Asia Orientale 古今東亞 12 A10 756 Comitato Scientifico Paolo Santangelo (“Sapienza” Università di Roma) - direttore di collana Guido Samarani (Università Ca’ Foscari di Venezia) Stefania Stafutti (Università di Torino) Alessandro Dell’Orto (Pontificia Università Urbaniana) Asia Orientale 古今東亞 La collana Asia Orientale 古 今 東 亞 propone testi di elevato livello didattico, scientifico, divulgativo nel campo delle varie discipline relative alla storia e alla cultura dell’Asia Orientale. L’interesse per l’area è certamente cresciuto in seguito all’importanza economica e strategica assunta negli ultimi decenni, come dimostra il fiorire di varie recenti iniziative editoriali in Italia presso piccoli e grandi editori. È ovvio che la prevalenza globale di quest’area ha portato un cambiamento negli orientamenti degli studi di settore, decretando il superamento sia dell’orientalismo ‘vecchia maniera’ che di quello ‘impegnato’ a carattere terzomondista. Con il declino dei vari ‘orientalismi’ è sempre più necessaria una conoscenza che corrisponda alle esigenze presenti, e che non può prescindere tuttavia da una specializzazione che tenga conto delle differenze culturali persistenti, e dal confronto fra civiltà diverse. La presente collana intende concentrarsi sulla realtà di quest’area, offrendo e sollecitando contributi che coprano non solo la realtà immediata di cui dobbiamo tenere conto, ma vari aspetti delle antiche civiltà che ne costituiscono la base culturale. Perciò la collana intende promuovere varie discipline, oltre ai settori storici, filosofici e letterari, come quello linguistico e politico-economico. La collana adotta un sistema di valutazione dei testi basato sulla revisione paritaria e anonima (peer review). I criteri di valutazione riguarderanno la qualità scientifica e didattica e la significatività dei temi proposti. Per ogni proposta editoriale, tali requisiti saranno accertati dal comitato scientifico, che si avvarrà di almeno un revisore esperto. La possibilità di avere edizioni online oltre che a stampa permette l’utilizzo di sistemi multimediali e di comunicazione di particolare interesse per la distribuzione, la didattica e la fruizione su vari supporti. Il direttore della collana, Paolo Santangelo ([email protected]), è coadiuvato da un comitato scientifico composto dal Prof. Guido Samarani (Università Ca’ Foscari di Venezia) e dalla Prof. Stefania Stafutti (Università di Torino). Yu Dafu Naufragio Traduzioni di Barbara Ricci Prefazione di Patrizia Dadò Il presente volume è stato pubblicato con il contributo dell’Istituto ConfucioSapienza Università di Roma. http://www.istituto confucio.it/index.php Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88–548–6865–6 No part of this book may be reproduced in any form, by print, photoprint, microfilm, microfiche, or any other means, without written permission from the publisher. 1st edition: 2013 INDICE 9Prefazione 19Naufragio 91 Una morte grigio argento 119 Verso sud Prefazione Le tre novelle presentate qui sono state tradotte dal testo originale per la prima volta in lingua italiana e sono la prima raccolta di novelle della letteratura cinese moderna, pubblicata a Shanghai nel 1921 e intitolata Naufragio (Chenlun), che insieme a Una morte grigio-argento (Yinhuise de si) e Verso sud (Nan qian), costituisce la trilogia con cui l’autore Yu Dafu (1896-1945) esordì sulla scena letteraria cinese. Sono tutte ambientate in Giappone e accompagnate da un acuto sentimento di frustrazione, dovuto in origine alla drammatica situazione in cui era precipitata la Cina dopo la pesante sconfitta subita dal piccolo paese asiatico vicino, un tempo fedele discepolo. La sconfitta fu uno shock per i cinesi, ma ancora più devastante fu il profondo senso di umiliazione che si diffuse tra la popolazione dell’intera nazione.1 Fino a quel momento, solo alcuni intellettuali cinesi avevano prestato attenzione alle trasformazioni dell’Era Meiji,2 infatti questo piccolo territorio insulare era da sempre considerato quasi una colonia culturale della Cina. Al contrario il Giappone, sebbene emerso dal suo volontario isolamento in ritardo, aveva però saputo reagire in modo diverso alla sfida dell’Occidente, riuscendo non solo a resistere ma anche a passare dalla parte delle potenze nel giro di qualche decennio. La riforma (o rivoluzione) Meiji pur trattandosi in realtà di una restaurazione dal punto di vista politico, attraverso un imponente processo di assimilazione e rielaborazione della cultura occidentale nei suoi vari aspetti e riforme in ogni settore, riuscì a rinnovare le strutture dello stato e della 1 Col trattato di Shimonoseki (1895), Maguan tiaoyue imposto dal Giappone, la Cina oltre alle perdite militari subìte per terra e per mare, oltre alla perdita della Corea, si vide occupare altre regioni strategiche, cui si aggiungeva il pagamento di una pesantissima indennità. 