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In occasione della Giornata Mondiale del Rene
Appello della Società Italiana di Nefrologia: è improrogabile la
definizione di un nuovo modello di rete nefrologica nazionale per la
malattia renale cronica che colpisce circa 5 milioni di italiani
L’Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto- Onlus da 43 anni a
difesa dei diritti dei malati di rene è a fianco della nefrologia per la prevenzione e la
cura precoce
L’acqua protagonista del richiamo alla prevenzione con la “Waterselfie campaign”,
realizzata in collaborazione con Sanpellegrino
Milano, 10 marzo 2015 – La malattia renale cronica (MRC) è considerata un problema di salute
pubblica di primaria importanza. Istituzioni internazionali come il “Center for Disease Control and
Prevention” identificano questa patologia come una delle grandi priorità dell’era della
transizione epidemiologica. La MRC è associata a numerose complicanze e ad elevati costi
sanitari e sociali – tanto che per questa patologia si utilizza oltre l’1,5% del fondo del Servizio
Sanitario Nazionale – e riguarda in Italia il 7,5% degli uomini e il 6,5% delle donne1 per un totale
di circa 5/6 milioni di persone.
Si tratta di una patologia che tende a progredire nel tempo - anche in considerazione del
sensibile allungamento dell’aspettativa di vita - e che comporta lo sviluppo di complicanze
specifiche e l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari: la maggior parte dei pazienti con
malattia renale cronica muore infatti per eventi correlati a queste patologie.
In occasione della Giornata Mondiale del Rene, che si celebra in tutto il mondo il 12 marzo, la
Società Italiana di Nefrologia, lancia un appello alle istituzioni affinché ripensino con
urgenza a un nuovo modello di presa in carico e gestione del paziente attraverso la
costituzione di una rete nefrologica che possa garantire la tempestiva diagnosi e un
percorso terapeutico ed assistenziale adeguato.
“Il mancato coordinamento e razionalizzazione delle risorse del Servizio Sanitario Regionale
in ambito Nefrologico ha avuto come conseguenza sovrapposizioni, differenze di offerte
terapeutiche e di costi tra diverse ASL , ma anche l’incremento della attività di centri di dialisi
privati che si limitano ai trattamenti dialitici di pazienti non complicati – spiega Antonio Santoro,
Presidente della Società Italiana di Nefrologia e Direttore dell'Unità Operativa di Nefrologia,
Dialisi e Ipertensione del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna - In questo quadro alcuni
centri ospedalieri hanno penalizzato ambiti specifici della nefrologia limitando la presa in carico
globale del paziente nefropatico con una conseguente riduzione della qualità assistenziale,
ritardo di diagnosi, impossibilità di un tempestivo utilizzo delle terapie, progressione
incontrastata del danno renale e aumento delle comorbidità”. Prosegue Santoro: “Questo ha
fatto sì che in molte regioni un maggior numero di pazienti ha raggiunto lo stadio finale
dell’insufficienza renale con necessità di terapie sostitutive come la dialisi ed il trapianto. La
soluzione a questi problemi potrebbe venire dalla realizzazione di un sistema a rete su base
nazionale ed articolazione regionale. Il punto di forza di questo modello è il fatto che tutti i centri,
1
Dati emersi dallo studio CARHES della SIN in collaborazione con l’ISS e l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi
Ospedalieri
anche quelli non in grado di fornire prestazioni di terzo livello (biopsia renale, accessi vascolari
difficili, ecc.), sono collegati con una rete funzionale che vede come aspetto di centralità il paziente
e le sue problematiche nefrologiche. Una rete capace di garantire l’uniformità delle prestazioni
attraverso l’implementazione di percorsi condivisi per la prevenzione, la diagnosi e la cura
delle malattie renali”.
In questo scenario in cui è necessaria la definizione di un nuovo modello in grado di garantire la
diagnosi precoce e un percorso terapeutico appropriato, la prevenzione riveste un ruolo
importantissimo. E’ infatti proprio attraverso un corretto stile di vita e alcuni accorgimenti, come
fare attenzione alla gestione del proprio peso e ridurre il consumo di sale, che si possono
prevenire molte patologie renali. Considerata l’importanza dell’acqua presente nel nostro
organismo per il corretto funzionamento dei reni, la corretta idratazione è una delle prime regole
per una prevenzione efficace.
