Il giornale del consumatore N.246

EDITORIALE
SARDEGNA
ZONA FRANCA:
DA TASSE O DA SCORIE?
entre i residenti della Sardegna sperano che tutta l’Isola diventi Zona
Franca, i nostri politici litigano come
comari schernendo chi si batte per il movimento dimostrando un vero e proprio diritto dell’Isola, o proponendo delle zone limitate ai porti o, peggio, allargandola alle
Regioni del sud della Penisola, come se fossero Isole! La conclusione sarà la solita, tornerà tutto nell’oblio, mentre l’Europa
aspetterà che dalle cento berrette e cento
teste, ne esca fuori una sola, ma buona!
Non so se la Sardegna, aumentando la sua
autonomia, anche politica nei confronti di
Roma e di Bruxelles, sia poi in grado di
avere politici in grado di liberarsi dal servilismo politico dal governo di Roma.
Considerato quello che vediamo nei personaggi agli ordini dei partiti nazionali e le
baruffe tra i vari galli dei partiti indipendentisti sempre in lotta tra loro, che si frantumano in tanti gruppuscoli come avviene
nelle suddivisioni dei terreni, non essendoci il maso chiuso come in Alto Adige, riesce
difficile essere ottimisti.
Comunque, in questi continui battibecchi e
colpi proibiti tra i contendenti, l’autonomia
regionale diventa sempre più una semplice
espressione letteraria. Ci sono movimenti
spontanei di cittadini contrari alle ricerche
petrolifere e di metano in quel paradiso di
verde e di colture che è il territorio di
Arborea, con la Regione esautorata dalla
sua sovranità mentre da Roma prevedono
ugualmente autorizzare d’imperio le ricerche del metano, che avviene sparando delle
vere e proprie bombe d’acqua mista ad
additivi per frantumare le rocce a tremila
metri di profondità.
Col rischio di causare frane profonde nel
territorio meno tellurico d’Italia e del
Mediterraneo, oltre che inquinare le falde
acquifere, come avvenuto in altre parti del
mondo ed in America, in Texas e nell’Ohio,
dove si sono verificati terremoti mai accaduti nei secoli passati, e far uscire dai rubinetti acqua inquinata ed infiammabile!
Altro regalo che farà il governo centrale alla
Sardegna, sarà la scelta dell’Isola, come territorio non tellurico, sito ideale per le scorie
nucleari.
Siccome l’occupazione dei siti superficiali
M
www.ilconsumatore.eu
per esercitazioni militari destinati a unità da sbarco, di
battaglie tra carri armati, esercitazioni aeree con lancio
di missili e una vera base missilistica, con tutti i relativi
inquinamenti di residui di bossoli di varie armi, dalle
pistole, dagli obici e da sperimentazioni missilistiche,
era necessario completare l’opera di considerare l’Isola
come una discarica completa, occupando gran parte del
suo sottosuolo.
Ma non tutto viene per nuocere, diamine! C’è un bel
progetto di incremento delle coltivazioni agrarie. A Porto
Torres, nel sito industriale dove tutti hanno mangiato a
quattro ganasce, in cambio di posti di lavoro, sono rimasti decine ettari di terreno inquinato, un deserto di
capannoni ed attrezzature arrugginite, una massa di disoccupati e di famiglie alla fame.
Nel frattempo, in questo territorio di miseria e desolazione, lo Stato ha previsto lo stanziamento di un miliardo per il progetto Matrìca, per bonificare il sito e costruire un mega impianto per la produzione di energia verde
dalla coltivazione del cardo selvatico! Una grande coltura tutta ecologica, che non richiederà molto impiego di
mano d’opera e che ci regalerà lo spettacolo di campi
fioriti dove, purtroppo, nemmeno le pecore potranno
andare perché non è un’erba gradita. Proprietari di terreni incolti per mancanza di reddito, come chi estirpò le
vigne
o lasciò i terreni incolti, per sopravvivere
qualche anno con l’elemosina europea
prevista per il set aside, li coltiveranno con
il redditizio cardo selvatico!
Mentre l’Europa concedeva ai nostri agricoltori questi regali illusori pur di abbandonare a favore dei Paesi del nord la coltivazione della barbabietola da zucchero, la
chiusura degli zuccherifici - di cui uno in
Sardegna - l’abbattimento delle vacche da
latte e la chiusura delle stalle, il governo
centrale ha contribuito alla desertificazione
agricola ed industriale anche nel sud
dell’Isola, ora che cosa si prevede?
La coltivazione di canne! Con l’illusione di
redditi certi e di poco lavoro, vedremo estirpare i vigneti del Carignano e le distese di
carciofaie, per riempire i campi di canne
fruscianti ai venti?
In tutto il mondo le coltivazioni agricole
necessarie per sfamare la popolazione
sempre crescente, si pensa alla produzione
di biocarburanti ed alla coltivazione di specie non idonee a sfamare la gente. Assurdo,
per non dire demenziale! Dobbiamo accettare supinamente che la Sardegna diventi
ancora una volta terra di conquista per
queste speculazioni dietro le quali si
nascondono interessi e personaggi molto
fumosi, come successo per il fotovoltaico?
Non crea sospetti che anche il nostro governo attui iniziative a favorire questi disegni?
Con l’Imu che gli agricoltori dovranno
pagare, chi è sprovvisto di liquidità sarà
costretto, come tanti piccoli proprietari
della prima casa, a vendere a prezzi di realizzo le case ed i terreni, prima di farli
sequestrare dalle banche. A prescindere
che l’Imu sui terreni è una vera perversione legalizzata, anziché prevederla per i terreni non montani, non si potrebbero esentare i terreni coltivati? In tal modo anche i
terreni montani potranno diventare produttivi, incrementando la coltivazione di
foraggere sia per il pascolo brado che in
stalla.
[email protected]
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
3
SOMMARIO
3- EDITORIALE
6- LETTERE AL DIRETTORE
8- ALIMENTAZIONE E SALUTE: UNA DIETA
EQUILIBRATA PUÒ MIGLIORARE LA VITA
9- QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE
CAUSANO PIÙ FREQUENTEMENTE
REAZIONI ALLERGICHE?
10- COTOLETTE DI POLLO E DI TACCHINO
CON E SENZA CARNE SEPARATA
MECCANICAMENTE
12- BLITZ DEI NAS SUI FARMACI ILLEGALI
AI BOVINI: UN PERICOLO
PER LA SALUTE?
13- BASTA FRODI NEL PESCE FRESCO
E STOP ALLO SCAMBIO DI SPECIE
14- SALE: SI', MA CON MODERAZIONE
E MEGLIO SE IODATO
15- SALMONE: IL CONSUMO CREA
PROBLEMI ALLA SALUTE?
16- ACIDO FOLICO IN GRAVIDANZA:
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 - ANNO XXVIII
Fondato nel 1988 da Romano Satolli
DIRETTORE RESPONSABILE
E-mail: [email protected]
EDITRICE: Trial Press sas
Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari
Per avere una
VOCE FORTE
non serve gridare
scompostamente, ma avere
capacità di
risposta, dialogo,
iniziativa
www.ilconsumatore.eu
32- COPERTURA 4G, QUESTA SCONOSCIUTA
34- FURTI DI IDENTITÀ: VIA LIBERA
AL SISTEMA DI PREVENZIONE
35- PRIVACY: NUOVE REGOLE PER
IMPRONTE DIGITALI E FIRMA
GRAFOMETRICA
36- SCUOLA: RIPETIZIONI, COME
RISPARMIARE?
37- DIECI REGOLE PER L'E-COMMERCE
37- TRIPADVISOR: SANZIONE ESEMPLARE
38- COME RISPARMIARE SUL
RISCALDAMENTO
39- ARRIVA L'INVERNO OCCHIO
AL RISCALDAMENTO!
40- ANIA SU RCA: OCCORRE TAGLIARE LE
SPESE LEGALI
41- CODICE DELLE ASSICURAZIONI, COSA
PREVEDE IL TESTO DEL DDL
42- ICQRF: A DIFESA DEI CONSUMATORI
E DEL MADE IN ITALY
PROTEGGI IL TUO BAMBINO
18- AETHINA TUMIDA: UNA NUOVA
MINACCIA PER LE NOSTRE API
19- FEDERANZIANI A MINISTRO SALUTE:
CONSENSO INFORMATO SIA UNICO
IN TUTTO IL PAESE
21- CONFEZIONI: PIÙ SONO PICCOLE,
PIÙ SPENDI?
22- I CONSIGLI DELL'UNC PER I SALDI
23- DATI ISTAT DA TERZO MONDO,
IL GOVERNO FACCIA LA RIFORMA
DEL FISCO
24- IL CODICE DELLA PRIVACY HA
COMPIUTO DIECI ANNI
27- LA BIBLIOTECA DEL CONSUMATORE
28- ECONOMIA: IL 60% DEGLI ITALIANI
TEME LA POVERTÀ
29- DIRITTO & ROVESCIO
30- LA BOLLETTA DELL'ACQUA,
GLI AUMENTI E LE SOLUZIONI
REDAZIONE E DIREZIONE
Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari
Tel. 070/485040 - Fax 480406
www.ilconsumatore.eu
E-mail: [email protected]
COPYRIGHT REDAZIONALE
Nessun articolo firmato può essere riprodotto,
memorizzato o trasmesso in nessun modo e forma
senza il permesso dell’Editore. Testi ed immagini,
anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Si declina ogni responsabilità nel merito
delle opinioni espresse dagli autori degli articoli
e delle lettere.
REG. TRIB. DI CAGLIARI
n° 6/02 del 2/10/87
Iscrizione al Registro degli Operatori
di Comunicazione (R.O.C.) n° 1012
IN COPERTINA:
SARDEGNA, PERLA DEL MEDITERRANEO
Chia, le Spiagge
foto di Stefano Soddu
(Vincenzo Dona
fondatore
dell’Unione
Nazionale
Consumatori)
PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE
E FOTO INTERNE
Il Graffio di Stefano Soddu
[email protected] • 368.7473553
STAMPA
TiEmme Officine Grafiche srl
Loc. Truncu is Follas - tel. 070/948128 - Assemini
ABBONAMENTI
euro 10,00
Versamento: CCP n° 13722095
intestato a: Trial Press sas
Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari
I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti
vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della
pubblicazione e non vengono ceduti a terzi
per nessun motivo
ASSOCIATO
Unione Stampa Periodica Italiana
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
5
LETTERE AL DIRETTORE
PSICOFARMACI NELLE PARAFARMACIE
Mi chiedo perché i consumatori che hanno
bisogno di prendere ansiolitici e comunque psicofarmaci, che obbligatoriamente
devono avere la ricetta bianca del medico
e interamente a carico dei cittadini perché
rientranti nella fascia C, debbano essere
venduti solo nelle farmacie e non anche
nelle parafarmacie. La scusa che è necessario un confronto tra il paziente ed il farmacista non regge, perché anche le parafarmacie sono gestite da farmacisti che
hanno la stessa laurea e sono iscritti allo
stesso ordine dei farmacisti di farmacie.
Comunque, anche nella grande distribuzione deve comunque esserci la presenza
di un farmacista. Allora? Perché nessuna
associazione di consumatori si attiva in tal
senso?
gatoriamente di ricetta medica, che differenza c’è se i medicinali siano consegnati da un
farmacista di una parafarmacia?
Evidentemente la casta delle farmacie, che
per tanti anni ha goduto di una sorta di
monopolio, è abbastanza forte da mettere i
bastoni fra le ruote ad un provvedimento di
liberalizzazione che sicuramente porterà alla
perdita di una rendita di posizione che, solo
nel 2013, ha visto una spesa globale complessiva nel Paese di 3 miliardi di euro. Cosi
come avvenuto per tanti medicinali, anche
gli psicofarmaci potranno acquistarsi a prezzi più bassi.
Filippo-Cagliari (per mail)
Sono perfettamente d’accordo con lei. Mi
risulta che il sindacato delle parafarmacie si
stia attivando da tempo per questa liberalizzazione, che senza dubbio favorirà i consumatori –sempre in aumento, purtroppo- di
questi farmaci, che debbono spendere fior di
quattrini all’anno e senza nessun rimborso.
Infatti se gli psicofarmaci necessitano obbli-
BENE LA TUTELA DEI VINI SARDI
Complimenti all’Unione Nazionale
Consumatori ed a Romano Satolli per
aver denunciato una ditta imbottigliatrice del veneto che imbottigliava
Vermentino di Sardegna non originale.
La sua rivista è non solo bella e di piacevole lettura, anche per i contenuti, ma
è anche l’unico periodico che pubblicizza le cantine sarde ed i loro ottimi vini.
Continuate cosi e..Forza Paris!
denti) il quale però, sulle bottiglie, aveva
Stefano-Olbia Per mail messo delle etichette che non erano conformi alle norme comunitarie e nazionali.
Grazie dei complimenti, fanno sempre pia- Chiedemmo dei controlli ministeriali per
cere. Però se si riferisce all’articolo pubbli- accertare che tutte le etichette fossero sosticato sull’Unione Sarda del 14 gennaio, tuite e accertare la qualità dei due vini.
come al solito molti titolisti cercano di col- Infatti le cantine che li hanno prodotti e
pire, sia in bene che in male, l’attenzione venduti, li fece certificare analiticamente e
dei lettori, anche se i contenuti sono diver- degustare da un’apposita commissione che
si. Ad onore della verità, quelle bottiglie ne decretò la corrispondenza alle caratteri(non solo del Vermentino, ma anche del stiche tradizionali previste nei rispettivi
Cannonau) riempite in veneto, non pos- disciplinari. Vogliamo che i consumatori
siamo dire che contenevano vini non degustino effettivamente gli stessi vini che
sardi, perché tutti i vini a DOC sono segui- era stati certificati e spediti e che, furbescati dagli enti di certificazione delegati dal mente, essi non abbiano subito il miracolo
Mipaaf , a partire dalla vigna fino alla bot- di Cana, che ne moltiplicò il quantitativo
tiglia. Dalla Sardegna sono stati spediti iniziale. Il tutto a tutela dei consumatori
sfusi all’imbottigliatore (autorizzato per ma, anche, dei produttori sardi delle due
averli già imbottigliati negli anni prece- nostre specialità.
6
N° 245 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2014
PETROLIO SCENDE
E BENZINA NO
I petrolieri ci stanno portando in giro.
Ogni volta che il prezzo del barile sale,
essi aumentano immediatamente il
prezzo dei carburanti. In questo periodo, in cui il prezzo del barile è sceso di
molto, la benzina ed il gasolio sono scesi
di meno e solo dopo diversi giorni. Poi,
appena il prezzo sale, anche di poco,
quello alla pompa sale in un baleno. E’
quello che capita in questo periodo.
Simone-Selargius
E’ sempre la solita manfrina, che i consumatori non riescono ad accettare. L’UNC ha
protestato, ha fatto comunicati stampa, ma
ormai sono fenomeni talmente ripetitivi
che sia i responsabili di questi aumenti
veloci e di sconti lumaca, se ne fregano e
anche gli utenti sono talmente delusi che
nemmeno hanno più la forza per protestare. C’è chi dice di non fare il pieno per un
giorno intero, ma gli fa un baffo a chi è abituato a guadagnare miliardi; gli unici a
rimetterci sono i benzinai, che devono
rinunciare alle loro magre percentuali.
Ogni tanto esce la solita storiella di boicottare certe marche di benzine, per costringerle ad abbassare il prezzo del 50%, ma è
una cretinata, perché la percentuale del
costo del carburante, sul prezzo finale, è
meno della metà; il resto sono accise, tasse
varie ed Iva. Quindi, anche ammesso e non
concesso che il boicottaggio riesca, al massimo il prezzo scenderebbe molto meno
della metà. Lo scandalo vero, che purtroppo
noi italiani sopportiamo, è che il prezzo dei
carburanti alla pompa sono i più alti
d’Europa, anche in quei Paesi che sono più
ricchi di noi. Per non parlare dei sardi, che
nonostante abbiamo la raffineria più grande d’Europa, paghiamo più caro anche il
GPL per cucinare.
www.ilconsumatore.eu
Nel corso dell'ultimo secolo, l'alimentazione
degli italiani è
decisamente
cambiata.
Dal secondo
dopoguerra,
in particolare, si è visto
un aumento
complessivo
dei consumi di
cibi come formaggi, pesce fresco e carne. Negli
anni questo fenomeno ha portato sia un miglioramento delle condizioni di
salute dipendenti da un'inadeguata disponibilità alimentare
(malnutrizione, anemie, rachitismo, alta mortalità infantile),
sia alla trasformazione di alcuni parametri antropologici e
demografici
di Agostino Macrì
ue esempi sulle migliorate condizioni
fisiche e di vita della popolazione del
Belpaese, sono l'aumento della statura
media, cresciuta negli uomini alla visita di
leva di ben 7,2 cm in soli 50 anni, dal 1948 al
'98, e soprattutto l'aumento della speranza di
vita, tanto da portare l'Italia ad essere fra i
paesi più "longevi" del mondo. Questi fenomeni dipendono da diversi fattori quali le
migliorate condizioni igieniche, le campagne
di vaccinazione, la disponibilità di farmaci
molto efficaci e soprattutto la migliore alimentazione.
Un dato molto importante è il notevole incremento del consumo di alimenti di origine
animale e in particolare la carne, che da un
alimento ricercato è divenuto di ampia disponibilità per tutti. Il rovescio della medaglia è
rappresentato dall'aumento dei casi di
sovrappeso e di alcune patologie croniche,
come il diabete, l'ipertensione e l'obesità.
Una vera e propria epidemia di "diabesità",
come è stata definita, dovuta senza dubbio a
un'alimentazione sempre più "densa" dal
punto di vista calorico e sempre più caratterizzata da uno stile di vita sedentario.
