EDITORIALE SARDEGNA ZONA FRANCA: DA TASSE O DA SCORIE? entre i residenti della Sardegna sperano che tutta l’Isola diventi Zona Franca, i nostri politici litigano come comari schernendo chi si batte per il movimento dimostrando un vero e proprio diritto dell’Isola, o proponendo delle zone limitate ai porti o, peggio, allargandola alle Regioni del sud della Penisola, come se fossero Isole! La conclusione sarà la solita, tornerà tutto nell’oblio, mentre l’Europa aspetterà che dalle cento berrette e cento teste, ne esca fuori una sola, ma buona! Non so se la Sardegna, aumentando la sua autonomia, anche politica nei confronti di Roma e di Bruxelles, sia poi in grado di avere politici in grado di liberarsi dal servilismo politico dal governo di Roma. Considerato quello che vediamo nei personaggi agli ordini dei partiti nazionali e le baruffe tra i vari galli dei partiti indipendentisti sempre in lotta tra loro, che si frantumano in tanti gruppuscoli come avviene nelle suddivisioni dei terreni, non essendoci il maso chiuso come in Alto Adige, riesce difficile essere ottimisti. Comunque, in questi continui battibecchi e colpi proibiti tra i contendenti, l’autonomia regionale diventa sempre più una semplice espressione letteraria. Ci sono movimenti spontanei di cittadini contrari alle ricerche petrolifere e di metano in quel paradiso di verde e di colture che è il territorio di Arborea, con la Regione esautorata dalla sua sovranità mentre da Roma prevedono ugualmente autorizzare d’imperio le ricerche del metano, che avviene sparando delle vere e proprie bombe d’acqua mista ad additivi per frantumare le rocce a tremila metri di profondità. Col rischio di causare frane profonde nel territorio meno tellurico d’Italia e del Mediterraneo, oltre che inquinare le falde acquifere, come avvenuto in altre parti del mondo ed in America, in Texas e nell’Ohio, dove si sono verificati terremoti mai accaduti nei secoli passati, e far uscire dai rubinetti acqua inquinata ed infiammabile! Altro regalo che farà il governo centrale alla Sardegna, sarà la scelta dell’Isola, come territorio non tellurico, sito ideale per le scorie nucleari. Siccome l’occupazione dei siti superficiali M www.ilconsumatore.eu per esercitazioni militari destinati a unità da sbarco, di battaglie tra carri armati, esercitazioni aeree con lancio di missili e una vera base missilistica, con tutti i relativi inquinamenti di residui di bossoli di varie armi, dalle pistole, dagli obici e da sperimentazioni missilistiche, era necessario completare l’opera di considerare l’Isola come una discarica completa, occupando gran parte del suo sottosuolo. Ma non tutto viene per nuocere, diamine! C’è un bel progetto di incremento delle coltivazioni agrarie. A Porto Torres, nel sito industriale dove tutti hanno mangiato a quattro ganasce, in cambio di posti di lavoro, sono rimasti decine ettari di terreno inquinato, un deserto di capannoni ed attrezzature arrugginite, una massa di disoccupati e di famiglie alla fame. Nel frattempo, in questo territorio di miseria e desolazione, lo Stato ha previsto lo stanziamento di un miliardo per il progetto Matrìca, per bonificare il sito e costruire un mega impianto per la produzione di energia verde dalla coltivazione del cardo selvatico! Una grande coltura tutta ecologica, che non richiederà molto impiego di mano d’opera e che ci regalerà lo spettacolo di campi fioriti dove, purtroppo, nemmeno le pecore potranno andare perché non è un’erba gradita. Proprietari di terreni incolti per mancanza di reddito, come chi estirpò le vigne o lasciò i terreni incolti, per sopravvivere qualche anno con l’elemosina europea prevista per il set aside, li coltiveranno con il redditizio cardo selvatico! Mentre l’Europa concedeva ai nostri agricoltori questi regali illusori pur di abbandonare a favore dei Paesi del nord la coltivazione della barbabietola da zucchero, la chiusura degli zuccherifici - di cui uno in Sardegna - l’abbattimento delle vacche da latte e la chiusura delle stalle, il governo centrale ha contribuito alla desertificazione agricola ed industriale anche nel sud dell’Isola, ora che cosa si prevede? La coltivazione di canne! Con l’illusione di redditi certi e di poco lavoro, vedremo estirpare i vigneti del Carignano e le distese di carciofaie, per riempire i campi di canne fruscianti ai venti? In tutto il mondo le coltivazioni agricole necessarie per sfamare la popolazione sempre crescente, si pensa alla produzione di biocarburanti ed alla coltivazione di specie non idonee a sfamare la gente. Assurdo, per non dire demenziale! Dobbiamo accettare supinamente che la Sardegna diventi ancora una volta terra di conquista per queste speculazioni dietro le quali si nascondono interessi e personaggi molto fumosi, come successo per il fotovoltaico? Non crea sospetti che anche il nostro governo attui iniziative a favorire questi disegni? Con l’Imu che gli agricoltori dovranno pagare, chi è sprovvisto di liquidità sarà costretto, come tanti piccoli proprietari della prima casa, a vendere a prezzi di realizzo le case ed i terreni, prima di farli sequestrare dalle banche. A prescindere che l’Imu sui terreni è una vera perversione legalizzata, anziché prevederla per i terreni non montani, non si potrebbero esentare i terreni coltivati? In tal modo anche i terreni montani potranno diventare produttivi, incrementando la coltivazione di foraggere sia per il pascolo brado che in stalla. [email protected] N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 3 SOMMARIO 3- EDITORIALE 6- LETTERE AL DIRETTORE 8- ALIMENTAZIONE E SALUTE: UNA DIETA EQUILIBRATA PUÒ MIGLIORARE LA VITA 9- QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE CAUSANO PIÙ FREQUENTEMENTE REAZIONI ALLERGICHE? 10- COTOLETTE DI POLLO E DI TACCHINO CON E SENZA CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE 12- BLITZ DEI NAS SUI FARMACI ILLEGALI AI BOVINI: UN PERICOLO PER LA SALUTE? 13- BASTA FRODI NEL PESCE FRESCO E STOP ALLO SCAMBIO DI SPECIE 14- SALE: SI', MA CON MODERAZIONE E MEGLIO SE IODATO 15- SALMONE: IL CONSUMO CREA PROBLEMI ALLA SALUTE? 16- ACIDO FOLICO IN GRAVIDANZA: N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 - ANNO XXVIII Fondato nel 1988 da Romano Satolli DIRETTORE RESPONSABILE E-mail: [email protected] EDITRICE: Trial Press sas Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari Per avere una VOCE FORTE non serve gridare scompostamente, ma avere capacità di risposta, dialogo, iniziativa www.ilconsumatore.eu 32- COPERTURA 4G, QUESTA SCONOSCIUTA 34- FURTI DI IDENTITÀ: VIA LIBERA AL SISTEMA DI PREVENZIONE 35- PRIVACY: NUOVE REGOLE PER IMPRONTE DIGITALI E FIRMA GRAFOMETRICA 36- SCUOLA: RIPETIZIONI, COME RISPARMIARE? 37- DIECI REGOLE PER L'E-COMMERCE 37- TRIPADVISOR: SANZIONE ESEMPLARE 38- COME RISPARMIARE SUL RISCALDAMENTO 39- ARRIVA L'INVERNO OCCHIO AL RISCALDAMENTO! 40- ANIA SU RCA: OCCORRE TAGLIARE LE SPESE LEGALI 41- CODICE DELLE ASSICURAZIONI, COSA PREVEDE IL TESTO DEL DDL 42- ICQRF: A DIFESA DEI CONSUMATORI E DEL MADE IN ITALY PROTEGGI IL TUO BAMBINO 18- AETHINA TUMIDA: UNA NUOVA MINACCIA PER LE NOSTRE API 19- FEDERANZIANI A MINISTRO SALUTE: CONSENSO INFORMATO SIA UNICO IN TUTTO IL PAESE 21- CONFEZIONI: PIÙ SONO PICCOLE, PIÙ SPENDI? 22- I CONSIGLI DELL'UNC PER I SALDI 23- DATI ISTAT DA TERZO MONDO, IL GOVERNO FACCIA LA RIFORMA DEL FISCO 24- IL CODICE DELLA PRIVACY HA COMPIUTO DIECI ANNI 27- LA BIBLIOTECA DEL CONSUMATORE 28- ECONOMIA: IL 60% DEGLI ITALIANI TEME LA POVERTÀ 29- DIRITTO & ROVESCIO 30- LA BOLLETTA DELL'ACQUA, GLI AUMENTI E LE SOLUZIONI REDAZIONE E DIREZIONE Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari Tel. 070/485040 - Fax 480406 www.ilconsumatore.eu E-mail: [email protected] COPYRIGHT REDAZIONALE Nessun articolo firmato può essere riprodotto, memorizzato o trasmesso in nessun modo e forma senza il permesso dell’Editore. Testi ed immagini, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Si declina ogni responsabilità nel merito delle opinioni espresse dagli autori degli articoli e delle lettere. REG. TRIB. DI CAGLIARI n° 6/02 del 2/10/87 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) n° 1012 IN COPERTINA: SARDEGNA, PERLA DEL MEDITERRANEO Chia, le Spiagge foto di Stefano Soddu (Vincenzo Dona fondatore dell’Unione Nazionale Consumatori) PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE E FOTO INTERNE Il Graffio di Stefano Soddu [email protected] • 368.7473553 STAMPA TiEmme Officine Grafiche srl Loc. Truncu is Follas - tel. 070/948128 - Assemini ABBONAMENTI euro 10,00 Versamento: CCP n° 13722095 intestato a: Trial Press sas Via Giudice Guglielmo, 17 - 09131 Cagliari I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo ASSOCIATO Unione Stampa Periodica Italiana N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 5 LETTERE AL DIRETTORE PSICOFARMACI NELLE PARAFARMACIE Mi chiedo perché i consumatori che hanno bisogno di prendere ansiolitici e comunque psicofarmaci, che obbligatoriamente devono avere la ricetta bianca del medico e interamente a carico dei cittadini perché rientranti nella fascia C, debbano essere venduti solo nelle farmacie e non anche nelle parafarmacie. La scusa che è necessario un confronto tra il paziente ed il farmacista non regge, perché anche le parafarmacie sono gestite da farmacisti che hanno la stessa laurea e sono iscritti allo stesso ordine dei farmacisti di farmacie. Comunque, anche nella grande distribuzione deve comunque esserci la presenza di un farmacista. Allora? Perché nessuna associazione di consumatori si attiva in tal senso? gatoriamente di ricetta medica, che differenza c’è se i medicinali siano consegnati da un farmacista di una parafarmacia? Evidentemente la casta delle farmacie, che per tanti anni ha goduto di una sorta di monopolio, è abbastanza forte da mettere i bastoni fra le ruote ad un provvedimento di liberalizzazione che sicuramente porterà alla perdita di una rendita di posizione che, solo nel 2013, ha visto una spesa globale complessiva nel Paese di 3 miliardi di euro. Cosi come avvenuto per tanti medicinali, anche gli psicofarmaci potranno acquistarsi a prezzi più bassi. Filippo-Cagliari (per mail) Sono perfettamente d’accordo con lei. Mi risulta che il sindacato delle parafarmacie si stia attivando da tempo per questa liberalizzazione, che senza dubbio favorirà i consumatori –sempre in aumento, purtroppo- di questi farmaci, che debbono spendere fior di quattrini all’anno e senza nessun rimborso. Infatti se gli psicofarmaci necessitano obbli- BENE LA TUTELA DEI VINI SARDI Complimenti all’Unione Nazionale Consumatori ed a Romano Satolli per aver denunciato una ditta imbottigliatrice del veneto che imbottigliava Vermentino di Sardegna non originale. La sua rivista è non solo bella e di piacevole lettura, anche per i contenuti, ma è anche l’unico periodico che pubblicizza le cantine sarde ed i loro ottimi vini. Continuate cosi e..Forza Paris! denti) il quale però, sulle bottiglie, aveva Stefano-Olbia Per mail messo delle etichette che non erano conformi alle norme comunitarie e nazionali. Grazie dei complimenti, fanno sempre pia- Chiedemmo dei controlli ministeriali per cere. Però se si riferisce all’articolo pubbli- accertare che tutte le etichette fossero sosticato sull’Unione Sarda del 14 gennaio, tuite e accertare la qualità dei due vini. come al solito molti titolisti cercano di col- Infatti le cantine che li hanno prodotti e pire, sia in bene che in male, l’attenzione venduti, li fece certificare analiticamente e dei lettori, anche se i contenuti sono diver- degustare da un’apposita commissione che si. Ad onore della verità, quelle bottiglie ne decretò la corrispondenza alle caratteri(non solo del Vermentino, ma anche del stiche tradizionali previste nei rispettivi Cannonau) riempite in veneto, non pos- disciplinari. Vogliamo che i consumatori siamo dire che contenevano vini non degustino effettivamente gli stessi vini che sardi, perché tutti i vini a DOC sono segui- era stati certificati e spediti e che, furbescati dagli enti di certificazione delegati dal mente, essi non abbiano subito il miracolo Mipaaf , a partire dalla vigna fino alla bot- di Cana, che ne moltiplicò il quantitativo tiglia. Dalla Sardegna sono stati spediti iniziale. Il tutto a tutela dei consumatori sfusi all’imbottigliatore (autorizzato per ma, anche, dei produttori sardi delle due averli già imbottigliati negli anni prece- nostre specialità. 6 N° 245 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 PETROLIO SCENDE E BENZINA NO I petrolieri ci stanno portando in giro. Ogni volta che il prezzo del barile sale, essi aumentano immediatamente il prezzo dei carburanti. In questo periodo, in cui il prezzo del barile è sceso di molto, la benzina ed il gasolio sono scesi di meno e solo dopo diversi giorni. Poi, appena il prezzo sale, anche di poco, quello alla pompa sale in un baleno. E’ quello che capita in questo periodo. Simone-Selargius E’ sempre la solita manfrina, che i consumatori non riescono ad accettare. L’UNC ha protestato, ha fatto comunicati stampa, ma ormai sono fenomeni talmente ripetitivi che sia i responsabili di questi aumenti veloci e di sconti lumaca, se ne fregano e anche gli utenti sono talmente delusi che nemmeno hanno più la forza per protestare. C’è chi dice di non fare il pieno per un giorno intero, ma gli fa un baffo a chi è abituato a guadagnare miliardi; gli unici a rimetterci sono i benzinai, che devono rinunciare alle loro magre percentuali. Ogni tanto esce la solita storiella di boicottare certe marche di benzine, per costringerle ad abbassare il prezzo del 50%, ma è una cretinata, perché la percentuale del costo del carburante, sul prezzo finale, è meno della metà; il resto sono accise, tasse varie ed Iva. Quindi, anche ammesso e non concesso che il boicottaggio riesca, al massimo il prezzo scenderebbe molto meno della metà. Lo scandalo vero, che purtroppo noi italiani sopportiamo, è che il prezzo dei carburanti alla pompa sono i più alti d’Europa, anche in quei Paesi che sono più ricchi di noi. Per non parlare dei sardi, che nonostante abbiamo la raffineria più grande d’Europa, paghiamo più caro anche il GPL per cucinare. www.ilconsumatore.eu Nel corso dell'ultimo secolo, l'alimentazione degli italiani è decisamente cambiata. Dal secondo dopoguerra, in particolare, si è visto un aumento complessivo dei consumi di cibi come formaggi, pesce fresco e carne. Negli anni questo fenomeno ha portato sia un miglioramento delle condizioni di salute dipendenti da un'inadeguata disponibilità alimentare (malnutrizione, anemie, rachitismo, alta mortalità infantile), sia alla trasformazione di alcuni parametri antropologici e demografici di Agostino Macrì ue esempi sulle migliorate condizioni fisiche e di vita della popolazione del Belpaese, sono l'aumento della statura media, cresciuta negli uomini alla visita di leva di ben 7,2 cm in soli 50 anni, dal 1948 al '98, e soprattutto l'aumento della speranza di vita, tanto da portare l'Italia ad essere fra i paesi più "longevi" del mondo. Questi fenomeni dipendono da diversi fattori quali le migliorate condizioni igieniche, le campagne di vaccinazione, la disponibilità di farmaci molto efficaci e soprattutto la migliore alimentazione. Un dato molto importante è il notevole incremento del consumo di alimenti di origine animale e in particolare la carne, che da un alimento ricercato è divenuto di ampia disponibilità per tutti. Il rovescio della medaglia è rappresentato dall'aumento dei casi di sovrappeso e di alcune patologie croniche, come il diabete, l'ipertensione e l'obesità. Una vera e propria epidemia di "diabesità", come è stata definita, dovuta senza dubbio a un'alimentazione sempre più "densa" dal punto di vista calorico e sempre più caratterizzata da uno stile di vita sedentario. La cosa interessante, è che il maggiore aumento dell'incidenza di questo tipo di malattie si è avuto negli ultimi due decenni, periodo in cui il consumo di carne, in Italia come in altri paesi del mondo industrializza- D 8 ALIMENTAZIONE E SALUTE: UNA DIETA EQUILIBRATA PUÒ MIGLIORARE LA VITA to, sono calati in modo significativo. L'assunzione quotidiana di carne, in Italia, è infatti passata dagli oltre 153 g a testa del 1984 ai circa 110 del 2006, mentre le tre malattie sopra elencate sono aumentate costantemente dal 1990 al 2011. Probabilmente questo è dovuto al fatto che l'assunzione di carboidrati e di grassi è rimasta inalterata se non aumentata, mentre, al contrario, è aumentata la "sedentarietà". Non si può escludere che in molti casi si è pensato di alimentarsi secondo i dettami della "dieta mediterranea", che sostanzialmente prevede un'alimentazione molto variata, ma abbondante. Probabilmente ci si è dimenticati che questo tipo di dieta è molto valido se associato ad una vita lavorativa molto pesan- N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 te, quale quella dei contadini. Cosa significa, questo? Che mangiare carne, entro certi limiti, non fa affatto male. E che per stare bene bisogna avere una dieta varia ed equilibrata, sempre associata ad un certo livello