Lui mi prende per mano e in quel momento lo guardo. So che mi vuole dire di non avere paura. Sorride. Quanto adoro quel sorriso, mi infonde una tranquillità nel cuore indescrivibile. Non tocco solamente il cielo con un dito, ma arrivo direttamente in paradiso; quando sorride è come se in pochi secondi mi dicesse che mi ama e che mi desidera ardentemente. Facciamo qualche piccolo passo in avanti, l'uno accanto all'altra, poi ci fermiamo nuovamente. Mi guardo attorno. E' una bellissima giornata di primavera e il sole splende nel cielo come un enorme girasole dorato. Con la mano libera porto indietro una ciocca di capelli, socchiudendo gli occhi qualche secondo per godere del sole e del calore che scaldano la mia pelle. Mi sento tirare per la mano, la fila prosegue e io cammino in avanti assieme a lui, raggiungendo gli enormi ciambelloni colorati fino ad un enorme scivolo. E' arrivato il nostro turno. Non ho mai provato una cosa simile, ho un po' paura, ma lui sale con me e mi tiene stretta mentre ci lasciamo cullare dalle curve degli scivoli. E' divertente e quando arriviamo alla piscina cadiamo sott'acqua, nuotando come due pesciolini rossi innamorati. La giornata al parco acquatico passa in fretta ed è un peccato perché avrei voluto che durasse per sempre, ma poi cambio subito idea non appena esco dalla doccia. Colta di sorpresa, lascio cadere l'asciugamano senza avere il tempo di indossarlo e mi ritrovo tra le braccia di uno splendido uomo dalla pelle ambrata, quasi dorata, i capelli nero corvino. Le sue mani mi sollevano da sotto le natiche e io mi stringo a lui, la sua testa che affonda tra i miei seni. Usciamo dal bagno e raggiungiamo il letto. Lui si siede e mi fa sedere sopra di lui. Sono a pochi centimetri dal suo viso, le nostre labbra non si toccano, ma la passione è talmente forte che mi sembra di sentire il sapore delle sue. Mi avvicino per baciarlo, ma lui mi blocca dolcemente. Vuole assaporare ancora qualche secondo quel bellissimo momento che è l'attesa di ricevere e ricambiare un bacio d'amore. Io non posso che assecondarlo e allo stesso tempo eccitarmi da ciò che sta accadendo fra noi, poi con una struggente lentezza, mi sfiora le labbra con la punta della lingua, come se ne stesse disegnando il contorno, fino a fermarsi al centro della bocca. La sua lingua ora si spinge oltre le mie labbra, incontrando finalmente la mia bocca, in trepidazione ed un po' isterica per l'attesa che ha dovuto affrontare, seppur molto romantica. Le mie mani, raccolte a coppa, incorniciano il suo viso attirandolo più a fondo contro il mio. Lui non mi ferma, ma si lascia attrarre in un bacio ancor più intenso e sento le sue mani accarezzare la mia schiena, la pelle ancora umida. In una perfetta sincronia, i nostri corpi si abbassano sul letto. Con una mano sposto indietro la mia chioma di capelli ondulati senza interrompere il ritmo con cui mi muovo su di lui, baciandolo. Inizio a percepire un rigonfio che preme contro il mio ventre e la cosa mi fa sorridere dentro, perché percepisco la sua eccitazione e mi sento improvvisamente impaziente perché voglio darle lo sfogo che merita. Quell'uomo, Ary è il suo nome, mi prende per entrambi i polsi e si posiziona sopra di me. Le braccia sollevate sopra la mia testa e strette sotto la sua presa, mi ammira attentamente: occhi, labbra, collo, seno, ventre, poi si sposta all'indietro fino ai piedi del letto e s'inchina facendosi spazio tra le mie gambe. Un ultimo sguardo che mostra un malizioso sorriso, poi Ary sparisce sotto di me e da quel momento so di essere completamente sotto il suo potere, incapace di reagire. La sua lingua attraversa la mia parte più vulnerabile, dal basso fino in alto, più volte, poi si sofferma tormentandomi in un punto esatto e per qualche minuto insiste con voracità premendo viso e guance lì, dove mi sento più calda che mai. Lentamente inizio a percepire una serie di sensazioni sempre più intense, ma il ritmo cambia e le sensazioni variano di conseguenza. Un dito mi sta esplorando. Lo sento dentro di me e spinge avanti e indietro in un modo che quasi mi irrita, ma il piacere ha la meglio e così non lo impedisco. Muovo la testa su entrambi i lati. Ho bisogno di muovermi per resistere a quella dolce tortura e i miei occhi incontrano un orologio. Indica che sono le sei meno due minuti. Ary continua il suo gioco erotico con la sua calda lingua, aggiungendo