Impianti Dentali 1-07 17:40 Pagina 8 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 Giornale Italiano di Microbiologia Medica Odontoiatrica e Clinica Vol. XI, N° 1, 2007 p. 8 - 14 Organo ufficiale della S.I.M.M.O.C. Copyright © 2007 I. Milazzo1, G. Blandino1*, G. Nicoletti1, O. Baglio2, S. Pappalardo2 *Autore di riferimento: G. Blandino LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 8 5-04-2007 Impianti dentali a connessione conometrica versus impianti dentali a connessione avvitata: studio microbiologico e al microscopio elettronico a scansione Dental implants with locking taper connection versus screwed connection: Microbiologic and scanning electron microscope study Riassunto: Lo scopo del presente lavoro è stato quello di effettuare una analisi sull’interfaccia degli impianti dentali, mettendo a confronto diversi sistemi di connessione, al fine di valutare il ruolo della discrepanza geometrica, presente tra moncone e impianto (Fixture-Abutment), nel favorire la permeabilità alla colonizzazione batterica. Sono stati presi in esame due tipi di impianti dentali, presenti in commercio, diversi per il sistema di connessione tra impianto e moncone. Gli impianti dentali (Fixture-Abutment Complex, CFA) esaminati sono stati 16 CFA a connessione avvitata (Sweden-Martina Italia), diversi tra loro per il diametro (Ø), 4 CFA di Ø 3,8mm, 4 CFA di Ø 4,7mm, 4 CFA di Ø 5,7mm e 4 CFA di Ø 6,7mm, e 4 CFA a connessione conometrica di Ø 3,5mm (Bicon). Sono stati condotti dei saggi in vitro, mettendo a contatto i diversi impianti con una coltura microbica costituita da Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Streptococcus pyogenes, per verificare la loro eventuale infiltrazione all’interno degli impianti dentali nell’arco di 24h. Inoltre è stata condotta un’analisi al microscopio elettronico a scansione per valutare il gap esistente a livello dell’interfaccia fixture -abutment. In tutti i CFA conometrici e nei CFA avvitati di diametro di 3,8mm non è stata riscontrata alcuna traccia di infiltrazione da parte delle specie batteriche in esame. Nei CFA avvitati è stato osservato un grado crescente di infiltrazione batterica in relazione all’ampiezza del diametro. Dallo studio emerge che esiste un’importante correlazione tra il diametro degli impianti a connessione avvitata e la permeabilità alla colonizzazione microbica, che è direttamente proporzionale al diametro implantare. Summary: The aim of this study was to carry out an analysis of the Fixture-Abutment Interfaces (FAI), comparing different connection systems, to evaluate the role of geometric discrepancy, which is present between the abutment and the fixture, in favoring the permeability to bacterial colonization. Two types of commercially available FAI were studied, 16 screwed FAI (Sweden-Martina Italia) (4 of Ø 3.8 mm, 4 of Ø 4.7 mm, 4 of Ø 5.7 mm and 4 of Ø 6.7 mm) and 4 locking taper FAI (Bicon) (Ø 3.5mm). The assays were carried out in vitro, placing in contact the different dental implants with broth-culture of Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa and Streptococcus pyogenes to test the infiltration inside of FAI. Furthermore, scanning electron microscope (SEM) study was carried out to evaluate the gap at the fixtureabutment interface. In all the locking taper FAI and in the screwed FAI with a diameter of 3.8 mm there was no trace of bacterial infiltration of the species examined. In the screwed FAI there was an increasing level of bacterial infiltration in relationship to the diameter. Therefore, this paper shows that there is a correlation between the diameter of the screwed implant and the permeability to microbic infiltration, directly proportional to the diameter of the implant. INTRODUZIONE La perdita degli elementi dentali è vissuta oggi, nella nostra società, come una menomazione in grado di compromettere il ‘quod vitam’ e i rapporti interpersonali affettivi e lavorativi. Per tale motivo, i pazienti parzialmente o totalmente edentuli sono indirizzati, attualmente, 1 2 verso una riabilitazione implantoprotesica, di tipo funzionale ed estetico, soprattutto nella regione anteriore [Balaji, 2002]. Negli ultimi decenni, i progressi ottenuti nella chirurgia additiva preimplantare ha consentito di ottenere ottimi risultati nella ricostruzione tridimensionale del complesso maxillo-facciale, sia nei casi di Dipartimento di Scienze Microbiologiche e Ginecologiche-Sezione di Microbiologia, Università di Catania