Onghia e Rodano » pag. 11 SULLA APP MIA Tutti i video della giornata, dal Jobs Act al caos sicurezza per gli ultrà olandesi LA CATTIVERIA Le Olgettine pagate 1,8milioni di euro. A saperlo prima, noi ci siamo stati fatti fottere gratis per vent’anni » www.spinoza.it Il mariuolo Chiesa diffida “1992” e Sky “Non fate vedere le mazzette nel wc” Borromeo » pag. 15 più pericoloso un governo che non fa nulla contro l’evasione fiscale, anzi fa molto pro, o un privato cittadino famoso accusato di evadere il fisco? Il secondo, a dar retta ai giornali. La lista Falciani, le accuse di Giuliano Soria, l’indagine di Gino Paoli, le polemiche a Sanremo per la presenza di Ferro e Nannini sospettati di evasione, occupano le prime pagine. E intendiamoci, è giusto e normale che sia così, vista la notorietà dei personaggi: Grillo, che difende l’amico Gino, deve farsene una ragione, anche se Paoli, come tutti gli accusati, ha il sacrosanto diritto alla presunzione di non colpevolezza (che non lo esime dalle dimissioni da un ente “sensibile” come la Siae). Ciò che stona non è lo spazio dedicato ai Vip presunti evasori. Sono gli zero tituli sul nulla che sul tema sta facendo Renzi, quello che ancora tre mesi fa annunciava “repressione durissima” per chi froda il fisco e poi stringe patti con un pregiudicato per frode e si circonda di imprenditori inquisiti per evasione o specialisti in elusione nelle varie Leopolde e pellegrinaggi aziendali (a proposito: l’ultimo capo del governo che passò in rassegna gli operai plaudenti della Fiat fu Mussolini). Ieri, sull’Espresso, il ministro Padoan annunciava per il Cdm del 20 febbraio (sempre ieri) “le misure per le imprese (Iva, fiscalità internazionale, fatturazione elettronica, catasto)”. Peccato che al Cdm di ieri queste belle misure non siano pervenute. Così come il decreto sui reati tributari, quello nato a Natale col condono al 3%, poi rinviato a ieri, poi rimandato a chissà quando. Non è dunque dato sapere in base a quali elementi oggettivi Padoan comunichi che “il governo Renzi fa una guerra più efficace agli evasori dei precedenti governi”. Al momento, alzando le soglie di impunità fissate nel 2011 da Tremonti, sta facendo peggio persino dell’ultimo governo B. Padoan insiste con la favoletta dei “semplici errori” che oggi – a causa di un fantomatico “eccesso di attenzione all’aspetto penale” – farebbero “scattare l’azione penale” contro migliaia di poveri imprenditori solo perché si sbagliano a scrivere la dichiarazione dei redditi, con effetti esiziali per l’economia: “in un’impresa non si fanno più gli investimenti perché gli amministratori temono di finire in galera, non per una frode ma per uno sbaglio”. Ma ci faccia il piacere: in Italia non si fanno investimenti sia perché abbiamo un sistema creditizio da terzo mondo, che presta soldi agli amici degli amici e non a chi ne ha bisogno per finanziare un’idea o un progetto innovativo; sia perché abbiamo il record negativo in Europa degli investimenti stranieri (lo 0,8% del Pil, la metà della media Ocse, persino sotto Cile, Indonesia e Colombia), a causa di mafie, corruzione, bilanci truccati ed evasione. Nessuno punta un euro al casinò se sa che la roulette è truccata: e in Italia si sa che la concorrenza è sleale proprio perché gli indigeni hanno carrettate di fondi neri per taroccare le gare e corrompere gli arbitri. Ieri Gian Antonio Stella ha pubblicato sul Corriere i dati del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria del 2013: su 39.571 detenuti italiani con condanna definitiva, solo 230 sono dentro per reati economico-finanziari, contro 7986 in Germania, pari allo 0,6% (contro una media europea di 5,9). In che senso allora i nostri manager sarebbero terrorizzati dal finire in galera? Padoan dica piuttosto la verità, che è semplicissima. In Italia gli evasori sono 11-12 milioni (dati Agenzia delle Entrate): il primo partito, poco sopra il Pd (che alle Europee ha preso 11,1 milioni di voti). Perciò non si possono toccare, anche perché i partiti continuano a foraggiarsi in nero dalle imprese, rappresentate non a caso dalla più indecente Confindustria d’Europa, che ora chiede di ammorbidire la già tenerissima legge sul falso in bilancio. Quindi, signori del governo, per favore: continuate a farvi i vostri traffici, ma almeno non prendeteci in giro. Abbiamo capito tutto da un pezzo.
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