REGIONE CAMPANIA ASL SA-2 Ospedale “Curteri” – Mercato San Severino Unità Operativa di UTIC e Cardiologia in collaborazione con Centro Campano Ricerche Vincenzo Capuano e Teodora D’Arminio, Vincenzo D’Antonio, Clelia Lanzara, Antonella Bambacaro, Bianca Del Regno, Giuseppe Di Mauro Dieci anni di Prevenzione Cardiovascolare in Provincia di Salerno: I dati della fase trasversale del “Progetto VIP” Se due uomini si disputano dicendo: uno “io l’ho visto” l’altro “io l’ho sentito”, colui che dice “io l’ho visto” è colui a cui dobbiamo credere. dal Sathapatha – Brahmana 2 INDICE Presentazione del Dott. Diego Vanuzzo pag. Parte Prima: Disegno del Progetto e Metodo pag. Obiettivi pag. Fasi dello studio e caratteristiche della popolazione pag. Valutazione dei risultati pag. Area oggetto dello studio: La Valle dell’Irno pag. Parte Seconda: Il progetto VIP – descrizione dei dati relativi alla fase trasversale pag. Metodo di rilevazione e analisi dei dati pag. Analisi Statistica pag. Risultati pag. Parte Terza: Trends della prevalenza dei Fattori di Rischio in Campania nel periodo 1979-1999 pag. Prevalenza di fumatori pag. Prevalenza di ipercolesterolemia pag. Prevalenza di ipertrigliceridemia pag. Prevalenza di iperglicemia pag. Prevalenza di obesità pag. Considerazioni pag. Il programma CINDI e la partecipazione italiana pag. Ten years of cardiovascular prevention in Province of Salerno: the data of trasversal phases of “VIP Project” pag. Bibliografia La Valle dell’Irno 3 Presentazione Non c’è forse parola più inflazionata di “prevenzione”, da tutti citata e invocata, ma ancora scarsamente praticata a livello della comunità medica e della popolazione. Spesso la si confonde con la diagnosi precoce (ad esempio il pap-test per le donne ed il PSA per gli uomini)e, pur essendo entrato nella cultura popolare il concetto di fattore di rischio, di condizione cioè che presente nei sani può predisporre ad ammalare, tutti vorrebbero la magica “pillola” che consentisse di ridurre i rischi per comportarsi come si desidera. La prevenzione delle malattie cardiovascolari, le più diffuse ed insidiose ancora oggi nelle popolazioni occidentali, ha raggiunto importanti traguardi e definito concetti rilevanti per la sua applicazione. Essa richiede però un’accurata valutazione dei dati di partenza (quella che tecnicamente viene indicata come indagine epidemiologica) per poter calibrare gli interventi dimostrati da prove di efficacia. Ma, se “fare la prevenzione” è molto più difficile che declamarla, misurare correttamente i fattori di rischio in una popolazione è ancora più complesso e poco capito, pur risultando fondamentale. Le Aziende Sanitarie adducono motivi economici, ma molto spesso né i sanitari né i cittadini ne comprendono la reale valenza. In questo contesto mi permetto di definire “eccezionale” l’opera che Vincenzo Capuano ed i suoi collaboratori hanno compiuto in provincia di Salerno. Con notevoli difficoltà ambientali e con scarsi mezzi economici questo gruppo, da oltre 10 anni, raccoglie dati epidemiologici accurati e significativi in una parte del paese gravata da molti pregiudizi sulla “salubrità” delle abitudini di vita della popolazione. I dati che Vincenzo Capuano e i suoi collaboratori ci presentano smitizzano l’idea di un Sud protetto dalle malattie cardiovascolari perché aderente alla “dieta mediterranea” e ad uno stile di vita “salvacuore”: la prevalenza ed il controllo dei fattori di rischio sono ancora scarsi, soprattutto nelle donne, anche se qualche segnale di miglioramento è visibile. E ciò si accompagna, purtroppo, ai dati nazionali di mortalità cardiovascolare, che mostrano un decremento molto più accentuato al Centro Nord rispetto al Sud e addirittura una maggiore mortalità per ictus nelle donne meridionali. La proposta del gruppo di Vincenzo Capuano non si ferma però all’epidemiologia, qui descritta, ma promuove ulteriormente la prevenzione e spero che le prossime pubblicazioni ci dimostrino dei risultati importanti. Già convinto della professionalità di questi medici, mi auguro che la loro azione sia capita e sostenuta sia dalle Autorità Sanitarie che dalla popolazione: per un’efficace prevenzione c’è bisogno di capacità tecniche (che ci sono!), volontà politica e risorse, ancora molto carenti. Un incoraggiamento dunque ad investire in prevenzione cardiovascolare in provincia di Salerno. Dr. Diego Vanuzzo Centro per la lotta contro le Malattie Cardiovascolari ASS 4 Medio Friuli, Udine O.M.S. – Organizzazione Mondiale della Sanità Centro Studi, Ricerca e Formazione per l’ Epidemiologia e la Prevenzione delle Malattie Cardiovascolari 4 PREFAZIONE Circa dodici anni fa un gruppo di cardiologi clinici iniziò ad interessarsi di epidemiologia e prevenzione cardiovascolare: nacque il “Progetto Montecorvino Rovella” che fornì, alla fine degli anni ’80, una serie di dati sulla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare in un’area della Campania. Oggi i risultati della fase trasversale del “Progetto VIP”, raccolti in questo volume, forniscono dati utili a costruire trends dei principali fattori di rischio coronarico in Provincia di Salerno. In questi anni è maturata sempre più, in noi, la convinzione che la prevenzione sia la strada giusta da percorrere e questa convinzione è sostenuta dai dati del “Progetto Monica” che mostrano come la mortalità pre-ospedaliera sia la componente principale della mortalità cardiovascolare totale; è evidente che una sua riduzione non può che essere la conseguenza di strategie di prevenzione realmente efficaci a livello di popolazione. Siamo sempre più convinti, inoltre, che l’importanza di diffondere dati epidemiologici locali assuma un ruolo rilevante sia per una loro potenziale utilità nella distribuzione delle risorse economiche locali, sia per la necessità di favorire l’evoluzione della mentalità del medico dal ragionamento sul singolo alla valutazione del beneficio/rischio e costo/beneficio dei propri interventi sulla popolazione. Pubblichiamo questo lavoro con la consapevolezza che diffondere i concetti per un corretto stile di vita è il modo più efficace per ridurre le malattie cardiovascolari e gli enormi costi ad esse legate. L’augurio è che il “Progetto VIP” possa contribuire, in modo concreto, a ridurre tale patologia nell’area in cui opera la nostra Divisione di Cardiologia. Dr. Vincenzo Capuano 5 Gruppo di studio Progetto VIP Progetto e coordinazione: Vincenzo Capuano Area di ricerca: Teodora D’Arminio, Vincenzo D'Antonio, Clelia Lanzara, Antonella Bambacaro, Bianca Del Regno, Giuseppe Di Mauro. Medici di famiglia - ASL Salerno 2 Distretto 99: Domenico Montefusco, Basilio Pergamo, Filomena Pennasilico, Antonio Citro, Alessandro Noia, Alfonso Lamberti, Francesco Valente, Luca Fiorillo, Pasquale Cavaliere, Vincenzo D'Amato. Direzione Sanitaria Ospedale di Curteri - ASL SA 2: Generoso Conforti, Umberto Di Filippo. Laboratorio Analisi Ospedale di Curteri - ASL SA 2: Maria Cassanidu (Primario), Giuseppe Capuano, Antonio Fasolino, Donato Russo, Francesco Pennasilico, Vincenzo Casaburi, Vincenzo Citro. Personale tecnico: Marcello Amore, Giuseppe Aversa, Gennaro Cacciatore, Carmine Falcone, Matteo Giordano, Vincenzo Pastore, Raffaele Sellitto, Raffaella D’Elia, Giuseppa Pierri. Unità Operativa Assistenza Anziani - ASL Salerno 2 Distretto 99: Lucia Iallonardo, Roberto Pellecchia, Camillo Alfano. Unità Operativa Materno - Infantile - ASL Salerno 2 Distretto 99: Linda Amato, Elena Conte, Finizio Fortunato. Unità Operativa Prevenzione Collettiva - ASL Salerno 2 Distretto 99: Salvatore Califano. URP n.2 Pubbliche Relazioni – Mercato San Severino: Giovanna Di Iorio, Alfredo Lettieri. Consulenza informatica: Pasquale Carpinelli, Roberto D’Arminio, Vito Gianni. Cardiologia Ospedale di Curteri - ASL SA 2: Personale Medico: Vincenzo Capuano (Primario), Vincenzo Alfano, Giuseppe Aucello, Roberto Ascoli, Loredana Cappuccio, Giuseppe Di Mauro, Francesco Vicidomini, Giuseppe Vecchio. Personale Parasanitario: Anna Basile, Berardino Gallo, Alfonsina Amabile, Gerardo Botta, Giuseppina Calabrese, Giulio Cerrato, Celeste Frusciante, Carmine Grimaldi, Maurizio Grimaldi, Aniello Longanella, Antonella Palumbo, Italo Picarone, Francesca Tortoriello, Giuseppe Zito, Teresa Napoli, Antonio Villani. 6 PREMESSA Nonostante in Italia vi sia un graduale decremento della mortalità per malattie cardiovascolari, tale patologia costituisce ancora la principale causa di mortalità e di invalidità precoce. La mortalità pre-ospedaliera, inoltre, rimane la componente principale della mortalità cardiovascolare totale (1) ed è evidente che una sua riduzione non può che essere la conseguenza di strategie di prevenzione, realmente efficaci, a livello di popolazione. I grandi studi su campioni di popolazione: Seven Country Study (2), Studio Delle Nove Comunità (3,4), Progetto MONICA (5) hanno fornito, in passato, un quadro dei principali fattori di rischio coronarico in campioni rappresentativi della popolazione italiana. Lo studio RIFLE (6), in particolare, ha raccolto in un singolo database e valutato i dati di 9 studi condotti in Italia tra il 1978 ed il 1987 in 13 differenti regioni italiane: i soggetti considerati, di età compresa tra i 20 e 69 anni, sono stati circa 70.000. Successivamente altri gruppi hanno valutato la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare in realtà locali italiane (7-10). Una mappa più recente di numerose aree italiane è fornita dall’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (11,12), studio condotto sulla popolazione generale italiana nel 1998. Allo studio hanno partecipato 34 centri italiani (tra cui il nostro) che hanno arruolato 200 soggetti ciascuno per un totale di circa 6.500 individui di età compresa tra i 35 e 74 anni. Tuttavia la raccolta di dati epidemiologici non sempre si è tradotta in informazioni utilizzate dalla "clinica" per costruire ed effettuare programmi di prevenzione cardiovascolare "ad hoc" per il territorio "studiato”. Va, viceversa, rinforzandosi l'importanza per il clinico di riconoscere ed usare i dati epidemiologici al fine di ottimizzare le strategie d'intervento. Dati ISTAT (anno 1993) rilevano come, in Italia, la mortalità cardiovascolare presenta la maggiore incidenza, sia nel sesso femminile che maschile, proprio in Campania. La mortalità cardiovascolare in Campania è superiore, rispetto alla media nazionale, del 18% negli uomini e del 33% nelle donne. La provincia di 7 Salerno presenta un tasso di mortalità standardizzato, relativo agli anni 90-94, inferiore a quello regionale, ma, comunque, superiore a quello italiano, in particolare per il sesso femminile. Una indagine, condotta nella nostra area, agli inizi degli anni ’90, ha evidenziato una mortalità per malattie cardiovascolari pari al 50 % di tutte le cause di morte (13,14). Inoltre la prevalenza di alcuni dei principali fattori di rischio coronarico (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, BMI, vita sedentaria) è costantemente in ascesa nelle popolazioni del Sud Italia (15,16). La consapevolezza di quanto scritto e, convinti che i cardiologi clinici debbano essere sempre più coinvolti in programmi di prevenzione cardiovascolare, nell’area di azione del nostro ospedale, abbiamo avviato il “Progetto VIP” – Valle dell’Irno Prevenzione: un progetto di prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari nella Valle dell’Irno, area in provincia di Salerno. In questo libro vengono riportati, suddivisi in tre capitoli: a) il disegno del progetto VIP e le caratteristiche della popolazione in esame b) i dati epidemiologici della fase trasversale del progetto c) un confronto tra i dati del “Progetto VIP” ed i dati di altri studi epidemiologici svolti, in passato, in Campania ed in particolare con i dati del “Progetto Montecorvino Rovella” effettuato in Provincia di Salerno nel periodo 1988 - 1989 (17,18). 