La cosa interessante, è che il maggiore
aumento dell'incidenza di questo tipo di
malattie si è avuto negli ultimi due decenni,
periodo in cui il consumo di carne, in Italia
come in altri paesi del mondo industrializza-
D
8
ALIMENTAZIONE
E SALUTE: UNA DIETA
EQUILIBRATA PUÒ
MIGLIORARE LA VITA
to, sono calati in modo significativo.
L'assunzione quotidiana di carne, in Italia, è
infatti passata dagli oltre 153 g a testa del
1984 ai circa 110 del 2006, mentre le tre
malattie sopra elencate sono aumentate
costantemente dal 1990 al 2011.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che
l'assunzione di carboidrati e di grassi è rimasta inalterata se non aumentata, mentre, al
contrario, è aumentata la "sedentarietà". Non
si può escludere che in molti casi si è pensato di alimentarsi secondo i dettami della
"dieta mediterranea", che sostanzialmente
prevede un'alimentazione molto variata, ma
abbondante. Probabilmente ci si è dimenticati che questo tipo di dieta è molto valido se
associato ad una vita lavorativa molto pesan-
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
te, quale quella dei contadini.
Cosa significa, questo? Che mangiare carne,
entro certi limiti, non fa affatto male. E che
per stare bene bisogna avere una dieta varia
ed equilibrata, sempre associata ad un certo
livello di attività fisica. Quindi, è meglio far
giocare all'aperto i propri bambini anziché
lasciarli davanti a un videogioco. La loro alimentazione dovrebbe essere molto variata e
andrebbero abituati a ridurre il consumo di
prodotti da forno ipercalorici a vantaggio
della frutta e verdura e, perché no, anche al
consumo regolare di carne e di altri alimenti
di origine animale lungo tutta la settimana.
Fonte: "Cibo e salute" da La Stampa
del 7.11.2014
www.ilconsumatore.eu
L’Efsa ha aggiornato il proprio parere scientifico sugli allergeni alimentari ed esaminato le sostanze la cui presenza deve essere
indicata in etichetta, secondo
quanto prevede
l’Unione
europea
QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE
CAUSANO PIÙ FREQUENTEMENTE
REAZIONI ALLERGICHE?
l 75% delle reazioni allergiche fra i bambini sono causate da uova, arachidi, latte
vaccino, pesce e noci, mentre circa la metà
delle reazioni allergiche fra gli adulti si verificano a contatto con alcuni tipi di frutta e con
verdure quali sedano, carote, erbe aromatiche, nonché con noci e arachidi.
Quali sono quindi i prodotti alimentari, o gli
ingredienti, che devono essere segnaliati? Per
esempio i cereali contenenti glutine, latte,
uova, noci, arachidi, soia, pesce, crostacei,
molluschi, sedano, lupino, sesamo, senape e
solfiti.
Il parere, redatto dal gruppo di esperti Efsa
sui prodotti dietetici, la nutrizione e le allergie (gruppo NDA), fa notare che la prevalenza delle allergie alimentari è difficile da stabilire, a causa della scarsità di studi disponibili
in alcune aree geografiche e dell’uso di diverse metodologie per raccogliere i dati sulla
prevalenza. Tuttavia la prevalenza di allergie
alimentari in tutta Europa è stata stimata in
circa l’1% della popolazione sia negli adulti
che nei bambini.
Il parere si basa dunque sull’analisi dei dati
sulle allergie alimentari pubblicati in Europa.
Circa il 50% delle reazioni allergiche tra gli
I
www.ilconsumatore.eu
adulti si verificano venendo a contatto con
frutti che scatenano reazioni crociate al lattice, con la famiglia delle Rosacee (che comprende mele, pere, ciliegie, lamponi, fragole
e mandorle), con le verdure della famiglia
delle Apiaceae (che include il sedano, le
carote e le erbe aromatiche), con varie noci e
con le arachidi.
Il gruppo di esperti scientifici NDA ha osservato come l’opportunità di determinare
soglie per taluni alimenti allergizzanti abbia
attirato molta attenzione da parte degli organismi di regolamentazione, delle associazioni dei consumatori e dell’industria.
L’Efsa sottolinea che la determinazione del
livello di rischio considerato accettabile rappresenta una decisione che non le compete
perché riguarda la gestione del rischio, però
raccomanda che le indagini sul consumo di
alimenti siano mirate a raccogliere dati sui
modelli di consumo alimentare in soggetti
allergici e a esaminare in che modo tali dati
siano da metter in relazione con la popolazione generica che non presenta allergie alimentari. Il parere è inoltre riferito ad allergie
alimentari immuno-mediate, a celiachia e a
reazioni avverse ai solfiti negli alimenti e non
alle intolleranze alimentari. C. S.
tratto da: Teatronaturale.it
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
9
ETICHETTE & PRODOTTI
COTOLETTE DI POLLO
E DI TACCHINO CON E SENZA
CARNE SEPARATA
MECCANICAMENTE
ECCO LA LISTA DEI PRODOTTI
IN VENDITA AL SUPERMERCATO
di Valeria Torazzo
a carne separata meccanicamente (CSM)
non si trova solo nei würstel (vedi articolo) ma anche nei piatti pronti da friggere
in padella come le cotolette impanate di pollo
e di tacchino di aziende famose: Aia, Amadori
e Fileni. Il gruppo di piatti pronti impanati
comprende un vasto assortimento che spazia
dalla cotoletta, al cordon bleu da alcuni arrotolati alle preparazioni gastronomiche più
sofisticate con pomodoro e mozzarella. Nella
visita al supermercato abbiamo notato che la
carne separata meccanicamente è presente
L
10
in diversi prodotti del banco frigo, mentre
non viene utilizzata in alcune preparazioni
non fritte come le polpette di Aia e Amadori e
nei surgelati. Nella lista degli alimenti preparati on vera carne di pollo e tacchino senza la
polpa rosa ottenuta dalla spremitura delle
carcasse, troviamo la Cotoletta Raffinata e i
medaglioni di prosciutto di tacchino Jambleu
di Amadori.
Per capire chi impiega carne separata meccanicamente e quanta se ne usa basta leggere le
etichette in cui deve essere obbligatoriamente indicata la percentuale. In questo modo si
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
scopre che le cotolette o i bocconcini panati
di tacchino refrigerati Patapollo Fileni contengono il 4% mentre le Spinacine Aia arrivano al 31% (16% tacchino, 15% pollo).
La tabella contiene alcuni dei prodotti presenti sul mercato. Per completare la lista e
valorizzare i marchi che fanno scelte di qualità, invitiamo i lettori a segnalare in redazione i prodotti con e senza carne separata meccanicamente (CSM), allegando una foto e l’elenco degli ingredienti.
Questo è il primo elenco.
www.ilconsumatore.eu
PRODOTTI PANATI PRECOTTI FRESCHI
REFRIGERATI
Aia: Cordon Bleu classico (a base di
carne di tacchino e pollo).CONTIENE
CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI TACCHINO 15%
PRODOTTI PANATI PRECOTTI
SURGELATI
Aia: Pollo Party, croccanti filetti di pollo
panati (carni ricomposte).NON CONTIENE
CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE
Aia: Pizzy Snack Margherita, pomodoro e mozzarella (a base di carne di
tacchino e pollo).CONTIENE CARNE
SEPARATA MECCANICAMENTE DI
TACCHINO 17%
Aia: Cotolette di filetti di pollo.
NON CONTIENE CARNE SEPARATA
MECCANICAMENTE
Aia: Polpettine classiche (pollo, carote
e spinaci).NON CONTIENE CARNE
SEPARATA MECCANICAMENTE
Aia: Cordon Bleu Classico.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE
Aia: Spinacine Classica (con pollo e
spinaci).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE TACCHINO16%, E POLLO 15%
Amadori: I Fidatissimi Cordon Bleu (a
base di carne di tacchino e
pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA
MECCANICAMENTE DI POLLO 9%
Amadori: I Fidatissimi Cotoletta
Raffinata (con filetti di pollo).NON
CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE
Amadori: I Fidatissimi Jambleu delicato prosciutto cotto di tacchino e mozzarella impanato.NON CONTIENE
CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE
Amadori: I Fidatissimi Ortaiola con spinaci (a base di carne di tacchino con
spinaci).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI
POLLO16%
Aia: Nagghy, Bocconcini di Filetto
di Pollo.NON CONTIENE CARNE
SEPARATA MECCANICAMENTE
Findus: Delizie di Pollo, Cordon Bleu.
Ingredienti: petti di pollo 48%, farina di
FRUMENTO, acqua, FORMAGGIO
Edam 9,7% (ingredienti: LATTE, sale,
fermenti lattici, caglio), olio vegetale,
prosciutto cotto di tacchino 7,7% (ingredienti: carne di tacchino, acqua, sale,
sciroppo di glucosio, pepe, aromi, conservanti: nitrito di sodio), fibra di
GRANO, lievito naturale, paprica, curcuma, sale.NON CONTIENE CARNE
SEPARATA MECCANICAMENTE
Findus: Delizie di Pollo, Nuggets.
Ingredienti: petti di pollo 50,5%, farina
di FRUMENTO, acqua, olio vegetale,
farina di mais, sale, lievito, paprica, curcuma, amido di FRUMENTO, amido di
mais, farina di riso, vegetali in polvere
(ingredienti: cipolla, aglio, carote, scalogno, porro, pomodoro), destrosio. Può
contenere tracce di UOVA.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE
Amadori: I grandi classici, Polpettine di
tacchino.NON CONTIENE CARNE
SEPARATA MECCANICAMENTE
Fileni Patapollo (con filetto di
pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA
MECCANICAMENTE DI POLLO 4%
tratto da: www.ilfattoalimentare.it
www.ilconsumatore.eu
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
11
I Carabinieri dei Nas di Cremona
hanno scoperto un traffico clandestino di farmaci veterinari utilizzati in modo illegale negli allevamenti bovini ed in particolare in
quelli delle vacche da latte.
Purtroppo, nonostante la severità
delle leggi che consentono soltanto l'impiego di specialità
medicinali veterinarie registrate
dalle Autorità Sanitarie e sotto il
controllo medico veterinario, ogni
tanto si scoprono delle illegalità
che possono creare problemi alla
salute pubblica
BLITZ DEI NAS
SUI FARMACI ILLEGALI AI BOVINI:
UN PERICOLO PER LA SALUTE?
all'ultima indagine dei Nas sembrerebbe
che tra i vari prodotti ritrovati risulta che ci
sono anche delle specialità medicinali
iniettabili contenenti somatotropina bovina.
La somatotropina è un ormone prodotto dalla
ghiandola endocrina ipofisi che si trova alla base
del cranio. È anche noto come ormone della
crescita (GH dal termine inglese Growth
Hormone) in quanto ha la funzione di stimolare i processi fisiologici che sono alla base dello
sviluppo del corpo. È presente anche nell'organismo umano, dove una sua limitata produzione può essere causa di un rallentamento della
crescita che nei casi più gravi porta al nanismo.
L'unico metodo per risolvere la malattia è quello di inoculare l'ormone. L'ormone però è specie-specifico e quindi l'uomo può essere curato
soltanto con il GH umano. In passato l'unica
possibilità per ottenerlo era di estrarlo dalle ipofisi dei cadaveri. Ovviamente si trattava di farmaci estremamente costosi e anche poco sicuri.
Grazie alle biotecnologie è stato possibile ottenere dei batteri geneticamente modificati (OGM)
in grado di produrre l'ormone della crescita perfettamente identico a quello "fisiologico" e quindi è stato possibile ottenere dei farmaci molto
sicuri ed efficaci che hanno trovato importanti
applicazioni in medicina umana.
Le proprietà del GH di favorire la crescita degli
animali hanno stimolato la ricerca scientifica
nel settore zootecnico e quindi sono stati prodotti, sempre tramite biotecnologie, degli GH
specifici per le diverse specie ed in particolare
quelle bovina e suina.
Gli studi effettuati mediante la somministrazione sugli animali hanno dimostrato che i vantaggi sull'accrescimento corporeo non erano tali da
coprire i costi del farmaco. Si è invece scoperto
D
12
che la somministrazione di ormone somatotropo bovino alle vacche, consente un notevole
incremento della produzione di latte. Sulla base
di questa osservazione sono state allestite delle
specialità medicinali e le ditte farmaceutiche
interessate hanno chiesto l'autorizzazione a
commercializzarle per un impiego negli allevamenti. In pratica somministrando il GH bovino,
non si fa altro che aumentare la concentrazione
di quello naturale già in circolo e quindi si ritiene che non ci siano problemi di residui e che la
qualità igienico-sanitaria del latte non viene
modificata. Il trattamento con GH provoca l'aumento di un ormone che stimola la produzione
di insulina (IGF1) e che potrebbe incrementare
il livello già presente nel latte. Il pericolo di tale
aumento sembra comunque essere trascurabile. Sulla base di queste considerazioni alcuni
Paesi, compresi gli USA, hanno concesso l'autorizzazione all'impiego delle specialità medicinali
contenenti GH nelle vacche da latte.
La richiesta di autorizzazione è stata fatta anche
all'UE che però ha considerato non accettabile
l'impiego dell'ormone. Le motivazioni di questo
diniego sono da imputare principalmente al
fatto che il benessere e la salute degli animali
possono essere menomati. In particolare l'eccessivo sfruttamento può favorire l'insorgenza di
mastiti che devono essere poi curate con antibiotici. Il latte proveniente da vacche ammalate
di mastite e curate con antibiotici non può essere impiegato per uso alimentare umano diretto
né tantomeno impiegato nei caseifici ed i controlli, per impedire che ciò avvenga, sono molto
rigorosi. Tuttavia esiste il pericolo di un uso
eccessivo di antibiotici che potrebbe favorire
fenomeni di antibiotico resistenza che sono
invece non facilmente controllabili.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
I vantaggi "zootecnici" che derivano dai trattamenti con il GH sono importanti ed hanno tentato alcuni allevatori italiani a farne ricorso,
acquistando il farmaco in quei Paesi in cui l'impiego è consentito. Purtroppo il latte degli animali trattati illegalmente non presenta differenze facilmente riscontrabili rispetto a quello degli
animali non trattati. L'unico modo per scoprire
i trattamenti illegali è quello di riuscire a ritrovare i farmaci al momento del trattamento o, più
semplicemente, trovare nelle stalle o in circolazione le specialità medicinali contenenti l'ormone della crescita. I Nas hanno scoperto proprio i
traffici illegali e sono intervenuti sia sequestrando i farmaci, sia sequestrando il latte prodotto
dalle vacche trattate. Anche se si potrebbe obiettare che il latte ed i prodotti caseari ottenuti da
animali trattati con GH prodotti in altri Paesi
possono essere liberamente consumati, le
misure adottate in Italia, sono conformi alle disposizioni di legge che prescrivono i sequestri di
alimenti provenienti da animali trattati illegalmente, indipendentemente dal fatto che siano
sicuri o meno e si ispirano al principio di precauzione. Come consumatori, ci si deve compiacere dell'attività svolta dai Nas nella speranza
che siano intervenuti tempestivamente. L'amara
consolazione è che, anche se fosse stato messo
in commercio latte ottenuto da vacche trattate
illegalmente, i pericoli per i consumatori sono
scarsamente significativi e comunque tali da
non richiedere particolari precauzioni.
Purtroppo però quanto avvenuto non contribuisce all'immagine del latte "Made in Italy" e
dimostra come pochi disonesti possono compromettere l'ottimo lavoro condotto dalla quasi
totalità degli allevatori italiani. A.M.
www.ilconsumatore.eu
BASTA FRODI
NEL PESCE FRESCO E STOP
ALLO SCAMBIO DI SPECIE
COME DISTINGUERE PESCI E MOLLUSCHI NEL MANUALE FOTOGRAFICO DELL’ISTITUTO
ZOOPROFILATTICO DEL PIEMONTE
di Roberto La Pira
Ok! Il pesce è giusto” è il manuale realizzato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
per spiegare le nuove etichette in vigore dal
13 dicembre 2014 e riconoscere le frodi che
spesso e volentieri vengono perpetrate ai
danni dei consumatori. Secondo l’Istituto il
72% degli illeciti nel settore ittico sono da
ricerca nelle etichette scorrette e nella man-
“
i pesci più commercializzati e come individuare le frodi furberie.
Il più delle volte si tratta di frodi commerciali, che danneggiano economicamente il consumatore, tranne quando si rileva la presenza di Anisakis, oppure si vende pesce non fresco ricco di batteri o con un’eccessiva quantità di istamina (come avviene nel tonno non
fresco).