“Siamo esseri viventi che durante la nostra evoluzione siamo usciti dagli oceani grazie ai reni che
ci rendono possibile la vita fuori dall'acqua - spiega Giorgio Battaglia Primario di nefrologia
dell’Ospedale di Acireale - Infatti siamo per 60% acqua e non anneghiamo in noi stessi perché il
rene mantiene un sofisticato equilibrio tra acqua e sali. Bere acqua significa rinnovare
continuamente il nostro organismo e aiutare i reni a mantenere in equilibrio il nostro sistema vitale”
Anche la prevenzione è quindi un terreno sul quale tanto si può fare e dove è importante fare
squadra. In quest’ottica nasce in occasione della Giornata Mondiale del Rene una partnership
importante tra SIN, ANED (Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto - Onlus) e il
Gruppo Sanpellegrino, azienda di riferimento in Italia nel mercato delle acque minerali. Visto il
legame naturale tra prevenzione ed idratazione e il suo impegno costante nella diffusione di una
corretta cultura dell’idratazione, il Gruppo Sanpellegrino ha deciso di collaborare sia per la
realizzazione di un decalogo della prevenzione, sia per lanciare, insieme a SIN e ANED, una
grande campagna di mobilitazione per amplificare il più possibile il messaggio sull’importanza della
prevenzione.
Partirà, infatti, nei prossimi giorni la Waterselfie campaign, con la quale, per ogni selfie nel quale gli
utenti si ritraggono nell’atto di bere acqua - a “testimoniare” l’importanza di questo gesto per la
prevenzione delle malattie del rene - postato su sin.it, aned.it, hydrationlab.it, Sanpellegrino
donerà 0,50 euro. Il ricavato andrà a sostenere l’ANED che ha in programma per il 2015 di creare
una guida educazionale con i principali accorgimenti per mantenere sani i nostri reni: dalla giusta e
corretta alimentazione, all’idratazione, alla necessità di sottoporsi a esami di base (creatininemia e
esame delle urine) ogni due anni almeno. Una guida che permetterà di continuare a parlare di
prevenzione per tutto l’anno nelle scuole e negli ospedali.
“Aned dal 1972 è l’Associazione dei nefropatici. – spiega Valentina Paris, Presidente ANED attraverso la sua attività ha, negli anni, conquistato importanti diritti che hanno migliorato la qualità
di vita dei dializzati e trapiantati quali: invalidità, esenzione ticket, trasporti gratuiti, campagne per
la donazione degli organi, legge 104. Oggi ANED è impegnata nel promuovere una “rivoluzione
culturale” su tematiche quali la donazione di organi o l’adozione di nuovi stili di vita per affermare
con successo la prevenzione. Senza trascurare ovviamente la necessità di difendere i diritti
faticosamente conquistati dalle persone malate. Diritti troppo spesso sacrificati dai governi per
“fare cassa” o esposti – come talvolta avviene - alle incursioni marcatamente speculative del
privato”
“Il Gruppo Sanpellegrino, in qualità di leader del mercato di un bene così prezioso come l’acqua,
da anni è impegnato nella sensibilizzazione affinché si presti attenzione non solo alla corretta
alimentazione, ma anche alla corretta idratazione - afferma Stefano Agostini, Presidente e
Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino – Siamo particolarmente orgogliosi di aver
esteso quest’anno la nostra partnership alla SIN, ponendo l’accento sul fatto che un adeguato
apporto di acqua nel nostro organismo possa facilitare la prevenzione di alcune patologie, tra le
quali appunto quelle che colpiscono i reni”.
IL DECALOGO PER LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE RENALI
1. Praticare attività fisica con regolarità
2. Non fumare
3. Fare attenzione alla gestione del proprio peso
4. Evitare una alimentazione ipercalorica ad elevato contenuto di grassi
5. Ridurre il consumo di sale e non eccedere nel consumo di proteine
6. Evitare l’abuso di farmaci in particolare dei farmaci anti-infiammatori non steroidei
7. Sottoporsi periodicamente all’esame delle urine
8. Conoscere il valore della creatinina contenuta nel proprio sangue
9. Mantenere il proprio organismo correttamente idratato, bevendo almeno un litro e
mezzo al giorno
10. Ridurre il consumo di bevande diverse dall’acqua
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