8 Parte Prima: Disegno del Progetto e Metodo OBIETTIVI Il progetto ideato nel 1994 ha avuto inizio nella fase organizzativa nel Giugno del 1996 ed in quella operativa nel Gennaio 1998. Lo scopo del lavoro è di : a) effettuare un concreto programma di prevenzione cardiovascolare nella popolazione della Valle dell’Irno, area di intervento del nostro ospedale; b) conoscere i limiti fisiologici dei parametri antropometrici e bioumorali dei residenti nell’area in studio; c) individuare le prevalenze dei fattori di rischio nella popolazione; d) conoscere il trend dei principali fattori di rischio cardiovascolare in Provincia di Salerno; il trend sarà ricavato dal confronto dei dati del presente lavoro con i dati ottenuti dal “Progetto Montecorvino Rovella” (17,18); FASI DELLO STUDIO E CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE Lo studio si articola in tre fasi. La” prima fase” ha avuto il compito di individuare, in un campione ricavato, in modo randomizzato, dalla popolazione residente nei comuni di Baronissi e Mercato San Severino, nella fascia di età compresa tra i 25 ed i 74 anni, i soggetti a rischio di cardiopatia ischemica. Il campione è composto da 240 soggetti (120 maschi e 120 femmine) per ogni decade di età' : 25-34, 35-44, 45-54, 55-64, 65-74 anni (1200 soggetti tra i 25 e 74 anni). I soggetti sono stati arruolati, in modo casuale, dalle liste dei residenti dei comuni di Mercato San Severino e Baronissi. In modo random sono state compilate tre liste, ciascuna con 120 soggetti per decade di età e sesso. L’arruolamento del campione della prima lista è stato realizzato con lettera di invito; nel caso di impossibilità o di rifiuto alla visita il soggetto veniva sostituito con il corrispondente della stessa fascia di età e sesso della seconda, nel caso di insuccesso si passava 9 alla terza lista. La procedura adottata è quella suggerita per l’arruolamento di campioni di popolazione nel manuale delle operazioni del Progetto Monica – MONICA Cardiovascular diseases (5), adottato recentemente anche dall’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (11,12). In questa fase sono state effettuate le seguenti operazioni : • esame obiettivo generale, • rilevazione della pressione arteriosa, • rilevazioni antropometriche (peso corporeo, altezza, rapporto vita - fianchi), • elettrocardiogramma, • analisi di laboratorio (colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi, glicemia, emocromo con formula, piastrine, insulinemia, fibrinogeno, creatininemia, acido urico, C3). E' stata prevista, inoltre, la compilazione di questionari allo scopo di conoscere le abitudini alimentari, al fumo e all'attività fisica dei soggetti in esame. La " seconda fase ", attualmente in corso, è dedicata al trattamento e al follow-up dei pazienti a rischio nonché all'educazione sanitaria della popolazione. Sono in atto interventi sulla popolazione generale circa i fattori di rischio coronarico con lo scopo di divulgare le modalità per evitare e correggere gli stessi. La popolazione catalogata sarà seguita per dieci anni. La " terza fase " sarà dedicata al controllo dei soggetti osservati nella fase iniziale, al fine di valutare e verificare i risultati della prevenzione. I controlli saranno effettuati a 5 e 10 anni. VALUTAZIONE DEI RISULTATI La valutazione dei risultati, sia durante lo svolgimento del lavoro, che alla fine dello stesso, considera : • aderenza e partecipazione dei soggetti arruolati e convocati, • morbilità e mortalità per cardiopatia ischemica (valutate sull'intera popolazione), • valori medi dei parametri analizzati e loro differenze rispetto ad altri studi 10 epidemiologici italiani, con particolare attenzione per i dati trasversali del “Progetto Montecorvino Rovella”, • variazioni dei livelli medi dei fattori di rischio tra la prima visita e quelle successive, • atteggiamenti della popolazione in esame nei confronti dei maggiori fattori di rischio. AREA OGGETTO DELLO STUDIO: LA VALLE DELL’IRNO Il “Progetto VIP” si svolge nell’ area della valle dell’Irno (area a circa 10 Km a NordOvest di Salerno), nei comuni di Baronissi e Mercato San Severino. In appendice è riportato un articolo del Prof. Carmine Manzi che presenta la Valle dell’Irno dal punto di vista culturale e paesaggistico. Il Comune di Mercato San Severino Ha una superficie di 30.21 Kmq ed una popolazione di 19.078 abitanti (1991), distribuita in classi quinquennali come nella Tabella I. La popolazione risiede nel paese di Mercato San Severino e nelle frazioni di Pandola, Costa, Sant’Angelo, Acquarola, Piazza del Galdo, Spiano, Curteri, Monticelli di sopra, Monticelli di sotto, Corticelle, Acigliano, Oscato, San Vincenzo, Capo Casale, Lombardi, Priscoli, Ciorani, Torello, Carifi, Galdo di Carifi, Ospizio e Sant’ Eustachio. In tabella II è riportato il numero dei nati negli anni 1987-1996. Il grado di istruzione della popolazione è riportato in tabella III. In tabella IV è riportata la mortalità totale relativa agli anni 1993-1996. Il Comune di Baronissi Ha una superficie di 17.86 Kmq ed una popolazione di 13.076 abitanti (anno1991), distribuita in classi quinquennali come nella Tabella II. La popolazione risiede nel paese di Baronissi e nelle frazioni di Aiello, Acquamela, Antessano, Orignano, 11 Sava, Caprecano, Fusano, Saragnano e Caposaragnano. In tabella II è riportato il numero dei nati negli anni 1987 - 1996. Tabella I - Popolazione dei comuni di Mercato San Severino (MSS) e Baronissi (BAR) suddivisa in classi quinquennali. Dati del 1991. Population of Mercato San Severino (MRS) and Baronissi (BAR) divided in classes of five-years. Data about 1991. MASCHI Classi età < 20 aa 20 - 24 aa 25 - 29 aa 30 - 34 aa 35 - 39 aa 40 - 44 aa 45 - 49 aa 50 - 54 aa 55 - 59 aa 60 - 64 aa 65 - 69 aa 70 -74 aa > 74 aa TOTALE FEMMINE TOTALE MSS BAR TOT. MSS BAR TOT MSS BAR 2807 956 3763 3003 953 3956 5810 1909 845 515 1360 829 448 1277 1674 963 784 495 1279 800 502 1302 1584 997 697 535 1232 715 522 1237 1412 1057 651 581 1232 631 615 1246 1282 1196 637 557 1194 616 558 1174 1253 1115 512 543 1055 518 478 996 1030 1021 496 454 950 479 423 902 975 877 514 367 881 475 344 819 989 711 471 381 852 428 312 740 899 693 444 311 755 391 311 702 835 622 299 273 572 199 326 525 498 599 495 564 1059 342 752 1094 837 1316 9652 6532 16184 9426 6544 15970 19078 13076 TOT. 7719 2637 2581 2469 2478 2368 2051 1852 1700 1592 1457 1097 2153 32154 MSS = Comune di Mercato San Severino; BAR = Comune di Baronissi; TOT = Totale 12 Tabella II - Nuovi nati nei comuni di Mercato San Severino (MSS ) e Baronissi (BAR ). The new generation of Mercato San Severino (MSS) and Baronissi (BAR). ANNO M SS BAR TOTALE 1987 270 165 435 1988 269 154 423 1989 269 156 425 1990 266 197 463 1991 221 215 436 1992 268 198 466 1993 256 197 453 1994 206 204 410 1995 205 201 406 1996 221 169 390 Tabella III - Comune di Mercato San Severino. Grado di istruzione della popolazione residente, superiore a sei anni (dati 1991). Mercato San Severino Town. Education degree of resident population, above six years (data about 1991). Grado di istruzione Analfabeti N° % 795 4.6 Alfabeti 2731 15.6 Licenza elementare 5431 31 Licenza media inferiore 5684 32.3 Diplomati 2434 13.9 Laureati 452 2.6 13 Tabella IV - Mortalità totale nei comuni di Baronissi (BAR) e Mercato San Severino (MSS) nel periodo 1993-1996. Dati estrapolati dai registri RENCAM. Total mortality in Baronissi (BAR) and Mercato San Severino (MSS) the period from 1993 to 1996. Data from RENCAM register. Anno BAR MSS Totale 1993 70 156 226 1994 109 142 251 1995 82 172 254 1996 94 155 249 14 Parte seconda: Il Progetto VIP - descrizione dei dati relativi alla fase trasversale METODO DI RILEVAZIONE ED ANALISI DEI DATI Un’anamnesi, con particolare riguardo per le malattie cardiovascolari, veniva effettuata da un medico che, attraverso un questionario, valutava anche: l’abitudine al fumo di sigaretta, l’attività fisica, l’occupazione, il titolo di studio, il titolo di studio del partner, lo stato civile, l’uso regolare di terapie farmacologiche. Il peso e l’altezza sono stati misurati con il soggetto in abiti leggeri; per l’altezza è stato utilizzato lo statimetro a muro, per il peso la bilancia da terra; i dati sono stati compattati nell’indice di massa corporea (BMI) (peso in Kg diviso altezza in metri al quadrato). L’indice di massa corporea è stato usato per dividere i pazienti in sottopeso (BMI< 18.5), normopeso (BMI tra 18.5 e < 25) sovrappeso (BMI > 25 ed < 30) ed obesi (BMI > 30). La pressione arteriosa è stata misurata in posizione seduta, al braccio destro, con sfigmomanometro a mercurio, dopo almeno 5 minuti di riposo; sono state effettuate due misure consecutive. Il valore pressorio considerato era la media dei due valori rilevati. Il rilievo è stato condotto secondo i criteri stabiliti dall’OMS (19). I soggetti sono stati suddivisi in normotesi, borderline, soggetti con valori di pressione arteriosa elevata ed ipertesi; i borderline includevano quelli che, come media di due misurazioni successive, presentavano valori compresi tra 140 e 159 mm Hg per la pressione arteriosa sistolica e/o tra 90 e 94 mm Hg per la pressione arteriosa diastolica, senza trattamento farmacologico. 