2 Era Meiji (1868-1912), Meiji Isshin (Restaurazione Meiji) fu una “rivoluzione dall’alto”, messa in atto cioè dalla classe governante che segnò un punto di svolta del Giappone in tutti i campi. 10 Naufragio società, senza tuttavia cancellare le specificità della cultura giapponese tradizionale. Perciò dopo la guerra cino-giapponese (1894-95), l’élite intellettuale cinese per la prima volta cominciò a vedere nel Giappone Meiji un possibile modello di sviluppo da seguire per modernizzare il paese. E anche i governanti Qing si videro costretti a cambiare atteggiamento e a riconoscere che la ‘via giapponese’ era l’unica che potesse in tempi brevi dotare il paese di quegli strumenti necessari per il suo ammodernamento. Così già nel 1896 sul piano culturale si iniziò un’intensa attività di traduzione di testi giapponesi, a loro volta tradotti da testi occidentali, spesso con esiti discutibili, ma l’importante era fare in fretta. È noto come tra la fine del XIX e l’inizio del XX sec. l’industria editoriale cinese raggiungesse uno dei massimi livelli della storia: libri, giornali e riviste, pubblicazioni di ogni genere, nazionali e regionali invasero il mercato urbano, favorendo in maniera determinante la nascita dell’opinione pubblica. L’esigenza poi di formare personale amministrativo qualificato, spinse il governo a stipulare accordi per inviare studenti cinesi a formarsi nelle più moderne scuole e università giapponesi. E tra quanti vi si recarono in questo periodo, troviamo i nomi dei più noti intellettuali cinesi moderni che contribuirono, dopo il loro ritorno in patria, in maniera determinante alla creazione della nuova Cina e della nuova letteratura. Yu Dafu fu uno di questi, e fu anche quello che maggiormente assorbì le novità della letteratura giapponese. Quando Yu Dafu arrivò in Giappone, al seguito del fratello maggiore inviato dal nuovo governo cinese a studiare il sistema giudiziario giapponese, era il settembre del 1913 3 e non aveva ancora compiuto diciassette anni. Dopo un anno passato a studiare intensamente soprattutto la lingua giapponese, sostenne gli esami di ammissione al corso preparatorio annuale del primo Liceo di Tōkyō, istituito secondo un accordo cino-giapponese per gli studenti cinesi, con lo scopo di un progressivo inserimento nella normale vita scolastica giapponese. Ottenne l’ammissione al corso a pieni voti e la borsa di studio del governo cinese, così nell’autunno del 1914 iniziava la carriera di studente straniero. Rimasto solo, dopo il rientro in patria del fratello, poté assaporare il gusto della libertà e della vita moderna di un paese emancipato. L’atmosfera cosmopolita del Giappone era di grande stimolo intellettuale per i giovani cinesi, che per la prima volta entravano in contatto con 3 Secondo anno dell’era Taishô (1912-26). Prefazione 11 idee e usanze diverse. Ma le città erano anche ricche di attrattive come bar, ristoranti, case da tè, ritrovi per uomini soli, che offrivano ogni sorta di tentazioni per questi adolescenti inesperti. In un passo dell’autobiografia che Yu Dafu scriverà molti anni dopo, in cui si descrivono le condizioni di vita del Giappone di allora, egli affermava: “Dopo essere andato a vivere da solo a Tōkyō, ciò che più agitava il mio spirito nella luce fredda della mia stanza d’albergo o quando andavo in giro per le strade erano le mille attrazioni dell’altro sesso e l’angoscia per l’arretratezza internazionale della Cina. La nuova era della liberazione sessuale è giunta presto nell’alta società di Tōkyō, specialmente fra gli intellettuali e gli studenti. Seducenti fotografie di attrici famose […] ritratte seminude e senza trucco, storie circa affascinanti giovani debuttanti pubblicate su riviste femminili, notizie piccanti sulle amanti di personalità in vista di Tōkyō e tutti gli oggetti e i fatti sufficienti a stimolare la fantasia dei giovani si affollavano, così numerosi e così diversi in quella atmosfera di transizione fin de siècle. Così un giovane straniero vagabondo come me, dall’animo puro, di natura un po’ misantropa, molto emotivo, pieno di indecisioni, venne ripetutamente travolto dalle ondate di questa marea e inghiottito dai flutti fino ad affogare”.4 Al termine del corso preparatorio, invece di