Speciale

HYGIENE TRIBUNE
The World’s Dental Hygiene Newspaper • Italian Edition
Allegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2014 - anno X n. 4
Aprile 2014 - anno VII n. 1
Full Mouth
Instrumentation
L’eficacia in terapia antibiotica
www.dental-tribune.com
Con la videocamera
una miglior osservazione del cavo orale
Uno strumento essenziale per l’osservazione
del cavo orale, per un’ eficace esplorazione
intraorale, per l’esatto screening dei rischi alla
patologia, favorendo la condivisione della diagnosi.
pagina 26
M. Mensi, E. Scotti
Dall’ospedale San Gerardo di Monza
uno studio sull’ipersensibilità dentinale
Introduzione
La parodontite
aggressiva è una
patologia che
colpisce i tessuti
parodontali supericiali e profondi portando
alla progressiva
perdita di attacFig. 1
co e di supporto
osseo intorno
agli elementi dentali1. A livello clinico si presenta con tasche parodontali profonde (profondità di sondaggio: ≥ 5 mm), difetti ossei profondi e verticali, sanguinamento al sondaggio e presenza di essudato purulento (segno di ascesso parodontale in atto); tessuto gengivale iniammato (arrossato, edematoso, dolente
e lasso) e compromissione degli elementi dentali coinvolti (perdita di attacco
importante, mobilità dentale e compromissione delle forche degli elementi
pluriradicolari). A livello radiograico si presenta con difetti stretti, profondi,
verticali e crateri interprossimali. Nello schema (Fig. 1) viene riportata anche
la possibilità di un unico appuntamento iniziale, che però è un’evenienza alquanto rara.
> pagina 20
Un interessante studio sull’ipersensibilità
dentinale effettuato su un campione di
30 pazienti reclutati presso il reparto
di odontoiatria dell’Ospedale San Gerardo di Monza.
NUOVO
pagina 28
Presenza e attenzione al XVIII
Congresso Nazionale Sidp
Su “Qualità e sicurezza in chirurgia
parodontale e implantare”
Il profondo mutamento sociale che il Paese sta affrontando non può non
coinvolgere la professione:
> pagina 16
PREMIAZIONE 2014
Protocolli
di trattamento
parodontale
non chirurgico
“L’articolo scientifico più letto”
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M. Roncati
Fig. 1
Dopo la prima visita si propone
al paziente un protocollo di trattamento. Come lo schema illustra
(Fig. 1), previa diagnosi, se si decide
di passare subito alla chirurgia, nel
caso si opti per un intervento con
tecniche rigenerative, in un settore
ad alta valenza estetica, la sola zona
dell’intervento non verrà sottoposta
a strumentazione, viceversa si esegue l’igiene professionale, secondo
necessità, in tutte le altre aree della
cavità orale. In tutti gli altri casi, che
sono nettamente prevalenti, si propone al paziente di iniziare la terapia
causale, che comprende la motivazione del paziente e la strumentazione parodontale non chirurgica, e che
si può articolare in un numero variabile di sedute, a seconda delle necessità individuali: da un minimo di
due sedute a un massimo di quattro.
> pagina 17
Il vincitore di marzo 2014
Festeggiamo il 150°
della diga di gomma
Autore: A. Castellucci
A fine anno la consegna dei premi
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16 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Presenza e attenzione al XVIII
Congresso Nazionale Sidp
Su “Qualità e sicurezza in chirurgia parodontale e implantare”
< pagina 15
una delicata contingenza economica, il calo di accessi alle cure di
alcune fasce della popolazione, la
richiesta di maggior sostenibilità dei costi terapeutici, tutti elementi che inducono a riflessioni
profonde sul panorama attuale.
In questo contesto, si rafforza, nel
paziente, il bisogno di sicurezza e
efficacia delle cure.
Al tema “Qualità e sicurezza in chirurgia parodontale e implantare”
la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia ha dedicato
il suo recente XVIII Congresso Nazionale (13-15 marzo), con numeri
in termini di partecipanti, considerevoli: oltre 1.600 odontoiatri e
igienisti al Palacongressi di Rimini
a ulteriore conferma delle aspettative e della considerazione riscosse dalla SIdP.
La novità principale emersa è
senz’altro il format della giornata
pre-congressuale in cui il tradizionale corso monografico è stato sostituito da un insieme di incontri
tematici (Spazi) per soci con desiderio di approfondimenti e obiettivi di crescita comuni.
Lo Spazio Ricerca ha dato ampia
diffusione ai risultati di trial clinici e preclinici condotti da gruppi
di studio italiani, quello Giovani
ha proposto tavoli di discussione
coordinati da clinici più esperti
sulla base del problem based learning, mentre lo Spazio Clinica
è consistito in presentazioni sulla
gestione di complicanze ed eventi
avversi in trattamenti parodontali
e implantari. Lo Spazio Didattica
ha costituito infine un’opportunità di lavoro e dialogo all’interno
del mondo accademico alla ricerca
di soluzioni condivise nella formazione universitaria parodontale e
implantare in Italia.
Sucesso in contemporanea anche
del Congresso Nazionale SIdP per
Igienisti dentali: “Qualità e sicurezza parodontale ed implantare”.
Di particolare interesse, le relazioni hanno richiamato un folto
pubblico di igienisti laureati che
hanno seguito con attenzione le
varie fasi del Congresso. Specificità dell’incontro la combinazione
di relazioni parodontologi/igienisti che ha dimostrato, ancora una
volta, quanto il lavoro in equipe
possa dare risultati eccellenti per
la centralità del paziente. I principi generali e standard per la guarigione delle ferite e l’igiene professionale, cosa fare e/o evitare nel
post chirurgico e nella chirurgia
implantare; come intervenire nella fase post chirurgica generativa e
mucogengivale.
Ogni relazione ha riscosso attenzione alle fasi operative del parodontologo e dell’igienista dentale,
a riprova che la terapia nella pratica clinica deve essere condivisa,
ognuno nel rispetto del proprio
ruolo.
G. M. Nardi
WEB ARTICLE
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Speciale 17
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Protocolli di trattamento parodontale
non chirurgico
Marisa Roncati
Prof. a c. Corso di Laurea in Igiene Dentale dell’Università Politecnica delle Marche. Docente del modulo didattico “Follow up ed igiene professionale post
protesica” al Master Universitario di II livello di Protesi ed Implantoprotesi con Tecnologie Avanzate, Università di Bologna.
< pagina 15
È bene sottolineare alcuni punti.
– La strumentazione parodontale
non chirurgica può essere effettuata secondo molteplici e dif-
ferenti protocolli. Non esiste un
protocollo ideale per la preparazione iniziale, sarà quindi l’operatore a valutare sia le condizioni
cliniche, sia l’aspetto psicologico
del paziente, per poi decidere
–
le modalità di trattamento più
consone e personalizzate rispetto alle esigenze individuali.
Indipendentemente dal protocollo adottato, è essenziale che
la strumentazione parodontale
Fig. 3 - Immagine
clinica iniziale. Si
tratta di un fermo
immagine da un
video di repertorio.
Fig. 4 - In occasione
del primo
appuntamento di
igiene professionale, la sonda rileva
un sondaggio di
circa 6 mm
sull’aspetto mesiale
del premolare
mascellare di
destra.
Fig. 2 - Status radiograico completo iniziale del caso.
DVD
NOVITÀ
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il laser a diodo
tecniche operative step by step,
applicazioni, protocolli
e casi clinici con follow-up
MARISA RONCATI
Il Laser è uno strumento che non si sostituisce alle metodiche tradizionali ma
può offrire benefici aggiuntivi, se utilizzato con protocolli e parametri adeguati. Il laser a Diodi è anche indicato in caso di mucosite e perimplantite.
Innumerevoli sono i casi clinici, con follow-up, ampiamente illustrati.
Il DVD illustra dettagliatamente strumenti, tecniche STEP by STEP, il Modus
Operandi, i protocolli clinici, la gestione completa del paziente parodontale
dalla prima visita alla rivalutazione che culmina nella terapia di mantenimento
per ottenere la stabilità clinica dei casi trattati. La strumentazione meccanica
manuale e ad ultrasuoni, sempre sito-specifica, viene descritta in dettaglio
attraverso animazioni e video didattici.
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non chirurgica cerchi di rimuovere tutto ciò che è estraneo al
dente (Bioilm microbico, tartaro, discromie) e al contempo rispetti la sostanza biologica.
