Flash rngh a Stabio: solo folclore? Ore 11, 1 marzo. mattina quasi tiepida. Si va a Santa Margherita, in quef parco naturale che circonda I'antica chiesetta rivolta a ovest, particolarmente bella all'ora del tramonto e circondata da un silenzio antico, al margine del bosco proprio a ridosso della linea di confine. Oggi ci si raduna per manifestare contro la devastazione del territorio e si cammina su una strada asfaltata da poco, allargata mediante una forzatura che ha sfigurato il tratto di bosco di cui si notano residui di piante, per dare un cafibro sufficiente al transito di mezzi pesanti diretti alle industrie del luogo. Un ampio raggio di curvatura consentirà le manovre a pochi metri dalle fragili mura del sacro e antico manufatto ormai scolorito, ma sempre affascinante per la sua storia. Dalla piazza di giro alla fine della strada industriale si doveva raccordare una via d'accesso alle altre industrie situate a sud della pianura, oggi occupata e ampiamente devastata dalla nuovissima linea ferroviaria. Niente di meglio che usare il viottolo sterrato che passando a lato della chiesina consentiva una passeggiata nella zona naturalistica ormai ridotta e sofferente per I'assedio dell'edilizia industriale, eppure ancora salvabile! Niente di meglio? ll progetto non è recentissimo: ha avuto un iter che col passare del tempo ha dato i suoi frutti peggiori: quelli che nel rispetto del traffico industriale (peraltro necessario) spingono a non esitare nel sacrificare ogni spazio, senza distinzione e senza alcuna visione di opportunità di salvaguardia per un territorio messo cosi duramente alla prova dallo sviluppo industriale, ma sopratutto dalla mancanza una sana, rispettosa intelligente pianificazione, coordinata tenendo conto di tutti gli aspetti della vita di una comunità. Dove sono le misure accompagnatorie che dovrebbero "accompagnare" appunto un certo insediamento, come quello ferroviario, e anche quello industriale, entro certi limiti, se oggi ci troviamo a guardare disorientati uno spazio che con innegabile difficoltà tutti stentano a riconoscere e tanto meno a usare? di e Santa Margherita è sempre stato uno spazio naturale su cui camminare, procedendo lungo tutta la fascia che costeggia il Laveggio e sconfina verso Rodero. Oggi non è descrivibile cosa ne rimane. Era il zC1A quando si discuteva in Municipio sull'opportunità di evitare lo scempio che sarebbe derivato da una soluzione tanto invasiva. lo stessa, gli esponenti del Consiglio parrocchiale, qualche rappresentante della Lega, autorevoli membri dell'Aarchi (associazione amici per il restauro delle chiese di Stabio) avevamo portato proposte di soluzione atte a evitare una simile devastazione, ma il sostegno politico è andato in altre direzioni, portando oggi a quello che tutti possono vedere. Cari cittadini per il territorio dove eravate? Chi non vi ha informati? Come avete potuto non essere messi al corrente di una simile situazione affinche apparisse in tempi utili il vostro appoggio, magari portatore di un p rowide nziale? Credo che una minor cecità nel rispetto del proprio territorio avrebbe potuto portare soluzioni diverse, certamente attuabili, forse anche economicamente valide. Come sono possibili le profanazioni, le asfaltature, le cam b ia me nto a devastazioni delle aree boschive, cosi sono possibili le spese per il mantenimento dei percorsi dei selvatici o per la conservazione dell'abitat delle rane! Con tristezza e ironia ci viene da dire che vogliamo essere considerati almeno come le rane! O le graziose volpi che sfrecciano volentieri lungo i tunnel creati appositamente per loro sotto la linea ferroviaria! Liliana Della Casa, ex municipale, consigliere comunale di Stabio C'è.
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