Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Donatella D’Accolti Alimentazione e idratazione: funzioni Mantenimento delle funzioni dell’organismo Sviluppo corporeo Prevenzione delle malattie Ripristino dello stato di salute I nutrienti sono divisi principalmente in sei categorie Carboidrati: energia, stimolano la peristalsi e mantengono la normale eliminazione intestinale Proteine: crescita, mantenimento e riparazione cellulare, compongono enzimi, ormoni, anticorpi Lipidi: energia, formazione dei tessuti di sostegno, termoregolazione, trasporto di vitamine liposolubili Vitamine: sono più di venti e sono indispensabili per la vita dell’organismo, rappresentano una piccola quota nella dieta e vanno assunte quotidianamente Sali minerali: indispensabili per le funzioni vitali; costituiscono strutture quali ossa e denti, regolano il flusso e il volume del sangue e dei liquidi extracellulari, ecc. Acqua: tutte le reazioni metaboliche, il trasporto dei nutrienti, l’eliminazione dei prodotti del metabolismo avvengono in mezzo acquoso; regola i processi di termoregolazione. La piramide alimentare 1 porzione equivale a mezza tazza di prodotto cotto o una tazza di prodotto non cotto DIETA BILANCIATA: 50 – 60 % di carboidrati, 28 – 30 % di grassi 10 – 15 % di proteine. A questi nutrienti vanno sempre associate le fibre EFFETTO ANTIANTI-FAME EFFETTO MECCANICO SULL’INTESTINO EFFETTO BARRIERA Caratteristiche di una persona ben nutrita Peso e altezza normali per l'età, costituzione corporea e stadio di sviluppo Appetito adeguato Attiva, sveglia e capace di mantenere un'adeguata attenzione Pelle e mucose sane e tese Postura eretta, con braccia e gambe dritte Muscoli ben sviluppati senza eccesso di grasso corporeo Normale eruzione dei denti e denti e gengive sani Normale elinazione urinaria e intestinale Normale riposo e sonno Normali livelli di emoglobina, ematocrito e proteine sieriche Assenza di anomalie correlate alla dieta Body Mass Index (Indice di Massa Corporea): Kg BMI = m2 Sottopeso BMI < 18,5 Normopeso BMI fra 18,5 e 24,9 Obesità di I grado: un BMI fra 25 e 30 Obesità di II grado: un BMI fra 30 e 40 Obesità di III grado: un BMI maggiore di 40 L’equilibrio dei liquidi Percentuale di acqua rispetto al peso corporeo: Neonato 70-80% Bambino 60-77% Femmina adulta 50% Maschio adulto 60% Anziano 45-50% BILANCIO IDRICO: definizione e scopo Consiste nel misurare il quantitativo di liquidi ingeriti o assunti in altro modo e confrontarli con quelli eliminati. Per evitare disidratazione o sovraccarico di liquidi, le entrate dovrebbero essere uguali alle uscite. Si parla di bilancio negativo (disidratazione) quando le uscite superano le entrate. Il bilancio è invece positivo quando l'introduzione di liquidi supera il quantitativo di quelli eliminati. In questo caso si può assistere alla comparsa di edemi e/o a fenomeni di sovraccarico circolatorio (per es., aumento della pressione arteriosa). Variabili da considerare nel calcolo del bilancio idroelettrolitico Entrate Liquidi assunti per bocca Alimenti con elevata percentuale di acqua Acqua prodotta dal metabolismo I Liquidi infusi Uscite Urine e feci Perspiratio insensibilis Sudorazione Vomito, diarrea, perdite ematiche, raccolte da drenaggi e sonde Quantità media di liquidi eliminati da un individuo adulto VIA Urina Perdite impercettibili: polmoni QUANTITÀ 1400-1500 350-400 cute 350-400 sudore 100-200 feci 100-200 MONITORARE LE ENTRATE E LE USCITE DI LIQUIDI Materiale occorrente Scheda di bilancio idrico Padella o pappagallo o sedia comoda Raccoglitore di urine da bagno Contenitori calibrati per misurare le entrate e le uscite Guanti monouso Etichetta per segnalare accanto alletto che il paziente sta eseguendo il bilancio idrico NPT Procedura Spiegare al paziente, ai familiari e a tutti gli operatori coinvolti l'importanza di effettuare un corretto bilancio idrico e le motivazioni per il quale è stato richiesto. Sottolineare che è necessario usare la padella, l'orinale, il pappagallo o la sedia comoda (se non è posizionato un catetere vescicale). Istruire il paziente a non gettare la carta igienica nel contenitore dell'urina. Molte persone desiderano essere coinvolte nella registrazione del bilancio idrico, pertanto l'infermiere deve insegnare loro come e quando calcolare il valore idrico dei cibi. Lavare le mani ed osservare le procedure più appropriate per il controllo delle infezioni. Misurare le entrate dei liquidi del paziente. Segnare sul foglio temporaneo messo sul lato del letto i liquidi introdotti con i pasti ed ogni altro liquido, se il paziente non lo ha già fatto. Specificare il tipo di liquido introdotto e l'ora. Tutti i liquidi elencati devono essere registrati. Tutti i liquidi elencati devono essere registrati. Liquidi assunti per via orale: acqua, latte, succhi, bibite, caffè, tè, crema, zuppa e tutte le altre bibite, inclusa l'acqua presa con i farmaci. Per misurare la quantità riempire una brocca con l'acqua o una bottiglia che contiene una quantità standard e misurare quanto ne rimane. Cubetti di ghiaccio: registrarli come liquidi quantificati in modo approssimativo pari alla metà del loro volume. Cibi liquidi o che tendono a diventarlo con la temperatura: gelato, sorbetto e gelatina. Non devono essere misurati i cibi che si possono ridurre in purea in quanto questi sono cibi solidi preparati in forma diversa. Alimentazione parenterale: includere da 30 a 60 ml di acqua di lavaggio