l`Amministrazione procede con l`avvio del procedimento di revoca

LE TERAPIE INNOVATIVE E LA
TERAPIA FERROCHELANTE:
gestione e riduzione della tossicità
Caterina Buquicchio
S.C. Ematologia,Ospedale Dimiccoli, Barletta
Il primo obiettivo dopo la diagnosi
di sindrome mielodisplastica
Modificare l’andamento
della malattia
Ridgeway JA et al. CJON 2012; 16 (3): 9-22.
Come raggiungerlo
Modificare l’andamento
della malattia attraverso
la scelta della
terapia opportuna.
Ridgeway JA et al. CJON 2012; 16 (3): 9-22.
Blum W. Hematology Am Soc Hematol Educ Program 2010; 314-21.
La scelta della terapia
• Dipende da diversi fattori
Caratteristiche
del singolo paziente
Età
Stile di vita
Presenza di altre malattie
Qualità di vita
Caratteristiche
della malattia
Livello di rischio
per il paziente
Aspettativa di vita
Kurtin S. CJON 2012; 16 (3): 23-35.
Probabilità di peggioramento
?
Cosa si chiede alla terapia
Cercare di evitare l’ evoluzione
della SMD verso una leucemia
acuta
Migliorare l’aspettativa
di vita del paziente
Eliminare
i fastidiosi sintomi
SMD ad alto
rischio
SMD a basso
rischio
Migliorare la qualità di vita
di tutti i pazienti con SMD.
SMD, sindromi mielodisplastiche
Ridgeway JA et al. CJON 2012; 16 (3): 9-22.; Kurtin S. CJON 2012; 16 (3): 23-35.
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente. A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Triantafyllidis I et al. Maedica (Buchar) 2012; 7 (4): 295-302.
Le terapie disponibili per le sindromi
mielodisplastiche
Opzioni terapeutiche
• Chemioterapia
• Terapie
immunosoppressive
• Terapie ipometilanti
• Terapie immunomodulanti
Azione diretta sulle cellule
danneggiate
Cure
• Fattori di crescita
emopoietici
• Trasfusioni di
emocomponenti
• Terapia ferrochelante
• Antibiotici
Azione diretta su segni e
sintomi
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
• Trapianto di midollo osseo
Terapia curativa
Chemioterapia
(esempio, citosina arabinoside combinata ad altri farmaci)
Come agisce
•
•
•
Distrugge le cellule del sangue
non sane, colpite dalla sindrome
mielodisplastica.
Quando è utilizzata
Solitamente si somministra citosina o SMD ad alto rischio.
arabinoside in combinazione ad altri
o Elevata quantità di cellule
chemioterapici, ad alte dosi.
non mature nel midollo osseo.
Questo mix di sostanze viene
o Paziente giovane di età <65 anni
utilizzato anche per la leucemia
(nel paziente anziano con minore
mieloide acuta.
frequenza)
o Paziente che non risponde
a terapie più recenti.
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Chemioterapia
(esempio, citosina arabinoside combinata ad altri farmaci)
Gli svantaggi
•
La chemioterapia è un’opzione terapeutica molto aggressiva perché potrebbe danneggiare
anche le cellule sane.
Effetti collaterali
•
•
•
•
•
•
•
Perdita dei capelli
Formazione di ulcere in bocca
Stanchezza
Nausea
Vomito
Diarrea
Febbre
Ricovero ospedaliero
È necessario, dopo la chemioterapia,
effettuare terapia di supporto con:
• trasfusioni di sangue e piastrine
• antibiotici (combattono le infezioni)
o La chemioterapia non sempre riesce a controllare la malattia:
risulta efficace solo in 3 pazienti su 10.
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Terapia immunosoppressiva (esempio, anti
timoglobulina ± ciclosporina-A, corticosteroidi )
Come agisce
Blocca le cellule (i linfociti T) non sane che attaccano il midollo
osseo.
