ELETTROMAGNETISMO

ELETTROMAGNETISMO
Pericoloso innalzare i limiti di esposizione, si deve garantire la non esposizione ai campi
elettromagnetici in scuole e ospedali. Legambiente chiede a Governo e parlamento di minimizzare
le esposizioni nella normativa in corso di revisione.
Il rispetto del principio di precauzione e la minimizzazione delle esposizioni deve essere alla
base di qualsiasi cambiamento quando si parla di radio-telecomunicazioni.
Diversi sono infatti i cambiamenti che il Governo Renzi si appresta a fare. Da una parte si
approvano i piani per la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e per la Crescita digitale al 2020
dall’altra passa la bozza di Linee Guida, con parere favorevole delle due commissioni ambiente di
Camera e Senato, concernenti la determinazione dei valori di assorbimento del campo
elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici, in cui viene affrontato anche il tema delle
nuove tecniche di misurazione basate sulle 24 ore.
Legambiente non è sicuramente contro il potenziamento delle reti di telecomunicazioni mobili del
Paese e in particolare dei servizi multimediali a banda ultra larga, ma il tutto deve avvenire
garantendo il più basso livello di esposizioni possibili per la popolazione, con particolare riguardo
ai soggetti sensibili come bambini, malati e anziani.
Fino a qualche mese fa l’Italia poteva vantare una delle leggi più restrittive in Europa. Il limite di
esposizione valido in ambienti con permanenze maggiori alle 4 ore giornaliere di 6 V/m, era ed è
ancora formalmente, uno dei più bassi in Europa.
Oggi invece si rischia, già a partire dall’entrata in vigore delle Linee Guida redatte da Ispra di
innalzare il livello di rischio per la popolazione. Le nuove metodologie di misurazione dei campi
elettromagnetici, considerano come valore di esposizione (nel caso dei valori di attenzione e del
valore obiettivo) la media dei valori misurati in 24 ore e non più un valore basato sulla media dei 6
minuti, eliminando il problema dei picchi delle esposizioni che avvengono nelle fasce orarie diurne,
quando avvengono la maggior parte delle comunicazioni, e “innalzando” di fatto i limiti di
esposizione e i rischi per la popolazione.
E se questo non bastasse, al tema si aggiungono i piani per la Strategia per la Crescita digitale 2014
- 2020 e per la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga appena approvata dal Governo Renzi.
Dei due documenti sicuramente condividiamo gli obiettivi, ma non i mezzi e le opportunità
individuate dal Governo, che ancora una volta non tengono conto del Principio di Precauzione,
nonché della salute dei cittadini e dei soggetti sensibili.
Per prima cosa vorremmo ricordare al Governo Renzi che nessuna normativa europea chiede
all’Italia di adeguarsi in tema di elettromagnetismo. Che i limiti previsti dalla normativa europea
sono da intendersi come valore massimo da non superare e non da raggiungere, e che è consentito
qualsiasi altro valore nazionale al di sotto di questo. Non vi è quindi nessuna reale ragione,
neanche tecnica, per innalzare i limiti di esposizione dai 6 V/m previsti dalla normativa
attuale a quelli degli “altri Paesi europei”. Tanto più che le tecnologie puntano a una più capillare
diffusione di stazioni radio base di bassa potenza ossia ad un sistema micro cellulare che
contribuisce ad abbassare il livello di esposizione della popolazione e di chi utilizza i cellulari.
Non solo, ma pur condividendo lo spirito di diffusione e di innovazione riteniamo sbagliata e
potenzialmente dannosa la scelta di prevedere numerosi e diffusi hot spot WIFI in luoghi da sempre
considerati sensibili come scuole e ospedali. Siamo all’ABC del Principio di Precauzione! In
questi luoghi internet deve arrivare attraverso sistemi di cablaggio e non esponendo bambini,
anziani e malati a campi elettromagnetici, bassi ma continuativi.
La salute dei cittadini deve essere sempre prioritaria, e i provvedimenti in materia devono essere
presi con assoluta cautela, tenendo conto dei numerosi studi che indicano la possibilità di rischi alla
salute legati all’esposizione alle radiofrequenze.