- STAMPATO IN PROPRIO - DISTRIBUZIONE INTERNA - VISIBILE NEL SITO:www.casadiripososangiorgio.it "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia !" - #" - Coordinatore: Dr. Fabrizio Gabaldo - Segretario-Direttore "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia ! " #$ !% " #& ' #* ( ) # “Ah, proprio ‘na bea festa!” “Che la Grazia fosse brava a cantare lo savevo, ma no’ pensavo che la fosse anca brava come maestra de balo. Ghe ga insegnà ela a le tose che balava, seto!” “Ahn si? Beh brave anca lore…e anca tanto carine e simpatiche…gheto visto co’ che le paruche quante che le ghe na combinà! “Le jera vestie tute da cao-boi parchè le faseva on tipo de balo…la Sonia me ga dito el nome ma no’ me ricordo pì (country).” “E Pasquae… el ga balà anca elo co’ la paruca bionda in testa…no’l ghea gnanca pi male a le gambe!” “E Albino…gheto visto…come ch’el balava el tuist, no’l ghea mia sono oncò!” “Beh, e le fritoe ciò, jerele poco bone?” “’Na bontà! A go sentio dire che la coga la ghe na impastà 40 ovi e la ga finio de frisere a le quatro…poareta!” “Mi a so sta sfaciata e a ghe ne go domandà do’volte…cussì a me so cava la voja! Stasera ‘na minestrina e basta.” Questa volta ho lasciato parlare gli Ospiti, riportando alcuni dei loro commenti, effettuati a caldo mentre andavano a cena, poco dopo la fine di questa riuscitissima festa. Chi meglio di loro infatti, anche se con aggettivi semplici come “bello, buono e bravo”, ma detti con il cuore, può darvi l’idea di quanto si siano divertiti. Nuovamente grazie, quindi, soprattutto a nome degli Ospiti, a Mariagrazia e alle sue ragazze-alunne. L’educatrice Sonia in collaborazione con gli Ospiti Tra i simboli che rappresentano la Pasqua, la colomba è quella sulla quale esistono più versioni in merito al suo significato. Una prima interpretazione, derivante dalla religione cristiana, identifica nella colomba lo Spirito Santo che salva l’umanità. Ai tempi di Greci, Egizi e poi Romani, per le cerimonie sacre veniva preparato un pane a forma di colomba cui si attribuivano proprietà rituali e magiche. I Cristiani acquisirono questa tradizione attribuendo alla colomba il simbolo della Pace perché la Bibbia narra che dopo il diluvio universale la colomba inviata da Noé tornò all'arca portando nel becco un ramoscello di ulivo (che al tempo significava fecondità ed al quale poi venne attribuito significato di Pace). Infatti è raffigurata in volo, sempre pronta a benedire i fedeli e a portare la pace. Anche un altro episodio risalente alla metà del VI secolo d.C. dimostra come la colomba simboleggi la pace. Davanti al trono del re Alboino (re dei Longobardi), mentre questi stava decidendo sul destino di Pavia, si presentò un vecchio artigiano con dei pani dolci a forma di colomba come regalo di pace nel giorno di Pasqua. All’assaggio i pani risultarono così buoni da spingere il sovrano a rispettare la città e i suoi abitanti in onore di questi dolci. In terra veneta non c’è Pasqua senza la “focaccia”, dolce tradizionale che nel tempo ha assunto la forma di “colomba”. Si tratta di un pane pasquale a base di farina, zucchero, burro, lievito e uova, arricchito a volte con vari ingredienti come uvetta, cedrini, gocce di cioccolato o creme varie. Sembra che originariamente l’idea di questo “pane dolce” sia venuta ad un antico fornaio trevigiano il quale lavorò la sua pasta di pane con burro, uova, miele e qualche mandorla sino ad ottenere un dolce soffice e leggero, che regalava ai suoi clienti in occasione delle feste pasquali. La colomba come prodotto di massa nasce invece nei primi del Novecento quando l'azienda milanese Motta decide di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. Nasce così la colomba moderna, un dolce con un impasto molto simile appunto a quello del panettone, ma che si arricchisce di una copertura di amaretto e mandorle. Nel 1930 la Motta commissiona ad un artista