di attività fisica. Quindi, è meglio far giocare all'aperto i propri bambini anziché lasciarli davanti a un videogioco. La loro alimentazione dovrebbe essere molto variata e andrebbero abituati a ridurre il consumo di prodotti da forno ipercalorici a vantaggio della frutta e verdura e, perché no, anche al consumo regolare di carne e di altri alimenti di origine animale lungo tutta la settimana. Fonte: "Cibo e salute" da La Stampa del 7.11.2014 www.ilconsumatore.eu L’Efsa ha aggiornato il proprio parere scientifico sugli allergeni alimentari ed esaminato le sostanze la cui presenza deve essere indicata in etichetta, secondo quanto prevede l’Unione europea QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE CAUSANO PIÙ FREQUENTEMENTE REAZIONI ALLERGICHE? l 75% delle reazioni allergiche fra i bambini sono causate da uova, arachidi, latte vaccino, pesce e noci, mentre circa la metà delle reazioni allergiche fra gli adulti si verificano a contatto con alcuni tipi di frutta e con verdure quali sedano, carote, erbe aromatiche, nonché con noci e arachidi. Quali sono quindi i prodotti alimentari, o gli ingredienti, che devono essere segnaliati? Per esempio i cereali contenenti glutine, latte, uova, noci, arachidi, soia, pesce, crostacei, molluschi, sedano, lupino, sesamo, senape e solfiti. Il parere, redatto dal gruppo di esperti Efsa sui prodotti dietetici, la nutrizione e le allergie (gruppo NDA), fa notare che la prevalenza delle allergie alimentari è difficile da stabilire, a causa della scarsità di studi disponibili in alcune aree geografiche e dell’uso di diverse metodologie per raccogliere i dati sulla prevalenza. Tuttavia la prevalenza di allergie alimentari in tutta Europa è stata stimata in circa l’1% della popolazione sia negli adulti che nei bambini. Il parere si basa dunque sull’analisi dei dati sulle allergie alimentari pubblicati in Europa. Circa il 50% delle reazioni allergiche tra gli I www.ilconsumatore.eu adulti si verificano venendo a contatto con frutti che scatenano reazioni crociate al lattice, con la famiglia delle Rosacee (che comprende mele, pere, ciliegie, lamponi, fragole e mandorle), con le verdure della famiglia delle Apiaceae (che include il sedano, le carote e le erbe aromatiche), con varie noci e con le arachidi. Il gruppo di esperti scientifici NDA ha osservato come l’opportunità di determinare soglie per taluni alimenti allergizzanti abbia attirato molta attenzione da parte degli organismi di regolamentazione, delle associazioni dei consumatori e dell’industria. L’Efsa sottolinea che la determinazione del livello di rischio considerato accettabile rappresenta una decisione che non le compete perché riguarda la gestione del rischio, però raccomanda che le indagini sul consumo di alimenti siano mirate a raccogliere dati sui modelli di consumo alimentare in soggetti allergici e a esaminare in che modo tali dati siano da metter in relazione con la popolazione generica che non presenta allergie alimentari. Il parere è inoltre riferito ad allergie alimentari immuno-mediate, a celiachia e a reazioni avverse ai solfiti negli alimenti e non alle intolleranze alimentari. C. S. tratto da: Teatronaturale.it N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 9 ETICHETTE & PRODOTTI COTOLETTE DI POLLO E DI TACCHINO CON E SENZA CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE ECCO LA LISTA DEI PRODOTTI IN VENDITA AL SUPERMERCATO di Valeria Torazzo a carne separata meccanicamente (CSM) non si trova solo nei würstel (vedi articolo) ma anche nei piatti pronti da friggere in padella come le cotolette impanate di pollo e di tacchino di aziende famose: Aia, Amadori e Fileni. Il gruppo di piatti pronti impanati comprende un vasto assortimento che spazia dalla cotoletta, al cordon bleu da alcuni arrotolati alle preparazioni gastronomiche più sofisticate con pomodoro e mozzarella. Nella visita al supermercato abbiamo notato che la carne separata meccanicamente è presente L 10 in diversi prodotti del banco frigo, mentre non viene utilizzata in alcune preparazioni non fritte come le polpette di Aia e Amadori e nei surgelati. Nella lista degli alimenti preparati on vera carne di pollo e tacchino senza la polpa rosa ottenuta dalla spremitura delle carcasse, troviamo la Cotoletta Raffinata e i medaglioni di prosciutto di tacchino Jambleu di Amadori. Per capire chi impiega carne separata meccanicamente e quanta se ne usa basta leggere le etichette in cui deve essere obbligatoriamente indicata la percentuale. In questo modo si N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 scopre che le cotolette o i bocconcini panati di tacchino refrigerati Patapollo Fileni contengono il 4% mentre le Spinacine Aia arrivano al 31% (16% tacchino, 15% pollo). La tabella contiene alcuni dei prodotti presenti sul mercato. Per completare la lista e valorizzare i marchi che fanno scelte di qualità, invitiamo i lettori a segnalare in redazione i prodotti con e senza carne separata meccanicamente (CSM), allegando una foto e l’elenco degli ingredienti. Questo è il primo elenco. www.ilconsumatore.eu PRODOTTI PANATI PRECOTTI FRESCHI REFRIGERATI Aia: Cordon Bleu classico (a base di carne di tacchino e pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI TACCHINO 15% PRODOTTI PANATI PRECOTTI SURGELATI Aia: Pollo Party, croccanti filetti di pollo panati (carni ricomposte).NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Aia: Pizzy Snack Margherita, pomodoro e mozzarella (a base di carne di tacchino e pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI TACCHINO 17% Aia: Cotolette di filetti di pollo. NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Aia: Polpettine classiche (pollo, carote e spinaci).NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Aia: Cordon Bleu Classico.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Aia: Spinacine Classica (con pollo e spinaci).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE TACCHINO16%, E POLLO 15% Amadori: I Fidatissimi Cordon Bleu (a base di carne di tacchino e pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI POLLO 9% Amadori: I Fidatissimi Cotoletta Raffinata (con filetti di pollo).NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Amadori: I Fidatissimi Jambleu delicato prosciutto cotto di tacchino e mozzarella impanato.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Amadori: I Fidatissimi Ortaiola con spinaci (a base di carne di tacchino con spinaci).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI POLLO16% Aia: Nagghy, Bocconcini di Filetto di Pollo.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Findus: Delizie di Pollo, Cordon Bleu. Ingredienti: petti di pollo 48%, farina di FRUMENTO, acqua, FORMAGGIO Edam 9,7% (ingredienti: LATTE, sale, fermenti lattici, caglio), olio vegetale, prosciutto cotto di tacchino 7,7% (ingredienti: carne di tacchino, acqua, sale, sciroppo di glucosio, pepe, aromi, conservanti: nitrito di sodio), fibra di GRANO, lievito naturale, paprica, curcuma, sale.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Findus: Delizie di Pollo, Nuggets. Ingredienti: petti di pollo 50,5%, farina di FRUMENTO, acqua, olio vegetale, farina di mais, sale, lievito, paprica, curcuma, amido di FRUMENTO, amido di mais, farina di riso, vegetali in polvere (ingredienti: cipolla, aglio, carote, scalogno, porro, pomodoro), destrosio. Può contenere tracce di UOVA.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Amadori: I grandi classici, Polpettine di tacchino.NON CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE Fileni Patapollo (con filetto di pollo).CONTIENE CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE DI POLLO 4% tratto da: www.ilfattoalimentare.it www.ilconsumatore.eu N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 11 I Carabinieri dei Nas di Cremona hanno scoperto un traffico clandestino di farmaci veterinari utilizzati in modo illegale negli allevamenti bovini ed in particolare in quelli delle vacche da latte. Purtroppo, nonostante la severità delle leggi che consentono soltanto l'impiego di specialità medicinali veterinarie registrate dalle Autorità Sanitarie e sotto il controllo medico veterinario, ogni tanto si scoprono delle illegalità che possono creare problemi alla salute pubblica BLITZ DEI NAS SUI FARMACI ILLEGALI AI BOVINI: UN PERICOLO PER LA SALUTE? all'ultima indagine dei Nas sembrerebbe che tra i vari prodotti ritrovati risulta che ci sono anche delle specialità medicinali iniettabili contenenti somatotropina bovina. La somatotropina è un ormone prodotto dalla ghiandola endocrina ipofisi che si trova alla base del cranio. È anche noto come ormone della crescita (GH dal termine inglese Growth Hormone) in quanto ha la funzione di stimolare i processi fisiologici che sono alla base dello sviluppo del corpo. È presente anche nell'organismo umano, dove una sua limitata produzione può essere causa di un rallentamento della crescita che nei casi più gravi porta al nanismo. L'unico metodo per risolvere la malattia è quello di inoculare l'ormone. L'ormone però è specie-specifico e quindi l'uomo può essere curato soltanto con il GH umano. In passato l'unica possibilità per ottenerlo era di estrarlo dalle ipofisi dei cadaveri. Ovviamente si trattava di farmaci estremamente costosi e anche poco sicuri. Grazie alle biotecnologie è stato possibile ottenere dei batteri geneticamente modificati (OGM) in grado di produrre l'ormone della crescita perfettamente identico a quello "fisiologico" e quindi è stato possibile ottenere dei farmaci molto sicuri ed efficaci che hanno trovato importanti applicazioni in medicina umana. Le proprietà del GH di favorire la crescita degli animali hanno stimolato la ricerca scientifica nel settore zootecnico e quindi sono stati prodotti, sempre tramite biotecnologie, degli GH specifici per le diverse specie ed in particolare quelle bovina e suina. Gli studi effettuati mediante la somministrazione sugli animali hanno dimostrato che i vantaggi sull'accrescimento corporeo non erano tali da coprire i costi del farmaco. Si è invece scoperto D 12 che la somministrazione di ormone somatotropo bovino alle vacche, consente un notevole incremento della produzione di latte. Sulla base di questa osservazione sono state allestite delle specialità medicinali e le ditte farmaceutiche interessate hanno chiesto l'autorizzazione a commercializzarle per un impiego negli allevamenti. In pratica somministrando il GH bovino, non si fa altro che aumentare la concentrazione di quello naturale già in circolo e quindi si ritiene che non ci siano problemi di residui e che la qualità igienico-sanitaria del latte non viene modificata. Il trattamento con GH provoca l'aumento di un ormone che stimola la produzione di insulina (IGF1) e che potrebbe incrementare il livello già presente nel latte. Il pericolo di tale aumento sembra comunque essere trascurabile. Sulla base di queste considerazioni alcuni Paesi, compresi gli USA, hanno concesso l'autorizzazione all'impiego delle specialità medicinali contenenti GH nelle vacche da latte. La richiesta di autorizzazione è stata fatta anche all'UE che però ha considerato non accettabile l'impiego dell'ormone. Le motivazioni di questo diniego sono da imputare principalmente al fatto che il benessere e la salute degli animali possono essere menomati. In particolare l'eccessivo sfruttamento può favorire l'insorgenza di mastiti che devono essere poi curate con antibiotici. Il latte proveniente da vacche ammalate di mastite e curate con antibiotici non può essere impiegato per uso alimentare umano diretto né tantomeno impiegato nei caseifici ed i controlli, per impedire che ciò avvenga, sono molto rigorosi. Tuttavia esiste il pericolo di un uso eccessivo di antibiotici che potrebbe favorire fenomeni di antibiotico resistenza che sono invece non facilmente controllabili. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 I vantaggi "zootecnici" che derivano dai trattamenti con il GH sono importanti ed hanno tentato alcuni allevatori italiani a farne ricorso, acquistando il farmaco in quei Paesi in cui l'impiego è consentito. Purtroppo il latte degli animali trattati illegalmente non presenta differenze facilmente riscontrabili rispetto a quello degli animali non trattati. L'unico modo per scoprire i trattamenti illegali è quello di riuscire a ritrovare i farmaci al momento del trattamento o, più semplicemente, trovare nelle stalle o in circolazione le specialità medicinali contenenti l'ormone della crescita. I Nas hanno scoperto proprio i traffici illegali e sono intervenuti sia sequestrando i farmaci, sia sequestrando il latte prodotto dalle vacche trattate. Anche se si potrebbe obiettare che il latte ed i prodotti caseari ottenuti da animali trattati con GH prodotti in altri Paesi possono essere liberamente consumati, le misure adottate in Italia, sono conformi alle disposizioni di legge che prescrivono i sequestri di alimenti provenienti da animali trattati illegalmente, indipendentemente dal fatto che siano sicuri o meno e si ispirano al principio di precauzione. Come consumatori, ci si deve compiacere dell'attività svolta dai Nas nella speranza che siano intervenuti tempestivamente. L'amara consolazione è che, anche se fosse stato messo in commercio latte ottenuto da vacche trattate illegalmente, i pericoli per i consumatori sono scarsamente significativi e comunque tali da non richiedere particolari precauzioni. Purtroppo però quanto avvenuto non contribuisce all'immagine del latte "Made in Italy" e dimostra come pochi disonesti possono compromettere l'ottimo lavoro condotto dalla quasi totalità degli allevatori italiani. A.M. www.ilconsumatore.eu BASTA FRODI NEL PESCE FRESCO E STOP ALLO SCAMBIO DI SPECIE COME DISTINGUERE PESCI E MOLLUSCHI NEL MANUALE FOTOGRAFICO DELL’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DEL PIEMONTE di Roberto La Pira Ok! Il pesce è giusto” è il manuale realizzato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per spiegare le nuove etichette in vigore dal 13 dicembre 2014 e riconoscere le frodi che spesso e volentieri vengono perpetrate ai danni dei consumatori. Secondo l’Istituto il 72% degli illeciti nel settore ittico sono da ricerca nelle etichette scorrette e nella man- “ i pesci più commercializzati e come individuare le frodi furberie. Il più delle volte si tratta di frodi commerciali, che danneggiano economicamente il consumatore, tranne quando si rileva la presenza di Anisakis, oppure si vende pesce non fresco ricco di batteri o con un’eccessiva quantità di istamina (come avviene nel tonno non fresco). Il primo passo per un acquisto consapevole è decodificare l’etichetta che deve indicare: - La denominazione commerciale della specie e il nome scientifico (per esempio orata:Sparus aurata) (*) - Il metodo di cattura: pescato in mare, pescato in acque dolci, oppure allevato - La zona di cattura: mare Mediterraneo, oceano Pacifico… indicata in modo comprensibile. Per il pesce pescato o allevato in acque dolci va riportato lo stato di provenienza - Se il pesce è congelato o decongelato va indicato in modo chiaro - La norma prevede l’indicazione obbligatoria degli additivi (per esempio la quasi totalità dei gamberi e dei crostacei viene trattata con solfiti per evitare l’annerimento della testa che non piace ai consumatori) - Il metodo di cattura tratto da: www.ilfattoalimentare.it canza di tracciabilità. Nel primo caso si vende come l’allevato come pescato, mentre spesso si rileva un cambio di specie presentando un palamita al posto del tonno, un filetto di brosme per il più pregiato filetto di merluzzo e così via. Anche la vendita di pesce decongelato come pesce fresco oppure di pescato da consumarsi crudo non sottoposto a preventivo congelamento (per il rischio parassita Anisakis) è abbastanza diffuso. Il manuale, redatto dagli esperti dei laboratori di Genetica e di Istopatologia dell’Istituto, spiega con delle belle foto come riconoscere www.ilconsumatore.eu N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 13 SALE: SI', MA CON MODERAZIONE E MEGLIO SE IODATO Assumere eccessive quantità di sale è dannoso alla salute e può provocare conseguenze anche rilevanti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne raccomanda un consumo moderato ed entro i limiti consigliati (non più di cinque grammi al giorno per persona), prediligendo l'uso del sale iodato in sostituzione del comune sale da cucina di Agostino Macrì 'insufficiente assunzione di iodio con l'alimentazione, infatti, è responsabile di patologie tiroidee come il gozzo e altre disfunzioni che colpiscono, anche se in modo non grave, circa sei milioni di italiani (più del 10% della popolazione). L LA CARTA D'IDENTITÀ DEL SALE IODATO • Che cos'è: il sale iodato o "sale arricchito di iodio" è il comune sale da cucina cui sono stati addizionati i sali di iodio. • Aspetto e sapore: il sale iodato è bianco ed ha lo stesso aspetto del "sale alimentare comune". La presenza dei sali di iodio non altera il suo sapore, odore e aspetto, né tantomeno modifica il gusto degli alimenti a cui viene aggiunto. • Conservazione: solitamente il sale iodato viene conservato in un luogo fresco ed asciutto, al riparo dalla luce e dall'umidità al fine di impedire indesiderate perdite di iodio. • Chi può usarlo: tutti possono consumare il sale iodato, naturale complemento della dieta. È bene precisare che il quantitativo di iodio che si assume col sale è compatibile con tutti i regimi alimentari. 