all.A relazione - Comune di Firenze

Allegato A
comune di firenze
direzione urbanistica
direzione ambiente
direzione mobilità e nuove infrastrutture
variante al PRG
Fortezza da Basso
Relazione urbanistica
Relazione di fattibilità geologica
Idraulica e sismica
approvazione
gennaio 2014
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Allegato A
Gruppo di lavoro
Responsabile unico del procedimento
Giacomo Parenti
Collaboratori amministrativi del RUP
Domenico Arone
Lorenzo Barnini
Sylva Casagli
Cinzia Fognani
Lucia Martini
Cristina Mordini
Daniela Ottanelli
Silvia Scarsella
Progettisti
Leonardo Ermini
Stefania Fanfani
Mario Pittalis
Pietro Rubellini
Vincenzo Tartaglia
Garante della Comunicazione
Francesca Pascuzzi
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Collaborazione alla progettazione
Amina Anelli
Michele Basta
Iacopo Bianchi
Galileo Cacioli
Patrizia Contini
Giuseppe Dinoi
Carlo Francini
Giuseppe Iuorio
Rachele Massimo
Francesco Matteini
Marcella Panetta
Chiara Tanini
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Indice
Parte prima - Relazione urbanistica
Premessa
1
1.
Sintesi del percorso amministrativo
1
2.
Osservazioni e controdeduzioni
4
3.
Valutazione ambientale strategica (VAS)
5
4.
Quadro conoscitivo
6
4.1
Inquadramento storico
6
4.2
Inquadramento patrimoniale
7
4.3
Individuazione catastale
8
4.4
Descrizione dell’area di intervento
9
4.5
Assetto attuale dell’area e funzioni
11
4.6
Piano Strutturale 2010 (PS 2010)
13
5.
4.7 Piano Regolatore Generale (PRG) vigente
La variante urbanistica
15
17
5.1
La variante: obiettivi
17
5.2
La variante: contenuti
18
5.3
Modifica della “Disciplina del suolo e degli edifici”
del PRG vigente
5.4
vigente
22
5.5 La zona di recupero
Vincoli sovraordinati
23
24
5.1
Vincolo paesaggistico
24
7.
5.2 Vincolo archeologico
Coerenza con il Piano strutturale
24
25
8.
Coerenza con la pianificazione sovraordinata
25
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
6.
21
Modifica delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG
Allegati
1. Verbale riunione “Variante complesso Fortezza da Basso” 09.04.2013
27
2. Osservazione n. 001/2014
35
Parte seconda - Relazione di fattibilità geologica idraulica
e sismica (DPGR n. 53/R del 25.10.2011)
Premessa
41
1.
Dati conoscitivi
41
2.
Inquadramento geologico e geomorfologico
42
2.1
Caratteristiche geologiche
42
2.2
Caratteristiche stratigrafiche
43
2.3
Tettonica
45
2.4
Geomorfologia
45
2.5
Evoluzione della zona della Fortezza da Basso
2.6
nella pianura di Firenze
46
Caratterizzazione geologica di sito
47
3.
Idrogeologia
51
4.
Inquadramento urbanistico
54
4.1
Piano Assetto Idrogeologico Autorità di Bacino
5
del fiume Arno
54
4.2
Piano Strutturale del Comune di Firenze
55
4.3
Vincolo idrogeologico
55
4.
Drenaggio superficiale
56
5.
Sismicità
58
6.
Conclusioni e ipotesi di intervento
58
Allegati
1. Carta di inquadramento sondaggi e prove penetro metriche
61
2. Sondaggi archivio Comune di Firenze
63
3. Prove penetro metriche effettuate con penetrometro Pagani
superpesante TG63 - 100 della Provincia di Firenze
79
Appendice 1 - Integrazione febbraio 2012 in materia di indagini
geologiche di supporto al Piano di Recupero e alla variante al PRG
89
Premessa
93
1. Fattibilità in relazione alle problematiche idrogeologiche
93
2. Carta della pericolosità sismica
94
3. Carta della fattibilità sismica
95
4. Carta della pericolosità geologica
96
5. Carta della fattibilità geologica
96
6. Carta della pericolosità idraulica
97
7. Carta della fattibilità idraulica
97
Appendice 2 - Integrazione gennaio 2014 in materia di deposito indagini
geologiche, sismiche ed idrauliche
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
6
99
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Parte prima
Relazione Urbanistica
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
7
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
8
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Premessa
La proposta di variante delineata nel presente documento
trova i necessari e indispensabili presupposti nel rapporto amambientale VAS. È quindi al rapporto ambientale che si rinvia
integralmente per una lettura corretta ed esaustiva
dell’intervento proposto, degli effetti indotti e delle misure di
mitigazione previste. Pertanto questo documento si limita ad
illustrare gli aspetti di natura urbanistica ed a inserire
nell’apparato normativo, che disciplina i contenuti della variante al PRG vigente, le prescrizioni esito della valutazione effettuata che costituisce il quadro di riferimento, in seno alla
variante, per la successiva progettazione dell’intervento, attraverso l’integrazione efficace e coerente delle considerazioni
sulle componenti ambientali e sul patrimonio culturale che
contribuiscono a promuovere la sostenibilità dell’intervento di
recupero.
1.
Sintesi del percorso amministrativo
area interessata dalla proposta di variante
1
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Nel 2007 la proprietà del Complesso Fortezza da Basso è stata
trasferita dall’Agenzia del Demanio, per conto dello Stato, a
Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firenze.
Questi ultimi, in qualità di enti proprietari, nel 2010 siglano un
accordo per distribuire in parti uguali le quote di proprietà.
Nell’atto di trasferimento del bene viene confermato l’obbligo
di garantire la permanenza a titolo gratuito, nell’attuale sede,
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Opificio delle Pie-
tre Dure. I rimanenti spazi del complesso rimangono in concessione alla Società Firenze Fiera SpA.
Con
deliberazione
2010/G/00064
del
30.03.2010 ,
l’Amministrazione Comunale, “in considerazione dell’enorme
valore storico monumentale del complesso della Fortezza da
Basso” ritiene indispensabile ripensare all’utilizzo dello strumento del “progetto unitario” previsto dalle norme di attuazione
del PRG “sostituendolo eventualmente con altro strumento
che offra maggiori garanzie rispetto alla tutela del complesso
(…) e per meglio definire gli interventi che potranno essere realizzati”.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
La deliberazione 2010/G/00156 del 18.05.2010 ribadisce le decisioni della precedente delibera 2010/G/00064 ritenendo lo
strumento del “progetto unitario inadeguato a dare risposte
certe sull’assetto dell’area fieristica – espositiva all’interno del
perimetro della Fortezza da Basso, in considerazione
dell’enorme valore storico monumentale e in considerazione
altresì della complessità degli interventi necessari. Stabilisce di
attivare un “piano di recupero” che preveda, fra l’altro
“l’abbattimento degli attuali padiglioni Ghiaie, Rastriglia e
Raccolta Rifiuti” … e “l’abbattimento del padiglione Rondino
(Ronda bis) indipendentemente dall’avvio del Piano di Recupero, e di proseguire (…) nell’intrapresa di tutte le attività che
possano portare un utilizzo razionale del compendio immobiliare Fortezza da Basso, che tenga conto della sua importanza
storico-artistica”.
Con
deliberazione
2011/G/00015
del
08.02.2011
l’Amministrazione comunale afferma inoltre che la Fortezza da
Basso “per le sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche e
per il contesto in cui si inserisce, assume rilievo a livello regionale e non solo locale, sia nell’ambito dei programmi di sviluppo
economico, urbano e sociale del territorio, sia per le attività
espositive, congressuali e promozionali ivi esercitate” e prende
atto degli indirizzi e delle linee guida formulate dal Gruppo di
Lavoro, incaricato della redazione del Piano di Recupero della
Fortezza da Basso, contenuti nel documento “Note tecniche –
Fortezza da Basso 2011” allegato alla medesima delibera.
Con deliberazione 2011/G/00306 del 19.07.2011 è stato dato
avvio al procedimento per la formazione di una variante urbanistica (artt. 15 e 17 della LR 1/2005) e contestuale procedura
di verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica (VAS). A seguito della consultazione dei soggetti com-
2
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
petenti in materia ambientale, è emersa la necessità di assoggettare la variante urbanistica alla procedura VAS (DGC 2011/
G/00432 del 08.11.2011). In particolare la Soprintendenza Beni
Ambientali e Architettonici ha rilevato che alcune delle modifiche proposte dalla variante “possono rappresentare potenziali
forme di rischio per il patrimonio culturale”, riferendosi in particolare alla sottozona F2p con simbolo di “attrezzatura interrata”, ovvero al padiglione lago.
Il Comune di Firenze con nota prot. 20472 del 05.02.2013 chiede alla Regione Toscana e alla Provincia di Firenze, in qualità
di Enti comproprietari, di esprimersi sulle modifiche da apportare al progetto di Piano di Recupero e sull’iter procedurale da
seguire per concludere speditamente il procedimento di variante urbanistica al PRG.
In data 09.04.2013 si svolge un incontro tra Regione, Provincia,
Comune, Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici e
Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della
Toscana di cui viene redatto specifico verbale (prot. 80720 del
3
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Con deliberazione 2012/G/00201 del 12.06.2012 viene approvato il documento preliminare VAS, successivamente oggetto
di conferenza di servizi del 24.07.2012 dalla quale emerge, fra
l’altro, che la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici potrà esprimersi solamente sulla base di una progettazione
ad una scala adeguata e che sulle “demolizioni dei padiglioni
e degli edifici giudicati incongrui nel documento preliminare”
dovrà preventivamente esprimersi la Direzione Regionale per i
Beni culturali e paesaggistici della Toscana. La Soprintendenza
inoltre esprime “particolare perplessità per la realizzazione del
padiglione interrato (padiglione Lago) da ubicarsi sotto la fontana” e, in ogni caso, condiziona l’espressione del parere alla
definizione del Piano di Recupero.
A tal fine il Comune di Firenze invia formale richiesta alla Regione Toscana di indire la conferenza dei servizi ai sensi dell’art. 36
comma 2 del PIT ed invia a Regione e Provincia la versione
aggiornata al marzo 2012 del progetto di Piano di Recupero
precisando che lo stesso non è conforme al PRG ma rispecchia i contenuti della proposta di variante al PRG già contenuta nella sua sostanza nel documento di avvio del procedimento della variante urbanistica del luglio 2011. La conferenza dei
servizi viene convocata per il giorno 23.10.2012. In quella sede
la Regione comunica che per proprie disposizioni interne
(circolare regionale prot.195090/N30.20 del 20.07.2009) il Piano
di Recupero non può essere esaminato in quanto non conforme al PRG vigente, condizionando il suo esame all’adozione
della variante al PRG.
20.05.2013) allegato al presente documento (allegato 1).
Nel verbale si evidenzia come “Al fine dell’adozione della variante urbanistica si è reso necessario comunque definire gli
elementi principali del piano di recupero ed in particolar modo le demolizioni degli edifici, le nuove edificazioni, le destinazioni e gli utilizzi dei singoli immobili costituenti il complesso della Fortezza da Basso.” Nel corso dell’incontro viene esaminato
l’elaborato grafico rappresentante una “soluzione che non
prevede la realizzazione del Padiglione "Sottolago" ma inserisce la previsione di un nuovo edificio su due piani, di cui uno
interrato, per una superficie complessiva di 8.000 metri quadrati circa (pari alla superficie eliminata del Padiglione Sottolago), ubicando tale edificio nell’area prospiciente l’edificio utilizzato dall’Opificio.”
Premesso quanto sopra è scaturita la necessità di procedere
con l’adozione della variante urbanistica al PRG e del rapporto ambientale VAS aggiornando le previsioni contenute
nell’avvio del procedimento.
Con deliberazione 2013/C/00051 del 21.10.2013 si è proceduto
all’adozione della variante urbanistica al PRG e del rapporto
ambientale VAS.
2. Osservazioni alla variante adottata e controdeduzioni
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
A seguito della pubblicazione della delibera di adozione della
variante il Servizio Pianificazione urbanistica del Comune di
Firenze (prot. sigedo 6893/2014) ha presentato un’osservazione
d’ufficio acquisita al registro delle osservazioni con il n.
001/2014 (allegato 2), in cui viene rilevata la necessità di apportare una rettifica alla zona di recupero e conseguentemente al perimetro del Piano di Recupero fino a comprendere
l’area del parcheggio interrato posto in Piazzale Caduti nei
Lager all’esterno delle mura fra il Bastione Bellavista ed il Bastione Imperiale collegato pedonalmente alla Fortezza stessa
in corrispondenza della Porta Campagna. Si rileva inoltre la
necessità di attribuire la specifica numerazione alla zona di
recupero individuata nel punto 4.5 della Relazione urbanistica,
Allegato A alla delibera di adozione.
L’osservazione viene ritenuta pertinente e meritevole di accoglimento in quanto finalizzata ad allineare l’area oggetto di
recupero allo stato dei luoghi ed in particolare all’attuale assetto viario a nord. Nell’ambito della revisione dei suddetti perimetri si è proceduto analogamente ad allinearli alla viabilità
esistente anche sul lato sud. L’osservazione è ritenuta pertinente e meritevole di accoglimento anche in relazione
all’attribuzione della specifica numerazione alla zona di recupero (n. 194). La revisione dei suddetti perimetri, seppure modesta, comporta l’adeguamento cartografico della variante.
4
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
3. Valutazione ambientale strategica (VAS)
Area monumentale
Area monumentale
Con la citata DGC n.2011/G/00306 del 19.07.2011 è stata avviata la procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art.22 della LR
10/2010 e la Giunta Comunale, quale “autorità competente”
VAS, ha preso atto del documento preliminare, che fornisce
una descrizione della variante e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli eventuali impatti sull'ambiente derivanti
dall'attuazione della variante stessa.