specializzato in manifesti pubblicitari, un manifesto sulla colomba con lo slogan :"Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera". L’educatrice Angela in collaborazione con gli Ospiti Sono una tradizione antica, le tingevano già antichi romani, greci, egiziani e persiani, per celebrare la primavera. Per i cristiani l’uovo è simbolo di Resurrezione e per questo, a partire dal Medioevo, si è diffusa l’usanza di regalare uova in periodo pasquale. Inizialmente, si trattava di uova sode colorate, solo in tempi recenti si è diffusa l’usanza di regalare uova di cioccolato particolarmente gradite ai più piccoli. In molti paesi persiste comunque l’usanza di scambiarsi, il giorno di Pasqua, uova vere colorate e decorate. In passato, in alcuni paesi, era tradizione tingere le uova di rosso che è il colore associato alla Passione di Cristo. Questa usanza arriva forse da una leggenda secondo la quale, Maria Maddalena andò dai discepoli per annunciargli la Resurrezione di Cristo, questi però non credettero alle sue parole. Si narra infatti, che Pietro le disse: “Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse” e, per miracolo, le uova che Maria Maddalena recava nel suo cestino, diventarono rosse. Nei secoli, oltre al rosso, sono stati utilizzati anche altri colori e diversi motivi decorativi. Ogni cultura ha sviluppato un proprio modo di decorare le uova. A volte si usano le uova sode, colorate con colori vegetali e alimentari se si intende mangiarle. Oppure si svuotano facendo un forellino con un ago ad ogni estremo dell'uovo, così si usa soltanto il guscio. Raccontano i nostri Ospiti che, quando loro erano piccoli, non c’erano tanti colori a tempera, pennarelli e uniposca, per colorare le uova le facevano bollire in acqua con un cucchiaio di aceto (che ha potere fissativo del colore) e: spinaci, ortiche o prezzemolo se le volete verdi; bucce di cipolla o carote se le volete arancioni; tè, camomilla o zafferano, se le volete gialle; barbabietola rossa già cotta, se le volete lilla o violetto; foglie di cavolo rosso, se le volete azzurre. A volte usavano anche delle carte colorate come la carta da zucchero per fare l’azzurro o della carta velina rossa per fare il rosso. C’è chi poi attribuisce un significato precisoai colori: • • • • Il rosso simboleggia il sangue di Cristo e il suo sacrificio il verde è il colore della spiritualità e della speranza per il futuro il blu o azzurro è il colore della rigenerazione, dell’immortalità e quindi della salute il lilla o violetto è il colore della fede o della giustizia Ecco ora provate anche voi a creare un bel centrotavola con uova colorate per festeggiare la vostra Pasqua…magari se poi siete tanto brave e creative potete anche decorarli così: L’educatrice Sonia in collaborazione con gli Ospiti TORTA CON LE FRAGOLE INGREDIENTI: 200 gr. di farina 00 100 gr. di burro 2 uova 160 gr. di zucchero 100 ml. di latte 2 cucchiaini di lievito per dolci 1 pizzico di sale 300-350 gr. di fragole pulite 2 cucchiai di zucchero semolato o di canna PROCEDIMENTO: Montare il burro con lo zucchero, aggiungere le uova una per volta sempre continuando a montare, aggiungere quindi anche il latte. Setacciare la farina con il lievito e aggiungerli graduatamente al composto sempre continuando a mescolare. Versare l'impasto nella teglia imburrata e infarinata, distribuirvi le fragole tagliate a metà sopra l'impasto coprendo tutta la superficie del dolce e con la parte tagliata verso il basso in maniera che una volta cotta la torta sarà più bella da vedere. Spargere sopra 2 cucchiai di zucchero semolato o di canna. Mettere in forno caldo a 175° per circa 45-50 minuti, poi dipende dal forno di ognuno, è meglio comunque fare la prova dello stecchino. Decora con una leggera spruzzatina di zucchero a velo. "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia L'osteoartrite è una delle cause più comuni