I linfociti T
non sani attaccano
il midollo osseo
impedendogli
di produrre le cellule
del sangue.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Alessandrino EP et al. Haematologica 2002; 87: 1286-306.
La terapia
immunosoppressiva
libera il midollo
osseo dall’attacco
dei linfociti T
non sani
Terapia immunosoppressiva (esempio, anti
timoglobulina ± ciclosporina-A, corticosteroidi )
Quando è utilizzata
• SMD a basso rischio, anemia aplastica.
• Ridotto numero di cellule non mature nel
midollo osseo.
• Paziente giovane (età <60 anni).
• Geni non danneggiati.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Terapia ipometilante
Come agisce
(esempio, decitabina, azacitidina)
Elimina un tipo di alterazione, chiamata «ipermetilazione»,
presente nel DNA di cellule staminali emopoietiche malate che
impedisce una normale emopoiesi.
Eliminazione della
metilazione del DNA
DNA senza
metilazione
Metile
Metile
Metile
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Controllo
della malattia
Terapia ipometilante
Quando è utilizzata
(esempio, decitabina, azacitidina)
• SMD ad alto rischio e non trattabile con il
trapianto o come «bridge» per trapianto.
• SMD a basso rischio, in rari casi:
– se altre terapie si sono dimostrate poco
efficaci e la necessità trasfusionale è elevata.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Terapia ipometilante
Terapia sottocute da somministrare per 7 giorni consecutivi ogni 28 giorni
finchè il paziente ne tragga beneficio
Effetti collaterali
Ricovero ospedaliero
Non sempre presenti e ben
controllati con terapia mirata:
• Abbassamento Gb, Hb, Plt
• Reazione nel sito di iniezione
• Nausea
• Vomito
• Diarrea
• Stitichezza
Non necessario, eventualmente solo per la
prima somminitrazione o per le rare
complicazioni infettive
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Terapia immunomodulante
Come agisce
(esempio, lenalidomide)
• Stimola le difese dell’organismo.
• Impedisce la proliferazione di cellule non sane.
• Inibisce la produzione di sostanze che causano
infiammazione.
AUMENTO DELLE DIFESE
IMMUNITARIE
ELIMINAZIONE DI
CELLULE NON SANE
CONTROLLO
DELLA MALATTIA
Lenalidomide, riassunto delle caratteristiche del prodotto.
ELIMINAZIONE DELLA
INFIAMMAZIONE
Terapia immunomodulante
(esempio, lenalidomide)
Quando è utilizzata
• SMD a basso rischio, ma che richiede
trasfusioni di sangue e con uno specifico
danno ai geni («alterazione 5q -»).
• SMD ad alto rischio, con uno specifico danno
ai geni («alterazione 5q -»), se non è subito
disponibile un donatore di midollo osseo.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Terapia immunomodulante
Terapia orale
Effetti collaterali
Ricovero ospedaliero
Non sempre presenti e ben
controllati con variazione del
dosaggio e di terapia mirata:
• Lieve leucopenia
• Lieve predisposizione per
tromboflebite
• Lieve alterazione indici renali
• Lieve alterazione indici tiroidei
Non necessario
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Fattori di crescita emopoietici
Come agiscono
• Stimolano il midollo osseo a produrre le
cellule del sangue carenti
nei pazienti con SMD.
 globuli rossi
 globuli bianchi
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Fattori di crescita emopoietici
Paziente con SMD
Midollo osseo
non funzionante
Sostanza che
stimola la produzione
dei globuli rossi
Basso numero di globuli
rossi nel sangue
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Aumento dei globuli
rossi nel sangue
Fattori di crescita emopoietici
Paziente con SMD
Midollo osseo
non funzionante
Basso numero di globuli
bianchi nel sangue
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Sostanze che
stimolano la crescita
dei globuli bianchi
Aumento dei globuli
bianchi nel sangue
Fattori di crescita emopoietici
Quando sono utilizzati
• Sostanza che stimola la produzione di globuli
rossi:
– SMD a basso rischio, quantità basse di ossigeno nel
sangue.