Il primo passo per un acquisto consapevole
è decodificare l’etichetta che deve indicare:
- La denominazione commerciale della specie e il nome scientifico (per esempio
orata:Sparus aurata) (*)
- Il metodo di cattura: pescato in mare,
pescato in acque dolci, oppure allevato
- La zona di cattura: mare Mediterraneo,
oceano Pacifico… indicata in modo comprensibile. Per il pesce pescato o allevato in
acque dolci va riportato lo stato di provenienza
- Se il pesce è congelato o decongelato va indicato in modo chiaro
- La norma prevede l’indicazione obbligatoria
degli additivi (per esempio la quasi totalità
dei gamberi e dei crostacei viene trattata
con solfiti per evitare l’annerimento della
testa che non piace ai consumatori)
- Il metodo di cattura
tratto da: www.ilfattoalimentare.it
canza di tracciabilità. Nel primo caso si
vende come l’allevato come pescato, mentre
spesso si rileva un cambio di specie presentando un palamita al posto del tonno, un
filetto di brosme per il più pregiato filetto di
merluzzo e così via. Anche la vendita di pesce
decongelato come pesce fresco oppure di
pescato da consumarsi crudo non sottoposto
a preventivo congelamento (per il rischio
parassita Anisakis) è abbastanza diffuso. Il
manuale, redatto dagli esperti dei laboratori
di Genetica e di Istopatologia dell’Istituto,
spiega con delle belle foto come riconoscere
www.ilconsumatore.eu
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
13
SALE: SI', MA CON
MODERAZIONE
E MEGLIO SE
IODATO
Assumere eccessive quantità
di sale è dannoso alla salute e
può provocare conseguenze
anche rilevanti. L'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) ne raccomanda un consumo
moderato ed entro i limiti consigliati (non più di
cinque grammi al giorno per persona), prediligendo l'uso del sale iodato in sostituzione del
comune sale da cucina
di Agostino Macrì
'insufficiente assunzione di iodio con l'alimentazione, infatti, è responsabile di
patologie tiroidee come il gozzo e altre
disfunzioni che colpiscono, anche se in modo
non grave, circa sei milioni di italiani (più del
10% della popolazione).
L
LA CARTA D'IDENTITÀ DEL SALE
IODATO
• Che cos'è: il sale iodato o "sale arricchito
di iodio" è il comune sale da cucina cui
sono stati addizionati i sali di iodio.
• Aspetto e sapore: il sale iodato è bianco
ed ha lo stesso aspetto del "sale alimentare
comune". La presenza dei sali di iodio non
altera il suo sapore, odore e aspetto, né
tantomeno modifica il gusto degli alimenti
a cui viene aggiunto.
• Conservazione: solitamente il sale iodato
viene conservato in un luogo fresco ed
asciutto, al riparo dalla luce e dall'umidità
al fine di impedire indesiderate perdite di
iodio.
• Chi può usarlo: tutti possono consumare
il sale iodato, naturale complemento della
dieta. È bene precisare che il quantitativo
di iodio che si assume col sale è compatibile con tutti i regimi alimentari.
14
• Dosi consigliate: il sale
iodato va impiegato nelle stesse
quantità del normale sale da
cucina (non superare i cinque grammi al
giorno). Si deve comunque tenere presente che un abuso del consumo di sale è
rischioso per la salute e incrementa il
rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari come l'ipertensione arteriosa.
• Dove acquistarlo: secondo la normativa
vigente, il sale iodato deve essere disponibile sia nelle versioni "fino" sia "grosso"
sugli scaffali di tutti i punti vendita (supermercati, negozi di generi alimentari, tabaccherie, ecc.).
• Come identificarlo: le confezioni riportano in etichetta la dicitura "iodato" oppure
"iodurato".
A COSA SERVE LO IODIO?
Lo iodio, micronutriente essenziale, è presente nel nostro organismo in minime quantità (15-20 mg), si trova quasi totalmente
nella tiroide ed è un componente strutturale
degli ormoni da essa prodotti. Questi ormoni
hanno un ruolo rilevante nel regolare la produzione di energia dell'organismo, favoriscono la crescita e lo sviluppo di organi e apparati, stimolano il metabolismo basale, regolano quello di zuccheri, proteine e grassi nonché favoriscono la deposizione di calcio nella
matrice ossea.
DOSI GIORNALIERE E FONTI
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
ALIMENTARI
Per un adolescente o un adulto, la quantità
giornaliera di iodio è di 150 microgrammi,
mentre è maggiore per le donne in gravidanza (175 microgrammi) e ancor di più durante l'allattamento (200 microgrammi).
Gli alimenti rappresentano la fonte primaria
per l'assunzione del minerale, anche se in
questi la quantità è molto variabile: i più ricchi di iodio sono i pesci marini e i crostacei,
poi carne, uova e latte ed infine frutta e vegetali. Nonostante ciò, la quantità assunta attraverso la dieta, non è sempre sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Pertanto per
aumentarne l'introito, nel rispetto di un'alimentazione varia ed equilibrata, il modo più
semplice ed efficace è quello di consumare
sale iodato al posto di quello comune: un
grammo di sale arricchito di iodio fornisce
trenta microgrammi di iodio in più (circa 1/5
della quantità giornaliera), corrispondente ai
cinque grammi di sale raccomandato al giorno.
CARENZA E DANNI ALLA SALUTE
La carenza di ormoni tiroidei porta alla comparsa di alcuni disturbi, la cui gravità è in
funzione sia dell'entità del deficit di iodio sia
della fase della vita in cui si manifesta. La
patologia più conosciuta e più frequente è il
cosiddetto "gozzo" che consiste in un aumento del volume della tiroide mentre le conseguenze più gravi riguardano danni a carico
del sistema nervoso centrale e periferico, per
www.ilconsumatore.eu
il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono
essenziali. In particolare, è fondamentale
che le fasce più sensibili di consumatori
(bambini al di sotto dei tre anni, donne in
gravidanza e in allattamento) assumano le
quantità necessarie di iodio. Un'elevata
carenza di questo minerale durante la vita
fetale e neo natale causa danni irreversibili
al sistema nervoso centrale e al cervello,
con conseguente ritardo mentale persistente.
CONSUMO ECCESSIVO
In tutti i soggetti normali, e quindi nella
gran parte degli individui, dosi di iodio
anche superiori a quelle assunte con il consumo di sale iodato, non rappresentano
rischi per la salute poiché la tiroide ha un
meccanismo naturale di adattamento.
LA LEGGE LO DIFENDE
Nel mondo, oltre due miliardi di persone
sono affette da iodocarenza: per questo
l'Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) ha raccomandato l'impiego di sale
iodato nella preparazione dei cibi, al fine di
scongiurare i disturbi da carenza alimentare di iodio.
In Italia, la Legge n. 55 del 21 marzo 2005
“Disposizioni finalizzate alla prevenzione
del gozzo endemico e di altre patologie da
carenza iodica” definisce, ai fini della
iodioprofilassi, le modalità di utilizzo e di
vendita del sale alimentare arricchito con
iodio, destinato al consumo diretto oppure
impiegato come ingrediente nella preparazione e nella conservazione dei prodotti alimentari.
• Tutti i punti vendita devono assicurare la
contestuale disponibilità sia di sale arricchito con iodio sia di sale alimentare
comune; quest'ultimo viene fornito solo
su specifica richiesta del consumatore.
• Nella ristorazione pubblica (bar, ristoranti, mense, comunità) deve essere messo a
disposizione dei consumatori il sale arricchito con iodio.
• Anche se non sempre viene applicato, nei
punti vendita e in particolare negli espositori di sale alimentare, deve essere presente una locandina diretta ad informare
la popolazione su principi ed effetti della
iodioprofilassi.
COSTI E BENEFICI
Per prevenire l'insorgenza di malattie tiroidee come il sempre più diffuso gozzo, è raccomandabile consumare sale iodato e,
anche se il costo è di poco maggiore, i benefici sulla salute umana, non hanno prezzo.
Oltre ciò è anche una questione di informazione trasparente, che non sempre viene
fornita in modo puntuale e completo ai consumatori.
www.ilconsumatore.eu
SALMONE: IL CONSUMO
CREA PROBLEMI
ALLA SALUTE?
Il pesce e i prodotti ittici, incluso il salmone, rappresentano
una preziosa fonte naturale di proteine, minerali e vitamine. Inoltre il grasso è ricco di acidi grassi polinsaturi
omega-3 (PUFA), le cui proprietà benefiche sono ampiamente riconosciute. Sul mercato si trovano sia pesci "selvatici" sia pesci di allevamento: i primi risentono delle condizioni ambientali in cui vivono, mentre i secondi sono
tenuti in ambienti costantemente monitorati e vengono alimentati con mangimi altrettanto controllati. Alcuni mari,
particolarmente pescosi, sono contaminati da sostanze chimiche anche pericolose come gli organoclorurati (DDT,
diossine e PCB cioè policlorobifenili)
e diossine e i PCB sono inquinanti industriali molto diffusi, caratterizzati da un'elevata persistenza ambientale e una marcata lipofilicità che conferiscono, in particolar
modo ai PCB, un forte potenziale di biomagnificazione e di bioaccumulo. Per tali
proprietà possono introdursi nella catena trofica e accumularsi in varie derrate alimentari. È bene tenere presente che nei pesci, la concentrazione dei contaminanti varia in
funzione dello stato chimico-fisico del contaminante stesso, della specie ittica, dello stato
fisiologico del pesce, del luogo di cattura, della stagione ed è fortemente condizionata
dalle abitudini alimentari dell'animale. In alcuni casi, i pesci di questi mari sono quindi
a loro volta contaminati e le autorità sanitarie li sottopongono ad analisi e controlli sistematici prima dell'immissione in commercio. Per contro alcune specie ittiche ampiamente consumate ed in particolare i salmoni provengono da impianti di acquacoltura.
La loro alimentazione è basata sull'impiego di farine ottenute da sottoprodotti della pesca
di scarso valore economico e, molto spesso, questi ultimi provengono da zone di pesca
contaminate e quindi sono altrettanto ricchi di inquinanti organici (diossine e PCB).
Anche in questo caso la legislazione ci viene in aiuto ed impone dei limiti di tolleranza
per i mangimi e per le farine di pesce.
In acquacoltura gli animali vengono alimentati con mangimi per tutto il corso della loro
vita, quindi l'eventuale presenza di piccole quantità di contaminanti liposolubili vengono
lentamente accumulate sino a raggiungere concentrazioni relativamente elevate. In ogni
caso, come già accennato, i residui non devono superare i valori limite definiti dalla UE.
Questi limiti sono stati considerati non sufficientemente sicuri da parte di alcuni paesi
ed in particolare dalla Svizzera, che ha ritenuto opportuno segnalare alle popolazioni a
rischio (come bambini e donne in gravidanza) tali pericoli invitandoli a limitare il consumo di salmone norvegese all’interno della propria dieta.
Dunque anche se i pesci di allevamento, che nel caso dei salmoni rappresentano la quasi
totalità, danno ampie garanzie rispetto a quelli "selvatici", si segnala la problematica
legata a consumi eccessivi da parte delle fasce più sensibili della popolazione. M.B.
L
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
15
ACIDO
FOLICO IN
GRAVIDANZA:
PROTEGGI
IL TUO
BAMBINO
Stai programmando una gravidanza? Assumere acido folico riduce il rischio
di malformazioni nel tuo bambino. A tutte le donne che stanno pensando a questo
lieto evento o che sono già in dolce attesa, forniamo alcune indicazioni utili
sul corretto apporto di acido folico in gravidanza
CHE COS’È L’ACIDO?
L'acido folico ed i folati sono vitamine del
gruppo B (conosciute anche col nome di
vitamina B9) che hanno un ruolo importante nell'organismo, soprattutto in gravidanza.
In particolare l'acido folico è la molecola di
sintesi chimica che si trova nei supplementi
vitaminici mentre i folati sono composti
naturalmente presenti in una vasta varietà di
alimenti.
Normalmente un'alimentazione ricca in
frutta e verdura garantisce il giusto apporto
giornaliero in folati. In gravidanza, il fabbisogno di questa vitamina aumenta notevolmente in seguito alle richieste fetali: pertanto, in associazione ad un apporto alimentare
adeguato, è necessaria anche la supplementazione di acido folico in pillole.
PERCHÉ È IMPORTANTE?
Numerosi studi hanno dimostrato che la
carenza di acido folico nel primo periodo
della gravidanza rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di alcu-
16
ne gravi malformazioni del feto come i difetti del tubo neurale (tra cui spina bifida e
anencefalia). In alcuni casi questa carenza
può predisporre anche a esiti avversi della
gravidanza (come ad esempio ritardo di crescita intrauterina, parto prematuro e lesioni
placentari).
QUANTO NE SERVE?
L'acido folico rappresenta un importante
strumento preventivo: è dimostrato che
un'assunzione regolare di acido folico, iniziata prima del concepimento, riduce fino al
70% il rischio che il feto sviluppi malformazioni congenite. Pertanto si raccomanda alle
donne che pianificano una gravidanza, o che
non ne escludono attivamente la possibilità,
l'assunzione di 0,4 mg al giorno di acido
folico. È fondamentale che tale assunzione
inizi almeno un mese prima del concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gestazione.
In particolare per le donne che presentano
fattori di rischio (precedenti gravidanze in
cui sono stati riscontrati difetti del tubo neu-
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
rale o aborti ripetuti, affette da diabete,
celiachia o altre patologie da malassorbimento o che assumono farmaci antiepilettici o antagonisti dell'acido folico), la dose
consigliata è maggiore, pari a 4-5 mg al giorno. Per quanto riguarda l'acquisto, nessuna
preoccupazione: questa vitamina si trova in
tutte le farmacie ed è in regime di esenzione.
QUALI SONO GLI ALIMENTI RICCHI IN FOLATI?
Come accennato un'alimentazione corretta
ed equilibrata ricca in frutta, verdura e legumi contribuisce ad abbassare il rischio di
insorgenza di difetti congeniti nel feto.
Nonostante ciò, questa vitamina ha una biodisponibilità ridotta ed è poco stabile se sottoposta a fonti di calore (cottura) e alla luce
(raggi solari). Gli alimenti ricchi in folati
sono verdure a foglia verde (broccoli, spinaci, asparagi, carciofi e lattuga), frutta fresca
(melone, fragole, kiwi e arance), frutta secca
(mandorle e noci), legumi (fagioli) e anche
cereali integrali. A.M.
www.ilconsumatore.eu
AETHINA TUMIDA: UNA NUOVA
MINACCIA PER LE NOSTRE API
È emergenza nel settore dell'apicoltura. A settembre in Calabria è stata accertata un'infestazione degli alveari da parte del coleottero tropicale Aethina Tumida (proveniente dall'Africa)
che potrebbe mettere in ginocchio la produzione italiana di miele
uesto nuovo parassita è molto pericoloso perché distrugge le colonie dell'ape
mellifera, danneggia i favi alimentandosi del polline e del miele immagazzinato. In
particolare scava gallerie tra le celle che contengono miele, cibandosi e defecandovi all'interno, provocando così sbiadimento e fermentazione dello stesso che non rendono
possibile la vendita.
Nei casi di infestazione grave, le api potrebbero essere indotte ad abbandonare il loro
alveare. Inoltre il coleottero può volare per
lunghe distanze e quindi contaminare
zone sempre più ampie.
Purtroppo sembra che il focolaio identificato in Calabria si
stia estendendo. Per questo
motivo, il Ministero
della Salute e il
Ministero per le
Politiche
Agricole
Alimentari e Forestali
hanno adottato le
prime misure di controllo e attivato le procedure di eradica-
Q
zione dell'insetto per contrastarne la diffusione sul resto del territorio nazionale. Questa
procedura consiste nel sigillare gli alveari,
accatastarli e bruciarli; successivamente
viene arato il terreno e trattato con pesticidi
anti-larvali.
È opportuno precisare che l'apicoltore, accertata la presenza del coleottero, ha l'obbligo di
distruggere l'allevamento, ma le istituzioni
promettono di
risarcire gli
allevatori
per
i danni subiti dalla distruzione degli alveari.
Al momento sono stati bruciati oltre 2500
alveari, se l'epidemia continua si metterà a
rischio di estinzione l'ape italiana e causerà
gravi ripercussioni all'ecosistema e alle produzioni agrarie.
Per arginare il problema è necessaria la collaborazione di tutti. Chiunque dovesse venire
a conoscenza della presenza della malattia
dovrebbe informare le Autorità preposte al
controllo quali, ad esempio, i Servizi
Ve t e r i n a r i
delle ASL.
A. M.
BIOTECH. BLOCCATA LA PROTEINA
CHE AIUTA I TUMORI A NASCERE
rovato il modo di bloccare una proteina
che ha un ruolo importante nella formazione dei tumori, nota come Trf2,
aprendo così la strada a nuove strategie di
trattamento. Un gruppo di ricercatori
dell'Istituto Regina Elena di Roma, coordinato da Annamaria Biroccio, è riuscito a
progettare, tramite la bioinformatica, una
molecola capace di fermare Trf2 interrompendo i segnali cellulari delle sue attività
tumorali. A spiegarlo è lo studio pubblicato
sul “Journal of American Chemical Society”.
“Siamo partiti dai risultati di un precedente
T
18
studio - precisa Biroccio - da cui era emerso
come Trf2, proteina strutturale delle regioni
terminali dei cromosomi (telomeri), contribuisce allo sviluppo tumorale”. In collaborazione con l'Università Federico II di
Napoli, i ricercatori hanno visto che Trf2,
attraverso la sua porzione Trfh, è in grado di
convogliare al telomero varie proteine che
contribuiscono con la loro attività alla formazione del tumore. Hanno così disegnato
e sintetizzato una molecola, Apo41d, che
legandosi a Trfh, riesce a bloccare Trf2 fermando i segnali coinvolti nella formazione
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
dei tumori.
''L'utilizzo di modelli bioinformatica aggiunge Pasquale Zizza, primo autore dello
studio - ha consentito il disegno e la selezione della molecola 'migliore' per il nostro
obiettivo''. Il prossimo passo sarà ora testare
questa molecola sugli animali, per arrivare
in futuro a nuovi farmaci. ''L'idea - conclude Biroccio - è quella di usare la molecola
contro i tumori che presentano un alto livello della proteina Trf2, come ad esempio
quelli del colon''.
www.ilconsumatore.eu
FEDERANZIANI
A MINISTRO SALUTE:
CONSENSO INFORMATO
SIA UNICO IN TUTTO IL PAESE
15 Commissioni tecniche consegnano alle Istituzioni le proposte per l’evoluzione del
Servizio Sanitario Nazionale a conclusione del III Congresso della Corte di Giustizia
Popolare per il Diritto alla Salute
Roma, 23 novembre 2014 – Un volume di
oltre trecento pagine. Questa è la consistenza
della raccolta dei modelli di consenso informato esistenti in Italia, tutti diversi gli uni dagli
altri, e necessari al paziente per ricevere ogni
forma di trattamento medico-sanitario. Una
vera e propria giungla, nella quale FederAnziani
chiede di fare ordine per porre fine alla confusione dei pazienti. La richiesta è stata rivolta
dall’Assemblea Nazionale di FederAnziani, svoltasi oggi a Rimini, al Ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, con una consegna simbolica
del volume.