15 I soggetti con pressione arteriosa elevata erano considerati coloro in cui si riscontravano valori di pressione arteriosa sistolica > a 160 mm Hg e/o con pressione arteriosa diastolica > a 95 mm Hg. Gli ipertesi includevano i soggetti con pressione arteriosa elevata ed i soggetti sotto regolare trattamento farmacologico. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad un prelievo di sangue dalla vena antecubitale del braccio, in assenza di stasi, dopo almeno 12 ore di digiuno. La colesterolemia, l’HDL-colesterolo, la trigliceridemia, e l’uricemia sono state determinate mediante metodo enzimatico (Fixed-time a 500 nanometri) istallati su linea automatica Cobas-ABX. La glicemia è stata determinata mediante metodo Esochinasi (a 340 nanometri) su linea automatica Cobas-ABX. L’esame emocromocitometrico è stato effettuato automaticamente mediante apparecchio CELL DYN 3000. L’insulinemia è stata effettuata mediante fluorescenza immunoenzimatica con apparecchiatura AIA 21. Il fibrinogeno è stato determinato con il metodo Clauss (Apparecchiatura BCA distribuita dalla DADE). La creatininemia è stata determinata mediante il metodo della Cinetica tamponata (500 nanometri) su linea automatica Cobas-ABX. Il C3 è stato determinato mediante metodo nefelometrico su sistema QM 300. In base ad i valori di colesterolemia i pazienti sono stati divisi in tre categorie: colesterolemia desiderabile (colesterolo < 200 mg/dl), borderline (colesterolo tra 200 e 239 mg/dl) e colesterolemia elevata (> 239 mg/dl). Sono stati considerati ipercolesterolemici i soggetti con colesterolo elevato ed i soggetti in terapia ipocolesterolemizzante. In base ad i valori di trigliceridemia sono stati identificati i soggetti con ipertrigliceridemia (Trigliceridi > 170 mg/dl). 16 In base alle recenti linee guida della “American Diabetes association (20) sono stati considerati pazienti con glicemia elevata i soggetti con glicemia ≥ 126 mg/dl. Pazienti con glicemia borderline sono stati considerati i soggetti con glicemia compresa tra 110 e 125 mg/dl. Per i confronti con gli studi precedenti è stato valutata anche la percentuale di soggetti con glicemia > 140 mg/dl. Diabetici sono stati considerati i soggetti in regolare terapia ipoglicemizzante ed i soggetti con glicemia >126 mg/dl. L’occupazione è stata raggruppata in 4 classi negli uomini (operai o agricoltori, impiegati, professionisti, pensionati o disoccupati) e in 5 classi per le donne (includeva in più le casalinghe). Le informazioni sull’attività fisica sono state raccolte attraverso il questionario utilizzato nell’ambito del Progetto CNR ATS-RF2 (3), già utilizzato dal nostro gruppo nell’ambito del Progetto Montecorvino Rovella (17,18). Il livello di attività fisica veniva espresso in 4 categorie di ordine crescente, separatamente per quella lavorativa e del tempo libero; ogni soggetto doveva indicare in quale categoria meglio si identificava. Sulla base delle risposte i soggetti venivano suddivisi in soggetti sedentari e non sedentari, quest’ultima comprendente le categorie moderata, pesante e molto pesante. E’ stato valutato il numero dei fattori di rischio presente in ogni individuo. Per tale analisi sono stati considerati fattori di rischio: la PAS ≥ 140 mm Hg e/o PAD ≥ 90 mm Hg, la colesterolemia ≥ 220 mg/dl, il BMI ≥ 25 e l’abitudine al fumo di sigarette. Abbiamo scelto questi tagli in accordo ai limiti decisi nell’ambito del CINDI per analoghe pubblicazioni. 17 ANALISI STATISTICA I dati vengono presentati come medie per le variabili continue e come frequenze percentuali per quelle categoriche, suddivise per decenni di età e sesso e standardizzate considerando come riferimento la popolazione italiana residente al 1994 (dati ISTAT). La differenza tra le medie è stata valutata mediante il test T di Student per i dati non appaiati. La differenza statistica tra le prevalenze è stata effettuata mediante il test del chi-quadrato. 18 RISULTATI Indicatori socio-economici Il 61.2% della popolazione femminile è rappresentata da casalinghe, il 33.2% della popolazione maschile da operai ed agricoltori. I pensionati sono il 28.5% degli uomini e il 16.7% delle donne. Solo il 3.4% degli uomini ed il 4.4% delle donne sono laureati. Il 67% degli uomini e il 48.7% delle donne ha conseguito almeno la licenza media. Gli indicatori socio-economici della popolazione in studio sono riportati nella tabella V. Tabella V - Indicatori socio-economici. Valori, aggiustati per età, espressi in percentuale. Social and economical indicators. Age adjusted data, expressed in percentage. Indicatori Titolo di studio (%) Nessuno Licenza elementare Licenza media inferiore Diploma Laurea Occupazione (%) Operai ed agricoltori Impiegati Professionisti Pensionati o disoccupati Casalinghe Uomini Donne 5 28 35.6 28 3.4 11.5 39.8 26 18.3 4.4 33.2 26.4 11.9 28.5 8.8 11.1 2.2 16.7 61.2 Prevalenza di soggetti con malattie cardiovascolari La prevalenza di anamnesi positiva per infarto del miocardio acuto (IMA), accidenti cerebrovascolari (ACV), angina pectoris è riportata in tabella VI. 19 Tabella VI – Prevalenza di malattie cardiovascolari, in entrambi i sessi. Valori aggiustati per età, espressi in percentuali. Prevalence of cardiovascular diseases in both sexes. Age adjusted data, expressed in percentage. Indicatori Uomini Donne Pregresso IMA% 3.3 0.2 Pregresso Stroke% 0.7 0.6 Pregresso ACV% 4 0.8 Angina pectoris% 4.4 3 IMA = Infarto miocardio ACV = Accidente cardiovascolare (IMA + Stroke) Prevalenza dei fattori di rischio coronarico La prevalenza del numero dei fattori di rischio nella popolazione in esame, nei due sessi, è riportata nella tabella VII. Solo il 6.6 % degli uomini ed il 12.7 % delle donne è indenne da fattori di rischio cardiovascolare. Viceversa nel 7.1 % degli uomini e nel 2.1 % delle donne si è riscontrata la presenza contemporanea di quattro o più fattori di rischio coronario. Tabella VII – Prevalenza dei fattori di rischio coronario. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale. Prevalence of cardiovascular risk factors. Age adjusted data, expressed in percentage. Fattori di rischio zero uno due tre quattro o più Uomini 6.6 25.6 29.6 31.1 7.1 Donne 12.7 29.3 32.1 23.8 2.1 20 Colesterolemia e prevalenza di ipercolesterolemia La colesterolemia media è risultata pari a 199.29 ± 38.9 mg/dl negli uomini e 199.35 ± 37.9 mg/dl nelle donne. La differenza tra i due sessi è risultata statisticamente non significativa. I valori medi sono superiori negli uomini nelle prime due decadi, nelle donne nelle decadi successive, in modo marcato nelle ultime due. La prevalenza di soggetti con colesterolo elevato (colesterolemia > 239 mg/dl) è del 13.6 % negli uomini e 18.6 % nelle donne. Gli ipercolesterolemici (colesterolemia elevata e soggetti in terapia ipocolesterolemizzante) sono il 18.3 % degli uomini ed il 19.1 % delle donne. Nella tabella VIII sono riportati i dati della colesterolemia, LDL- colesterolemia, HDL- colesterolemia, dell’ ipercolesterolemia e la prevalenza di soggetti con LDLcolesterolemia > 115 mg/dl e HDL- colesterolemia < 40 mg/dl. Gli ipercolesterolemici trattati sono pari al 14.1 % degli uomini e l’8.8 % delle donne. In tabella IX sono riportati i valori dei percentili della colesterolemia nella popolazione maschile e femminile. 21 Tabella VIII - Distribuzione della colesterolemia, della HDL-colesterolemia, della LDL-colesterolemia; prevalenza di ipercolesterolemia, di HDL-colesterolemia < 40 mg/dl e di LDL-colesterolemia < 40 mg/dl. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of cholesterolaemia, of HDL cholesterolaemia, of LDL-cholesterlaemia and prevalence of hypercholesterolaemia, of HDL- cholesterolaemia < 40 mg/dl, LDL- cholesterolaemia< 40 mg/dl. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 – 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Colesterolo borderline (%) Colesterolo elevato (%) Ipercolesterolemici (%) Ipercolesterolemici trattati (%) LDL > 115 mg /dl (%) HDL < 40 mg/dl (%) Colesterolo 186 ± 34.8 200.5 ± 35.5 207.6 ± 43.1 202.5 ± 45.1 207.5 ± 36.2 199.3 ± 38.9 Uomini LDL 119.2+32.4 129.1+37.5 133.2+39.6 136.6+41.3 135.3+34 129.4+37 HDL 42.4 ± 9.2 42.04 ± 10.1 40.59 ± 10.1 41.46 ± 11.1 43.26 ± 9.2 41.87 ± 9.9 Colesterolo 177 ± 34.2 182.4 ± 29 209.4 ± 37.6 223.4 ± 49 216.1 ± 40.1 199.4 ± 37.9 31.3 25 13.6 18.6 18.3 19.1 14.1 8.8 Donne LDL 116.1 + 32.4 124.8+33.8 137.6+35.5 146+48 150.9+42.7 133.2+38.5 HDL 43.6 ± 7.7 44.3 ± 9.7 44.6 ± 11.4 47.3 ± 10.3 46.1 ± 10 45.0 ± 9.8 64.8 64.4 43.9 29.9 Colesterolo borderline = colesterolo tra 200 e 239 mg/dl Colesterolo elevato = colesterolo > 239 mg/dl Ipercolesterolemici = Soggetti con colesterolo elevato più soggetti in terapia ipocolesterolemizzante Ipercolesterolemici trattati = (Ipercolesterolemici in terapia / Ipercolesterolemici) X 100 Tabella IX – Valori dei percentili della colesterolemia (mg/dl) nei due sessi. Percentiles values of cholesterolaemia (mg/dl) in both sexes. Percentili Donne Uomini 10° 151 mg /dl 153.5 mg/dl 30° 177.5 mg/dl 179.5 mg/dl 50° 194.5 mg/dl 196.5 mg/dl 70° 221.5 mg/dl 218.5 mg/dl 90° 260.5 mg/dl 255 mg/dl 22 HDL I valori di HDL medi sono risultati pari a 41.87 ± 9.9 mg /dl negli uomini e 45 ± 9.8 mg/dl nelle donne. La differenza media è risultata statisticamente significativa (p < 0.0001). I valori di HDL sono, in tutte le decadi, più alti nel sesso femminile, con differenze più marcate nelle ultime decadi. Per gli uomini non esistono variazioni significative nelle varie decadi, mentre nelle donne i valori più alti si registrano nelle ultime decadi. Trigliceridemia e prevalenza di ipertrigliceridemia La trigliceridemia media è risultata pari a 155.78 ± 84.7 mg /dl negli uomini e 121.9 ± 61.2 mg /dl nelle donne. La trigliceridemia media per decadi di età e la prevalenza di ipertrigliceridemia è riportata in tabella X. La differenza della media tra i due sessi è risultata statisticamente significativa (p < 0.0001). La prevalenza di ipertrigliceridemia (trigliceridemia sierica > 170 mg /dl) è chiaramente superiore negli uomini (33.6 %) rispetto alle donne (17.9 %). I valori medi più alti si raggiungono nella decade 45-54 aa. sia negli uomini che nelle donne. Tabella X - Distribuzione della trigliceridemia. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of triglyceridemia. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 – 34 anni 35 – 44 anni 45 – 54 anni 55 – 64 anni 65 – 74 anni Media standardizzata Trigliceridemia > 169 mg/dl (%) Trigliceridemia mg/dl Uomini Donne 131.21 ± 79.8 89.43 ± 170.59 ± 94.6 99.56 ± 171.68 ± 86.5 148.64 ± 153.98 ± 73.2 147.66 ± 157.76 ± 89.4 138.52 ± 155.78 ± 84.7 121.9 ± 33.6 17.9 48.4 43.1 83.8 64.6 65.9 61.2 23 Glicemia e prevalenza di iperglicemia La glicemia media e’ risultata pari a 105.49 ± 25.4 mg /dl negli uomini e 103.86 ± 28.7 mg /dl nelle donne (differenza statisticamente non significativa). La glicemia media per decade di età è riportata in tabella XI. La prevalenza di glicemia elevata (glicemia sierica ≥126 mg/ dl) nella popolazione in studio, e’ risultata pari al 10.4 % per le donne e 11.2 % per gli uomini. I valori di glicemia aumentano, con l’incrementare dell’età, nel sesso femminile mentre negli uomini rimangono pressocchè costanti nelle ultime tre decadi. Negli uomini i valori medi sono sempre più elevati che nelle donne ad eccezione dell’ ultima decade. Tabella XI- Distribuzione della glicemia e prevalenza di iperglicemia e diabete mellito. Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of glycaemia and prevalence of hyperglycaemia and diabetes mellitus. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 – 34 anni 35 – 44 anni 45 – 54 anni 55 – 64 anni 65 – 74 anni Media standardizzata Borderline (%) Glicemia elevata (%) Diabetici (%) Glicemia > 139 mg/dl (%) Diabetici trattati (%) Diabetici in terapia efficace% Glicemia Uomini 94.54 ± 9.1 102.2 ± 21.5 113.5 ± 39.8 112.41 ± 31.7 111.81 ± 25 105.49 ± 25.4 39.6 11.2 11.6 6.6 30.3 21.8 mg/dl Donne 94.45 ± 9.7 95.23 ± 22.6 104.6 ± 24.3 111.83 ± 43.1 120.5 ± 43.6 103.86 ± 28.7 31 10.4 10.6 6.7 41.4 13.8 Glicemia borderline = glicemia tra 100 e 125 mg/dl Glicemia elevata = glicemia > 125 mg/dl Diabetici = soggetti con glicemia elevata più soggetti in terapia ipoglicemizzante Diabetici trattati = (diabetici in terapia / diabetici) X 100 Diabetici in terapia efficace = (trattati con glicemia < 140 mg/dl / tutti i trattati) X 100 24 Pressione arteriosa e prevalenza di ipertensione arteriosa I valori medi di pressione arteriosa per decadi di età e di sesso sono riportati in tabella XII. La pressione arteriosa sistolica media e’ pari a132.6 ± 17.1 mm Hg negli uomini e a 132.15 ± 16.2 mm Hg nelle donne. La pressione arteriosa diastolica media e’ pari a 83.97 ± 9.8 mm Hg negli uomini e a 82.86 ± 9.2 mm Hg nelle donne. La pressione arteriosa sistolica negli uomini va dai valori medi di 125.08 + 14.7 mm Hg dei soggetti appartenenti alla decade 25 - 34 anni a 141.54 ± 19.8 mm Hg dei soggetti con età compresa tra i 55 e i 64 anni. L’aumento avviene progressivamente e si manifesta in maniera più marcata tra i soggetti del gruppo 35- 44 anni (127.58 ± 13.7 mm Hg) e i soggetti del gruppo 45- 54 anni (135.08 ± 18.7 mm Hg), con incremento di 7.5 mm Hg. Nelle donne i valori della pressione arteriosa sistolica mostrano un graduale aumento da 115.71 ± 10.8 mm Hg nei soggetti tra i 25 e i 34 anni di età a 148.56 ± 18.8 mm Hg nei soggetti tra i 65 e i 74 anni di età. L’incremento maggiore si osserva nel gruppo di età compresa tra i 45-54 anni (135.07 ± 18.1 mm Hg) e quello compreso tra i 55-64 anni (147.06 ± 17.9 mm Hg). I valori medi della pressione diastolica nei maschi variano da 81.59 ± 8.8 mm Hg nei soggetti di età compresa tra i 25-34 anni a 87.13 ± 9.8 mm Hg nei soggetti della decade 55-64. I valori medi della pressione arteriosa diastolica nelle donne variano tra 76.59 ± 7.6 mm Hg (decade 25-34 ) e gli 87.67 ± 10.2 mm Hg nella decade 55-64. La prevalenza di soggetti con valori pressori elevati (P.A. > 159/94 mm Hg) è pari al 20.2 % degli uomini e al 21.7 % delle donne. La prevalenza di ipertensione arteriosa (soggetti con valori di P.A. elevati o in terapia anti-ipertensiva) è del 29.1% negli uomini e 28.9% nelle donne. Gli ipertesi trattati sono risultati nell’ordine del 58.5% degli uomini e del 58.6% delle donne, di questi solo il 36.4% degli uomini ed il 25.4% delle donne è risultato trattato adeguatamente. 25 Tabella XII - Distribuzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica e prevalenza di ipertesi, di borderline e di ipertesi sotto trattamento. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of arterial pressure systolic and diastolic and prevalence of hypertensive people, of borderrline and treated hypertensive people. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori Pressione arteriosa (media ± D.S.) 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Borderline (%) Valori Pressori elevati (%) Ipertesi (%) Ipertesi trattati (%)* Uomini PAS 125.08 ± 14.7 127.58 ± 13.7 135.08 ± 18.7 141.54 ± 19.8 140.88 ± 18.6 132.6 ± 17.1 30.8 20.2 29.1 58.5 Ipertesi trattati adeguatamente (%)* 36.4 Donne PAD PAS 81.59 ± 8.8 83.41 ± 9.4 86.38 ± 10.8 87.13 ± 9.8 81.32 ± 10.3 83.97 ± 9.8 115.71 ± 10.8 123.37 ± 15.4 135.07 ± 18.1 147.06 ± 17.9 148.56 ± 18.8 132.15 ± 16.2 25.2 21.7 28.9 58.6 25.4 PAD 76.59 ± 7.6 81.3 ± 9.2 86.36 ± 10.1 87.67 ± 10.2 84.48 ± 8.9 82.86 ± 9.2 DS = deviazione standard; * tale percentuale è riferita al totale dei soggetti ipertesi. Abitudine al fumo La prevalenza dei fumatori, per sesso e decade di età, è riportata nella tabella XIII. Tra gli uomini la prevalenza dei fumatori è pari al 43%. La prevalenza dell’abitudine al fumo tra le donne è del 21.7 %, con un rapporto rispetto all’altro sesso di circa una donna fumatrice ogni 2 uomini. Questo rapporto è inferiore nei forti fumatori (1 donna ogni 5 uomini). La percentuale di forti fumatori (> 20 sigarette / die) è pari al 23.9 % per gli uomini e al 4.6 % per le donne. Tra le donne solo il 7.8 % è risultato ex fumatrice; gli uomini ex fumatori sono il 27.5 %. Negli uomini la prevalenza di fumatori, tra i 25 e i 54 anni di età, è costantemente superiore al 40 % per ridursi solo nelle ultime due decadi esaminate. La maggiore prevalenza di fumatori si registra nella decade 45-54 anni (50 %). Alla stessa decade appartiene la massima percentuale di uomini “forti fumatori” (32.5 %). Le donne fumatrici sono il 26.7 % nella prima decade, per 26 raggiungere livelli decisamente alti (38.3%) nella decade 35-44 anni con prevalenze che vanno progressivamente riducendosi con l’avanzare dell’età. La maggiore prevalenza di “forti fumatrici” è nella decade più giovane, 25-34 anni, con una percentuale pari all’8.3%. Il numero medio di sigarette fumate dagli uomini (considerando anche i non fumatori) è dell’ 8.3 + 11.6, mentre per le donne è pari a 2.4 + 5. Considerando solo i fumatori il numero medio di sigarette fumate è di 19 + 10.9 per gli uomini e di 10.5 + 6.5 per le donne. Tabella XIII - Distribuzione dei fumatori, forti fumatori (> 20 sigarette/die) ed ex fumatori. Valore medio aggiustato per età. Dati espressi in percentuale. Distribution of smokers, high smokers (> 20 cigarettes/day) and ex smokers. Age adjusted data, expressed in percentage. Indicatori Età 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Fumatori 41.7 48.3 50 34.4 37.5 43 Uomini > 20 Mai 22.5 47.5 30 26.7 32.5 22.5 16.8 21.9 10.8 18.3 23.9 29.5 Ex 10.8 25 27.5 43.7 44.2 27.5 Fumatori 26.7 38.3 19.2 10.1 7.5 21.7 Donne > 20 Mai 8.3 62.5 5.8 50.9 4.2 70 2.5 89.1 0 89.2 4.6 70.5 Ex 10.8 10.8 10.8 0.8 3.3 7.8 Misure antropometriche e prevalenza di obesità In tabella XIV sono riportati gli indici antropometrici. La statura è risultata pari a 169.08 ± 6.7 cm negli uomini e a 156.84 ± 6.2 cm nelle donne. Il peso corporeo è risultato pari a 79.12 ± 11.8 kg negli uomini e 68.67 ± 12.4 kg nelle donne. 27 Tabella XIV – Distribuzione del peso e dell’altezza nei due sessi. Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of weight and high in both sexes. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori Età 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Peso (Kg) 80.77 ± 12.8 81.03 ± 11.6 80.32 ± 12.1 76.84 ± 11.8 73.27 ± 10.9 79.12 ± 11.8 Uomini Altezza (cm) 174.17 ± 6.4 171.37 ± 7.1 167.72 ± 6.8 164.67 ± 7 162.47 ± 6.5 169.08 ± 6.7 Donne Peso (Kg) Altezza (cm) 63.5 ± 12.7 160 ± 5.5 67.33 ± 12.6 158.54 ± 6.3 72.56 ± 11.4 156.38 ± 6.1 70.94 ± 11.3 154.1 ± 6 70.97 ± 14.2 153.36 ± 7.2 68.67 ± 12.4 156.84 ± 6.2 La distribuzione del Body Mass Index (BMI) (peso in kg diviso l’altezza, espressa in metri, al quadrato) è riportata nella tabella XV. Il BMI è pari a 27.67 ± 3.7 per gli uomini e a 28 ± 5 per le donne. La differenza è statisticamente non significativa. La prevalenza di obesi (BMI ≥ 30) è negli uomini del 25.2 %, nelle femmine del 32.3 %. Sono risultati in sovrapeso il 49.2% dei maschi ed il 35.7% delle femmine. Sottopeso è risultato, invece, solo lo 0.3% dei maschi e l’1.3% delle femmine. 28 Tabella XV - Distribuzione dell’Indice di Massa Corporea (BMI). Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of body mass index (BMI). Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Sottopeso (BMI < 18.5) Normopeso (BMI ≥ 18.5 < 25) Sovrapeso (BMI ≥ 25 e < 30) Obesi (BMI ≥ 30) Indice di Massa Corporea Uomini Donne 26.59 ± 3.7 24.84 ± 5.1 27.57 ± 3.4 26.75 ± 4.6 28.55 ± 3.9 29.7 ± 4.6 28.33 ± 3.9 29.92 ± 4.8 27.74 ± 3.8 30.23 ± 6 27.67 ± 3.7 28 ±5 0.3 1.3 25.3 30.7 e 49.2 25.2 35.7 32.3 29 Uricemia ed iperuricemia La distribuzione dell’uricemia è riportata in tabella XVI L’uricemia media è risultata pari a 5.12 + 1.2 mg/dl negli uomini e 3.75 + 1 mg/dl nelle donne. I valori di iperuricemia (uricemia > 7 mg/dl negli uomini e > 5.7 mg/dl nelle donne) sono risultati pari a 8.7% nei maschi e a 5.1% nelle donne. Considerazioni sui valori di uricemia e i loro rapporti con gli altri fattori di rischio cardiovascolare sono stati pubblicati a parte (21). Tabella XVI - Distribuzione dell’uricemia. Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distibution of uricaemia. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Iperuricemia (%) Uricemia mg/dl Uomini Donne 5.44 ± 1.2 3.56 ± 1.1 5.12 ± 1.2 3.3 ± 0.8 4.84 ± 1.2 3.77 ± 1.1 4.9 ± 1.1 4.01 ± 1.1 5.23 ± 1.4 4.36 ± 1 5.12 ± 1.2 3.75 ± 1 8.7 5.1 Iperuricemia: > 7 mg/dl negli uomini e > 5.7 mg/dl nelle donne Markers di infiammazione: C3 , Globuli bianchi, Fibrinogeno I valori medi di C3 (tabella XVII) sono più alti nella donna (108.2 ± 30.6 mg/dl) rispetto agli uomini (102.8 ± 25.8 mg/dl). In entrambi i sessi non esiste correlazione con l’età. La percentuale di soggetti con C3 elevata (C3 > 176 mg/dl ) è rappresentata dallo 0.82% degli uomini e dal 2.64% delle donne. 30 Tabella XVII- Distribuzione del C3. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of C3. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata C3 > 176 mg/dl % C3 mg/dl Uomini Donne 103.7 ± 23.8 102.7 ± 25 101.5 ± 24.6 104.2 ± 32.8 105 ± 28.5 110.9 ± 33.1 100.2 ± 24.2 113.7 ± 34.1 103.2 ± 27.8 112.6 ± 27.8 102.8 ± 25.8 108.2 ± 30.6 0.82 2.64 Il conteggio medio dei globuli bianchi (tabella XVIII) è di 6831 ± 1675 dl per gli uomini e di 6205.32 ± 1531.4 per le donne. La prevalenza di soggetti con globuli bianchi superiori a 9.000 è di 9.2% per gli uomini e di 4.9% per le donne. Tabella XVIII - Distribuzione dei globuli bianchi. Valori, aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of white blood cells (WBC). Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Globuli bianchi > 9000 /dl % Globuli bianchi Uomini Donne 6.93 ± 1.6 6.37 ± 1.52 6.93 ± 1.7 6.27 ± 1.51 6.97 ± 2.1 6.14 ± 1.59 6.71 ± 1.4 6.19 ± 1.57 6.33 ± 1.38 5.93 ± 1.44 6.83 ± 1.7 6.2 ± 1.53 9.2 4.9 31 I valori di fibrinogeno (tabella XIX) sono 258.2 ± 66.3 mg/dl negli uomini e di 291.9 ± 7 mg/dl nelle donne. In ogni decade di età i valori medi sono sempre superiori nelle donne rispetto agli uomini. In entrambi i sessi i valori di fibrinogenemia incrementano con l’età. La prevalenza di iperfibrinogenemia (fibrinogeno > 400 mg/dl) è pari al 6.22 % negli uomini e al 7.64 % nelle donne. Tabella XIX - Distribuzione della fibrinogenemia. Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard Distribution of fibrinogen. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Fibrinogenemia mg/dl Indicatori Uomini Donne 25 - 34 anni 225.3 ± 45.1 266.6 ± 68.3 35 - 44 anni 245.8 ± 52.8 282.4 ± 72.3 45 - 54 anni 278.3 ± 71.6 297.8 ± 64.8 55 - 64 anni 277.7 ± 82 318.8 ± 73.1 65 - 74 anni 291.4 ± 80 304.7 ± 71.4 Media standardizzata 258.2 ± 66.3 291.9 ± 70 Fibrinogenemia > 400 6.22 7.64 mg/dl % Insulinemia I valori medi di insulinemia sono 9.96 ± 7.7 mcrU / ml negli uomini e 10.2 ± 6.2 mcrU / ml nelle donne. In entrambi i sessi i valori crescono con l’avanzare dell’età per ridursi, in modo evidente, nell’ultima decade. La percentuale di soggetti con iperinsulinemia (> 35 mcrU / ml) è di 2.6% negli uomini e 1.5% nelle donne. La distribuzione dell’insulinemia è riportata in tabella XX. 32 Tabella XX - Distribuzione dell’insulinemia. Valori aggiustati per età, espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of insulinaemia. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Indicatori 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni Media standardizzata Insulinemia > 35 mcrU/ml % Insulinemia mcrU /ml Uomini Donne 9.3 ± 8.4 8.20 ± 4.5 9.7 ± 7.5 9.69 ± 6.8 10.9 ± 7.3 12.4 ± 7.7 11.3 ± 8 11.5 ± 6.3 8.2 ± 7.4 9.47 ± 5.7 9.96 ± 7.7 10.2 ± 6.2 2.56 1.49 Creatininemia I valori di creatininemia sono in ogni decade di età più elevati negli uomini rispetto alle donne. I valori medi sono nel sesso femminile di 0.81 ± 0.2 mg/dl e nel sesso maschile di 1.01 ± 0.2 mg/dl. La percentuale di ipercreatininemia per gli uomini è del 2.33% (creatinina > 1.5 mg/dl), mentre per le donne è del 2.18% (creatinina> 1.2 mg/dl). La distribuzione della creatininemia è riportata in tabella XXI. Tabella XXI - Distribuzione della creatininemia. Valori aggiustati per età espressi in percentuale o come media ± deviazione standard. Distribution of creatinine. Age adjusted data, expressed in percentage or as mean ± standard deviation. Creatininemia mg/dl Indicatori Uomini Donne 25 - 34 anni 1.06 ± 0.2 0.82 ± 0.1 35 - 44 anni 0.95 ± 0.2 0.8 ± 0.2 45 - 54 anni 0.96 ± 0.2 0.81 ± 0.2 55 - 64 anni 1.03 ± 0.2 0.81 ± 0.2 65 - 74 anni 1.07 ± 0.4 0.82 ± 0.2 Media standardizzata 1.01 ± 0.2 0.81 ± 0.2 Ipercreatininemia % 2.33 2.18 Ipercreatininemia : > 1.5 mg/dl negli uomini e > 1.2 mg/dl nelle donne 33 Abitudini alimentari I dati mostrano uno scarso consumo quotidiano di verdura sia cotta che cruda, con valori vicino allo zero per consumi più frequenti in entrambi i sessi. Meno del 40% della popolazione consuma la frutta tutti i giorni. Il 79,65% degli uomini e il 74,86% delle donne mangiano la pasta ogni giorno. Poco più del 60% della popolazione dichiara di non consumare dolci. La carne, sia bianca sia rossa, è consumata 2 volte a settimana dal 40-45% circa della popolazione, mentre il pesce 2 volte/settimana è mangiato solo dal 24,11% degli uomini e dal 27,14% delle donne. Il 49,71% degli uominii ed il 51,16% delle donne mangia i legumi 2 volte a settimana. Tra i condimenti l’olio d’oliva è preferito da tutti (>90%), mentre quello di semi è scelto per le fritture occasionali. La sugna viene più utilizzata del burro, circa il 3% delle donne dichiara di consumarla regolarmente. Il consumo del vino vede un’apprezzabile differenza tra i due sessi: il 14,21% degli uomini contro lo 0,82% delle donne ne beve tra ½ litro ed 1 litro al dì, il 3,28% degli uomini (e lo 0% delle donne) anche di più (> di 1lt.). Il caffè, con consumi abbastanza equiparati nei due sessi, è bevuto nella misura di 5 o più tazzine al dì dal 16,32% degli uomini e dal 11,65% delle donne. I consumi dei principali alimenti sono riportati nelle tabelle XXII e XXIII. Un’analisi più approfondita dei dati sulle abitudini alimentari è stata pubblicata a parte (22). 34 Tabella XXII - media standardizzata dei consumi alimentari della popolazione maschile. Standardized mean of alimentary consumptions in male population. Alimenti Mai o saltuariamente 2-3 volte a settimana 1 volta al giorno Verdura cotta Verdura cruda Frutta Pasta Dolci 41.77 16.91 13.26 0.83 66.03 Mai o saltuariamente 54.48 66.04 8.70 12.58 21.97 1 volta a settimana 3.75 16.74 36.60 79.65 11.22 2 volte a settimana Legumi Carne bianca Carne rossa Pesce 659 11.34 5.44 20.26 mai 2.00 11.82 58.08 2.30 83.23 80.56 Mai o saltuariamente 33.16 Mai o saltuariamente 13.03 27.87 34.01 33.22 51.69 Qualche volta 2.27 66.90 37.56 25.84 15.77 15.46 < 1/2 litro al di 49.35 < 2 tazzine al di 21.28 49.71 42.15 43.61 24.11 spesso 2.73 8.49 4.14 52.03 1.00 2.45 < 1 litro al di 14.21 2- 4 tazzine al di 49.37 Olio di oliva Olio di semi Burro Formaggio Margarina Strutto (o sugna) Vino Caffè Più di una volta al giorno 0.00 0.31 41.44 6.94 0.78 3 o più volte a settimana 15.83 12.50 17.73 3.94 Regolarmente 93.00 12.79 0.22 19.83 0.00 1.53 > 1 litro al di 3.28 5 o più tazzine al di 16.32 Tabella XXIII - media standardizzata dei consumi alimentari della popolazione femminile. Standardized mean of alimentary consumptions in female population. Alimenti Mai o saltuariamente 2-3 volte a settimana 1 volta al giorno Verdura cotta Verdura cruda Frutta Pasta Dolci 30.59 15.00 10.68 3.72 65.12 Mai o saltuariamente 62.56 68.57 8.46 18.06 23.11 1 volta a settimana 6.03 15.65 36.69 74.86 9.99 2 volte a settimana Legumi Carne bianca Carne rossa Pesce 7.53 10.07 6.50 19.08 mai 3.16 10.54 49.79 3.21 76.76 78.19 Mai o saltuariamente 67.35 Mai o saltuariamente 14.58 21.81 32.60 33.38 48.55 Qualche volta 2.60 66.86 45.07 17.95 20.28 15.98 < 1/2 litro al di 31.83 < 2 tazzine al di 27.00 51.16 44.77 45.16 27.14 spesso 2.26 9.45 4.77 58.64 2.78 2.90 < 1 litro al di 0.82 2- 4 tazzine al di 46.77 Olio di oliva Olio di semi Burro Formaggio Margarina Strutto (o sugna) Vino Caffè Più di una volta al giorno 0.82 0.78 44.17 3.36 1.78 3 o più volte a settimana 19.50 12.56 14.96 5.23 Regolarmente 91.98 13.15 0.37 20.20 0.18 2.93 > 1 litro al di 0.00 5 o più tazzine al di 11.65 35 Parte Terza: Trends della prevalenza dei Fattori di Rischio in Campania nel periodo 1979-1999. In Campania non sono numerosi gli studi che forniscono dati relativi alla prevalenza dei fattori di rischio coronarico, ma una loro analisi può essere utile per tracciare a grosse linee la storia epidemiologica dei fattori di rischio cardiovascolare. Pur nella consapevolezza che il confronto non è scevro da bias (popolazioni diverse, metodologie diverse, etc) e problemi interpretativi viene tentato un confronto nella convinzione che possa offrire un’idea dell’andamento della prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare. Tentiamo, per i maggiori fattori di rischio, una doppia analisi. Il primo confronto è tra i dati del “Progetto VIP” ed i dati del “Progetto Montecorvino Rovella”. I due progetti sono stati effettuati in aree simili per condizioni socio-economiche e geografiche, entrambe a pochi chilometri da Salerno. I dati sono stati raccolti con metodologia identica ed in entrambi viene valutata una popolazione compresa tra i 25 e i 74 anni. Una seconda analisi viene tentata confrontando i risultati del “Progetto VIP” e del “Progetto Montecorvino Rovella con i dati relativi alle aree della Campania dello studio del CNR: ATS-RF2OB43 (studio delle nove comunità): area di Mugnano (1978-79 / Progetto RF2) ed area di Afragola (1983-84 / Progetto OB43) (3,4). Questi studi sono stati condotti in una popolazione più giovane, compresa tra i 20 e i 59 anni, pertanto, anche per i “Progetti VIP e Montecorvino Rovella” saranno considerati solo i dati relativi alle stesse fasce di età. PREVALENZA DI FUMATORI La prevalenza degli uomini fumatori, nell’ambito del Progetto VIP, è risultata inferiore a tutti i più noti studi effettuati in passato in Italia Meridionale (tabella XXIV); questo dato era atteso in quanto il trend dei fumatori è, da anni, in discesa negli uomini. Tale riduzione appare, però, troppo lenta rispetto alle riduzioni che si sono registrate in altri paesi. Il trend registrato nelle donne viceversa è addirittura in 36 salita. Il trend dei fumatori in Campania nel periodo 1979-99 (20-59 anni) è riportato in figura 1. Figura 1 -Trend dei fumatori in Campania nel periodo 1979-99. Popolazione 20-59 anni. Trend of the smokers in Campania in the period 1979-99. Population 20-59 years. 