del tubo alla fine del tempo di somministrazione continuo o intermittente. Liquidi somministrati per via parenterale: deve essere registrata la quantità esatta di liquidi assunti per via endovenosa. Le trasfusioni di sangue devono essere conteggiate. Terapie endovenose: devono essere incluse quelle diluite con soluzione fisiologica e somministrate come infusione intermittente o continua (ad es. 80 mg di solfato di tobramicina in 50 ml di fisiologica). Alcune sostanze farmacologiche sono diluite anche in 50/100 ml di soluzione fisiologica. Catetere o drenaggi: se non immediatamente eliminato il liquido introdotto nel catetere vescicale, nel sondino nasogastrico e nel tratto intestinale deve essere misurato e registrato Liquidi in uscita Urine: ad ogni minzione versare l'urina in un contenitore graduato, rilevare la quantità e l'ora ed annotare tutto sulla scheda. Per pazienti portatori di catetere vescicale, svuotare la busta di raccolta in un contenitore graduato a fine turno (o ai tempi prescritti, se è necessario un bilancio frazionato). Registrare la quantità di urina con attenzione. Nelle terapie intensive, la diuresi è spesso rilevata ogni ora. Valutare e registrare la diuresi di un paziente incontinente. Ad esempio, nel caso di un paziente in continente, l'infermiere può registrare il numero degli assorbenti utilizzati o il numero delle lenzuola bagnate, oppure, per una rilevazione precisa, è necessario confrontare il peso del materiale pulito con quello bagnato. Se l'urina durante la minzione si è sporcata con le feci, può essere registrato il numero delle minzioni piuttosto che il volume esatto di urina. Vomito e feci liquide: è necessario specificare la quantità, il tipo di liquido e l'orario di eliminazione. Tubi di drenaggio: sondino naso gastrico e drenaggi addominali. Drenaggio di ferita o di fìstola: registrare il tipo e numero di medicazioni o il numero delle garze bagnate o misurare la quantità esatta dell'essudato contenuta nel drenaggio in aspirazione (ad es. Hemovac, Redon) o a caduta (per gravità). Fare la somma delle entrate e delle uscite ogni fine del turno. Entrata e uscite: situazioni particolari Neonato Una valutazione più accurata della diuresi nel neonato si ottiene pesando prima i pannolini asciutti poi quelli bagnati e facendo la differenza tra i pesi. Ogni grammo di peso è pari a l ml di urina. Bambino Se un bambino aumenta di peso all'improvviso (ad es. 0,5 kg in un giorno), ciò può essere dovuto all'accumulo di liquidi e non ad una crescita normale. È necessario osservare a che velocità aumenta il peso corporeo. Anziano L'incontinenza urinaria è un problema comune fra i pazienti anziani che hanno una perdita di controllo degli sfinteri con emissione continua o intermittente di urina. Ipercalcemia Disidratazione Descrizione Isotonica Ipotonica Ipertonica Possibili cause Perdita di sodio = - completo digiuno perdita di acqua - episodi di vomito e diarrea Perdita di sodio > - eccessivo uso di diuretici perdita di acqua (sodio sierico 135 mmol/I) Perdita di sodio < perdita di H20 - febbre - diminuzione dell'assunzione di liquidi (per cause iatrogene) - deprivazione di liquidi per possibile negligenza Fattori che influenzano lo stato nutrizionale Centri ipotalamici sono deputati alla regolazione dell’apporto alimentare. Alcuni fattori interessati nella regolazione dell’appetito comprendono il livello glicemico, le secrezioni gastriche, la motilità gastrica, i fattori ormonali, nonché la risposta alle stimolazioni nervose autonome. l’età; le condizioni economiche, culturali e sociali; le aree geografiche; l’educazione e la cultura; le fedi religiose; l’attività fisica; i media e la pubblicità; l’uso di alcool e farmaci; le malattie e i traumi. alterazioni del cavo orale o della deglutizione L’alimentazione in ospedale Alcuni autori segnalano che esiste uno scarso interesse per il problema della nutrizione in tale contesto Uno studio prospettico ha valutato: L’incidenza della malnutrizione nei ricoverati Il cambiamento dello stato nutrizionale durante il ricovero . Dati rilevati: 40% di pazienti dimessi con malnutrizione 20-50% di pazienti con condizione di malnutrizione durante il ricovero 5,5 giorni di incremento della degenza media 1300 € di costi aggiuntivi per paziente 40% di spreco di cibo 31% di introito calorico insufficiente giornaliero 2,1 giorni in meno di degenza con un intervento nutrizionale entro i primi 3 giorni Analisi delle cause che influiscono sulla nutrizione durante il ricovero Ritmi istituzionali rigidi Mancanza di un regime dietetico ospedaliero in grado di rispondere alle esigenze nutrizionali dei degenti Programmazione degli esami clinici per cui sia necessario un tempo di digiuno pre e/o postdiagnostico e operatorio finalizzato alle esigenze del servizio e non del paziente Modalità del trasporto del cibo Mancanza di strutture (ambienti confortevoli e idonei) Mancanza di conoscenze da parte degli operatori Altri fattori che contribuiscono allo stato di denutrizione: prolungato uso di terapia parenterale in quantità inadeguata e di incerta composizione; mancata percezione di un aumento del fabbisogno alimentare conseguente ad una lesione o malattia; assunzione di farmaci. La denutrizione ostacola: la guarigione delle ferite; aumenta la suscettibilità alle infezioni; prolunga la degenza a letto. Bisogno di alimentazione nel paziente ricoverato Raccolta dati su: condizione del cavo