“Abbiamo riscontrato che anche per fare una
semplice tac con liquido di contrasto bisogna firmare il consenso informato – spiega il
Presidente di FederAnziani Roberto Messina –
Peccato, però, che a seconda di dove si va si ha
un tipo di consenso informato. I consensi non
sono tutti uguali, ma i pazienti sì, anche quando
www.ilconsumatore.eu
si devono sottoporre ad un’indagine diagnostica,
ad un intervento chirurgico, all’applicazione di
una protesi, e ad interventi più delicati”.
Dalla federazione della terza età, dunque, la proposta di creare un coordinamento composto
da medici, avvocati, direttori generali delle ASL,
Ministero della Salute e pazienti, per analizzare,
divisi per aree specialistiche, i diversi modelli di
consenso informato ed elaborarne, per ogni
area e prestazione che richieda il consenso, uno
che sia obbligatoriamente adottato in tutta la
nazione. Consensi, aggiunge la federazione, che
non siano solo dalla parte della ASL e a tutela dei
medici, ma che siano soprattutto a tutela dei
pazienti, in un regime di trasparenza.
Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sono
stati infine consegnati, nella giornata conclusiva
del III Congresso della Corte di Giustizia
Popolare per il Diritto alla Salute, i risultati
dei lavori delle 15 commissioni tecniche nazio-
nali riunitesi nel congresso (diabete, dolore cronico, allergologia, oncologia, urologia, cataratta,
incontinenza, maculopatia, prevenzione vaccinale, malattie dell’apparato respiratorio, oncologia, chirurgia mininvasiva, malattie osteoarticolari e cardiocircolatorie, medicina generale e del
territorio). Le commissioni, organizzate per aree
terapeutiche e composte da rappresentanti delle
principali società medico scientifiche, della
FIMMG, Federazione Italiana dei Medici di
Medicina Generale, di Federfarma, e da tecnici
della sanità, hanno esaminato le principali criticità del Servizio Sanitario Nazionale dal punto di
vista dei pazienti ed elaborato una serie di proposte, oggi ufficialmente presentate alle
Istituzioni. Il Congresso, conclusosi oggi, ha visto
la partecipazione di oltre 7.000 persone tra
medici e delegati FederAnziani.
tratto da: www.sanitaincifre.it/
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
19
Maxi confezioni o monodosi,
negli scaffali dei supermercati
troviamo lo stesso prodotto in
molteplici formati, spesso studiati per attrarre il consumatore. Ma quali è meglio acquistare per risparmiare davvero?
CONFEZIONI: PIÙ
SONO PICCOLE, PIÙ SPENDI?
i solito il costo di un alimento è inversamente proporzionale alla quantità contenuta nel formato, cioè più essa è ridotta e più il prezzo al chilo o al litro lievita,
senza contare che, in alcuni casi, nei piccoli
formati c'è un grosso quantitativo di imballaggio, in barba al rispetto per l'ambiente!
D
MONODOSE VS MAXI CONFEZIONI
Facciamo un esempio: una buona marmellata in una confezione di vetro del peso variabile da 250 grammi ad 1 Kg, raramente supera
il costo di 5 euro al Kg; se però si decide di
acquistare le confezioni "monodose" ecco
che il prezzo sale vertiginosamente e può
arrivare anche a 15 euro al Kg.
La stessa cosa vale per i prodotti di IV gamma
(come l'insalata in busta) che hanno un
costo a confezione considerato molto modesto, ma se espresso al chilogrammo è decisamente elevato: basti pensare che una
vaschetta di insalata di 80 grammi pronta per
l'uso costa circa 1 euro; il costo al chilo è
quindi di circa 12 euro!
Sembrerebbe, quindi, che acquistare alimenti in "maxi confezioni" è economicamente
più conveniente e più vicino all'ambiente per
la riduzione del materiale d'imballaggio
impiegato; d'altro canto la "monodose" può
risultare vantaggiosa per particolari categorie
di consumatori le cui esigenze sono la rapidità e la facilità nella preparazione dei pasti
oppure il consumo di minime quantità del
prodotto nonché l’acquisto sporadico dello
www.ilconsumatore.eu
stesso.
Inoltre la monodose permette di ridurre gli
sprechi alimentari, scongiurando problemi
legati al deperimento e/o alla cattiva conservazione dei cibi dopo l’acquisto.
I NOSTRI CONSIGLI
Ecco quindi i nostri consigli pratici per una
scelta consapevole e attenta tra gli scaffali del
supermercato:
1) controllare sempre il costo degli alimenti
al chilo o al litro e non solo quello della
singola confezione, scegliendo i più convenienti e adatti alle proprie esigenze;
2) fare attenzione ai prodotti in promozione e
"sottocosto": spesso capita che la loro data
di scadenza è imminente;
3) scegliere i formati convenienza considerando le proprie abitudini alimentari: il
risparmio è reale solo se il prodotto è interamente consumato, così facendo è possibile anche minimizzare gli sprechi;
4) consultare le molteplici App per smartphone e tablet per confrontare prezzi e scegliere quelli vantaggiosi nei supermercati
più vicini. M.B.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
21
I CONSIGLI DELL'UNC
PER I SALDI
• non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi;
• è bene preferire i saldi di articoli venduti
in pochissimi numeri e taglie, che sono
quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di
cui il negoziante ha interesse a disfarsi
(per esempio, pochi numeri dello stesso
tipo di scarpe);
• diffidare di chi apre un saldo dopo una
vendita promozionale;
• per i capi di abbigliamento accertarsi che
la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto;
• non comprare capi d’abbigliamento che
non hanno l’etichetta di composizione e
preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un
riscontro affidabile di quella di composi-
zione;
• preferire i prodotti di marca nota, che nel
settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono
marchi che imitano nelle fattezze o in
qualche elemento quelli più noti;
• controllare sempre le taglie quando si
tratta di un capo d’abbigliamento a due
pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se
non è ammessa la prova di indossabilità,
poiché potrebbero essere due taglie diverse.
Inoltre, è utile sapere che i negozianti:
• sono responsabili del difetto del prodotto
ai sensi dell’articolo 132 del Codice del
consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in
saldo o che non lo sia;
• sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130
dello stesso Codice, se c’è difetto grave e
non riparabile;
Periodicamente, due
volte all’anno, i consumatori aspettano il
periodo dei saldi per
fare acquisti convenienti. Approfittare
degli sconti di fine stagione può essere utile
per risparmiare rispetto al prezzo pieno. Per
evitare però che la
corsa all’affare si trasformi nel tradizionale
"bidone", è bene seguire qualche accorgimento:
• possono modificare l’operazione di cassa
anche nei giorni successivi, in quanto il
registratore ha il tasto per evidenziare
sullo scontrino “eventuali rimborsi per
restituzione di vendite”, come ha previsto
l’articolo 8 del decreto ministeriale 30
marzo 1992 e una successiva circolare
del ministero delle Finanze del 5 giugno
1992.
Contrariamente a quanto pensano molti
consumatori, va invece precisato che i saldi
non riguardano necessariamente tutta la
merce del negozio, ma quella a saldo deve
essere tenuta separata e ben individuabile
rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della
sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma
prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole.
LA CEDRATA
SENZA CEDRO
Un cedro che si trasforma in bottiglia nello spot televisivo
della cedrata Tassoni induce i consumatori a credere che
nel prodotto ci sia realmente il frutto, ma così non è".
L’Unione Consumatori ha ricordato la denuncia depositata,
nei mesi scorsi, dall'associazione all'’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato, volta ad accertare l'ingannevolezza del messaggio ampiamente diffuso sulle reti televisive
nazionali durante tutta l'estate.
Ad oggi l'Antitrust sta ancora indagando, ma c'è da sperare
che una pronuncia giunga a breve per evitare che il tempo
faccia dimenticare oltre il ricordo estivo anche l'aggressività
di certi messaggi che inquinano il nostro mercato.
"
22
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
www.ilconsumatore.eu
IL CANONE TV:
UNA TASSA ODIOSA
LA GARANZIA
POST-VENDITA
Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla
ricezione di trasmissioni radiotelevisive deve pagare il canone
TV. Trattandosi di un'imposta sulla detenzione dell'apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive. Il
canone TV per uso privato è unico -annuale- e copre tutti gli
apparecchi detenuti dal titolare nella propria residenza o in
abitazioni secondarie, o da altri membri del nucleo familiare
risultante dallo stato di famiglia
evono ritenersi assoggettabili a canone
tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale
(terrestre o satellitare) di radiodiffusione
dall'antenna radiotelevisiva. Ne consegue ad
esempio che i personal computer, anche
collegati in rete (digital signage o simili), se
consentono l'ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non
attraverso la ricezione del segnale terrestre
o satellitare, non sono assoggettabili a canone. Per contro, un apparecchio originariamente munito di sintonizzatore -come tipicamente un televisore- rimane soggetto a
canone anche se successivamente privato
del sintonizzatore stesso (ad esempio per-
D
ché lo si intende utilizzare solo per la visione di DVD). Non sono considerate apparecchiature atte o adattabili alla ricezione di
programmi televisivi e dunque non comportano il pagamento del canone:
- PC senza sintonizzatore TV;
- monitor per computer;
- casse acustiche;
- videocitofono.
SONO ESENTI DAL
PAGAMENTO DEL CANONE RAI:
• i rivenditori ed i riparatori di televisori,
per gli apparecchi collocati nei propri
negozi o laboratori;
• i detentori di apparecchi radio;
• le persone con età pari o superiore a 75
anni, ed un reddito dei coniugi non superiore ad ¤ 6.713,98 (per i soli apparecchi
collocati nella abitazione di residenza);
• i militari appartenenti alle Forze militari
italiane e NATO di stanza in Italia, limitatamente agli apparecchi usati in caserme,
ospedali militari, ecc;
• il personale diplomatico, all'interno di
Ambasciate e Consolati.
Nel caso di acquisto di un
elettrodomestico che ha
smesso di funzionare, la
prima cosa importante da fare è tornare
presso il venditore
entro 2 mesi dalla
scoperta del difetto, portando lo
scontrino
perché
quello è la prova
della garanzia. Se proprio l'abbiamo smarrito
potrà essere utile dimostrare
al venditore la data dell'acquisto grazie al cedolino
della carta di credito
l venditore è tenuto a riparare il bene o a
sostituirlo. Questo è molto importante
perché spesso quando ci rechiamo sul
punto vendita il venditore prova a raccontarci che dovremmo in realtà andare dall'assistenza della casa produttrice del prodotto, ma non è così.
E' il venditore che è tenuto a riparare o a
sostituire (entro 2 anni dall'acquisto) il
bene; in qualche caso potremmo arrivare a
ottenere la riduzione del prezzo, cioè che ci
ridia indietro una parte dei nostri soldi o
persino la risoluzione del contratto.
Restituiamo il bene e avremo indietro il
nostro denaro.
I
DATI ISTAT DA TERZO
MONDO, IL GOVERNO FACCIA
LA RIFORMA DEL FISCO
Secondo i dati resi noti nei giorni scorsi dall’Istat,
nel 2013 il 28,4% delle persone residenti in Italia è a
rischio povertà o esclusione sociale: "dati da Terzo
Mondo" è stato il commento dell’Unione
Consumatori
umeri drammatici che danno la misura delle difficoltà che hanno le famiglie italiane ad
arrivare a fine mese. Il lieve miglioramento rispetto al 2012 (-1,5%) non può certo consolarci. Il
fatto che il 40,3% degli italiani dichiari di non riuscire a sostenere spese impreviste pari ad 800
euro spiega perché i consumi delle famiglie siano crollati, dal 2007 al 2013, dell’8,05% scendendo in
termini reali di 79 miliardi. Per uscire da questa situazione bisogna che il Governo inserisca tra le sue
priorità la riforma fiscale. Il dato secondo il quale il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,7% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta il 7,9%, dimostra la necessità di
avere un fisco più equo, che riduca le tasse che gravano sulle famiglie indipendentemente dal loro reddito. Le bollette di luce e gas, ad esempio, non vanno ridotte solo alle imprese, ma anche alle famiglie.
N
www.ilconsumatore.eu
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
23
DIRITTO & NUOVE TECNOLOGIE
IL CODICE DELLA PRIVACY
HA COMPIUTO DIECI ANNI
segue dal numero scorso • seconda parte
a cura di Massimo Farina*
GLI ADEMPIMENTI VERSO IL
“GARANTE PER LA PROTEZIONE
DEI DATI PERSONALI”
Una possibile classificazione sugli obblighi
gravanti in capo al titolare del trattamento
potrebbe essere la seguente: adempimenti
verso l’Autorità Garante, adempimenti verso
gli interessati, adempimenti interni (o organizzativi).
Il Codice delle Privacy prevede due tipi di
adempimenti da effettuarsi verso il Garante
per la Protezione dei dati Personali: la “notificazione” e la richiesta di “autorizzazione”
per i trattamenti effettuati.
L’Autorità Garante è un’amministrazione
pubblica indipendente, istituita e disciplinata
con una apposita legge, dotata di un elevato
grado di autonomia, nei propri giudizi e valutazioni, rispetto al Governo. Il Garante per la
protezione dei dati personali è stato istituito
dalla legge 31 dicembre 1996 n. 675; è un
organo collegiale costituito da quattro componenti di nomina parlamentare: due eletti
dalle Camera dei deputati e due dal Senato
della Repubblica.
La “notificazione” è una dichiarazione
attraverso la quale il Titolare comunica al
Garante l’esistenza di un’attività di trattamento di dati personali. I casi in cui è necessario notificare il trattamento sono tassativamente previsti all’articolo 37. A titolo d’esempio, tra esse, rientra il trattamento di “dati
genetici e dati biomedici” oppure il trattamento di “dati che indicano la posizione
geografica di persone od oggetti mediante
una rete di comunicazione elettronica” (vi
rientrano, ad esempio, i casi di geolocalizzazione effettuati mediante le App Mobile). Al di
fuori delle specifiche ipotesi elencate dall’art.
37 non è necessaria la notificazione, ancorché si tratti di dati sensibili. Resta fermo il
potere del Garante di individuare, con proprio provvedimento, alcuni trattamenti esonerabili dall’obbligo di notificazione ovvero
indicare quelli che, seppur non contenuti
nell’articolo 37, dovranno essere notificati.
24
La notificazione va fatta, una sola volta per
tutti i trattamenti, all’inizio dell’attività “a
prescindere dal numero delle operazioni e
della durata del trattamento da effettuare”;
una nuova notificazione da parte dello stesso
titolare è imposta qualora cessi definitivamente l’attività di trattamento ovvero nell’ipotesi di mutamento di taluno degli elementi da indicare nella notificazione medesima.
Gli articoli 163 e 168 contengono le sanzioni per “omessa o incompleta notificazione” e
per “falsità nelle dichiarazioni e notificazioni”. Nella prima ipotesi è prevista la sanzione
pecuniaria amministrativa da “ventimila
euro a centoventimila euro”; il reato di
falsità è punito con la “reclusione da sei
mesi a tre anni”.
Per quanto riguarda la “Richiesta di
Autorizzazione al Garante”, si tratta di un
adempimento previsto per tutti i titolari che
trattano dati sensibili e giudiziari. Tenuto
conto dell’altissimo numero di soggetti interessati, il legislatore ha previsto le cosiddette
Autorizzazioni Generali concesse a determinate categorie di titolari o di trattamenti. Vi
rientrano, tra gli altri, i trattamenti svolti nell’ambito dei rapporti di lavoro, quelli effettuati da parte di organismi di tipo associativo e delle fondazioni o da liberi professionisti.
Ebbene, tutti i destinatari di autorizzazioni
Generali, qualora raccolgano dati sensibili o
giudiziari, dovranno semplicemente far riferimento alle Autorizzazioni Generali pronunciate per il loro specifico settore di appartenenza. Al trattamento di dati sensibili in
assenza di autorizzazione, laddove necessaria, consegue l’applicazione delle sanzioni
previste all’articolo 167, punto 2, del Codice
Privacy: “reclusione da uno a tre anni” se
dal fatto deriva nocumento. Anche in questo
caso, tenuto conto della particolare natura
dei dati coinvolti, il legislatore ha scelto di
ricorrere ai rimedi tipici del diritto penale.
GLI ADEMPIMENTI VERSO
GLI INTERESSATI
L’impianto normativo dettato in tema di protezione dei dati personali è dedicato alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle
persone fisiche, giuridiche o degli enti cui si
riferiscono i dati personali trattati. I principali destinatari della tutela sono,quindi, gli interessati, verso i quali il legislatore ha stabilito
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
dei precisi adempimenti che i titolari del trattamento devono rispettare. Si tratta di due
obblighi ben precisi: “fornire l’informativa” e “richiedere il consenso per il trattamento di dati”.
L’obbligo di informativa è previsto all’articolo
13 del D.lgs. 196/03. Si tratta di una comunicazione finalizzata ad informare l’interessato
sui soggetti che effettueranno il trattamento,
attraverso quali modalità e per quali finalità.
