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LA NOSTRA DIGNITA' NON HA PREZZO
Un anno fa l'ispezione del MEF è stato il pretesto usato dall'attuale Amministrazione capitolina per scaricare i costi di decenni di malaffare e cattiva gestione sulla città attraverso pesanti tagli di bilancio ai servizi alla persona e
alle buste paga dei dipendenti comunali. Dopo il grande sciopero del 6 giugno e nonostante l'approvazione, il 1
agosto, del contratto unilaterale, i sindacati trattanti hanno smobilitato adottando una linea attendista.
A dicembre infine si è aperta la trattativa centrale. La vicenda di Mafia Capitale, che ha dimostrato che il dissesto
comunale è stato in gran parte causato dal sistema di corruttela criminale diffuso da anni ai vertici politici e amministrativi, non è bastata ai sindacati trattanti per rilanciare le mobilitazioni al fine di ottenere la revoca dell'atto unilaterale. Anziché prendere le distanze da una controparte moralmente screditata, esigere pulizia ai vertici e il ritiro
dell'unilaterale e ricorrere alla forza dei lavoratori i sindacati hanno scelto di soccorrere la giunta Marino proprio
mentre rischiava di cadere. L'avvio della trattativa ha dato legittimità alla controparte che, superato il momento di
maggiore difficoltà, ha condotto la trattativa sui binari prestabiliti imponendo alla parte sindacale di contrattare
sulla base di un solo documento, il contratto unilaterale. I sindacati trattanti, sprovvisti di una controproposta che
del resto in tanti mesi non hanno mai voluto costruire assieme ai lavoratori, hanno soltanto cercato di mitigare gli
aspetti più odiosi del contratto unilaterale.
Frutto della trattativa sbilanciata a favore del datore di lavoro è la pre-intesa che il 6 febbraio hanno sottoscritto
Cgil-Cisl-Uil (la Uil ha poi ritirato la firma). Persino il referendum è strumentale a questo percorso artefatto in
quanto realizzato dopo la firma anziché prima, al solo scopo di “certificare” quanto scaturito dalla trattativa.
A tutto ciò noi non ci stiamo. Vogliono farci credere che la pre-intesa sia il massimo obiettivo raggiungibile.
La verità è che la pre-intesa conserva del contratto unilaterale gli aspetti più odiosi.
Contratto unilaterale e pre-intesa, sono uguali nella sostanza. Entrambi prevedono:
• la cancellazione delle indennità legate alla presenza
• il “sistema integrato di valutazione del personale” che, come stabiliscono le norme di Brunetta, lascerà
senza salario accessorio circa il 25% del personale. Fra coloro che invece riusciranno ad accedere alla
produttività ci saranno differenze economiche fino al 100% in più o in meno
• le turnazioni obbligatorie, maggiori carichi di lavoro, l'esigibilità da parte del dirigente della flessibilità
delle mansioni attribuibili
• la cancellazione dei permessi retribuiti per visite e terapie mediche e la discriminazione di chi usufruisce
della legge 104. Saranno soprattutto le donne e i disabili a farne le spese con buona pace delle cosiddette “pari opportunità”
• l'assenza di norme sulla salute e sicurezza
• la cancellazione del sistema di relazioni sindacali sul posto di lavoro
• la gerarchizzazione e parcellizzazione dell'organizzazione del lavoro in assoluto contrasto con le esigenze di partecipazione, condivisione, cooperazione e solidarietà che dovrebbero ispirare un servizio
pubblico di qualità e vicino ai bisogni delle persone utenti
• l'attribuzione di poteri assoluti e arbitrari alla dirigenza in materia di personale
Dire SI alla pre-intesa significa capitolare al contratto unilaterale. Dire No alla pre-intesa significa non arrenderci a
un contratto che peggiora drasticamente le nostre condizioni di vita e di lavoro, sul piano economico, professionale, umano. Cosa succederebbe se prevalessero i NO al referendum ?
Vogliamo essere chiari e onesti: il contratto unilaterale sarebbe vigente, anche se temporaneamente.
L'obbligo legislativo di arrivare a un accordo sottoscritto sia dalla parte datoriale che dalla parte sindacale
costringerebbe però a riaprire la trattativa. Con quale esito ? Con quali tempi ? Nessuno può dirlo con certezza.
Sarebbero i rapporti di forza fra le parti a determinare esito e tempi. Certo non pensiamo di poter contare su quegli stessi sindacati che hanno fin qui dimostrato assoluta subalternità al datore di lavoro.
Abbiamo fiducia piuttosto nella determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori che rialzeranno la testa bocciando
la pre-intesa per difendere la propria dignità e autorganizzandosi condizioneranno ogni trattativa. Comprendiamo
paure e incertezze di tante colleghe e tanti colleghi e rispettiamo questi sentimenti.
Allo stesso tempo crediamo che il referendum sia l'occasione per riaffermare la nostra dignità, che non ha prezzo.
Se sei contrario al contratto unilaterale non farti fregare: NO alla pre-intesa.
Autorganizziamoci. We Are One !
ASBEL - CNL Associazione Sindacale di Base Enti Locali
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