orale; valutazione della deglutizione; grado di autonomia; conoscenze del paziente e della famiglia in merito all’alimentazione. Condizioni del cavo orale presenza o assenza di dentatura naturale; presenza o assenza di protesi dentale, abitudini igieniche; condizioni della mucosa. IDENTIFICAZIONI DELLE DISFUNZIONI DISTURBI LEGATI AL BERE E AL MANGIARE STOMATITE: INFIAMMAZIONE DEL CAVO ORALE EZIOLOGIA SCATENANTE: MALNUTRIZIONE IPERPIRESSIA ABUSO DI ALCOOL E FUMO MALATTIE INFETTIVE CARENZE VITAMINICHE Valutazione della deglutizione Definizioni di disfagia • Difetto della deglutizione (tradizionale) • Difetto di una o più fasi della deglutizione • Difetto della preparazione e/o della progressione del bolo e delle secrezioni salivari • Difetto del transito dal cavo orale allo stomaco • Insufficiente capacità di alimentarsi • Sensazione di ritardo nel passaggio di un bolo di cibo entro 10” dall’inizio della deglutizione Cause di disfagia • Meccanica (per alterazione dei distretti coinvolti) • Neurologica (per alterazione dei centri che generano gli impulsi o delle afferenze che presiedono all’azione locale: contrazione dei muscoli, movimenti peristaltici) Segni di disfagia (aspetti generali) Scarsa igiene orale Modifica delle abitudini alimentari Perdita di peso corporeo e disidratazione Ricorrenti infezioni bronco-polmonari - Difficoltà nell’ingoiare le secrezioni orali e/o controllare la salivazione - Impossibilità o debolezza nell’atto volontario di tossire o ingoiare - Modifica del tono di voce - Riduzione dei movimenti linguali e buccali - Schiarirsi frequentemente la voce Segni di disfagia (durante l’assunzione di alimenti o liquidi) • Incoordinazione fra masticazione e deglutizione • Necessità di numerosi atti deglutitori per ogni boccone • Ristagno di cibo all’interno della guancia • Inizio della deglutizione rallentato • Necessità di tempo prolungato per mangiare e bere • Facilità a tossire o sternutire durante il pasto e subito dopo Segni di disfagia (dopo aver assunto cibo e bevande) • Modifica della qualità della voce (umida fino a gorgogliante) • Stanchezza eccessiva • Modifica nella sequenza del respiro Trattamento Obiettivi: • Fornire un adeguato apporto di nutrienti e liquidi (prevenzione disidratazione e malnutrizione) • Prevenire le infezioni polmonari da aspirazione Tecniche di compenso • Modifica caratteristiche degli alimenti • Adeguamenti posturali Valutazione del grado di autonomia - Grado di mobilità - Incapacità di procurarsi e prepararsi il cibo - Capacità di sostenere un peso - Tempo impiegato per alimentarsi - Livello cognitivo - Stato psicologico Il momento del pasto • Valutare l’aiuto parziale o totale nell’assunzione del pasto • Impiegare il personale di supporto • Programmare un intervento educativo nutrizionale Valutazione dello stato nutrizionale Comprende: a) l’anamnesi; b) l’esame obiettivo:le misure antropometriche, esami biochimici, conteggio delle calorie, dati immunologici. A) l’anamnesi deve raccogliere dati soggettivi su • abitudini alimentari del soggetto; • fisiologia personale • anamnesi dietetica remota e prossima; interazioni tra alimenti e farmaci, • ingestione di alcool e droga. •MNA B) esame obiettivo presenza di segni e sintomi: • dolore; • indigestione; • gas intestinali; • nausea e vomito Tramite le misure antropometriche si ottengono dati obiettivi su: - il peso e altezza - lo spessore delle pliche cutanee - l’indice di massa corporea IBM Dati biochimici: emoglobina, albumina sierica, transferrina sierica, creatinina DISPEPSIA Consiste nella difficoltà’ a svolgere una normale funzione digestiva gastrica e intestinale; può essere un disturbo innocuo della digestione o un sintomo concomitante di patologia del tratto gastrointestinale I sintomi possono presentarsi singolarmente o in associazione: • ALITOSI E PATINA LINGUALE • ACIDITA’ • METEORISMO • NAUSEA • VOMITO Il VOMITO É un atto riflesso che consiste nell’emissione rapida e forzata del contenuto gastrico e/o biliare che viene espulso all’esterno attraverso il cavo orale a seguito di affezioni a carico dell’apparato cardiovascolare, gastroenterico, nervoso. RACCOLTA DATI: momento di insorgenza frequenza tipo e modo aspetto e carattere: VOMITO ALIMENTARE VOMITO CAFFEANO VOMITO BILIARE “ PSICOGENO “ FECALOIDE EMATEMESI Diagnosi infermieristiche Diagnosi infermieristica A. Nutrizione alterata: superiore al fabbisogno B. Nutrizione alterata: inferiore al fabbisogno A. Nutrizione alterata: superiore al fabbisogno Definizione Condizione in cui l’individuo introduce una una quantità di nutrimenti che eccede le necessità metaboliche Caratteristiche definenti Peso corporeo 20% > al quello ideale per altezza e costituzione e pliche al tricipide maggiori di 15 mm nell’uomo o 25 mm nella donna Fattori correlati eccessivo apporto alimentare relativamente alle necessità metaboliche B. Nutrizione alterata: inferiore al fabbisogno Definizione nutrizione inadeguata alle esigenze metaboliche comprendendo un peso corporeo del 20% o più al di sotto del peso ideale per l’altezza e la costituzione, fragilità capillare, congiuntive e mucose pallide, scarso tono muscolare, e perdita dei capelli Fattori correlati l’incapacità di introdurre cibo, di digerire, di assorbire nutrienti, quale conseguenza di fattori biologici, psicologici, o sociali. Altre diagnosi infermieristiche possono servire come fattori eziologici es. Alterata