La consultazione si è svolta in data 08.09.2011 secondo la modalità della conferenza dei servizi e, considerate:
- la rilevanza monumentale del complesso in oggetto, tutelato con DM 27.02.1984;
- la grande importanza che esso riveste per la storia urbana e
civile della città di Firenze;
- la sussistenza del vincolo paesaggistico introdotto con DM
25.05.1955 pubblicato sulla GU n. 132 del 10.06.1955, e la tutela
cui è sottoposto ai sensi della Parte Terza del DLgs 42/04 e
ss.mm.ii.;
- la tutela archeologica cui è soggetta l’area di intervento,
si è conclusa con la decisione di assoggettare la variante urbanistica alla procedura di valutazione ambientale strategica
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
5
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
(DGC n. 2011/G/00432 del 08.11.2011).
Conseguentemente, così come previsto dalla LR 1/2005, nella
formulazione allora vigente, è stata avviata anche la procedura di Valutazione Integrata (VI). Il percorso di partecipazione
ha previsto il coinvolgimento dei cittadini, singoli e organizzati,
delle parti sociali, delle associazioni ambientaliste, degli stakeholders in generale.
Dopo l’avvio della valutazione integrata è entrata in vigore la
LR 17.02.2012, n.6 (Disposizioni in materia di valutazioni ambientali. Modifiche alla LR 10/2010, alla LR 49/1999, alla LR 56/2000,
alla LR 61/2003 e alla LR 1/2005), che innova il procedimento di
valutazione. In particolare la modifica riguarda la razionalizzazione ed il coordinamento dei processi di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e di Valutazione Integrata (VI), facendo
prevalere dal punto di vista procedimentale la VAS.
Il Comune di Firenze ha elaborato il documento preliminare
VAS ai sensi dell’art.23 della LR10/2010 e la Giunta Comunale,
quale “autorità competente” VAS, con DGC 2012/G/00201 del
12.06.2012 ha preso atto del documento preliminare, in cui sono confluiti i contenuti della relazione di sintesi della Valutazione Integrata, che è stato oggetto di nuova consultazione con i
soggetti competenti in materia ambientale (24.07.2012). In
quella sede sono state richiesti da alcuni degli enti integrazioni
del quadro conoscitivo e approfondimenti delle valutazioni
degli effetti che hanno trovato luogo nel rapporto ambientale
VAS oggetto di adozione contestuale alla presente variante
(art.8 comma 6 LR10/2010) avvenuta con deliberazione 2013/
C/00051 del 21.10.2013.
Padiglione Cavaniglia
Padiglione Spadolini
4. Quadro conoscitivo
La zona di intervento è ubicata nel Quartiere 1 e si sviluppa su
di un’area di circa 143.000 mq di cui circa 95.300 mq costituiscono lo spazio interno alle mura della Fortezza. L’area è circoscritta fra il Viale Filippo Strozzi, piazzale bambine e bambini di
Beslan, piazzale Montelungo, via Caduti di Nassiriya, Piazzale
Caduti nei Lager, piazzale Caduti dell’Egeo.
Padiglione Polveriera
4.1 Inquadramento storico
“Fortezza da Basso” è la denominazione comune del Forte di
San Giovanni Battista, progettata nel 1533 da Antonio da Sangallo il Giovane che ricevette l’incarico dal duca Alessandro
de’ Medici, realizzata fra il 1534 ed il 1535.
Il forte costituisce una testimonianza unica ed emblematica di
architettura militare rinascimentale affermatasi a Firenze e in
Toscana agli inizi del cinquecento, fu costruita non solo per
6
Sala della Ronda
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Sala delle Nazioni
Magazzino Bastione Imperiale
4.2 Inquadramento patrimoniale
Casamatta
In data 2 agosto 2007, tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia del Demanio, la Regione Toscana, la Provincia di Firenze ed il Comune di Firenze, è stato siglato il Protocollo d’Intesa denominato “Fortezza da Basso di Firenze”. Tra gli
immobili oggetto del predetto Protocollo d’Intesa, risulta anche il Complesso della Fortezza da Basso che, secondo quan-
7
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Magazzino Porta Campagna
scopi difensivi e per alloggiare un grosso contingente militare,
ma anche e soprattutto per intimorire i fiorentini e offrire un rifugio sicuro al principe e ai suoi sostenitori in caso di rivolta interna. Per impressionare maggiormente i fiorentini il lato rivolto
verso la città fu dotato di un aspetto monumentale denominato “mastio”: si tratta di una struttura architettonica molto originale, una piattaforma, ossia una sorta di bastione ridotto, inventata proprio da Antonio da Sangallo per interrompere cortine troppo lunghe e garantire il tiro radente delle artiglierie. La
cortina e i bastioni furono costruiti in mattoni, meglio in grado
di assorbire i colpi di artiglieria, mentre il mastio fu costruito in
pietra forte e presenta nella facciata bugne sfaccettate a
punta di diamante con pietre sferiche, probabilmente richiamanti lo stemma mediceo. La Fortezza ebbe una parte importante nella repressione delle forze antimedicee: non a caso il
viale che circonda la Fortezza è chiamato Viale Strozzi in memoria del fatto che vi fu imprigionato Filippo Strozzi, capo dei
fuoriusciti antimedicei.
L’armeria della Fortezza era sufficiente per tremila soldati anche se, normalmente, era presidiata da circa 100 armati non
essendo mai stata oggetto di attacco nelle guerre.
Alla fine del settecento la Fortezza venne trasformata in casa
di correzione; poi tornò ad essere caserma e fino a pochi anni
fa dimora di famiglie di militari. L’interno della Fortezza non fu
completato secondo i disegni originari e perse presto la sua
compattezza; fu ingombrato di costruzioni, soprattutto a partire dal 1600; magazzini, rimesse, alloggiamenti militari furono
costruiti senza più un piano unitario e solo tra sette ed ottocento si realizzarono edifici più meditati come la porticata Palazzina Lorenese. Infine con le sistemazioni per Firenze capitale
venne attuato l’imperdonabile smantellamento dei terrapieni
lungo le mura interne e l’interramento dei fossati lungo le mura
esterne, creando un artificioso dislivello tra il lato della ferrovia
e quello sull’attuale viale Lavagnini.
A partire dal 1967, dopo un lungo iter burocratico, il Ministero
delle Finanze concesse all’Ente Mostra dell’Artigianato il complesso della Fortezza che fu interessata da un vasto piano di
riutilizzazione. In quello stesso anno vi si trasferì anche una parte dell’Opificio delle Pietre Dure.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
to stabilito nell’Intesa e ribadito nel successivo e conseguente
atto di permuta – sottoscritto il 30 novembre 2009 dall’ Agenzia
del Demanio, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Firenze
e dal Comune di Firenze – l’Agenzia del Demanio, in nome e
per conto dello Stato, cede, aliena e trasferisce a titolo di permuta a Regione Toscana (q. 7,147 %), Provincia di Firenze (q.
42,422 %) e Comune di Firenze (q. 50,431 %) la piena ed esclusiva proprietà del compendio immobiliare denominato
“Fortezza da Basso”, sito in Firenze, viale Filippo Strozzi, appartenente al Demanio dello Stato, ramo storico artistico, costituente uno dei più importanti esempi di fortificazione cinquecentesca.
Nell’art. 3 lett.a
del Protocollo d’Intesa il Ministero
dell’Economia e delle Finanze s’impegna, con esecuzione affidata all’ Agenzia del Demanio, a trasferire il predetto immobile
ai suddetti Enti, al fine di garantire la promozione e
l’incentivazione dell’economia turistica regionale e locale di
natura espositiva e congressuale.
Si ricorda che con deliberazione n.114/2008 il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana – ha autorizzato la cessione
agli Enti territoriali della Fortezza da Basso prescrivendo, tra
l’altro, per la medesima una non destinazione ad usi, anche a
carattere temporaneo, non compatibili con il suo carattere
storico artistico o tali da recare pregiudizio alla sua conservazione. A tale riguardo ogni variazione d’uso, anche qualora
non comporti modifica alla consistenza architettonica del bene, dovrà essere preventivamente comunicata alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio per le province di
Firenze, Pistoia e Prato, ai sensi del DLgs 42/2004 e ss.mm.ii. Le
prescrizioni della deliberazione 114/2008 inerenti la Fortezza da
Basso, sono anche presenti tra le premesse dell’ atto di permuta.
Si fa presente che nel più volte menzionato atto di permuta, è
fatto obbligo per i nuovi proprietari di garantire la permanenza
a titolo gratuito, nell’attuale sede della Fortezza da Basso, del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Opificio delle Pietre
Dure, fino all’eventuale reperimento di una nuova e idonea
sistemazione da concordarsi con il citato Dicastero e senza
oneri a carico dello Stato.
Arsenale - Basilica - Fureria
Magazzino Abitazione
Teatrino Lorenese
4.3 Individuazione catastale
L’area e gli immobili oggetto della presente variante, come
modificata a seguito delle controdeduzioni, sono attualmente
di proprietà della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e
del Comune di Firenze e risultano così censiti all’Agenzia del
Territorio di Firenze nel Comune di Firenze:
8
Palazzina Lorenese
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
area e immobili interni alle mura:
Foglio 155
particelle 6, 7, 8, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20, 21, 22, 35, 36, 37,
44, 45, 48, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 65, 68, 69, 70, 73, 74, 76,
94, 134, 135, 136, 137, 138, 174, 175, 176, 177, 178, 179
Magazzino del Tribunale
ex Liceo Machiavelli
Padiglione Rastriglia
4.4 Descrizione dell’area d’intervento
La Fortezza da Basso insieme al Palazzo dei Congressi e al Palazzo degli Affari costituisce il Quartiere Fieristico Fiorentino che,
contrariamente a quello che avviene nelle altre città italiane
sedi di quartieri fieristici di una certa importanza, si colloca
nell’immediata prossimità del centro storico. La maggior parte
degli immobili che sono localizzati all’interno della Fortezza è
destinata a funzioni fieristico/espositive, oltre ad una serie di
edifici minori destinati a magazzini/deposito sempre di pertinenza della funzione espositiva. Fino a pochi anni fa era presente anche la funzione scolastica con il Liceo Machiavelli che
occupava l’edificio posto in prossimità della porta Santa Maria
Novella, ora in parte utilizzato dall’Ente Fiera. Il fabbricato prospiciente gli edifici storici, posti al centro dell’area, è destinato
in parte a residenza mentre l’edificio di forma rettangolare
composto da due piani fuori terra, posto in adiacenza delle
mura lato ferrovia, è attualmente utilizzato come Laboratorio
di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
L’ingresso all’interno della Fortezza è consentito dalle diverse
porte dislocate lungo le mura: la principale, denominata Porta
Santa Maria Novella, posta sul lato sud, consente sia l’accesso
carrabile che pedonale mentre la Porta Soccorso alla Campagna, posizionata sul lato nord, mette in comunicazione con il
nuovo parcheggio pubblico interrato realizzato in Piazzale Caduti nei Lager.
Le costruzioni presenti all’interno delle mura sono costituite in
parte da edifici storici la cui costruzione risale al secolo XVIII
(1750 circa) o altri più recenti (1970 circa) mentre altri ancora
sono stati realizzati sulla base di autorizzazioni temporanee. La
parte storica attualmente esistente è costituita, oltre che
dall’Area Monumentale, dalla Palazzina Lorenese e dal Teatrino Lorenese, dall’Arsenale e dal Padiglione Polveriera, mentre
gli edifici realizzati tra il 1850 ed il 1910 circa sono l’edificio ex
9
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Opificio delle Pietre Dure
area esterna alle mura:
Foglio 155
particelle 63, 91, 102 (piazzale Caduti Lager, piazzale Caduti
Egeo e giardino), 132 (lato piazzale Montelungo), 112 porzione,
113, 114, 115, 116 porzione, 118 porzione (giardino lato stazione
SMN), 180, strada.
liceo Machiavelli, l’edificio utilizzato dall’Opificio delle Pietre
Dure e il padiglione Sala della Ronda adiacente il Bastione
Strozzi. L’unico edificio realizzato recentemente (anno 1973 ed
ampliato nel 1985) è il Padiglione Spadolini. Gli altri edifici sono
stati realizzati a partire dalla metà degli anni novanta del secolo scorso, in forza di autorizzazioni temporanee: padiglioni
Ghiaie e Rondino (Ronda 2) recentemente demoliti, Padiglione Rastriglia e Reception (posizionata all’esterno delle mura
accanto all’ingresso principale oggetto di ordinanza di demolizione n. 178 del 21.02.2012), Padiglione Cavaniglia (per il quale è stato rilasciato permesso di costruire in sanatoria).
Gli spazi scoperti di un certo respiro sono costituiti dall’area tra
la Sala delle Nazioni e il Quartiere Lorenese e dallo spazio fra il
Quartiere Monumentale e la Palazzina Lorenese, recentemente recuperato grazie alla demolizione del padiglione Ghiaie,
che potrebbe assolvere la funzione di piazza tuttora mancante.
L’area esterna alle Mura della Fortezza è occupata sul lato est
da un vasto terrapieno realizzato alla fine dell’ottocento ed
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
utilizzato a giardino pubblico che si sviluppa intorno ad un laghetto. Il lato sud, corrispondente all’entrata principale, prospetta su una piazza pedonale mentre i lati nord ed ovest sono
attrezzati a parcheggio: nel lato nord è presente un parcheggio interrato con accesso diretto all’interno della Fortezza dalla
Porta Campagna e nel lato ovest (prospiciente la ferrovia) un
parcheggio di superficie.
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Camminamenti sulle mura
4.5 Assetto attuale dell’area e funzioni
Alla fine della seconda Guerra mondiale la Fortezza versava in
stato di abbandono che rese necessario l’avvio da parte della
Soprintendenza di un programma di restauro. In primo luogo si
è proceduto con il recupero del mastio, che è l'unica parte in
cui venne pienamente realizzato il progetto del Sangallo, il riordinamento dei vari corpi di fabbrica e la rimozione dei più recenti ambienti addossati alla porta Faenza. Durante questo
intervento, inoltre, è stata soppressa la scala interna di recente
costruzione, che permetteva di accedere alla sommità della
porta Faenza, adattata dal Sangallo a cannoniera, ed è stata
ripristinata la cinquecentesca comunicazione dall'esterno, mediante la riapertura di una porta murata e la costruzione di una scala metallica che riproduce l'esatto percorso degli incastri degli antichi scalini di pietra incorporati nelle mura trecentesche. È stato, inoltre, ritrovato e riaperto, all'estremità destra
del fronte sull'attuale viale Strozzi, un portale di accesso secondario, con parti di una rampa a cielo aperto e resti di strutture
interrate. Dopo lo svolgimento di un concorso nazionale di idee, insieme ai lavori di restauro, è stato realizzato il padiglione
Spadolini progettato dell'architetto fiorentino Pierluigi Spadolini. Il nuovo padiglione, nato con caratteristiche tecniche prefabbricate, impiega acciaio e alluminio in forma continua e
corrugata con un forte effetto chiaroscurale. La struttura presenta le caratteristiche di un'edilizia che consente la massima
flessibilità degli spazi, in grado di assolvere nel corso degli anni
a diversi ruoli. L'edificio, composto da volumi semplici e modulari capaci di accogliere le più svariate manifestazioni, si articola su tre piani dei quali uno completamente interrato. Recentemente una contenuta sopraelevazione ne ha arricchito
le potenzialità espositive. Nello stesso tempo un grande impegno è stato dedicato al recupero di altri manufatti, in particolar modo del Teatrino lorenese e dei volumi dell'Arsenale.