proseguire gli studi nello stesso istituto, Yu Dafu decise di frequentare il Liceo numero otto di Nagoya, una cittadina di provincia, a sud ovest di Tōkyō, dove completò gli studi liceali fino all’estate del 1919. Furono anni cruciali per la sua formazione di uomo e di scrittore, in quanto coincidenti con la maturità fisica e intellettuale. Fin dall’infanzia, Yu coltivava interessi letterari; era un fervente appassionato della poesia classica cinese, specialmente la poesia Tang, iniziata a leggere già alla scuola primaria. Negli anni dell’adolescenza non si risparmiò a leggere i Quattro Classici e cosa rara per uno scolaro, tra le sue letture ci fu anche il capolavoro della narrativa cinese, il Sogno della camera rossa. Queste letture gli fornirono una formazione classica straordinaria che unitamente alla conoscenza delle lingue straniere, come l’ingle- 4 Cfr. “Gioventù a Tōkyō”, traduzione del testo pubblicato sulla rivista Yizhou feng, n.11, Shanghai, 2 febbraio 1936 dal titolo ‘Xueyue, Riben guoqing de jishu: zhizhuan zhi yizhang’ (Notte di neve, note sulla condizione del Giappone: un capitolo della mia autobiografia), in Scrittori in Cina, a cura di Helmut Martin, Roma, 1993, pp.69-74. 12 Naufragio se, il tedesco e il giapponese ne fecero una delle figure indiscutibilmente più dotate del suo tempo. A conferma delle sue capacità, basta leggere la descrizione che ne fa un suo compagno di classe di allora, Guo Moruo,5 un anno dopo la sua scomparsa, in cui gli attribuisce un talento geniale, racconta che scriveva splendide poesie in lingua classica, che possedeva una solida conoscenza della letteratura cinese e superava tutti i compagni anche per la quantità di opere letterarie straniere che leggeva; grazie anche all’eccellenza del suo multilinguismo, poteva leggere opere della narrativa europea, russa e americana. Durante la sua permanenza a Nagoya arrivò a leggere un migliaio di opere di narrativa moderna, occidentale e giapponese, rimanendone affascinato. Ma oltre alla lettura, durante questi anni scrisse moltissime poesie, in stile giapponese ma in cinese classico, pubblicate regolarmente su riviste locali, e grazie alle quali era entrato in contatto col mondo degli artisti giapponesi, riscuotendo una discreta fama. Diplomatosi, decise di tornare a Tōkyō per iscriversi all’Università Imperiale per studiare economia. La novella Naufragio (Chenlun) con cui s’intitola la raccolta, al momento della sua pubblicazione fece gridare allo scandalo gli intellettuali cinesi della vecchia generazione per la spudorata freschezza con cui esponeva le pulsioni sessuali del protagonista, di qui l’attribuzione di scrittore decadente, licenzioso e immorale. A sua difesa intervenne, dopo aver letto il racconto inviatogli dallo stesso A., l’autorità nel campo della critica letteraria del tempo: Zhou Zuoren.6 Egli scrisse un articolo in cui dichiarava che l’opera non era affatto immorale, se pur non idonea a un pubblico ingenuo. A suo avviso l’opera descriveva con successo lo stato d’animo della gioventù cinese moderna e da questo punto di vista era sicuramente giudicabile un’opera d’arte. Il protagonista, che non viene mai nominato, è uno studente che frequenta l’università giapponese, tormentato dal desiderio e fantasie sessuali che placa masturbandosi praticamente ogni giorno, e vivendo continui sensi di colpa per questo. Quando gli si presenta un’occasione reale di avere un rapporto con una prostituta giapponese, si ubriaca e 5 Guo Moruo (1892-1978), noto accademico, poeta, drammaturgo, prosatore, teorico della letteratura, filologo, storico dell’arte, nonché uno dei fondatori della Società letteraria Creazione nel 1921 a Shanghai. Fu Ministro della cultura nella RPC. 6 Zhou Zuoren (1885-1967), fratello minore di Lu Xun, scrittore, critico letterario, saggista, uno dei maggiori esponenti della scena letteraria cinese dell’epoca, membro della Società degli studi letterari (Wenxue yanjiu shehui). Prefazione 13 se ne va. Questa sua insicurezza e debolezza sessuale si sovrappongono alla debolezza del paese e si confondono con la frustrazione per non riuscire a porvi rimedio, cui va aggiunto il disagio che prova in quel paese per l’ostilità verso la sua patria. Ciò che rende moderna questa storia non è tanto l’interesse per l’argomento quanto per la sua descrizione da una prospettiva psicologica, attraverso i continui tormenti mentali.7 Uno dei nodi centrali trattati dagli intellettuali agli inizi del Novecento fu la riconcettualizzazione dell’Io (Wo) in vista di una partecipazione al rinnovamento nazionale