deglutizione Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Indirizzare Azioni Illustrare alla persona i fattori che possono influenzare l’alimentazione e l’idratazione Informare sugli effetti di sostanze farmacologiche sull’alimentazione e l’idratazione Informare sugli effetti di sostanze farmacologiche sull’alimentazione e l’idratazione Far conoscere alla persona gli effetti indesiderati che l'assunzione di farmaci può provocare sull'alimentazione e l'idratazione, o su come alcuni alimenti e bevande possono alterare l'effetto di alcune sostanze farmacologiche. Gli scopi sottesi all'atto sono: favorire la compliance della persona riguardo al proprio percorso terapeutico; prevenire l'insorgenza di disturbi e/o patologie dell'apparato gastrointestinale; prevenire l'interferenza degli alimenti sull'efficacia dei farmaci; prevenire l'interferenza nell'assorbimento di nutrienti da parte dei farmaci; garantire una corretta gestione della terapia assunta. Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Guidare Azioni Istruire la persona sulle modalità per mantenere l’alimentazione e l’idratazione Insegnare a scegliere/preparare una dieta rispettando le prescrizioni e i gusti. Insegnare a scegliere/preparare una dieta rispettando le prescrizioni e i gusti. Si intende fornire alla persona o a chi prepara i pasti le informazioni utili per scegliere gli alimenti di una dieta bilanciata. La dieta deve tenere conto dell' ambiente, dello stile di vita della persona, delle sue preferenze alimentari, della sua capacità di ingerire e digerire alimenti e della presenza di patologie. Per alcune patologie la dieta può integrare o addirittura rappresentare una terapia. Gli scopi sottesi all’atto sono: Garantire un adeguato apporto nutrizionale alla persona Prevenire la malnutrizione Aumentare la consapevolezza della persona sulla dieta intesa come terapia Funzione degli elettroliti Le funzioni degli elettroliti comprendono: 1. La promozione dell’eccitabilità neuromuscolare; 2. Il mantenimento dell’osmolarità dei liquidi corporei; 3. Regolazione del bilancio acido-base; 4. Mantenimento della distribuzione dell’acqua corporea tra i compartimenti liquidi Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Sostenere/Compensare Azioni Favorire l’assunzione di alimenti e bevande. Fornire i normali mezzi che consentono di portare il cibo e le bevande alla bocca e/o quelli che consentono di mangiare e bere senza sbavare OCCHIO all’ACQUA SI5idratazione LA DISIDRATAZIONE È stata definita come il più comune squilibrio di liquidi ed elettroliti nella popolazione anziana. In uno studio eseguito tra ospiti di una casa di riposo, ricoverati in ospedale per disturbi acuti, al 34% fu diagnosticata disidratazione. In un altro studio il 23% dei pazienti oltre i 70 anni di età che furono ammessi in ospedale, furono trovati disidratati. Questi numeri sono preoccupanti, infatti i pazienti anziani ospedalizzati per disidratazione, hanno un tasso di mortalità a livello del 45-46%. Fattori di rischio di disidratazione:(1) disidratazione :(1) MODIFICHE FISIOLOGICHE CORRELATE ALL’ETÀ (modifiche della percezione della sete; riduzione della quota di acqua corporea per aumento della massa grassa, meno idratata, a discapito della massa magra, più idratata; modificazione della funzionalità renale; aumentata prevalenza di patologie multiple e croniche); RIDOTTA MOBILITÀ E ABILITÀ FUNZIONALE (sono più a rischio i soggetti parzialmente dipendenti, ritenuti in grado di provvedere alla propria idratazione); SESSO FEMMINILE; INCONTINENZA (non costituisce di per sé un fattore di rischio, ma spesso determina un’auto-riduzione dell’introito di liquidi da parte della persona, finalizzata a limitare gli episodi di incontinenza); Fattori di rischio di disidratazione:(2) disidratazione :(2) STATO MENTALE (la presenza di deterioramento cognitivo può essere determinante nel causare ridotta assunzione di liquidi); PRESENZA DI 4 O PIÙ PATOLOGIE (sono riconosciute a rischio: patologie respiratorie, infezioni delle vie urinarie, gastroenteriti, sepsi, neoplasie, diabete, depressione); PRESENZA DI SINTOMI quali iperpiressia, vomito, diarrea, inappetenza; FATTORI LEGATI ALLA QUALITÀ DELL’ASSISTENZA: ridotte opportunità di idratazione, scarsa assunzione di cibo, disponibilità di acqua non fresca, alimentazione tramite SNG, scadente gestione del bilancio idro-elettrolitico in fase postoperatoria. Gestione dell’ idratazione 1. Definire quale sia il quantitativo giornaliero dei liquidi da 2. 3. 4. assumere. Rilevare, attraverso documentazione scritta, l’ammontare di liquidi introdotti e, se possibile, eliminati dalla persona nelle 24 ore (bilancio idrico). Attuare strategie per la promozione della idratazione: assegnare un “giro”di idratazione per tutti i pazienti che possono e che sono in grado di bere, al personale di supporto, a metà mattina e a metà pomeriggio; approfittare dell’assunzione della terapia orale per fare bere almeno un bicchiere d’acqua; qualora la persona avesse difficoltà nell’impugnare il bicchiere o nel portarlo alla bocca, chiedere alla famiglia di fornire appositi bicchieri in plastica con beccuccio e manico. Valutare lo stato di idratazione mediante la valutazione dei segni clinici e delle urine. Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Sostituire Azioni Alimentare e idratare per via artificiale: Introdurre il sondino Introdurre un sondino: scopo Questo atto consiste nell'introdurre un sondino nello stomaco, attraverso la via nasofaringea od orofaringea. Fra gli scopi di questo atto troviamo: alimentare e idratare la persona nel caso in cui la somministrazione di cibo e liquidi per via fisiologica non sia possibile od opportuna; prelevare a scopo diagnostico materiale gastrico; effettuare un' emostasi in corso di emorragie gastriche e/o esofagee; eseguire gastrolusi rimuovendo dallo stomaco sostanze ingerite che possono essere dannose o addirittura letali per la persona; rimuovere dallo stomaco liquidi e gas effettuando una decompressione dello stesso; somministrare terapie. I sondini nasogastrici (SNG) In commercio vi sono diverse tipologie che si differenziano in base ad alcuni elementi: l'utilizzo, il materiale di composizione, il diametro del lume, la lunghezza, i sistemi di raccordo. Sondino nasogastrico tipo Salem Impiegato a scopo decompressivo per rimuovere liquidi e gas dallo stomaco. Realizzato in PVC, radiopaco, graduato con lunghezza standard di 120 cm, a doppio lume con diametro di diverso calibro (French). I più utilizzati per adulti sono di 16 Fr e 18 Fr. Uno dei lumi funge da sistema di drenaggio, 1'altro per eseguire lavaggi o somministrare farmaci Sondino nasoenterale Nutritub®, Flexi-flo® impiegato nella somministrazione della nutrizione enterale (NE). Il materiale di composizione è il poliuretano prelubrificato con silicone; presenta un piccolo calibro con un diametro esterno che varia da 8 a 12 Fr. La parte terminale della sonda contiene tungsteno per renderla pesante così da facilitarne l'inserimento e mantenerla nella giusta posizione. Il sondino nasoenterale ha due raccordi, uno può essere collegato alla sacca d'infusione della miscela enterale, l'altro serve per somministrare liquidi e/o farmaci riducendo così il numero di deconnessioni e quindi il rischio di contaminazione batterica Sonda di SengstakenSengstaken-Blakemore Indicata in caso di emorragia di varici esofagee e/o varici del fondo gastrico. È composta di gomma morbida color rosso e presenta tre lumi: il primo serve a drenare il contenuto gastrico, gli altri due per introdurre aria negli appositi palloncini (esofageo e gastrico), che servono a comprimere le pareti per favorire l'emostasi. Questi ultimi due lumi sono muniti di cuffie indicatrici della pressione interna al corrispondente palloncino . Corretto posizionamento del SNG La posizione di un sondino per NE risulta corretta quando la punta si localizza nel digiuno prossimale o nella porzione distale dello stomaco. La scelta della sede di collocazione del sondino dipende anche dalle condizioni cliniche del paziente: Ad esempio: in persone con stato di coscienza o con riflesso della deglutizione alterati la sede consigliata è quella del digiuno prossimale o del duodeno, perché limita il rischio di rigurgito e la possibile aspirazione tracheale. Errori di posizionamento La sonda potrebbe essere erroneamente posizionata: nell'albero tracheobronchiale (il caso più frequente); nello spazio pleurico: nel mediastino (a causa della perforazione dell' esofago) in presenza di fratture della base del cranio, nel cervello a seguito della perforazione del palato. Traumi cranici, facciali e rinorrea possono essere considerati controindicazioni al posizionamento del sondino. In questi casi può essere indicata l'introduzione mediante laringoscopio. Se il sondino viene posizionato nell'albero tracheobronchiale, va immediatamente estratto. Il rischio di posizionamento scorretto non è limitato al momento dell'introduzione in quanto può dislocarsi verso l'esofago o verso il duodeno anche durante la permanenza. Ciò può avvenire con maggiore frequenza nelle persone confuse o agitate, con conati di vomito, tosse o sottoposte a broncoaspirazione. La retrazione del sondino aumenta la probabilità di polmonite “ab ingestis”. La progressione della sonda nel tratto intestinale può invece provocare intolleranza alimentare (se il sondino viene utilizzato per una nutrizione enterale) in quanto la formulazione della dieta enterale è inappropriata per l'intestino tenue In letteratura si trovano varie metodiche per valutare il corretto posizionamento del sondino nasogastrico La prova migliore per accertare la posizione di un sondino posizionato a qualsiasi livello è fornita da una radiografia, ottenuta e interpretata in maniera affidabile, che ne visualizzi l'intero percorso. La comparsa di segni quali tosse, dispnea, singhiozzo, cianosi, oltre a un'alterata capacità di fonazione, sono indicatori di un errato collocamento nell'albero respiratorio di sondini di grosso calibro. Questo metodo però non è completamente affidabile in quanto in letteratura sono riportati casi di sondini morbidi e di piccolo diametro posti nel tratto respiratorio senza provocare segni di sofferenza respiratoria. Porre un contrassegno sul sondino al punto d'uscita dalla narice della persona a cui è stato posizionato aiuta a verificare che la posizione rimanga invariata. Alcuni studi hanno dimostrato che la posizione esterna può apparire inalterata, mentre in realtà la parte non visibile della sonda si è spostata dal duodeno nello stomaco o nell'esofago (AIR, 2001). Questo metodo rimane ancora valido per scoprire se un sondino è stato volontariamente manipolato dalla persona o se è stato retratto involontariamente nel corso di interventi assistenziali. Porre l'estremità libera del sondino in un bicchiere d'acqua può fare comparire delle bolle durante