In altre parole, l’obiettivo principale
è rimuovere il fattore eziologico, che
provoca l’iniammazione, nel modo
più eficace e consono alla manualità e alle conoscenze tecniche dell’operatore, pur rispettando esigenze,
anche di logica organizzativa, espresse dal paziente. Non si tratta cioè di
uno schema rigido cui attenersi, i
protocolli possono e devono essere
personalizzati e conseguentemente
modiicati. Se possibile si consiglia di
cominciare e completare la fase non
chirurgica iniziale (i tre appuntamenti di un’ora ciascuno) entro la prima
settimana1, proprio perché una volta
individuata la patologia e la sua causa
eziologica, rimuovere eficacemente
quest’ultima consente di accelerare i
processi di guarigione, migliorando
probabilmente l’esito del trattamento. I progressi nel campo delle conoscenze di microbiologia parodontale,
associati alle migliorie tecnologiche,
possono aiutarci sia a capire l’esatta
natura delle infezioni parodontali, sia
a eseguire un trattamento nel modo
più eficace e rapido possibile2. In occasione di ogni appuntamento viene
sottoposta a strumentazione parodontale non chirurgica l’intera cavità
orale. Ovviamente, la prima seduta
sarà dedicata alla strumentazione
sopra-gengivale, utilizzando prevalentemente strumenti a ultrasuoni in
caso di abbondanti depositi; l’utilizzo
del laser deve precedere la strumentazione sotto-gengivale, se si ravvedono indicazioni al suo utilizzo.
È molto importante strumentare
ogni volta tutta la cavità orale, al meglio delle nostre possibilità; com’è
naturale, non sarà verosimile rimuovere in maniera completa il tartaro
sotto-gengivale, soprattutto in occasione del primo appuntamento, viceversa è possibile ridurre i depositi in
maniera signiicativa. È comunque
inevitabile lasciare depositi residui,
ma questi dovranno essere distribuiti
un po’ “a macchia di leopardo”. Importante evitare l’errore di strumentare soltanto i primi millimetri sotto
la gengiva, facilmente raggiungibili;
ancora peggio, illudersi di strumentare i soli depositi sopra gengivali.
Questo provocherebbe il rischio di un
episodio acuto, successivo alla seduta
di strumentazione parodontale non
chirurgica, deinito come “effetto
polsino”3.
Il protocollo di trattamento descritto nei casi illustrati in questo articolo, prevede tre sedute di un’ora
ciascuna programmate nell’arco di
circa una settimana.
A prescindere dal tipo di protocollo
scelto, la terapia causale deve prevedere alcune strategie essenziali. che
si possono compendiare nel:
1. saper motivare il paziente all’igiene orale domiciliare e a un
programma personalizzato di
richiami periodici;
2. saper eseguire una corretta strumentazione parodontale non
chirurgica, pietra miliare della
terapia parodontale.
L’eficacia del trattamento parodontale non chirurgico, e chirurgico, è
legata sia alla tecnica e alla manualità dell’operatore, ma anche alla
selezione di strumenti congrui, e
soprattutto, al grado di motivazione del paziente nel seguire i consigli
ricevuti per la propria igiene domiciliare.
> pagina 18
18 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Fig. 5 - Immagine clinica della stessa area della Fig. 4, al momento della
rivalutazione, dopo un anno.
Fig. 8 - La sonda viene fatta scorrere più volte, in
direzione apico-coronale e corono-apicale, prima di
procedere alla strumentazione parodontale non
chirurgica. La fase di rilevamento del tartaro
sotto-gengivale è cruciale ai ini terapeutici.
Fig. 6 - Il caso è stato trattato con tre appuntamenti di igiene professionale, ravvicinati, entro una settimana. Nell’immagine si vede la strumentazione ad ultrasuoni che rimuove abbondanti depositi calciicati, presenti
sotto-gengiva, in occasione del primo appuntamento.
Fig. 9 - Un laser a diodo
viene utilizzato, subito
dopo la fase di rilevamento del tartaro,
mediante sonda
parodontale, allo scopo
di indebolire il legame
chimico dei depositi
presenti sulla supericie
radicolare, facilitando la
successiva strumentazione. Si utilizza inoltre la
ibra del laser per
acquisire informazioni aggiuntive circa l’estensione, la localizzazione, la distribuzione e
l’entità dei depositi mineralizzati presenti, cioè la si usa come un ulteriore strumento di
rilevamento del tartaro, prima di schiacciare il pedale per attivare la radiazione luminosa.
Fig. 7 - Sempre in occasione del primo appuntamento dei 3
issati, l’operatore procede al rilevamento dei depositi
sotto-gengivali, utilizzando una sonda parodontale, tenuta
obliqua, rispetto all’asse verticale del dente. In questo fermo
immagine, tratto da un video di repertorio, si osserva la
presenza di abbondanti depositi sulla supericie vestibolare
del canino mandibolare di destra.
Fig. 10 - In seguito, si schiaccia il pedale e si utilizza il laser a
diodo all’interno della tasca parodontale, sempre tenendo
l’inserto in movimento, in direzione apico-coronale e
corono-apicale, per circa 10 secondi per ogni sito, in triplicato.
È suficiente attendere circa 10 secondi prima di ripetere
l’applicazione del laser secondo necessità, per un massimo di
30 secondi per ogni sito, in duplicato.
< pagina 17
Fig. 11 - Il laser è stato utilizzato per
sfruttare l’effetto battericida e per
facilitare la rimozione dei depositi che
avviene solamente grazie all’utilizzo di
strumenti meccanici (come documentato in questa immagine) o attraverso
strumenti manuali.
Fig. 13 - Stessa area dell’immagine
precedente alla rivalutazione, eseguita
a un anno di distanza.
Fig. 12 - Già in occasione del secondo appuntamento di igiene professionale, si
nota un sensibile miglioramento rispetto alle condizioni iniziali. La sonda
controlla i siti già sottoposti a strumentazione. In particolare, a livello del canino
si riscontra come sia stata eseguita una strumentazione eficace durante il primo
appuntamento. In quel sito verrà dunque semplicemente rimosso eventuale
bioilm presente.
Fig. 14 - Immagine clinica a tre anni di distanza dal trattamento parodontale non
chirurgico. Il controllo igienico è soddisfacente e il paziente ha raggiunto una
situazione di stabilità clinica.
Questi concetti sono ben noti a tutti i clinici, pur tuttavia in qualità di
educatori del paziente, è opportuno
chiedersi se facciamo abbastanza,
cioè se svolgiamo l’attività di motivazione in maniera suficiente
e idonea per ottenere un paziente
integralmente compliante. Nella
letteratura odontoiatrica, sono particolarmente numerosi gli studi che
hanno da sempre affrontato e confrontato vari tipi di protocolli per
Fig. 15 - Rivalutazione del sondaggio, a
un anno di distanza dal trattamento
iniziale, si riscontrano valori nella
norma, in assenza di sanguinamento e
in assenza di mobilità.
determinare quale fosse la condotta
clinica migliore.
La scuola belga ha introdotto protocolli più accelerati, che prevedono
2 appuntamenti di 2 ore ciascuno
entro 24 ore, con o senza aggiunta
di antimicrobici (principalmente
clorexidina), per evitare la reinfezione dei siti trattati, durante la fase
di guarigione, da parte di siti residui
non trattati o da batteri provenienti
da altre zone del cavo orale4 .
> pagina 19
Fig. 16 - La presenza di una mobilità di
valore due, a livello premolare, era
stato il motivo della visita da parte
della paziente, che si era inizialmente
rivolta al proprio dentista generico, il
quale la aveva refertata per il
trattamento parodontale.
Speciale 19
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Fig. 17 - Sondaggio parodontale nella norma sull’aspetto centrovestibolare del premolare.
Fig. 18 - Sondaggio di 2 mm, mesialmente al secondo molare mandibolare di destra, a tre anni dal trattamento iniziale.
Fig. 19 - 2 mm di profondità di sondaggio sull’aspetto centro-vestibolare
del secondo molare mandibolare di destra.
< pagina 18
I patogeni parodontali, infatti, risiedono nei siti intraorali come la
lingua, le mucose, la saliva, le tonsille, altri invece nelle tasche parodontali, la traslocazione quindi può
avvenire tra i vari siti o tra individui
diversi5,6. Durante la terapia meccanica, una tasca già trattata potrebbe
essere reinfettata da patogeni parodontali che colonizzano altre tasche
non trattate o siti extradentali.
La rivalutazione è eseguita dopo pochi mesi dalla terapia parodontale
per dare ai tessuti gengivali un adeguato tempo di guarigione7.