14 • Dosi consigliate: il sale iodato va impiegato nelle stesse quantità del normale sale da cucina (non superare i cinque grammi al giorno). Si deve comunque tenere presente che un abuso del consumo di sale è rischioso per la salute e incrementa il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari come l'ipertensione arteriosa. • Dove acquistarlo: secondo la normativa vigente, il sale iodato deve essere disponibile sia nelle versioni "fino" sia "grosso" sugli scaffali di tutti i punti vendita (supermercati, negozi di generi alimentari, tabaccherie, ecc.). • Come identificarlo: le confezioni riportano in etichetta la dicitura "iodato" oppure "iodurato". A COSA SERVE LO IODIO? Lo iodio, micronutriente essenziale, è presente nel nostro organismo in minime quantità (15-20 mg), si trova quasi totalmente nella tiroide ed è un componente strutturale degli ormoni da essa prodotti. Questi ormoni hanno un ruolo rilevante nel regolare la produzione di energia dell'organismo, favoriscono la crescita e lo sviluppo di organi e apparati, stimolano il metabolismo basale, regolano quello di zuccheri, proteine e grassi nonché favoriscono la deposizione di calcio nella matrice ossea. DOSI GIORNALIERE E FONTI N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 ALIMENTARI Per un adolescente o un adulto, la quantità giornaliera di iodio è di 150 microgrammi, mentre è maggiore per le donne in gravidanza (175 microgrammi) e ancor di più durante l'allattamento (200 microgrammi). Gli alimenti rappresentano la fonte primaria per l'assunzione del minerale, anche se in questi la quantità è molto variabile: i più ricchi di iodio sono i pesci marini e i crostacei, poi carne, uova e latte ed infine frutta e vegetali. Nonostante ciò, la quantità assunta attraverso la dieta, non è sempre sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero. Pertanto per aumentarne l'introito, nel rispetto di un'alimentazione varia ed equilibrata, il modo più semplice ed efficace è quello di consumare sale iodato al posto di quello comune: un grammo di sale arricchito di iodio fornisce trenta microgrammi di iodio in più (circa 1/5 della quantità giornaliera), corrispondente ai cinque grammi di sale raccomandato al giorno. CARENZA E DANNI ALLA SALUTE La carenza di ormoni tiroidei porta alla comparsa di alcuni disturbi, la cui gravità è in funzione sia dell'entità del deficit di iodio sia della fase della vita in cui si manifesta. La patologia più conosciuta e più frequente è il cosiddetto "gozzo" che consiste in un aumento del volume della tiroide mentre le conseguenze più gravi riguardano danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico, per www.ilconsumatore.eu il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali. In particolare, è fondamentale che le fasce più sensibili di consumatori (bambini al di sotto dei tre anni, donne in gravidanza e in allattamento) assumano le quantità necessarie di iodio. Un'elevata carenza di questo minerale durante la vita fetale e neo natale causa danni irreversibili al sistema nervoso centrale e al cervello, con conseguente ritardo mentale persistente. CONSUMO ECCESSIVO In tutti i soggetti normali, e quindi nella gran parte degli individui, dosi di iodio anche superiori a quelle assunte con il consumo di sale iodato, non rappresentano rischi per la salute poiché la tiroide ha un meccanismo naturale di adattamento. LA LEGGE LO DIFENDE Nel mondo, oltre due miliardi di persone sono affette da iodocarenza: per questo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato l'impiego di sale iodato nella preparazione dei cibi, al fine di scongiurare i disturbi da carenza alimentare di iodio. In Italia, la Legge n. 55 del 21 marzo 2005 “Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica” definisce, ai fini della iodioprofilassi, le modalità di utilizzo e di vendita del sale alimentare arricchito con iodio, destinato al consumo diretto oppure impiegato come ingrediente nella preparazione e nella conservazione dei prodotti alimentari. • Tutti i punti vendita devono assicurare la contestuale disponibilità sia di sale arricchito con iodio sia di sale alimentare comune; quest'ultimo viene fornito solo su specifica richiesta del consumatore. • Nella ristorazione pubblica (bar, ristoranti, mense, comunità) deve essere messo a disposizione dei consumatori il sale arricchito con iodio. • Anche se non sempre viene applicato, nei punti vendita e in particolare negli espositori di sale alimentare, deve essere presente una locandina diretta ad informare la popolazione su principi ed effetti della iodioprofilassi. COSTI E BENEFICI Per prevenire l'insorgenza di malattie tiroidee come il sempre più diffuso gozzo, è raccomandabile consumare sale iodato e, anche se il costo è di poco maggiore, i benefici sulla salute umana, non hanno prezzo. Oltre ciò è anche una questione di informazione trasparente, che non sempre viene fornita in modo puntuale e completo ai consumatori. www.ilconsumatore.eu SALMONE: IL CONSUMO CREA PROBLEMI ALLA SALUTE? Il pesce e i prodotti ittici, incluso il salmone, rappresentano una preziosa fonte naturale di proteine, minerali e vitamine. Inoltre il grasso è ricco di acidi grassi polinsaturi omega-3 (PUFA), le cui proprietà benefiche sono ampiamente riconosciute. Sul mercato si trovano sia pesci "selvatici" sia pesci di allevamento: i primi risentono delle condizioni ambientali in cui vivono, mentre i secondi sono tenuti in ambienti costantemente monitorati e vengono alimentati con mangimi altrettanto controllati. Alcuni mari, particolarmente pescosi, sono contaminati da sostanze chimiche anche pericolose come gli organoclorurati (DDT, diossine e PCB cioè policlorobifenili) e diossine e i PCB sono inquinanti industriali molto diffusi, caratterizzati da un'elevata persistenza ambientale e una marcata lipofilicità che conferiscono, in particolar modo ai PCB, un forte potenziale di biomagnificazione e di bioaccumulo. Per tali proprietà possono introdursi nella catena trofica e accumularsi in varie derrate alimentari. È bene tenere presente che nei pesci, la concentrazione dei contaminanti varia in funzione dello stato chimico-fisico del contaminante stesso, della specie ittica, dello stato fisiologico del pesce, del luogo di cattura, della stagione ed è fortemente condizionata dalle abitudini alimentari dell'animale. In alcuni casi, i pesci di questi mari sono quindi a loro volta contaminati e le autorità sanitarie li sottopongono ad analisi e controlli sistematici prima dell'immissione in commercio. Per contro alcune specie ittiche ampiamente consumate ed in particolare i salmoni provengono da impianti di acquacoltura. La loro alimentazione è basata sull'impiego di farine ottenute da sottoprodotti della pesca di scarso valore economico e, molto spesso, questi ultimi provengono da zone di pesca contaminate e quindi sono altrettanto ricchi di inquinanti organici (diossine e PCB). Anche in questo caso la legislazione ci viene in aiuto ed impone dei limiti di tolleranza per i mangimi e per le farine di pesce. In acquacoltura gli animali vengono alimentati con mangimi per tutto il corso della loro vita, quindi l'eventuale presenza di piccole quantità di contaminanti liposolubili vengono lentamente accumulate sino a raggiungere concentrazioni relativamente elevate. In ogni caso, come già accennato, i residui non devono superare i valori limite definiti dalla UE. Questi limiti sono stati considerati non sufficientemente sicuri da parte di alcuni paesi ed in particolare dalla Svizzera, che ha ritenuto opportuno segnalare alle popolazioni a rischio (come bambini e donne in gravidanza) tali pericoli invitandoli a limitare il consumo di salmone norvegese all’interno della propria dieta. Dunque anche se i pesci di allevamento, che nel caso dei salmoni rappresentano la quasi totalità, danno ampie garanzie rispetto a quelli "selvatici", si segnala la problematica legata a consumi eccessivi da parte delle fasce più sensibili della popolazione. M.B. L N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 15 ACIDO FOLICO IN GRAVIDANZA: PROTEGGI IL TUO BAMBINO Stai programmando una gravidanza? Assumere acido folico riduce il rischio di malformazioni nel tuo bambino. A tutte le donne che stanno pensando a questo lieto evento o che sono già in dolce attesa, forniamo alcune indicazioni utili sul corretto apporto di acido folico in gravidanza CHE COS’È L’ACIDO? L'acido folico ed i folati sono vitamine del gruppo B (conosciute anche col nome di vitamina B9) che hanno un ruolo importante nell'organismo, soprattutto in gravidanza. In particolare l'acido folico è la molecola di sintesi chimica che si trova nei supplementi vitaminici mentre i folati sono composti naturalmente presenti in una vasta varietà di alimenti. Normalmente un'alimentazione ricca in frutta e verdura garantisce il giusto apporto giornaliero in folati. In gravidanza, il fabbisogno di questa vitamina aumenta notevolmente in seguito alle richieste fetali: pertanto, in associazione ad un apporto alimentare adeguato, è necessaria anche la supplementazione di acido folico in pillole. PERCHÉ È IMPORTANTE? Numerosi studi hanno dimostrato che la carenza di acido folico nel primo periodo della gravidanza rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di alcu- 16 ne gravi malformazioni del feto come i difetti del tubo neurale (tra cui spina bifida e anencefalia). In alcuni casi questa carenza può predisporre anche a esiti avversi della gravidanza (come ad esempio ritardo di crescita intrauterina, parto prematuro e lesioni placentari). QUANTO NE SERVE? L'acido folico rappresenta un importante strumento preventivo: è dimostrato che un'assunzione regolare di acido folico, iniziata prima del concepimento, riduce fino al 70% il rischio che il feto sviluppi malformazioni congenite. Pertanto si raccomanda alle donne che pianificano una gravidanza, o che non ne escludono attivamente la possibilità, l'assunzione di 0,4 mg al giorno di acido folico. È fondamentale che tale assunzione inizi almeno un mese prima del concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gestazione. In particolare per le donne che presentano fattori di rischio (precedenti gravidanze in cui sono stati riscontrati difetti del tubo neu- N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 rale o aborti ripetuti, affette da diabete, celiachia o altre patologie da malassorbimento o che assumono farmaci antiepilettici o antagonisti dell'acido folico), la dose consigliata è maggiore, pari a 4-5 mg al giorno. Per quanto riguarda l'acquisto, nessuna preoccupazione: questa vitamina si trova in tutte le farmacie ed è in regime di esenzione. QUALI SONO GLI ALIMENTI RICCHI IN FOLATI? Come accennato un'alimentazione corretta ed equilibrata ricca in frutta, verdura e legumi contribuisce ad abbassare il rischio di insorgenza di difetti congeniti nel feto. Nonostante ciò, questa vitamina ha una biodisponibilità ridotta ed è poco stabile se sottoposta a fonti di calore (cottura) e alla luce (raggi solari). Gli alimenti ricchi in folati sono verdure a foglia verde (broccoli, spinaci, asparagi, carciofi e lattuga), frutta fresca (melone, fragole, kiwi e arance), frutta secca (mandorle e noci), legumi (fagioli) e anche cereali integrali. A.M. www.ilconsumatore.eu AETHINA TUMIDA: UNA NUOVA MINACCIA PER LE NOSTRE API È emergenza nel settore dell'apicoltura. A settembre in Calabria è stata accertata un'infestazione degli alveari da parte del coleottero tropicale Aethina Tumida (proveniente dall'Africa) che potrebbe mettere in ginocchio la produzione italiana di miele uesto nuovo parassita è molto pericoloso perché distrugge le colonie dell'ape mellifera, danneggia i favi alimentandosi del polline e del miele immagazzinato. In particolare scava gallerie tra le celle che contengono miele, cibandosi e defecandovi all'interno, provocando così sbiadimento e fermentazione dello stesso che non rendono possibile la vendita. Nei casi di infestazione grave, le api potrebbero essere indotte ad abbandonare il loro alveare. Inoltre il coleottero può volare per lunghe distanze e quindi contaminare zone sempre più ampie. Purtroppo sembra che il focolaio identificato in Calabria si stia estendendo. Per questo motivo, il Ministero della Salute e il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali hanno adottato le prime misure di controllo e attivato le procedure di eradica- Q zione dell'insetto per contrastarne la diffusione sul resto del territorio nazionale. Questa procedura consiste nel sigillare gli alveari, accatastarli e bruciarli; successivamente viene arato il terreno e trattato con pesticidi anti-larvali. È opportuno precisare che l'apicoltore, accertata la presenza del coleottero, ha l'obbligo di distruggere l'allevamento, ma le istituzioni promettono di risarcire gli allevatori per i danni subiti dalla distruzione degli alveari. Al momento sono stati bruciati oltre 2500 alveari, se l'epidemia continua si metterà a rischio di estinzione l'ape italiana e causerà gravi ripercussioni all'ecosistema e alle produzioni agrarie. Per arginare il problema è necessaria la collaborazione di tutti. Chiunque dovesse venire a conoscenza della presenza della malattia dovrebbe informare le Autorità preposte al controllo quali, ad esempio, i Servizi Ve t e r i n a r i delle ASL. A. M. BIOTECH. BLOCCATA LA PROTEINA CHE AIUTA I TUMORI A NASCERE rovato il modo di bloccare una proteina che ha un ruolo importante nella formazione dei tumori, nota come Trf2, aprendo così la strada a nuove strategie di trattamento. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Regina Elena di Roma, coordinato da Annamaria Biroccio, è riuscito a progettare, tramite la bioinformatica, una molecola capace di fermare Trf2 interrompendo i segnali cellulari delle sue attività tumorali. A spiegarlo è lo studio pubblicato sul “Journal of American Chemical Society”. “Siamo partiti dai risultati di un precedente T 18 studio - precisa Biroccio - da cui era emerso come Trf2, proteina strutturale delle regioni terminali dei cromosomi (telomeri), contribuisce allo sviluppo tumorale”. In collaborazione con l'Università Federico II di Napoli, i ricercatori hanno visto che Trf2, attraverso la sua porzione Trfh, è in grado di convogliare al telomero varie proteine che contribuiscono con la loro attività alla formazione del tumore. Hanno così disegnato e sintetizzato una molecola, Apo41d, che legandosi a Trfh, riesce a bloccare Trf2 fermando i segnali coinvolti nella formazione N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 dei tumori. ''L'utilizzo di modelli bioinformatica aggiunge Pasquale Zizza, primo autore dello studio - ha consentito il disegno e la selezione della molecola 'migliore' per il nostro obiettivo''. Il prossimo passo sarà ora testare questa molecola sugli animali, per arrivare in futuro a nuovi farmaci. ''L'idea - conclude Biroccio - è quella di usare la molecola contro i tumori che presentano un alto livello della proteina Trf2, come ad esempio quelli del colon''. www.ilconsumatore.eu FEDERANZIANI A MINISTRO SALUTE: CONSENSO INFORMATO SIA UNICO IN TUTTO IL PAESE 15 Commissioni tecniche consegnano alle Istituzioni le proposte per l’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale a conclusione del III Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute Roma, 23 novembre 2014 – Un volume di oltre trecento pagine. Questa è la consistenza della raccolta dei modelli di consenso informato esistenti in Italia, tutti diversi gli uni dagli altri, e necessari al paziente per ricevere ogni forma di trattamento medico-sanitario. Una vera e propria giungla, nella quale FederAnziani chiede di fare ordine per porre fine alla confusione dei pazienti. La richiesta è stata rivolta dall’Assemblea Nazionale di FederAnziani, svoltasi oggi a Rimini, al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, con una consegna simbolica del volume. “Abbiamo riscontrato che anche per fare una semplice tac con liquido di contrasto bisogna firmare il consenso informato – spiega il Presidente di FederAnziani Roberto Messina – Peccato, però, che a seconda di dove si va si ha un tipo di consenso informato. I consensi non sono tutti uguali, ma i pazienti sì, anche quando www.ilconsumatore.eu si devono sottoporre ad un’indagine diagnostica, ad un intervento chirurgico, all’applicazione di una protesi, e ad interventi più delicati”. Dalla federazione della terza età, dunque, la proposta di creare un coordinamento composto da medici, avvocati, direttori generali delle ASL, Ministero della Salute e pazienti, per analizzare, divisi per aree specialistiche, i diversi modelli di consenso informato ed elaborarne, per ogni area e prestazione che richieda il consenso, uno che sia obbligatoriamente adottato in tutta la nazione. Consensi, aggiunge la federazione, che non siano solo dalla parte della ASL e a tutela dei medici, ma che siano soprattutto a tutela dei pazienti, in un regime di trasparenza. Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sono stati infine consegnati, nella giornata conclusiva del III Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, i risultati dei lavori delle 15 commissioni tecniche nazio- nali riunitesi nel congresso (diabete, dolore cronico, allergologia, oncologia, urologia, cataratta, incontinenza, maculopatia, prevenzione vaccinale, malattie dell’apparato respiratorio, oncologia, chirurgia mininvasiva, malattie osteoarticolari e cardiocircolatorie, medicina generale e del territorio). Le commissioni, organizzate per aree terapeutiche e composte da rappresentanti delle principali società medico scientifiche, della FIMMG, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, di Federfarma, e da tecnici della sanità, hanno esaminato le principali criticità del Servizio Sanitario Nazionale dal punto di vista dei pazienti ed elaborato una serie di proposte, oggi ufficialmente presentate alle Istituzioni. Il Congresso, conclusosi oggi, ha visto la partecipazione di oltre 7.000 persone tra medici e delegati FederAnziani. tratto da: www.sanitaincifre.it/ N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 19 Maxi confezioni o monodosi, negli scaffali dei supermercati troviamo lo stesso prodotto in molteplici formati, spesso studiati per attrarre il consumatore. Ma quali è meglio acquistare per risparmiare davvero? CONFEZIONI: PIÙ SONO PICCOLE, PIÙ SPENDI? i solito il costo di un alimento è inversamente proporzionale alla quantità contenuta nel formato, cioè più essa è ridotta e più il prezzo al chilo o al litro lievita, senza contare che, in alcuni casi, nei piccoli formati c'è un grosso quantitativo di imballaggio, in barba al rispetto per l'ambiente! D MONODOSE VS MAXI CONFEZIONI Facciamo un esempio: una buona marmellata in una confezione di vetro del peso variabile da 250 grammi ad 1 Kg, raramente supera il costo di 5 euro al Kg; se però si decide di acquistare le confezioni "monodose" ecco che il prezzo sale vertiginosamente e può arrivare anche a 15 euro al Kg. La stessa cosa vale per i prodotti di IV gamma (come l'insalata in busta) che hanno un costo a confezione considerato molto modesto, ma se espresso al chilogrammo è decisamente elevato: basti pensare che una vaschetta di insalata di 80 grammi pronta per l'uso costa circa 1 euro; il costo al chilo è quindi di circa 12 euro! Sembrerebbe, quindi, che acquistare alimenti in "maxi confezioni" è economicamente più conveniente e più vicino all'ambiente per la riduzione del materiale d'imballaggio impiegato; d'altro canto la "monodose" può risultare vantaggiosa per particolari categorie di consumatori le cui esigenze sono la rapidità e la facilità nella preparazione dei pasti oppure il consumo di minime quantità del prodotto nonché l’acquisto sporadico dello www.ilconsumatore.eu stesso. Inoltre la monodose permette di ridurre gli sprechi alimentari, scongiurando problemi legati al deperimento e/o alla cattiva conservazione dei cibi dopo l’acquisto. I NOSTRI CONSIGLI Ecco quindi i nostri consigli pratici per una scelta consapevole e attenta tra gli scaffali del supermercato: 1) controllare sempre il costo degli alimenti al chilo o al litro e non solo quello della singola confezione, scegliendo i più convenienti e adatti alle proprie esigenze; 2) fare attenzione ai prodotti in promozione e "sottocosto": spesso capita che la loro data di scadenza è imminente; 3) scegliere i formati convenienza considerando le proprie abitudini alimentari: il risparmio è reale solo se il prodotto è interamente consumato, così facendo è possibile anche minimizzare gli sprechi; 4) consultare le molteplici App per smartphone e tablet per confrontare prezzi e scegliere quelli vantaggiosi nei supermercati più vicini. M.B. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 21 I CONSIGLI DELL'UNC PER I SALDI • non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi; • è bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe); • diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale; • per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto; • non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composi- zione; • preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti; • controllare sempre le taglie quando si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse. Inoltre, è utile sapere che i negozianti: • sono responsabili del difetto del prodotto ai sensi dell’articolo 132 del Codice del consumo (D. Lvo n. 206/2005), che sia in saldo o che non lo sia; • sono tenuti a sostituire il prodotto o rimborsare il prezzo ai sensi dell’articolo 130 dello stesso Codice, se c’è difetto grave e non riparabile; Periodicamente, due volte all’anno, i consumatori aspettano il periodo dei saldi per fare acquisti convenienti. Approfittare degli sconti di fine stagione può essere utile per risparmiare rispetto al prezzo pieno. Per evitare però che la corsa all’affare si trasformi nel tradizionale "bidone", è bene seguire qualche accorgimento: • possono modificare l’operazione di cassa anche nei giorni successivi, in quanto il registratore ha il tasto per evidenziare sullo scontrino “eventuali rimborsi per restituzione di vendite”, come ha previsto l’articolo 8 del decreto ministeriale 30 marzo 1992 e una successiva circolare del ministero delle Finanze del 5 giugno 1992. Contrariamente a quanto pensano molti consumatori, va invece precisato che i saldi non riguardano necessariamente tutta la merce del negozio, ma quella a saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella di prezzo normale. In questo caso, oltre al prezzo di vendita va indicata la percentuale di sconto, sotto pena della sanzione di 1032 euro, ma nessuna norma prevede un minimo di sconto, che è completamente libero e può essere anche “sottocosto” senza osservare le relative regole. LA CEDRATA SENZA CEDRO Un cedro che si trasforma in bottiglia nello spot televisivo della cedrata Tassoni induce i consumatori a credere che nel prodotto ci sia realmente il frutto, ma così non è". L’Unione Consumatori ha ricordato la denuncia depositata, nei mesi scorsi, dall'associazione all'’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, volta ad accertare l'ingannevolezza del messaggio ampiamente diffuso sulle reti televisive nazionali durante tutta l'estate. Ad oggi l'Antitrust sta ancora indagando, ma c'è da sperare che una pronuncia giunga a breve per evitare che il tempo faccia dimenticare oltre il ricordo estivo anche l'aggressività di certi messaggi che inquinano il nostro mercato. " 22 N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 www.ilconsumatore.eu IL CANONE TV: UNA TASSA ODIOSA LA GARANZIA POST-VENDITA Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive deve pagare il canone TV. Trattandosi di un'imposta sulla detenzione dell'apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive. Il canone TV per uso privato è unico -annuale- e copre tutti gli apparecchi detenuti dal titolare nella propria residenza o in abitazioni secondarie, o da altri membri del nucleo familiare risultante dallo stato di famiglia evono ritenersi assoggettabili a canone tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale (terrestre o satellitare) di radiodiffusione dall'antenna radiotelevisiva. Ne consegue ad esempio che i personal computer, anche collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l'ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone. Per contro, un apparecchio originariamente munito di sintonizzatore -come tipicamente un televisore- rimane soggetto a canone anche se successivamente privato del sintonizzatore stesso (ad esempio per- D ché lo si intende utilizzare solo per la visione di DVD). Non sono considerate apparecchiature atte o adattabili alla ricezione di programmi televisivi e dunque non comportano il pagamento del canone: - PC senza sintonizzatore TV; - monitor per computer; - casse acustiche; - videocitofono. SONO ESENTI DAL PAGAMENTO DEL CANONE RAI: • i rivenditori ed i riparatori di televisori, per gli apparecchi collocati nei propri negozi o laboratori; • i detentori di apparecchi radio; • le persone con età pari o superiore a 75 anni, ed un reddito dei coniugi non superiore ad ¤ 6.713,98 (per i soli apparecchi collocati nella abitazione di residenza); • i militari appartenenti alle Forze militari italiane e NATO di stanza in Italia, limitatamente agli apparecchi usati in caserme, ospedali militari, ecc; • il personale diplomatico, all'interno di Ambasciate e Consolati. Nel caso di acquisto di un elettrodomestico che ha smesso di funzionare, la prima cosa importante da fare è tornare presso il venditore entro 2 mesi dalla scoperta del difetto, portando lo scontrino perché quello è la prova della garanzia. Se proprio l'abbiamo smarrito potrà essere utile dimostrare al venditore la data dell'acquisto grazie al cedolino della carta di credito l venditore è tenuto a riparare il bene o a sostituirlo. Questo è molto importante perché spesso quando ci rechiamo sul punto vendita il venditore prova a raccontarci che dovremmo in realtà andare dall'assistenza della casa produttrice del prodotto, ma non è così. E' il venditore che è tenuto a riparare o a sostituire (entro 2 anni dall'acquisto) il bene; in qualche caso potremmo arrivare a ottenere la riduzione del prezzo, cioè che ci ridia indietro una parte dei nostri soldi o persino la risoluzione del contratto. Restituiamo il bene e avremo indietro il nostro denaro. I DATI ISTAT DA TERZO MONDO, IL GOVERNO FACCIA LA RIFORMA DEL FISCO Secondo i dati resi noti nei giorni scorsi dall’Istat, nel 2013 il 28,4% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale: "dati da Terzo Mondo" è stato il commento dell’Unione Consumatori umeri drammatici che danno la misura delle difficoltà che hanno le famiglie italiane ad arrivare a fine mese. Il lieve miglioramento rispetto al 2012 (-1,5%) non può certo consolarci. Il fatto che il 40,3% degli italiani dichiari di non riuscire a sostenere spese impreviste pari ad 800 euro spiega perché i consumi delle famiglie siano crollati, dal 2007 al 2013, dell’8,05% scendendo in termini reali di 79 miliardi. Per uscire da questa situazione bisogna che il Governo inserisca tra le sue priorità la riforma fiscale. Il dato secondo il quale il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,7% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta il 7,9%, dimostra la necessità di avere un fisco più equo, che riduca le tasse che gravano sulle famiglie indipendentemente dal loro reddito. Le bollette di luce e gas, ad esempio, non vanno ridotte solo alle imprese, ma anche alle famiglie. N www.ilconsumatore.eu N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 23 DIRITTO & NUOVE TECNOLOGIE IL CODICE DELLA PRIVACY HA COMPIUTO DIECI ANNI segue dal numero scorso • seconda parte a cura di Massimo Farina* GLI ADEMPIMENTI VERSO IL “GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI” Una possibile classificazione sugli obblighi gravanti in capo al titolare del trattamento potrebbe essere la seguente: adempimenti verso l’Autorità Garante, adempimenti verso gli interessati, adempimenti interni (o organizzativi). Il Codice delle Privacy prevede due tipi di adempimenti da effettuarsi verso il Garante per la Protezione dei dati Personali: la “notificazione” e la richiesta di “autorizzazione” per i trattamenti effettuati. L’Autorità Garante è un’amministrazione pubblica indipendente, istituita e disciplinata con una apposita legge, dotata di un elevato grado di autonomia, nei propri giudizi e valutazioni, rispetto al Governo. Il Garante per la protezione dei dati personali è stato istituito dalla legge 31 dicembre 1996 n. 675; è un organo collegiale costituito da quattro componenti di nomina parlamentare: due eletti dalle Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica. La “notificazione” è una dichiarazione attraverso la quale il Titolare comunica al Garante l’esistenza di un’attività di trattamento di dati personali. I casi in cui è necessario notificare il trattamento sono tassativamente previsti all’articolo 37. A titolo d’esempio, tra esse, rientra il trattamento di “dati genetici e dati biomedici” oppure il trattamento di “dati che indicano la posizione geografica di persone od oggetti mediante una rete di comunicazione elettronica” (vi rientrano, ad esempio, i casi di geolocalizzazione effettuati mediante le App Mobile). Al di fuori delle specifiche ipotesi elencate dall’art. 37 non è necessaria la notificazione, ancorché si tratti di dati sensibili. Resta fermo il potere del Garante di individuare, con proprio provvedimento, alcuni trattamenti esonerabili dall’obbligo di notificazione ovvero indicare quelli che, seppur non contenuti nell’articolo 37, dovranno essere notificati. 24 La notificazione va fatta, una sola volta per tutti i trattamenti, all’inizio dell’attività “a prescindere dal numero delle operazioni e della durata del trattamento da effettuare”; una nuova notificazione da parte dello stesso titolare è imposta qualora cessi definitivamente l’attività di trattamento ovvero nell’ipotesi di mutamento di taluno degli elementi da indicare nella notificazione medesima. Gli articoli 163 e 168 contengono le sanzioni per “omessa o incompleta notificazione” e per “falsità nelle dichiarazioni e notificazioni”. Nella prima ipotesi è prevista la sanzione pecuniaria amministrativa da “ventimila euro a centoventimila euro”; il reato di falsità è punito con la “reclusione da sei mesi a tre anni”. Per quanto riguarda la “Richiesta di Autorizzazione al Garante”, si tratta di un adempimento previsto per tutti i titolari che trattano dati sensibili e giudiziari. Tenuto conto dell’altissimo numero di soggetti interessati, il legislatore ha previsto le cosiddette Autorizzazioni Generali concesse a determinate categorie di titolari o di trattamenti. Vi rientrano, tra gli altri, i trattamenti svolti nell’ambito dei rapporti di lavoro, quelli effettuati da parte di organismi di tipo associativo e delle fondazioni o da liberi professionisti. Ebbene, tutti i destinatari di autorizzazioni Generali, qualora raccolgano dati sensibili o giudiziari, dovranno semplicemente far riferimento alle Autorizzazioni Generali pronunciate per il loro specifico settore di appartenenza. Al trattamento di dati sensibili in assenza di autorizzazione, laddove necessaria, consegue l’applicazione delle sanzioni previste all’articolo 167, punto 2, del Codice Privacy: “reclusione da uno a tre anni” se dal fatto deriva nocumento. Anche in questo caso, tenuto conto della particolare natura dei dati coinvolti, il legislatore ha scelto di ricorrere ai rimedi tipici del diritto penale. GLI ADEMPIMENTI VERSO GLI INTERESSATI L’impianto normativo dettato in tema di protezione dei dati personali è dedicato alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, giuridiche o degli enti cui si riferiscono i dati personali trattati. I principali destinatari della tutela sono,quindi, gli interessati, verso i quali il legislatore ha stabilito N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 dei precisi adempimenti che i titolari del trattamento devono rispettare. Si tratta di due obblighi ben precisi: “fornire l’informativa” e “richiedere il consenso per il trattamento di dati”. L’obbligo di informativa è previsto all’articolo 13 del D.lgs. 196/03. Si tratta di una comunicazione finalizzata ad informare l’interessato sui soggetti che effettueranno il trattamento, attraverso quali modalità e per quali finalità. La norma di riferimento indica con estrema precisione gli elementi che devono essere contenuti nella comunicazione: la finalità e modalità del trattamento, la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati, le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere, i soggetti o le categorie di soggetti a cui possono essere comunicati i dati o che possono venirne a conoscenza, gli estremi identificativi del titolare ed i diritti dell’interessato. Non esistono formulari preconfezionati, ciascun titolare elabora l’informativa secondo le proprie esigenze e la propria struttura organizzativa interna; l’unico punto fermo è costituito dal rispetto delle indicazioni contenute nell’articolo 13 del Codice della Privacy. Quanto ai diritti dell’interessato, previsti all’articolo 7 del Codice Privacy, nell’informativa va puntualmente evidenziato che l'interessato ha diritto ad essere informato su tutto ciò che concerne il trattamento dei propri dati. Tali diritti vengono esercitati con richiesta, rivolta anche senza formalità al titolare, alla quale è fornito idoneo riscontro senza ritardo. La violazione dell’obbligo di informativa verso l’interessato, denominata nel codice “omessa o inidonea informativa”, è sanzionata dall’art. 161 con “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da seimila euro a trentaseimila euro”. Altro adempimento, da eseguire nei confronti dell’interessato, è costituito dalla preventiva richiesta di autorizzazione al trattamento dei dati: il cosiddetto “consenso”. L’articolo 23 del Codice Privacy impone al titolare di richiedere il consenso scritto nell’ipotesi di trattamento di dati sensibili e, si aggiunga, anche giudiziari. Per la restante categoria di dati, quelli definibili genericamente “comuni”, si richiede il consenso espresso; ciò significa che potrebbe essere fornito anche www.ilconsumatore.eu oralmente, ma in modo certo e inequivoco. Va rilevato, a tal proposito, il disposto del comma 3 laddove, “il consenso è validamente prestato solo se è […] documentato per iscritto”. Sono previste alcune deroghe all’obbligo di consenso così come sopra illustrato, tra le quali: “il trattamento necessario per adempiere ad obblighi normativi; il trattamento necessario per eseguire obblighi derivanti da un contratto del quale è parte l’interessato […] o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dell’interessato ed il trattamento riguardante dati contenuti in pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque”. Più precisamente, l’articolo 26 prevede alcune ipotesi di esclusione dal consenso nel trattamento di dati sensibili, previa autorizzazione, anche generale, del Garante. Si tratta, tra gli altri, del “trattamento effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale […]; del trattamento necessario per la salvaguardia della vita o dell’incolumità fisica di un terzo; del trattamento necessario per le investigazioni difensive o per far valere in sede giudiziaria un diritto” ed infine del “trattamento necessario per l’adempimento di compiti od obblighi previsti dalla legge, da un regolamento o da normativa comunitaria per la gestione del rapporto di lavoro”. Il titolare che procede al trattamento di dati personali senza consenso è punito con la “reclusione da sei a diciotto mesi o, se il fatto consiste nella comunicazione o diffusione, con la reclusione da sei a ventiquattro mesi”. GLI ADEMPIMENTI INTERNI (O ORGANIZZATIVI) L’Allegato B al D.lgs. 196/03 è il “disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza”. Si tratta di quel complesso di misure tecniche, informatiche, organizzative, logistiche e procedurali di sicurezza che configurano il livello minimo di protezione normativamente richiesto rispetto ai rischi i rischi di distruzione o perdita dei dati, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alla finalità della raccolta (per alcuni aspetti tecnici, si veda l’articolo di questo Speciale “Misure minime di sicurezza: aspetti pratici”). Nell’Allegato B è presente un elenco preciso delle misure da adottare. Il primo passo consiste nella predisposizione di un sistema di autenticazione informatica. Ciò significa che il trattamento dei dati personali deve essere consentito solo agli www.ilconsumatore.eu incaricati muniti di “credenziali di autenticazione”. Queste ultime sono costituite da un codice, per l’identificazione dell’incaricato, associato ad una parola chiave segreta e conosciuta esclusivamente dall’incaricato stesso, obbligato ad adottare tutte le cautele necessarie per assicurarne la segretezza; è, altresì, tenuto a custodire i dispositivi in suo possesso ed esclusivo uso. La password dev’essere composta da un minimo di otto caratteri; qualora lo strumento elettronico non lo consenta è necessario adottare una parola chiave composta dal numero massimo di caratteri consentiti. La parola chiave va, obbligatoriamente, modificata con cadenza semestrale; nel caso di trattamento di dati sensibili o giudiziari la modifica ha una cadenza trimestrale. Le credenziali di autenticazione non utilizzate da almeno sei mesi debbono essere disattivate; fanno eccezione a tale regola le ipotesi di utilizzo esclusivamente finalizzato alla gestione tecnica per le quali non è prevista tale scadenza di modifica. È prevista, inoltre, l’adozione di un sistema di autorizzazione, qualora per gli incaricati siano individuati differenti profili di accesso ai dati. In tal caso si rende necessario limitare l’accesso ai soli dati effettivamente necessari alla realizzazione delle operazioni di trattamenti cui sono preposti gli incaricati; tale obbiettivo può essere raggiunto con la configurazione, anteriore all’inizio del trattamento, di profili di autorizzazione per ciascun incaricato o per classi omogenee di incaricati. Con cadenza annuale si dovrà verificare la sussistenza delle condizioni per la conservazione dei profili di autorizzazione. Il mancato rispetto di quanto previsto dal disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza è punito con “l'arresto sino a due anni”. La misura di sicurezza più conosciuta dell’Allegato B era il documento programmatico per la sicurezza (cosiddetto DPS). Attualmente l’obbligo di redigere tale documento è stato eliminato a seguito dell’entrata in vigore del D.L. 9 febbraio 2012, n.5, convertito con modificazioni dalla L. 4 aprile 2012, n. 35 , il quale ha introdotto alcune semplificazioni in materia di dati personali. Nonostante sia, ormai, un adempimento abrogato è consigliabile adottare un documento contenente la descrizione delle misure di sicurezza adottate e quelle, seppur non ancora adottate, da adottare per evitare o (per lo meno) ridurre i rischi per i dati personali. In particolare, le informazioni che si consigliano di inserire nel suddetto documento sono: l’elenco dei trattamenti; i compiti e le responsabilità dei soggetti incaricati al trattamento; l’analisi dei rischi con l’indicazione delle misure che sono adottate al fine di garantire l’integrità e la disponibilità dei dati, nonché la protezione delle aree e dei locali in relazione alla loro custodia e accessibilità; l’individuazione delle modalità di ripristino della disponibilità dei dati in caso di distruzione o danneggiamento; gli interventi formativi in tema di analisi dei rischi che incombono sui dati; i criteri per l’adozione delle misure minime di sicurezza in caso di trattamenti di dati personali affidati all’esterno della struttura (outsourcing) e, infine, i criteri adottati per la separazione dei dati sensibili da quelli comuni. Gli adempimenti sono molto meno complessi nel caso di trattamento dati senza l’ausilio di strumenti elettronici. In tale caso le misure minime di sicurezza consistono in: aggiornamento periodico (con cadenza almeno annuale) dell’ambito consentito all’incaricato per il trattamento; controllo e custodia di atti e documenti contenenti i dati personali fino al termine del trattamento e conseguente restituzione; accesso controllato agli archivi per i dati sensibili o giudiziari; individuazione e registrazione delle persone ammesse negli archivi, nel caso di accessi fuori dall’orario di lavoro ovvero, in caso di mancanza di vigilanza agli archivi, preventiva autorizzazione all’accesso. Non si confondano le misure minime di sicurezza con le misure idonee, le quali, si individuano in seguito alla concreta valutazione dei rischi di uno specifico contesto aziendali al fine di ridurre al minimo il rischio di distruzione, perdita, accesso non autorizzato o trattamento illecito dei dati personali L’inosservanza dell’obbligo di adozione delle misure idonee è fonte di responsabilità civile. * Consulente e Docente in Diritto dell’Informatica e delle Nuove Tecnologia http://www.massimofarina.it/ http://www.diricto.it/ N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 25 LA BIBLIOTECA DEL CONSUMATORE COGLI LE OCCASIONI 77 modi facili e intelligenti per migliorare la produttività e i profitti di Jeremy Eden e Terri Long www.tecnichenuove.com euro 21,90 Sfruttare occasioni per migliorare il rendimento aziendale dovrebbe essere semplice, anche in tempi di tagli ai costi o recessioni economiche. Spesso però i manager sono ciechi davanti a soluzioni evidenti che stanno li pronte davanti alorto e invece scelgono percorsi tortuosi che implicano lunghi meeting, scarsa collaborazione, politica e burocrazia. Come direbbe il famoso Waarren Buffett: “Sembra che ci siano delle caratteristiche umane perverse, in cui c’è gusto a trasformare le cose facili in difficili. Gli autori analizzano ed elencano proprio queste tecniche, queste strategie e modalità che sono sotto gli occhi di tutti e che spesso vengono maldestramente ignorate. La loro ventennale esperienza nel settore della consulenza per aumentare le prestazioni aziendali e le loro competenze sono condensate in 77 stimolanti punti di facile lettura. La filosofia di questo testo potrebbe essere riassunta da questa frase di Lew Platt, ex CEO di HP: “Se solo HP sapesse le cose che sa HP, saremmo tre volte più produttivi. COME AFFRONTARE I CONTROLLI NEI BAR E NEI RISTORANTI Cosa predisporre per superare positivamente i controlli amministrativi e igienico-sanitari di Saverio Linguanti e Vincenzo Staiano www.tecnichenuove.com euro 13,90 Tutte le attività produttive sono soggette a una serie di molteplici normative ciascuna delle quali, per la propria materia di riferimento, è rivolta alla tutela della collettività. L’attività di somministrazione di alimenti e bevande non sfugge a questa regola. Questa utile guida pratica ha lo scopo di far conoscere all’esercente i diritti e i doveri nell’ambito dell’attività di somministrazione esercitata, per consentire di affrontare con serenità e superare positivamente i controlli amministrativi effettuati nei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. La Guida è stata realizzata appositamente in forma pratica e con un linguaggio sintetico e chiaro, ma al tempo stesso esaustiva in tutti gli aspetti amministrativi e igienico sanitari relativi all’attività do bar e ristoranti, con riferimenti alle leggi e con esempi utili a comprendere come comportarsi e cosa predisporre per rispettare le leggi e quindi i controlli che le forze di polizia e amministrative possono effettuare nel corso dell’attività. www.ilconsumatore.eu RICONOSCERE IL CARATTERE Attraverso l’intuito, l’enneagramma e la fisiognomica di Chiara Pardini e Francesco Martelli www.tecnichenuove.com Euro 16,90 Lo scopo di questo testo è fornire un’introduzione sintetica e pragmatica allo studio della personalità che renda possibile al lettere comprendere come individuare e riconoscere intuitivamente i diversi tipi di carattere, a partire dal proprio. La base teorica per lo studio della personalità è fornita principalmente dall’Enneagramma e dalla fisiognomica, che sono stati qui semplificati al massimo per facilitarne la comprensione e l’applicazione per mezzo dell’Intuito. Vengono dati spunti per l’osservazione e l’ascolto di se stessi e degli altri, per facilitare la comprensione del carattere, e vengono sottolineate e spiegate le diverse dinamiche comportamentali tipiche di ciascuna personalità, in modo che sia possibile comprendere finalmente se stessi e imparare come conoscere meglio e rapportarsi agli altri. In un capitolo dedicato agli esercizi sono suggerite le pratiche che aiutano a iniziare ad allenare queste diverse abilità. Il capitolo delle applicazioni suggerisce in quali situazioni, soprattutto negli ambiti personale e professionale, l’abilità di riconoscere intuitivamente i caratteri semplifica la qualità di vita e alcune abilità come quelle relazionali, di leadership, di comunicazione efficace e di lavoro in team. COME ESSERE INFLUENTI La scienza della persuasione di Rob Yeung www.tecnichenuove.com euro 24,90 Come usare le proprie caratteristiche per esercitare un grande ascendente sui nostri interlocutori? Perché dare più scelta a un cliente significa ridurre la sua attitudine all’acquisto? Con quale sistema è possibile avanzare richieste che “non si possono rifiutare”? Come si può riuscire a motivare le persone a lavorare di più? O a comportarsi onestamente? In quale modo si possono invitare amici e parenti, clienti e colleghi a tener conto dei nostri consigli o di quel che diciamo? Queste sono solo un esempio di domande a cui il libro fornisce una risposta. Lo psicologo Rob Yeung esplora le ultime ricerche di settore per mostrare le verità sull’arte della persuasione e rivela i segreti che vi porteranno agevolmente a guadagnare fiducia e autorevolezza e vi aiuteranno a essere più influenti, convincenti e ascoltati. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 27 ECONOMIA: IL FATTURATO DEL MERCATO INTERNO CROLLA PER LA PERDITA DEL POTERE D'ACQUISTO DELLE FAMIGLIE L'opposto andamento tra mercato estero ed interno conferma che usciremo da questa drammatica crisi quando avremo ridato capacità di spesa alle famiglie italiane e rilanciato il loro potere d'acquisto quanto risulta all’Unione Nazionale Consumatori in base al dato Istat, secondo il quale, nel mese di agosto, il fatturato dell'industria ha registrato un incremento sul mercato estero ed una flessione su quello interno (su base annua -4,4% sul mercato interno e +1,8% su quello estero). L'Unione Consumatori ricorda che nel secondo trimestre del 2014 il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito dell'1,5% rispetto al 2013. Tradotto in cifre è come se una famiglia di 3 persone avesse avuto, in un anno, una perdita equivalente a 503 euro, 441 per una famiglia di 2 componenti, 277 euro una persona con più di 65 anni, mentre per una coppia con 2 figli la stangata sale a 545 euro. Nessuna impresa, anche la più internazionalizzata, può fare del tutto a meno del mercato interno. Fino a che il potere d’acquisto delle famiglie viene eroso, i consumi degli italiani resteranno al minimo e non potremo avere quel balzo degli ordinativi indispensabile per combattere il dato impressionante della disoccupazione. È 28 N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 ECONOMIA: IL 60% DEGLI ITALIANI TEME LA POVERTÀ Sono dati sconcertanti che dimostrano come sia questo il problema da superare se vogliamo uscire dalla drammatica crisi che stiamo attraversando. E' la povertà, il timore di non farcela e l'incertezza per il futuro che hanno spinto le famiglie a smettere di consumare, mandando in tilt il sistema economico er il Censis il 60% degli italiani ritiene che possa capitare a chiunque di finire in povertà. La spesa per generi alimentari delle famiglie italiane è diminuita nel periodo di crisi 2007-2013 del 12,9 in termini reali, contro una dinamica complessiva della spesa per consumi pari a -8%. P Quella che stiamo vivendo è una crisi di consumi. Per questo la priorità del Governo dovrebbe essere la riforma fiscale; una riforma che, in attesa che gli equilibri di bilancio possano consentire di far scendere la pressione fiscale, sposti la tassazione dagli italiani più in difficoltà a quelli che stanno meglio. www.ilconsumatore.eu DIRITTO & ROVESCIO CASI DI GIURISPRUDENZA a cura di Agostino Mela, avvocato cassazionista www.avvocatoagostinomela.it LE INSIDIE DELL’USUCAPIONE NEL 1984 LEONZIA CITA I SETTE FRATELLI DAVANTI AL TRIBUNALE DI MESSINA spone di avere, insieme ai convenuti, ereditato dai genitori un appartamento, del quale peraltro ha sempre goduto in via esclusiva sin dall’apertura della successione, avvenuta oltre venti anni prima. Chiede perciò di essere dichiarata proprietaria esclusiva dell’immobile in virtù di usucapione. Dei sette fratelli, alcuni si costituiscono contestando il fondamento della domanda. Deducono che non solo l’attrice ha abitato l’immobile per loro concessione, ma che anch’essi in determinati periodi lo hanno liberamente utilizzato. Gli altri fratelli si costituiscono aderendo alla domanda della sorella. Con sentenza del 6 marzo 2003 il tribunale rigetta la domanda. Leonzia propone appello, che viene rigettato dalla corte d’appello di Messina con sentenza del 21 gennaio 2009. Viene accolto invece l’appello incidentale dei fratelli dissenzienti, che ottengono così la condanna della sorella alla rifusione delle spese del doppio grado di giudizio in loro favore. Secondo la corte Leonzia non risulta aver esercitato sull’appartamento alcun potere di fatto inconciliabile con l’altrui compossesso, dato che l’utilizzazione esclusiva dell’immobile da parte di uno dei compossessori di per sé non preclude agli altri di farne uso se e quando lo desiderino; inoltre la prova testimoniale ha permesso di accertare che, nel periodo in esame, gli altri possessori hanno, se pure saltuariamente ed episodicamente, utilizzato l’immobile liberamente e senza essere in alcun modo ostacolati. Leonzia propone ricorso per cassazione, sulla base di tre motivi. I fratelli dissenzienti resistono con controricorso, mentre gli altri non si costituiscono. Il ricorso viene rigettato dalla II sezione civile della corte di cassazione con sentenza n. 24214 del 13 novembre 2014. Con il primo motivo (violazione e falsa applica- E www.ilconsumatore.eu zione dell’art. 1158 cc) Leonzia si duole del fatto che la corte d’appello abbia errato nel ritenere insussistente agli atti del giudizio la prova di un suo uso esclusivo del bene immobile in controversia. Con il secondo motivo (violazione e falsa applicazione