altre due dita che ormai scorrono con incredibile facilità dentro di me, tanto sono bagnata. La mia testa di nuovo si dimena come il mio corpo e quando riguardo l'orologio vedo che sono le sei e quattordici minuti. Sedici minuti di puro erotismo. Sedici minuti di intenso piacere. Sedici minuti in cui mi sono sentita felicemente male, teneramente torturata e forse un po' viziata. Quando Ary si scosta da me, risale tutto il mio corpo con le labbra, sfiorandolo, dandomi a tratti dei piccoli morsi e la cosa mi fa impazzire. Le sue mani raggiungono i miei seni ancora prima della sua bocca e inizia così una nuova tortura e ora non riesco più a trattenere la voce e gemiti a momenti lunghi, a momenti spezzati, invadono la stanza. Le sue mani si muovono con energia e ora che la sua bocca le ha raggiunte posso sentire la pressione che esercita e le mie mani, quasi possedute da uno spirito sconosciuto, lo stringono al mio seno implorandolo di non fermarsi. Quando lui sembra sazio e io soddisfatta, torniamo a guardarci negli occhi e ci sorridiamo, scambiandoci piccoli baci e dolci carezze abbracciandoci e mentre lo facciamo sento la sua eccitazione premere tra le mie gambe e Ary è subito dentro di me e l'urlo subito soffocato che emetto gli fa capire quanto lo desideri. Stretti l'uno all'altra ci muoviamo con un impeccabile ritmo, i nostri gemiti ci fanno da sottofondo. Ary si scosta e mi solleva il bacino riempiendomi nuovamente con una leggera violenza che non mi turba, ma che invece mi fa fremere e per il piacere mi lecco il labbro superiore davanti ai suoi occhi affamati di sesso. Il ritmo con cui ora ci muoviamo è più lento, ma i movimenti sono più profondi e secchi, la pelle è arrossata per lo sfregamento. I gemiti diventano lentamente piccole urla di piacere e Ary mi appoggia nuovamente al letto. La sua mano sinistra si appoggia sul mio fianco sinistro e sorridendomi mi invita a mettermi a pancia in giù. Lo faccio timidamente, ma senza esitazione e stringo subito il lenzuolo sotto di me perché so che a breve lo sentirò di nuovo penetrarmi e so che in quella posizione godrò ancora di più e faticherò a controllarmi. Ary mi avvicina a sé tenendomi per i fianchi e facendomi strisciare le ginocchia lungo il materasso. Lo attendo. Aspetto di sentirmi riempire nuovamente, ma con mio stupore sento le sue dita solleticarmi proprio lì e d'improvviso m'irrigidisco cacciando dolci lamenti che rimbombano nella camera da letto. Mi sento stordita per il piacere che inizio a provare. Mi sembra che il cuore sia sceso nel mio ventre perché lo sento battere fortissimo e quasi senza accorgermene Ary mi penetra in un'unica volta e io mi sconnetto. Viso e seno contro il materasso, tengo la schiena inarcata in una perfetta curva che incontra la parte più intima di quell'uomo che si muove avanti e indietro travolgendomi, catturandomi, tenendomi come fossi la sua prigioniera, la sua schiava, l'oggetto dei suoi desideri. Il letto cigola e sembra muoversi con noi, come se stesse facendo sesso anche lui. Sento una mano aggrapparsi ai miei capelli e subito mi ritrovo la schiena contro il petto sudato di Ary che mi attira alla sua bocca riempiendo con la sua morbida lingua la mia. Sto impazzendo. Lo adoro. Lo amo. Lo voglio ed in preda ad un raptus gli prendo una mano portandola sopra il mio pube. Non gli dico niente, ma lo imploro con quel gesto di toccarmi e lui capisce subito e senza smettere di muoversi dentro di me inizia un gioco di mano che mi manda fuori di testa, poi di colpo sgrano gli occhi: Ary si è fermato. No! No! Lo cerco disperata con le mani, ma lui si allontana da me. Ora ho capito, mi sta stuzzicando e la cosa funziona, ma non posso fare a meno di saltargli addosso per schiaffeggiarlo teneramente. Lo colpisco al petto, poi sull'addome. Ha un corpo perfettamente scolpito e sto per arrendermi a causa di questa sua bellezza, ma non voglio fargli capire che ho ancora voglia di lui. Giochiamo per un minuto, forse due, poi Ary si sdraia e così mi ritrovo sopra di lui, di nuovo a fare sesso e da lì non capisco più niente. So dove sono. So con chi sono, ma la mia testa è un mix di piacere, eccitazione, erotismo, gioia, completezza e mi ritrovo a muovermi su e giù sopra di lui, godendomi quella sua parte dura quasi come la pietra e di una misura al limite dell'incredibile e le mie braccia si abbandonano sul mio ventre, sui miei