La scuola svedese, più recentemente, ha proposto un protocollo, che
si potrebbe deinire: “ultrashort”, in
quanto suggerisce il trattamento in
un unico appuntamento di almeno
2 ore8,9. Tale protocollo di trattamento prevede: un primo appuntamento (tempo 0) in cui vengono raccolti
i parametri parodontali biometrici
(BoP, PI, PD, CAL), durante il quale
si esegue motivazione/istruzione
personalizzata e strumentazione
parodontale non chirurgica sopra- e
sotto-gengivale.
È consigliato dopo un mese richiamare i pazienti, per una visita di
controllo, allo scopo di valutare la
performance di igiene domiciliare
ed eventualmente rinforzare la motivazione secondo necessità. Dopo 2
mesi dall’ultima e/o unica seduta di
strumentazione, si procede alla rivalutazione mediante raccolta degli
indici parodontali (BoP, PI, PD, CAL).
Le variazioni dei parametri parodontali biometrici sono generalmente
analoghe ai valori riscontrabili in
letteratura in seguito a strumentazione con protocolli più tradizionali10,11. Signiicativa la riduzione di
sanguinamento al sondaggio (BoP)
nel protocollo accelerato. Il BoP è un
marker di iniammazione con un
alto valore prognostico. Le indicazioni a questo protocollo sono tutte
le forme di infezione parodontale
con noxa patogena microbica, soprattutto nel caso in cui sia necessaria la premedicazione antibiotica,
evitando al paziente somministrazioni multiple di farmaci. Resta comunque indicato l’utilizzo sia della
strumentazione ultrasonica che di
quella manuale per adeguarsi alla
celerità dei tempi operativi.
Protocolli particolarmente accelerati non sono comunque adatti a tutti
i pazienti: risultano controindicati
in caso di pazienti particolarmente
ansiosi o traumatizzati da precedenti esperienze odontoiatriche.
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20 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
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Efficacia della Full Mouth Instrumentation
in terapia antibiotica combinata
nel trattamento della parodontite aggressiva generalizzata
RACCOLTA DATI ANAMNESTICI
Magda Mensi*, Eleonora Scotti**
*Ricercatore Università degli Studi di Brescia, libera professione come consulente in chirurgia parodontale.
**Libera professionista e collaboratrice in terapia non chirurgica parodontale.
< pagina 15
È una patologia che si manifesta in
genere in giovani adulti sani con familiarità per la malattia parodontale,
caratterizzata da depositi di placca e
tartaro non suficienti a giustiicare
il grado di distruzione del tessuto parodontale, dalla predominanza nella
lora orale di batteri patogeni parodontali anaerobi e, a livello istologico, da un’alterata funzione di fagociti
e macrofagi con abnorme rilascio di
prostaglandine e interleuchine. I fattori di rischio accertati sono il fumo
e il diabete, che insieme al sanguinamento al sondaggio, la presenza
di profondità di sondaggi > 5 mm e
alla perdita ossea relativa all’età del
paziente portano a una maggiore o
minore probabilità di evoluzione della malattia2,3.
Nel 1999 l’International Workshop
for a Classiication of Periodontal
Diseases and Conditions4 ha deinito
la AgP generalizzata in base alle seguenti caratteristiche:
– manifestazione in pazienti in
buono stato di salute generale;
– rapida perdita di attacco e distruzione ossea;
– aggregazione familiare;
– coinvolgimento di almeno 3 denti
permanenti oltre a un primo molare e a un incisivo;
– accumulo di placca non proporzionato alla distruzione ossea e
tissutale.
Le implicazioni cliniche della malattia sono spesso devastanti, poiché
possono comportare la perdita della
maggior parte degli elementi dentari. Questa patologia ha quindi anche
un’implicazione
socio-economica
rilevante5,6. Il primo step per il trattamento della patologia è un approccio non chirurgico, la cui eficacia
nel trattamento della parodontite è
ampiamente dimostrata in letteratura7-9. Esistono diversi metodi di terapia non chirurgica: si può effettuare
una terapia a quadranti con richiami settimanali4,10, favorevole per il
confort del paziente e favorevole per
l’operatore, che può monitorare la
compliance del paziente nell’igiene
domiciliare. Questa terapia potrebbe
però essere meno eficace poiché si
suppone che i batteri patogeni ricolonizzino e ricontaminino i siti appena
trattati: traslocazione dei batteri patogeni da tasche non ancora trattate e dai reservoir intraorali (lingua,
cripte tonsillari, mucosa)11,12.
Altre tecniche per un approccio non
chirurgico sono gli approcci Full
Mouth (FM). Queste terapie possono
essere effettuate in un’unica seduta (One Stage Full Mouth – OSFM),
in due sedute nell’arco di 24/48 ore,
o in 4 sedute in 4 giorni, a ognuna
può essere associato (Full Mouth
Disinfection – FMD) o meno (FMI)
l’utilizzo di clorexidina quale agente antimicrobico di disinfezione del
cavo orale secondo il protocollo di
Quirynen del 199513. Si evince dalla
letteratura che per il trattamento
di parodontiti croniche l’utilizzo di
tecnica a quadranti piuttosto che
Tab. 2 - Cartella parodontale (PPD, BOP, mobilità e forche) in prima visita.
tecnica full mouth non ha risultati
signiicativamente differenti14,9,15, al
contrario per quanto riguarda il trattamento di parodontiti aggressive le
terapie a full mouth in associazione
a doppia terapia antibiotica sono il
trattamento d’elezione16-19. Diversi
studi hanno dimostrato che associando a terapia parodontale non
chirurgica (full mouth) una doppia
terapia antibiotica (amoxicillina +
metronidazolo) si ottengono signiicativi miglioramenti sia dal punto di
vista clinico che microbiologico20-24.
È stato avvalorato da diversi studi25-28
come l’associazione di due molecole
quali amoxicillina e metronidazolo
risulti la terapia d’elezione per il trattamento delle parodontiti aggressive
in associazione a SRP sia per il suo
largo spettro d’azione29,20,21,28,23, sia
per la maggior eficacia terapeutica,
grazie al sinergismo delle azioni molecolari30- 34, poiché i batteri coinvolti
dalla patologia sono principalmente
anaerobi (Porphyromonas gengivalis, Prevotella intermedia, Tannerella
Forsythia, Treponema denticola) sensibili al metronidazolo e aerobi facoltativi (Aggregatibacter Actinomycetecomitans) sensibili all’amoxicillina.
Non da ultimo, l’utilizzo di combinazioni di antibiotici riduce la
possibilità di sviluppare resistenze
batteriche. Le terapie causali in FM
sono sicuramente più stressanti per
il paziente ma più eficaci, sia per il
controllo della traslocazione batterica, essendo breve il lasso di tempo in
cui viene completato il trattamento,
sia per la doppia terapia antibiotica
che va ad agire contro i batteri patogeni responsabili della patologia in
grado di iniltrarsi nell’epitelio, nel
connettivo subepiteliale e nel tessuto
di granulazione dove quindi la terapia meccanica non riesce ad essere
eficace.
DOMANDE
RISPOSTE
Familiarità per la malattia
parodontale?
Sì
Salute generale?
Buona
Diabete?
No
Fumo?
No
Assunzione regolare di
farmaci?
No
Intolleranze/allergie?
No
Dieta equilibrata?
Sì
Alitosi?
Sì
Livello di stress (da 1 a 3)?
3
Materiali e metodi
Regolare attività isica?
No
Il paziente, C.V., si presenta presso lo
studio per risolvere la mobilità dentale, l’alitosi e la dificoltà nella masticazione. Riferisce inoltre che diversi odontoiatri gli hanno suggerito la
boniica totale e una riabilitazione
completa su impianti e di sentirsi
psicologicamente demoralizzato per
questa diagnosi. In prima visita (tempo zero – To) si rilevano i dati anamnestici (Tab. 1), si effettua lo status
parodontale (Fig. 1) e si registrano gli
indici parodontali (Tab. 2): profondità
di sondaggio (PPD), sanguinamento (BOP), mobilità, compromissione
delle forche. Vengono inoltre eseguite fotograie extraorali e intraorali
(Figg. 2a-n). Dai dati raccolti in prima
visita emerge diagnosi di AgP35. L’abbinamento a SRP della doppia terapia
antibiotica può dare ulteriori beneici rispetto al solo SRP24, soprattutto
se eseguita in OSFM.