Il Teatrino lorenese, ossia l'antico e caratteristico teatro costruito ai tempi dei Lorena, oggi è utilizzato come sala congressuale per meeting e spettacoli. Ubicato presso l'area centrale della Fortezza, l’edificio è in muratura e si articola su due piani: il
teatro al piano terra e le quinte al primo piano, mentre al secondo piano vi è un locale tecnico, non accessibile al pubbli-
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
co.
Alle spalle del Teatrino lorenese è localizzato un gruppo di edifici collegati tra loro: Arsenale, Fureria, Basilica. L'Arsenale deve il suo nome all'antica destinazione di deposito delle armi.
Struttura in muratura di grande pregio architettonico, oggi è
utilizzata a fini espositivi. La Fureria e la Basilica sono utilizzati al
piano terra come spazi espositivi e ai piani superiori come attività ristorativa. La Polveriera, che presenta un deciso carattere
architettonico riscontrabile sia nella pianta di forma ovoidale
che nei prospetti, è utilizzata ad uso fieristico come gli altri edifici coevi ma di minore interesse architettonico realizzati secondo una semplice pianta rettangolare e caratteri architettonici
seriali: l’edificio Sala delle Nazioni, addossato alle mura fra il
Bastione Strozzi e il Bastione Imperiale e l’ex liceo Machiavelli,
anche se in parte non utilizzato dopo la dismissione dell’uso
scolastico, posto in prossimità dell’ingresso principale. Il fabbricato adiacente le mura lato piazzale Montelungo è dato in
concessione gratuita al Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Opificio delle Pietre Dure dove vengono svolte le loro attività
di laboratorio.
La Sala della Ronda è stata realizzata alla fine del secolo XIX in
adiacenza al Bastione Strozzi. Si tratta di un fabbricato in muratura la cui altezza supera quella delle mura della Fortezza stessa. Il fabbricato, di pianta rettangolare, si sviluppa su un unico
piano e viene utilizzato per fini espositivi. Di recente costruzione
(1994) è anche il Padiglione Cavaniglia, che utilizza una parte
del muro perimetrale di cinta, dando vita a una commistione
di epoche. Struttura modulare polivalente, il Padiglione è ubicato in prossimità dell'antica Porta Faenza, nella zona sud-est
della Fortezza, e si sviluppa principalmente su un unico piano.
Infatti al primo piano vi sono solo locali tecnici e nel piano interrato, raggiungibile dal piano terra, mediante ascensore, si
trova il corridoio che collega il Padiglione Spadolini all'accesso
pedonale di Porta alla Carra. Anche il Padiglione Rastriglia posto fra l’edificio utilizzato dall’Opificio e quello utilizzato dall’ex
liceo è stato costruito con materiali prefabbricati in forza di
una permesso temporaneo al fine di implementare le superfici
adibite a spazi espositivi e sarà oggetto di prossima demolizione.
Alcuni edifici “minori” sono utilizzati come magazzini e depositi
a servizio dell’attività fieristica come quelli realizzati a ridosso
del bastione Imperiale e tra questo ed il bastione Bellavista, il
Magazzino del Tribunale ed i Magazzini del Teatro Comunale
posti in adiacenza al Padiglione Rastriglia, nonché porzione
dell’edificio prospiciente l’Armeria (la rimanente porzione è
destinata a residenza).
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
4.6 Piano Strutturale 2010 (PS 2010)
Il Piano Strutturale approvato con deliberazione 2011/
C/00036 del 22.06.2011 conferma il ruolo consolidato di polo
fieristico della Fortezza da Basso. Attraverso indirizzi specifici
ne stabilisce il potenziamento e la riqualificazione, riconoscendone, insieme al Palazzo dei Congressi e al Palazzo degli Affari, sia il ruolo di importante centralità urbana intorno
alla stazione di Santa Maria Novella, che di polo fieristico in
grado di competere per qualità e unicità di localizzazione
con gli altri poli fieristici nazionali ed internazionali.
estratto tavola 9 del PS
estratto tavola 10 del PS
estratto tavola 14 del PS
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
estratto tavola 11 del PS
Nelle tavole tematiche del Piano Strutturale l’area della Fortezza interessata dalla presente variante, come modificata
a seguito delle controdeduzioni, è così individuata:
TAV. 1 - Vincoli - Risulta interessata dal vincolo paesaggistico ex DLGS 42/04 ai sensi del DM 25.05.1955 e
(porzione a sud) dal vincolo archeologico che comprende il centro storico. Risulta catalogata tra gli immobili di
interesse storico architettonico
TAV. 2 – Invarianti – L’area ricade quasi interamente
nell’invariante “del nucleo storico” (art.11.5 NTA) ed in
parte (porzione a nord) nell’invariante “dei tessuti storici
e di relazione con il paesaggio aperto” (art. 11.6 NTA)
TAV. 3 – Tutele – L’area ricade nelle aree da sottoporre a
tutela in quanto costituiscono “testimonianze archeologiche” (art.12.2 NTA)
TAV. 4 – Pericolosità geomorfologica (G1 – bassa) - Vedi
Parte 2
TAV. 5 – Pericolosità idraulica (quasi interamente I2 media ed in minima parte I1 bassa) - Vedi Parte 2
TAV. 6 – Pericolosità sismica – (quasi interamente S3 e in
minima parte S3*) - Vedi Parte 2
TAV. 7 – Sistema territoriale – L’area ricade nel sistema di
valle (art.18 NTA) sub-sistema insediativo di valle (art. 21
NTA), ambito del nucleo storico di valle (art.21.3 NTA) e
ambito dei tessuti compatti otto-novecenteschi di valle
(art. 21.4 NTA)
TAV. 8 – Dotazioni ecologico ambientali – La parte nord
dell’area ricade nel corridoio ecologico da riqualificare
del torrente Mugnone (artt.27 e 28 NTA); la parte est è
indicata come verde esistente (giardino della Fortezza
da Basso) (artt.27, 28 e 34 NTA); nell’area risultano presenti alberature isolate
TAV. 9 – Mobilità – Nel piazzale “Caduti nei lager” (500/1000 posti) e nel piazzale Montelungo (100/150
posti) simbolo di parcheggio esistente “a prevalente uso
della città storica” inoltre sul lato di piazzale Montelungo
13
è presente un simbolo di autostazione; l’area è contornata
da strade di circonvallazione interna (viali esistenti e da piste ciclabili esistenti) sulla quale si inserisce la nuova strada
di progetto “bretella Fortezza-Panciatichi”. L’area è interessata dalla nuova linea TAV sotterranea e marginalmente
dalle nuove linee 2 e 3 della tramvia (artt. 29, 30 e 34 NTA);
ad ovest si trovano le linee del servizio ferroviario metropolitano esistente lungo le quali è prevista la realizzazione del
people-mover di collegamento tra la stazione SMN e la
nuova stazione TAV.
TAV. 10 – Attrezzature e spazi collettivi – Il complesso della
Fortezza è indicato come centralità esistente; sono rappresentate le aree a verde pubblico circostanti le mura della
Fortezza e il giardino situato ad est. All’interno dell’area è
riportato il simbolo di circolo ricreativo del “Polo espositivo
Fortezza da Basso”.
TAV. 11 – Accoglienza – Il complesso è incluso nell’Area Patrimonio Unesco, non si rilevano altre particolari indicazioni
TAV. 12 – Attività economiche - Non si rilevano particolari
indicazioni
TAV. 13 – Attività produttive – Non si rilevano particolari indicazioni
TAV. 14 – Le parti di città – L’area ricade nella UTOE 12 (art.
34 NTA); il giardino a est è indicato come “parco esistente”,
le altre aree verdi circostanti le mura sono indicate come
“verde pubblico esistente”.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Il Piano Strutturale, inoltre, introduce a livello programmatico la
trasformazione dell’area della Fortezza come strategica sia a
livello territoriale che locale, individuandola come nuova centralità nella parte di città di riferimento (UTOE 12). In particolare
la normativa stessa del Piano nell’art. 21.3.2 “ambito del nucleo storico” delle NTA del Piano Strutturale introduce quale prestazione che il Regolamento Urbanistico dovrà garantire
“recupero, qualificazione e potenziamento del Polo Espositivo
della Fortezza da Basso”, obiettivo riconfermato anche nell’art.
31.1 relativo al sistema funzionale dell’”Accoglienza” che testualmente recita: (…) “potenziamento dell’offerta congressuale di qualità attraverso la gestione strategica e la qualificazione del polo fieristico, valorizzandone l’unicità della localizzazione.”
La Fortezza da Basso quale parte del nucleo storico dichiarato
Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1982, costituisce invariante
del Piano Strutturale ed è soggetta pertanto alla disciplina di
cui all’art.11.5 delle NTA del Piano Strutturale, sottratta alle misure di salvaguardia introdotte all’art.7 delle norme stesse in
14
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
quanto zona F del PRG vigente per la necessità di procedere
tempestivamente alla sua riqualificazione.
4.7 Piano Regolatore Generale (PRG) vigente
Il complesso edilizio della Fortezza da Basso ricade, secondo il
PRG vigente, all’interno del “Centro storico entro le mura”, Zona A (art. 15 NTA), con vincolo di Zona F (art. 50 NTA) e parte in
zona C. Risulta inoltre inserito all’interno di un perimetro PUE
(Piano Urbanistico Esecutivo - art. 12 NTA) avente estensione
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Riassumendo gli elementi progettuali da garantire nella definizione del Regolamento Urbanistico che riguardano specificatamente l’area sono i seguenti (art.34 delle NTA):
la centralità esistente, spazio costruito e non, caratterizzato
da multifunzionalità, da facile accessibilità pedonale e ciclabile e con trasporto pubblico dotato di spazi pubblici, in
particolare piazze e verde pubblico, e attrezzature collettive tali da costituire nuovi luoghi identitari della città
la riqualificazione di viale Filippo Strozzi nel tratto a sud-ovest
dell’area per consentire un’adeguata fruizione sia veicolare
che pedonale e ciclabile in condizioni di sicurezza
la valorizzazione dell’esistente giardino della Fortezza da
Basso, di valore storico
la riqualificazione del verde pubblico esistente lungo il perimetro dell’area
la realizzazione di una fermata intermedia del people mover per il collegamento SMN–Stazione AV
i due parcheggi di struttura esistenti nel piazzale Caduti nel
Lager e nel piazzale Montelungo; quest’ultimo essendo posto sull’anello viario della Fortezza presenta il vantaggio di
un’elevata accessibilità e pertanto potrebbe essere sede
della autostazione centrale del trasporto pubblico su gomma
e inoltre:
la fascia di ambientazione connessa alla nuova strada di
penetrazione Fortezza Panciatichi con la previsione di interventi mirati di ambientazione e mitigazione della nuova infrastruttura viaria
la previsione della nuova linea tramviaria (linee 2 e 3) lungo
il perimetro sud-est dell’area
la previsione della nuova strada di collegamento tra la Fortezza e via Panciatichi, da realizzarsi prevalentemente
all’interno della area ferroviaria lungo il tracciato SMNRifredi
la pista ciclabile esistente lungo tutto il perimetro dell’area
gli attraversamenti esistenti (sottoattraversamenti della ferrovia).
maggiore rispetto alla Fortezza medesima.
Nello specifico le destinazioni di PRG vigente nell’area interessata dalla presente variante, come modificata a seguito delle
controdeduzioni, sono le seguenti:
area interna alle mura:
zona A (art. 15 NTA), classi 0, 1, 2 e 6 (artt. 16, 17, 18, 19 e 23
NTA)
zona C (art. 34 NTA), sottozona C3 “di espansione e di recupero in corso di attuazione” (art. 37 NTA), inserita all’interno
di un perimetro di progetto unitario di recupero
zona F (art. 50 NTA), sottozona F2 esistente “attrezzature
pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale” (art. 52 NTA) con simboli di “attrezzatura culturale/
museo” e “attrezzature”.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Nell’ambito della zona A il PRG vigente individua una specifica
classificazione degli edifici in base al loro valore storicoarchitettonico attribuendo conseguentemente i tipi di intervento ammessi per ciascun edificio.
Le mura della Fortezza e la maggior parte degli edifici, pur essendo stati realizzati in epoche successive all’impianto originario, risultano in classe 0 ”edifici o parte di essi notificati e vincolati ai sensi della legge 1089/39”; l’ex polveriera di forma ovoidale antistante il bastione Strozzi e un piccolo edificio presumibilmente abbattuto per la realizzazione del padiglione Cavaniglia risultano in classe 1 “edifici di particolare interesse storicoartistico o monumentale; il magazzino ex tribunale ed il padiglione Spadolini sono classificati in classe 6 “edifici realizzati in
epoca successiva a quella di formazione del tessuto edilizio
che presentano caratteri e allineamenti incompatibili con il
contesto”. Gli spazi aperti, occupati progressivamente da nuovi padiglioni permanenti o temporanei, sono individuati in classe 2.
L’art. 37 relativo alle sottozone C3 al comma 2 testualmente
recita:
“Complesso della Fortezza da Basso
Esso sarà oggetto di un progetto unitario di recupero che garantisca l’adeguamento qualitativo e dimensionale degli spazi
espositivi per manifestazioni altamente qualificate, liberando
spazi e strutture da destinare a verde pubblico ed attività culturali. Nella redazione del progetto suddetto che sarà esteso
all’attrezzatura degli spazi sottostanti al rilevato ferroviario in
corrispondenza di viale Belfiore, si terrà conto dell’intervento in
corso e dei progetti già predisposti”.