dell’art. 1144 cc) Leonzia si duole del fatto che la corte d’appello abbia ritenuto rilevante, al fine di escludere il suo possesso esclusivo, il godimento, di modesta portata, da parte dei fratelli dissenzienti, che ha inciso molto debolmente sull’esercizio del diritto da parte sua, che ha utilizzato quel bene quale propria abitazione e, pertanto, con residuale, minima o quasi inesistente capacità di concomitante, autonomo utilizzo per la medesima destinazione, da parte di terzi. I due motivi sono esaminati congiuntamente dalla corte, che li giudica infondati. Richiamando principi pacifici in giurisprudenza, la corte osserva che "in tema di compossesso, il godimento esclusivo della cosa comune da parte di uno dei compossessori non è, di per sé, idoneo a far ritenere lo stato di fatto cosi determinatosi funzionale all’esercizio del pos- sesso ad usucapionem e non anche, invece, conseguenza di un atteggiamento di mera tolleranza da parte dell’altro compossessore, risultando necessario, a fini della usucapione, la manifestazione del dominio esclusivo sulla res communis da parte dell’interessato attraverso un’attività durevole, apertamente contrastante ed inoppugnabilmente incompatibile con il possesso altrui, gravando l’onere della relativa prova su colui che invochi l’avvenuta usucapione del bene […]. In particolare, il coerede che dopo la morte del de cuius sia rimasto nel possesso del bene ereditario, può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso; a tal fine, egli, che già possiede animo proprio ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il coerede goda del bene in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui e tale da evidenziare una inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus, non essendo sufficiente che gli altri partecipanti si astengano dall’uso della cosa comune". N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 29 LA BOLLETTA DELL'ACQUA, GLI AUMENTI La notizia ha già scatenato un fiume di polemiche: ebbene sì, sono previsti aumenti per la bolletta dell'acqua, ma siamo sicuri che sarà una stangata? Ecco, vorrei spiegare i perché dei rincari e cosa andrebbe fatto per dare ossigeno alle famiglie li aumenti sono conseguenza dell'introduzione del nuovo metodo tariffario da parte dell'Autorità per l'Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico che provocherà un rincaro medio del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015 per la gran parte dei clienti domestici. Detto così sembra una enormità, ma per evitare di dar fiato alle trombe (come pure stanno facendo molti miei colleghi delle altre Associazioni di consumatori), sarebbe bene capire cosa accade. Il nuovo metodo tariffario idrico, in realtà, cerca di omogeneizzare gradualmente i criteri di determinazione delle tariffe idriche (e i costi che in esse devono essere compresi), attualmente assai diversi fra loro a seconda del territorio. Inoltre questa riforma mira ad evitare che nelle tariffe siano compresi costi impropri G E LE SOLUZIONI (es. depurazione anche se non viene fatta) e dall'altro a facilitare gli investimenti necessari a ristrutturare la rete idrica che è un vero e proprio colabrodo (oltre 30% di perdite). Gli aumenti in bolletta, dunque, derivano dagli investimenti da fare nella rete idrica nei prossimi 4 anni per circa 4,5 MLD Euro, ma per i consumatori si stimano rincari nell'ordine dei 10/15 euro l'anno a famiglia. Dunque non si tratta di una "stangata", termine caro a certo consumerismo guerrafondaio... E' ora di finirla con questo populismo, Piuttosto, questo sì, sarebbe il caso che l'Autorità dell'energia tenga gli occhi ben aperti vigilando affinché gli investimenti previsti siano effettivamente realizzati dalle imprese: sapete che il 30% dell'acqua pagata dagli utenti viene perduta a causa di una rete che è un colabrodo? Poi, sappiamo bene che alcune famiglie sono in grave difficoltà: per questo ci sembra prioritario, estendere a tutte le famiglie bisognose il Bonus Idrico, in modo che a nessuno sia tolta la fornitura dell’acqua. Su questo piano l'Autorità sta svolgendo un'indagine per verificare i diversi bonus esistenti per poi fare una proposta di omogeneizzazione, ma ci sembra che si stia facendo ancora troppo poco e che i tempi previsti siano troppo lunghi. Infine è fondamentale risolvere il problema delle bollette di conguaglio, sempre troppo numerose e con importi rilevanti, che mettono in crisi le famiglie. Queste sopra elencate, sono le proposte dell'Unione Nazionale Consumatori per non fare un buco nell'acqua! E' ora di finirla con le promesse di Pulcinella degli operatori telefonici, bravi a lanciare offerte mirabilanti, poi modificate con messaggi sms a tradimento TELEFONIA: CONDANNATA WIND DALL'AUTORITÀ ANTITRUST di Monisat a decisione dell'Antitrust che ha condannato WIND al pagamento di 200 mila euro conseguentemente al comportamento posto in essere dall'operatore, che ha rimodulato unilateralmente il piano tariffario agevolato, è da approvare, anche in relazione al fatto che lo stesso professionista aveva indicato una durata predeterminata. Il caso si riferisce alla promozione "Wind all L 30 N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 inclusive digital Special Edition", offerta a prezzo fisso per la durata di 5 anni e modificata poi prima del decorso di tale termine. In pratica Wind modificava le condizioni contrattuali dell'offerta "WIND All inclusive Digital Special Edition", aumentando il prezzo mensile da 5,04 euro a 7 euro (circa il 40%), rendendo note tali variazioni solo con un sms inviato ai clienti (e con un avviso sul proprio sito), ma non permettendo agli utenti di mantenere le originarie condizioni. www.ilconsumatore.eu COPERTURA 4G QUESTA SCONOSCIUTA Esistono diverse iniziative pubbliche che promuovono il risparmio energetico, alcune delle quali si ripetono nel tempo e sono molto seguite. E' bello, ad esempio, stare per una sera al lume di candela invece di accendere la luce. Ma se ci chiedessero di stare per un giorno senza telefono e senza internet come reagiremmo? Nel risparmio domestico rientra quindi anche l'attenzione al telefono. Per riuscire ad ottimizzare i costi al meglio è consigliabile confrontare le migliori offerte di telefonia (alla pagina http://telefonia.supermoney.eu/), in modo da trovare quella più conveniente considerando costo e qualità del servizio rmai il telefono di casa non basta più, infatti anche quando siamo fuori abbiamo la necessità di essere raggiungibili, di conseguenza è premura di tutti munirsi anche di un cellulare. La maggior parte delle persone, poi, ne sceglie uno di ultima generazione, e ci si arrabbia quando non c'è campo o la connessione è lenta e poco efficiente. Per strada avremo sicuramente notato i cartelloni pubblicitari che sponsorizzano la nuova copertura della rete 4G (http://it.wikipedia.org/wiki/4G_(telefonia)), che finalmente tutti gli operatori di telefonia hanno reso disponibile. Il 4G, nell'ambito della telefonia mobile, è una tecnologia digitale che permette ai dispositivi mobili di sfruttare al meglio il trasferimento di dati e la connessione a internet, fornendo un migliore servizio sia per le telefonate che per l'invio di messaggini e di email. E' una storia che ci porta indietro di quasi dieci anni quella della copertura della rete 4G. E' iniziata in Giappone nel 2005, e nel 2014 è diventata realtà. Ci sono, come sempre, i pro e i contro del caso ogni volta che viene introdotta una novità, che appartenga o meno all'ambito CODICE DENOMINAZIONE DI ORIGINE DEI VINI O 32 della tecnologia. In questo caso quello a cui gli utenti devono stare attenti è l'aggiornamento dei dati che i diversi operatori di telefonia offrono. I numeri riguardanti la copertura di rete infatti non sono sempre precisi e completi, in quanto le compagnie tendono a raccogliere solamente i dati percentuali relativi alla copertura outdoor, quella fuori casa, e non si occupano di quella indoor, che di solito è sempre peggiore a causa delle frequenze utilizzate dai diversi operatori. Più alte sono le frequenze, peggiore è la qualità della copertura, perché non riescono a penetrare agevolmente le pareti. Oltre a questo, l'aggiornamento dei dati di copertura forniti dalle compagnie telefoniche e disponibili alla consultazione non è sempre affidabile, bisogna controllare bene il periodo a cui si riferiscono, perché spesso tendono ad essere datati e quindi non più validi per il presente. Inoltre le percentuali non sempre coinvolgono tutti i territori in cui il numero di residenti è basso ma il viavai di persone è alto, come le località turistiche, in cui spesso la rete non è ottima. Il 99,8% della popolazione però è raggiunto almeno dal 2G. Anche per quanto riguarda il 3G la copertura di rete è molto elevata, arrivando al 97%. Il 4G si attesta al 72%, che è già un dato ottimo. C'è un fattore a cui gli utenti devono prestare particolare attenzione, oltre all'aggiornamento dei dati. E' importante infatti informarsi bene sulla qualità della copertura fornita dai diversi operatori. Perché se si tende troppo al risparmio si rischia anche di non avere una copertura adeguata. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 ’Unione Italiana Vini propone la nuova edizione del Codice delle Denominazione di Origine dei Vini, aggiornato a tutto il 2014. Un testo unico nel panorama editoriale italiano, indispensabile per tutti gli addetti ai lavori: enologi, agronomi, aziende vinicole, organizzazioni di categoria, istituti superiori ed universitari ad indirizzo vitivinicolo, giuristi del vino. Attualmente l’intero comparto dei vini a denominazioni di origine annovera 405 vini DOP, di cui 73 DOCG e 332 DOC, e 118 vini a IGT. Per ogni denominazione il volume riporta il disciplinare di produzione, oltre ad un indice cronologico di tutta la parte legislativa con i regolamenti, leggi, decreti e circolari interpretative, reperibili su internet nel sito dell’UIV. Questa edizione è la prima che non riporta l’altra firma storica di Giuseppe Caldano che purtroppo, dopo aver lavorato alle precedenti edizioni con l’amico e collaboratore Antonio Rossi, spetta al comune amico di continua nell’aggiornamento del volume. Prezzo: 290 euro (iva compresa). Per informazioni: U.I.V. Via San Vittore al Teatro, 3 – 20123-Milano Tel. 02/72222881 – mail: [email protected] L www.ilconsumatore.eu Il Garante della privacy ha espresso parere favorevole su due schemi di convenzione che consentiranno il funzionamento del sistema di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo, con particolare riferimento ai furti di identità l sistema, basato su un archivio centrale informatizzato, sarà gestito da Consap Spa su incarico del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) e consentirà, tra l’altro, di consultare le banche dati di numerosi enti pubblici (Agenzia delle Entrate, Ministero dell’interno, Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, INPS, INAIL) per scoraggiare fenomeni di sostituzione di persona, ad esempio con la falsificazione di documenti. La prima convenzione definisce le regole a cui devono sottostare le società che ricevono una domanda di finanziamento o altri servizi, i cosiddetti aderenti diretti (banche, intermediari finanziari, fornitori di servizi di comunicazione elettronica o di altri servizi, imprese di assicurazione) per poter accedere al sistema. Le società potranno così verificare l’autenticità dei dati contenuti nella documentazione presentata dalla persona richiedente e controllare eventuali informazioni relative a I FURTI DI IDENTITÀ: VIA LIBERA AL SISTEMA DI PREVENZIONE rischi di frode in corso o frodi già perpetrate. La seconda convenzione regola invece l’attività dei cosiddetti aderenti indiretti - ovvero i gestori di sistemi di informazioni creditizie (SIC) e le imprese che offrono servizi assimilabili - che le banche e gli altri aderenti diretti possono incaricare come loro intermediari per accertare, tramite il sistema, la veridicità della documentazione presentata. Vista la particolare delicatezza delle informazioni trattate sono state previste, anche su indicazione del Garante, precise misure al fine di impedire eventuali trattamenti illeciti dei dati delle persone che desiderano usufruire del credito al consumo. Le società potranno utilizzare solo i dati pertinenti e non eccedenti, necessari al perseguimento delle specifiche finalità indicate nel regolamento di attuazione del sistema di prevenzione e nelle specifiche convenzioni inerenti il settore commerciale di appartenenza. Tutti i soggetti coinvolti dovranno inoltre proteggere i dati personali con adeguate misure di sicurezza e potranno conservali solo per il tempo strettamente necessario. Questa iniziativa è già un notevole passo in avanti per ostacolare le frodi attuate con i furti di identità che causano notevoli inconvenienti ed anche diversi problemi di credibilità per gli ignari consumatori coinvolti. Dovrebbe essere consentito anche l'accesso all'anagrafe dei Comuni per la verifica del rilascio del documento di identità, come è auspicabile che la consultazione della banca dati del Ministero dell'Interno consenta di verificare i dati dell'eventuale passaporto. Di estrema rilevanza, inoltre, il trattamento dei dati sensibili da parte degli operatori autorizzato all'accesso alle banche dati. Ciò per evitare abusi incontrollabili. Secondo i dati resi noti dall'Istat il tasso di disoccupazione ad ottobre è salito al 13,2%, il massimo storico, ossia il valore più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa). Non sono migliori i dati sull'inflazione che a novembre risale allo 0,2% reoccupa il rialzo del carrello della spesa e dei prodotti alimentari in particolar. Quanto alla disoccupazione il dato dimostra che l'ottimismo del Governo rispetto ai dati del mese scorso era decisamente prematuro. Il fatto, come ha dichiarato il ministro Padoan, che nel 2015 ci sarà una crescita positiva dopo 3 anni di recessione non può bastare per abbassare il drammatico dato dei P 34 disoccupati. La dura realtà è che una crescita dello 0,5%, come quella prevista per il 2015, non potrà che avere effetti bassissimi sull'occupazione, considerato che in questo momento anche chi lavora è sottoutilizzato. Solo quando i consumi delle famiglie decolleranno ci potrà essere una significativa riduzione della disoccupazione. Per l'Unione Nazionale dei Consumatori un N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 aumento dei prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto pari allo 0,2%, nonostante sia basso, determina comunque, per la sola spesa di tutti i giorni, un aggravio pari a 28 euro per una coppia con un figlio. Un pensionato, invece, spenderà 15 euro in più su base annua. www.ilconsumatore.eu Garante per la privacy ha approvato un quadro unitario di misure e accorgimenti di carattere tecnico, organizzativo e procedurale per mantenere alti livelli di sicurezza nell'utilizzo di particolari tipi di dati biometrici, semplificando tuttavia alcuni adempimenti. L'intervento dell'Autorità si è reso necessario alla luce della crescente diffusione di dispositivi biometrici, anche incorporati in prodotti di sario invece in ambito pubblico, se devono esselargo consumo re perseguite specifiche finalità istituzionali. Dovranno comunque essere resi disponibili empre più spesso infatti aziende e pubbliche sistemi alternativi (cartacei o digitali) di sottoamministrazioni si servono di dati biometri- scrizione, che non comportino l'utilizzo di dati ci, come le impronte digitali, la topografia biometrici. della mano o le caratteristiche della firma autografa, per il controllo degli accessi, per l'autenticazione degli utenti (anche su pc e tablet) o per la sottoscrizione di documenti informatici. Nel provvedimento generale -adottato a seguito di una consultazione pubblica e in corso di pubblicazione sulla G.U. con le allegate Linee guida e un modulo per la comunicazione all'Autorità di violazioni dei sistemi biometrici- il Garante ha individuato alcune tipologie di trattamento che, per le specifiche finalità perseguite, presentano un livello ridotto di rischio e non necessitano più della verifica preliminare da parte dell'Autorità. La semplificazione riguarderà solo le specifiche tipologie di trattamento che dovranno in ogni caso essere effettuate nel rispetto delle rigorose misure di sicurezza individuate dal Garante, e comunque rispettando i presupposti di legittimità previsti dal Codice privacy, in particolare informando sempre gli interessati sui loro diritti, sugli scopi e le modalità del trattamento: PRIVACY: NUOVE REGOLE PER IMPRONTE DIGITALI E FIRMA GRAFOMETRICA S • AUTENTICAZIONE INFORMATICA Le caratteristiche biometriche dell’impronta digitale o dell’emissione vocale di una persona possono essere utilizzate come credenziali di autenticazione per l’accesso a banche dati e sistemi informatici. Tale trattamento può essere effettuato anche senza il consenso dell’utente. • CONTROLLO DI ACCESSO FISICO AD AREE "SENSIBILI" E UTILIZZO DI APPARATI E MACCHINARI PERICOLOSI Le