La norma di riferimento indica con estrema
precisione gli elementi che devono essere
contenuti nella comunicazione: la finalità e
modalità del trattamento, la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati, le
conseguenze di un eventuale rifiuto di
rispondere, i soggetti o le categorie di soggetti a cui possono essere comunicati i dati o
che possono venirne a conoscenza, gli estremi identificativi del titolare ed i diritti dell’interessato.
Non esistono formulari preconfezionati, ciascun titolare elabora l’informativa secondo le
proprie esigenze e la propria struttura organizzativa interna; l’unico punto fermo è costituito dal rispetto delle indicazioni contenute
nell’articolo 13 del Codice della Privacy.
Quanto ai diritti dell’interessato, previsti
all’articolo 7 del Codice Privacy, nell’informativa va puntualmente evidenziato che l'interessato ha diritto ad essere informato su tutto
ciò che concerne il trattamento dei propri
dati. Tali diritti vengono esercitati con richiesta, rivolta anche senza formalità al titolare,
alla quale è fornito idoneo riscontro senza
ritardo.
La violazione dell’obbligo di informativa verso
l’interessato, denominata nel codice “omessa o inidonea informativa”, è sanzionata
dall’art. 161 con “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da
seimila euro a trentaseimila euro”.
Altro adempimento, da eseguire nei confronti dell’interessato, è costituito dalla preventiva richiesta di autorizzazione al trattamento
dei dati: il cosiddetto “consenso”. L’articolo
23 del Codice Privacy impone al titolare di
richiedere il consenso scritto nell’ipotesi di
trattamento di dati sensibili e, si aggiunga,
anche giudiziari. Per la restante categoria di
dati, quelli definibili genericamente “comuni”, si richiede il consenso espresso; ciò
significa che potrebbe essere fornito anche
www.ilconsumatore.eu
oralmente, ma in modo certo e inequivoco.
Va rilevato, a tal proposito, il disposto del
comma 3 laddove, “il consenso è validamente prestato solo se è […] documentato
per iscritto”.
Sono previste alcune deroghe all’obbligo di
consenso così come sopra illustrato, tra le
quali: “il trattamento necessario per adempiere ad obblighi normativi; il trattamento
necessario per eseguire obblighi derivanti
da un contratto del quale è parte l’interessato […] o per adempiere, prima della
conclusione del contratto, a specifiche
richieste dell’interessato ed il trattamento
riguardante dati contenuti in pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da
chiunque”. Più precisamente, l’articolo 26
prevede alcune ipotesi di esclusione dal consenso nel trattamento di dati sensibili, previa
autorizzazione, anche generale, del Garante.
Si tratta, tra gli altri, del “trattamento effettuato da associazioni, enti od organismi
senza scopo di lucro a carattere politico,
filosofico, religioso o sindacale […]; del
trattamento necessario per la salvaguardia
della vita o dell’incolumità fisica di un
terzo; del trattamento necessario per le
investigazioni difensive o per far valere in
sede giudiziaria un diritto” ed infine del
“trattamento necessario per l’adempimento di compiti od obblighi previsti dalla
legge, da un regolamento o da normativa
comunitaria per la gestione del rapporto di
lavoro”.
Il titolare che procede al trattamento di dati
personali senza consenso è punito con la
“reclusione da sei a diciotto mesi o, se il
fatto consiste nella comunicazione o diffusione, con la reclusione da sei a ventiquattro mesi”.
GLI ADEMPIMENTI INTERNI
(O ORGANIZZATIVI)
L’Allegato B al D.lgs. 196/03 è il “disciplinare tecnico in materia di misure minime
di sicurezza”. Si tratta di quel complesso di
misure tecniche, informatiche, organizzative,
logistiche e procedurali di sicurezza che configurano il livello minimo di protezione normativamente richiesto rispetto ai rischi i
rischi di distruzione o perdita dei dati, di
accesso non autorizzato o di trattamento non
consentito o non conforme alla finalità della
raccolta (per alcuni aspetti tecnici, si veda
l’articolo di questo Speciale “Misure minime
di sicurezza: aspetti pratici”).
Nell’Allegato B è presente un elenco preciso
delle misure da adottare.
Il primo passo consiste nella predisposizione
di un sistema di autenticazione informatica. Ciò significa che il trattamento dei dati
personali deve essere consentito solo agli
www.ilconsumatore.eu
incaricati muniti di “credenziali di autenticazione”. Queste ultime sono costituite da un
codice, per l’identificazione dell’incaricato,
associato ad una parola chiave segreta e
conosciuta esclusivamente dall’incaricato
stesso, obbligato ad adottare tutte le cautele
necessarie per assicurarne la segretezza; è,
altresì, tenuto a custodire i dispositivi in suo
possesso ed esclusivo uso. La password
dev’essere composta da un minimo di otto
caratteri; qualora lo strumento elettronico
non lo consenta è necessario adottare una
parola chiave composta dal numero massimo di caratteri consentiti.
La parola chiave va, obbligatoriamente,
modificata con cadenza semestrale; nel caso
di trattamento di dati sensibili o giudiziari la
modifica ha una cadenza trimestrale. Le credenziali di autenticazione non utilizzate da
almeno sei mesi debbono essere disattivate;
fanno eccezione a tale regola le ipotesi di utilizzo esclusivamente finalizzato alla gestione
tecnica per le quali non è prevista tale scadenza di modifica.
È prevista, inoltre, l’adozione di un sistema di
autorizzazione, qualora per gli incaricati
siano individuati differenti profili di accesso
ai dati. In tal caso si rende necessario limitare l’accesso ai soli dati effettivamente necessari alla realizzazione delle operazioni di trattamenti cui sono preposti gli incaricati; tale
obbiettivo può essere raggiunto con la configurazione, anteriore all’inizio del trattamento, di profili di autorizzazione per ciascun
incaricato o per classi omogenee di incaricati. Con cadenza annuale si dovrà verificare la
sussistenza delle condizioni per la conservazione dei profili di autorizzazione.
Il mancato rispetto di quanto previsto dal
disciplinare tecnico in materia di misure
minime di sicurezza è punito con “l'arresto
sino a due anni”.
La misura di sicurezza più conosciuta
dell’Allegato B era il documento programmatico per la sicurezza (cosiddetto DPS).
Attualmente l’obbligo di redigere tale documento è stato eliminato a seguito dell’entrata
in vigore del D.L. 9 febbraio 2012, n.5, convertito con modificazioni dalla L. 4 aprile
2012, n. 35 , il quale ha introdotto alcune
semplificazioni in materia di dati personali.
Nonostante sia, ormai, un adempimento
abrogato è consigliabile adottare un documento contenente la descrizione delle misure di sicurezza adottate e quelle, seppur non
ancora adottate, da adottare per evitare o (per
lo meno) ridurre i rischi per i dati personali.
In particolare, le informazioni che si consigliano di inserire nel suddetto documento
sono: l’elenco dei trattamenti; i compiti e le
responsabilità dei soggetti incaricati al trattamento; l’analisi dei rischi con l’indicazione
delle misure che sono adottate al fine di
garantire l’integrità e la disponibilità dei dati,
nonché la protezione delle aree e dei locali in
relazione alla loro custodia e accessibilità;
l’individuazione delle modalità di ripristino
della disponibilità dei dati in caso di distruzione o danneggiamento; gli interventi formativi in tema di analisi dei rischi che
incombono sui dati; i criteri per l’adozione
delle misure minime di sicurezza in caso di
trattamenti di dati personali affidati all’esterno della struttura (outsourcing) e, infine, i
criteri adottati per la separazione dei dati sensibili da quelli comuni.
Gli adempimenti sono molto meno complessi nel caso di trattamento dati senza l’ausilio di strumenti elettronici. In tale caso
le misure minime di sicurezza consistono in:
aggiornamento periodico (con cadenza almeno annuale) dell’ambito consentito all’incaricato per il trattamento; controllo e custodia
di atti e documenti contenenti i dati personali fino al termine del trattamento e conseguente restituzione; accesso controllato agli
archivi per i dati sensibili o giudiziari; individuazione e registrazione delle persone
ammesse negli archivi, nel caso di accessi
fuori dall’orario di lavoro ovvero, in caso di
mancanza di vigilanza agli archivi, preventiva
autorizzazione all’accesso.
Non si confondano le misure minime di sicurezza con le misure idonee, le quali, si individuano in seguito alla concreta valutazione dei
rischi di uno specifico contesto aziendali al
fine di ridurre al minimo il rischio di distruzione, perdita, accesso non autorizzato o trattamento illecito dei dati personali
L’inosservanza dell’obbligo di adozione delle
misure idonee è fonte di responsabilità civile.
* Consulente e Docente in Diritto
dell’Informatica e delle Nuove Tecnologia
http://www.massimofarina.it/
http://www.diricto.it/
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
25
LA BIBLIOTECA DEL CONSUMATORE
COGLI LE OCCASIONI
77 modi facili e
intelligenti per
migliorare la
produttività e i profitti
di Jeremy Eden e Terri Long
www.tecnichenuove.com
euro 21,90
Sfruttare occasioni per migliorare il rendimento aziendale dovrebbe essere semplice, anche in tempi di tagli ai costi o
recessioni economiche.
Spesso però i manager sono ciechi davanti a soluzioni evidenti che stanno li pronte davanti alorto e invece scelgono percorsi tortuosi che implicano lunghi meeting, scarsa collaborazione, politica e burocrazia. Come
direbbe il famoso Waarren Buffett: “Sembra che ci siano delle caratteristiche umane perverse, in cui c’è gusto a trasformare le cose facili in difficili. Gli autori analizzano ed elencano proprio queste tecniche, queste
strategie e modalità che sono sotto gli occhi di tutti e che spesso vengono
maldestramente ignorate. La loro ventennale esperienza nel settore della
consulenza per aumentare le prestazioni aziendali e le loro competenze
sono condensate in 77 stimolanti punti di facile lettura. La filosofia di questo testo potrebbe essere riassunta da questa frase di Lew Platt, ex CEO di
HP: “Se solo HP sapesse le cose che sa HP, saremmo tre volte più produttivi.
COME AFFRONTARE
I CONTROLLI NEI BAR
E NEI RISTORANTI
Cosa predisporre per
superare positivamente i
controlli amministrativi
e igienico-sanitari
di Saverio Linguanti
e Vincenzo Staiano
www.tecnichenuove.com
euro 13,90
Tutte le attività produttive sono soggette a
una serie di molteplici normative ciascuna delle quali, per la propria materia di
riferimento, è rivolta alla tutela della collettività. L’attività di somministrazione di alimenti e bevande non sfugge a questa regola.
Questa utile guida pratica ha lo scopo di far conoscere all’esercente i
diritti e i doveri nell’ambito dell’attività di somministrazione esercitata, per consentire di affrontare con serenità e superare positivamente i controlli amministrativi effettuati nei pubblici esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande. La Guida è stata realizzata
appositamente in forma pratica e con un linguaggio sintetico e chiaro, ma al tempo stesso esaustiva in tutti gli aspetti amministrativi e
igienico sanitari relativi all’attività do bar e ristoranti, con riferimenti alle leggi e con esempi utili a comprendere come comportarsi e
cosa predisporre per rispettare le leggi e quindi i controlli che le forze
di polizia e amministrative possono effettuare nel corso dell’attività.
www.ilconsumatore.eu
RICONOSCERE
IL CARATTERE
Attraverso
l’intuito,
l’enneagramma e la
fisiognomica
di Chiara Pardini
e Francesco Martelli
www.tecnichenuove.com
Euro 16,90
Lo scopo di questo testo è fornire un’introduzione sintetica e pragmatica allo studio
della personalità che renda possibile al lettere comprendere come individuare e riconoscere intuitivamente i
diversi tipi di carattere, a partire dal proprio. La base teorica per lo
studio della personalità è fornita principalmente dall’Enneagramma
e dalla fisiognomica, che sono stati qui semplificati al massimo per
facilitarne la comprensione e l’applicazione per mezzo dell’Intuito.
Vengono dati spunti per l’osservazione e l’ascolto di se stessi e degli
altri, per facilitare la comprensione del carattere, e vengono sottolineate e spiegate le diverse dinamiche comportamentali tipiche di ciascuna personalità, in modo che sia possibile comprendere finalmente se stessi e imparare come conoscere meglio e rapportarsi agli altri.
In un capitolo dedicato agli esercizi sono suggerite le pratiche che
aiutano a iniziare ad allenare queste diverse abilità.
Il capitolo delle applicazioni suggerisce in quali situazioni, soprattutto negli ambiti personale e professionale, l’abilità di riconoscere
intuitivamente i caratteri semplifica la qualità di vita e alcune abilità
come quelle relazionali, di leadership, di comunicazione efficace e di
lavoro in team.
COME ESSERE INFLUENTI
La scienza
della persuasione
di Rob Yeung
www.tecnichenuove.com
euro 24,90
Come usare le proprie caratteristiche per esercitare un grande ascendente sui nostri interlocutori?
Perché dare più scelta a un cliente significa
ridurre la sua attitudine all’acquisto?
Con quale sistema è possibile avanzare richieste che “non si possono rifiutare”?
Come si può riuscire a motivare le persone a lavorare di più?
O a comportarsi onestamente?
In quale modo si possono invitare amici e parenti, clienti e colleghi a tener
conto dei nostri consigli o di quel che diciamo?
Queste sono solo un esempio di domande a cui il libro fornisce una risposta. Lo psicologo Rob Yeung esplora le ultime ricerche di settore per
mostrare le verità sull’arte della persuasione e rivela i segreti che vi porteranno agevolmente a guadagnare fiducia e autorevolezza e vi aiuteranno a essere più influenti, convincenti e ascoltati.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
27
ECONOMIA:
IL FATTURATO
DEL MERCATO
INTERNO CROLLA
PER LA PERDITA
DEL POTERE
D'ACQUISTO
DELLE
FAMIGLIE
L'opposto andamento tra mercato estero ed interno conferma
che usciremo da questa drammatica crisi quando avremo
ridato capacità di spesa alle
famiglie italiane e rilanciato il
loro potere d'acquisto
quanto risulta all’Unione Nazionale
Consumatori in base al dato Istat, secondo il
quale, nel mese di agosto, il fatturato dell'industria ha registrato un incremento sul mercato estero ed una flessione su quello interno
(su base annua -4,4% sul mercato interno e
+1,8% su quello estero).
L'Unione Consumatori ricorda che nel secondo
trimestre del 2014 il potere d'acquisto delle
famiglie è diminuito dell'1,5% rispetto al 2013.
Tradotto in cifre è come se una famiglia di 3 persone avesse avuto, in un anno, una perdita equivalente a 503 euro, 441 per una famiglia di 2
componenti, 277 euro una persona con più di
65 anni, mentre per una coppia con 2 figli la
stangata sale a 545 euro.
Nessuna impresa, anche la più internazionalizzata, può fare del tutto a meno del mercato
interno. Fino a che il potere d’acquisto delle
famiglie viene eroso, i consumi degli italiani
resteranno al minimo e non potremo avere quel
balzo degli ordinativi indispensabile per combattere il dato impressionante della disoccupazione.
È
28
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
ECONOMIA: IL 60%
DEGLI ITALIANI TEME
LA POVERTÀ
Sono dati sconcertanti che dimostrano come sia questo il
problema da superare se vogliamo uscire dalla drammatica crisi che stiamo attraversando. E' la povertà, il timore di
non farcela e l'incertezza per il futuro che hanno spinto le
famiglie a smettere di consumare, mandando in tilt il
sistema economico
er il Censis il 60% degli italiani ritiene che possa capitare a chiunque di
finire in povertà. La spesa per generi
alimentari delle famiglie italiane è diminuita nel periodo di crisi 2007-2013 del
12,9 in termini reali, contro una dinamica complessiva della spesa per consumi
pari a -8%.
P
Quella che stiamo vivendo è una crisi di
consumi. Per questo la priorità del
Governo dovrebbe essere la riforma
fiscale; una riforma che, in attesa che gli
equilibri di bilancio possano consentire
di far scendere la pressione fiscale, sposti la tassazione dagli italiani più in difficoltà a quelli che stanno meglio.
www.ilconsumatore.eu
DIRITTO & ROVESCIO
CASI DI GIURISPRUDENZA
a cura di Agostino Mela, avvocato cassazionista
www.avvocatoagostinomela.it
LE INSIDIE
DELL’USUCAPIONE
NEL 1984 LEONZIA CITA I SETTE
FRATELLI DAVANTI AL TRIBUNALE
DI MESSINA
spone di avere, insieme ai convenuti, ereditato dai genitori un appartamento, del
quale peraltro ha sempre goduto in via
esclusiva sin dall’apertura della successione,
avvenuta oltre venti anni prima. Chiede perciò
di essere dichiarata proprietaria esclusiva dell’immobile in virtù di usucapione.
Dei sette fratelli, alcuni si costituiscono contestando il fondamento della domanda.
Deducono che non solo l’attrice ha abitato
l’immobile per loro concessione, ma che
anch’essi in determinati periodi lo hanno liberamente utilizzato. Gli altri fratelli si costituiscono aderendo alla domanda della sorella.
Con sentenza del 6 marzo 2003 il tribunale
rigetta la domanda.
Leonzia propone appello, che viene rigettato
dalla corte d’appello di Messina con sentenza
del 21 gennaio 2009. Viene accolto invece l’appello incidentale dei fratelli dissenzienti, che
ottengono così la condanna della sorella alla
rifusione delle spese del doppio grado di giudizio in loro favore.