Dipartimento Specialità Medico-Chirurgiche, Policlinico, Università di Catania Impianti Dentali 1-07 5-04-2007 17:40 Pagina 9 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 MATERIALI E METODI Saggio di infiltrazione microbica Per tale studio sono stati presi in esame due tipi di impianti dentali, presenti in commercio, diversi per il sistema di connessione tra impianto e moncone. Gli impianti dentali (Fixture-Abutment Com- plex, CFA) esaminati sono stati 16 a connessione avvitata (Sweden-Martina Italia), diversi tra loro per il diametro (Ø) (4 CFA di Ø 3,8mm, 4 CFA di Ø 4,7mm, 4 CFA di Ø 5,7mm e 4 CFA di Ø 6,7mm) e 4 a connessione conometrica di Ø 3,5mm (Bicon). Per l’analisi di infiltrazione microbica sono stati impiegati alcuni batteri selezionati in base alle loro differenti dimensioni: Staphylococcus aureus (dimensioni Ø 0,8-1 µm); Escherichia coli (dimensioni 1x1,6 µm); Pseudomonas aeruginosa (dimensioni 0,5x 3 µm); Streptococcus pyogenes (dimensioni Ø 1-1,5 µm). Lo studio veniva effettuato avvitando e sterilizzando con i raggi UV i componenti delle connessioni; quindi, gli impianti dentali in esame venivano posti a contatto con le colture dei ceppi batterici scelti (BHI broth) ed incubati a 37°C. Dalle brodocolture, ad intervalli di tempo prestabiliti (3, 6 e 24h), gli impianti venivano prelevati ed opportunamente lavati (3 lavaggi in fisiologica sterile). Le parti delle connessioni impianto-moncone venivano separate e messe ad incubare in BHI broth a 37°C. Dopo 18h di incubazione, per ogni campione di brodo, veniva effettuata una colorazione di Gram ed una semina su terreni selettivi per confermare che l’eventuale presenza microbica all’interno del sistema impiantare era da ricondurre ai batteri selezionati per l’infiltrazione e non a contaminazione accidentale da parte di altri microrganismi. I saggi sono stati condotti in doppio per verificare la riproducibilità dei risultati sinonimo di garanzia d’attendibilità delle prove effettuate. Analisi al Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) Per analizzare il gap geometrico esistente a livello dell’interfaccia fixture-abutment è stata condotta un’analisi al SEM su impianti dentali identici a quelli utilizzati per lo studio microbico; i diversi sistemi implantari sono stati analizzati senza essere sottoposti a particolari procedure di preparazione. Per le analisi sulla discrepanza geometrica a livello della superficie di contatto tra impianto e moncone è stato utilizzato il Impianti dentali a connessione conometrica versus impianti dentali a connessione avvitata: studio microbiologico e al microscopio elettronico a scansione Dental implants with locking taper connection versus screwed connection: Microbiologic and scanning electron microscope study LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES piccoli difetti ossei che nei casi di grande atrofia [Simion e Fontana, 2004; Pappalardo et al., 2004; Reinert et al., 2003; Keith, 2004; Ganz e Valen, 2002]. Negli ultimi anni, la ricerca implantare ha concentrato la sua attenzione sulle caratteristiche della componente endossea dell’impianto (fixture), per individuare i criteri per la valutazione del successo clinico degli impianti in funzione di una buona osseointegrazione [Ekelund et al.,2003; Branemark, 2003; Weigl, 2003; Asvanund e Morgano, 2004; Davis et al.,2003; Kawahara et al.,2003]. Oggi l’attenzione di molti ricercatori e clinici è focalizzata sullo studio dei sistemi di connessione impianto-moncone presenti in commercio, al fine di ovviare ad alcune problematiche legate all’insuccesso implantare. Infatti, da un’attenta analisi in letteratura, le cause di insuccesso implantare più frequenti sono da ricondursi ad un’infiammazione di origine batterica; in implanto-protesi le complicanze più temibili, dal punto di vista microbiologico, sono la perimplantite e il riassorbimento angolare [Abrahamsson et al, 1998; Lindhe e Berglundh, 1998]. Uno dei maggiori rischi di infezione, attorno ai sistemi implantari a due fasi, è inerente alla presenza di un gap geometrico tra l’impianto (fixture) e il moncone (abutment); tale spazio può servire da serbatoio stagnante ai fini di una reinfezione del solco perimplantare [Piattelli et al, 2001; Keller et al, 1998]. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di effettuare un’analisi sull’interfaccia della connessione monconeimpianto, mettendo a confronto diversi sistemi di connessione, in modo da valutare la responsabilità della discrepanza geometrica presente tra moncone e impianto come fattore favorente la permeabilità alla colonizzazione batterica. 