il nostro mondo IL NUOVO CIMENTO 150, 100, 50 ANNI FA 150 anni fa Da “Avvertimento” di Carlo Matteucci; Il Nuovo Cimento, 21-22 (1865-66) 5. Sono ormai ventidue anni che assieme al mio compianto collega ed amico il Professore Piria, invitavo i Cultori delle Scienze fisiche e naturali in Italia ad assistermi in un’opera periodica diretta a raccogliere i lavori degli italiani sopra queste Scienze, a farle conoscere all’estero e a diffondere nel tempo stesso fra noi le scoperte scientifiche più importanti fatte fuori. Il Cimento, che si chiamò poi Nuovo Cimento, non ha mai cessato fin dal 1844 di essere l’organo dei progressi delle Scienze fisiche e naturali in Italia e certamente quanto di più importante si è fatto nelle Scienze fisiche fra noi e all’estero. Disgraziatamente, però, se la vita scientifica di questo periodico si mantenne degnamente, non così può dirsi della sua vita economica, la quale fu sempre stentata e tale che non si sarebbe conservata senza il sussidio che ogni anno ebbe la Direzione del Giornale, prima dal Governo toscano, poi dal Governo italiano. Lo scarso numero di associati, in parte dovuto alle poche persone che coltivano seriamente queste Scienze in Italia, fu anche attribuito all’essersi il Cimento spesso limitato alla sola fisica. Matteucci prosegue prospettando una politica editoriale di allargamento ad altre Scienze naturali e conclude Grandi e straordinari avvenimenti sono accaduti in Italia in questi ultimi anni ed oggi che le sorti del Regno, possono dirsi consolidate, è pur tempo che anche le Scienze, cessino di essere trascurate e tornino anzi a splendere di quella antica gloria a cui deve la nostra Patria la sua maggiore rinomanza […] confidando che il Nuovo Cimento potesse contare in tempi difficili […] sul fermo proposito dei suoi collaboratori di fare opera utile alla Patria e alla scienza. 100 anni fa Da “Il blu del cielo e la costante di Avogadro” di D. Pacini; Il Nuovo Cimento 10 (1915) 131. Quando il cielo è puro, l’assorbimento della radiazione solare per parte dell’aria e il colore blu si considerano come dovuti nella quasi totalità alla dispersione molecolare secondo la teoria di Lord Rayleigh. Senonché, anche quando il cielo è apparentemente sereno, esistono in generale nell’atmosfera, specialmente negli strati più bassi, numerose particelle solide e liquide che hanno spesso dimensioni superiori a quelle volute dalla legge di Rayleigh, per cui questa non si trova verificata e la causa determinante l’assorbimento della luce solare e la colorazione del cielo diventa assai complessa […].Per quanto discusso dobbiamo attenderci […] di non trovare verificata che in condizioni eccezionali la legge dell’inverso di λ4. Pacini riporta misure dello spettro della luce del cielo fatte da lui stesso e da altri. Nella fig. 6 (le lunghezze d’onda sono in Å. T è l’andamento teorico, la A è misurata con cielo leggermente nebbioso, B e C con cielo sereno bello). Cosciente di non poter competere in precisione con misure di laboratorio, Pacini tenta una determinazione del numero di Avogadro, dal rapporto C/S tra intensità della luce dal cielo e dal sole. Può determinare solo il limite inferiore N>5.7×1023 50 anni fa L’antideutone fu il primo antinucleo scoperto, da A. Zichichi e collaboratori. Può sembrare oggi ovvio che, scoperti l’antiprotone e l’antineutrone, l’antideutone dovesse necessariamente esistere. Ma 50 anni fa non lo era affatto, dopo la scoperta delle violazioni delle simmetrie di parità (P), coniugazione di carica (C) e CP, esisteva davvero l’antimateria? Il difficile esperimento, sul fascio di alta intensità di antiprotoni di Morpurgo e Petrucci, che aveva un fitto programma di utilizzo approvato in precedenza, fu approvato dal DG Victor Weiskopf che però, dopo aver detto a Zichichi che se avesse distrutto il fascio non l’avrebbe sostenuto, aggiunse: “ My green light is only valid if you can really check the existence of the antideuteron in a single night”. La mattina dopo, ricorda, Zichichi gli portò lo spettro in figura1. Da “Experimental Observation of Antideuteron Production” di T. Massam et al.; Il Nuovo Cimento 39 (1965) 10. We report here the results of an experiment on the production of anti-deuterons in proton-beryllium collisions. The beam used for the investigation was the high-intensity, partially separated, negative beam from the CERN Proton-Synchrotron. The beam came from an internal beryllium target […] and was momentum and velocity analysed by bending magnets and an electrostatic separator, thus allowing the mass spectrum of the particles produced in the internal PS target to be determined. In order to be able to detect masses produced at very low rates with respect to the pions, it was necessary to improve the mass resolution by adding gas Čerenkov counters and time-of-flights counters […]. The results reported imply the conclusion that a negative particle exists with mass equal to (1867±80) MeV/c2. The most simple interpretation of these data is to identify this particle with antideuteron […]. The ratio of antideuteron flux detected to pion flux in the beam is (8±1) 10–9. a cura di Alessandro Bettini 1 T. D. Lee “Are matter and antimatter symmetric?” in “The discovery of nuclear antimatter”, edited by L. Maiani and R. A. Ricci, Conf. Proc. SIF, vol 53 (Editrice Compositori, Bologna) 1996. vol31 / no1-2 / anno2015 > 77
© Copyright 2024 ExpyDoc