e al cammino globale verso la modernità. Io e Nazione erano due entità inestricabilmente legate e la letteratura uno dei mezzi per esplorare nuovi modelli d’individualità.8 La novella si compone di otto parti, ciascuna delle quali coincide con un periodo della vita reale dello scrittore. La prima parte si apre con l’eroe ‘solitario’ che vaga per la campagna leggendo un libro di prose e poesie di W.Wordsworth. Egli è totalmente immerso nella natura, su cui riversa tutta la sua solitudine, che nella parte successiva si fa sempre più acuta, fino a divenire ipocondria, anche quando è in mezzo ai compagni di classe. Nella terza parte il protagonista ripercorre attraverso un flashback gli anni della sua giovinezza in Cina, e manifesta un forte senso di nostalgia per la terra d’origine, sentimento divenuto un tópos negli scrittori del Quattro Maggio.9 La quarta parte racconta il trasferimento del protagonista nella cittadina di Nagoya, la rottura definitiva col fratello e il desiderio sessuale alla vista di ragazze incrociate per la strada con la successiva fuga a casa, per andare a rifugiarsi sul tatami, sotto le coperte, flagellandosi con ripetuti sensi di colpa. La quinta parte si ricollega alla prima e alla seconda, con il ritorno dell’autunno ora è la figlia del padrone di casa che lo attrae e lui la va a spiare mentre fa il bagno, con spiccati intenti voyeuristici, che solleveranno le critiche dei benpensanti. 7 Cfr. Kirk Denton, Romantic sentiment and the problem of the subject: Yu Dafu, in The Columbia Companion to Modern East Asian Literature, Columbia University Press, NY, 2003, pp.378-383. 8 Cfr. Lydia H.Liu, Translingual Practice, Stanford, California University press, 1995, pp.143-149. 9 Il 4 Maggio del 1919, con la storica dimostrazione studentesca di Pechino, è la data passata alla storia come l’inizio del movimento per una nuova letteratura. 14 Naufragio Le ultime tre parti sono il resoconto dei motivi che indurranno l’eroe del racconto al suicidio; dopo aver indugiato nell’osservare una coppia di amanti, si ritrova in una casa di prostitute dove la sua indecisione lo costringe ad ubriacarsi fino a ritrovarsi al risveglio nella disperazione più totale che lo porterà al gesto finale. La novella Una morte grigio argento/Yinhuise de si fu il primo esperimento narrativo di Yu Dafu, scritta circa sei mesi prima della precedente, appare più breve e immatura, ma è interessante per comprendere il metodo narrativo dello scrittore. Divisa in tre parti, è ambientata prevalentemente nel quartiere di Ueno, nella Tōkyō del 1920; il nome del protagonista, del quale si parla sempre in terza persona, è indicato una sola volta con l’iniziale Y, attraverso il breve dialogo che ha con un amico incontrato per caso verso la fine della seconda parte. L’episodio da cui scaturisce la trama è la morte della moglie avvenuta pochi mesi dopo averla sposata e lasciata per riprendere i suoi studi in Giappone. Un telegramma gliene annuncia la morte avvenuta per tubercolosi, di cui egli aveva avuto sentore nella notte di luna in cui le disse addio. Lo stato di depressione lo spinge a bere e a frequentare locande con prostitute, da cui esce a notte inoltrata sbronzo e senza più un soldo in tasca. In una di queste notti di disperata solitudine, nel soffermarsi a contemplare la luna “che oscillava come un piatto d’argento nel cielo glauco” all’improvviso le visioni del proprio matrimonio gli si presentano alla mente “come le immagini proiettate da una lanterna magica”. Il tono del racconto nel ripercorrere le immagini di quell’ultimo abbraccio con la propria amata si fa struggente; il pallore della luna si sovrappone a quello del volto ammalato della donna, e al triste presagio entrambi si sciolgono in un pianto accorato. La trama si sviluppa tra momenti reali e improvvise visioni, che si sovrappongono su uno sfondo naturale dove predomina l’uso impressionistico del colore come metafora dei sentimenti espressi dal protagonista. La luna, immagine da sempre cara ai grandi poeti classici, fa da corollario alle emozioni. La parte finale della novella occupa solo poche righe: un impiegato della Circoscrizione di Ushigome sta affiggendo nella bacheca un avviso che informa del ritrovamento del cadavere di uno sconosciuto, morto per emorragia cerebrale. Dopo una descrizione del suo aspetto, sono Prefazione 15 elencati gli unici oggetti in suo possesso: un libro di prose e poesie di Ernest Dowson e un fazzoletto bianco da donna con le iniziali S.S.10 Ad eccezione della morte del protagonista e della moglie, i fatti narrati