Nelle sottozone F2 si interviene per intervento edilizio diretto,
16
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
previa redazione ed approvazione, da parte del Comune, di
un progetto unitario (PU) esteso all’intera perimetrazione (art.
52.2 NTA) e le eventuali deroghe alle norme del PRG possono
essere concesse dal Consiglio Comunale in sede di approvazione del PU (art. 52.3 NTA).
area esterna alle mura:
zona A (art. 15 NTA), classe 2 (artt. 16 e 18 NTA)
zona F (art. 50 NTA), sottozona F1 esistente (art. 51 NTA) con
simbolo di “Verde pubblico”.
Le mura ad ovest confinano con un’area priva di destinazione
urbanistica (viabilità esistente), con il simbolo di parcheggio
interrato, che di fatto corrisponde al Piazzale Montelungo. A
seguito dell’accoglimento dell’osservazione è inclusa nel perimetro di zona e piano di recupero anche una porzione di sede
stradale posta a nord-ovest delle mura. Gli ingressi esistenti alla
Fortezza lato sud risultano anch’essi privi di destinazione urbanistica, coincidendo con la viabilità esistente.
5. La variante urbanistica
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5.1 La variante: obiettivi
Come si può riscontrare dall’analisi delle vicende storiche (vedi
rapporto ambientale VAS), molti dei tratti originari della Fortezza sono stati modificati a seguito di successive trasformazioni,
manomissioni e cambi di destinazione d’uso. Anche la storia
recente della Fortezza è stato un susseguirsi di interventi parziali
che hanno agito su porzioni o zone del complesso senza tenere in alcun conto l’insieme. Le conseguenze sono state che il
sistema dei bastioni del Sangallo è stato smantellato per il 60%
compresa la distruzione di gran parte delle strutture murarie
interne; che sono scomparsi i grandi piazzali liberi ed alberati,
che non esiste alcun ordine o gerarchia tra costruito, spazi aperti e percorrenze; che ha prevalso la realizzazione casuale di
strutture di scarsa qualità architettonica se non addirittura temporanee, al punto che solo il sopravvissuto nucleo centrale
settecentesco mostra elementi di pregio, che la struttura originaria versa in abbandono e che porzioni importanti, come il
bastione Strozzi, sono stati stravolti e manomessi. Occorre fermare questo lungo processo di deterioramento e quindi prima
di ogni altra considerazione va valutato che per conservare la
Fortezza occorre che essa stessa, e quindi le sue poderose mura, siano percepite come un valore e questo è ancora più valido per l’interno del monumento. È necessario ed indifferibile
che la Fortezza torni ad essere una struttura unitaria dove
l’interno sia parte ed immagine dell’esterno. Per ottenere que-
sto occorre ripartire dalle potenzialità del sistema ordinatore
originario; quello dei cinque bastioni del pentagono del Sangallo, che come le altre logiche presenti è frutto di una “serie”:
serialità di contrafforti, di archi, di lesene, successione regolare
di bastioni.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
5.2 La variante: contenuti
La proposta progettuale discende direttamente dai contenuti
indicati nell’art. 37.2 delle NTA del PRG vigente, che indicano
la necessità di “un progetto unitario di recupero che garantisca l'adeguamento qualitativo e dimensionale degli spazi espositivi per manifestazioni altamente qualificate, liberando
spazi e strutture da destinare a verde pubblico ed attività culturali. Nella redazione del progetto suddetto, che sarà esteso
alla attrezzatura degli spazi sottostanti al rilevato ferroviario in
corrispondenza di Viale Belfiore, si terrà conto degli interventi in
corso e dei progetti già predisposti”.
Al fine di rendere consoni e possibili i due opposti presupposti
sopra espressi, adeguare quantitativamente gli spazi espositivi
(maggiore superficie costruita) liberando nel contempo spazi
da destinare a verde ed attività culturali (maggiori aree libere)
l’idea guida proposta è quella di intervenire sul sistema dei bastioni con la ricostruzione di quelli demoliti destinandone il volume interno all’uso fieristico, ricreando inoltre la continuità dei
percorsi soprelevati originari.
Ciò è possibile:
demolendo gli edifici ritenuti incongrui che nel tempo,
sulla base delle contingenti esigenze militari prima e delle
esigenze espositive dopo, hanno occupato l’area dei
bastioni e l’interno della Fortezza
ricostruendo la superficie necessaria per soddisfare le
esigenze dell’attività espositiva, compresa la realizzazione di un nuovo padiglione fra l’Opificio delle Pietre Dure
e il nucleo settecentesco, in sostituzione del “padiglione
lago” originariamente proposto.
Alla luce dell’idea progettuale sinteticamente delineata e di
una precisa valutazione su ciascun edificio presente attualmente nel complesso della Fortezza da Basso (cfr rapporto
ambientale VAS) si propone di modificare la normativa di riferimento, rivedendo contestualmente la classificazione di alcuni
degli edifici.
In particolare si dovrà procedere con le seguenti modifiche
grafiche e normative:
1. eliminazione, anche dalle aree residue circostanti la Fortezza, dell’identificazione del perimetro del Piano Urbanistico Esecutivo (PUE), ritenuto strumento superato in relazione :
alla scelta di sottoporre il complesso della Fortezza e le
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
aree ad esso strettamente connesse allo strumento attuativo del Piano di Recupero (PR)
all’avvenuta modifica dell’assetto circostante esito delle
opere pubbliche che hanno interessato l’area
(realizzazione sottopasso ferrovia, parcheggio interrato
Piazzale Caduti dei Lager).
2. eliminazione dell’individuazione della “sottozona C3: di espansione e di recupero in corso di attuazione” ed eliminazione del relativo capoverso dell’art.37.2. L’individuazione della
sottozona appare oggi decisamente incongruente con le finalità che si pone la variante e con le modalità attuative scelte
per il recupero del complesso.
3. eliminazione dell’individuazione del Progetto Unitario come
disciplinato dall’art.52.2 “Sottozone F2: attrezzature pubbliche
e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale”
4. individuazione del perimetro di Piano di Recupero con il relativo simbolo (PR) comprendente anche le aree strettamente
connesse al complesso e inserimento all’art. 52 di un nuovo
comma 52.12 denominato “Complesso della Fortezza da Basso”. A seguito delle controdeduzioni il perimetro di Piano di recupero è modificato rispetto a quello individuato in sede di
adozione al fine di allinearlo alla viabilità esistente.
5. eliminazione del simbolo di “attrezzature interrate” nel Piazzale Montelungo. La dotazione di parcheggi a servizio del Polo
espositivo è stata ampiamente assolta con la realizzazione del
parcheggio interrato realizzato nel Piazzale Caduti dei Lager,
pertanto la previsione della realizzazione di un ampliamento
ipogeo del parcheggio di superficie risulta superata.
6. Modifica della classificazione di alcuni edifici ritenuti di nessun valore storico-architettonico che impedirebbero di conseguire l’obiettivo principale del recupero incardinato sulla ricostruzione dei bastioni e il ripristino del camminamento di ronda:
da classe 0 a classe 7 (Sala della Ronda, Magazzini Bastione
Imperiale, Magazzino Porta Campagna)
da classe 1 e classe 2 a classe 7 (Padiglione Cavaniglia)
da classe 1 a classe 0 (Padiglione Polveriera)
da classe 6 a classe 7 (Magazzino del Tribunale).
estratto tavola PRG “Disciplina del suolo e degli edifici” Stato di diritto
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estratto tavola PRG “Disciplina del suolo e degli edifici” Stato adottato
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
estratto tavola PRG “Disciplina del suolo e degli edifici” Proposta approvazione
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5.3 Modifica della “Disciplina del suolo e degli edifici” del PRG
vigente
Di seguito le modifiche cartografiche esito della proposta di
variante:
5.4 Modifica delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente
Di seguito le modifiche normative esito della proposta di variante e dei risultati della Valutazione Ambientale Strategica
svolta nel relativo rapporto ambientale con l’inserimento
all’art.52 di un nuovo comma 52.12 contenente il seguente
testo:
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Art. 52 – Sottozone F2: attrezzature pubbliche e servizi pubblici
di interesse urbano e territoriale
(…)
52.12 Il complesso della Fortezza da Basso è soggetto alla elaborazione di un Piano di Recupero che garantisca
l’adeguamento qualitativo e dimensionale degli spazi
espositivi per manifestazioni altamente qualificate nonché il recupero del sistema originario delle mura attraverso la ricostruzione/il recupero dei bastioni e il conseguente ripristino del camminamento di ronda attraverso
interventi unitariamente progettati e disciplinati nel Piano di
Recupero,
con particolare attenzione
all’inserimento della superficie fra l’Opificio delle Pietre
Dure e il nucleo settecentesco. A tal fine gli edifici identificati con la classe 7 devono essere demoliti. Possono
essere ricostruite nuove superfici occupando anche le
aree identificate con la classe 2 ad eccezione dello spazio, esito delle demolizioni, compreso tra il nucleo settecentesco e l’area monumentale prospiciente il mastio.
Nel piano di recupero e nel permesso di costruire, per i
rispettivi livelli di approfondimento, deve essere approntato uno studio idrogeologico di dettaglio che verifichi
la possibilità di un effetto barriera connesso alle strutture
interrate. Nel caso in cui la quantificazione dell'aumento
di carico piezometrico a monte dell’opera fornisca valori maggiori della comune oscillazione stagionale o comunque considerevoli in relazione alle ordinarie perturbazioni che subisce una falda anche per cause naturali,
deve essere progettato e realizzato un opportuno sistema di drenaggio (trasparenza idraulica) idoneo a mantenere inalterata la trasmissività globale dell’area interferita.
22
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
5. 5 La zona di recupero
Al fine di intervenire con la pianificazione attuativa del piano
di recupero l’area con deliberazione 2013/C/00051 del
21.10.2013 è stata inserita in una specifica zona di recupero
individuata a seguito di specifico sopralluogo effettuato dai
tecnici dell’Amministrazione Comunale per verificare le condizioni di degrado di cui alla L 457/78 e alla LR 1/05. A seguito
delle controdeduzioni il perimetro della zona di recupero è
modificato rispetto a quello individuato in sede di adozione al
fine di allinearlo alla viabilità esistente. Inoltre, a seguito
dell’accoglimento dell’osservazione, alla zona stessa si attribuisce il numero 194.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
la zona di recupero come individuata in sede di adozione della variante
la zona di recupero n. 194 come individuata in sede di approvazione
della variante
23
6. Vincoli sovraordinati
6.1 Vincolo paesaggistico
Per quanto concerne le relazioni fra l’intervento e la tutela paesaggistica della “Zona dei viali di circonvallazione della città
di Firenze” DM 132 del 25.05.1955 si ritiene che le caratteristiche
dell’intervento non creino impatti a livello paesaggistico. Nella
sostanza infatti la variante non propone interventi di modifica
dello skyline attuale.
La demolizione proposta del manufatto costruito dopo la demolizione del bastione Imperiale denominato “Magazzino Bastione Imperiale” e della Sala della Ronda (bastione Strozzi) e
la ricostruzione dei bastioni e dei camminamenti al livello originario costituiscono altresì elementi di riqualificazione anche a
livello paesaggistico.
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6.2 Vincolo archeologico
L’area della Fortezza da Basso risulta in una zona cittadina di
elevato rischio archeologico. Come correttamente rilevato
dalla Soprintendenza ai beni archeologici l’area della Fortezza
da Basso risulta dalla letteratura in materia (Aa.Vv. Atlante dei
siti archeologici della Toscana, Roma 1992. P.133), fortemente
indiziata per la densità di rinvenimenti archeologici e sottoposta agli effetti delle norme di tutela come indicato nella
“declaratoria di importante interesse archeologico” inviata al
Comune di Firenze con nota del 16.07.1982, prot.7082 pos.9
Firenze 1.
Al fine di garantire il corretto approccio alla tematica occorrerà che il Piano di Recupero che seguirà la definizione della
presente variante tenga conto delle specifiche richieste avanzate dalla Soprintendenza per i beni archeologici, che rileva
che l’area della Fortezza da Basso “è nota per la presenza di
una vasta necropoli di età romana, che oltre a corredi funerari
ha restituito numerose lastre marmoree iscritte (E. Scampoli,
Firenze Archeologia di una città, Firenze, 2010, p.256)”.
La Direzione Regionale della Soprintendenza con parere istruttorio pervenuto in data 31.07.2013, sottolinea la necessità di
procedere in fase di redazione del Piano di Recupero,
all’inserimento di prescrizioni che impongano di effettuare indagini diagnostiche e saggi preventivi di accertamento archeologico, al fine di prevenire possibili ritardi nell’esecuzione del
progetto, considerata l’alta potenzialità archeologica
dell’area.
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
7. Coerenza con il Piano Strutturale
Fino all’adozione del Regolamento Urbanistico (RU) è vigente
la normativa transitoria del PS approvato, che pone specifiche
limitazioni alla disciplina del PRG (approvato con DCR n.385
del 02.12.1997 e presa d’atto DCC n. 141 del 09.02.1998) che
permarrà in vigore fino all’approvazione del RU.
L’art. 7.1 delle Norme di attuazione del Piano Strutturale stabilisce che dalla data di esecutività della deliberazione di adozione del Piano Strutturale si applicano le misure di salvaguardia
di cui all’art. 53, comma 2, lett. h) della L.R. 1/2005, con gli effetti di cui all’art. 61 della medesima legge.
Si precisa che ai sensi dell’art. 7.3 delle NTA del PS le misure di
salvaguardia non si applicano agli interventi su aree che il PRG
destina ad attrezzature e servizi pubblici (zone F e G), anche se
interessate da invariante strutturale.
La fattispecie di variante proposta non contrasta, pertanto,
con le misure di salvaguardia di cui all’art. 7, è coerente con
principi, indirizzi, direttive e prescrizioni del Piano Strutturale e si
configura come anticipazione del Regolamento Urbanistico.