9 Impianti Dentali 1-07 17:40 Pagina 10 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 Milazzo et al. microscopio elettronico LEO 1550 F.E. (Field Emission) con colonna Gemini; un microscopio a scansione elettronica (S.E.M.) a bassa tensione, che consente la descrizione antidistruttiva del campione senza alcun rivestimento, ottenendo una risoluzione estremamente alta, che va da 3 nm (a 1 chilovolt) a 1 nm (a 30 chilovolt), per una distanza di lavoro (WD) pari a 2mm. I campioni analizzati sono stati sottoposti a vari ingrandimenti, in un range compreso tra 100X e 3000X; Le specifiche tecniche, che sono state prese come parametri di riferimento, per il microscopio elettronico, sono le seguenti: tensione di accelerazione del fascio (EHT), pari a EHT=20.00 Kv; corrente del fascio di elettroni (Probe Current) di 40 pA; risoluzione di 1nm a 20 Kv per una WD di 2mm; angolo di tiltaggio di 0 gradi. Per tutti i campioni analizzati sono stati utilizzati i Secondary Electron Image (SE2) come rilevatori per le caratteristiche del materiale. La misurazione del gap è stata effettuata attraverso il programma di misurazione Point to Point measure µm. Tabella I Risultati del test da infiltrazione batterica nei 5 diversi impianti dentali 3h 6h 24h CFA avvitato Ø 3,8 mm - - - CFA avvitato Ø 4,7 mm - - - CFA avvitato Ø 5,7 mm - - - CFA avvitato Ø 6,7 mm - - - CFA conometrico - - - CFA avvitato Ø 3,8 mm - - - CFA avvitato Ø 4,7 mm - - + CFA avvitato Ø 5,7 mm - - + CFA avvitato Ø 6,7 mm - + + CFA conometrico - - - CFA avvitato Ø 3,8 mm - - - CFA avvitato Ø 4,7 mm - - - CFA avvitato Ø 5,7 mm - + + CFA avvitato Ø 6,7 mm - - - CFA conometrico - - - CFA avvitato Ø 3,8 mm- - - - CFA avvitato Ø 4,7 mm - - - CFA avvitato Ø 5,7 mm - - + CFA avvitato Ø 6,7 mm - - - CFA conometrico - - - S. Pyogenes LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 10 5-04-2007 S. aureus P. aeruginosa E. coli Impianti Dentali 1-07 5-04-2007 17:40 Pagina 11 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 I risultati ottenuti dallo studio microbico sui diversi impianti dentali, sia a connessione conometrica che avvitata, sono riportati in Tabella I. In tutte le prove effettuate non si sono mai verificati casi di contaminazione batterica accidentale. La contaminazione con S. pyogenes non veniva dimostrata in nessun impianto. Per quanto riguarda gli altri ceppi saggiati (S. aureus, P. aeruginosa, E. coli), negli impianti a connessione conometrica e in quelli avvitati con diametro di 3,8 mm non è stata evidenziata nessuna crescita batterica, neppure a distanza di 24 ore. Per gli altri impianti a connessione avvitata a distanza di 3 ore non veniva osservata alcuna infiltrazione. Invece, a distanza di 6 ore dall’inoculo veniva evidenziata una infiltrazione da parte di S. aureus nell’impianto a connessione avvitata con diametro di 6,7 mm e da parte di P. aeruginosa nell’impianto a connessione avvitata con diametro di 5,7 mm. A distanza di 24 ore i risultati mostravano una infiltrazione da parte di S. aureus negli impianti a connessione avvitata con diametro di 4,7 mm, di 5,7 mm e di 6,7 mm. P. aeruginosa ed E. coli contaminavano, mediante infiltrazione, soltanto l’impianto a connessione avvitata con diametro di 5,7 mm. Lo studio al SEM, a vari ingrandimenti, ha evidenziato differenti discrepanze geometriche a livello dell’interfaccia moncone-impianto.L’impianto dentale a connessione conometrica presentava un gap geometrico compreso tra 0,5 e 1,5 µm (foto 1). La misurazione della discrepanza geometrica nei diversi impianti a connessione avvitata è stata differente a seconda del diametro dell’interfaccia analizzata. Infatti nell’impianto di diametro 3,8 mm il gap era di 1,5-2 µm (foto 2), nell’impianto di diametro 4,7mm il gap era di 4 µm (foto 3), nell’impianto di diametro 5,7mm il gap era di 8-10 µm (foto 4) e nell’impianto di diametro 6,7mm il gap era di 8 µm (foto 5). Figura 1 Immagine al SEM del CFA conometrico Ø 3,5 mm (ingrandimento a 8000 X) Impianti dentali a connessione conometrica versus impianti dentali a connessione avvitata: studio microbiologico e al microscopio elettronico a scansione Dental implants with locking taper connection versus screwed connection: Microbiologic and scanning electron microscope study LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES RISULTATI 11 Impianti Dentali 