di dolore alle articolazioni. Chiamata talvolta artrite degenerativa o patologia degenerativa delle articolazioni, è una condizione che implica la degenerazione della cartilagine delle articolazioni. Il ruolo di proteggere le articolazioni stesse. A mano a mano che la cartilagine si usura, le ossa entrano dolorosamente in contatto tra loro. Le prime fasi dell'osteoartrite possono essere affrontate con vari trattamenti conservativi non chirurgici. Tuttavia, man mano che la cartilagine dell'articolazione continua ad usurarsi e i sintomi dell'osteoartrite si aggravano, potrebbe essere consigliabile un intervento chirurgico per correggere i danni alle ossa e alla cartilagine. Per diagnosticare la sua condizione, un ortopedico specialista osserverà la sua capacità di movimento e analizzerà la sua anamnesi. Una radiografia dell'articolazione può servire a mostrare i segni di logoramento e la gravità di distruzione della cartilagine e quindi essere utile per stabilire il trattamento migliore. Le articolazioni più comunemente interessate dall'osteoartrite sono quelle delle ginocchia, delle anche, delle dita e delle spalle. I sintomi dell'osteoartrite comprendono: • • • • • Dolore alle articolazioni quando si mantiene la postura eretta o ci si muove Cedimento o blocco dell'articolazione Dolore quasi costante Riduzione dell'attività fisica Postura o camminata anomala Cura e prevenzione Non esiste una vera e propria cura dell'osteoartrite, anche se in proposito sono stati fatti grossi passi in avanti. La terapia tradizionale si basa sul 10 "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia controllo del dolore, in modo da renderla meno problematica e ritardare il più possibile l'intervento chirurgico di rimozione dell' articolazione logorata e di sostituzione con un'articolazione artificiale. Utile il trattamento con acido ialuronico, ma le speranze più grandi derivano dai progressi dell'ingegneria tissutale; oggi è infatti possibile innestare cellule cartilaginee prelevate dallo stesso paziente ("impianto di condrociti autologhi"), ottenendo buoni risultati anche nel lungo periodo di tempo. Si tratta tuttavia di un intervento riservato a pochi e per ora risolutivo solo in casi particolari (giovane età, solo per alcune articolazioni, lesione limitata e buono stato delle rimanenti porzioni ossee e cartilaginee). La prevenzione si attua, essenzialmente, attraverso l'uso ragionevole delle articolazioni. Sono quindi bandite le attività sedentarie e quelle troppo impegnative, specie per i soggetti non allenati. Un'attività fisica regolare, al contrario, è utile per prevenire l'osteoartrite, in quanto rinforza i legamenti e la muscolatura che stabilizza l'articolazione, prevenendo infortuni e pericolosi disallineamenti. Se il paziente è sovrappeso è fondamentale il dimagrimento, in modo da diminuire il carico sull'articolazione dolente. L'attività fisica è particolarmente utile anche in caso di osteoartrite conclamata e occorre quindi abbandonare l'idea, ormai arcaica, secondo cui l'esercizio fisico vada assolutamente evitato se la malattia ha già interessato l'articolazione. I benefici ottenibili sono infatti numerosi: maggiore mobilità articolare, rinforzo muscolare e stabilizzazione dell'articolazione, mantenimento o riduzione del peso corporeo, migliore equilibrio e prevenzione delle cadute. Pratiche consigliate: ciclismo e attività in acqua e cammino. Se avete male quindi non resta altro che sottoporsi alle cure del medico e tentare di muoversi il più possibile, anche nella palestra della nostra casa di riposo. Il fisioterapista Dott. Doardo Luca 11 "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia La disidratazione si ha quando c’è un’introduzione di acqua, tramite liquidi e cibi, inadeguata rispetto ai fabbisogni dell’organismo. Tale condizione può avvenire per una carente introduzione di alimenti e bevande o per una