• Sostanze che stimolano la produzione di globuli
bianchi:
– solo in caso di un numero molto basso di globuli
bianchi e di infezione.
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente. A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Trasfusioni di globuli rossi:
perché sono necessarie
• Molti pazienti con SMD presentano anemia,
quindi hanno bisogno
di trasfusioni periodiche di globuli rossi.
Il Medico valuta la necessità di effettuare le
trasfusioni basandosi soprattutto sui livelli
di globuli rossi e di emoglobina nel sangue e
sull’adattabilità del paziente a tali livelli.
SMD, sindromi mielodisplastiche
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente. A cura di Myelodysplastic Syndromes
Foundation. Terza edizione, 2007.
Alessandrino EP et al. Haematologica 2002; 87 (12): 1286-306.
Trasfusioni di globuli rossi
Benefici
• Trattamento salvavita.
• Sollievo dei sintomi
dell’anemia
(stanchezza,
debolezza fisica,
scarsa
concentrazione).
• Migliore qualità di
vita e indipendenza.
Rischi
o I globuli rossi contengono
ferro che, dopo ripetute
trasfusioni, raggiunge livelli
elevati nel sangue e in altri
tessuti.
o Il corpo umano non ha
meccanismi di eliminazione
dell’eccesso di ferro.
o Dopo circa 20 trasfusioni,
i livelli di ferro nel corpo
diventano pericolosi.
Piperno A et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Jabbour E et al. Cancer 2008; 112 (5): 1089-95.
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente. A cura di Myelodysplastic Syndromes
Foundation. Terza edizione, 2007.
Shah J et al. CJON 2012; 16 (3): 37-46.
Ferro: elemento importante, ma…
Fe++
• Il ferro è un costituente indispensabile per
diverse
funzioni vitali, ma è un metallo pesante.
Se il ferro circola «libero» e/o si accumula in eccesso
nei tessuti diventa tossico.
Chiavilli F. Utilizzo dei chelanti nelle mielodisplasie. Seminario interattivo medici, pazienti e famiglie. Da ww.ail.it
Sovraccarico di ferro nel corpo.
Primo effetto: eccesso di ferro «libero»
Elevata quantità di ferro
Assenza di eliminazione
da parte dell’organismo
Dopo circa 20
trasfusioni, la
quantità di ferro
diventa quasi
doppia rispetto
alla norma.
Produzione di radicali liberi
dell’ossigeno e accumulo
di ferro nei tessuti (sovraccarico)
Danni agli organi e possibile
progressione di sindrome mielodisplastica
in leucemia mieloide acuta
Piperno A et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente. A cura di Myelodysplastic Syndromes
Foundation. Terza edizione, 2007.
Sovraccarico di ferro nel corpo.
Secondo effetto: tossicità da accumulo di ferro
Il ferro in eccesso mette a rischio molti
organi, con conseguenze a lungo
termine, tra cui:
• Cuore:
Cardiomiopatia,
insufficienza cardiaca
• Fegato: Fibrosi, cirrosi
• Pancreas: Diabete
Piperno A et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente.
A cura di Myelodysplastic Syndromes Foundation. Terza edizione, 2007.
Chiavilli F. Utilizzo dei chelanti nelle mielodisplasie. Seminario interattivo medici, pazienti e famiglie. Da www.ail.it
Come combattere il sovraccarico di
ferro
La terapia ferrochelante
• I ferrochelanti (o chelanti del ferro) sono
dei farmaci che legano
il ferro e ne permettono l’eliminazione.
• Sono definiti «chelanti» per la loro capacità
di afferrare e legare a sé il ferro, come le
chele di un granchio.
Piperno A et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it.
Obiettivi della terapia ferrochelante
1)L’obiettivo primario della terapia
ferrochelante è quello di mantenere il
ferro nell’organismo al di sotto dei
livelli di tossicità.
2)La terapia ferrochelante ha, inoltre, lo
scopo di prevenire il danno d’organo
causato dal sovraccarico di ferro
dovuto alle trasfusioni.