In questo case report il paziente viene sottoposto a One Stage Full Mouth
Instrumentation (OSFMI) con doppia
terapia antibiotica (amoxicillina +
metronidazolo). Sono state eseguite
due sedute di SRP da 3 ore ciascuna
nell’arco di 24 ore, la terapia antibio-
Igiene professionale
regolare?
No
Tab. 1 - Raccolta dati anamnestici
raccolti durante la prima visita
parodontale.
POSOLOGIA E DOSAGGIO TERAPIA
ANTIBIOTICA
ANTIBIOTICO
Zimox 500 mg
1 cp ogni 8 h per
7 gg
Flagyl 250 mg
1 cp ogni 12 h per
7 gg
ANTISETTICO ORALE
Clorexidina 0,12%
Sciacqui puri da 60’’
3 volte al dì per 15 gg
FERMENTI LATTICI
Reuflor
5 gocce al mattino
a stomaco vuoto
Tab. 3 - Dosaggio e posologia della
terapia medica somministrata al
paziente.
tica viene somministrata al paziente
la mattina stessa della prima seduta
secondo le posologie e le tempistiche
riportate in Tab. 3.
Tab. 4 - Cartella parodontale (PPD, BOP, mobilità e forche) a distanza di un anno e mezzo.
> pagina 21
Speciale 21
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
< pagina 20
Il paziente effettua uno sciacquo puro
con clorexindina 0,2% per 60 secondi
prima di iniziare la terapia per ridurre la carica microbica che può diffondersi nell’aerosol creato dall’azione
degli strumenti meccanici. Durante
il trattamento di SRP e curettage
gengivale sono state decontaminate
le tasche parodontali con strumenti
piezoelettrici (Air Flow Master Piezon
EMS®) e polvere abrasiva e antisettica a base di eritritolo e clorexidina
0,3% (Polvere PLUS EMS®) e strumenti manuali (mini curettes di Gracey
Hu-Friedy® 1/2, 7/8, 11/12, 13/14), sotto
anestesia mepivacaina con adrenalina 1 : 100.000, con tempistiche non
predeinite in base alla gravità dei siti
da trattare. Per migliorare la prognosi
degli elementi frontali inferiori, data
la loro importante mobilità (secondo grado di 3,1, 3,2, 4,2, 4,3) e la grave
perdita di attacco, si è posizionato
uno splintaggio in resina composita
da 3,3 a 4,3. Il paziente è stato istruito
all’igiene orale domiciliare: tecnica
di spazzolamento a rullo e scovolini dedicati per la pulizia degli spazi
interprossimali. Si è prescritta al paziente la clorexidina 0,12% in sciacqui
per 60 secondi, 3 volte al giorno per
15 giorni. La rivalutazione eseguita a
un mese dalla OSFMI ha evidenziato
la presenza di siti con sondaggi superiori ai 6 mm nei settori posteriori
dei quadranti 1, 2 e 3 dove si sono programmate chirurgie resettive e una
terapia di supporto (TPS) professiona-
Fig. 2a
Fig. 2b
Fig. 2c
Fig. 2d
Fig. 2e
Fig. 2f
Fig. 2g
Fig. 2h
Fig. 2i
le trimestrale. La chirurgia resettiva
nel settore 1 (Fig. 3) è stata effettuata
a 3 mesi dalla FMI. Per evitare l’estra-
zione dell’elemento 1.6 si è completata la tunnellizzazione delle forche
(Fig. 4). L’elemento 1.6 si presentava
La scelta è Tua
Risultati
La somministrazione della doppia
terapia antibiotica non ha dato effetti avversi al paziente. La terapia
(FMI + amoxicillina + metronidazolo) ha portato, con l’ausilio dell’unica
chirurgia effettuata nel settore 1, a
distanza di un anno e mezzo, a una
diminuzione signiicativa di PPD tra
i 2 e i 7 mm (il PPD dell’elemento 2.6
mesiovestibolare in prima visita era
10 mm e a un anno e mezzo di distanza risulta 3 mm) in ogni sito indagato (Tabb. 5a-d), una diminuzione del
sanguinamento del 44%, ovvero da
98 siti su 186 (52,7%) a 15 siti su 186
(8%), e a un annullamento della mobilità dentale sugli elementi che la
presentavano. Il paziente riferisce di
aver risolto i problemi di alitosi, mobilità dentale e masticazione, di sentirsi isicamente e psicologicamente
meglio.
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con radici molto divergenti, in
rivalutazione non era presente
mobilità e il paziente si era dimostrato estremamente compliante.
Questo ha giustiicato la procedura chirurgica sopra descritta.
Il paziente si è presentato solo al
primo richiamo trimestrale, successivamente, per problemi di
lavoro, non si è più presentato ai
successivi richiami né ha accettato di terminare il trattamento
chirurgico.
Il paziente si è presentato per un
controllo a distanza di un anno e
mezzo dalla prima visita. Durante questa visita sono stati nuovamente rilevati gli indici parodontali (PPD, BOP, mobilità e forche)
(Tab. 4) e sono state eseguite nuove fotograie (Figg. 5a-i).
messo di ottenere un signiicativo
miglioramento di tutti i parametri
clinici parodontali a distanza di un
anno e mezzo dalla terapia iniziale
in un paziente affetto da AgP severa
confermando l’eficacia di tale trattamento come riportato in letteratura36. Il principale vantaggio dell’utilizzo della doppia terapia antibiotica
è quello di essere un ottimo coadiuvante nel trattamento di tasche parodontali > di 6 mm in pazienti con
diagnosi di AgP36 e di facilitare la
riduzione dell’iniammazione nel
tessuto di granulazione e nei tessuti
parodontali dove SRP non riesce, per
motivi anatomici e di dificoltà di
accesso, ad essere eficace20. Gli antibiotici agiscono sui batteri patogeni
(Aggregatibacter Actinomycetecomitans e Porphyromonas gengivalis) che
hanno la capacità di penetrare il tessuto connettivo subepiteliale.
Conclusioni e discussioni
In questo case report la FMI ha per-
> pagina 22
22 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
< pagina 21
In questo case report è stata utilizzata una doppia terapia antibiotica
secondo Heller37 che utilizza una
moderata dose di metronidazolo
250 mg x 3, anche se altri trial clinici randomizzati20, 21 utilizzano
metronidazolo a 500 mg x 3.
Attualmente, sottoponiamo i pazienti alla doppia terapia secondo
Guerrero che nel lavoro del 200520
mostra una differenza statisticamente signiicativa nell’utilizzo
della terapia antibiotica combinata
con metronidazolo somministrato allo stesso dosaggio e posologia
giornalieri dell’amoxicillina (1,5 gr
die) rispetto ai dosaggi inferiori.
Il paziente, per motivi personali e
lavorativi, non ha potuto presentarsi ai richiami trimestrali, nonostante ciò, grazie a un’ottima igiene
orale domiciliare (condizione essenziale per il mantenimento a lungo termine dei risultati della FMI38),
la terapia effettuata (FMI sotto doppia terapia antibiotica) a un anno e
mezzo di distanza ha permesso di
mantenere buoni i risultati senza recidiva della patologia (AgP). È
consigliabile tuttavia richiamare i
pazienti affetti da AgP trimestralmente, poiché è possibile mantenere sotto controllo i fattori di rischio
primari e secondari, mantenere
alta la motivazione e la compliance e soprattutto ridurre il rischio di
recidiva in concomitanza a stress
e/o a eventi avversi personali dei
pazienti. È inoltre indispensabile la
cessazione dell’abitudine al fumo
sopratutto se il numero di sigarette
giornaliero supera le 6-7, in quanto
la risposta alla terapia nei pazienti
fumatori è signiicativamente inferiore e l’incidenza di recidive è
superiore.
La bibliograia è disponibile
presso l’Editore.
Fig. 2n
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5a
Fig. 5b
Fig. 5c
Fig. 5d
Fig. 5e
Fig. 5f
Fig. 5g
Fig. 5h
Fig. 5i
Tab. 5a - Sondaggi pre (sopra, prima visita) e post (sotto, rivalutazione a un anno e mezzo) settore 1 e 2
vestibolare.
Tab. 5b - Sondaggi pre (sopra, prima visita) e post (sotto, rivalutazione a un anno e mezzo) settore 1 e 2
palatale.
Tab. 5c - Sondaggi pre (sopra, prima visita) e post (sotto, rivalutazione a un anno e mezzo) settore 3 e 4
vestibolare.
Tab. 5d - Sondaggi pre (sopra, prima visita) e post (sotto, rivalutazione a un anno e mezzo) settore 3 e 4
linguale.