seni, tra i miei capelli disordinati e sudati sulla mia fronte e Ary mi guarda, la bocca socchiusa come per pronunciare qualcosa. I miei occhi incontrano ancora l'orologio. Sono le sei e trentasei minuti. Ventidue minuti di follia d'amore. Vorrei poter prolungare questo piacere per almeno un'ora, ma non riesco perché sento che sto per raggiungere l'apice del piacere e Ary lo intuisce. Quando aggrotto la fronte, mi lecco le labbra, stringo le mani sulle sue braccia, lui mi prende lungo i fianchi e aumenta l'intensità e la velocità dei nostri movimenti e pochi secondi dopo esplodiamo assieme in una melodia di grida, chiudendo gli occhi, la testa buttata all'indietro. Rimaniamo quasi paralizzati per tre, forse cinque secondi, poi riprendiamo il nostro normale battito, il respiro si fa più basso e ci guardiamo. Ary si alza, mettendosi a sedere senza spostarmi da sopra di lui. Mi bacia. Io ricambio, poi mi sollevo e mi metto accanto a lui e lentamente chiudiamo gli occhi addormentandoci. Quando riapro gli occhi, l'orologio appeso al muro davanti a me segna le nove di sera. Faccio un lungo respiro, poi slaccio la piccola banda bianca stretta attorno al mio polso; i due fili grigi collegati mi sfiorano la pelle. Improvvisamente mi blocco, rimanendo seduta sul freddo lettino color beige. Porto le mani al viso coprendolo completamente. Cerco di trattenere le lacrime. Sembrava così reale. Sembrava davvero di essere in camera con lui, sul nostro letto acquistato con i nostri primi risparmi. Un letto dallo stile antico, in legno scuro. Così ci piaceva. Invece lui non c'è più. Non lo rivedrò o toccherò mai più come un tempo. L'odore della sua pelle, il calore del suo corpo, il rumore del suo dolce respiro. Qualcuno bussa alla porta e mi invita a liberare la stanza. Un cliente è arrivato e attende di entrare. Mi alzo e indosso la giacca di pelle nera. Mi guardo velocemente allo specchio per asciugare le lacrime e aggiustare il trucco, poi apro la porta. Una signora dai capelli scuri ed un rossetto di un colore rosso irritante mi guarda con aria assente, porgendomi un pezzo di carta. Non la saluto nemmeno. Prendo quel pezzo di carta e mi dirigo all'entrata, consegnandolo ad un'altra signora. Una senza quel terribile rossetto. Quando esco dall'edificio, mi accorgo che sta piovendo molto forte. Guardo il cielo e ammiro ciò che è rimasto della luna. La sua struttura e la luce che emette sono ancora affascinanti, nonostante una parte di essa ci abbia quasi distrutto. Non ho con me l'ombrello e non m'importa. Camminerò sotto l'acqua. Un'improvvisa tristezza mi possiede, come sempre. Ogni volta mi riprometto di non essere triste e ogni volta ricado sempre nello stesso errore, ma lui mi manca da morire. Sono passati oltre cinque anni da quella terribile strage che ha distrutto gran parte della terra e che ci ha portati in un indefinito futuro difficile da affrontare. La povertà, la disperazione, la violenza e la criminalità del popolo hanno portato il governo a dividere uomini e donne. Non ci è concesso vedere o parlare con persone del sesso opposto. Il governo decide chi può procreare, quando può farlo e con chi deve farlo, ma ci concedono di sfogare le nostre emozioni e rivivere i nostri ricordi tramite la nostra mente, utilizzando un sistema che ci sconnette momentaneamente dalla realtà, portandoci in un mondo immaginario fatto di memorie che vivono ancora dentro di noi. Io so che lui è là fuori da qualche parte. So che mi pensa e so che mi ama ancora e che attende come me il giorno in cui ci rivedremo. Quasi senza accorgermene, le mie lacrime tornano a trovarmi mischiandosi a quelle gocce d'acqua fredda di una pioggia incessante e mentre mi sforzo di far svanire la tristezza, cerco di tenere viva la speranza che un giorno tutto questo finirà, che tutti noi torneremo a vivere le nostre vite come cinque anni fa e che tornerò tra le braccia di lui, il mio amabile Ary. Ringraziamenti Ringrazio ogni singola persona che ha fatto quel “click”... proprio lì... sulla mia copertina e che poi ha deciso di proseguire scaricando e leggendo il mio breve racconto... … spero di aver soddisfatto l'aspettativa e magari di aver fatto sognare qualcuno, allontanandolo – per un breve tempo – dalla realtà... Designer di Parole. www.designerdiparole.wordpress.com www.facebook.com www.lindaraley.com
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