l'atto espiratorio se posizionato erroneamente nell' albero bronchiale (AIR, 2001). Questo metodo, chiamato anche bubbling, può avere una certa validità nel valutare se il sondino è stato collocato nell' albero respiratorio solo se è situato nei primi 25 cm (soggetto adulto). La successiva riduzione del diametro delle vie aeree non consente di verificare il bubbling. Questo metodo può inoltre causare un'inalazione di acqua nel corso della fase inspiratoria (Poli, 2002). Auscultare l'addome per rilevare il rumore generato dall'aria che è contemporaneamente insufflata è un'altra modalità che viene spesso utilizzata. L'assenza di rumori all'auscultazione dell'epigastrio o dell'ipocondrio di sinistra è ritenuta un attendibile indicatore di posizionamento respiratorio del sondino. Neumann et al. (1996), in uno studio prospettico, hanno verificato l'attendibilità di questo metodo nel 98% dei casi. Esaminare le caratteristiche dell' aspirato si basa sul presupposto che i diversi liquidi biologici (succo gastrico, secrezioni intestinali, secrezioni respiratorie) possiedono caratteristiche organolettiche peculiari tali da identificare il sito della loro provenienza e, di conseguenza, poter verificare il collocamento del sondino (Metheny et al., 2001). Per tale motivo vanno controllate mediante cartine rilevatrici di pH. Procedura: Materiale occorrente: sondino nasogastrico indicato; cerotto ipoallergenico; telino, garze, arcella; abbassalingua e pila; bicchiere con acqua; sacchetto di drenaggio; schizzettone; fonendoscopio; cartina rilevatrice di pH; lubrificante; contenitore per rifiuti. Identificare l'assistito Spiegare la procedura alla persona Posizionare la persona in decubito semi seduto con testa iperestesa (se le condizioni lo consentono) Garantire la privacy Controllare che le narici siano pervie e, se occorre, eseguire l'igiene del naso. Lavarsi le mani e indossare i guanti. Misurare la lunghezza del sondino dalla punta del naso al lobo dell'orecchio sino al processo xifoideo dello sterno Segnare sul sondino il punto con un cerotto o pennarello indelebile in modo da determinarne la parte che deve essere introdotta. Lubrificare il sondino per circa 10 cm. Inserire il sondino attraverso la narice scelta, indirizzandolo verso il fondo della gola. Quando il sondino raggiunge l'orofaringe (controllare facendo aprire la bocca e utilizzando la pila), invitare la persona a bere un sorso d'acqua in quanto la deglutizione favorisce la progressione della sonda. Proseguire nell'introduzione del sondino fino a raggiungere lo stomaco (verificare il segno fatto in precedenza sul sondino). Accertarsi del corretto posizionamento del sondino. Fissare il sondino al naso con un cerotto ipoallergenico creando un'ansa di sicurezza. Collegare il sondino al sistema di drenaggio Rimuovere il sondino nasogastrico Lavare le mani Preparare il materiale: guanti monouso; telino, garze, arcella; schizzettone; pinza autostatica monouso; contenitore per rifiuti; occorrente per l'igiene del naso. Identificare 1'assistito Spiegare la procedura alla persona Garantire la privacy Posizionare la persona in decubito semiseduto (se le condizioni lo consentono) Procedura Clampare con una pinza autostatica l'estremità distale del sondino. Indossare i guanti. Sraccordare il sondino dal sistema di drenaggio. Invitare la persona a fare una profonda inspirazione. Mentre la persona espira, estrarre il sondino con movimento continuo e piuttosto veloce per limitare il disagio. Rimuovere i residui di colla con accurata detersione Se indicato, invitare la persona a soffiarsi il naso. Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Sostituire Azioni alimentare e idratare per via enterale artificiale Somministrare alimenti e/o liquidi tramite sondino Somministrare alimenti e/o liquidi tramite sondino Questo atto consiste nel somministrare, mediante sondino nasogastrico, sostanze alimentari, principi nutritivi e liquidi al fine di garantire un sufficiente apporto calorico e idrico alle persone che non sono in grado o non possono alimentarsi per via orale. Tale via può essere utilizzata anche per somministrare sostanze terapeutiche. La Nutrizione Enterale (NE) La nutrizione enterale (NE) è un tipo di nutrizione artificiale che utilizza l'apparato gastroenterico sfruttando i normali meccanismi digestivi e di assorbimento avvicinandosi così il più possibile alla condizione fisiologica La NE stimola la produzione salivare e quindi di lisoenzimi, IgA e altre immunoglobuline. Risulta quindi evidente il suo ruolo nella prevenzione delle infezioni oltre che nell'evitare le complicanze del digiuno nel postoperatorio. Vantaggi della NE più facile gestione rispetto alla nutrizione parenterale una maggiore tollerabilità un minore rischio di infezioni un minore costo il mantenimento dell' integrità strutturale e funzionale dell'intestino. Gestione NE Le miscele per NE vengono inserite in sacche di PVC dotate di deflussore che decorre nella pompa di infusione e si raccorda alla sonda nasogastrica con sistema Luer-Lock. La conservazione deve avvenire tra 4 e 8°C; prima della somministrazione la miscela deve essere riportata a temperatura ambiente Sempre per il rischio di contaminazione occorre limitare al minimo le sconnessioni del set dal SNG: se necessaria la somministrazione di farmaci, liquidi o lavaggi, utilizzare l'apposita via. Il liquido impiegato per sciacquare e mantenere la pervietà del sondino