caratteristiche dell'impronta digitale o della topografia della mano potranno essere trattate per consentire l'accesso ad aree e locali ritenuti “sensibili” oppure per consentire l'utilizzo di apparati e macchinari pericolosi ai soli soggetti qualificati. Tale trattamento può essere realizzato anche senza il consenso dell’utente. • SOTTOSCRIZIONE DI DOCUMENTI INFORMATICI L’analisi dei dati biometrici associati all'apposizione a mano libera di una firma autografa potrà essere utilizzata per la firma elettronica avanzata. Questa modalità è però consentita solo con il consenso degli interessati, consenso non neces- www.ilconsumatore.eu • SCOPI FACILITATIVI L’impronta digitale e la topografia della mano potranno essere utilizzate anche per consentire l'accesso fisico di utenti ad aree fisiche in ambito pubblico (es. biblioteche) o privato (es. aree aeroportuali riservate). Anche in questo caso l’utilizzo è consentito solo con il consenso degli interessati. Dovranno comunque essere previste modalità alternative per l’erogazione del servizio per chi rifiuta di far utilizzare i propri dati biometrici. Ogni sistema di rilevazione dovrà essere configurato in modo tale da raccogliere un numero limitato di informazioni (principio di minimizzazione), escludendo l'acquisizione di dati ulteriori rispetto a quelli necessari per il conseguimento della finalità perseguita. Ad esempio, in caso di autenticazione informatica, i dati biome- trici non dovranno essere trattati in modo da poter desumere anche informazioni di natura sensibile dell’interessato. Tra le numerose misure di sicurezza individuate dal Garante vi è quella che obbliga a cifrare il riferimento biometrico con tecniche crittografiche, con una lunghezza delle chiavi adeguata alla dimensione e al ciclo di vita dei dati. Particolare attenzione è inoltre rivolta alla messa in sicurezza dei dispositivi mobili (come tablet o pc) che potrebbero più facilmente essere compromessi o smarriti. Anche al fine di prevenire eventuali furti di identità biometrica, tutte le violazioni dei dati o gli incidenti informatici (“data breaches”) che possano avere un impatto significativo sui sistemi biometrici o sui dati personali custoditi, dovranno essere comunicati da chi detiene i dati al Garante entro 24 ore dalla scoperta, così da con- sentire di adottare opportuni interventi a tutela delle persone interessate. A tal fine è stato predisposto un modulo che consente di semplificare il predetto adempimento. Sono esclusi dalle modalità semplificate individuate nel provvedimento del Garante i trattamenti che prevedono la realizzazione di archivi biometrici centralizzati, per i quali continuerà ad essere obbligatorio richiedere una verifica preliminare. Rimane in vigore anche l’obbligo di notificazione al Garante per i trattamenti non esplicitamente esclusi dal provvedimento, come quelli effettuati da esercenti le professioni sanitarie e da avvocati. Per le verifiche preliminari in corso sono state previste specifiche disposizioni transitorie. Fonte: Garante protezione dei dati personali N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 35 IL DIRITTO DI CHIAMATA Il diritto di chiamata consiste nel corrispettivo che si deve pagare ad un tecnico per il semplice fatto che si sia recato presso il domicilio del cliente, in caso di guasti e malfunzionamenti del prodotto, a prescindere dal fatto che abbia eseguito o meno operazioni di riparazione sul bene oggetto della chiamata el diritto di chiamata viene ricompreso, ad esempio, il tempo perso per strada per raggiungere il luogo dell'intervento (spesso dall'altra parte della città nell'orario più critico), la benzina, l'usura del mezzo in generale e tante altre spese vive della giornata. La disciplina del diritto di chiamata cambia a seconda del fatto che l'oggetto della chiamata consista in un bene coperto dalla garanzia o meno. Quando si N acquista un bene ed esso si rivela difettoso entro due anni dall'acquisto, il consumatore può chiedere al venditore ovvero all'esercizio commerciale dove ha acquistato il bene di ripararlo o di sostituirlo, assolutamente senza spese. In tali casi, non possono mai gravare sul consumatore le spese necessarie per la spedizione, per la mano d'opera e per i materiali necessari alla riparazione/sostituzione del bene. Pertanto, in questo caso il diritto di chiamata non può e non deve essere richiesto al cliente da parte del produttore o chi per lui. Per quanto riguarda, invece, l'intervento del tecnico per la riparazione di beni non in garanzia e cioè beni che si rivelano difettosi dopo che siano trascorsi due anni dall'acquisto, è previsto che si debba pagare un corrispettivo per la prestazione di mano d'opera e anche la semplice chiamata del tecnico, a prescindere dal fatto che abbia o meno eseguito operazioni sul bene. In questo caso il diritto di chiamata non è regolato da una normativa nazionale, ma è disciplinato dagli usi e dai regolamenti locali degli artigiani. Le tariffe professionali e i costi medi degli interventi degli artigiani sono consultabili presso la Camera di Commercio di ogni Provincia. SCUOLA: RIPETIZIONI, COME RISPARMIARE? Per risparmiare sulle ripetizioni, - in questo periodo che sono arrivo le pagelle - l'ideale sarebbe che le scuole si attivassero per organizzare i corsi di recupero, ma in tempi di spending review, le risorse sono ridotte all'osso, per questo la spesa ricade sulle famiglie, già duramente provate dai costi di libri e corredo scolastico egli ultimi anni il costo delle ripetizioni per uno studente delle superiori è aumentato di circa il 17,86%. Oggi per un’ora di lezione si spendono in media intorno ai 25 euro, ma sul prezzo incidono due componenti importantissime: la materia e l’insegnante. Se, per esempio, ad insegnare greco o matematica, considerate come le materie più ostiche dagli studenti, ci si rivolge ad un professore di ruolo l’ora può costare anche 35-37 euro; la spesa scende intorno ai 20-25 euro se il tutor è uno studente universitario (oppure se la materia è tra le meno impegnative). Costi variabili anche a seconda della classe dello studente: preparare un ragazzo alla maturità costerà di più che colmare le lacune di uno studente del primo anno di liceo. A volte sono gli alunni delle scuole medie ad avere bisogno di una mano per lo svolgimento dei compiti o per ripetere la lezione: N 36 in questo caso il costo oscilla tra i 10 e i 15 euro l’ora. Prima di procedere nella ricerca di un professore per aiutare i figli che hanno problemi a scuola, è bene verificare se lo studente ne abbia davvero bisogno: in alcuni casi basterà che si organizzi con un compagno più bravo per recuperare facilmente. Se si ritiene, invece, che il supporto esterno sia indispensabile, è necessario valutare l'opzione più adatta al ragazzo: le ripetizioni collettive, ad esempio, potrebbe invogliare lo studente a passare qualche ora in più sui libri (oltre ad essere più economiche), ma non devono diventare un elemento di distrazione. Scegliendo uno studente universitario piuttosto che un professore di liceo, poi, si può risparmiare anche il 50 per cento, così come andare a domicilio costa meno di far venire il professore a casa (a patto che non N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 si perda troppo tempo per raggiungere la destinazione). Anche la sharing economy potrebbe essere un'opportunità: in tempi di condivisione si potrebbero mettere al servizio di altri i propri talenti (può bastare cucire, stirare o sapere fare buone torte), in cambio di lezioni gratuite per il figlio. www.ilconsumatore.eu Possiamo fidarci di chi vende prodotti o servizi sul web? Si risparmia davvero aggiudicandosi l'asta online per acquistare un oggetto a un prezzo apparentemente stracciato? E' rischioso pagare su Internet con la carta di credito? Sono queste alcune delle domande che più spesso i consumatori rivolgono al nostro Sportello E-commerce dedicato agli "Acquisti online" sul sito www.consumatori.it DIECI REGOLE PER L'E-COMMERCE empre più italiani, per risparmiare, ma anche semplicemente per comodità, acquistano sul web prodotti tecnologici, libri, abbigliamento, vacanze, biglietti per i concerti, cibo e quant'altro; spesso su Internet si fanno dei veri affari, ma è bene ricordare che, sia quando si acquista un paio di scarpe online che quando si scarica un'app, siamo consumatori (esattamente come lo siamo al negozio sotto casa) e dunque abbiamo una serie di diritti e doveri, come in qualsiasi atto di consumo. Ecco dunque un rapido decalogo per gli acquisti online per evitare fregature: 1 acquistate solo su siti ad alto standard protetti da sistemi di sicurezza internazionali come SSL e SET, riconoscibili dalla certificazione e dal lucchetto chiuso; S 2 confrontate le varie offerte prima di procedere all'acquisto, cercando anche in Rete maggiori dettagli sui prodotti/servizi o la reputazione del venditore; 3 non fatevi prendere dalla fretta o dall'ansia; molti siti giocano su una comunicazione emotiva: timer che scadono, avvisi che l'articolo è in esaurimento, etc. E' il caso di ignorarli; 4 diffidate dalle offerte estremamente vantaggiose (potrebbero essere siti che "giocano" con l'IVA o di incerta provenienza); 5 non fatevi attrarre dallo sconto, ma chiedetevi sempre se state acquistando quello che davvero stavate cercando; 6 controllate il prezzo finale del prodotto o servizio comprensivo di spese di spedizione e altri costi aggiuntivi (è illegittima la maggiorazione per l'uso della carta di credito); 7 controllate le date di consegna per scongiurare il rischio che il vostro acquisto non arrivi per tempo, se si tratta di un regalo o arrivi in un periodo in cui siete fuori casa (ad esempio durante le vacanze estive); 8 stampate una copia dell'ordine e della pagina contenente l'offerta; 9 trasmettete i dati economici solo quando sono rispettate le condizioni di sicurezza e non comunicate mai i riferimenti o altri dati personali via email; 10 ricordate che anche comprando online vale il diritto di recesso, da esercitare entro 14 giorni dalla data di consegna del prodotto o dalla sottoscrizione del contratto. TRIPADVISOR: SANZIONE ESEMPLARE ’UNC è pienamente soddisfatta dell'attività dell'Autorità Antitrust che ha applicato una sanzione esemplare. Da tempo agli sportelli dell’Associazione si ricevevano segnalazioni da parte di consumatori che lamentavano la non veridicità di alcune recensioni: c'è chi racconta di ristoranti spacciati per templi dell'alta cucina che si sono rivelati autentiche bettole, alberghi raccomandati per le famiglie che si trovavano in realtà nelle zone rumorose della L www.ilconsumatore.eu movida, bed and breakfast consigliati per la vicinanza, ma che si scoprono lontani chilometri dal centro Di per sé TripAdvisor rappresenta un'idea meravigliosa e sarebbe uno strumento utile nell'orientare le scelte dei consumatori, ma è evidente che, se ne viene fatto un uso distorto, se ne pregiudica la validità. La sanzione rappresenta dunque un risultato storico anche perché la veridicità delle recensioni è fondamentale sia per tutelare i consumatori, sia per la credibilità degli stessi albergatori. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 37 Quando arriva il freddo ecco i consigli su come far funzionare il riscaldamento domestico nel migliore dei modi e come dare un taglio alla bolletta non bastano mai COME RISPARMIARE SUL RISCALDAMENTO e battere i denti non fa bene, anche l'eccessivo caldo crea problemi alla salute: un giusto compromesso tra salute, portafoglio e ambiente è quello di tenere durante il giorno la temperatura tra i 19 e i 20 gradi. Anche se ci sono bambini, ciò che conta è che l'appartamento non sia freddo: superare i 24 gradi non è l'ideale per un bambino, anzi, al contrario, può essere pericoloso per la sua salute. Inoltre, un solo grado in più fa aumentare i consumi dell'8%. Se il riscaldamento è autonomo, di notte la caldaia va spenta e programmata per la riaccensione un paio d'ore prima della sveglia mattutina. Le case italiane consumano troppa energia per il riscaldamento, poiché molte sono state costruite senza tenere in considerazione l'efficienza energetica, tanto che in media si consumano tra i 140 ed i 170 kwh/m2 anno. Per meglio comprendere questo dato, basti pensare che esistono oggi tecnologie costruttive ed impiantistiche che consentono di abbassare i stre, le pareti, i solai ed il tetto. 2. Le finestre e le porte vetrate forniscono luce ed aria alle stanze e favoriscono gli apporti temici gratuiti del sole nella casa. Tuttavia, se non hanno ancora i doppi vetri possono disperdere il calore della casa, anche se l'edificio è sufficientemente isolato nelle sue parti murarie. L'intervento più risolutivo consiste nella sostituzione dei serramenti con altri predisposti di doppi vetri: l'intercapedine tra i due strati di vetro (vetrocamera) serve a ridurre il passaggio di calore. 3. L'efficienza della caldaia è fondamentale per risparmiare energia e per ridurre le emissioni inquinanti. Le caldaie a condensazione sono più efficienti di quelle tradizionali, perché recuperano il calore disperso nel camino e lo riutilizzano nel riscaldamento. Il loro costo è superiore del 30-40 per cento ai modelli tradizionali, ma la spesa viene ammortizzata nel giro di pochissimo tempo in quando rendono almeno il 20-30% in più. 4. Le valvole termostatiche installate sui caloriferi rendono indipendente il funzionamento dei vari termosifoni all'interno dell'abitazione, a) la potenza complessiva delle caldaie autonome installate è sproporzionata rispetto alle esigenze energetiche dell'edificio; b) i costi di manutenzione sono più elevati; c) la sicurezza è inferiore. La legge vieta l'installazione degli impianti autonomi negli edifici di nuova costruzione con più di 4 abitazioni. Nell'impianto di riscaldamento del condominio è importante che la caldaia sia dimensionata secondo il reale fabbisogno termico dell'edificio. Se nella centrale termica del condominio vi è installata una caldaia di tipo tradizionale, anche se funziona ancora bene, conviene sostituirla con una caldaia a condensazione in cascata, che ottimizza al meglio il consumo di combustibile. Per ottenere ulteriori risparmi di energia, nelle abitazioni condominiali è altresì opportuno installare le valvole termostatiche su ciascun radiatore ed un sistema di contabilizzazione individuale del calore. In sostanza, un impianto di riscaldamento centralizzato è energeticamente efficiente quando ha: I una caldaia dimensionata secondo il reale fabbisogno termico dell'edificio; II una caldaia a condensazione in cascata, invece di una sola caldaia tradizionale; III la termoregolazione autonoma di ogni abitazione, dove ogni radiatore ha installato ripar- consumi per il riscaldamento anche del 3040%, mantenendo le medesime condizioni di comfort. Quindi anche nelle case esistenti si possono ridurre gli attuali consumi, utilizzando le tecnologie ed i nuovi materiali disponibili, insieme ad un'attenta gestione dell'impianto di riscaldamento. Ecco allora qualche utile consiglio per verificare se il proprio impianto di riscaldamento è efficiente, oppure se ha bisogno di interventi per migliorarlo e risparmiare energia. 