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24 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
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disponibilità del luoro e un’applicazione dosata e precisa. La lacca
contiene 7700 ppm di luoruro in
soluzione omogenea ed è già pronta per l’applicazione diretta. Subito
dopo il trattamento sulle struttu-
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luoro, consentendo un’eficace sostegno allo smalto dentale. Forma
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Speciale 25
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
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ridurre la carica batterica, combatte il
sanguinamento gengivale e ha un’eficace azione antiplacca. Ideale dopo gli
interventi di chirurgia orale, parodontale e/o implantare, può essere raccomandato anche dopo alveoliti post estrattive,
come coadiuvante nel trattamento della
stomatite aftosa recidivante e per irrigazione endocanalare. Il nuovo collutorio meridol clorexidina 0,2% è in grado
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antibatteriche e antiplacca, ogni giorno
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il controllo chimico della placca in caso
di sanguinamento gengivale, in soggetti
a rischio quali diabetici, donne in gravidanza, fumatori e soggetti sotto stress. È
particolarmente indicato in soggetti con
disabilità, in trattamento chemioterapico (durante e post) e con xerostomia3.
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Bibliograia
1. Jones CG. Chlorhexidine: is it still the gold
standard? Periodontol 2000. 1997:15;55-62.
2. Lorenz et al., J. Clin Periodontol 33 – 2006.
3. Künzel et al. 1990, Dröge 1995, Äikäs et al.
2000, Horwitz et al. 2000; Meurman et al. ‘91,
Laine et al. 1993, Banoczy et al. 1989, SganCohen et al. 96, Leouis et al. ’96.
4. Lorenz K, Bruhn G, Heumann C., Netuschil
L, Brecx M, Hoffmann T. J Clin Periodontol
33 (2006).
5. A.C Nielsen, Pharma+Parafarma vendite a
valore Anno Mobile Feb. 2014.
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dei disturbi gengivali. È composto da: collutorio meridol®
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protocollo post-chirurgico, in presenza di impianti e nel
trattamento parodontale; collutorio meridol®, che ha un’ef-
icacia antibatterica paragonabile alla Clorexidina 0.12%4,
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26 Speciale
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La videocamera intraorale, un valido supporto
nella pratica clinica
Gianna Maria Nardi*, Fabio Scarano Catanzaro**
*RUC, Dipartimento di Scienze odontoiatriche e maxillofacciali, Sapienza Università di Roma.
**Medico Odontoiatra, libero professionista in Bari.
Una buona comunicazione è alla base
del protocollo operativo di prevenzione primaria secondaria e terziaria. La
comunicazione digitale, attraverso
l’utilizzo di strumenti informatici
come la videocamera, diventa strumento essenziale per l’osservazione
clinica del cavo orale, permettendo
un’eficace esplorazione intraorale,
un esatto screening dei rischi alla patologia e favorisce la condivisione del-
la diagnosi e l’accettazione del piano
di trattamento alle terapie di prevenzione da parte del paziente .
Fig. 1
Si presenta alla nostra attenzione un
paziente di anni 27 di sesso maschile,
che riferisce una attenta e scrupolosa
igiene orale domiciliare, ma lamenta
frequente sensibilità sugli elementi
dentari posteriori superiori ed infe-
riori. All’esame clinico obiettivo si
riscontra la presenza di bioilm batterico e tartaro sulle superici linguali
degli incisivi inferiori, nella zona compresa tra gli elementi 3.2, 4.2. (Fig. 1).
Inoltre, a livello delle superici vestibolari dei primi molari superiori, denti sui quali il paziente ci riferisce una
sensibilità aumentata, evidenziamo
aree di demineralizzazione. Indagando sulla storia clinica del paziente, il
quale riferisce di un trattamento ortodontico eseguito precedentemente,
è perciò plausibile pensare a un danno da imputarsi alla dificile detersione delle superici nella zona compresa
tra la banda ortodontica e la supericie
dentale. Eseguiamo dunque un esame approfondito avvalendoci della
fotocamera Acteon SoproCare™ che
permette, tramite led appositi, di evidenziare in modo rapido ed accurato
le zone di demineralizzazione e le aree
iniammate, e di mostrarle al paziente
in real time rendendolo attivamente
partecipe e consapevole dell’eventuale danno (Fig. 2). La stessa telecamera
in modalità Perio, ha evidenziato invece la presenza di placca dentale e
iniammazioni gengivali, presenti in
uno stadio iniziale specialmente nella
regione linguale e palatale degli incisivi superiori e inferiori. Le immagini
Fig. 2
Fig. 3a
Fig. 3b
Fig. 3c
Fig. 4a
Fig. 4b
Case report
Fig. 5
JGNDQ
ottenute attraverso l’analisi della luorescenza vengono sovrapposte alle
immagini anatomiche creando una
rappresentazione delle condizioni
del tessuto, di semplice e immediata
comprensione anche per il paziente, altrimenti non percettibili con il
semplice utilizzo della luce bianca. I
tessuti irradiati vengono rappresentati con una mappatura cromatica di
semplice e immediata interpretazione come mostrato nelle igure 3a, 3b e
3c. In modalità Daylight con luce bianca ed ingrandimento a 100X, abbiamo evidenziato una cospicua perdita
di smalto dovuta a un precontatto
sulla parete mesiale della supericie
occlusale del 4.6 e una lesione aftosa
> pagina 27
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Speciale 27
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Fig. 7a
Fig. 7b
Fig. 7c
Fig. 8b
Fig. 9a
diretto con Ivoclar Fluor protector S.
Usando un pennellino la vernice è stata distribuita uniformemente in uno
strato sottile, coprendo l’intera supericie della lesione. Questa vernice tollera la presenza di umidità e aderisce
spontaneamente alle superici umide
del dente (Figg. 8a, 8b). Dopo il corretto
assorbimento, è stato consigliato al pa-
ziente di evitare cibi duri, alcol, spazzolamento o l’uso del ilo interdentale
per le 4 ore successive all’applicazione.
Per il trattamento della lesione aftosa,
invece, ci si avvale dell’Oralmedic®,
un dispositivo medico realizzato con
tecnologia HybenX®, indicato nel
trattamento topico delle lesioni ulcerate del cavo orale. La mono sommi-
Fig. 8a
nistrazione della soluzione determina
una rapida riduzione del dolore e del
discomfort del paziente. Il prodotto
agisce attraverso dei processi isicochimici che determinano la denaturazione dei tessuti supericiali. Vieni
così favorita la naturale guarigione
dell’area affetta attraverso la deposizione di una sottile barriera costituita
da materiale organico precipitato con
funzione protettiva. Dopo aver asciugato la zona, si utilizza un apposito
tampone predosato contenente la soluzione, mantenendolo in situ per 5-10
secondi. Successivamente si risciacqua
e si asciuga la zona (Figg. 9a, 9b).
Il paziente è stato visitato a distanza di
una settimana, la lesione aftosa non
è più visibile. Il paziente riferisce che
la sintomatologia algica dovuta alla
lesione aftosa, risultava notevolmente diminuita sin dal giorno seguente,
come anche le sue dimensioni.
La visione della telecamera intraorale
Acteon SoproCare™ ha permesso di
fare una attenta disamina clinica, interagendo con il paziente e motivandolo
a una maggiore attenzione di eficacia
del controllo domiciliare del bioilm
batterico e all’importanza del follow
up, per rivedere la situazione clinica
e confrontarla con le immagini archiviate della visita precedente.
Fig. 9b
< pagina 26
sulla mucosa geniena di forma ovalare
in regione 4.7, di aspetto crateriforme,
di 1 cm di diametro, di colore grigiastro, caratterizzata da un’area di necrosi supericiale ricoperta da una membrana ibrino-purulenta e circondata
da un alone eritematoso iniammatorio. Il paziente riferisce intensa sintomatologia algica e sanguinamento
mesiale della supericie occlusale del
4.6, immagine in modalità daylight e
con ingrandimento 100X (Figg. 4a,4b).
In modalità Cario il sistema evidenzia
la presenza di carie smalto-dentinali,
già a partire dallo stadio 1 (codice
ICDAS II) (Fig. 5).