potrà essere prelevato da una bottiglia di acqua minerale naturale usata esclusivamente a tale scopo; l'importante sarà utilizzare tecniche pulite e materiale monouso. È necessario effettuare il lavaggio prima e al termine della somministrazione; si consiglia di ripeterlo ogni 6-8 ore per prevenire eventuali ostruzioni del sondino (Mazzin i et al., 2003). La somministrazione avviene mediante una pompa Le pompe di ultima generazione permettono di programmare l'infusione in modo continuativo, di impostare una quantità per un determinato tempo (ad intermittenza) o di effettuare la somministrazione in bolo. Saranno gli scopi, le caratteristiche della persona, la sua patologia e la miscela da somministrare che determineranno la scelta dell'impostazione della pompa più adatta Tipo di preparazioni (1) Le diete per NE possono essere di tipo artigianale o commerciale. Le artigianali, ormai quasi del tutto abbandonate, sono costituite da alimenti naturali frullati e da prodotti omogeneizzati o liofilizzati. Presentano un basso costo, ma hanno alcuni svantaggi fra i quali: principi nutritivi variabili, bassa quota calorico-proteica, elevata viscosità e osmolarità, difficoltà a mantenere una bassa carica batterica (Pearce et al., 2002). Tipo di preparazioni (2) Le diete commerciali o chimicamente definite presentano diversi vantaggi: hanno caratteristiche chimico-fisiche ben definite, danno un apporto calorico-proteico noto, presentano osmolarità controllata, ottima fluidità/omogeneità e sterilità della miscela (per es., Nutricomp® Standard, Nutricomp® Standard Fibre). per una migliore sicurezza queste sacche, se aperte, devono essere conservate in frigorifero e comunque gettate dopo 24 ore (Craven et al., 2004). Rischi da NE Il principale a cui si espone una persona in terapia enterale è il rischio di inalazione. L'inalazione potrebbe essere causata o dal reflusso del ristagno gastrico o dallo sposizionamento della sonda. Per questo il controllo del ristagno gastrico e del corretto posizionamento della sonda sono da effettuare ogni 4/6 ore durante l'infusione e sempre all'inizio di ogni somministrazione. La presenza di notevole ristagno può indicare ritardo nello svuotamento gastrico o di natura organica o legato alla formula della miscela (per es. ricca di lipidi). In presenza di ristagno alcuni autori suggeriscono di ritardare la somministrazione successiva di almeno un'ora se questo è maggiore di l25 ml Il ristagno Esiste discordanza sull'opportunità di reintrodurre o meno il ristagno aspirato. Le indicazioni comuni sono quelle di non reintrodurre il ristagno se è ematico o biliare. Alcuni studi sostengono che l'aspirazione e la conseguente reintroduzione del ristagno possono facilitare l'ostruzione del sondino e contaminare il sistema. Altri, invece, che è importante reintrodurre il ristagno per prevenire squilibri elettrolitici soprattutto quando la sua misurazione viene eseguita più volte nel corso della giornata (Mazzini et al., 2003; Palese et al., 2001). Blooker et al. (2000): Hanno valutato la comparsa di squilibri elettrolitici e di complicanze in due gruppi di persone con e senza reintroduzione di ristagno. Nel gruppo di persone sottoposte a reintroduzione erano più frequenti la comparsa di ostruzione del sondino, la diarrea e il vomito; Nell'altro gruppo è stata riscontrata una lieve ipopotassiemia Somministrare alimenti e/o liquidi tramite sondino: Lavare le mani Preparare il materiale: guanti monouso; pinza autostatica; dispositivo per la chiusura del sondino; schizzettone monouso; miscela nutritiva; set d'infusione acqua minerale naturale in bottiglia da utilizzare solo per questa procedura. Identificare l'assistito Spiegare la procedura alla persona Posizionare la persona semiseduta se le sue condizioni lo consentono Procedura Controllare la prescrizione del tipo di miscela nutritiva e del tempo d'infusione Controllare la data di scadenza sulla confezione della miscela e agitarla bene. Aprire il set d'infusione. Aprire la confezione e versare il contenuto nella sacca evitando di contaminare il prodotto. Chiudere la sacca e inserire il set nella pompa d'infusione dopo aver riempito il deflussore. Pinzare la parte terminale del sondino con una pinza autostatica e rimuovere il sistema di chiusura. Raccordare uno schizzettone al sondino, rimuovere la pinza e aspirare per verificare la presenza di ristagno gastrico e quindi il corretto posizionamento. Lavare la sonda con 40/50 ml d'acqua. Collegare il deflussore e impostare la velocità d'infusione. Nell'ambito della somministrazione di liquidi e nel lavaggio periodico del sondino si adotta la seguente procedura: Sospendere la somministrazione. Raccordare uno schizzettone monouso al secondo lume senza sraccordare il deflussore. Verificare la presenza di ristagno e il corretto posizionamento della sonda. Iniettare 40/50 ml di acqua. Riprendere la somministrazione Complicanze Complicanze meccaniche: ostruzione del sondino Verificare: L’assenza di compressioni od angolature nella parte esterna Posizione corretta del deflussore nell’allogiamento della pompa, morsetto aperto. Programmazione corretta Lavarlo con acqua tiepida e bicarbonato di sodio, usando una siringa da 20-60 ml, è possibile forzare (si può utilizzare anche della bevanda gassata alla Cola) Se non si disostruisce SOSTITUIRLO Diarrea Distensione Addominale Nausea e Vomito Ingestione nelle vie respiratorie del contenuto