80,0 60,0 Maschi Femmine 40,0 20,0 0,0 1979 1983 1989 1999 Maschi 60,0 60,6 48,6 44,7 Femmine 18,7 25,7 21,4 25,7 Il confronto tra i dati del Progetto Montecorvino Rovella e il Progetto VIP è riportato in figura 2. 37 Figura 2 - Fumatori: confronto tra i dati dei progetti PMR e VIP. Popolazione 25-74 anni. Smokers: comparison between PMR and VIP data. Population 25-74 years. 38 Tabella XXIV- Prevalenza di fumatori in progetti effettuati in Italia Meridionale. Dati standardizzati per età. Prevalence of the smokers in various projects carried out in Southern Italy. Data standardized by age. Uomini Donne Progetti Anno Età Numero Fumatori % Numero Fumatrici % CNR-RF2 1978-79 20-59 3175 55 3473 26 CNR-RF2 1978-79 20-59 924 60 1116 18.7 ATS-OB43 1983-84 20-59 2686 50.0 2850 28.1 ATS-OB43 1983-84 20-59 987 60.6 1118 25.7 PMR 1988-89 25-74 522 46 569 17.3 PMR 1988-89 25-59 388 48.6 415 21.4 RIFLE 1978-87 20-69 36337 46.6 33632 21.6 RIFLE 1978-87 20-69 8564 47.6 8238 16.4 1998 35-74 VIP 1998-99 25-74 600 43 600 21.7 VIP 1998-99 25-59 420 44.7 420 25.7 Aree Sud Italia Aree Sud Italia Aree Sud Italia O.E.C.* Aree 37 22 Sud Italia * O.E.C.= Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare PREVALENZA DI IPERCOLESTEROLEMIA Alla fine degli anni ottanta i dati riguardanti la colesterolemia presentavano una media nazionale di 212 mg/dl (23), un trend ancora moderatamente crescente a livello nazionale; il Nord presentava una iniziale, seppure disomogenea, diminuzione mentre al Sud i valori di colesterolemia erano crescenti, con un ritmo di circa 2 mg % per anno. Le variazioni di incidenza della cardiopatia ischemica al Nord ed al Sud erano parallele all’andamento della colesterolemia. I dati, relativi al 39 Progetto Montecorvino Rovella (17,18), alla fine degli anni ’80, mostravano, in Campania, un trend ancora in salita. I dati relativi al “Progetto VIP” viceversa mostrano una iniziale riduzione della colesterolemia media e della prevalenza di ipercolesterolemia, in entrambi i sessi. In figura 3 vengono riportate le variazioni della prevalenza di ipercolesterolemia registrate nel Progetto VIP, rispetto al Progetto Montecorvino Rovella nella popolazione 25-74 anni. Figura 3 - Variazione della prevalenza di colesterolemia > 240 mg/dl in Provincia di Salerno 1989-99. Popolazione 25-74 anni. Variation of the prevalence of cholesterolaemia > 240 mg/dl in province of Salerno in the years 1989-99. Population 25-74 years. 40 In figura 4 è riportato il trend della prevalenza di ipercolesterolemia in Campania nella popolazione 20-59 anni. Figura 4 - Trend della prevalenza di colesterolemia ≥ 240 mg/dl in Campania. Popolazione 20-59 anni. Trend of the prevalence of cholesterolaemia ≥ 240 mg/dl in Campania. Population 20-59 years. 41 In tabella XXV sono riportati i valori medi di colesterolemia e la prevalenza di colesterolemia ≥ 240 riscontrata nei principali studi epidemiologici, effettuati nelle aree del Sud Italia. Tabella XXV – Valori medi di colesterolemia e prevalenza di colesterolemia ≥ 240 mg/dl nei principali studi svolti nell’Italia Meridionale. Dati standardizzati per età. Medium values of cholesterolaemia and prevalence of cholesterolaemia ≥ 240 mg/dl in the main researches carry out in Southern Italy. Data standardized by age. Uomini Donne Progetti Anno Età N. Colesterolemi Ipercol % N. CNR-RF2 1978-79 20-59 3179 211.3 25.8 3497 205.2 21.7 CNR-RF2 1978-79 20-59 921 195.3 15.9 1124 192.6 14.4 ATS-OB43 1983-84 20-59 2673 212.1 26 2829 204.6 26 ATS-OB43 1983-84 20-59 977 201.2 17.8 1105 200.2 16.7 PMR 1988-89 25-74 522 204.8 20.7 569 202.9 19.8 PMR 1988-89 25-59 388 205.8 20.6 415 204.5 18.6 RIFLE 1978-87 20-69 36128 217.6 31.4 33397 214.2 28.5 RIFLE 1978-87 20-69 8544 203.9 8205 201.2 1998 35-74 VIP 1998-99 25-74 VIP 1998-99 25-59 a Aree Colesterolemi Ipercol % a Sud Italia Aree Sud Italia Aree Sud Italia O.E.C.* Aree 203 18 600 199.3 13.6 420 197.7 12.9 208 23 600 199.4 18.6 420 193 13.8 Sud Italia * O.E.C.= Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare 42 PREVALENZA DI IPERTRIGLICERIDEMIA Il trend della ipertrigliceridemia è simile a quello dell’ipercolesterolemia: ha visto, in entrambi i sessi una crescita fino alla fine degli anni ’80; i nostri dati mostrano, finalmente, una riduzione sia dei valori medi di trigliceridemia sia della prevalenza di ipertrigliceridemia. In figura 5 vengono riportate le variazioni della prevalenza di ipertrigliceridemia registrate nel Progetto VIP, rispetto al Progetto Montecorvino Rovella nella popolazione 25-74 anni. Figura 5 – Variazione della prevalenza di ipertrigliceridemia tra “Progetto VIP ” e “Progetto Montecorvino Rovella ”. Popolazione 25-74 anni. Variation of the prevalence of hypertriglyceridemia between “VIP project” and “Montecorvino Rovella project”. Population 25-74 years. 43 In figura 6 è riportato il trend della prevalenza di ipertrigliceridemia in Campania nella popolazione 20-59 anni. Figura 6 – Trend della prevalenza di ipertrigliceridemia in Campania. Popolazione 20-59 anni Trend of the prevalence of hypertriglyceridemia in Campania. Population 20-59 years. PREVALENZA DI IPERGLICEMIA Il confronto dei dati del Progetto Montecorvino Rovella con i dati del Progetto VIP (figura 7) mostrano un incremento per entrambi i sessi, della prevalenza di iperglicemia. 44 Figura 7 – Variazione della prevalenza di iperglicemia: confronto tra “Progetto Montecorvino Rovella” e “Progetto VIP”. Popolazione 25-74 anni Variation of the prevalence of hyperglycemia: comparison between “Montecorvino Rovella project” and “VIP project”. Population 25-74 years. PREVALENZA DI OBESITÀ La prevalenza di obesità nelle popolazioni campane è risultata sempre particolarmente elevata, in particolar modo per il sesso femminile. I dati del Progetto VIP confermano un’alta prevalenza di obesi, ma, nello stesso tempo, mostrano, finalmente, una riduzione rispetto ai risultati degli studi precedenti. Il confronto dei dati relativi agli studi “Progetto Montecorvino Rovella” e “Progetto VIP” (età compresa tra i 25 e i 74 anni) è riportato in figura 8. 45 Figura 8 – Variazione della prevalenza di obesità (BMI ≥ 30) tra il “Progetto Montecorvino Rovella” e il “Progetto VIP”. Popolazione 25-74 anni. Variation of the prevalence of obesity (BMI ≥ 30) between “Montecorvino Rovella project” and “VIP project”. Population 25-74 years. Il trend della prevalenza di obesità in Campania (popolazione campana tra i 20 e i 59 anni) è riportato in figura 9. Figura 9 – Trend della prevalenza di obesità (BMI ≥ 30) in Campania. Popolazione 20-59 anni. Trend of the prevalence of obesity (BMI ≥ 30) in Campania. Population 20-59 years. 46 CONSIDERAZIONI Questa pubblicazione ha l’unico scopo di riportare i dati rilevati nell’ambito della fase trasversale del “Progetto VIP”, ma non possiamo esimerci dall’analizzare, brevemente, alcuni aspetti, a nostro avviso, particolarmente importanti. Gli argomenti che meritano una discussione sono essenzialmente due: A) l’aver ottenuto, a distanza di dieci anni dal “Progetto Montecorvino Rovella”, un nuovo quadro della prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare in un’area della Campania in Provincia di Salerno, molto simile alla precedente, permette di costruire i trend dei principali fattori di rischio cardiovascolare; B) il “Progetto VIP” conferma la fattibilità di studi di microepidemiologia nella realtà clinica e la possibilità di sviluppare concreti programmi di prevenzione cardiovascolare nella propria area di azione. I due punti saranno discussi in successione. A) Analisi dei dati I dati epidemiologici presentati sono di carattere descrittivo e, se a volte possono apparire scontati, offrono notizie utili per alcune considerazioni: 1) Trend della colesterolemia e dell’obesità. I dati del “Progetto VIP” segnalano, finalmente, un decremento, in una popolazione campana, sia della colesterolemia media (- 5.5 mg/dl negli uomini e –3.5 mg/dl nelle donne) sia della prevalenza di ipercolesterolemia (- 4.5% negli uomini e – 1.2% nelle donne). Questo risultato, evidente in entrambi i sessi, assume un particolare significato se si considera che agli inizi degli anni sessanta i valori di colesterolemia erano, nelle popolazioni campane, tra i più bassi al mondo, ma a partire da allora i valori medi sono costantemente aumentati nelle nostre popolazioni. La causa è stata la conseguenza di un incremento delle calorie/die assunte e di abitudini alimentari sempre più lontane dalla “dieta mediterranea” e sempre più vicine a quelle delle popolazioni americane (24,25). Analogamente alla riduzione dei livelli medi di colesterolemia osserviamo, con piacere, una riduzione della prevalenza di obesi anche se il dato assoluto rimane ancora alto, 47 particolarmente nelle donne. 2) La prevalenza dei fumatori La prevalenza di fumatori nelle popolazioni campane è stata sempre tra le più alte in Italia. La nostra osservazione conferma questo dato. Si è registrata, infatti, un’ alta prevalenza di fumatori uomini, che, se pur in discesa (-3%), rispetto alle rilevazioni del 1988-89 (nel “Progetto Montecorvino Rovella” la prevalenza di fumatori era pari al 46%), rimane ancora troppo alta se consideriamo quanto si sta ottenendo in altre aree. In più è da sottolineare il trend, addirittura in incremento, della prevalenza delle fumatrici. L’aumento delle fumatrici (+ 4.4%) è un dato già segnalato, per tutta la popolazione italiana, dall’ Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (26). Gli studi di prevenzione hanno dimostrato che il fumo è un fattore di rischio difficile da modificare nonostante sia la prima causa di morte modificabile al mondo; probabilmente ancora non si attuano tutti i meccanismi possibili, sia a livello di popolazione che individuali, per ottenere risultati tangibili. Occorrerebbe un intervento massiccio che coinvolgesse, contemporaneamente, più figure professionali. In particolare dovrebbero essere coinvolti tutti i medici trattandosi di un’abitudine che non è solo causa di malattie cardiovascolari, ma anche di broncopneumopatia cronica ostruttiva, di tumori dell’apparato respiratorio (polmone, bronchi, laringe, cavità orale), dell’esofago, del pancreas, dei reni, della vescica e della cervice (27, 28). E’ stata anche segnalata un’associazione tra osteoporosi e fumo (29). Bisognerebbe, inoltre, cercare di convincere-obbligare i fumatori al rispetto dei non fumatori per i noti effetti dannosi legati al fumo passivo. Va, infine, sottolineato come l’abitudine al fumo in gravidanza aumenti il rischio di nascita di neonati sottopeso, di parti prematuri e di morti improvvise nel lattante (30, 31). 