Il trattamento ha inizio con una seduta d’igiene orale professionale, con utilizzo di ablatore Mectron Multypiezo
Pro, in modalità soft, e air polish con
polvere di glicina. Le zone interdentali
della sezione frontale, dove è presente un affollamento, sono deterse con
l’aiuto del ilo interdentale. Le immagini in real view della videocamera
riescono a migliorare la compliance al
corretto utilizzo dei presidi per l’igiene
interprossimale (Figg. 6a, 6b: tecnica
di spazzolamento personalizzata da
Nardi e collaboratori con strumenti
Sunstar). Col ine di diminuire l’indice di rischio e facilitare le procedure
di igiene orale a livello delle superici
occlusali dei primi molari inferiori,
presentanti entrambi solchi multipli
molto accentuati ed acuti dificili da
detergere, abbiamo preferito eseguire
la sigillatura dei solchi e delle fossette.
Questa è una metodica di prevenzione della carie conosciuta e applicata
in tutto il mondo ormai da molti decenni (Simonsen, 2002; Mejare et al.,
2003; Ahovuo-Saloranta et al., 2004;
Kitchens, 2005; Hiri et al., 2006). Ab-
biamo scelto di usare il sigillante Control Seal (Voco), un prodotto altamente riempitivo e contenente luoro, la
cui caratteristica è la trasparenza, che
permette un controllo costante del sigillo. Con un contenuto di riempitivi
del 55% in peso, Control Seal è l’unico
sigillante per fessure sul mercato che
combina la trasparenza con la stabilità
di un sigillante opaco. Inoltre, la trasparenza di questo prodotto permette
l’uso di metodi diagnostici basati sulla luorescenza laser, così che la carie
possa essere diagnosticata e monitorata quando necessario anche sotto lo
strato di sigillante. Prima di iniziare la
procedura per la sigillatura abbiamo
deterso le superici con la polvere Prophylaxis powder con Airlow Combi
Mectron. Asciugate le superici abbiamo applicato il gel mordenzante Vococid e lasciato agire per 15-30 secondi,
risciacquato con abbondante getto
d’acqua e asciugato. Abbiamo applicato il sigillante Control Seal nella cavità
e lasciato penetrare per 15-20 secondi,
rimossi gli eccessi con una spugnetta
e polimerizzato per 20-30 secondi. Per
remineralizzare le zone mordenzate
che non sono state coperte dal sigillante abbiamo ritenuto opportuno applicare uno strato di Voco Proluorid,
vernice a base di luoro, per sigillare i
tubuli dentinali e per desensibilizzare
l’area. Si è proceduto alla remineralizzazione dello smalto con mousse
remineralizzante a base di 140 ppm
NaF idrossiapatite e xilitolo (Remin
Pro, Voco), per favorire il rinforzo dello
smalto e prevenire l’eventuale ipersensibilità post igiene orale professionale. (Figg. 7a-7c).
Le aree di demineralizzazione dei molari superiori, di forma crateriformi,
non presentano aree di rammollimento, vengono perciò trattate in modo
th
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SOPROCARE risponde a svariate esigenze di proilassi fornendo una rapida diagnosi della salute orale del paziente.
Modalità PERIO : Evidenzia la presenza di placca dentale e di iniammazioni gengivali, anche se presenti in uno stadio iniziale.
Modalità CARIO : Evidenzia la presenza di carie smalto-dentinali, dallo stadio 1 (Codice ICDAS II), in maniera semplice.
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28 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
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Trattamento dell’ipersensibilità dentinale
Confronto fra applicazioni topiche di fluorapatite e fluoruro di calcio (SensOut®) e di floruro di sodio al 5%
e calcio fosfato amorfo (Enamel Pro®Varnish)
Eleonora Barbieri, Luca Turella*, Marco Baldoni**
Università degli Studi di Milano-Bicocca, Clinica odontoiatrica, direttore prof. Marco Baldoni.
*Igienista dentale, professore a contratto.
**Professore ordinario di Malattie odontostomatologiche, direttore del Dipartimento di Chirurgia
e medicina interdisciplinare.
Introduzione
La sensibilità dentinale è un segno isiologico di vitalità del dente ed è inoltre un valido meccanismo di difesa
contro gli stimoli “nocicettivi”.
I nocicettori sono «neuroni sensoriali primari che vengono attivati da
stimoli capaci di causare danno tissutale», ossia sono specializzati alla
percezione di stimoli dolorosi di varia
natura e alla loro trasmissione al sistema nervoso centrale.
L’ipersensibilità dentinale rappresenta
invece una patologia odontoiatrica di
grande interesse clinico, caratterizzata
da un dolore acuto e improvviso che
origina dall’esposizione della dentina
in risposta a stimoli termici, batterici,
tattili, osmotici o chimici e che non
possono essere correlati ad altre forme
di difetti o patologie dentali. Essa può
avere origine da stimoli meccanici
come uno scorretto metodo di spazzolamento, da recessioni gengivali,
abrasioni o erosioni, parodontiti acute
e croniche, trattamenti parodontali,
trattamenti sbiancanti, preparazioni
per protesi e diete inappropriate. La
sensazione di dolore è generalmente
causata da vari stimoli su una supericie del dente che non è più ricoperta
dallo smalto come invece avviene in
una situazione di normalità. Il tessuto
sottostante allo smalto, la dentina, è
più sofice e permeabile ed è percorso da migliaia di piccolissimi tubuli
(tubuli dentinali) che originano dalla
parte centrale (la polpa del dente) e si
dirigono verso lo smalto. La porzione
di dentina esposta mette in comunicazione l’ambiente intraorale con la
polpa dentale, ricca di terminazioni
nervose, innescando una risposta algogena. È stato dimostrato che nella
dentina ipersensibile c’è un maggior
numero di tubuli dentinali aperti per
unità di supericie e il loro diametro
è più ampio. La trasmissione dello stimolo attraverso la dentina nei denti
ipersensibili dovrebbe essere mediata
da meccanismi idrodinamici. Ne consegue che la riduzione del diametro
dei tubuli e, di conseguenza, della loro
pervietà porta a una riduzione del
lusso al loro interno e quindi a una
diminuzione della sensibilità.
Questa problematica è di grande interesse clinico: colpisce infatti il 36%
dei soggetti, salendo al 41% fra quelli
di sesso femminile della popolazione
mondiale, la maggior parte dei quali
rientrano in una fascia di età compresa fra i 20 e i 40 anni. Questa patologia
è destinata a divenire nel prossimo
futuro sempre più consueta per i vari
motivi legati all’incremento dell’igiene, ad alterate abitudini alimentari e
perché la popolazione media mantiene la propria dentizione per un periodo di tempo più lungo che in passato.
La igura dell’igienista dentale ha un
ruolo chiave nella prevenzione e nel
trattamento dell’ipersensibilità.
Da una diagnosi eseguita correttamente, il professionista è in grado di
elaborare e attuare un piano di trattamento che preveda da una parte
l’identiicazione e l’eliminazione dei
fattori causali predisponenti e l’istruzione delle corrette manovre di igiene
orale e alimentare, dall’altra la cura
dell’ipersensibilità attraverso l’utilizzo di prodotti professionali atti ad alleviare il disturbo del paziente. I prodotti desensibilizzanti a uso professionale
possono essere una valida soluzione
per eliminare o quanto meno diminuire il dolore. Il loro ruolo è quello di penetrare all’interno dei tubuli dentinali
e otturarli, in modo tale da bloccare la
via di comunicazione esterno-polpa
e isolare il dente da qualsiasi stimolo
esogeno. Lo scopo di questo studio è
testare e valutare l’eficacia di due prodotti deputati alla desensibilizzazione
della dentina esposta, ossia confrontare i risultati ottenuti dai pazienti
sottoposti al trattamento con luorapatite e luoruro di calcio (SensOut®),
al trattamento con loruro di sodio
al 5% e calcio fosfato amorfo (Enamel
Pro®Varnish) e il gruppo controllo, per
stabilire quale tra le due sia più eficace in termini di sollievo.
Materiali e metodi
Lo studio è stato effettuato su un
campione di 30 pazienti, 14 di sesso
maschile e 16 di sesso femminile, reclutati presso il reparto di odontoiatria
dell’Ospedale San Gerardo di Monza,
rientranti nel seguente criterio: avere
ipersensibilità dentale diffusa ad almeno 3 elementi, con esposizione di
dentina, in due emiarcate distinte.
t0
MEDIA
SensOut®
6
t1
t2
0,6 1,07
t3
t4
2,03 3,23
Tab. 1 - Confronto della media dei valori
ottenuti con la scala VAS nei cinque
appuntamenti con i pazienti trattati
con SensOut®.