8. Coerenza con la pianificazione sovraordinata
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Il Piano Strutturale è redatto in coerenza con gli strumenti di
pianificazione sovraordinata: Piano di Indirizzo Territoriale (PIT),
approvato con DCR n. 72 del 24.07.2007, e Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con DCP n.94
del 15.06.1998. Il Piano Strutturale tiene conto altresì del PIT con
valore di Piano paesaggistico adottato con DCR n. 32 del
16.06.2009, nonché dell’aggiornamento del Quadro Conoscitivo propedeutico alla definizione del nuovo PTCP.
In data 10.01.2013 con DCP n.1 pubblicata sul BURT n.11 del
13.03.2013 è stata approvata la variante di adeguamento al
PTCP. Nel nuovo PTCP il territorio del Comune di Firenze ricade
nel sistema territoriale E) “Area fiorentina” (art.1ter NA) ed in
particolare l’area in oggetto è così individuata nella Tavola 19
della Carta dello Statuto:
all’interno del perimetro del centro storico (art.22 NA) - gran
parte degli edifici risulta esistente al 1900; la rimanente parte
esistente al 2007
In area destinata a “Servizi e attrezzature di rilievo sovracomunale” (art.24 NA) con simboli di “C - polo espositivo e
congressuale” esistente e di “U - attrezzature universitarie”
esistente
- nella parte sud “aree archeologiche vincolate ai sensi della
-
L. 1089/39” (art. 14 NA)
sul lato nord è lambita da “corridoi di connessione ecologica ed ambientale” (art. 9 NA)
sul lato ovest è lambita dalla “rete ferroviaria esistente” (art.
31 NA)
sul lato est è lambita dalla “rete tramviaria fiorentina” di progetto (art. 31 NA)
sui lati sud ed ovest ed est dalla “rete ferroviaria” di progetto (art. 31 NA)
I contenuti della variante come sopra descritta risultano coerenti con le previsioni del PIT e del PTCP relative all’area in oggetto.
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Allegato 1
Verbale riunione “Variante complesso Fortezza da Basso”
09.04.2013
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Allegato 2
Osservazione n. 001/2014
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Parte seconda
Relazione di fattibilità geologica idraulica e
sismica (DPGR n. 53/R del 25.10.2011)
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40
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Premessa
1.
Dati conoscitivi
Come accennato la conoscenza geologica discende da dati
conoscitivi di base e di letteratura.
In particolare si è fatto riferimento a:
a) Comune di Firenze, Sistema Informativo del Sottosuolo
del Comune di Firenze;
b) Firenze Fiera Progetto, Nuovi Spazi Espositivi e Sala Polivalente Area Ex Liceo Machiavelli Fortezza da Basso - Firenze, Relazione Geologica e Geotecnica redatta a cura
dello studio Geoeco Progetti di Firenze, Dott. Geol. Eros
Aiello;
41
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
La presente relazione geologica contiene l’inquadramento
dal punto di vista delle conoscenze geologiche di base
dell’area interessata dagli interventi previsti dalla variante al
PRG, con indicazioni delle eventuali interferenze di ordine geologico, idrogeologico ed idraulico derivanti dalle previsioni.
Queste considerazioni sono inerenti la valutazione della fattibilità dal punto di vista del contesto fisico-territoriale di riferimento degli interventi previsti. In relazione al livello di progettazione, alla tipologia di interventi proposti ed alla disponibilità di un
numero abbastanza consistente di indagini e dati conoscitivi di
letteratura o sviluppati anche in tempi recenti nel corso di alcuni importanti interventi ingegneristici, si è deciso di limitare la
campagna geognostica a due prove penetrometriche di controllo eseguite internamente alla Fortezza, non effettuando
quindi una campagna di raccolta di dati di base e geotecnici
elaborata ad hoc, in quanto questa, in termini generali, avrebbe aggiunto ben poco rispetto a quanto già conosciuto. Sarà
invece sicuramente necessario predisporre indagini supplementari nelle successive fasi di progettazione degli interventi,
quando si dovranno quantificare in modo numerico le interazioni fra le eventuali nuove opere e i terreni interessati dal punto di vista geotecnico, idrogeologico e con riferimento alla
risposta sismica locale.
In relazione agli aspetti idrogeologici, anche al fine di fornire
una scansione temporale delle evoluzioni della falda nel periodo interessato dalla progettazione, si è deciso di intraprendere
un rilievo della superficie piezometrica misurando i livelli idrici
nel periodo marzo–aprile 2011 dei pozzi e piezometri conosciuti
e accessibili in un intorno significativo dell’area di intervento.
c) Provincia di Firenze, Valutazione e Mappatura delle Risorse Idriche Sotterranee in Provincia di Firenze;
d) Provincia di Firenze: Archivio pozzi e Derivazioni;
e) Gruppo Archeologico Fiorentino (a cura di), La Fortezza
di san Giovanni Battista in Firenze. Evoluzione e decadenza di un sito, Firenze.
Per quanto attiene la geologia di base, costituiscono altresì
dati acquisiti dal presente studio, la Carta Geologica della Regione Toscana in scala 1:10.000 e la Carta Geolitologica del
Comune di Firenze.
2.
Inquadramento geologico e geomorfologico
L’area di studio è inserita nell’ampio e complesso contesto
dell’evoluzione tettonica e litostratigrafica dell’Appennino Settentrionale.
2.1 Caratteristiche geologiche
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La comprensione dell’assetto geologico della pianura Firenze,
Prato, Pistoia è da inquadrare nell’ambito dell’evoluzione
dell’Appennino Settentrionale, una catena orogenica strutturalmente complessa, con falde tettoniche impilatesi reciprocamente una sull’altra in conseguenza di un regime di tipo compressivo. L’evento più importante che ha caratterizzato tale
fase è rappresentato, a partire dal Cretaceo superiore, dalla
chiusura dell'oceano Ligure-Piemontese (la Tetide) e dalla
conseguente collisione continentale tra le placche europea
ed adriatica. Si possono distinguere in tale contesto una fase
oceanica ed una intracontinentale.
La fase tettonica oceanica è cronologicamente collocata al
limite tra il Cretaceo inferiore ed il Cretaceo superiore e termina con l’Eocene, cioè con la completa chiusura dell'oceano
Ligure-Piemontese (PRINCIPI & TREVES, 1984). In questa fase si
registra l’impilamento tettonico delle falde riconducibili alle
Unità del Dominio Ligure.
Nell'Eocene, in seguito alla collisione continentale, inizia la fase
intracontinentale con il successivo impilamento in falde orogenetiche delle Unità Toscane, di quelle Umbro-Marchigiane e
successivamente il sovrascorrimento su di esse delle Unità Liguri. Con riferimento ai termini stratigrafici affioranti nelle immediate vicinanze di Firenze, il momento collisionale in cui si registra il sovrascorrimento della Unità Tettonica Toscana sull'Unità
Tettonica Cervarola-Falterona, è datato Miocene medio.
Successivamente durante il Miocene Superiore si verifica l'ulteriore avanzamento della Unità Tettonica Ligure (Unità della Val
di Vara) verso l’esterno della catena, con sovrascorrimento sia
42
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
sull’Unità Tettonica Toscana che sull'Unità Tettonica CervarolaFalterona già impilate. Sinteticamente il sollevamento della
dorsale nord-appenninica si è verificato durante le richiamate
fasi.
A partire dal Tortoniano superiore, alla fase compressiva fa seguito una fase tettonica in regime distensivo, legata
all’apertura del Bacino Tirrenico. In questo periodo si registra
conseguentemente la migrazione del fronte compressivo sul
versante adriatico. La fase tettonica distensiva ha avuto luogo
attraverso una serie di faglie normali ed ha portato allo smembramento della catena orogenica precedentemente costituita ed allo sviluppo di depressioni tettoniche sempre più giovani, procedendo da ovest verso est. La richiamata fase è quella
responsabile della formazione di una serie di bacini intermontani in tutta la Toscana tirrenica (come il Valdarno Superiore, il
Mugello e il Bacino Firenze-Prato-Pistoia), che testimoniano
l’evento tettonico che ha conferito una forte impronta anche
dal punto di vista geomorfologico a questi territori.
2.2
Caratteristiche stratigrafiche
I terreni presenti nella zona studiata sono i seguenti:
Depositi Clastici Quaternari
Sono costituiti dai depositi prevalentemente fluviali disposti a
formare il tetto del Bacino di Firenze-Prato-Pistoia dall’Arno e
dai suoi principali affluenti:
Alluvioni recenti dell’Arno (Olocene ed Attuale): depositi costituiti da ciottolami, ghiaie e sabbie con matrice limoso-argillosa
più o meno abbondante alternati con limi ed argille; si possono riconoscere pertanto facies fluviali riconducibili a zone di
alveo attivo, passanti lateralmente a depositi di esondazione;
hanno uno spessore variabile da alcune decine a pochi metri.
Conoidi fluviali (Pleistocene - Olocene): depositi clastici collegabili ad ambiente deposizionale dotato di elevata energia,
costituiti da ciottolami e ghiaie prevalenti in scarsa matrice
limosa;
43
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Le formazioni geologiche e i terreni affioranti nell'area fiorentina (MERLA et al., 1967; CAPECCHI et al., 1975a; ABBATE & SAGRI, 1981; FERRINI & PANDELI, 1981; BARTOLINI & PRANZINI,
1984; ABBATE & BRUNI, 1987; PRANZINI, 1987; ABBATE et al.,
1992) appartengono alle Unità Tettoniche Toscane (Macigno
di Fiesole e Marne di San Polo), Unità Tettonica di Monte Morello, Unità Tettonica Sub-Ligure (Unità di Canetolo) e depositi
fluvio-lacustri recenti, posti in discordanza stratigrafica sui termini litologici precedentemente citati.
Depositi fluvio-lacustri (Villafranchiano): alla base presentano
un livello detritico macroclastico, riconducibile alla precedente fase fluviale a cui seguono argille limose turchine con ligniti
e torbe, lenti di ghiaie limoso-argilloso-sabbiose, con clasti in
genere ben arrotondati, localmente cementate. Seguono limisabbiosi bruni, con paleosuoli, calici e frustoli carboniosi, con
lenti di ghiaie e sabbie argillose.
Complessivamente prevale in modo marcato la fase lacustre. I
pochi sporadici sondaggi che hanno raggiunto il livello lacustre fanno presupporre che, nella zona depocentrale situata
approssimativamente al centro del bacino FI-PO-PT, tali depositi raggiungano i 500 – 600 m di spessore.
Unità Tettonica di Monte Morello
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Nell'area fiorentina è rappresentata, in affioramento, con i seguenti termini:
Formazione di Pescina: prevalenti argilliti che presentano intercalazioni di calcari verdastri e arenarie calcarifere, calcari
marnosi e marne calcaree chiare, in grossi banchi con rari livelli basali calcarenitici. Essa costituisce il termine più alto
dell’intera successione ed affiora con uno spessore di poche
decine di metri. (Eocene medio-Inferiore).
Formazione di Monte Morello: calcari marnosi, calcari chiari
tipo Alberese e marne calcaree di colore bianco giallastro in
strati da pochi centimetri a qualche metro, a luoghi alternati a
livelli calcarenitici e ad argilliti. Lo spessore massimo della formazione è stato valutato in circa 800 m nell’area della Calvana (Paleocene-Eocene medio).
Pietraforte: regolare alternanza di torbiditi arenacee quarzosocalcaree grigio brune, ben cementate, in strati da 25 cm ad 1
m, argilliti siltose di colore grigio scuro in livelli di 15-20 cm; la
formazione raggiunge uno spessore massimo di 800 m a Firenze (Cretaceo superiore).
Formazione di Sillano: argilliti varicolore alternate a calcari
marnosi grigio verdi, torbiditi arenacee quarzoso-calcaree e
calcarenitiche in strati di 1÷10 cm, marne grigio scure compatte con laminazioni in livelli metrici, calcari marnosi grigio chiari
ed avana in strati da 15 cm ad 1 m, arenarie fini, siltiti, calcareniti e marne calcaree in strati fino a 20÷30 cm; localmente sono presenti anche livelletti stratificati di brecciole ofiolitiche. La
formazione si presenta sovente tettonizzata con i livelli stratiformi riconoscibili soltanto a tratti e spesso dispersi nella massa
argillitica (Cretaceo sup.-Eocene inf.).
Argille a Palombini: Argilliti e marne da grigio scure a grigio
chiare alternate a calcari bianchi micritici (Cretaceo Inf.)
44
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Unità Tettonica Toscana
Nell’area fiorentina affiorano solo i termini stratigraficamente
più alti della Unità tettonica toscana, rappresentati dalle seguenti formazioni:
Marne di S.Polo: marne siltose grigio giallastre con rare intercalazioni di arenarie fini (Oligocene-Miocene inferiore).
Macigno: arenarie quarzoso-feldspatiche gradate, da medie a
grossolane con rapporto arenaria/pelite >1, in banchi di spessore massimo di 8 m e raramente inferiore al mezzo metro, con
intercalazioni di arenarie fini e silt argilloso-marnosi, in strati di
spessore inferiore ai 30 cm (Oligocene-Miocene inferiore).
2.3 Tettonica
2.4 Geomorfologia
Dal punto di vista geomorfologico la zona di intervento è ricompresa all’interno della pianura alluvionale del Fiume Arno.
Dal punto di vista della geologia regionale, tale pianura alluvionale fa parte del Bacino deposizionale Firenze-Prato-Pistoia.
Tale bacino intermontano è orientato NO-SE, ha una forma
approssimativamente ellittica con asse maggiore di 45 km e
asse minore di 10 km. La quota media è approssimativamente
di 45 m slm. Il bordo settentrionale del bacino è costituito dalla
dorsale Pistoia-Montale-Calvana-M.Morello-Settignano, mentre
quello meridionale dalla dorsale M.Albano-Pian dei CerriImpuneta. Come accennato, sul riempimento hanno esercita-
45
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
L'assetto tettonico del bacino di Firenze-Prato-Pistoia è quello
tipico che caratterizza i bacini intermontani della toscana tirrenica, allineati NW-SE.