coincidono con le vicende dell’A. al tempo in cui studiava economia all’Università Imperiale di Tōkyō, poi l’età del protagonista, il suo aspetto fisico, i suoi interessi, ivi compresa l’abitudine di frequentare bar in cerca di ragazze e bere sono tutti tratti tipici dell’A. Tutto ciò farebbe quindi pensare a una novella autobiografica, tuttavia l’edizione antecedente al suo inserimento nella raccolta Naufragio, alla fine presentava una postilla in inglese dove egli metteva in guardia il lettore dal fatto che la storia era del tutto frutto d’immaginazione, salvo per spunti presi dal racconto “A lodging for the night” di R.L. Stevenson e da alcuni episodi della biografia di Ernest Dowson.11 Verso sud (Nan qian) è la terza novella presente nella raccolta, anch’essa si suddivide in più parti, mentre la vicenda si svolge nella penisola a sud-est del golfo di Tōkyō, la famosa penisola Awa (oggi Bōsō). Commentando le sue bellezze naturali, fatto curioso, l’A. accenna all’Italia, dicendo che “non possiede gli incantevoli scenari della penisola dalla sagoma di stivale situata nel Mediterraneo”. La trama questa volta è più complessa, attorno al protagonista facilmente assimilabile all’A., ruotano più personaggi identificabili solo con l’iniziale del nome. La scena iniziale si svolge in un locale alla moda di stile occidentale che si affaccia sul parco di Ueno a Tōkyō, e lì stanno conversando, “con tono sommesso e lievemente melanconico”, un occidentale di circa cinquant’anni, che dalla descrizione dell’abbigliamento sembra essere un pastore protestante, e un giovane cinese dall’aria consunta, che in seguito sapremo chiamarsi Yi Ren, di nobile discendenza. Dalla conversazione si intuisce che il giovane soffre di una malattia che necessita di un periodo di convalescenza in una località dal clima mite, e il pastore consiglia di recarsi per un periodo da una sua amica inglese, che ha una casa vicino al mare, ad Awa, quindi da Tōkyō la scena si sposta nel paesino di Hojo, nella penisola di Bōsō, la cui delicatezza del paesaggio ameno sembra per la prima volta far star bene il protagonista. 10 Le iniziali sul fazzoletto potrebbero appartenere alla ragazza del locale, il cui nome in lingua giapponese si pronuncerebbe Shizuko. 11 Cfr. Yu Dafu xiaoshuo quanbian (Raccolta completa delle novelle di Yu Dafu), Hanzhou 1992, p.1. 16 Naufragio La signora inglese dove Yi Ren alloggerà è di fede cristiana, e tutti i pomeriggi raduna i suoi ospiti per leggere dei passi della Bibbia e pregare. Tra gli ospiti ci sono tre ragazze giapponesi, una delle quali dall’iniziale del nome O. farà breccia nel cuore di Yi Ren, che se ne innamorerà perdutamente. “Si accostò al cuore di O. con nobiltà d’animo e con candore, senza nemmeno l’ombra di un pensiero malizioso”. La narrazione, intervallata da frequenti richiami letterari, si sviluppa su tematiche fortemente romantiche; Eros e Amore nella visione romantico estetica della letteratura cinese del periodo sono la risposta degli intellettuali appartenenti alla generazione del Quattro Maggio. Il protagonista in tutte e tre le novelle è un giovane intellettuale, un po’ bohémien, insoddisfatto della propria vita, deluso nelle proprie aspettative, che si sente inutile nonostante la sua preparazione culturale, conduce un’esistenza grama e disordinata, ed è incapace di porre fine alle proprie sofferenze, per cui si lascia affondare nel vizio, logorando la propria salute. È il simbolo dell’alienazione dell’uomo moderno, che s’ispirava a scrittori stranieri allora molto popolari in Giappone, così come ai maggiori scrittori giapponesi del watakushi shōsetsu (romanzo dell’Io). La popolarità di Yu Dafu, soprattutto tra il pubblico giovanile, era dovuta principalmente a questo suo modo moderno di raccontare la realtà attraverso descrizioni emotive, spesso di tipo sessuale. Per la prima volta il sesso era entrato nella letteratura cinese come una componente importante dei processi mentali dell’individuo, che poteva condurre a stati morbosi, ossessivi o paranoici della psiche, fino all’estremo atto, il suicidio. Ma era legata anche alla maestria del linguaggio letterario, atipica nei suoi contemporanei: la componente lirica della sua prosa, erede indiscutibile della migliore tradizione poetica cinese, l’uso impressionistico e simbolico dei colori, e l’impiego metaforico delle immagini paesaggistiche12 ne hanno fatto una figura unica nel panorama letterario cinese moderno. Yu Dafu fu uno spirito colto, indipendente e coraggioso che merita di essere conosciuto. Patrizia Dadò 12 Cfr. J. Průšek “Few can rival him in the delicacy of the pictures he sketches not so much of love as of erotic desire, of erotic dreams and visions”, in Three Sketches of Chinese Literature, Prague,1969, pag.46. 