I criteri di inclusione comprendono:
– pazienti di sesso maschile e femminile;
– pazienti di età compresa tra i 18 e
65 anni;
– pazienti con problemi di sensibilità dentinale;
– pazienti con recessioni gengivali
con dentina esposta;
– pazienti in buona salute dal punto
di vista psico-isico;
– pazienti disposti e in grado a completare lo studio;
– pazienti irmatari del consenso
informato irmato.
I criteri di esclusione comprendono:
– pazienti senza problemi di sensibilità;
– pazienti che presentano ipersensibilità ridotta o poco diffusa, ossia limitata a meno di 3 elementi
dentari e quindi impossibile da
trattare ai ini dello studio;
– pazienti sottoposti a terapia farmacologica con analgesici, antiniammatori e antidepressivi triciclici e altri psicofarmaci;
– pazienti che hanno terminato da
poco un trattamento sbiancante;
– condizioni mediche o storia clinica che non permettano un’adeguata compliance;
– età inferiore a 18 anni o superiore
a 65 anni;
– pazienti precedentemente trattati
con luoro o altri prodotti desensibilizzanti o che, prima di presentarsi da noi, usavano prodotti
domiciliari desensibilizzanti per
limitare il disagio;
– pazienti trattati con il laser;
– pazienti con disturbi alimentari
particolari.
I pazienti reclutati sono stati trattati dividendo il loro cavo orale in due
t0
t1
t2
MEDIA
5,8 1,27
Enamel
Pro®Varnish
t3
t4
1,72 2,83 3,87
Tab. 3 - Confronto della media dei valori
ottenuti con la scala VAS nei cinque
appuntamenti con i pazienti trattati con
Enamel Pro®Varnish.
MEDIA SensOut ®
Tab. 2 - Andamento della media dei valori ottenuti con la
scala VAS nei cinque appuntamenti con i pazienti trattati
con SensOut®.
Fig. 1 - Applicazione dei prodotti desensibilizzanti.
metà: il secondo e il terzo quadrante,
sottogruppo studio (A), è stato trattato con le consuete tecniche di igiene
orale e con applicazioni di luorapatite e luoruro di calcio (SensOut®);
mentre il primo e quarto quadrante,
sottogruppo studio (B), è stato trattato con le consuete tecniche di igiene
orale e con applicazioni di loruro
di sodio al 5% e calcio fosfato amorfo (Enamel Pro®Varnish); inoltre è
presente un sottogruppo controllo
(C), costituito dai denti sensibili non
trattati con prodotti desensibilizzanti
professionali, che è stato trattato solo
con tecniche di igiene orale.
Durante la prima visita, dopo la raccolta dei dati anamnestici e l’analisi dello
status radiograico tramite l’ortopantomograia, sono stati registrati, per
tutti i pazienti, l’indice di placca secondo O’Leary e i valori del sondaggio parodontale; è stato poi effettuato un test
diagnostico di sensibilità ed è poi stata
eseguita la detartrasi sopragengivale.
Inine, i pazienti sono stati motivati
e istruiti all’igiene orale domiciliare,
nonché sono stati dati loro consigli sulla dieta alimentare.
Nella seduta successiva (7 giorni dopo)
a ogni paziente è stato fatto irmare il consenso informato, dopodiché
abbiamo effettuato primo test di valutazione della sensibilità tramite la
Scala Analogica Visiva (VAS), abbiamo
quindi proceduto con l’applicazione
dei desensibilizzanti: il secondo e il
terzo quadrante, sottogruppo studio
(A), è stato trattato con le consuete tecniche di igiene orale e con applicazioni di luorapatite e luoruro di calcio
MEDIA Enamel Pro ®Varnish
Tab. 4 - Andamento della media dei valori ottenuti con la scala
VAS nei cinque appuntamenti con i pazienti trattati con
Enamel Pro®Varnish.
(SensOut®); mentre il primo e quarto
quadrante, sottogruppo studio (B), è
stato trattato con le consuete tecniche
di igiene orale e con applicazioni di
loruro di sodio al 5% e calcio fosfato
amorfo (Enamel Pro®Varnish). Inine,
abbiamo effettuato secondo test di valutazione della sensibilità, per valutare
il miglioramento (Fig. 1). I pazienti sono
stati sottoposti a tre ulteriori sedute
per effettuare nuovamente i test di valutazione della sensibilità, a distanza di
una settimana, un mese e tre mesi.
Risultati
Dai nostri risultati, ottenuti grazie alla
scala VAS, possiamo riassumere che
per i 30 pazienti trattati con luorapatite e luoruro di calcio (SensOut®):
– la media dell’ipersensibilità calcolata nel tempo t0 è di 6;
– al tempo t1 la media si è abbassata
di 5,4 punti (da 6 a 0,6), determinando una condizione di sollievo
dato dalla diminuzione del grado
di ipersensibilità;
– il controllo eseguito a una settimana di distanza ci ha permesso
di rivalutare i siti trattati, vi è stata
una leggera recidiva, infatti la media al t2 è 1,07;
– a un mese dal trattamento t3 la
media assume il valore di 2,03, la
differenza rispetto al t0 è di 3,97;
– dopo tre mesi (t4) la rivalutazione dei siti trattati ci permette di
raccogliere nuovamente i dati e la
media che se ne ricava è di 3,23: la
differenza rispetto al pre-trattamento è di 2,77 punti (Tabb. 1-2).
Descriviamo ora i risultati riguardanti la terapia con applicazioni topiche
di loruro di sodio al 5% e calcio fosfato amorfo (Enamel Pro®Varnish),
presentano una media di ipersensibilità riscontrata prima del trattamento
(t0) di 5,8. Al termine della seduta (t1)
la media si è abbassata di 4,53 punti
(da 5,8 a 1,27), dando la prova dell’effetto desensibilizzante.
A una settimana dalla seduta (t2) vi è
stata una leggera recidiva, la media è
cambiata, il nuovo valore 1,72 mostra
che essa si è abbassata di 4,08 punti.
> pagina 29
Speciale 29
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
t0 = 0,687413584
T DI STUDENT
Enamel
Pro®Varnish/SensOut® t 4 = 0,13368489
Tab. 6 - Test t di student pre-trattamento e a distanza di 3 mesi.
Tab. 5 - Confronto della media dei valori ottenuti con la scala VAS nei cinque
appuntamenti con i pazienti trattati con Enamel Pro®Varnish e SensOut®.
rispetto alle applicazioni di loruro
di sodio al 5% e calcio fosfato amorfo
(Enamel Pro®Varnish).
Deinire anamnesticamente il ruolo dei fattori causali della lesione da
ipersensibilità dentinale rappresenta
il punto di partenza per l’igienista
dentale. È importante identiicare tali
< pagina 28
A distanza di un mese (t3) il valore
della media 2,83 mostra una perdita
di eficacia nel tempo del prodotto
desensibilizzante. Nell’ultimo controllo, a tre mesi (t4), la media assume
il valore di 3,87; essa quindi dimostra
l’eficacia del trattamento in quando
si è notevolmente abbassata rispetto
al t0, infatti abbiamo una differenza
di 1,93 punti (Tabb. 3-4). Il graico seguente (Tab. 5) rafigura il confronto
tra le medie di ipersensibilità, per
inquadrare ancora più facilmente gli
effetti prodotti dai due diversi trattamenti durante i 5 step temporali.
Abbiamo eseguito il test t di student
fra i risultati ottenuti nei due diversi
trattamenti al tempo t0, in cui risulta essere 0,687413584, e al t4, esso è
risultato essere 0,13368489, entrambi
essendo maggiori di 0,05 non sono
statisticamente accettabili (Tab. 6).
Discussioni
Dai dati ottenuti si nota che il trattamento con luorapatite e luoruro di
calcio (SensOut®) risulta più eficace
del trattamento con loruro di sodio
al 5% e calcio fosfato amorfo (Enamel
Pro®Varnish), infatti il graico mostra
come la media dei valori, ottenuti tramite la scala VAS indicanti la sensibilità allo stimolo algogeno, del prodotto
SensOut® sia inferiore a quella del trattamento con Enamel Pro®Varnish. Dai
risultati emersi si dimostra, in ogni
caso, che entrambi i prodotti hanno
portato a una diminuzione della soglia del dolore e che quindi entrambi
si sono rilevati eficaci. I confronti fra
le fasi t0, t1, t2, t3 e t4 ci sono serviti
per osservare eventuali decadimenti,
miglioramenti o mantenimenti degli
effetti nel tempo. Per entrambi i trattamenti abbiamo osservato un netto miglioramento fra gli step t0 e t1,
ovvero fra il pre- e post-trattamento;
successivamente abbiamo osservato
una recidiva, lenta ma costante, dallo
step t2, dopo una settimana dall’applicazione, al t4, ossia a distanza di 3 mesi
dalla seduta desensibilizzante.