Secondo la corte Leonzia non risulta aver esercitato sull’appartamento alcun potere di fatto
inconciliabile con l’altrui compossesso, dato
che l’utilizzazione esclusiva dell’immobile da
parte di uno dei compossessori di per sé non
preclude agli altri di farne uso se e quando lo
desiderino; inoltre la prova testimoniale ha
permesso di accertare che, nel periodo in
esame, gli altri possessori hanno, se pure saltuariamente ed episodicamente, utilizzato
l’immobile liberamente e senza essere in alcun
modo ostacolati.
Leonzia propone ricorso per cassazione, sulla
base di tre motivi. I fratelli dissenzienti resistono con controricorso, mentre gli altri non si
costituiscono.
Il ricorso viene rigettato dalla II sezione civile
della corte di cassazione con sentenza n. 24214
del 13 novembre 2014.
Con il primo motivo (violazione e falsa applica-
E
www.ilconsumatore.eu
zione dell’art. 1158 cc) Leonzia si duole del
fatto che la corte d’appello abbia errato nel ritenere insussistente agli atti del giudizio la prova
di un suo uso esclusivo del bene immobile in
controversia.
Con il secondo motivo (violazione e falsa applicazione dell’art. 1144 cc) Leonzia si duole del
fatto che la corte d’appello abbia ritenuto rilevante, al fine di escludere il suo possesso esclusivo, il godimento, di modesta portata, da parte
dei fratelli dissenzienti, che ha inciso molto
debolmente sull’esercizio del diritto da parte
sua, che ha utilizzato quel bene quale propria
abitazione e, pertanto, con residuale, minima o
quasi inesistente capacità di concomitante,
autonomo utilizzo per la medesima destinazione, da parte di terzi.
I due motivi sono esaminati congiuntamente
dalla corte, che li giudica infondati.
Richiamando principi pacifici in giurisprudenza, la corte osserva che "in tema di compossesso, il godimento esclusivo della cosa comune da parte di uno dei compossessori non è, di
per sé, idoneo a far ritenere lo stato di fatto cosi
determinatosi funzionale all’esercizio del pos-
sesso ad usucapionem e non anche, invece,
conseguenza di un atteggiamento di mera tolleranza da parte dell’altro compossessore,
risultando necessario, a fini della usucapione,
la manifestazione del dominio esclusivo sulla
res communis da parte dell’interessato attraverso un’attività durevole, apertamente contrastante ed inoppugnabilmente incompatibile
con il possesso altrui, gravando l’onere della
relativa prova su colui che invochi l’avvenuta
usucapione del bene […]. In particolare, il
coerede che dopo la morte del de cuius sia
rimasto nel possesso del bene ereditario, può,
prima della divisione, usucapire la quota degli
altri eredi, senza necessità di interversione del
titolo del possesso; a tal fine, egli, che già possiede animo proprio ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il
coerede goda del bene in modo inconciliabile
con la possibilità di godimento altrui e tale da
evidenziare una inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus, non
essendo sufficiente che gli altri partecipanti si
astengano dall’uso della cosa comune".
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
29
LA
BOLLETTA
DELL'ACQUA,
GLI
AUMENTI
La notizia ha già scatenato un fiume di polemiche:
ebbene sì, sono previsti aumenti per la bolletta
dell'acqua, ma siamo sicuri che sarà una stangata?
Ecco, vorrei spiegare i perché dei rincari e cosa
andrebbe fatto per dare ossigeno alle famiglie
li aumenti sono conseguenza dell'introduzione del nuovo metodo tariffario da
parte dell'Autorità per l'Energia Elettrica
il Gas e il Sistema Idrico che provocherà un
rincaro medio del 3,9% nel 2014 e del 4,8%
nel 2015 per la gran parte dei clienti domestici. Detto così sembra una enormità, ma
per evitare di dar fiato alle trombe (come
pure stanno facendo molti miei colleghi delle
altre Associazioni di consumatori), sarebbe
bene capire cosa accade. Il nuovo metodo
tariffario idrico, in realtà, cerca di omogeneizzare gradualmente i criteri di determinazione delle tariffe idriche (e i costi che in esse
devono essere compresi), attualmente assai
diversi fra loro a seconda del territorio.
Inoltre questa riforma mira ad evitare che
nelle tariffe siano compresi costi impropri
G
E LE
SOLUZIONI
(es. depurazione anche se non viene fatta) e
dall'altro a facilitare gli investimenti necessari a ristrutturare la rete idrica che è un vero e
proprio colabrodo (oltre 30% di perdite). Gli
aumenti in bolletta, dunque, derivano dagli
investimenti da fare nella rete idrica nei prossimi 4 anni per circa 4,5 MLD Euro, ma per i
consumatori si stimano rincari nell'ordine
dei 10/15 euro l'anno a famiglia. Dunque
non si tratta di una "stangata", termine caro
a certo consumerismo guerrafondaio...
E' ora di finirla con questo populismo,
Piuttosto, questo sì, sarebbe il caso che
l'Autorità dell'energia tenga gli occhi ben
aperti vigilando affinché gli investimenti previsti siano effettivamente realizzati dalle
imprese: sapete che il 30% dell'acqua pagata
dagli utenti viene perduta a causa di una rete
che è un colabrodo?
Poi, sappiamo bene che alcune famiglie sono
in grave difficoltà: per questo ci sembra prioritario, estendere a tutte le famiglie bisognose il Bonus Idrico, in modo che a nessuno sia
tolta la fornitura dell’acqua. Su questo piano
l'Autorità sta svolgendo un'indagine per verificare i diversi bonus esistenti per poi fare
una proposta di omogeneizzazione, ma ci
sembra che si stia facendo ancora troppo
poco e che i tempi previsti siano troppo lunghi. Infine è fondamentale risolvere il problema delle bollette di conguaglio, sempre troppo numerose e con importi rilevanti, che
mettono in crisi le famiglie. Queste sopra
elencate, sono le proposte dell'Unione
Nazionale Consumatori per non fare un buco
nell'acqua!
E' ora di finirla con le promesse di Pulcinella degli operatori telefonici, bravi a lanciare offerte
mirabilanti, poi modificate con messaggi sms a tradimento
TELEFONIA: CONDANNATA
WIND DALL'AUTORITÀ
ANTITRUST
di Monisat
a decisione dell'Antitrust che ha condannato WIND al pagamento di 200 mila euro conseguentemente al comportamento
posto in essere dall'operatore, che ha rimodulato unilateralmente il piano tariffario agevolato, è da approvare, anche in relazione al fatto che lo stesso professionista aveva indicato una durata predeterminata. Il caso si riferisce alla promozione "Wind all
L
30
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
inclusive digital Special Edition", offerta a prezzo fisso per la durata di 5 anni e modificata poi prima del decorso di tale termine.
In pratica Wind modificava le condizioni contrattuali dell'offerta
"WIND All inclusive Digital Special Edition", aumentando il prezzo mensile da 5,04 euro a 7 euro (circa il 40%), rendendo note tali
variazioni solo con un sms inviato ai clienti (e con un avviso sul
proprio sito), ma non permettendo agli utenti di mantenere le originarie condizioni.
www.ilconsumatore.eu
COPERTURA 4G
QUESTA SCONOSCIUTA
Esistono diverse iniziative pubbliche che promuovono il risparmio
energetico, alcune delle quali si ripetono nel tempo e sono molto
seguite. E' bello, ad esempio, stare per
una sera al lume di candela invece di
accendere la luce. Ma se ci chiedessero di stare per un giorno senza telefono e senza internet come reagiremmo? Nel risparmio domestico rientra
quindi anche l'attenzione al telefono.
Per riuscire ad ottimizzare i costi al
meglio è consigliabile confrontare le
migliori offerte di telefonia (alla
pagina http://telefonia.supermoney.eu/), in modo da trovare quella
più conveniente considerando
costo e qualità del servizio
rmai il telefono di casa non basta più, infatti anche quando siamo fuori abbiamo la
necessità di essere raggiungibili, di conseguenza è premura di tutti munirsi anche di un
cellulare. La maggior parte delle persone, poi, ne
sceglie uno di ultima generazione, e ci si arrabbia quando non c'è campo o la connessione è
lenta e poco efficiente. Per strada avremo sicuramente notato i cartelloni pubblicitari che
sponsorizzano la nuova copertura della rete 4G
(http://it.wikipedia.org/wiki/4G_(telefonia)),
che finalmente tutti gli operatori di telefonia
hanno reso disponibile. Il 4G, nell'ambito della
telefonia mobile, è una tecnologia digitale che
permette ai dispositivi mobili di sfruttare al
meglio il trasferimento di dati e la connessione a
internet, fornendo un migliore servizio sia per le
telefonate che per l'invio di messaggini e di email. E' una storia che ci porta indietro di quasi
dieci anni quella della copertura della rete 4G. E'
iniziata in Giappone nel 2005, e nel 2014 è
diventata realtà. Ci sono, come sempre, i pro e i
contro del caso ogni volta che viene introdotta
una novità, che appartenga o meno all'ambito
CODICE
DENOMINAZIONE
DI ORIGINE
DEI VINI
O
32
della tecnologia.
In questo caso quello a cui gli utenti devono
stare attenti è l'aggiornamento dei dati che i
diversi operatori di telefonia offrono.
I numeri riguardanti la copertura di rete infatti
non sono sempre precisi e completi, in quanto
le compagnie tendono a raccogliere solamente i
dati percentuali relativi alla copertura outdoor,
quella fuori casa, e non si occupano di quella
indoor, che di solito è sempre peggiore a causa
delle frequenze utilizzate dai diversi operatori.
Più alte sono le frequenze, peggiore è la qualità
della copertura, perché non riescono a penetrare agevolmente le pareti. Oltre a questo, l'aggiornamento dei dati di copertura forniti dalle compagnie telefoniche e disponibili alla consultazione non è sempre affidabile, bisogna controllare
bene il periodo a cui si riferiscono, perché spesso tendono ad essere datati e quindi non più
validi per il presente. Inoltre le percentuali non
sempre coinvolgono tutti i territori in cui il
numero di residenti è basso ma il viavai di
persone è alto, come le località turistiche, in
cui spesso la rete non è ottima. Il 99,8% della
popolazione però è raggiunto almeno dal 2G.
Anche per quanto riguarda il 3G la copertura
di rete è molto elevata, arrivando al 97%. Il
4G si attesta al 72%, che è già un dato ottimo.
C'è un fattore a cui gli utenti devono prestare
particolare attenzione, oltre all'aggiornamento dei dati. E' importante infatti informarsi
bene sulla qualità della copertura fornita dai
diversi operatori. Perché se si tende troppo al
risparmio si rischia anche di non avere una
copertura adeguata.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
’Unione Italiana Vini propone la
nuova edizione del Codice delle
Denominazione di Origine dei Vini,
aggiornato a tutto il 2014. Un testo unico
nel panorama editoriale italiano, indispensabile per tutti gli addetti ai lavori:
enologi, agronomi, aziende vinicole,
organizzazioni di categoria, istituti superiori ed universitari ad indirizzo vitivinicolo, giuristi del vino. Attualmente l’intero comparto dei vini a denominazioni di
origine annovera 405 vini DOP, di cui 73
DOCG e 332 DOC, e 118 vini a IGT.
Per ogni denominazione il volume riporta il disciplinare di produzione, oltre ad
un indice cronologico di tutta la parte
legislativa con i regolamenti, leggi, decreti e circolari interpretative, reperibili su
internet nel sito dell’UIV.
Questa edizione è la prima che non
riporta l’altra firma storica di Giuseppe
Caldano che purtroppo, dopo aver lavorato alle precedenti edizioni con l’amico
e collaboratore Antonio Rossi, spetta al
comune amico di continua nell’aggiornamento del volume.
Prezzo: 290 euro (iva compresa).
Per informazioni:
U.I.V. Via San Vittore al Teatro, 3 –
20123-Milano Tel. 02/72222881 –
mail: [email protected]
L
www.ilconsumatore.eu
Il Garante della privacy ha
espresso parere favorevole su
due schemi di convenzione
che consentiranno il funzionamento del sistema di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo,
con particolare riferimento ai
furti di identità
l sistema, basato su un archivio centrale
informatizzato, sarà gestito da Consap Spa
su incarico del Ministero dell’economia e
delle finanze (MEF) e consentirà, tra l’altro,
di consultare le banche dati di numerosi enti
pubblici (Agenzia delle Entrate, Ministero
dell’interno, Ministero dei trasporti e delle
infrastrutture, INPS, INAIL) per scoraggiare
fenomeni di sostituzione di persona, ad
esempio con la falsificazione di documenti.
La prima convenzione definisce le regole a
cui devono sottostare le società che ricevono
una domanda di finanziamento o altri servizi, i cosiddetti aderenti diretti (banche, intermediari finanziari, fornitori di servizi di
comunicazione elettronica o di altri servizi,
imprese di assicurazione) per poter accedere
al sistema.
Le società potranno così verificare l’autenticità dei dati contenuti nella documentazione
presentata dalla persona richiedente e controllare eventuali informazioni relative a
I
FURTI DI IDENTITÀ: VIA LIBERA
AL SISTEMA DI PREVENZIONE
rischi di frode in corso o frodi già perpetrate.
La seconda convenzione regola invece l’attività dei cosiddetti aderenti indiretti - ovvero i
gestori di sistemi di informazioni creditizie
(SIC) e le imprese che offrono servizi assimilabili - che le banche e gli altri aderenti diretti possono incaricare come loro intermediari
per accertare, tramite il sistema, la veridicità
della documentazione presentata.
Vista la particolare delicatezza delle informazioni trattate sono state previste, anche su
indicazione del Garante, precise misure al
fine di impedire eventuali trattamenti illeciti
dei dati delle persone che desiderano usufruire del credito al consumo.
Le società potranno utilizzare solo i dati pertinenti e non eccedenti, necessari al perseguimento delle specifiche finalità indicate nel
regolamento di attuazione del sistema di prevenzione e nelle specifiche convenzioni inerenti il settore commerciale di appartenenza.
Tutti i soggetti coinvolti dovranno inoltre proteggere i dati personali con adeguate misure
di sicurezza e potranno conservali solo per il
tempo strettamente necessario.
Questa iniziativa è già un notevole passo in
avanti per ostacolare le frodi attuate con i
furti di identità che causano notevoli inconvenienti ed anche diversi problemi di credibilità per gli ignari consumatori coinvolti.
Dovrebbe essere consentito anche l'accesso
all'anagrafe dei Comuni per la verifica del
rilascio del documento di identità, come è
auspicabile che la consultazione della banca
dati del Ministero dell'Interno consenta di
verificare i dati dell'eventuale passaporto.
Di estrema rilevanza, inoltre, il trattamento
dei dati sensibili da parte degli operatori
autorizzato all'accesso alle banche dati. Ciò
per evitare abusi incontrollabili.
Secondo i dati resi noti dall'Istat il tasso
di disoccupazione ad ottobre è salito al
13,2%, il massimo storico, ossia il valore
più alto sia dall'inizio delle serie mensili,
gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero
dal 1977 (ben 37 anni fa). Non sono
migliori i dati sull'inflazione che a
novembre risale allo 0,2%
reoccupa il rialzo del carrello della spesa
e dei prodotti alimentari in particolar.
Quanto alla disoccupazione il dato dimostra che l'ottimismo del Governo rispetto ai
dati del mese scorso era decisamente prematuro. Il fatto, come ha dichiarato il ministro
Padoan, che nel 2015 ci sarà una crescita
positiva dopo 3 anni di recessione non può
bastare per abbassare il drammatico dato dei
P
34
disoccupati. La dura realtà è che una crescita dello 0,5%, come quella prevista per il
2015, non potrà che avere effetti bassissimi
sull'occupazione, considerato che in questo
momento anche chi lavora è sottoutilizzato.
Solo quando i consumi delle famiglie decolleranno ci potrà essere una significativa riduzione della disoccupazione.
Per l'Unione Nazionale dei Consumatori un
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
aumento dei prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto pari allo 0,2%, nonostante sia
basso, determina comunque, per la sola
spesa di tutti i giorni, un aggravio pari a 28
euro per una coppia con un figlio. Un pensionato, invece, spenderà 15 euro in più su
base annua.
www.ilconsumatore.eu
Garante per la privacy ha approvato un quadro unitario di misure e accorgimenti di carattere
tecnico, organizzativo e procedurale per mantenere alti livelli di
sicurezza nell'utilizzo di particolari tipi di dati biometrici, semplificando tuttavia alcuni adempimenti. L'intervento
dell'Autorità si è reso necessario
alla luce della crescente diffusione di dispositivi biometrici,
anche incorporati in prodotti di sario invece in ambito pubblico, se devono esselargo consumo re perseguite specifiche finalità istituzionali.
Dovranno comunque essere resi disponibili
empre più spesso infatti aziende e pubbliche sistemi alternativi (cartacei o digitali) di sottoamministrazioni si servono di dati biometri- scrizione, che non comportino l'utilizzo di dati
ci, come le impronte digitali, la topografia biometrici.
della mano o le caratteristiche della firma autografa, per il controllo degli accessi, per l'autenticazione degli utenti (anche su pc e tablet) o per
la sottoscrizione di documenti informatici.
Nel provvedimento generale -adottato a seguito
di una consultazione pubblica e in corso di pubblicazione sulla G.U. con le allegate Linee guida
e un modulo per la comunicazione all'Autorità
di violazioni dei sistemi biometrici- il Garante ha
individuato alcune tipologie di trattamento che,
per le specifiche finalità perseguite, presentano
un livello ridotto di rischio e non necessitano più
della verifica preliminare da parte dell'Autorità.