18 沉沦 хщ l܉ϞˆڇȡáˆŌ˝ lԞΡӄԞˠ˹ր̰l͓þ$(`ׄ#ԬȶԞǜǂĸ (`$lԞ1ݤgǁԞܦܬɜߌ̅̅ނJ ǰиǰǰԞ҅åۙϞlԞȢϸʥȢ<śɸֿ˔ ģ0υJܬǰУήBυԞNğNΟ θǰՏ݀ΝPֻŇʊΕԞԟΟΠǁǿԞ۱ !ܦլլԞǁ݀ܬ٩ۖiĩΖūϞԞˈřܽ ܵԞӷѦإʇԴդ߁иݱݱԞ̽!ޗϞǁߝ رϏӄԞհԀ1ݤǁʱπřԛַԞEݤԞȪޗ!ܦ l0`̢݀͟JϑÊɄݝԞ Wordsworth Ԟއڢɕǁ ݀ܬԞӞХǁ܌ǯʐĶÔƳޗʒΝ`ʼ#Կi ǦϞԞǤ.ǤԞţǤ˴˴̫̫ԞþlԞؗ !ϞlԳԷ՞ʥJFř²ЄԞŝφӘţǤԞǂΖ ĸځJ*ϖ϶éǦ`ȵřߐߒԞɛӺ! φɘٔٔԞ٢иБř۶ֲԞǁؽ݀ܬ Q“Oh, you serene gossamer! you beautiful gossamer!” ܌ϺԞŋJǤlԞԳԷ݀ɒѹîJ.٩҅јϞl ɷC#Կܦήa:ב ŮŮԞJȀ9l˗Ҽ!ˆڇφت֩ݱԞиˬū Ϟˬ֧ԞƆܦΘԞϨɋػր̰lԞЄǜ̥ՆJ lƴ۳ǵϞܬϨɋ܋ػήޯͲ#ɸݱʇԴ֩י ËиˬԞŽҊˈˈԞƣþlرܬԛԞ!؍Ϟǁ҅܌ Naufragio 19 Naufragio 1 Di recente una penosa sensazione di solitudine si era impossessata del suo animo. Il suo temperamento precoce, inoltre, lo aveva indotto a trovarsi in circostanze che gli apparivano incompatibili con il resto del mondo; per questa ragione la barriera fra sé e gli altri, col trascorrere del tempo, diveniva sempre più alta. Di giorno in giorno l’aria si rinfrescava. Erano trascorse quasi due settimane da quando erano cominciate le lezioni nell’istituto che frequentava. Era il ventidue settembre. Il cielo era terso, azzurro, con delle sfumature simili al verde della giada, senza neppure una nuvola. L’astro del sole, eterno eppur sempre nuovo, splendeva lucente e pian piano seguiva la sua consueta orbita. Una brezza tenue proveniva da mezzogiorno e recava con sé un effluvio che, come un nettare delizioso e inebriante, gli sfiorava il viso a ondate. La strada di campagna, lunga e tortuosa, era come una linea bianca che si snodava tra il giallo e il verde delle risaie non ancora pronte per il raccolto. Egli procedeva lentissimo e solitario lungo quel sentiero recando in mano un volume di circa sei pollici di lunghezza, una raccolta di poesie di Wordsworth.1 La vasta pianura circostante era deserta. All’improvviso udì alcuni latrati provenire da lontano che si erano propagati come suoni melodiosi, crescendo e attenuandosi alle sue orecchie. Sollevò gli occhi dal libro e guardò trasognato verso il luogo dal quale arrivavano le voci dei cani, ma riuscì a vedere soltanto un ammasso d’alberi e i tetti di alcune case coperti da tegole che scintillavano come squame di pesce. L’aria limpida rendeva il paesaggio diafano come un miraggio: tutto fluttuava come su un velo. “Oh you, serene gossamer! You beautiful gossamer!” “O tu, drappo trasparente! Mussola delicata!” 1 William Wordsworth (1770-1850), poeta anglosassone ritenuto, insieme con Samuel Taylor Coleridge, uno dei fondatori del Romanticismo e del Naturalismo inglese. 20 沉沦 ŽΡգԞ(Ԉ݀ǁ܌Ҥ҅ܛΧԞrDZ (Ether)1lԞ ˆڇۮřܼݽԞܸ۵ۙϞlȀںήԸǁ̌Ю˘݀Ԟ ϺȜlȀںήЄþJϽخҒ݀ԞϺȜlȀںήǁĩН Ԟѳɨۯǁ˹`!ؘǁۅ݀ܬĢԸԞϺȜ lƳˆڇ܃ŵƺԞػώܳǁ݀ܬɅlˈֆ رյ˴ˆڇ9ΝմԞǯҼˈˈԞǁ݀ܬҳǵ ĐC#ĐԞŝǰJlˆڇǰյ1φעɋǰՙ ͫ!ԴJ͌!ؖףԴJʫ֕ǁأۨ݀ܬlˆڇ ?ϣJ#Կ#ڇʥJņڨڋԞڬ “݀܌ɒήԞݤ(̠ރܪԞإʢ`ܳǁ݀ܬȅˎ ۶ֆ̇ʨŊφ܌ǯҼֻ܌ŇʊΕԞرյԟΟ ܌δǩԞˈ܌úգԞ҅и܋ήԞχľ܋ήԞ ̌Ю܋ήԞ˹`; C#ˌÖþ(!ĸ$ܬV۶ٔԞ ԃǽÌǦĸɒǁ܌ǯҼԞ˘ֱ݀܌ϒԞEקֻݤ J”כ ܌ϺԞڬJܥlˆڇȵŌ˝ۙϞȀںφĠƃ ˡЖTǁ1ņڬ#îϞԞϺȜŧJĿ҅ј lԞԳԷĻþl̢݀ԞF!ĸ Behold her, single in the field, You solitary Highland Lass! Reaping and singing by herself; Stop here, or gently pass! Alone she cutsand binds the grain, And sings a melancholy strain; Oh, listen! for the vale profound Is overflowing with the sound. J<ث܌ślĻ˗Ҽ܇ץʯϞ،ǵ،؊Ԟ þܬֈ ثĸ Will no one tell me what she sings? Naufragio 21 Declamando questo verso gli spuntarono le lacrime, senza che ne intendesse il motivo. Ammirò incantato per un po’ il paesaggio poi, tutt’a un tratto, sentì provenirgli dalle spalle una fragranza di violetta. Il fruscio che il vento alzatosi produceva sferzando delicatamente l’erbetta a lato della strada lo riscosse dallo stato di torpore e infranse il mondo onirico nel quale era sprofondato. Volse il capo per guardare: l’erba giovane ondeggiava incessante scossa dalla brezza leggera spandendo un profumo di violette che in quel momento giungeva mite e tiepido sul suo viso pallido. In quell’armonioso e quieto scenario d’inizio autunno, nell’etere nitido e sereno, cominciava a sentirsi inebriato e infiacchito, come se si fosse addormentato sul seno di una madre amorevole, come se un sogno lo avesse trasportato nella Terra dei Fiori di Pesco.2 Gli pareva di essere su una costa dell’Europa meridionale, accovacciato sulle ginocchia di un’amante, con l’incontrollabile desiderio di assopirsi. Si guardò attorno: gli parve che la vegetazione gli sorridesse. Poi osservò il cielo azzurro e gli sembrò che la natura antica e infinita annuisse languida nella sua direzione. Indugiò a guardare il cielo e fantasticò che sulla volta