1-07 17:40 Pagina 12 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 Milazzo et al. Figura 2 Immagine al SEM del CFA avvitato Ø 3,8 mm (ingrandimento a 2000 X) Figura 3 Immagine al SEM del CFA avvitato Ø 4,7 mm (ingrandimento a 3600 X) LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 12 5-04-2007 Figura 4 Immagine al SEM del CFA avvitato Ø 5,7 mm (ingrandimento a 3600 X) Impianti Dentali 1-07 5-04-2007 17:40 Pagina 13 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 DISCUSSIONE I risultati ottenuti hanno dimostrato che esiste un’importante correlazione tra il diametro degli impianti a connessione avvitata e la permeabilità alla colonizzazione microbica. La tecnica utilizzata ha dato prova della sua validità, perché i risultati sono stati ripetibili. Va, però, considerato tenuto che le condizioni sperimentali risultavano più favorevoli alla crescita microbica rispetto alle condizioni reali “in vivo”, in quanto è stato utilizzato un terreno colturale di arricchimento; inoltre, la crescita microbica non è stata ostacolata, come fisiologicamente avviene, dalla presenza d’enzimi, da detersione meccanica o da fenomeni di competizione tra microrganismi anche di specie diverse. L’infiltrazione batterica nelle connessioni avvitate di 5,7 mm e di 6,7 mm è risultata decisamente più elevata rispetto all’impianto con connessione avvitata di 4,7 mm, mentre nell’impianto di 3,8 mm era del tutto inesistente. Questo dato trova conferma nel differente gap (4-15 µm) esistente tra impianto e moncone nei CFA avvitati con diametro superiore a 3,8 mm. In letteratura non sono stati ancora definiti i parametri standard di accettabilità delle discrepanze tra sovrastruttura e impianto; si oscilla infatti dai 150 µm proposti da Yanase et al. [1994] ai soli 30 µm definiti da York et al. [1985]. Tale fissurazione consente un agevole passaggio di microrganismi (di dimensioni comprese tra 1 e 3 µm) tra interno ed esterno degli impianti, come già dimostrato in letteratura [Buchmann et al., 2003; Quirynen et al., 1994; Gross et al., 1999]. Quirynen et al., [1994] sempre valutando impianti Brånemark, dimostrarono in vitro un consistente passaggio di germi dalla superficie interna a quella esterna dei CFA. Nei CFA conometrici e nei CFA avvitati di 3,8 mm l’infiltrazione batterica è risultata nulla, nonostante il terreno di arricchimento in cui erano poste. Tale dato è supportato dal minimo gap (0,5-1,5µm) nei CFA conometrici e (1,5-2 µm) nei CFA avvitati di 3,8 mm, riscontrato all’analisi al SEM, che rende estremamente disagevole il passaggio microbico nei due sensi. Pertanto da tale studio si evince che i CFA conometrici e i CFA avvitati di 3,8 mm rappresentano una valida barriera meccanica nei confronti dell’infiltrazione batterica, ostacolando l’eventuale insorgenza di una perimplantite o di un riassorbimento osseo angolare, che possono essere causa della perdita dell’impianto stesso. Impianti dentali a connessione conometrica versus impianti dentali a connessione avvitata: studio microbiologico e al microscopio elettronico a scansione Dental implants with locking taper connection versus screwed connection: Microbiologic and scanning electron microscope study LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES Figura 5 Immagine al SEM del CFA avvitato Ø 6,7 mm (ingrandimento a 3600 X) 13 Impianti Dentali 1-07 17:40 Pagina 14 GIMMOC Vol. XI N° 1, 2007 Milazzo et al. Ulteriori studi in vivo permetterebbero di valutare e meglio quantizzare l’effettiva efficacia degli impianti dentali a connessione sia avvitata che conometrica, in funzione di una sopravvivenza implantare a medio e lungo termine. BIBLIOGRAFIA LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES 14 5-04-2007 Abrahamsson I., Berglundh T., Linde J. Soft tissue response to plaque formation at different implant systems. A comparative study in the dog. Clin. Oral. Impl. Res., 9: 73-79, 1998. Asvanund C., Morgano S.M. Restoration of unfavorably positioned implants for a partially endentulous patient by using an overdenture retained with a milled bar and attachments: a clinical report. J. Prosthet. Dent. 9: 6-10, 2004. Balaji S.M. Management of deficient anterior maxillary alveolus with mandibular parasymphyseal bone graft for implants. Implant. Dent.,11: 363-369, 2002. Branemark P.I. Rehabilitation and osseointegration in clinical reality. Int. J. Oral. Maxillofac. Implants.,18:770-771, 2003. 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