LA STAMPA DOMENICA 15 MARZO 2015 La storia GIULIA ZONCA 24 Maggio 1915 L’ITALIA ENTRA IN GUERRA Il giorno prima si sarebbe dovuto giocare l’ultimo turno di campionato ma le partite vennero sospese OLIMPIONICO Sport .39 . Intervista Nedo Nadi, re della scherma, finì sotto inchiesta per un abbraccio al nemico: «Era un compagno di sport» STEFANO MANCINI INVIATO A MELBOURNE Quando Nuvolari portava feriti la vita dei campioni in trincea Miti e atleti meno noti: un libro rievoca gli sportivi nella Grande Guerra a Grande Guerra per lo sport italiano inizia al porto di Genova. Il Torino rientra da una tournée in Brasile e non c’è festa ad attendere i giocatori ma un uomo che sventola fogli verdi e gialli. I richiami per le esercitazioni militari. l’Italia non è ancora entrata nel conflitto ma Vittorio Pozzo già guarda la battaglia dal ponte di una nave: «Quella guerra sulla cui durata avevamo scherzato era lì con le fauci aperte». È uno dei ricordi strappati alla storia dal libro «La migliore gioventù» di Dario Ricci e Daniele Nardi, un giornalista e un alpinista e le due componenti servono perché nelle 204 pagine che raccolgono la vita dei campioni in trincea non c’è una racconto, ma una ricerca. I due autori hanno ripercorso le tracce rimaste con gli scarponi e il caschetto. Si sono arrampicati e hanno scavato nelle memorie per onorare il centenario della prima Guerra Mondiale. Hanno bevuto «caffè evocativi» prima di entrare nella baracca sulla parete sud del Piccolo Lagazuoi e calpestato rispettosamente strade cariche di eroismo «stando ben attenti a dove mettere i piedi». Non è un libro scenografico, di grande trasporto, è un percorso lento e accidentato tra parole da non tralasciare e luoghi da rispettare. Il tentativo di riportare a galla delle voci: il ritratto di una generazione di atleti che si è dovuta allenare troppo. L Raffaele Marciello, 20 anni Marciello, l’italiano “Anche merito mio se la Ferrari tornerà a vincere” S J-MUSEUM TORINO Davanti alla scacchiera per dimenticare le strategie Un momento di relax al fronte. In primo piano Enrico Canfari, giocatore e dirigente della Juventus morto in guerra so dell’aviazione morto nel giugno 1918. All’ultimo metro. Stranito Tazio Nuvolari era molto più a proprio agio al volante con casco e occhiali Senza divisa Avamposto austriaco C’è chi in guerra ha portato lo spirito olimpico, definizione abusata che ritrova tutto l’originaria potenza nel capitolo dedicato a Nedo Nadi, plurimedagliato della scherma. Quando Nadi diventa sottotenente di cavalleria nel reggimento Alessandria ha già vinto un oro ai Giochi. Sotto la divisa c’è l’eleganza maturata in pedana, il coraggio imparato davanti agli avversari e l’onore con cui lo sport ti può marchiare. Costringe alla resa un avamposto austriaco e non infierisce sul nemico, soprattutto quando scopre che il capitano è un ex rivale. Lo abbraccia e per questo finisce sotto inchiesta. Un semplice dovuto gesto cancella le gesta mi- e la Ferrari ricomincerà a vincere sarà anche merito mio», sorride Raffaele Marciello, 20 anni, pilota cresciuto nella Driver Academy di Maranello. Uno dei migliori allievi, dicono i suoi istruttori, tanto che lo hanno messo a lavorare al simulatore e a interagire con gli ingegneri. «Cerco di dare le indicazioni giuste, perché se la macchina migliora al simulatore, migliora anche nella realtà». Marciello parteciperà al campionato di Gp2 con il team Trident ed è a Melbourne come riserva della Sauber, ma il prossimo anno conta di essere al via, primo italiano in Formula 1 dal 2011, quando Jarno Trulli lasciò la Lotus Caterham. ARCHIVIO PRIVATO NEDO NADI Un sorriso oltre la trincea L’uomo che tira lo scappellotto è Nedo Nadi, 6 ori ai Giochi nella scherma litari. Nadi si difende così: «Era compagno di sport». Il Cavallino e l’aviatore Non si vive di solo eroismo, pure di coincidenze. La guerra potrebbe far incontrare prima del tempo Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari entrambi arruolati