celeste un gruppo di angioletti dotati di ali e recanti sulle spalle archi e frecce danzassero soavemente. Era al colmo della gioia. Senza accorgersene disse ad alta voce: « È questo il tuo rifugio. Tutte quelle persone mediocri che popolano il mondo t’invidiano, ridono di te, ti considerano uno sciocco. Solo la natura, questo cielo azzurro e questo sole chiaro e brillante che esistono da sempre e che pure sembrano nuovi di zecca, questa brezza di fine estate, quest’aria limpida del primo autunno… Sono loro i tuoi unici amici, le tue genitrici, le tue innamorate. Non devi più tornare nel mondo e vivere con quegli uomini e con quelle donne frivole. Devi restare in grembo a questa natura, in questa campagna genuina, sino alla fine dei tuoi giorni ». Dopo aver dichiarato questo, provò un senso di compassione verso sé stesso; era come se il suo cuore fosse afflitto da infinite inquietudini e non riusciva più a parlare. Con le lacrime agli occhi, abbassò lo sguardo sul libro e lesse alcuni versi. 2 Un mondo fittizio di pace lontano dai tumulti del mondo reale descritto dal poeta Tao Qian (365-427d.C.), uno dei più grandi poeti della dinastia Jin occidentale (265-316), nella sua celebre opera in prosa “Primavera dei fiori di pesco”. Questo termine divenne talmente famoso da designare tuttora il concetto di utopia nella lingua cinese. 22 沉沦 Perhaps the plaintive numbers flow For old, unhappy, far–off things, And battle ago: Or is it some more humble lay, Familiar matter of today? Some natural sorrow, loss, or pain, That has been, and may be again! ܌Cήl܉ϞԞդD̂FԞΤªʒшφЛʚԞ éԜޟԞǯFρŌ#ˌڬJɒήéğޟԞɋÕȜȁ ӈןӾԞ Ҽ (ڗEmerson's «OnNature») чיԞ ܨܚҎ(Thoreau's «Excursion»)<֞CшφȨȨÇ Çiǵ؞ɖԞگȨ֗܇ʷlۙúץʥÕFϞԞΤ ªگJƳ٩R٩̚ޟNޟlЯܬٲϑF̈Đ˩ #ˆٿņи̰ܬϑFš"ײȜ݀ĸԞϺȜþگJ ޟƳ<ޟślĻӾۙդ˝˼ԞˋϞlˋ݀=ڬ “܌ںϺԞǸF#ʛڥņиɒ̰l˖ȨٿԊԴֹ ֹ½ԞŻựȀ"Ȝɒ˖ȨJrś̘ԞһϊCɒ# ˆ#ѷҪܬΤª̘ɒшφȀϊшφЄ̃J˚:ˆ Ŵ?” lԞ؊݀ٝҼφ܌ϺԞ̃ǵÐȭlԞˋ݀ΡφV½ ij¬ۙϞþJ܌Τªlˤ̰ܬϑFͻ܃܇#Ö "ĸ܇éǰ̚܇שé0݉ǵ<ślĻӿJҘؐԞһ˕ řúܬگϑFԞΤªϺԞĸگʼnǫԞFĸéΟĄ ̚שéҳ݉ĄܬϺԞ̈ĐlԞܬϑFɒ#ˆ#ٲlܧ ˑJ ;ǯJǤ̰ޝҋܑ҉ΔԞܬ.گڢثJ<ܥśl˗ Ҽ̰̃ڢ߀܌ӿ1ƻڠץîϞ “ȡȹԞߌĶóհ”ש Naufragio 23 Behold her, single in the field, Yon solitary Highland Lass! Reaping and singing by herself; Stop here, or gently pass! Alone she cuts and binds the grain, And sings a melancholy strain; O listen! for the vale profound Is overflowing with the sound. Poi, senza un’apparente ragione, voltò la pagina e passò subito a leggere la terza strofa. Will no one tell me what she sings? Perhaps the plaintive numbers flow For old, unhappy, far-off things, And battles long ago: Or is it some more humble lay, Familiar matter of today? Some natural sorrow, loss, or pain, That has been and may be again? Da qualche tempo aveva contratto l’abitudine di leggere a salti; non rispettava più l’ordine di uno scritto, specialmente se si trattava di volumi composti di qualche centinaio di pagine. Per questo motivo preferiva i libelli con poche decine di pagine, come il saggio “Sulla natura” di Emerson3 e “Escursioni” di Thoreau4, tuttavia a volte non riusciva nemmero a terminare la lettura di questi. Quando prendeva un libro, cominciava a leggere quattro o cinque righe, una o due pagine: se il libro gli suscitava delle emozioni, era preso dalla smania di divorarlo, poi, mentre continuava la lettura per altre tre o quattro pagine, provava una pena invincibile e pensava: “Non si può leggere un libro così meraviglioso tutto d’un fiato. Bisognerebbe assaporarlo lentamente e soffermarsi su ogni passo. Se lo leggessi con avidità dall’inizio alla fine, il mio entusiasmo svanirebbe 3 Saggio pubblicato in forma anonima nel 1836 da Ralph Waldo Emerson (18031882), poeta, saggista e filosofo americano, membro principale, insieme con Henry David Thoreau, del movimento filosofico del trascendentalismo, sorto nella metà del diciannovesimo secolo. Tale corrente di pensiero si opponeva al razionalismo e mirava all’esaltazione dell’individuo nei suoi rapporti con la natura e con la società. 4 Opera del 1863 scritta da Henry David Thoreau (1817-1862), filosofo e autore statunitense, altro esponente della corrente filosofica del trascendentalismo. 24 沉沦 l̃̃«The solitary reaper» ޫڢŊφȁФԞڠђ ܬ0ǽȣ½ǿŊ0`ǁԀ݀ ܃ܬԞܬ0ߌĶԞǽȣ½ǿŊ0`á҅҅ǂ ǿ܃óհ܃ǁ½ܬƖԴ#ɸ ǿ˗½³J˗½Ļ܇ĸJ۶Ԣ˙Ãֹؓ ǿ0`óJĻ̰݁հ½ۙ͘ ǿƖԞɠСާφV½˷åԞ˹Ŷ ŨŭŨŭ܌ʖڸ҂҂ ÇÁҘJǿԞСƖԞ҅ޝ φ`ڬŤǿƖԞճήa: ̚שǿܬĠԞԘڤ ήƖԞĄpԞƃС ̚שήĄϋԞ̛MĠÏ߂ ̚שήVDžݤԞ¢π ήԪĄԞȵʊڬݣ ̚שήVǰҼԞƃˡˌҼԞ/ضҼԞ˷А ܌VMٝή܇ĸԞƴ˞ɉϞ̃Yˌφ`͎ڞ lņиڠJîϞ<ś˗ĻˆڇΝۙϞƨ ߆Ԟܦڬ “֒܌ήa:+پŭɢ#ř΄݀ԞןۓСϺԞ>Ŷ :طƻڢήطƻڢ1ƻڢή1ƻڢĻˌڠϞɅĸ Ŵ! ” ܌ϺԞڬJňl#Կ#½ˈˈڇԞֆJۙϞŝ Ƴ܃DZݯɸֿ̥ΏJǯʐĶԞʾɨ܃پԞǂʐ ַ!