Schematicamente l’area dal punto di vista tettonico ha subito
il forte controllo della serie di faglie a gradinata fra loro contigue poste lungo il margine NE del bacino con la master fault di
Fiesole (per cui è stimato un rigetto maggiore di 1.000 m; CAPECCHI et al., 1975a; GUAZZONE & BENVENUTI, 1971, BARTOLINI
& PRANZINI, 1979). Tali faglie hanno prodotto un basculamento
del bacino verso NE. Nella porzione orientale del bacino si rilevano le faglie di Castello-Scandicci e quelle di Maiano-Bagno
a Ripoli ad andamento ortogonale rispetto al predetto sistema
(NE-SW), che interessano il substrato lacustre oltre ai depositi
fluvio-lacustri villafranchiani e che hanno determinato il sollevamento dell’area della città di Firenze. Quest’ultima nei fatti
rappresenta un alto strutturale.
Cronologicamente l’attività delle faglie che hanno determinato l’apertura del bacino Firenze-Prato-Pistoia è datata Pliocene superiore. Nel Pleistocene medio invece si verifica il sollevamento parziale dell’area di Firenze in relazione alle porzioni occidentali del bacino.
to un controllo i movimenti differenziali lungo le faglie sia ad
andamento appenninico che antiappenninico riconoscibili in
questo territorio, oltre alla quota del livello di base del bacino
che è costituita dalla gola della Gonfolina fra i comuni di Signa
e Lastra a Signa.
Dal punto di vista dell’idrografia, la formazione della depressione tettonica, a carattere endoreico, ha svolto una azione di
richiamo dei corsi d’acqua che prima sfociavano in mare e
sviluppatesi con reticolo antecedente alla formazione della
depressione strutturale (T.Bisenzio, T.Mugnone, F.Greve). I richiamati corsi d’acqua sono caratterizzati da un notevole trasporto solido, che in precedenza veniva deposto nella pianura
costiera pliocenica.
2.5
Evoluzione della zona della Fortezza da Basso nella pianura di Firenze
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Le origini di Firenze vengono fatte risalire al X secolo a.C. sulla
scorta del ritrovamento di tombe italiche di popolazioni di civiltà villanoviana (i principali ritrovamenti sono localizzati tra Piazza della Repubblica e via Strozzi). La toponomastica e le fonti
archeologiche documentano che l'insediamento etrusco collinare di Faesulae aveva un avamposto nella piana fiorentina,
in particolare lungo l'Arno che veniva utilizzato all’epoca come via per il trasporto fluviale di merci. Lo scalo fluviale di Faesulae era probabilmente localizzato in corrispondenza della
confluenza con il Mugnone. È probabile che alla stessa epoca
siano riferibili i primi interventi sull'assetto idraulico di questo territorio (si trattò soprattutto di bonifiche di terreni acquitrinosi). È
comunque un dato abbastanza certo che le aree prossime
all’Arno risultino abitate nel V secolo a.C. come zone rurali periferiche di Fiesole e l’Arno fosse usato come idrovia per i traffici
tra Fiesole e Artimino (ROMBAI, 1993B, 5-7).
Ulteriori testimonianze storiche sono in seguito da riferirsi alla
fondazione del "Municipium splendidissimum" di epoca romana, distrutto da Silla poiché quella comunità aveva parteggiato per Mario.
Nel 59.a.C. la città risorge come castrum romano, di cui eredita la classica impronta urbanistica disposta secondo lo schema dell'accampamento militare romano. Il castrum era sviluppato attorno al Campidoglio, che probabilmente sorgeva alla
confluenza fra Arno e T.Mugnone, con foce di quest’ultimo
localizzabile nella fascia compresa tra gli attuali Ponte S.Trinita
e Ponte alla Carraia.
Non è certamente scopo di questa relazione quello di ricostruire l’evoluzione della città di Firenze, fra l’altro oggetto di specifica trattazione in altri documenti allegati a questo stesso progetto, ma ai fini geologici ed idrogeologici è importante riferire
46
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
2.6
Caratterizzazione geologica di sito
In precedenza sono stati forniti alcuni cenni in materia di geologia regionale e inerenti l’evoluzione geologica della pianura
alluvionale Firenze-Prato-Pistoia in relazione al contesto generale del sollevamento della Catena appenninica. In questo
capitolo verranno forniti alcuni approfondimenti in relazione
alla caratterizzazione litologica della zona di intervento.
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in merito ad alcuni interventi di antropizzazione che hanno riguardato il corso del T. Mugnone che nel corso dei secoli ha
subito successive deviazioni verso NO e che possono essere
letti nelle campagne geognostiche che hanno interessato
l’area della Fortezza da Basso.
Come accennato in origine, il Mugnone sfociava nell'Arno nei
pressi dell'attuale Ponte Vecchio e la confluenza tra i due fiumi, assieme alle possibilità di guado, fu probabilmente la causa della scelta del sito per l'edificazione della città romana. Nel
X secolo, in seguito ad una deviazione, il T. Mugnone fungeva
da fosso lungo il lato occidentale delle mura cosiddette carolinge, scendendo lungo la attuale via Santa Reparata. La seconda cerchia di mura venne costruita nel 1172 per il notevole
e continuo incremento demografico. Il T. Mugnone fu ulteriormente deviato fino al Ponte alla Carraia.
Il rapido incremento demografico portò alla costruzione di una
ulteriore cerchia di mura, ideata da Arnolfo di Cambio e terminata nel 1333. La costruzione di nuovi edifici e la necessità di
ampliare piazze e strade portarono alla demolizione dei vecchi tracciati romani, con il conseguente aumento dello spessore dei materiali di riporto, costituiti prevalentemente da laterizi
e materiali da costruzione.
In questa nuova collocazione il Mugnone rappresentava il fossato di guardia prospiciente alle mura della terza cerchia e
proteggeva gli accessi da Porta a San Gallo e Porta a Faenza.
Come conseguenza queste porte erano munite all'esterno di
un ponte per scavalcarne la corrente. Nell’area occupata
dalla Porta a Faenza nel 1534 si iniziò a costruire la Fortezza da
Basso (la parte Sud orientale delle attuali mura della Fortezza
da Basso ingloba Porta a Faenza) ed il corso del Mugnone
venne nuovamente deviato fino al suo congiungimento col
Terzolle, che sfociava direttamente in Arno. A testimoniare
l’antico corso del Mugnone è ancora visibile all’interno della
Fortezza il ponte a 3 arcate (detto “di Calandrino”) che consentiva l’ingresso da Porta a Faenza. Da allora lungo il nuovo
tracciato del Mugnone, si sono succeduti numerosi interventi
antropici per aumentare la sicurezza delle aree urbane che
progressivamente si sono sviluppate tutto intorno, perdendo
nel contempo qualsiasi connotazione di naturalità.
figura 1 - Carta geologica schematica del
Bacino FI-PO-PT Coli & Rubellini (2007) Note di Geologia Fiorentina. SELCA
figura 2 - Estratto Carta litotecnica del
Comune di Firenze
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Come accennato il riempimento del bacino lacustre presenta
un livello di base costituito da depositi lacustri di fondo lago
(Argille turchine con livelli di lignite e torba). La loro datazione
ha consentito di collocarli in epoca villafranchiana. Gli interventi progettati non andranno ad interessare la fase lacustre,
ma terre appartenenti alle ultime fasi del riempimento del bacino, essenzialmente riferibili ad attività fluviale. Con riferimento
alla Carta Litotecnica del Comune di Firenze, le litologie in affioramento vengono mappate come “LS” corrispondenti a Limi
ghiaiosi e Limi sabbiosi con componente granulare anche del
20–50 %. Sempre con riferimento alla Carta Litotecnica del Comune di Firenze, localmente risultano presenti depositi a granulometria più grossolana come “GP” (Ghiaie Pulite) cioè ghiaie
48
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
figura 3 – zona Fortezza da Basso con
ubicazione sondaggi resi disponibili dal
Comune di Firenze sistema Informativo del
Sottosuolo. In giallo la localizzazione delle
prove penetrometriche
49
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con diametro medio dei clasti di 2-3 cm e diametro massimo
di 5 cm, i clasti sono solitamente ben arrotondati.
Merita evidenziare che superficialmente la zona della Fortezza
presenta un importante livello di antropizzazione, quale risultato degli interventi e lavori che hanno interessato i luoghi in
tempi e periodi della sua secolare storia (con riferimento agli
ultimi 500 anni di storia devono essere ricordate le demolizioni
seguite all’editto della Repubblica fiorentina del 1529, che ordinava di fare terra bruciata per un miglio intorno alle mura al
fine di difendersi meglio dall’assedio da parte delle truppe di
Carlo V, e quelle connesse alla riorganizzazione urbanistica
promossa dall’Arch. Poggi). Questo è del resto intuibile anche
dall’andamento altimetrico del piano di campagna esterno
rispetto alle mura perimetrali del complesso monumentale che
presenta marcate irregolarità ed una generale tendenza
all’abbassamento procedendo da Est verso Ovest. Queste circostanze devono essere adeguatamente considerate nella
ricostruzione del modello geologico di riferimento, per cui lo
strato superficiale legato all’antropizzazione può anche variare
in modo significativo in termini di spessore.
Nella ricostruzione del modello geologico di riferimento ci si è
avvalsi dei dati resi disponibili dal Comune di Firenze tramite il
Servizio Informativo Territoriale del Sottosuolo. A tal fine sono
stati ritenuti significativi i seguenti sondaggi (caratterizzati con
l’identificativo numerico riportato nell’archivio del Comune di
Firenze) che vengono riportati in allegato: 1447, 1477, 436,
1325a, 1325b, 1326, 1328a, 1328b, 3/C, 1, 2, 1326, 1327, 269,
1385, 1329, 1330. Sono state inoltre eseguite due prove penetrometriche di controllo nella zona antistante i locali occupati
dall’Opificio delle pietre dure e riportati in figura 3.
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In generale si può evidenziare quanto noto dalla ricostruzione
storica circa il considerevole rimaneggiamento che hanno subito i termini litologici più superficiali in conseguenza della loro
notevole antropizzazione. Si evidenziano variazioni locali anche molto marcate che difficilmente possono essere riferite
alla variabilità litologica naturale o sensibilità e perizia di chi
materialmente ha redatto la stratigrafia del sondaggio. Lo
spessore massimo di riporto si ha nel sondaggio con Id = 1328a
ed assomma a 4,5 m di spessore.
Al di sotto di questo livello si può generalmente riconoscere la
presenza di termini litologici riconducibili ad un ambiente deposizionale di tipo fluviolacustre, con sabbie, limi sabbiosi alternati a limi argillosi. Si ricorda che questo livello di limi sabbiosi e
limi argillosi è classicamente noto come “Orizzonte Firenze 1” o
“pancone”, con spessori variabili fra i 3 ed i 9 metri e rappresenta storicamente il livello di fondazione della città di Firenze.
Al di sotto si passa solitamente a termini deposizionali riconducibili ad un ambiente dotato di maggior energia come ghiaie
e ciottolami che costituiscono il livello litologico altrettanto ben
noto come “Orizzonte Firenze 2”, l’acquifero freatico più sfruttato della città. Lo spessore di questo livello risulta variabile
nell’area cittadina anche in modo marcato e può superare
anche i 20 metri. Sempre a livello litostratigrafico al di sotto
dell’Orizzonte Firenze 2 viene distinto un “Orizzonte Firenze 3”,
litologicamente simile al “Firenze 2”, ma caratterizzato da una
maggiore percentuale di matrice. Con il termine “Orizzonte
Firenze 4” si indica invece il substrato lacustre. Localmente
questo schema litostratigrafico può subire alcune variazioni,
frutto delle vicissitudini dei sistemi deposizionali riconoscibili a
scala di intervento. La variante prevede la demolizione di alcuni edifici finalizzata al ripristino del sistema mura/bastioni e
alla realizzazione di un nuovo padiglione fra il nucleo settecentesco e l’Opificio delle Pietre Dure, che come si evince dal verbale del 09.04.2013 (allegato al rapporto ambientale VAS) è
costituito da un piano fuori terra e da un piano interrato. Valutazioni più approfondite sono state prodotte per le opere entroterra, sia per quanto riguarda il piano interrato del nuovo
padiglione, che quelle relative ai sottoservizi con particolare
riferimento al miglioramento del drenaggio delle acque piovane.
Sedime edificio nuovo padiglione (area compresa tra il nucleo
settecentesco e l’Opificio delle Pietre Dure)
In quest’area, al di sopra del solito consistente livello di antropizzazione risultato degli interventi succedutisi nel tempo, è
possibile riscontrare lo schema stratigrafico “scolastico” degli
Orizzonte Firenze 1 e Orizzonte Firenze 2 riconducibile a quanto
50
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
emerso dal sondaggio n. 1316 presente in allegato e confermato dall’esecuzione di due prove penetrometriche con penetrometro Pagani superpesante TG 63-100 di proprietà
tabella 1 - schema stratigrafico risultato delle
prove penetrometriche realizzate nella zona
antistante l’opificio delle pietre dure.
livello
profondità dal p.c. (m)
descrizione
1
0
1,4
terreno di riporto
2
1,4
5,8
limo, argilloso e sabbioso
3
5,8
9,3
ghiaia e sabbia
dell’Amministrazione Provinciale di Firenze.
Le prove penetrometriche hanno anche consentito di ricostruire un modello geotecnico riportato in questo caso a livello del
tutto ricognitivo ed in attesa di una campagna geognostica
più approfondita.
tabella 2 - modello geotecnico di riferimento
profondità descrizione
dal p.c.
(m)
caratteri geotecnici
1
0
1,2
terreno di
riporto
materiale con caratteristiche geotecniche scadenti localmente può assumere le
seguenti caratteristiche:
peso di volume γ=19,42 N/mc
peso di volume secco γ=15,50 N/mc
Nspt=21
φ’=31
2
1,4
5,8
limo, argillo- peso di volume γ=18,15 kN/mc
so e sabbio- resistenza al taglio non drenata
so
Cu=37,27 kN/mq
indice dei vuoti=1
contenuto in acqua = 37%
3
5,8
9,6
ghiaia e
sabbia
3.
peso di volume γ =20.21 kN/mc
Dr=66%
resistenza al taglio in termini di tensioni
efficaci: φ’=36°
modulo di deformazione drenato o di
elasticità longitudinale (E’) 42 MPa
Idrogeologia
La Piana Fiorentina è un territorio abbastanza conosciuto dal
punto di vista idrogeologico in relazione all’abbondanza di
pozzi scavati nell’acquifero corrispondente all’”Orizzonte Firenze 2” al fine di effettuare emungimenti idrici. La superficie freatica si rinviene solitamente a bassa soggiacenza (entro i 10 m);
ha un debole gradiente verso SO e in condizioni di normali portate del fiume Arno si verifica un’alimentazione falda–fiume,
anche con riferimento al periodo estivo. Qui di seguito vengono riportate due immagini inerenti un recente studio svolto su
scala territoriale da parte della Provincia di Firenze, che ha
consentito la rappresentazione della freatimetria della piana
fiorentina con riferimento a due rilievi svolti nel periodo di ma-
51
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
livello
figura 4- rilievo morbida 2008
figura 5- rilievo magra 2008
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
gra e di morbida dell’anno 2008.