dopo essere stati riformati per problemi fisici, entrambi malaticci e costretti a passare A Torino il 26 marzo Il libro di Dario Ricci e Daniele Nardi sarà presentato il 20 marzo a Roma, allo Stadio Olimpico (con il presidente del Coni Malagò che ha scritto la prefazione) mentre il 26 marzo ci sarà una lettura al Museo del Grande Torino, a GrugliascoAl Museo del cinema di Torino, fino al 3 maggio, è in corso la mostra Al Fronte. Il 18 marzo, a Roma (Complesso del Vittoriano ) invece il dibattito sulla memoria sonora della Grande Guerra (ore 17,30). molto tempo in infermeria. Ferrari ferrava i muli, Nuvolari trasportava i feriti. Si sfioreranno senza incrociarsi e si conosceranno solo molti anni dopo, nel 1924. Ma allora i due ventenni vissero la Guerra dalle retrovie senza perderla mai di vista. Il Cavallino rampante arriva dal cielo grigio del primo conflitto Mondiale, dall’aereo di Francesco Baracca, as- 5 Anni DI POZZO IN GRANATA Vittorio Pozzo ha giocato nel Torino dal 1906 al 1911 e lo ha allenato dal 1912 al 1922 prima di diventare ct Con quale squadra pensa di debuttare? «Una con il motore Ferrari (la Sauber, ndr)». Che cosa le fa credere che ci riuscirà? Hurrà Juventus Le voci di chi non è tornato a casa sono ancora più forti. Quella di Enrico Canfari è quasi sempre ironica, persino nel mezzo della paura. Calciatore e dirigente della primissima Juve, inventò i club organizzati. I suoi amici tennero lui e centinaia di altri commilitoni legati a casa con Hurrà Juventus, nato come «omaggio dei tifosi rimasti a Torino ai loro consoci sotto le armi». Canfari fu ucciso da un proiettile il 22 ottobre 1915, Resta di lui una medaglia d’argento al valore e la prova che le passioni calcistiche resistono anche alle condizioni peggiori. Il 23 maggio 1915 si doveva giocare a calcio, ma l’Italia entrò in Guerra. Partite sospese, campionato fermo. Cento anni dopo la giornata prevede il derby di Roma, JuveNapoli, Milan-Toro. Speriamo di onorare la memoria di chi allora fu costretto a togliere la maglia e indossare la divisa. IL DRAKE Enzo Ferrari, prima riformato e poi arruolato, doveva occuparsi dei muli ma rimase molto tempo in infermeria «Fare una terza stagione in Gp2 non avrebbe senso. Devo dimostrare quest’anno quanto valgo». In questi giorni non ha temuto di perdere il posto per il ricorso di Van der Garde? «No, non mi sono mai preoccupato: a lui interessava essere titolare nel 2015, ma alla fine ha rinunciato. Io sono sempre stato a posto». Verstappen debutta a 17 anni. Si sarebbe sentito pronto alla sua età? «Io ho fatto più esperienza di lui e il campionato a cui lui ha partecipato l’ho vinto: è meglio arrivare in F1 quando si è veramente pronti e restarci. Spero comunque per Max che vada bene, perché è un ottimo pilota». Il suo modello? «Robert Kubica. Veloce, simpatico, il migliore in assoluto. Di quelli in attività Fernando Alonso, perché è uno che dà sempre il 110 per cento. Se ci esci a cena, vuole sfidarti e batterti in qualunque cosa. Mi spiace che sia andato via, comunque ci sentiamo ancora». Ha capito che cosa gli è successo durante i test? «Un incidente stranissimo. Probabile che abbia subìto una scossa elettrica o un malore». Lavorare al simulatore della Ferrari può significare qualcosa in chiave futura? «Mi aiuta a migliorare e a imparare le procedure; quello che sono lo devo alla Driver Academy. Non è un segreto che vorrei un giorno guidare la Ferrari e cercare di portarla in alto. Già mi metto pressione da solo!». La prossima macchina che guiderà invece è? «La Sauber nelle prove libere del Gran premio di Malesia tra due settimane». F1, a Hamilton la prima pole 1 La partenza del gp di Australia a Mel- bourne prevista alle 7 (Sky Sport F1, differita Rai2 ore 14): in 1ª fila Hamilton e Rosberg con le Mercedes, in 2ª Massa con la Williams e Vettel con la Ferrari, Raikkonen con l’altra rossa in 3ª fila, affiancato dall’altra Williams di Bottas.
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