φʠߌɠѱǁ݀ܬŃJǰЩӀɠԞŵƺ ̗ܶܺɘύύԞɤиŀɈîդ֩#֩֬#֬Ԟ ޭتϞ Naufragio 25 subito, così come i miei sogni e le mie aspettative, e perderei ogni piacere. Non sarebbe perciò un peccato?” Sebbene nella sua mente fosse convinto di questo, in realtà, in cuor suo, cominciava presto a essere stufo di quel libro e lo lasciava, senza più riprenderlo. Trascorsi alcuni giorni o soltanto delle ore, non era più pervaso dall’entusiasmo che lo aveva catturato all’inizio e prendeva a leggerne un altro dimenticando l’interesse che l’opera precedente gli aveva suscitato. Dopo aver recitato ad alta voce i versi di Wordsworth, gli venne improvvisa la voglia di tradurli nella propria lingua, quella cinese. Dapprima tradusse il titolo della poesia, “The solitary reaper”, “La mietitrice solitaria”. Osservala, ella è là, sola nel campo, La fanciulla solitaria delle Highlands! Miete e canta in solitudine; Fermati qui, oppure prosegui a passi lenti! Solinga ella falcia e lega il grano, E canta una triste melodia; Ascolta! ché la valle profonda S’inonda del suo canto. Chi mi dirà cos’ella canta? Forse i melanconici versi fluiscono Per vecchie, dolenti e remote cose, per battaglie ormai estinte: Oppure per qualche umile evento, Un fatto familiare di oggi, Una pena modesta, Una perdita o un tormento Ch’ è stato e che potrà esser ancora? Dopo aver effettuato rapidamente la traduzione, fu sopraffatto dalla noia e da un senso di derisione per sé stesso. Ammise in tono denigratorio: « Tutto questo cos’è? Non somiglia forse a un monotono inno religioso? La poesia inglese è poesia inglese; la poesia cinese è poesia cinese. Perché si dovrebbe tradurla? Non ve n’è alcuna necessità! » Fatta questa considerazione, senza avvedersene, sorrise lievemente. Rivolse lo sguardo tutt’intorno. Il sole stava tramontando. Dalla parte opposta della grande pianura, a ponente, sulla linea dell’orizzonte, si stagliava il profilo oscillante di un’alta montagna, tutta avvolta nel 26 沉沦 lУǁ݀ܬîՙŮԞΤªƛԞƂƦJǤlԞ ś˗ҼϞJ0ÚDzƴǵlɒ̰l!؍Ԟֆȶͼ ̗ٶĈ˓ܯԞتޗȀںlԞֆȶή˜`ٲځԞϺȜ N lԞ˓ܯԔ̅̅ݦӽJ lˆڇȢϸ݀Ԟ΄եFԱřư٤إдΝģҳӾ ǰи҅ωԞΤªlЯ͟JϑӈگԞȢFۢþ`ܔ ؞טԞɠؒйԉĸܬۅȡȹԞ҂Ŷĸǁ֜¨ȹԞԼ ݤǁйǰԬΫԞǂΖlػώٜߐԛPՏه ˆڇȵή0ȡߌº(Ԟ`ۀ0ۛҼӞռԞשހ φΤǁɠ1ܤԴ0ÚDzl̰ɷʷJ Zarathustra ̰ Zarathustra ̠ڬԞڤCǁˋ݀ɅܬÚDzڕJlԞ megalomania CřlԞ hypochondria ̗JУаǰ ǰԞǞĎۙϞǁ܌ϺԞΤªCރˢl#̋̆!Ȣϸĸ ĸܬřϔЇϺԞɳDzĸlրφͧܐƳRǰ#!Ȣϸ ĸŨڕԞΤª φΤªlþȢϸ݀ĸlЯܳ`}ˆڇǁ݀ܬèڅlԞ ϺȜlܪϞܪĸ̃ܪlԞřȢҼתΝڗþJa:ǂΖ lԞřȢԞԳÃˤȀ˘ںJ˯̆ɈǁlԞ؈!ԞϺ Ȝ !ڰԞΤªlٝҼLJǁÇӲȢӾԞ1ݤҼתˤˆڇ Naufragio 27 fulgore del sole morente e in una foschia indistinta; i dintorni rilucevano di un colore misto tra il rosso e il porpora. Era ancora lì, assorto nei pensieri, quando percepì un lieve tossire dietro di sé. Si volse e vide comparire un contadino. Smise di sorridere e assunse un’espressione avvilita, come se il suo sorriso, timoroso di esser scorto da uno sconosciuto, si fosse nascosto in fretta. 2 La sua ipocondria andava peggiorando sempre più. Considerava i libri di testo in uso nell’istituto che frequentava come se avessero l’insipido sapore della cera, del tutto inadeguati a dargli un minimo di stimolo e di gioia nell’apprendimento. Ogni volta che il tempo era clemente, prendeva un libro di letteratura che desiderava leggere e si precipitava nelle lande solitarie o sulla riva appartata di un corso d’acqua per saziare la brama profonda di solitudine che empiva il suo animo. Quando raggiungeva finalmente lo sfavillante regno di quiete che gli era congeniale, dove cielo e acqua s’incontravano, osservava la vegetazione, gli insetti e i pesci, ammirava il blu intenso del cielo e le nubi candide pensando a sé stesso come a un saggio ritiratosi orgogliosamente a vita privata o a un eremita indipendente e riservato. Talora gli capitava d’incontrare tra i monti un campagnolo e subito s’immedesimava in Zarathustra e vagheggiava d’intavolare un discorso con quell’uomo adoperando le parole che avrebbe potuto pronunciare il profeta. La sua megalomania era direttamente proporzionale alla sua ipocondria: aumentava con il trascorrere dei giorni. In quel periodo, come naturale conseguenza del suo stato d’animo, frequentava l’istituto di malavoglia e quando vi si recava lo faceva con lo spirito di chi dovesse andar a svolgere un lavoro abitudinario. A volte si assentava dalle lezioni anche per quattro o cinque giorni di seguito. Spesso, quando arrivava in istituto, aveva l’impressione che tutti lo fissassero. Evitava i compagni, tuttavia, dovunque andasse, continuava a percepire i loro sguardi carichi di malevolenza che lo colpivano le spalle. A lezione, nonostante fosse seduto in mezzo ai suoi compagni, si sentiva molto solo. Questa sensazione di solitudine che si manifestava quando si trovava nella folla era perfino più acuta di quando si trovava
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