La semplificazione riguarderà solo le specifiche
tipologie di trattamento che dovranno in ogni
caso essere effettuate nel rispetto delle rigorose
misure di sicurezza individuate dal Garante, e
comunque rispettando i presupposti di legittimità previsti dal Codice privacy, in particolare
informando sempre gli interessati sui loro diritti, sugli scopi e le modalità del trattamento:
PRIVACY: NUOVE
REGOLE PER IMPRONTE
DIGITALI E FIRMA
GRAFOMETRICA
S
• AUTENTICAZIONE INFORMATICA
Le caratteristiche biometriche dell’impronta
digitale o dell’emissione vocale di una persona
possono essere utilizzate come credenziali di
autenticazione per l’accesso a banche dati e
sistemi informatici. Tale trattamento può essere
effettuato anche senza il consenso dell’utente.
• CONTROLLO DI ACCESSO FISICO AD
AREE "SENSIBILI" E UTILIZZO DI APPARATI E MACCHINARI PERICOLOSI
Le caratteristiche dell'impronta digitale o della
topografia della mano potranno essere trattate
per consentire l'accesso ad aree e locali ritenuti
“sensibili” oppure per consentire l'utilizzo di
apparati e macchinari pericolosi ai soli soggetti
qualificati. Tale trattamento può essere realizzato anche senza il consenso dell’utente.
• SOTTOSCRIZIONE DI DOCUMENTI
INFORMATICI
L’analisi dei dati biometrici associati all'apposizione a mano libera di una firma autografa potrà
essere utilizzata per la firma elettronica avanzata. Questa modalità è però consentita solo con il
consenso degli interessati, consenso non neces-
www.ilconsumatore.eu
• SCOPI FACILITATIVI
L’impronta digitale e la topografia della mano
potranno essere utilizzate anche per consentire
l'accesso fisico di utenti ad aree fisiche in ambito pubblico (es. biblioteche) o privato (es. aree
aeroportuali riservate). Anche in questo caso
l’utilizzo è consentito solo con il consenso degli
interessati. Dovranno comunque essere previste
modalità alternative per l’erogazione del servizio
per chi rifiuta di far utilizzare i propri dati biometrici.
Ogni sistema di rilevazione dovrà essere configurato in modo tale da raccogliere un numero
limitato di informazioni (principio di minimizzazione), escludendo l'acquisizione di dati ulteriori rispetto a quelli necessari per il conseguimento della finalità perseguita. Ad esempio, in
caso di autenticazione informatica, i dati biome-
trici non dovranno essere trattati in modo da
poter desumere anche informazioni di natura
sensibile dell’interessato.
Tra le numerose misure di sicurezza individuate dal Garante vi è quella che obbliga a cifrare il
riferimento biometrico con tecniche crittografiche, con una lunghezza delle chiavi adeguata
alla dimensione e al ciclo di vita dei dati.
Particolare attenzione è inoltre rivolta alla messa
in sicurezza dei dispositivi mobili (come tablet o
pc) che potrebbero più facilmente essere compromessi o smarriti.
Anche al fine di prevenire eventuali furti di identità biometrica, tutte le violazioni dei dati o gli
incidenti informatici (“data breaches”) che possano avere un impatto significativo sui sistemi
biometrici o sui dati personali custoditi, dovranno essere comunicati da chi detiene i dati al
Garante entro 24 ore dalla scoperta, così da con-
sentire di adottare opportuni interventi a tutela
delle persone interessate. A tal fine è stato predisposto un modulo che consente di semplificare
il predetto adempimento.
Sono esclusi dalle modalità semplificate individuate nel provvedimento del Garante i trattamenti che prevedono la realizzazione di archivi
biometrici centralizzati, per i quali continuerà
ad essere obbligatorio richiedere una verifica
preliminare. Rimane in vigore anche l’obbligo di
notificazione al Garante per i trattamenti non
esplicitamente esclusi dal provvedimento, come
quelli effettuati da esercenti le professioni sanitarie e da avvocati. Per le verifiche preliminari in
corso sono state previste specifiche disposizioni
transitorie.
Fonte: Garante protezione dei dati personali
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
35
IL DIRITTO
DI CHIAMATA
Il diritto di chiamata consiste nel corrispettivo
che si deve pagare ad un tecnico per il semplice fatto che si sia recato presso il domicilio
del cliente, in caso di guasti e malfunzionamenti del prodotto, a prescindere dal fatto che
abbia eseguito o meno operazioni di riparazione sul bene oggetto della chiamata
el diritto di chiamata viene
ricompreso, ad esempio, il
tempo perso per strada per
raggiungere il luogo dell'intervento (spesso dall'altra parte
della città nell'orario più critico),
la benzina, l'usura del mezzo in
generale e tante altre spese vive
della giornata.
La disciplina del diritto di chiamata cambia a seconda del fatto
che l'oggetto della chiamata consista in un bene coperto dalla
garanzia o meno. Quando si
N
acquista un bene ed esso si rivela difettoso entro due anni dall'acquisto, il consumatore può
chiedere al venditore ovvero all'esercizio commerciale dove ha
acquistato il bene di ripararlo o
di sostituirlo, assolutamente
senza spese.
In tali casi, non possono mai gravare sul consumatore le spese
necessarie per la spedizione, per
la mano d'opera e per i materiali
necessari alla riparazione/sostituzione del bene. Pertanto, in
questo caso il diritto di chiamata
non può e non deve essere
richiesto al cliente da parte del
produttore o chi per lui.
Per quanto riguarda, invece, l'intervento del tecnico per la riparazione di beni non in garanzia e
cioè beni che si rivelano difettosi
dopo che siano trascorsi due
anni dall'acquisto, è previsto che
si debba pagare un corrispettivo
per la prestazione di mano d'opera e anche la semplice chiamata
del tecnico, a prescindere dal
fatto che abbia o meno eseguito
operazioni sul bene.
In questo caso il diritto di chiamata non è regolato da una normativa nazionale, ma è disciplinato dagli usi e dai regolamenti
locali degli artigiani. Le tariffe
professionali e i costi medi degli
interventi degli artigiani sono
consultabili presso la Camera di
Commercio di ogni Provincia.
SCUOLA: RIPETIZIONI, COME RISPARMIARE?
Per risparmiare sulle ripetizioni, - in questo periodo che sono arrivo le pagelle - l'ideale
sarebbe che le scuole si attivassero per organizzare i corsi di recupero, ma in tempi di
spending review, le risorse sono ridotte all'osso, per questo la spesa ricade sulle famiglie,
già duramente provate dai costi di libri e corredo scolastico
egli ultimi anni il costo delle ripetizioni
per uno studente delle superiori è
aumentato di circa il 17,86%. Oggi per
un’ora di lezione si spendono in media
intorno ai 25 euro, ma sul prezzo incidono
due componenti importantissime: la materia e l’insegnante. Se, per esempio, ad insegnare greco o matematica, considerate
come le materie più ostiche dagli studenti,
ci si rivolge ad un professore di ruolo l’ora
può costare anche 35-37 euro; la spesa
scende intorno ai 20-25 euro se il tutor è
uno studente universitario (oppure se la
materia è tra le meno impegnative).
Costi variabili anche a seconda della classe
dello studente: preparare un ragazzo alla
maturità costerà di più che colmare le lacune di uno studente del primo anno di liceo.
A volte sono gli alunni delle scuole medie ad
avere bisogno di una mano per lo svolgimento dei compiti o per ripetere la lezione:
N
36
in questo caso il costo oscilla tra i 10 e i 15
euro l’ora.
Prima di procedere nella ricerca di un professore per aiutare i figli che hanno problemi a scuola, è bene verificare se lo studente
ne abbia davvero bisogno: in alcuni casi
basterà che si organizzi con un compagno
più bravo per recuperare facilmente. Se si
ritiene, invece, che il supporto esterno sia
indispensabile, è necessario valutare l'opzione più adatta al ragazzo: le ripetizioni
collettive, ad esempio, potrebbe invogliare
lo studente a passare qualche ora in più sui
libri (oltre ad essere più economiche), ma
non devono diventare un elemento di distrazione.
Scegliendo uno studente universitario piuttosto che un professore di liceo, poi, si può
risparmiare anche il 50 per cento, così
come andare a domicilio costa meno di far
venire il professore a casa (a patto che non
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
si perda troppo tempo per raggiungere la
destinazione). Anche la sharing economy
potrebbe essere un'opportunità: in tempi di
condivisione si potrebbero mettere al servizio di altri i propri talenti (può bastare cucire, stirare o sapere fare buone torte), in
cambio di lezioni gratuite per il figlio.
www.ilconsumatore.eu
Possiamo fidarci di chi vende prodotti o
servizi sul web? Si risparmia davvero
aggiudicandosi l'asta online per acquistare un oggetto a un prezzo apparentemente stracciato? E' rischioso pagare su
Internet con la carta di credito? Sono
queste alcune delle domande che più
spesso i consumatori rivolgono al nostro
Sportello E-commerce dedicato agli
"Acquisti online" sul sito www.consumatori.it
DIECI REGOLE
PER L'E-COMMERCE
empre più italiani, per risparmiare, ma
anche semplicemente per comodità,
acquistano sul web prodotti tecnologici,
libri, abbigliamento, vacanze, biglietti per i
concerti, cibo e quant'altro; spesso su
Internet si fanno dei veri affari, ma è bene
ricordare che, sia quando si acquista un paio
di scarpe online che quando si scarica
un'app, siamo consumatori (esattamente
come lo siamo al negozio sotto casa) e dunque abbiamo una serie di diritti e doveri,
come in qualsiasi atto di consumo.
Ecco dunque un rapido decalogo per gli
acquisti online per evitare fregature:
1 acquistate solo su siti ad alto standard protetti da sistemi di sicurezza internazionali
come SSL e SET, riconoscibili dalla certificazione e dal lucchetto chiuso;
S
2 confrontate le varie offerte prima di procedere all'acquisto, cercando anche in Rete
maggiori dettagli sui prodotti/servizi o la
reputazione del venditore;
3 non fatevi prendere dalla fretta o dall'ansia;
molti siti giocano su una comunicazione
emotiva: timer che scadono, avvisi che l'articolo è in esaurimento, etc. E' il caso di
ignorarli;
4 diffidate dalle offerte estremamente vantaggiose (potrebbero essere siti che "giocano"
con l'IVA o di incerta provenienza);
5 non fatevi attrarre dallo sconto, ma chiedetevi sempre se state acquistando quello
che davvero stavate cercando;
6 controllate il prezzo finale del prodotto o
servizio comprensivo di spese di spedizione e altri costi aggiuntivi (è illegittima la
maggiorazione per l'uso della carta di credito);
7 controllate le date di consegna per scongiurare il rischio che il vostro acquisto non
arrivi per tempo, se si tratta di un regalo o
arrivi in un periodo in cui siete fuori casa
(ad esempio durante le vacanze estive);
8 stampate una copia dell'ordine e della pagina contenente l'offerta;
9 trasmettete i dati economici solo quando
sono rispettate le condizioni di sicurezza e
non comunicate mai i riferimenti o altri
dati personali via email;
10 ricordate che anche comprando online
vale il diritto di recesso, da esercitare entro
14 giorni dalla data di consegna del prodotto o dalla sottoscrizione del contratto.
TRIPADVISOR:
SANZIONE
ESEMPLARE
’UNC è pienamente soddisfatta dell'attività
dell'Autorità Antitrust che ha applicato una
sanzione esemplare. Da tempo agli sportelli dell’Associazione si ricevevano segnalazioni da parte di consumatori che lamentavano la
non veridicità di alcune recensioni: c'è chi racconta di ristoranti spacciati per templi dell'alta
cucina che si sono rivelati autentiche bettole,
alberghi raccomandati per le famiglie che si
trovavano in realtà nelle zone rumorose della
L
www.ilconsumatore.eu
movida, bed and breakfast consigliati per la
vicinanza, ma che si scoprono lontani chilometri dal centro
Di per sé TripAdvisor rappresenta un'idea
meravigliosa e sarebbe uno strumento utile
nell'orientare le scelte dei consumatori, ma è
evidente che, se ne viene fatto un uso distorto,
se ne pregiudica la validità. La sanzione rappresenta dunque un risultato storico anche
perché la veridicità delle recensioni è fondamentale sia per tutelare i consumatori, sia per
la credibilità degli stessi albergatori.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
37
Quando arriva il freddo
ecco i consigli su come far
funzionare il riscaldamento
domestico nel migliore dei
modi e come dare un taglio
alla bolletta non bastano
mai
COME RISPARMIARE
SUL RISCALDAMENTO
e battere i denti non fa bene, anche l'eccessivo caldo crea problemi alla salute: un giusto compromesso tra salute, portafoglio e
ambiente è quello di tenere durante il giorno la
temperatura tra i 19 e i 20 gradi. Anche se ci
sono bambini, ciò che conta è che l'appartamento non sia freddo: superare i 24 gradi non è
l'ideale per un bambino, anzi, al contrario, può
essere pericoloso per la sua salute. Inoltre, un
solo grado in più fa aumentare i consumi
dell'8%. Se il riscaldamento è autonomo, di
notte la caldaia va spenta e programmata per la
riaccensione un paio d'ore prima della sveglia
mattutina. Le case italiane consumano troppa
energia per il riscaldamento, poiché molte sono
state costruite senza tenere in considerazione
l'efficienza energetica, tanto che in media si consumano tra i 140 ed i 170 kwh/m2 anno. Per
meglio comprendere questo dato, basti pensare
che esistono oggi tecnologie costruttive ed
impiantistiche che consentono di abbassare i
stre, le pareti, i solai ed il tetto.
2. Le finestre e le porte vetrate forniscono luce
ed aria alle stanze e favoriscono gli apporti
temici gratuiti del sole nella casa. Tuttavia, se
non hanno ancora i doppi vetri possono disperdere il calore della casa, anche se l'edificio
è sufficientemente isolato nelle sue parti
murarie. L'intervento più risolutivo consiste
nella sostituzione dei serramenti con altri
predisposti di doppi vetri: l'intercapedine tra i
due strati di vetro (vetrocamera) serve a
ridurre il passaggio di calore.
3. L'efficienza della caldaia è fondamentale per
risparmiare energia e per ridurre le emissioni inquinanti. Le caldaie a condensazione
sono più efficienti di quelle tradizionali, perché recuperano il calore disperso nel camino
e lo riutilizzano nel riscaldamento. Il loro
costo è superiore del 30-40 per cento ai
modelli tradizionali, ma la spesa viene
ammortizzata nel giro di pochissimo tempo
in quando rendono almeno il 20-30% in più.
4. Le valvole termostatiche installate sui caloriferi rendono indipendente il funzionamento dei
vari termosifoni all'interno dell'abitazione,
a) la potenza complessiva delle caldaie autonome installate è sproporzionata rispetto alle
esigenze energetiche dell'edificio;
b) i costi di manutenzione sono più elevati;
c) la sicurezza è inferiore.
La legge vieta l'installazione degli impianti autonomi negli edifici di nuova costruzione con più
di 4 abitazioni.
Nell'impianto di riscaldamento del condominio
è importante che la caldaia sia dimensionata
secondo il reale fabbisogno termico dell'edificio.
Se nella centrale termica del condominio vi è
installata una caldaia di tipo tradizionale, anche
se funziona ancora bene, conviene sostituirla
con una caldaia a condensazione in cascata, che
ottimizza al meglio il consumo di combustibile.
Per ottenere ulteriori risparmi di energia, nelle
abitazioni condominiali è altresì opportuno
installare le valvole termostatiche su ciascun
radiatore ed un sistema di contabilizzazione
individuale del calore.
In sostanza, un impianto di riscaldamento centralizzato è energeticamente efficiente quando
ha:
I una caldaia dimensionata secondo il reale fabbisogno termico dell'edificio;
II una caldaia a condensazione in cascata, invece di una sola caldaia tradizionale;
III la termoregolazione autonoma di ogni abitazione, dove ogni radiatore ha installato ripar-
consumi per il riscaldamento anche del 3040%, mantenendo le medesime condizioni di
comfort.
Quindi anche nelle case esistenti si possono
ridurre gli attuali consumi, utilizzando le tecnologie ed i nuovi materiali disponibili, insieme ad
un'attenta gestione dell'impianto di riscaldamento. Ecco allora qualche utile consiglio per
verificare se il proprio impianto di riscaldamento è efficiente, oppure se ha bisogno di interventi per migliorarlo e risparmiare energia.
1. La nostra abitazione è bene isolata? Un edificio male isolato fa aumentare le spese per il
riscaldamento e per il condizionamento estivo, perché disperde il calore attraverso le fine-
poiché regolano automaticamente l'afflusso
di acqua calda in ciascun termosifone, sulla
base alla temperatura scelta ed impostata
nella manopola graduata. La valvola si chiude
mano a mano che la temperatura della stanza si avvicina a quella desiderata, dirottando
l'acqua calda verso gli altri radiatori ancora
aperti. Impostando temperature differenziate
nelle varie stanze, si ottiene una corretta
gestione del comfort secondo le diverse necessità degli abitanti della casa.
5. L'impianto di riscaldamento autonomo è economico quando serve una villetta unifamiliare o piccoli edifici di 3–4 abitazioni.
Negli edifici maggiori è antieconomico perché:
titori di calore e valvole termostatiche;
IV la contabilizzazione individuale del calore,
gestita da una Società specializzata, che legge
i dati e ripartisce i costi sulla base dei consumi effettuati da ciascuna famiglia.
Attualmente è assai conveniente realizzare interventi di riqualificazione energetica degli edifici,
poiché il 65% dei costi sostenuti può essere
detratto dall'IRPEF.
Ricordiamo infine che è comunque consigliabile far effettuare da un professionista indipendente una Analisi Energetica Dettagliata dell'edificio, prima di decidere gli interventi da fare e di
affidare l'incarico all'impresa che dovrà eseguire
i lavori. P.I.