Il Mugnone che scorre vicino alla Fortezza, come specificato in
precedenza, è localizzato in sede completamente artificializzata. L’interpretazione prevalente ad oggi è che non ci sia
connessione idraulica ed anche in questo studio non sono emersi elementi che fanno ritenere che ci sia una alimentazione
fiume–falda.
Nel corso delle attività conoscitive è stato predisposto un ulteriore rilievo della superficie piezometrica svolto a scala locale
che ha portato alla redazione della seguente cartografia.
La figura 6 riporta i punti di monitoraggio utilizzati in questa ricognizione. L’interpolazione dei dati puntuali raccolti nel corso
della detta campagna freatimetrica è avvenuta con il metodo SPLINE tramite l’applicativo ArcGIS 9.2. Merita anche sottolineare che quella presentata è una situazione inevitabilmente
52
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
figura 6 - carta della soggiacenza
Sedime edificio nuovo padiglione (area compresa tra il nucleo
settecentesco e l’Opificio delle Pietre Dure)
In questa zona la soggiacenza della falda è intorno ai 6-7 metri. La superficie piezometrica si attesta intorno ai 39 metri con
un progressivo abbassamento procedendo da NE verso SO.
Con riferimento ai contenuti di cui al DPGR 53/R del 25.10.2011
e all’Allegato V del Piano Stralcio Bilancio Idrico dell’Autorità di
Bacino del Fiume Arno (GU 78 del 2 Aprile 2008), nel caso in cui
si ritenga di ricavare dei locali in sotterraneo ed evitare che
quest’ultimi vengano realizzati con quota del piano di fondazione inferiore a quella della superficie freatimetrica, la profondità degli scavi deve essere valutata nell’ordine dei 4 metri.
Tale valore è stato ottenuto sottraendo dai 7 ipotizzati come
soggiacenza, 1 m di escursione annuale positiva della falda
(vista la data del rilievo che è comunque avvenuto nel perio-
53
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
dinamica, frutto delle depressioni causate dagli emungimenti
in atto al momento del rilievo. La carta della piezometria presenta un certo rumore di fondo probabilmente frutto della risoluzione altimetrica del rilievo topografico di partenza (Rilievo
LIDAR messo a disposizione dal Comune di Firenze, con risoluzione di 1 m in quota), non del tutto idoneo ad essere confrontato con la elevata risoluzione del rilievo freatimetrico (0,05 m).
La rete di pozzi che è stata censita sarà oggetto in futuro di
ulteriori campagne di rilievo in modo da poter disporre di maggiori dati conoscitivi per la fase di progettazione definitiva ed
esecutiva dell’intervento.
Come per la caratterizzazione geologica anche in questo caso viene proposta una valutazione di ordine progettuale relativa al sedime edificio nuovo padiglione (area compresa tra il
nucleo settecentesco e l’Opificio delle Pietre Dure).
do marzo – maggio 2011 e quindi in una situazione comunque
di morbida si ritiene che 1 m in senso positivo sia un valore abbastanza cautelativo) e 2 m di franco di sicurezza.
In sintesi prevedendo la variante di realizzare ambienti entroterra, con riferimento agli aspetti idrogeologici la progettazione di dettaglio di tale opere è rimandata ai successivi step
progettuali. Al momento vengono fornite alcune indicazioni
sulla profondità degli scavi in modo da minimizzare
l’interferenza con la superficie piezometrica. È tecnicamente
realistico che in sede di progettazione definitiva ed esecutiva
emerga la necessità di sospingere una paratia di sostegno degli scavi delle opere in sotterraneo al di sotto della superficie
piezometrica della falda. Questo provocherà probabilmente
un effetto barriera. Si dovrà pertanto procedere ad una stima
numerica di tale effetto e nel caso di aumenti significativi delle
quote della falda nella zona di monte rispetto alla barriera si
provvederà alla realizzazione di un opportuno sistema di drenaggio idoneo a mantenere inalterata la trasmissività globale
dell’area interferita.
4.
Inquadramento urbanistico
4.1
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Piano Assetto Idrogeologico Autorità di Bacino del fiume
Arno
L’area in questione ricade esternamente a quelle perimetrate
a pericolosità da frana all’interno del PAI dell’Autorità di bacino del fiume Arno. Risulta invece perimetrata in classe a Pericolosità idraulica PI.1 nel detto PAI. Giova ricordare che le perimetrazioni delle aree a Pericolosità idraulica nell’area comunale fiorentina sono frutto di un recente aggiornamento del
quadro conoscitivo basato sullo studio idraulico condotto dal
Prof. Pagliara dell’Università di Pisa.
La classificazione PI.1 dell’area non comporta alcun vincolo in
materia di rischio idraulico, consentendo liberamente tutti gli
interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio.
figura 7 - stralcio 266 del livello di pericolosità idraulica del PAI dell’Autorità di Bacino del fiume Arno
(estrazione del 25.05.2011)
54
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
4.2
Piano Strutturale del Comune di Firenze
L’area di intervento risulta perimetrata all’interno degli elaborati del Piano strutturale del Comune di Firenze approvato con
deliberazione n. 2011/C/00036 del 22.06.2011:
− Pericolosità Idraulica media (I.2) – aree inondabili per eventi
200<Tr<500 anni;
− Pericolosità Idraulica bassa (I.1).
Gli articoli 15.3.3 e 15.3.4 delle NTA del Piano consentono al
futuro Regolamento Urbanistico di definire in tali aree previsioni
di interventi senza particolari limitazioni e condizioni, ma definendo la fattibilità, per quanto riguarda unicamente le aree
I.2, nel rispetto comunque dei principi generali di riduzione del
rischio idraulico. Per le nuove strutture ad elevata vulnerabilità
(quali potrebbero considerarsi per es. i proposti ambienti in sotterraneo), il Regolamento Urbanistico dovrà individuare condizioni per la messa in sicurezza e per la riduzione della vulnerabilità delle opere per eventi con tempo di ritorno superiore a 200
anni.
Nel caso specifico, la sicurezza idraulica nei confronti di tali
eventi eccezionali potrebbe essere conseguita attraverso sistemi di autoprotezione (tipicamente, chiusure a tenuta stagna
degli accessi agli ambienti in sotterraneo e fuori terra) con misure compensative, progettate in funzione dei battenti di esondazione attesi con tempo di ritorno di 500 anni, nel caso che
gli eventuali interventi di tale fattispecie comportino sottrazione di volume.
4.3
Vincolo Idrogeologico
La zona di intervento non ricade in area sottoposta a Vincolo
Idrogeologico ai sensi del RD 3267/1923.
55
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
figura 8 - PS del Comune di Firenze - tav.5
- carta della pericolosità idraulica
5.
Drenaggio superficiale
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Lo smaltimento delle acque reflue e meteoriche dell’intera
area racchiusa dai bastioni della Fortezza da Basso è a
tutt’oggi affidato ad un unico collettore fognario, la cosiddetta Goricina, la cui costruzione risale all’epoca di realizzazione
della struttura difensiva stessa e che, originandosi dal Piazzale
interno del Sangallo, si dirige verso la Porta del Soccorso alla
Campagna per poi giungere, secondo un tortuoso percorso
frutto
di deviazioni storicamente succedutesi a partire dal XIX secolo,
lungo la linea ferroviaria Firenze-Pisa e quindi scaricare nel Fiume Bisenzio presso Signa.
La Goricina, cui sono state allacciati in epoche successive sia
le reti di allontanamento delle acque reflue, sia le reti meteoriche dei vari edifici costruiti all’interno della Fortezza, risultando
così un sistema fognario misto, è stata oggetto nel 2000 di locali interventi di adeguamento idraulico resisi necessari per
impedire il verificarsi di rigurgiti e conseguenti allagamenti in
occasione di piogge intense, ma non si esclude l’esistenza di
residue criticità, tenuto conto anche della variazione climatica
che si osserva recentemente.
Valutando lo stato di impermeabilizzazione attuale e comunque la normativa regionale (DPGR 2/R del 2007-art.16 e seguenti) e comunale (Regolamento Edilizio e NTA del PRG) dovrà prevedersi in sede di progettazione la riduzione delle superfici impermeabili esistenti o quantomeno un non incremento,
oppure
che
vengano
adottate
soluzioni
idonee
all’autocontenimento degli apporti meteorici o atte a favorirne l’infiltrazione nel sottosuolo.
Al riguardo, si deve fin d’ora osservare che le previste demolizioni di superfici coperte e la ricostituzione delle aree a verde
dei bastioni storici (per un totale di più di 20.000 mq) vanno
senz’altro nella direzione auspicata. Infatti il progetto prevede
che la realizzazione dei nuovi bastioni avvenga sostanzialmente con il sistema del green-roof, ossia con coperture a cassone
riempite di uno strato di terreno di adeguato spessore e tipologia atte ad accogliere l’impianto di specie erbacee e arbustive. Tale sistema assicura al tempo stesso la costituzione di una
riserva per il fabbisogno idrico dei suddetti giardini e un importante contributo alla riduzione dei tempi di arrivo in fognatura
delle acque meteoriche altrimenti ruscellanti su superfici impermeabili. Per fornire un contributo illustrativo in termini analitici, da approfondire nelle successive fasi di progettazione, si
riporta il caso della realizzazione di un cassone di calcestruzzo
della profondità di 80 cm dotato di scarico di troppo pieno. Si
può verificare come, disponendo nel cassone un materiale
56
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
57
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
litico di buona porosità efficace (0,35) e buona permeabilità
(1x10-4 m/s), si possa raggiungere il risultato di ottenere un volume significativo per il contenimento delle acque di prima
pioggia. Un calcolo esemplificativo può essere svolto moltiplicando la porosità efficace (0.35) per il volume del
“cassone” (pari a 20.000 x 0.8 = 16.000 m3) e ottenendo il valore di 5.600 mc di volume statico utile di immagazzinamento. Se
consideriamo questo volume in modo dinamico, e quindi con
le perdite che si registrano in una annualità per effetto del fenomeno dell’evapotraspirazione i cui calcoli vengono in questa fase omessi, si può concludere che trattasi comunque di un
significativo contributo nel senso dell’autocontenimento idraulico e della diminuzione dei tempi di corrivazione, se confrontato con il volume massimo teorico che affluisce sull’area pari
16.000 mc/anno considerando una cumulata di precipitazione
annua a Firenze di ca 800 mm (20.000 X 0.8 = 16.000).
In termini più strutturali all’interno del progetto viene comunque concretizzata l’opportunità di razionalizzare le reti fognarie
esistenti nel complesso, conservando il recapito finale presso la
Porta del Soccorso ma separando le acque usate da quelle
meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici e dalle
superfici pavimentate per convogliare queste ultime in una
grande cisterna d’accumulo interrata realizzabile nel Piazzale
Imperiale e avente la finalità plurima di:
- garantire il soddisfacimento dei nascenti fabbisogni irrigui
delle nuove aree a verde dei bastioni con un sistema totalmente autosufficiente;
- autocontenere gli apporti meteorici così da ridurre i carichi idraulici sulla vecchia fogna della Goricina;
- assicurare una riserva idrica antincendio di utilità per le
funzioni previste all’interno della Fortezza.
Considerando, sulla scorta degli studi svolti per casi analoghi
(cfr. Gabriele L. Mercanti A. “Il problema dell’acqua nel Parco
di Villa La Pietra” in Boll. Ing. Firenze, n°1- 2/2009), un fabbisogno irriguo medio per prato di 1,5 mm/mq/die per la stagione
secca mag-set, per una superficie a verde di 20.400 mq, si stima in 4.700 mc l’accumulo necessario per i fini irrigui, realizzabile con un volume interrato di circa 2.300 mq di superficie e
profondità utile di 2 m, ampiamente compatibile con gli spazi
aperti a disposizione, senza contare che la necessità effettiva
è minore in quanto le coperture a green-roof dei nuovi bastioni
costituiscono – come accennato – riserve idriche dirette.
Tenuto conto di una pluviometria annua media di 850 mm circa, necessitano soltanto 5500 mq di superficie di intercettazione delle acque piovane, ampiamente reperibile nelle coperture degli edifici e pertanto con la possibilità di realizzare un
maggiore e ancor più efficiente accumulo.
6. Sismicità
Per quanto concerne la Pericolosità Sismica si ricorda che il
Comune di Firenze ricade in Zona sismica 3S ai sensi della DGR
431 del 19 giugno 2006. All’interno del Piano Strutturale è stata
sviluppata conformemente al DPGR n°26/R del 27 Aprile 2007
la Carta della Pericolosità Sismica. In corrispondenza del bastione di Sud-Ovest della Fortezza è presente una classe S3*
elevata per problematiche - come desunte dalla “Carta dei
possibili effetti sismici locali”- connesse all’amplificazione diffusa del moto del suolo dovuta a fenomeni di amplificazione
stratigrafica. Dalla “Carta del Fattore di Amplificazione Sismico
Calcolato” risulta, in quest’area, un valore del fattore di amplificazione sismico compreso tra 1,65 e 1,7. La restante parte del
Piano di Recupero ricade invece in classe di pericolosità sismica S3 elevata, con fattore di amplificazione sismico compreso
fra 1,4 e 1,5. In sede di progettazione definitiva dell’intervento,
con conseguente caratterizzazione geognostica di sito, verrà
prodotta la completa ricostruzione dello spettro sismico atteso
Figura 9 - PS del Comune di Firenze tav.6 - carta della pericolosità sismica
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
ai sensi della NTC 08.