3)Ulteriore obiettivo
è di rallentare il peggioramento della
SMD e di migliorare
la sopravvivenza dei pazienti, riducendo
il rischio di sovraccarico
di ferro.
Piperno A et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it.
Jabbour E et al. Cancer 2008; 112 (5): 1089-95.
La terapia ferrochelante:
il paziente ideale
•
Le linee guida raccomandano di somministrare la terapia ferrochelante ai pazienti
con SMD a basso rischio e che ricevono trasfusioni di globuli rossi con regolarità.
Elenco completo delle caratteristiche del paziente
necessarie per iniziare la terapia ferrochelante.
Valore basso o intermedio 1
di IPSS
Aspettativa di vita
> 1 anno
Dopo chemioterapia con buona
aspettativa di vita
In attesa
di trapianto allogenico
20 unità di globuli rossi
ricevuti con le trasfusioni
Livelli di ferritina nel siero
> 1000 µg/litro
SMD, sindromi mielodisplastiche.
IPSS, International Prognostic Score System
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Società Italiana di Ematologia. Terapia ferrochelante con deferasirox o deferoxamina dell’emosiderosi trasfusionale
nelle mielodisplasie secondo le linee guida della SIE. Da www.emopatie.it.
Le terapie ferrochelanti per la SMD:
i farmaci disponibili
• Deferoxamina per iniezione sottocutanea.
• Deferasirox per bocca.
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche.
Una guida per il paziente. A cura di Myelodysplastic Syndromes Foundation. Terza edizione, 2007.
Deferoxamina
Come agisce
• Una molecola di deferoxamina lega un atomo di ferro
formando un complesso che può essere espulso
attraverso la bile e le urine.
Quali benefici
o È un chelante molto efficiente: se la dose prescritta è corretta
e il paziente segue la terapia, con questo farmaco è possibile bloccare
il sovraccarico di ferro.
Piperno A, et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Deferoxamina: gli svantaggi
•
L’efficacia del farmaco,
durante le 24 ore, è garantita
attraverso la costanza della
somministrazione .
•
•
Talvolta i pazienti non riescono
a seguire in modo corretto
la terapia
Deve essere somministrata per infusione
sottocutanea lenta (8-12 ore) durante la notte,
tramite una pompa portatile per 5-7 giorni la
settimana.
Difficoltà nella gestione della terapia.
Problemi di tollerabilità:
– le iniezioni ripetute causano fastidio, legato in
particolare alla reazioni di ipersensibilità sul sito
di iniezione (prurito, arrossamento, dolore)
– emorragie locali nei pazienti con numero
ridotto di piastrine nel sangue.
FALLIMENTO
DELLA TERAPIA
Piperno A, et al. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Deferasirox
Che cos’è
È l’unico farmaco che si assume per bocca indicato
per il trattamento del sovraccarico di ferro
nei pazienti con SMD dipendenti dalle trasfusioni.
Come si somministra
o Si assume una volta al giorno,
a stomaco vuoto.
o Le compresse devono essere
disperse in acqua, in succo d’arancia
o di mela, fino a ottenere una
sospensione fine.
Soluzione.
Le particelle della sostanza solida si disciolgono
completamente nel liquido, generando una
soluzione trasparente.
Sospensione.
Le particelle della sostanza solida rimangono
visibili e generano una soluzione non trasparente.
SMD, sindromi mielodisplastiche
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente. A cura di Myelodysplastic Syndromes
Foundation. Terza edizione, 2007.
Deferasirox, riassunto delle caratteristiche del prodotto
Deferasirox: benefici
Sul sovraccarico di ferro
Riduce notevolmente la quantità di ferro nel fegato, che è l’indicatore più attendibile del contenuto di
ferro nel corpo, e porta alla riduzione dei livelli di ferro libero.
Sull’attività del midollo
Potrebbe migliorare la produzione di cellule del sangue da parte del midollo osseo
e aumenta i livelli di emoglobina nel sangue.