S
38
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
www.ilconsumatore.eu
ARRIVA L'INVERNO OCCHIO
AL RISCALDAMENTO!
Il 12 luglio del 2013 è entrato in vigore il DPR 74 che aggiorna e modifica i tempi e le modalità dei
controlli per l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento e di climatizzazione
a novità principale consiste nel nuovo
libretto di impianto che terrà conto di
tutti gli impianti di climatizzazione presenti nelle nostre abitazioni sia quelli per il
riscaldamento che quelli per la climatizzazione estiva. Il mantenimento in efficienza degli
impianti di riscaldamento e climatizzazione
delle abitazioni, in particolare della caldaia,
assicura nel corso degli anni costi di gestione
e bollette energetiche più bassi, minor consumo e inquinamento, regolarità di funzionamento e maggiore sicurezza per le nostre
case.
L
Per assicurare il miglior esercizio, la legge
obbliga i cittadini a far eseguire i controlli per
l'efficienza energetica sui loro impianti
secondo le scadenze temporali indicate nella
sottostante tabella (e comunque sulla base
delle disposizioni locali).
Per svolgere i controlli il cittadino deve rivolgersi a un tecnico abilitato che deve eseguirli
nel rispetto delle regole dell'arte e delle normative vigenti. Il controllo va esteso alla sicurezza della caldaia e dell'impianto a gas.
Al termine delle operazioni di controllo e dell’eventuale manutenzione, il tecnico ha l'ob-
bligo di redigere e sottoscrivere il rapporto di
controllo previsto dalla legge, di consegnarlo
al cittadino e di trasmetterne copia
all'Autorità competente (Comune o
Provincia) per lo svolgimento degli accertamenti. Il cittadino deve conservare il rapporto del manutentore insieme al libretto dell'impianto o della centrale.
Infine, anche se non è un obbligo di legge,
per una maggiore sicurezza, sarebbe opportuno far controllare l'efficienza delle caldaiette autonome a gas, ogni anno prima dell'accensione del riscaldamento invernale.
LE VALVOLE TERMOSTATICHE
Le valvole termostatiche consentono di governare
separatamente la temperatura in ogni stanza, regolando la
quantità d'acqua calda che arriva al termosifone: quando la
stanza raggiunge la temperatura desiderata, la valvola chiude
l'ingresso dell'acqua calda al termosifone, per dirottarla verso
gli altri corpi radianti
n questo modo, non solo è possibile ottenere la temperatura voluta stanza per
stanza (impostandola sulla graduazione
della valvola), ma si può sfruttare anche il
calore proveniente, per esempio, dalla
migliore esposizione al sole della stanza,
ovvero dalla presenza di altre fonti di calore
(fornelli di cucina, altre persone nel locale,
ecc.). Si ottiene così, oltre a un maggior
I
www.ilconsumatore.eu
comfort termico, anche un risparmio in
bolletta dell'ordine del 10%.
L'installazione delle valvole termostatiche è
possibile anche in un impianto di riscaldamento già esistente ed ha un costo abbastanza contenuto (circa 30 ¤ per ciascuna
valvola) nel caso in cui il radiatore sia già
predisposto per l'installazione. Tale importo
sale a 70 ¤ per valvola, qualora sia necessa-
rio sostituire completamente il corpo valvola.
L'installazione di valvole termostatiche,
abbinata alla sostituzione della caldaia tradizionale con una caldaia a condensazione,
è un intervento di riqualificazione energetica che rientra nei casi di applicabilità della
detrazione fiscale del 55%. P.I.
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
39
ANIA SU RCA: OCCORRE
TAGLIARE LE SPESE LEGALI
Risparmiare sulla Rca è da sempre una delle esigenze più care ai
consumatori: numerosissimi automobilisti ogni anno si ritrovano a
pagare esosi premi assicurativi per circolare con il proprio mezzo
privato
e assicurazioni in Italia, infatti, si attestano
su premi assai cospicui rispetto alla media
Ue con un'inevitabile ricaduta negativa sui
redditi medi degli italiani. Al fine di contenere i
costi, è bene sapere che, spesso, cambiare polizza affidandosi ad una nuova compagnia consente di ridurre notevolmente la spesa. Per individuare un prodotto vantaggioso si possono mettere le assicurazioni auto più convenienti a confronto (alla pagina http://assicurazioneauto.supermoney.eu/) avendo cura di selezionare le opzioni più in linea con le abitudini e le esigenze personali.
Recentemente l'Ania (http://www.ania.it/it/
index.html), l'Associazione delle Assicurazioni,
al fine di consentire ai consumatori di risparmiare ulteriormente sul costo Rca, ha invitato il
Governo a ridurre le spese legali legate alle assicurazioni. Il presidente dell'Ania Aldo Minucci
ha affermato che intervenire in tal senso costituirebbe un'ottima opportunità per ridurre il
L
prezzo delle polizze. Nel dettaglio la proposta
prevede che vengano ridimensionati i risarcimenti chiesti dagli avvocati in caso di riparazioni
e sinistri, monitorando le truffe nel campo dei
rimborsi. Tuttavia l'Aiga, Associazione italiana
giovani avvocati, ha interpretato le parole del
Presidente dell'Ania Minucci come una provocazione. Disincentivare il ricorso alla tutela legale,
infatti, potrebbe lasciare alle compagnie assicurative maggiore discrezionalità nella liquidazione del danno. Mentre si accende la diatriba tra
avvocati e assicuratori, per i consumatori diviene
sempre più complesso orientarsi nel mondo
delle polizze e, soprattutto, gestire sinistri e
danni ad essi connessi. Tra le tematiche più discusse figurano gli indennizzi per le lesioni pari o
maggiori di 10 punti di invalidità permanente. Il
vuoto legislativo in merito a tabelle di legge applicabili a livello nazionale per i risarcimenti da
macrolesioni, crea divergenze tra regione e
regione e costituisce, secondo l'Ania, dei vantag-
gi a favore dei danneggiati. Non sono dello stesso avviso l'Associazione italiana familiari delle
vittime della strada, AIFVS, e gli operatori di settore che lavorano a difesa dei danneggiati, che
ritengono che l'applicazione di una tabella unica
ridurrebbe o, potrebbe addirittura dimezzare, i
risarcimenti concessi agli automobilisti che
hanno subito danni. Sempre per abbattere le
tariffe Rca, l'Ania vuole indurre il Governo a rendere più difficile rivolgersi al proprio carrozziere
personale e assumere il controllo dei costi delle
riparazioni. Al contempo ha proposto di ridurre
il termine massimo per denunciare i sinistri,
che attualmente è di due anni. Un lasso di
tempo così vasto regalerebbe a truffatori un
margine troppo ampio per organizzare e mettere su frodi ai danni delle compagnie. In definitiva, per arrivare a ridurre il costo Rca, le
Assicurazioni hanno una lunga serie di proposte
che occorre valutare con cura al fine di ponderare costi e benefici per i consumatori.
IL REBUS DEL NOME SUL LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE
E I VEICOLI CON TARGA EXTRACOMUNITARIA
Molti automobilisti sono dubbiosi sullo strano caso dell'obbligo
di segnalare alla Motorizzazione chi guida un veicolo intestato a
terzi. In realtà la norma risale al 2010, ma è stata attuata solo
recentemente, grazie a due monumentali circolari utili (si fa per
dire…) a stabilire che dal 3 novembre 2014 si deve adempiere a
tale obbligo
di Monisat
e procedure sono relativamente semplici:
non sarà necessario il rinnovo della carta
di circolazione, con i costi conseguenti, ma
un semplice talloncino adesivo a integrazione
della carta stessa, con un costo di euro 25,00.
Le proteste di molti alla notizia che chi sarà
sorpreso alla guida di un veicolo non a lui intestato dovrà sostanzialmente giustificare la circostanza, fanno sorridere: per come sono
scritte quelle meravigliose circolari, dobbiamo
chiederci come sarà concretamente applicabile la normativa? Toccherà all'utente dimostrare di non essere l'utilizzatore abituale da oltre
trenta giorni di un veicolo che non gli appartiene? Dimostrazione indimostrabile: se una
pattuglia della stradale fermasse uno che si
trova al volante di una vettura non sua e l'a-
L
40
gente gli chiedesse se la sta guidando da più di
trenta giorni: quale pensate che sarebbe la
risposta? E sì che il senso del provvedimento
avrebbe dovuto essere una semplificazione
amministrativa, evitando di dover procedere a
un passaggio di proprietà, nei casi di variazioni
formali nella denominazione del proprietario
dell'auto: nel caso ad esempio di veicolo intestato a una Società che cambia ragione sociale;
veicolo affidato dal proprietario a fronte di un
comodato d'uso gratuito (ad esempio persona
che si trasferisce per un lungo periodo e affida
il veicolo a un conoscente non convivente per
usarlo durante la sua assenza), etc. E i veicoli
di famiglia? Questa è la domanda che esprime
la preoccupazione di tanti giovani che guidano
abitualmente la macchina acquistata dal papà
oppure mogli che guidano l'utilitaria acquistata dal marito. Ma in questi casi, nessuna
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
paura: se l'intestatario del veicolo è convivente
con il conducente nessun obbligo di aggiornamento della carta di circolazione. Solo se l'intestatario non è convivente, la trascrizione è
necessaria, poiché l'uso del veicolo è una
forma di comodato gratuito. Certo, il provvedimento risponde all'oggettiva necessità sociale
di sapere con certezza chi risponde degli eventi legati alla circolazione di un autoveicolo, ma
si poteva fare di più: ad esempio aprire la strada a un registro dei veicoli extracomunitari affidati a persone diverse del proprietario, stabilmente residenti in Italia, magari con l'obbligo
di immatricolazione in Italia, anche per evitare
discriminazioni rispetto ai veicoli italiani. Così,
peraltro, si sarebbe messa la parola fine alla
diffusa pratica, che ha raggiunto dimensioni
non più tollerabili, di veicoli targati in un Paese
dell'Europa dell'est, intestati a persone ivi residenti, ma permanentemente circolanti in Italia
con premi RCA irrisori e una sostanziale impunità rispetto alle regole della circolazione stradale. Ecco, se così fosse, saremmo disposti a
sorbirci un'altra ondata di burocrazia da parte
della Motorizzazione civile. Ma almeno sarebbe utile!
www.ilconsumatore.eu
Sono numerosissimi i consumatori che si affidano al proprio mezzo privato per circolare
dentro e fuori città, tuttavia
gran parte delle volte tra
pedaggi, parcheggi e spese per
la polizza Rca ed il bollo gli italiani sono costretti a sborsare
centinaia di euro l'anno per un
ammontare complessivo di
gran lunga superiore rispetto
alla media europea. Da anni
Governo ed associazioni dei
consumatori lavorano al fine di
rendere il mercato assicurativo
maggiormente competitivo ed
accessibile. Per limitare le
spese, coloro che si accingono
a stipulare una nuova polizza
possono porre le assicurazioni
auto più vantaggiose a confronto sul portale di comparazione Supermoney.eu alla pagina: http://assicurazioneauto.supermoney.eu/
CODICE
DELLE ASSICURAZIONI,
COSA PREVEDE IL TESTO DEL DDL
A
partire dal 2015 il mercato delle polizze
potrebbe subire importanti revisioni a
causa della riforma del Codice delle assicurazioni il cui ddl è stato recentemente
depositato alla Camera dei Deputati con
prima firmataria Sara Moretto, esponente del
Pd. Il ddl nasce dalle sollecitazioni dei carrozzieri di Cna, Confartigianato e Casartigiani
con il fine di tutelare gli interessi di categoria
ma anche degli automobilisti per mezzo della
sostanziale riduzione dei premi assicurativi.
Il primo punto del ddl sul Codice delle assicurazioni riguarda lo stop al rimborso diretto
del danno, ovvero gli automobilisti non
potranno più chiedere il risarcimento alla
propria compagnia che poi andrà a rivalersi
su quella del responsabile del sinistro. Tale
norma, introdotta dal decreto legislativo del
2005, entrato in vigore nel 2007, avrebbe
dovuto ridurre costi e tempistiche ma di fatto,
secondo uno studio dell'Antitrust del 2013
non ha avuto alcuna ricaduta positiva su
premi e costi di riparazione.
Inoltre sarà d'obbligo, per chi subisce un
danno, riparare l'auto danneggiata entro un
massimo di 60 giorni, chi trasgredirà da questo limite, subirà come sanzione una segnalazione al Ministero dei Trasporti che valuterà le eventuali penali del caso. Gli automobilisti saranno del tutto liberi di rivolgersi ad un
centro o un’officina a propria scelta senza
www.ilconsumatore.eu
che la compagnia fornisca indicazioni in
merito.
Secondo Cna, Confartigianato e Casartigiani,
infatti, le clausole imposte dalle compagnie
riguardanti le riparazioni presso officine convenzionate risultavano essere dannose ai fini
della concorrenza imponendo tariffe orarie,
costi del lavoro e dei materiali altamente
limitativi. Al contrario si legge nel testo del
decreto legge, lasciando piena scelta agli assicurati ci si auspica una "standardizzazione
dei costi delle riparazioni, che andrebbe a
vantaggio soprattutto dei cittadini che acquisirebbero il valore della trasparenza e, quin-
di, darebbe loro il potere di confrontare e scegliere le condizioni ritenute migliori".
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
41
ICQRF: A DIFESA DEI CONSUMATORI
E DEL MADE IN ITALY
L'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione
frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), è una struttura centrale dello Stato che opera per reprimere e prevenire i reati di
contraffazione e frodi alimentari lungo tutta la filiera di produzione. Ha anche il compito di vigilare sulle attività dei vari
organi di certificazione dei prodotti biologici e di quelli tipici. E'
presente su tutto il territorio nazionale e si avvale di sei laboratori per effettuare le analisi sui campioni di alimenti prelevati
durante le indagini. Nel 2013 ha effettuato oltre 36.000 controlli,
per un totale di circa 55.000 prodotti controllati. I prodotti risultati irregolari sono stati il 8,9 %
'ICQRF agisce prevalentemente su obiettivi definiti in precedenza, in base a
un'approfondita analisi del rischio, su
cui esiste qualche sospetto di attività non
conformi alle norme di legge. Anche se il
lavoro dell'ICQRF riguarda tutte le filiere di
L
colarmente sensibile alle frodi che danneggiano non soltanto i consumatori, ma anche
i produttori che si comportano correttamente. Le aumentate richieste di alimenti biologici e il loro maggiore prezzo rispetto agli alimenti convenzionali, hanno infatti "stimola-
produzione degli alimenti, particolare attenzione viene dedicata al settore vinicolo ed a
quello oleario. Infatti proprio i vini e gli oli di
oliva sono tra i più soggetti a contraffazioni e
frodi. Non sono infrequenti purtroppo i casi
di false denominazione di origine e tipicità
che comunque sono state scoperte e denunciate all'Autorità Giudiziaria.
Otre alla normale attività di sorveglianza
sulle produzioni nazionali, l'ICQRF dedica
una notevole quota del proprio potenziale di
controllo alla verifica della qualità dei prodotti alimentari che vengono importati nel
nostro Paese e che, purtroppo, sono in quantità crescente.
Il settore delle produzioni biologiche è parti-
to" il ricorso a tecniche di produzione non
conformi; un aspetto particolarmente rilevante è il continuo aumento delle importazioni di questi alimenti. La verifica della conformità dei prodotti di importazione è particolarmente complessa anche perché è difficile accertare se nei Paesi di origine sono state
correttamente seguite le norme previste nella
UE e nel nostro Paese.
Recentemente attraverso importanti e complessi controlli è stato possibile bloccare delle
partite di alimenti dichiarati come "biologici", ma provenienti da coltivazioni convenzionali e probabilmente frutto di triangolazioni
internazionali per celarne la reale origine. In
pratica queste partite provenienti da Paesi
42
N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015
terzi, venivano fatte entrare nella UE attraverso strutture portuali dove i controlli sono
eseguiti in modo più blando rispetto all'Italia
ed immediatamente etichettate come alimenti biologici "comunitari". Per accertare
gli illeciti è stato necessario anche attuare
complesse collaborazioni con organi di controllo di altri Paesi. Frequenti sono le lamentele provenienti da settori politici ed economici a causa degli abusi che vengono perpetrati in vari paesi del mondo con la denominazione di falso "Made in Italy" di vini, formaggi, paste, ecc. L'ICQRF, senza troppi clamori, si sta muovendo anche a livello internazionale eliminando dai mercati prodotti
che di "Made in Italy", hanno soltanto l'etichetta e spesso con nomi italiani distorti. Tra
le tante "scoperte" si cita come esempio un
aceto balsamico di Modena, chiaramente falsificato e commercializzato in Polonia.
L'ICQRF sta quindi svolgendo un'attività
molto preziosa per i consumatori, ma anche
con risvolti significativi nella tutela delle produzioni alimentari nazionali.
Un problema è rappresentato dalle risorse
umane, strumentali e finanziarie che non
sembrano essere sufficientemente adeguate.
D'altra parte non si può dire che il nostro
sistema di controlli pubblici, anche se fornisce ottime garanzie di qualità e sicurezza
degli alimenti, brilli per organizzazione.
Probabilmente se si riducessero le strutture
"competenti" per i controlli, e si potenziassero quelle maggiormente utili ed efficienti
come l'ICQRF per la qualità degli alimenti e
quelle che fanno capo al Servizio Sanitario
Nazionale (Servizi di prevenzione delle ASL),
probabilmente si risparmierebbero molte
risorse che potrebbero essere destinate
anche a migliorare le prestazioni dei
Laboratori dello stesso ICQRF e quelli degli
Istituti Zooprofilattici Sperimentali. A.M.
www.ilconsumatore.eu