3) Abitudine dei medici a trattare con più efficacia gli uomini che le donne Il nostro studio evidenzia l’atteggiamento dei medici a trattare più efficacemente gli uomini che le donne, come già ampiamente segnalato in letteratura nell’ambito di interventi di prevenzione secondaria (32,33) I nostri dati mostrano come gli ipercolesterolemici trattati sono il 14.1% degli uomini 48 e solo l’8.8% delle donne. I diabetici in terapia efficace sono il 21.8% degli uomini e solo il 13.8% delle donne. Gli ipertesi sono trattati in percentuale simile nei due sessi, ma gli uomini sono trattati in modo efficace nel 36.4% mentre le donne solo nel 25.5 % dei casi. 4) La donna e la menopausa Infine, ci sembra opportuno segnalare l’incremento dei fattori di rischio, di dimensioni inaccettabili nella popolazione femminile, nel passare dalla decade 35 – 44 anni a quella 45 –54 anni. (figura 10) 49 Figura 10 – Popolazione femminile. Prevalenza dei fattori di rischio nelle decadi 35-44 anni e 45-54 anni. Dati del “Progetto VIP”. Female population. Prevalence of the risk factors in the decades 35-44 years and 45-54 years. “VIP Project” data. Tale incremento è spiegato dall’avvento della menopausa, ma trova sicuramente terreno fertile nello stile di vita delle donne intorno ai 50 anni che non praticano sport ed assumono, con la dieta, un eccesso di calorie e di lipidi. Le nostre osservazioni concordano con i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare (34) che sottolineano come, nella donna in menopausa, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete e l’obesità siano diffusi soprattutto al Sud Italia e nelle classi sociali a più bassa scolarità. B) Fattibilità ed utilità di studi di microepidemiologia Considerazioni particolarmente interessanti scaturiscono dalle problematiche legate alla fattibilità ed utilità di uno studio di microepidemiologia nella realtà clinica. Il nostro lavoro sembra confermare come questi studi siano particolarmente utili. L’aver intrapreso il “Progetto VIP”, dopo l’esperienza del “Progetto Montecorvino Rovella”, ci ha consentito di delineare i trends dei principali fattori di rischio nella nostra area: tale dato è disponibile solo in poche realtà dell’Italia Meridionale. Inoltre, questi dati saranno arricchiti dalle future rilevazioni previste a 5 e 10 anni per il “Progetto VIP”. L’indagine epidemiologica ed il successivo programmare gli 50 interventi nella popolazione ha stimolato, nella nostra realtà prevalentemente clinica, nuovi interessi: - ha favorito l’evoluzione negli operatori dal ragionamento del singolo paziente alla valutazione del beneficio/rischio e costo/beneficio dei propri interventi sulla popolazione, - ha stimolato nuovi interessi anche nel personale parasanitario tanto da poter essere inserito, in modo attivo, a fianco del medico, nella raccolta dei dati, nell’archiviazione al computer degli stessi, nella divulgazione dei principi della prevenzione; - ha favorito lo sviluppo di ambulatori “ad hoc” che permettono un controllo più proficuo dei fattori di rischio, in particolare: a) ambulatorio per la lotta al fumo b) centro di informazione nutrizionale c) ambulatorio di prevenzione cardiovascolare (dove vengono avviati i pazienti a più alto rischio) - ha coagulato, intorno al nostro progetto, numerose iniziative da parte di altri gruppi di lavoro; sono, infatti, sorti nuovi interventi che vanno a rinforzare la nostra azione sulla popolazione da parte di altre unità operative: unità operativa assistenza anziani unità operativa materno-infantile unità operativa di riabilitazione - ha stimolato un fiorire di incontri con la popolazione che sono stati non solo la conseguenza a nostre sollecitazioni, ma anche la risposta a richieste da parte della popolazione stessa. L’augurio è che il nostro lavoro contribuisca a sottolineare l’importanza di studi epidemiologici locali per ottenere dati mirati al territorio con lo scopo di “individuare” l’intervento (preventivo e non) e che, nel prossimo futuro, si possa sperare di coinvolgere nuove figure professionali in programmi più vasti che non siano mirati solo alla prevenzione delle malattie cardiovascolari ma ad una prevenzione intesa in modo globale. 51 Il programma CINDI dell’OMS e la partecipazione italiana Il “Progetto VIP” è parte integrante del programma CINDI dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il programma CINDI (Countrywide Integrated Noncommunicable Disease Intervention) è stato avviato nel 1982, con lo scopo di migliorare le condizioni di salute e la qualità di vita delle popolazioni dei Paesi industrializzati. Nasce da un'iniziativa della sede europea dell'OMS, mutuando l'esperienza di precedenti progetti: il CCCCP (Comprehensive Cardiovascular Community Control Program) (35) e il progetto finlandese della Carelia del Nord. Il programma è stato realizzato in ragione del fatto che le malattie croniche (NonCommunicable Disease) rappresentano attualmente la causa di morte più frequente nei Paesi industrializzati; infatti in Europa e nel Nord America i 3/4 dei decessi sono imputabili a malattie cardiovascolari, neoplasie, cirrosi o malattie respiratorie croniche. I fattori di rischio relativi a tali patologie sono spesso comuni e sono stati individuati dall'OMS nel fumo, nell'abuso di alcol e droghe, negli squilibri dietetici e nella sedentarietà. Partendo dal presupposto che le politiche sanitarie debbano perseguire gli obiettivi del programma "Salute per tutti nell'anno 2000" e quelli del più recente "Health for all 21", il programma CINDI (36) si propone i seguenti obiettivi: - Un approccio coordinato alla prevenzione delle patologie croniche. Ciò richiede un contesto organizzativo stabile per implementare il programma e fornire linee guida per il suo sviluppo; 52 - Lo sviluppo di un approccio multidisciplinare ed intersettoriale nell'educazione sanitaria e nelle altre strategie preventive; - La messa a punto e l'uso di appropriati indicatori di valutazione (di processo e di risultato), in relazione ai fattori di rischio ed alle patologie croniche; - La promozione della ricerca nella prevenzione e nel controllo delle malattie croniche. Il raggiungimento di questi obiettivi viene perseguito attraverso: 1) il conseguimento di un equilibrio tra le attività mediche (correzione del rischio) e la promozione della salute a livello globale, 2) la cooperazione con settori diversi da quello sanitario. Il punto di forza del programma è la fattiva collaborazione fra i diversi Paesi e quindi l’integrazione delle risorse, degli obiettivi, degli interventi. Attualmente i Paesi membri del CINDI sono 27; l’Italia ne fa parte come Paese associato dal 1999 (37-38). Il Progetto CINDI-Italia è coordinato dalla prof. Maria Teresa Tenconi del Dipartimento di Medicina Preventiva, occupazionale e di Comunità dell’Università degli Studi di Pavia. Consiste in tre progetti regionali e tre progetti locali. Le Regioni interessate sono: Lombardia (39), Friuli Venezia Giulia (40), Sardegna (41); a queste vanno aggiunti i tre programmi di prevenzione a livello locale: Brisighella (42), MATISS (43), ed il nostro “Progetto VIP”. I programmi italiani sono principalmente finalizzati alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei fattori di rischio ad esse correlati. 53 Ten years of cardiovascular prevention in Province of Salerno: the data of trasversal phases of “VIP Project” Background: The purpose of the “VIP Project” is to verify the distribution of the coronary risk factors and the treatment of subjects with an high risk among the population in an area of Irno Valley, in South Italy. The “VIP Project” is a part of CINDI program of OMS (35-37). Methods: In this study, people from 25-74 years , were enrolled in random from electoral register and, later on, they were visited and subjected to blood venous drawing. The project consists of three phases: 1) identification and classification of high risk subjects; 2) treatment of such patients; 3) periodic control (after 5 and 10 years) of every subject previously selected. In this article are reported all data we have gathered in the course of the first control of the population (1998-99), during such phase we have enrolled 1200 subjects (600 men and 600 women). Results: Here are reported the means values of variables examined (table 1.1) and the prevalence of the main risk factors (table 1.2). The prevalences of risk factors are the following: hypercholesterolaemia (serum cholesterol ≥ 240 mg/dl): males 13.6%, females 18.6%; 54 Hypertriglyceridemia (serum triglycerides ≥ 170 mg/dl): males 33.6%, females 17.9%; Hyperglycemia (blood glucose ≥ 126 mg/dl): males 11.2%, female 10.4%. The mean levels of systolic blood pressure were: males 132.6 mm Hg and females 132.2 mm Hg; diastolic blood pressure: males 83.9 mm Hg and females 82.9 mm Hg. Male subjects with hypertension (> 159/94 mm Hg) were 29.1% while female subjects were 28.9%. The prevalence of smokers is: 43% males and 21.7% females. Data show some important aspects (especially when they are compared with “Montecorvino Rovella Project” (15-18), an epidemiologic research on cardiovascular risk factors always carried in Province of Salerno, in the years ’88-‘89): - there is a reduction of cholesterolaemia and the prevalance of hypercholesterolaemia; - smokers are in slow decrement but there is an increase of female smokers; - doctors treat men more efficaciously than women; - in the female population, aged from 45-54 years, there is an increase of the cardiovascular risk factors. 