perdita di liquidi aumentata (per esempio in caso di diarrea o vomito o quando si suda perché fa molto caldo). L’ospite Anziano presenta un rischio elevato di disidratazione per diverse cause: l’avanzare di talune patologie, difficoltà di deglutizione, diminuzione dello stimolo della sete, perdita dell’autonomia alimentare, uso di farmaci che potrebbero favorire la disidratazione e altre problematiche che possono comparire negli anziani istituzionalizzati. Perché è importante bere molti liquidi? E’ necessario bere e assumere liquidi con l’alimentazione perché l’acqua interviene nello svolgimento di tutti i processi fisiologici e in tutte le reazioni biochimiche del nostro corpo (ad esempio aiuta il processo di digestione). L’acqua è anche fondamentale per la regolazione della temperatura corporea, mantiene compatta la pelle e le mucose, agisce come ammortizzatore e lubrificante nelle articolazioni. Inoltre, i soggetti ben idratati hanno un minor rischio di sviluppare alcune malattie come: infezioni delle vie urinarie, stitichezza, calcoli renali, patologie cardiache, ipertensione. Nel corso della giornata l’organismo perde notevoli quantità di acqua con le urine, le feci, con la respirazione e la traspirazione della cute. Per star bene è importante mantenere un corretto bilancio idrico cioè bisogna far sì che la quantità di acqua che si perde (con urine, feci e sudorazione) sia integrata con una pari quantità di liquidi assunti. 12 "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia Quanti liquidi bisogna bere al giorno per stare bene? Ogni giorno bisognerebbe assumere circa un litro e mezzo di liquidi con le bevande (circa 8 bicchieri di acqua al giorno) e il resto con gli alimenti. …..e in Casa di Riposo come stanno i nostri Anziani? Per l’anno 2013 e anche per il 2014 è stato avviato, in continuità con gli anni precedenti, il “Progetto idratazione”, con l’obiettivo di monitorare lo stato di idratazione di tutti gli ospiti e di prevenire la disidratazione nei casi a rischio, in particolar modo nelle stagioni più calde. In questo progetto vengono coinvolti tutti gli ospiti, in particolare quelli che per diversi motivi non sono in grado di chiedere o di procurarsi da bere in autonomia. Con la collaborazione preziosa delle Operatrici che offrono da bere a metà mattina e a metà pomeriggio, oltre che stimolarli durante i pasti, è possibile monitorare e prevenire questo tipo di problematiche. Logopedista Dott.ssa Silvia Biasin 13 Cavarse 'na spissa Togliersi un prurito, togliersi una soddisfazione oppure esaudire un desiderio personale. Testa da àmoi Testa adatta a mangiare solo gli “amoli” cioè piccole prugne selvatiche di poco valore. Significa essere sciocco, svagato. Busèto e botòn Asola e bottone vanno sempre in compagnia perciò si dice di persone molto unite che passano il tempo in fitte conversazioni. Drito come un ganso da becàro Dritto come il gancio del macellaio. Si usa riferito ad un furbo che cerca di sembrare onesto o ad una situazione poco chiara che però si vuol far apparire limpida. "Par trentasiè rason" - n. 1/2014 Casa di Riposo S. Giorgio Casale di Scodosia APRILE Cappellozza Elena Stella Norina Battistella Pasquale Scotton Giulia Borghesan Teresa Sperandio Antonietta 05/04/1928 05/04/1929 06/04/1928 18/04/1928 19/04/1944 23/04/1933 GIUGNO Ortolan Silvana Barducco Flora Polidoro Antonio Benetazzo Sergio Levorato Antonio Zoia Renzo Mattarello Norma Venturini Loris Falcipieri Walter Tasinato Olimpia Ghinati Leda Missaglia Rita Zogno Dosolina 07/06/1933 08/06/1925 14/06/1936 20/06/1949 23/06/1931 23/06/1951 24/06/1936 26/06/1957 27/06/1923 27/06/1935 30/06/1930 30/06/1932 30/06/1922 MAGGIO Bressan Angelo Meneghello Isolina Pasqualetto Ermida Tomanin Favilla Muraro Aldina Martinello Ubaldo 02/05/1941 04/05/1932 04/05/1924 09/05/1928 13/05/1925 16/05/1953 21
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