gastrico Cause di diarrea e distensione addominale • Non corretta somministrazione delle miscele (osmolarità, velocità e volumi) • Intolleranza ai nutrienti (lattosio, glutine, lipidi, ecc.) • Malassorbimento (malattie infiammatorie, atrofia dei villi, ecc) • Contaminazione batterica (gestione non corretta) • Effetti collaterali di terapie (antibiotici, radioterapie, ecc) Provvedimenti da attuare • Controllare la velocità di infusione • Controllare le caratteristiche della miscela infusiva • Controllare le terapie in corso Ridurre la velocità di infusione Cause di nausea e vomito • Rallentamento dello svuotamento gastrico • Reflusso gastro-esofageo • Velocità di infusione troppo elevata • Stipsi • Dieta inadatta • Effetti secondari di terapia farmacologica • Posizione inadeguata del paziente • Dislocazione del sondino Ricercare le cause Ingestione nelle vie respiratorie del contenuto gastrico • Errato posizionamento del sondino (applicazione iniziale o dislocazione) • Posizione inadeguata del paziente (tronco sollevato di 30-45°, decubito laterale destro) • Sondino inadatto • Riduzione dello svuotamento gastrico Assicurare l’alimentazione e l’idratazione Sostituire Azioni Alimentare e idratare per via entrale artificiale Somministrare alimenti e/o liquidi tramite stomia Somministrare alimenti e/o liquidi tramite stomia Questo atto consiste nel somministrare, mediante gastrostomia o digiunostomia, sostanze alimentari, principi nutritivi e liquidi al fine di garantire un sufficiente apporto calorico e idrico alle persone che non possono assumere alimenti e liquidi per via orale o attraverso sondino naso-gastrico (SNG). Tale via può essere utilizzata anche per somministrare sostanze terapeutiche. GASTROSTOMIA PERCUTANEA ENDOSCOPICA (PEG) Quando la nutrizione enterale deve essere somministrata per periodi prolungati si procede al confezionamento di una stomia per nutrizione. LA PEG VIENE APPLICATA PER UN PERIODO di NE > AD UN MESE VANTAGGI: Facilità e rapidità di esecuzione della tecnica Poco costosa Si effettua in Anestesia locale o con semplice sedazione Ridotte complicanze e a diminuiti tempi di degenza rispetto alle tecniche chirurgiche L'unica controindicazione assoluta alla PEG è la presenza di un' ostruzione faringea o esofagea che impedisce il passaggio di un endoscopio. A CHI VIENE APPLICATA LA PEG? Indicazioni più’ frequenti: patologie dell’orofarige e dell’esofago intrinseche ed estrinseche patologie a carico del Sistema Nervoso Centrale o Periferico La sonda utilizzata nella PEG munita di un palloncino gonfiabile distalmente che ne permette l'ancoraggio Esternamente presenta un controdado che impedisce alla sonda di essere risucchiata all' interno dello stomaco. Tra il palloncino e il controdado ci deve essere uno spazio sufficiente perché la sonda possa muoversi avanti e indietro per circa un centimetro; se viene a mancare questo gioco i due elementi possono provocare trazione sui tessuti. Gestione della PEG Dopo la sua realizzazione, il canale dentro il quale si trova la sonda viene completamente rivestito dalla mucosa dello stomaco, non c'è quindi una ferita aperta ma il tutto è completamente epitelizzato. Sarà necessario applicare una medicazione semplice ("a piatto") solo i primi giorni dopo il confezionamento della stomia, successivamente potrà essere lavata con acqua e sapone neutro come una qualsiasi altra parte del corpo. PEG: il “bottone”! Dopo un mese dal suo confezionamento la sonda viene sfilata e al canale che è già epitelizzato viene semplicemente applicato un "bottone" munito di una piccola sonda interna mantenuta in sede da un palloncino a cipolla gonfiabile o autostatico. Con questo presidio la persona potrà farsi anche il bagno senza alcun problema. Ogni due mesi il bottone viene cambiato semplicemente sgonfiando il palloncino. La manovra può essere compiuta agevolmente dalla persona stessa. Inizio della NE Nelle 24 ore successive all'intervento si può iniziare l'infusione di fisiologica a 50 ml/h per 4 ore; in assenza di complicanze si inseriscono gradualmente le miscele nutrizionali. La NE segue le stesse procedure della nutrizione tramite SNG Complicanze Fondamentale è il controllo giornaliero del punto di inserzione per poter riconoscere tempestivamente l'eventuale comparsa di segni di infiammazione e di infezione. Altre possibili complicanze sono: dislocamento della sonda nei giorni immediatamente successivi alla sua inserzione, lesioni da pressione nella zona peristomale o formazione di tessuto di granulazione tendente al sanguinamento, fuoriuscita di materiale gastroenterico, erniazione dello stoma Per approfondire http://www.mypyramid.gov http://www.health.gov/dietaryguidelines http://www.bulimiaanoressia.it/site/dati statistici .asp http://www.pnlg.it/tshfrc/cap21.php ; http://www.obesityday.org http://www.fda.gov/ http://www.aphanet.org//AM/Template.cfm?Section=Home http://www.celiachia.it http://www.progetti.iss.it/ofab/dddd/dddd.php?id=24 http://www.alcolisti-anonimi.it/ http://www.benessere.com/alimentazione/scuola/microonde _pericoloso.htm http://www.ansisa.it http://www.sinu.it http://www.fesin.org http://www.efsave.int http://www.iss.it http://www.ross.com/productHandbook/devices.asp http://www.allmed.net/catalog/item/I82/1O18 http://www.progressivemed.com/emproducts/airway/salem_sump.htm http://www.nutrition-partner.com/doc/doc_download_ir.cfm
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