55 Table 1.1 “VIP Project” (trasversal phase).Means and standard deviations of variables examined. Age adjusted data. Age group 25-34 35-44 F M 45-54 F 55-64 M F F M 25-74 (years) M Syst. BP 125.1 115.7 127.6 123.4 135.1 81.6 76.6 83.4 86.4 185.9 176.9 200.5 182.4 207.6 209.3 202.5 223.4 207.5 216.1 199.3 199.4 131.2 89.4 170.6 99.6 171.7 148.6 153.9 147.6 157.7 138.5 155.8 121.9 94.5 94.4 102.2 95.2 113.5 104.6 112.4 111.8 111.8 120.5 105.5 103.8 80.7 63.5 81 67.3 80.3 72.6 76.8 174.2 160 171.3 158.5 167.7 156.4 164.7 154.1 162.5 153.4 169.1 156.8 26.6 24.8 27.6 28.5 29.7 28.3 135.1 M 65-74 F M F 141.5 147.1 140.1 148.6 132.6 132.1 (mm Hg) Diast. BP 81.3 86.4 87.1 87.7 81.3 84.5 83.9 82.9 (mm Hg) Cholesterol (mg/dl) Tryglicerides (mg/dl) Fasting Glucose (mg/dl) Weight 70.9 73.3 70.9 79.1 68.7 (Kg) Height (cm) BMI 26.7 29.9 27.7 30.2 27.7 28 (Kg/m) 56 Table 1.2 Prevalence of the main cardiovascular risk factors in both sexes. Population 25-74 years, age adjusted data. M F 20.2 21.7 13.6 18.6 33.6 17.9 11.2 10.4 Smokers 44.7 25.7 Obesity (BMI ≥ 30) 25.2 32.3 Arterial Hypertension (SBP ≥160 and/or DBP ≥ 95) Hypercholesterolaemia (Chol ≥ 240 mg/dl) Hypertriglyceridemia (Trigl ≥ 170 mg/dl) Hyperglycemia (Glyc ≥ 126 mg/dl) 57 BIBLIOGRAFIA 1) Fox R: Trends in cardiovascular mortality in Europe. Circulation 1997; 96: 3817-3828 2) Keys A, Aravanis C, Blackburn, et al: Epidemiological studies related to coronary heart disease: characteristics of men aged 4059 in Seven Countries. Acta Med Scand 1967;180 (suppl.):460-466 3) Gruppo di Ricerca CNR ATS-RF2: I fattori di rischio dell'aterosclerosi in Italia.La fase A del progetto CNR-RF2. G Ital Cardiol 1980; 11 (suppl.3) 1-184. 4) Gruppo di Ricerca ATS-OB43: I fattori di rischio cardiovascolare in Italia. Aggiornamento agli anni ‘80 dello studio delle nove comunita'. Card Prev Riab 1987;5:77-137. 5) Menotti A, Giampaoli S, Verdecchia A, et al: Il Progetto MONICA (monitoraggio malattie cardiovascolari). 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Ig. 1997; 9. 101-110 62 La Valle dell’Irno A cura di Carmine Manzi La Valle dell’Irno ha una suggestione di mete di cui gli abitanti dovrebbero andare veramente fieri ed orgogliosi: e sono così tante che verrebbe quasi la voglia di fare subito una distinzione tra itinerari di fede e di folclore o tra itinerari campestri e cittadini, se non fosse che gli uni confluiscano poi facilmente negli altri; ma la principale ricchezza è costituita dal verde delle campagne e dei monti, quei piccoli sentieri tracciati tra l’ombra dove il sole, penetrando a spicchi, provoca la caduta tra i rami di gocce d’ambrosia. A scavare, si possono ancora scoprire le orme di San Tommaso d’Aquino in visita alla sorella Teodora e dove passarono Sant’ Alfonso de’ Liguori e San Gerardo Maiella diretti a Ciorani per gettare le fondamenta della Casa Madre della Congregazione del Redentore. E’ necessario prendere conoscenza della nostra storia e non lasciare che essa resti nascosta tra le pergamene e le pagine polverose degli archivi: e la Valle dell’Irno è ricca di storia, se ci portiamo alla Trinità di Baronissi o all’Abbazia di Santa Maria delle Grazie di Penta fondata da San Guglielmo da Vercelli e da Tommaso Sanseverino; o se ci portiamo al Convento di San Francesco di Bracigliano, dove sembra di ritornare come d’incanto al tempo dei Fioretti e dove dal chiostro e dalle minuscole finestre si eleva ancora l’impronta della primitiva povertà francescana, e c’è un castello importante, quello di San Severino, che fu nel secolo IX il più forte baluardo per la difesa di Salerno, e ce ne sono anche altri nella Valle dell’Irno. Il prof. Gastone Imbrighi, ordinario di geografia alla Sapienza, durante un convegno all’Accademia di Paestum ricavò una trama geografica tra le più interessanti, scoprendo a contatto del verde di questa Valle una fioritura di gamme e di scale di colori, tutte quelle che si possono ritrovare in un paesaggio terrestre che è fisico ed antropico e che comprende monti e campagne, fiumi e catene, dorsali e boscaglie. E se l’itinerario può sembrare esclusivamente mistico, non è poi difficile mettere insieme altre proposte, dove invece la prevalenza potrebbe esser data dal fatto storico o paesaggistico: e non è difficile andare sul territorio alla ricerca di castelli e di torri, di ruderi che ancora testimoniano, in tutta la Valle dell’Irno, di dominazioni longobarde ed angioine o della presenza di più antiche civiltà greche e romane. E ci sarebbe ancora un altro itinerario, un itinerario da agriturismo, che forse resta anche il più congeniale alla vocazione di comunità montana: quelli che vengono dalle città restano incantati, una volta in campagna, per il suo verde, per quell’aria genuina che, nonostante tutti gli inquinamenti, resta ancora molto pura e salutare, ancora respirabile, frammista a un profumo di fiori d’arancio e di frumento. Ricordiamolo che Michele Prisco, con E. A. Mario, cittadino onorario di Mercato San Severino, ambientò uno dei suoi ultimi romanzi (“Lo specchio cieco”) in questa cornice di verde della Valle dell’Irno ed ebbe delle pagine stupende per quelle che erano una volta le acque fresche e pure del Solofrana, il torrente che proprio qui si incontra col Calvagnola, prima di andare insieme a confluire 63 nel Sarno: era un’acqua pulita, scriveva Michele Prisco, che qualche masso qua e là e qualche arbusto che vi cresceva a mezzo del greto rendevano leggermente tinnula, così che nelle giornate assolate, nella fissità degli alberi privi, per mancanza di vento, del minimo fruscio, quel brusio sonoro diventava già una prima forma di refrigerio. Indubbiamente anche l’acqua che sorga dalle gole delle montagne non è più quella limpida di allora, ma si sa, d’altra parte, che l’inquinamento non è solo una piaga della Valle dell’Irno, dove c’è tuttavia in abbondanza il fascino di un patrimonio antico, non ancora vulnerato dalla mano sacrilega ed aggressiva dell’uomo. E chi va in cerca del genuino, di un paesaggio che ancora non è contaminato, dove ci si sveglia al mattino al canto degli uccelli e dove i sentieri profumano di timo e di rose di maggio, non può non segnare tra le tappe del suo viaggio, o almeno per una semplice escursione, i paesi della Valle dell’Irno, dove la vita conserva qualcosa di arcano e di primitivo. Ai tempi d’oggi, in cui si è come travolti dal vortice della quotidiana esistenza, si direbbe proprio che la Valle dell’Irno è in grado di poter offrire degli itinerari turistici alternativi che siano fuori dell’ordinario, dove ci si può ancora incontrare a dimensione d’uomo e dove l’uomo può rivedere ancora una volta la Natura, direbbe il Thomas, non più attraverso le anguste forme della società, ma nella sua primitiva grandezza, nella sua beltà pura ed originale. I paesi della Valle dell’Irno hanno anch’essi la loro miniera che attende di essere sfruttata: ed è quella del verde delle loro contrade, capace di dare una colata d'oro e d'argento quando è investita dai raggi del sole che sorge e del sole al tramonto. Basta poi fermarsi per un istante ad origliare tra la fitta vegetazione dei boschi per raccogliere l’invito che viene dai monti che circondano la Valle, i Mai del Gruppo dei Picentini e i Decimari dell’ultima propaggine dei Lattari, così bene indicati da Donato Cosimato come luoghi prodighi di acque sorgive, a causa proprio della loro natura calcarea. Si direbbe proprio che la difficoltà è soltanto quella della scelta: decidere per il massiccio del Piesco che domina dall’altra parte la Valle, nei suoi sconfinamenti verso il Sarno, o dare la precedenza a una escursione al Pizzo san Michele e a San Michele di Mezzo, per rivedere le grotte che ricordano il soggiorno di San Gregorio VII a Salerno? Vie, viottoli, sentieri, sembra a prima vista che non ci sia altro che piccole stradette solitarie alberate di sogni. Ma è il segreto che scopre chi attraversa la Valle dell’Irno dall’una all’altra sponda: un qualche cosa, di indescrivibile e di indefinibile, che non trova più nella grande città e qui lo senti, lo avverti. Tocchi con mano come esista al mondo ancora la semplicità e la gioia, perché nella vita semplice è la gioia, nel ritorno alle piccole cose, alle passeggiate lungo le sponde dei torrenti, rasentando gli umili casolari che odorano di minestra o danno il profumo delle nuove pannocchie. Alle volte non sono che immagini, forse immagini di periferia, ma tanto più significative ed eloquenti di grosse cascate e di riviere tumultuose ed affollate. Ed infatti, la provincia salernitana, che s’affaccia per buona parte sul mare nella lunga bellezza d’una costa meravigliosa, è bella più ancora 64 per la incoparabilità del suo entroterra, dove attende ancora di essere esplorata e scoperta dall’ansia dell’uomo, dove i fiori delle rocce aspettano di essere messi a nudo sotto l’azzurro del cielo. E’ questo il fascino ed il segreto della Valle dell’Irno, ubertosa e ridente, dove i paeselli si affacciano come intorno alle sponde di un lago, fioriscono in mezzo alle rocce, sui rialti, in mezzo al letto del fiume e si confondono nel verde, degradano da Pellezzano per Coperchia, per Capezzano, attraverso i villini degli Svizzeri, intorno al complesso delle Cotoniere meridionali, fino al mare che s’intravede a fior d’occhio e che infatti non è poi molto lontano. Ed è qui che, sistemata come un vasto anfiteatro dei tempi antichi, tra il verde intenso che ne tappezza le arene e gli spalti, sorge la Vallata di Sanseverino, dove confluiscono in corsa il Solofrana e la Calvagnola e l’attraversano in tutta la sua lunghezza per andare a riversarsi nel Sarno. D’estate sono le pannocchie del granturco o i grappoli rossi del pomodoro, del colore del fuoco, che danno alla campagna l’aspetto di una festa, di uno spettacolo di gala: perché se ne vedono proprio dappertutto, alcuni casolari ne sono agghindati da lasciar libero solo l’ovale delle finestre, li mettono nei pagliai, li appendono alle travi, ne tappezzano i soffitti, gli androni dove d’inverno passerà l’intera famigliuola a trascorrere le ore, guardando la terra che riposa e custodisce nel suo grembo la nuova semente. Ed è bello quando talvolta dai grappoli si distacca all’improvviso il frutto più maturo e cade rompendosi al suolo: è il momento per formare un pensiero, proprio come avviene nelle notti di agosto, al tempo delle stelle cadenti. La Valle dell’Irno è piena di queste sensazioni, sono un po’ come la sua ricchezza: e questa è la terra in cui si diventa tutti poeti, dove la voce degli uomini si colora di luce interiore ed il pensiero si tramuta in trasparenza d’immagini, perché si diffonde un’armonia dalla immensa visione della natura e delle cose e ognuno sembra che ricerchi nel profondo del suo cuore o nell’abisso del suo tormento una voce nuova per unirla al canto antico dell’amore. 65
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