Sulla dipendenza dalle trasfusioni
Grazie al miglioramento dell’attività del midollo, deferasirox potrebbe
ridurre la dipendenza dalle trasfusioni e persino permettere la
sospensione della terapia trasfusionale.
Piperno A, Mariani R, Paolini V, Pozzi M. La terapia ferrochelante nel trattamento del sovraccarico cronico di ferro. Da www.emocromatosi.it
Deferasirox: effetti collaterali
• Disturbi gastrointestinali.
• Prurito o eruzioni cutanee.
• Alterazione dei valori renali ed epatici.
Tutti gli effetti collaterali sono controllabili e non gravi:
sarà sufficiente parlarne con il proprio medico,
che indicherà la soluzione migliore per affrontarli.
Gattermann N, et al. Leuk Res 2010; 34: 1143-50.
La terapia del sovraccarico di ferro. Da www.thalassemici-civicopa.it
Deferasirox: disturbi gastrointestinali
Quali sono
•
I disturbi gastrointestinali più frequenti sono:
– nausea e vomito
– dolore addominale
– diarrea
In genere, si risolvono spontaneamente.
Come intervenire
Se persistono:
o
Bere piccole quantità di liquidi a intervalli regolari.
o
Assumere il farmaco con acqua e nelle ore serali.
o
Per fastidi continuativi, informare il medico, che prescriverà un farmaco per contrastare questi disturbi.
La terapia del sovraccarico di ferro. Da www.thalassemici-civicopa.it
Deferasirox: prurito o eruzioni cutanee
Quali sono
o Una leggera irritazione cutanea, più probabile durante il primo mese di
trattamento.
In genere, si risolve spontaneamente.
Come intervenire
Se persistono, informare il medico che valuterà:
o la prescrizione di un farmaco sotto forma di pomata o per bocca.
o nei casi più gravi, l’interruzione del trattamento fino alla scomparsa dei fastidi.
La terapia del sovraccarico di ferro. Da www.thalassemici-civicopa.it
Deferasirox: valori renali ed epatici
Quali sono
• Non somministrabile in insufficienza renale
o Lievi aumenti temporanei della creatinina (indicatore della funzionalità dei
reni).
In genere, si risolvono spontaneamente senza modificare la dose,
altrimenti si esegue aggiustamento di dosaggio.
o Lievi aumenti temporanei delle transaminasi (indicatori della funzionalità del
fegato).
Come intervenire
o È molto importante che i reni e il fegato del paziente siano sempre controllati.
o È opportuno che il paziente riferisca immediatamente eventuali eventi avversi
al medico, il quale regolerà la dose o, in caso di gravi anomalie, interromperà
del tutto il trattamento.
La terapia del sovraccarico di ferro. Da www.thalassemici-civicopa.it
Deferasirox. Riassunto destinato al pubblico. EMA, 2013.
Sovraccarico di ferro da dipendenza trasfusionale e sindromi mielodisplastiche. Una guida per il paziente. Myelodysplastic Syndromes
Foundation. Terza edizione, 2007.
Il trapianto di midollo osseo
Cosa è
È una procedura che consiste nel prelevare cellule staminali periferiche o da midollo
osseo di una persona sana e somministrarlo nel paziente con SMD dopo essere stato
sottoposto a chemioterapia intensiva.
Donatore
di midollo osseo
Paziente
con SMD
Familiare compatibile
Volontario compatibile
Le sindromi mielodisplastiche: guida per il paziente.
A cura di Dr. John M. Bennett. Myelodysplastic Syndromes Foundation. Sesta edizione, 2009.
Il trapianto di midollo osseo
Quando è utilizzato
• È l’unica terapia capace di curare le SMD, ma è
adatta solo a pochi pazienti:
– pazienti giovani (età <65 anni);
– con SMD ad alto rischio;
– con donatore compatibile.
– moderato rischio mortalità «trapianto correlata»
Santini V et al. Leuk Res 2010; 34 (12): 1576-88.
Grazie per l’attenzione