1. La nostra abitazione è bene isolata? Un edificio male isolato fa aumentare le spese per il riscaldamento e per il condizionamento estivo, perché disperde il calore attraverso le fine- poiché regolano automaticamente l'afflusso di acqua calda in ciascun termosifone, sulla base alla temperatura scelta ed impostata nella manopola graduata. La valvola si chiude mano a mano che la temperatura della stanza si avvicina a quella desiderata, dirottando l'acqua calda verso gli altri radiatori ancora aperti. Impostando temperature differenziate nelle varie stanze, si ottiene una corretta gestione del comfort secondo le diverse necessità degli abitanti della casa. 5. L'impianto di riscaldamento autonomo è economico quando serve una villetta unifamiliare o piccoli edifici di 3–4 abitazioni. Negli edifici maggiori è antieconomico perché: titori di calore e valvole termostatiche; IV la contabilizzazione individuale del calore, gestita da una Società specializzata, che legge i dati e ripartisce i costi sulla base dei consumi effettuati da ciascuna famiglia. Attualmente è assai conveniente realizzare interventi di riqualificazione energetica degli edifici, poiché il 65% dei costi sostenuti può essere detratto dall'IRPEF. Ricordiamo infine che è comunque consigliabile far effettuare da un professionista indipendente una Analisi Energetica Dettagliata dell'edificio, prima di decidere gli interventi da fare e di affidare l'incarico all'impresa che dovrà eseguire i lavori. P.I. S 38 N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 www.ilconsumatore.eu ARRIVA L'INVERNO OCCHIO AL RISCALDAMENTO! Il 12 luglio del 2013 è entrato in vigore il DPR 74 che aggiorna e modifica i tempi e le modalità dei controlli per l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento e di climatizzazione a novità principale consiste nel nuovo libretto di impianto che terrà conto di tutti gli impianti di climatizzazione presenti nelle nostre abitazioni sia quelli per il riscaldamento che quelli per la climatizzazione estiva. Il mantenimento in efficienza degli impianti di riscaldamento e climatizzazione delle abitazioni, in particolare della caldaia, assicura nel corso degli anni costi di gestione e bollette energetiche più bassi, minor consumo e inquinamento, regolarità di funzionamento e maggiore sicurezza per le nostre case. L Per assicurare il miglior esercizio, la legge obbliga i cittadini a far eseguire i controlli per l'efficienza energetica sui loro impianti secondo le scadenze temporali indicate nella sottostante tabella (e comunque sulla base delle disposizioni locali). Per svolgere i controlli il cittadino deve rivolgersi a un tecnico abilitato che deve eseguirli nel rispetto delle regole dell'arte e delle normative vigenti. Il controllo va esteso alla sicurezza della caldaia e dell'impianto a gas. Al termine delle operazioni di controllo e dell’eventuale manutenzione, il tecnico ha l'ob- bligo di redigere e sottoscrivere il rapporto di controllo previsto dalla legge, di consegnarlo al cittadino e di trasmetterne copia all'Autorità competente (Comune o Provincia) per lo svolgimento degli accertamenti. Il cittadino deve conservare il rapporto del manutentore insieme al libretto dell'impianto o della centrale. Infine, anche se non è un obbligo di legge, per una maggiore sicurezza, sarebbe opportuno far controllare l'efficienza delle caldaiette autonome a gas, ogni anno prima dell'accensione del riscaldamento invernale. LE VALVOLE TERMOSTATICHE Le valvole termostatiche consentono di governare separatamente la temperatura in ogni stanza, regolando la quantità d'acqua calda che arriva al termosifone: quando la stanza raggiunge la temperatura desiderata, la valvola chiude l'ingresso dell'acqua calda al termosifone, per dirottarla verso gli altri corpi radianti n questo modo, non solo è possibile ottenere la temperatura voluta stanza per stanza (impostandola sulla graduazione della valvola), ma si può sfruttare anche il calore proveniente, per esempio, dalla migliore esposizione al sole della stanza, ovvero dalla presenza di altre fonti di calore (fornelli di cucina, altre persone nel locale, ecc.). Si ottiene così, oltre a un maggior I www.ilconsumatore.eu comfort termico, anche un risparmio in bolletta dell'ordine del 10%. L'installazione delle valvole termostatiche è possibile anche in un impianto di riscaldamento già esistente ed ha un costo abbastanza contenuto (circa 30 ¤ per ciascuna valvola) nel caso in cui il radiatore sia già predisposto per l'installazione. Tale importo sale a 70 ¤ per valvola, qualora sia necessa- rio sostituire completamente il corpo valvola. L'installazione di valvole termostatiche, abbinata alla sostituzione della caldaia tradizionale con una caldaia a condensazione, è un intervento di riqualificazione energetica che rientra nei casi di applicabilità della detrazione fiscale del 55%. P.I. N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 39 ANIA SU RCA: OCCORRE TAGLIARE LE SPESE LEGALI Risparmiare sulla Rca è da sempre una delle esigenze più care ai consumatori: numerosissimi automobilisti ogni anno si ritrovano a pagare esosi premi assicurativi per circolare con il proprio mezzo privato e assicurazioni in Italia, infatti, si attestano su premi assai cospicui rispetto alla media Ue con un'inevitabile ricaduta negativa sui redditi medi degli italiani. Al fine di contenere i costi, è bene sapere che, spesso, cambiare polizza affidandosi ad una nuova compagnia consente di ridurre notevolmente la spesa. Per individuare un prodotto vantaggioso si possono mettere le assicurazioni auto più convenienti a confronto (alla pagina http://assicurazioneauto.supermoney.eu/) avendo cura di selezionare le opzioni più in linea con le abitudini e le esigenze personali. Recentemente l'Ania (http://www.ania.it/it/ index.html), l'Associazione delle Assicurazioni, al fine di consentire ai consumatori di risparmiare ulteriormente sul costo Rca, ha invitato il Governo a ridurre le spese legali legate alle assicurazioni. Il presidente dell'Ania Aldo Minucci ha affermato che intervenire in tal senso costituirebbe un'ottima opportunità per ridurre il L prezzo delle polizze. Nel dettaglio la proposta prevede che vengano ridimensionati i risarcimenti chiesti dagli avvocati in caso di riparazioni e sinistri, monitorando le truffe nel campo dei rimborsi. Tuttavia l'Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, ha interpretato le parole del Presidente dell'Ania Minucci come una provocazione. Disincentivare il ricorso alla tutela legale, infatti, potrebbe lasciare alle compagnie assicurative maggiore discrezionalità nella liquidazione del danno. Mentre si accende la diatriba tra avvocati e assicuratori, per i consumatori diviene sempre più complesso orientarsi nel mondo delle polizze e, soprattutto, gestire sinistri e danni ad essi connessi. Tra le tematiche più discusse figurano gli indennizzi per le lesioni pari o maggiori di 10 punti di invalidità permanente. Il vuoto legislativo in merito a tabelle di legge applicabili a livello nazionale per i risarcimenti da macrolesioni, crea divergenze tra regione e regione e costituisce, secondo l'Ania, dei vantag- gi a favore dei danneggiati. Non sono dello stesso avviso l'Associazione italiana familiari delle vittime della strada, AIFVS, e gli operatori di settore che lavorano a difesa dei danneggiati, che ritengono che l'applicazione di una tabella unica ridurrebbe o, potrebbe addirittura dimezzare, i risarcimenti concessi agli automobilisti che hanno subito danni. Sempre per abbattere le tariffe Rca, l'Ania vuole indurre il Governo a rendere più difficile rivolgersi al proprio carrozziere personale e assumere il controllo dei costi delle riparazioni. Al contempo ha proposto di ridurre il termine massimo per denunciare i sinistri, che attualmente è di due anni. Un lasso di tempo così vasto regalerebbe a truffatori un margine troppo ampio per organizzare e mettere su frodi ai danni delle compagnie. In definitiva, per arrivare a ridurre il costo Rca, le Assicurazioni hanno una lunga serie di proposte che occorre valutare con cura al fine di ponderare costi e benefici per i consumatori. IL REBUS DEL NOME SUL LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE E I VEICOLI CON TARGA EXTRACOMUNITARIA Molti automobilisti sono dubbiosi sullo strano caso dell'obbligo di segnalare alla Motorizzazione chi guida un veicolo intestato a terzi. In realtà la norma risale al 2010, ma è stata attuata solo recentemente, grazie a due monumentali circolari utili (si fa per dire…) a stabilire che dal 3 novembre 2014 si deve adempiere a tale obbligo di Monisat e procedure sono relativamente semplici: non sarà necessario il rinnovo della carta di circolazione, con i costi conseguenti, ma un semplice talloncino adesivo a integrazione della carta stessa, con un costo di euro 25,00. Le proteste di molti alla notizia che chi sarà sorpreso alla guida di un veicolo non a lui intestato dovrà sostanzialmente giustificare la circostanza, fanno sorridere: per come sono scritte quelle meravigliose circolari, dobbiamo chiederci come sarà concretamente applicabile la normativa? Toccherà all'utente dimostrare di non essere l'utilizzatore abituale da oltre trenta giorni di un veicolo che non gli appartiene? Dimostrazione indimostrabile: se una pattuglia della stradale fermasse uno che si trova al volante di una vettura non sua e l'a- L 40 gente gli chiedesse se la sta guidando da più di trenta giorni: quale pensate che sarebbe la risposta? E sì che il senso del provvedimento avrebbe dovuto essere una semplificazione amministrativa, evitando di dover procedere a un passaggio di proprietà, nei casi di variazioni formali nella denominazione del proprietario dell'auto: nel caso ad esempio di veicolo intestato a una Società che cambia ragione sociale; veicolo affidato dal proprietario a fronte di un comodato d'uso gratuito (ad esempio persona che si trasferisce per un lungo periodo e affida il veicolo a un conoscente non convivente per usarlo durante la sua assenza), etc. E i veicoli di famiglia? Questa è la domanda che esprime la preoccupazione di tanti giovani che guidano abitualmente la macchina acquistata dal papà oppure mogli che guidano l'utilitaria acquistata dal marito. Ma in questi casi, nessuna N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 paura: se l'intestatario del veicolo è convivente con il conducente nessun obbligo di aggiornamento della carta di circolazione. Solo se l'intestatario non è convivente, la trascrizione è necessaria, poiché l'uso del veicolo è una forma di comodato gratuito. Certo, il provvedimento risponde all'oggettiva necessità sociale di sapere con certezza chi risponde degli eventi legati alla circolazione di un autoveicolo, ma si poteva fare di più: ad esempio aprire la strada a un registro dei veicoli extracomunitari affidati a persone diverse del proprietario, stabilmente residenti in Italia, magari con l'obbligo di immatricolazione in Italia, anche per evitare discriminazioni rispetto ai veicoli italiani. Così, peraltro, si sarebbe messa la parola fine alla diffusa pratica, che ha raggiunto dimensioni non più tollerabili, di veicoli targati in un Paese dell'Europa dell'est, intestati a persone ivi residenti, ma permanentemente circolanti in Italia con premi RCA irrisori e una sostanziale impunità rispetto alle regole della circolazione stradale. Ecco, se così fosse, saremmo disposti a sorbirci un'altra ondata di burocrazia da parte della Motorizzazione civile. Ma almeno sarebbe utile! www.ilconsumatore.eu Sono numerosissimi i consumatori che si affidano al proprio mezzo privato per circolare dentro e fuori città, tuttavia gran parte delle volte tra pedaggi, parcheggi e spese per la polizza Rca ed il bollo gli italiani sono costretti a sborsare centinaia di euro l'anno per un ammontare complessivo di gran lunga superiore rispetto alla media europea. Da anni Governo ed associazioni dei consumatori lavorano al fine di rendere il mercato assicurativo maggiormente competitivo ed accessibile. Per limitare le spese, coloro che si accingono a stipulare una nuova polizza possono porre le assicurazioni auto più vantaggiose a confronto sul portale di comparazione Supermoney.eu alla pagina: http://assicurazioneauto.supermoney.eu/ CODICE DELLE ASSICURAZIONI, COSA PREVEDE IL TESTO DEL DDL A partire dal 2015 il mercato delle polizze potrebbe subire importanti revisioni a causa della riforma del Codice delle assicurazioni il cui ddl è stato recentemente depositato alla Camera dei Deputati con prima firmataria Sara Moretto, esponente del Pd. Il ddl nasce dalle sollecitazioni dei carrozzieri di Cna, Confartigianato e Casartigiani con il fine di tutelare gli interessi di categoria ma anche degli automobilisti per mezzo della sostanziale riduzione dei premi assicurativi. Il primo punto del ddl sul Codice delle assicurazioni riguarda lo stop al rimborso diretto del danno, ovvero gli automobilisti non potranno più chiedere il risarcimento alla propria compagnia che poi andrà a rivalersi su quella del responsabile del sinistro. Tale norma, introdotta dal decreto legislativo del 2005, entrato in vigore nel 2007, avrebbe dovuto ridurre costi e tempistiche ma di fatto, secondo uno studio dell'Antitrust del 2013 non ha avuto alcuna ricaduta positiva su premi e costi di riparazione. Inoltre sarà d'obbligo, per chi subisce un danno, riparare l'auto danneggiata entro un massimo di 60 giorni, chi trasgredirà da questo limite, subirà come sanzione una segnalazione al Ministero dei Trasporti che valuterà le eventuali penali del caso. Gli automobilisti saranno del tutto liberi di rivolgersi ad un centro o un’officina a propria scelta senza www.ilconsumatore.eu che la compagnia fornisca indicazioni in merito. Secondo Cna, Confartigianato e Casartigiani, infatti, le clausole imposte dalle compagnie riguardanti le riparazioni presso officine convenzionate risultavano essere dannose ai fini della concorrenza imponendo tariffe orarie, costi del lavoro e dei materiali altamente limitativi. Al contrario si legge nel testo del decreto legge, lasciando piena scelta agli assicurati ci si auspica una "standardizzazione dei costi delle riparazioni, che andrebbe a vantaggio soprattutto dei cittadini che acquisirebbero il valore della trasparenza e, quin- di, darebbe loro il potere di confrontare e scegliere le condizioni ritenute migliori". N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 41 ICQRF: A DIFESA DEI CONSUMATORI E DEL MADE IN ITALY L'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), è una struttura centrale dello Stato che opera per reprimere e prevenire i reati di contraffazione e frodi alimentari lungo tutta la filiera di produzione. Ha anche il compito di vigilare sulle attività dei vari organi di certificazione dei prodotti biologici e di quelli tipici. E' presente su tutto il territorio nazionale e si avvale di sei laboratori per effettuare le analisi sui campioni di alimenti prelevati durante le indagini. Nel 2013 ha effettuato oltre 36.000 controlli, per un totale di circa 55.000 prodotti controllati. I prodotti risultati irregolari sono stati il 8,9 % 'ICQRF agisce prevalentemente su obiettivi definiti in precedenza, in base a un'approfondita analisi del rischio, su cui esiste qualche sospetto di attività non conformi alle norme di legge. Anche se il lavoro dell'ICQRF riguarda tutte le filiere di L colarmente sensibile alle frodi che danneggiano non soltanto i consumatori, ma anche i produttori che si comportano correttamente. Le aumentate richieste di alimenti biologici e il loro maggiore prezzo rispetto agli alimenti convenzionali, hanno infatti "stimola- produzione degli alimenti, particolare attenzione viene dedicata al settore vinicolo ed a quello oleario. Infatti proprio i vini e gli oli di oliva sono tra i più soggetti a contraffazioni e frodi. Non sono infrequenti purtroppo i casi di false denominazione di origine e tipicità che comunque sono state scoperte e denunciate all'Autorità Giudiziaria. Otre alla normale attività di sorveglianza sulle produzioni nazionali, l'ICQRF dedica una notevole quota del proprio potenziale di controllo alla verifica della qualità dei prodotti alimentari che vengono importati nel nostro Paese e che, purtroppo, sono in quantità crescente. Il settore delle produzioni biologiche è parti- to" il ricorso a tecniche di produzione non conformi; un aspetto particolarmente rilevante è il continuo aumento delle importazioni di questi alimenti. La verifica della conformità dei prodotti di importazione è particolarmente complessa anche perché è difficile accertare se nei Paesi di origine sono state correttamente seguite le norme previste nella UE e nel nostro Paese. Recentemente attraverso importanti e complessi controlli è stato possibile bloccare delle partite di alimenti dichiarati come "biologici", ma provenienti da coltivazioni convenzionali e probabilmente frutto di triangolazioni internazionali per celarne la reale origine. In pratica queste partite provenienti da Paesi 42 N° 246 - GENNAIO-FEBBRAIO 2015 terzi, venivano fatte entrare nella UE attraverso strutture portuali dove i controlli sono eseguiti in modo più blando rispetto all'Italia ed immediatamente etichettate come alimenti biologici "comunitari". Per accertare gli illeciti è stato necessario anche attuare complesse collaborazioni con organi di controllo di altri Paesi. Frequenti sono le lamentele provenienti da settori politici ed economici a causa degli abusi che vengono perpetrati in vari paesi del mondo con la denominazione di falso "Made in Italy" di vini, formaggi, paste, ecc. L'ICQRF, senza troppi clamori, si sta muovendo anche a livello internazionale eliminando dai mercati prodotti che di "Made in Italy", hanno soltanto l'etichetta e spesso con nomi italiani distorti. Tra le tante "scoperte" si cita come esempio un aceto balsamico di Modena, chiaramente falsificato e commercializzato in Polonia. L'ICQRF sta quindi svolgendo un'attività molto preziosa per i consumatori, ma anche con risvolti significativi nella tutela delle produzioni alimentari nazionali. Un problema è rappresentato dalle risorse umane, strumentali e finanziarie che non sembrano essere sufficientemente adeguate. D'altra parte non si può dire che il nostro sistema di controlli pubblici, anche se fornisce ottime garanzie di qualità e sicurezza degli alimenti, brilli per organizzazione. Probabilmente se si riducessero le strutture "competenti" per i controlli, e si potenziassero quelle maggiormente utili ed efficienti come l'ICQRF per la qualità degli alimenti e quelle che fanno capo al Servizio Sanitario Nazionale (Servizi di prevenzione delle ASL), probabilmente si risparmierebbero molte risorse che potrebbero essere destinate anche a migliorare le prestazioni dei Laboratori dello stesso ICQRF e quelli degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. A.M. www.ilconsumatore.eu
© Copyright 2024 ExpyDoc