7.
Conclusioni e ipotesi di intervento
Dall’analisi delle valutazioni sopra riportate, si può ragionevolmente ritenere che le opere previste dalla variante siano fattibili in termini geologici e idraulici generali.
Aspetti idrogeologici
E’ stata effettuata una caratterizzazione dal punto di vista freatimetrico dell’area della Fortezza. Sono state anche sviluppate alcune considerazioni sulle profondità degli scavi con
58
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Aspetti idraulici
Per ciò che concerne la sicurezza idraulica, per quanto l’area
sia interessata unicamente da inondazioni eccezionali e pertanto non soggetta a limitazioni d’uso particolari ai sensi della
vigente normativa di settore, dovrà essere valutata, nelle successive fasi di progettazione, l’adozione di accorgimenti e/o
l’inserimento di dispositivi di autoprotezione a tenuta idraulica
per gli ambienti destinati a ospitare beni culturali di pregio. In
tal caso dovranno essere progettate misure compensative funzione dei battenti di esondazione attesi per un tempo di ritorno
di 500 anni.
59
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
l’obiettivo di evidenziare come sia comunque possibile ricavare dei volumi ipogei significativi senza effettuare scavi con fondo inferiore alla quota della superficie piezometrica.
L’obiettivo è quello di coniugare l’attuazione della variante
con una minimizzazione delle interferenze sulle risorse idriche
sotterranee.
Con riferimento al Piazzale antistante l’Opificio delle Pietre Dure, la soggiacenza della falda di – 6/7 m rispetto al p.c., laddove confermata anche in sede di approfondimento progettuale, rende realistico ritenere che nel caso in cui lo scavo non si
approfondisca oltre i 4 metri rispetto alla quota del p.c.
quest’ultimo non interferirà la falda.
Si è ipotizzato quindi di realizzare opere a bassa interferenza
sulle matrici ambientali, e nel pieno rispetto del D.P.G.R. 53/
R del 25.10.2011 e dell’Allegato V del Progetto di Piano Stralcio Bilancio Idrico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno
(G.U. 78 del 2 Aprile 2008), al contempo ottimizzando cantierizzazione e costi di realizzazione ed esercizio della struttura.
Fatte queste opportune specifiche sulla profondità degli scavi
risulta che l’elemento tecnico progettuale più importante ai
fini idrogeologici è costituito dalla realizzazione delle opere di
sostegno di tali scavi, come ad esempio paratie di pali sottospinte al di sotto della superficie freatimetrica. Sulla base dei
dati conoscitivi raccolti, tali opere probabilmente daranno luogo ad un effetto barriera sulla falda. In sede di progettazione
degli interventi, anche in conseguenza di una campagna geognostica integrativa, dovranno essere attentamente studiate
le modalità di realizzazione delle previste opere in sotterraneo,
ricostruendo un modello delle interferenze attese sia in fase di
cantierizzazione che di esercizio. Conseguentemente ci sarà
da valutare la possibilità di dover ricorrere alla realizzazione di
un sistema di drenaggio che garantisca il mantenimento delle
stesse condizioni di trasmissività dell’acquifero interessato dagli
scavi, nel passaggio monte - valle.
Aspetti sismici
Con riferimento agli studi promossi nell’ambito della redazione
del Piano Strutturale la zona della Fortezza evidenzia, per condizioni litologiche, la possibilità di dar luogo a fenomeni di amplificazione sismica locale. Per tale ragione si ritiene necessario
che nelle successive fasi di progettazione edilizia siano raccolti
tutti gli studi e le indagini disponibili di natura geologica, finalizzandoli alla conoscenza della pericolosità sismica della zona e
quindi alla predisposizione degli indirizzi progettuali necessari
alla mitigazione dei rischi connessi. Come condizione di fattibilità si è inoltre inserito che nella fase di progettazione edilizia
venga effettuato un sondaggio geognostico con prova downhole fino alla profondità di 30 dal p.c.
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Allegato 1
Carta di inquadramento sondaggi e prove penetrometriche
Localizzazione sondaggi e prove penetro metriche (in giallo)
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Allegato 2
Sondaggi archivio Comune di Firenze
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
63
Sondaggio 436
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
64
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1325 a
65
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1325 b
66
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1326
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1328 a
68
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1328 b
69
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 3/C
70
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1
71
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 2
72
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1326
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1327
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 269
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1385
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1329
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Sondaggio 1330
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Allegato 3
Prove penetrometriche effettuate con penetrometro Pagani
superpesante TG63 - 100 della Provincia di Firenze
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Appendice 1
Integrazione febbraio 2012 in materia di indagini geologiche di
supporto al Piano di Recupero e alla variante al PRG
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Indice
Premessa
1. Fattibilità in relazione alle problematiche idrogeologiche
2. Carta della pericolosità sismica
3. Carta della fattibilità sismica
4. Carta della pericolosità geologica
5. Carta della fattibilità geologica
6. Carta della pericolosità idraulica
7. Carta della fattibilità idraulica
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
Premessa
1. Fattibilità in relazione alle problematiche idrogeologiche
E’ stata effettuata una campagna di rilievi ad hoc per quanto
attiene gli aspetti idrogeologici ritenuti importanti ai fini della
definizione della fattibilità degli interventi. A tal fine, nella presente relazione geologica sono stati riportati i risultati delle
campagne freatimetriche eseguite. Peraltro non si tratta di aree con problematiche idrogeologiche in senso stretto, ai sensi
93
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
La variante al PRG necessita di deposito di indagini geologiche da effettuarsi ai sensi della DPGR 53/R del 25/10/2011.
Dal punto di vista conoscitivo il Comune di Firenze è dotato di
un Piano Strutturale di recente approvazione (Deliberazione
del Consiglio comunale n. 2011/C/00036 del 22 giugno 2011). Il
Piano Strutturale è corredato di un esteso quadro conoscitivo,
basato su una specifica modellistica e su rilievi strumentali per
quanto concerne la valutazione delle pericolosità naturali. Vista l’estensione dell’ambito di intervento e la tipologia di opere previste, nella fase di redazione di variante al PRG non si è
ritenuto di sviluppare una fase conoscitiva per gli aspetti idraulici, geologici e sismici, in quanto sufficientemente ben indagati dal Piano Strutturale. Con riferimento al quadro delle pericolosità naturali si ritiene pertanto di confermare e di depositare
come indagini geologiche ai sensi del DPGR 53/R/2011, quanto elaborato nel corso della redazione del Piano Strutturale del
Comune di Firenze, secondo le planimetrie di seguito predisposte elaborando i dati presenti nel detto Piano. In relazione alle
pericolosità naturali e alle destinazioni previste sono state anche definite le condizioni di fattibilità per condizioni sismiche,
geologiche ed idrauliche degli interventi. È stato svolto uno
specifico approfondimento per quanto attiene la possibile interferenza di alcune opere progettate in sotterraneo e con la
falda e sono state proposte condizioni di fattibilità per le successive fasi edilizie.
In termini progettuali generali l’intervento è planimetricamente
vicino al tracciato in sotterraneo della Linea Alta Velocità attualmente in fase di costruzione. Le analisi effettuate in questa
fase hanno evidenziato una vicinanza fra gli interventi progettati ed uno dei due tunnel ferroviari del sottoattraversamento
di Firenze, escludendo tuttavia l’interferenza diretta. Nelle successive fasi dovranno essere approfondite le questioni anche
se al momento non sussistono elementi che inficiano la fattibilità della variante. In sede di progettazione dell’intervento verrà
pertanto valutata la fattibilità e gli accorgimenti tecnici da
assumere anche in relazione allo stato di avanzamento delle
lavorazioni di realizzazione dell’opera ferroviaria.
del Regolamento di cui al DPGR 53/R/2011, in quanto la falda
freatica presenta un eccellente stato quantitativo ed anche
discreta protezione. Risulta invece importante, in sede di progettazione edilizia, modellare come i volumi in sotterraneo possano interferire con la dinamica idrica di falda ed a tal fine
vengono proposte alcune condizioni di fattibilità contenute sia
nella presente relazione geologica sia nelle norme tecniche di
attuazione. A livello di fattibilità degli interventi si prescrive che,
nelle successive fasi di progettazione ed esecuzione degli interventi previsti, dovranno essere ripetute e confermate le assunzioni ed analisi freatimetriche ed idrogeologiche generali
presenti. In particolare, dovranno essere confermate le quote
di riferimento progettuali e, nel caso di interazione con la falda, dovranno essere assunti gli opportuni interventi di mantenimento della trasmissività originaria dell’acquifero al fine di evitare perturbazioni permanenti ai livelli di falda.
2. Carta della pericolosità sismica
documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
L’area della Fortezza da Basso ricade in aree S3 e parzialmente in aree S3*. La carta della pericolosità sismica, redatta ai
sensi dei criteri di cui al previgente Regolamento 26/R/2007
riporta che le aree S3 sono aree in cui sono presenti fenomeni
di instabilità quiescenti (2A) e che pertanto potrebbero subire
una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone potenzialmente franose o esposte a rischio frana (2B) per le quali non si escludono
fenomeni di instabilità indotta dalla sollecitazione sismica; zone
con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi (4); terreni soggetti a liquefazione dinamica (5) in comuni a media-elevata sismicita (zone
3s); zone con possibile amplificazione sismica connesse a zone
94
Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
di bordo della valle e/o aree di raccordo con il versante (8);
zone con possibile amplificazione per effetti stratigrafici
(9,10,11) in comuni a media -elevata sismicita (zone 2 e 3s);
zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisiomeccaniche
significativamente diverse (12); presenza di faglie e/o contatti
tettonici (13). Queste aree ricomprendono le sottozone S3*
con 1,65<Fa≤1,7 e S3** con Fa>1,7.
Si evidenzia che stante i dati disponibili (Carta Litotecnica del
Territorio Comunale di Firenze) il substrato litoide al di sotto della Fortezza da Basso dovrebbe collocarsi intorno ai 100m. Questo fatto, in associazione con la circostanza che il Comune di
Firenze ricade in zona sismica 3S e stante la classificazione della Pericolosità Sismica effettuabile ai sensi del Regolamento
53/R/2011, determina che l’area in questione potrebbe astrattamente essere classificata in classe di pericolosità sismica S2.
Lo studio effettuato nell’ambito del Piano Strutturale inserisce
invece l’area in classe S3 e S3* in seguito ad una analisi effettuata sulla base di un modello di scuotimento e diffusione del
segnale sismico ricostruito ad hoc associando alle diverse unità
litotecniche presenti nel sottosuolo specifiche Vs. Si ritiene pertanto operando in favore della sicurezza di poter cautelativamente assumere tale classificazione come buona anche la
variante al PRG.
3. Carta della fattibilità sismica
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documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente
Con riferimento al quadro della pericolosità sismica sopradelineato e in relazione agli interventi previsti nella variante si ritiene, ai sensi del Regolamento 53/R/2011 di attribuire all’area un
codice di fattibilità per condizioni sismiche pari a F3 Fattibilità
Condizionata. Sempre in relazione agli interventi previsti nelle
successive fasi di progettazione dovrà essere effettuato un
sondaggio geognostico con prova down-hole fino alla profondità di 30 dal p.c. al fine di valutare compiutamente le caratteristiche di risposta sismica del sito di intervento.
4. Carta della pericolosità geologica
L’area di intervento non presenta problematiche di ordine geologico. Viene confermata la classificazione prevista dal Piano
Strutturale del Comune di Firenze in Classe 1 Pericolosità Bassa
per fattori geomorfologici.
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5. Carta della fattibilità geologica
Sulla base delle condizioni di pericolosità e della tipologia di
destinazioni ed interventi previsti viene definita una Fattibilità
per condizioni geologiche pari a F1 Fattibilità senza particolari
limitazioni.
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Fortezza da Basso
variante PRG - approvazione
6. Carta della pericolosità idraulica
L’area di intervento risulta perimetrata negli elaborati del Piano Strutturale del Comune di Firenze approvato con deliberazione n. 2011/C/00036 del 22 giugno 2011:
− Pericolosità Idraulica media (I.2) – aree inondabili per eventi 200<Tr<500 anni;
− Pericolosità Idraulica bassa (I.1).
In sede di indagini geologiche di supporto alla variante al PRG
si conferma il sopra riportato quadro delle pericolosità idrauliche.
Sulla base del quadro delle pericolosità idrauliche e degli interventi previsti nella zona si determina una classe di Fattibilità per
condizioni idrauliche pari a F2 – Fattibilità con normali vincoli.
Tale valutazione è giustificata dal fatto che l’area, pur essendo
interessabile da eventi con Tempo di ritorno > 200 anni presen-
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7. Carta della fattibilità idraulica
ta elevata vulnerabilità delle strutture interrate previste, nonché degli eventuali contenitori di beni artistici e culturali collocati al piano terreno. Si prescrive pertanto l’inserimento di dispositivi di autoprotezione a tenuta idraulica.
Tale disposizione non comporta necessità di interventi compensativi per quanto attiene gli ambienti in sotterraneo. Laddove anche gli ambienti posti fuori terra siano destinati a contenitore di beni artistici e culturali tali da rendere necessario
l’adozione di meccanismi di auto protezione idraulica dovranno essere valutate ai sensi del Regolamento 56/R/2011 misure
compensative funzione dei battenti di esondazione attesi con
riferimento al grado di pericolosità degli eventi (tempo di ritorno compreso fra 200 e 500 anni). Vista la specificità del bene
protetto si assume come riferimento per la progettazione un
tempo di ritorno di 500 anni.
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variante PRG - approvazione
Appendice 2
Integrazione gennaio 2014 in materia di deposito indagini
geologiche, sismiche ed idrauliche
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variante PRG - approvazione
Deposito delle indagini geologiche, sismiche ed idrauliche
Le indagini geologiche, sismiche ed idrauliche relative alla variante al PRG sono state oggetto di deposito all’Ufficio Tecnico
del Genio Civile di Firenze ai sensi della DPGR 53/R del
25/10/2011 (n. 3093 del 13.09.2013). Il deposito è risultato soggetto a controllo obbligatorio e l’esame della documentazione ha avuto esito positivo (prot. 44105 del 26.09.2013).
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