I dati confermano che l’applicazione di luorapatite e luoruro di calcio
(SensOut®) porta beneici maggiori: il
livello di desensibilizzazione di questo
trattamento supera l’altro sia in termini temporali, sia in termini di sollievo.
Conclusioni
Concludendo possiamo quindi affermare che entrambi i presidi utilizzati
risultano quindi eficaci nella riduzione dell’ipersensibilità dentinale
ma, nel nostro studio, la combinazione di luorapatite e luoruro di calcio
(SensOut®) risulta essere migliore
INNOVATIVO TRATTAMENTO
DESENSIBILIZZANTE PROFESSIONALE
Basato su uno speciale film protettivo brevettato a matrice siliconica
in sospensione e caricata con nano particelle
di Fluorapatite e Fluoruro di Calcio.
FACILE E RAPIDO DA APPLICARE
Non richiede mordenzatura, monocomponente, autopolimerizzante,
si lega meccanicamente e chimicamente
a dentina e smalto, obliterando i tubuli dentinali
e riparando lo smalto demineralizzato.
Incolore ed invisibile.
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Crea un film protettivo resistente agli acidi e in grado di bloccare
immediatamente e a lungo termine l’ipersensibilità dentinale
indotta da stimoli termici, chimici e osmotici.
AZIONE RIMINERALIZZANTE
Grazie ai suoi riempitivi (Fluoruro amminico, Nano fluoruro di calcio
e Nano Fluorapatite) è in grado di rimineralizzare lo smalto
e favorire lo sviluppo di dentina secondaria.
CON MANTENIMENTO DOMICILIARE
Ogni trattamento professionale include il dentifricio
desensibilizzante SensOut, con nanoparticelle di fluorapatite,
con cui sviluppa un’azione sinergica a livello domiciliare.
fattori allo scopo di programmare
un corretto piano di trattamento che
contempli, oltre alle strategie di management professionale e domiciliare,
anche la prevenzione della suddetta
patologia odontoiatrica.
Le misure preventive che il professionista fornisce al paziente sono istruzioni relative all’eliminazione delle
abitudini di vita scorrette responsabili
delle recidive della patologia. Un valido piano di trattamento prevede dunque l’identiicazione e l’eliminazione
dei fattori causali predisponenti, come
l’assunzione da parte del paziente di
sostanze acide di origine esogena o la
presenza di acidi endogeni che vengono a contatto con la cavità orale e
il trauma da spazzolamento. Le considerazioni tratte dal nostro studio ci
hanno permesso di studiare e approfondire un argomento molto vasto e
ancora non del tutto noto. L’ipersensibilità dentinale è infatti un fenomeno
complesso da valutare e curare, e per
eliminare, o quanto meno ridurre,
questo disturbo i pazienti necessitano
di una motivazione chiara e costante,
che li induca alla collaborazione.
La bibliograia è disponibile presso l’Editore.
WEB ARTICLE
30 Speciale
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Aidi: aggiornamento culturale
e formazione professionale
L’Aidi tra i suoi obiettivi, propone costante miglioramento, crescita professionale e culturale.
In quest’ottica aspetta gli igienisti
dentali con importanti corsi di aggiornamento: il 9-10 maggio 2014
a Roma con lo Spring Meeting e il 17
maggio 2014 a Montegrotto Terme.
Lo Spring Meeting si svolgerà a Roma
presso la Casa dell’Aviatore. All’evento sono stati assegnati 13,5 Crediti
ECM - venerdì 9 maggio 2014 si svol-
gerà alle ore 10 l’Assemblea dei Regionali cui seguirà l’Assemblea dei Soci
Aidi per l’approvazione del bilancio.
Alle 13.30 la question time con Ma-
rialice Boldi (in foto), Saverio Proia,
Cristina Rinaldi, Mario Giannoni.
Alle 15.30 la relazione “Aidi per la
Professione” di Enrica Scagnetto,
cui farà seguito “La motivazione
eficace come atto terapeutico: dimensione e stili di vita” di Roberta
Ceresini e “Il lavoro in forma societaria” svolto da Alda Frandgenisot.
Sabato 10 maggio in mattinata si
susseguiranno “Approccio olistico al
paziente” di Giuliana Bontà, “L’igiene
orale nelle diverse fasce d’età” con
Antonella Abbinante, “Le biotecnologie in odontoiatria: nuove prospettive nella diagnostica orale” di Dorina
Lauritano, “L’Igienista Dentale e il
paziente ansioso” con Irene Riccitelli Guarrella, “Il marketing personale
nello sviluppo dell’attività dell’Igienista Dentale” di Maria Letizia Gallo.
Il pomeriggio sarà dedicato allo svolgimento dell’attività professionale
con relazioni e discussione interattiva su “Regime Fiscale dell’Igienista
Dentale” di Caterina Di Marco , “Responsabilità civile, penale e aspetti
assicurativi dell’Igienista Dentale”
con Marialice Boldi e “Tematiche professionali europee (EDHF) e internazionali (IFDH)” con Stefano Checchi e
Clelia Mazza. Al termine dei lavori tra
i presenti verranno estratte 3 apparecchiature per proilassi EMS.
Il corso di aggiornamento “Dalla salute orale alla salute generale” si svolgerà presso l’Hotel Mioni di Montegrotto Terme (PD). All’evento sono
stati assegnati 8,5 Crediti ECM. Tra
le relazioni in programma sabato 17
maggio “Approccio olistico al paziente” con Giuliana Bonta, “Regolazione
biologica funzionale” e “Fitoterapia
tradizionale peruviana e itobioenergetica: alcune applicazioni in
odontoiatria” con il prof. Sergio Serrano, “Realtà oggettiva e percezioni
soggettive: spunti di rilessione per
relazioni interpersonali eficaci” di
Anna Codazzi, “Vitamina C e salute
orale” con Stefano Sarri e “Presentazione di casi clinici” con Isabella Perraro e Roberto Carriere.
Aidi
WEB ARTICLE
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Speciale 31
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Vieni a conoscere l’IFDH
L’International Federation of Dental
Hygienists (IFDH) è un’organizzazione progettata per rappresentare gli interessi degli igienisti dentali di tutto il
mondo. Fondata originariamente nel
1973 dall’International Liaison Committee on Dental Hygiene, fu formalizzata nel 1986 ad Oslo, Norvegia. Da
quel momento l’IFDH ha funzionato
come un’organizzazione internazionale, non governativa, no-proit che
riunisce associazioni di igiene dentale
di tutto il mondo per la causa comune
di promozione della salute orale.
Tra i propositi dell'IFDH:
- Salvaguardare e difendere gli
interessi della professione di
igiene dentale, rappresentare e
nobilitare tale professione.
- Promuovere alleanze professionali con i membri dell’associazione, nonché con altre associazioni,
federazioni e organizzazioni i cui
obiettivi sono simili.
- Promuovere e coordinare lo
scambio di conoscenze e informazioni sulla sua pratica, professione e relativa formazione.
- Promuovere l’accesso a servizi
di prevenzione di salute orale di
qualità.
- Incrementare la consapevolezza
del pubblico che la malattia orale può essere prevenuta attraverso regimi comprovati.
- Fornire un forum per la comprensione e la discussione di questioni relative all’igiene dentale.
Attualmente, l’IFDH è costituita da 26
paesi membri. Tra questi: Australia,
Austria, Canada, Danimarca, Fiji, Finlandia, Germania, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Corea, Lettonia, Nepal,
Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia,
Portogallo, Russia, Repubblica Slovacca, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Singoli igienisti dentali, studenti
iscritti a programmi di formazione
accreditati in igiene dentale, organizzazioni professionali ed altri operatori
sanitari possono unirsi all’IFDH.
L’IFDH si impegna a fornire risorse
online per i colleghi di igiene dentale. Il nostro sito web, www.ifdh.org,
fornisce informazioni sul processo
di ricerca di occupazione nei paesi
membri, su ricerca e formazione, su
incontri nazionali e internazionali di
interesse, su come diventare membri
e su progetti e partnership ideati per
migliorare la salute orale del pubblico.
Una delle nostre entusiasmanti nuove
partnership è con il Global Child Dental Fund. Stiamo lavorando insieme
per sostenere un premio di responsabilità sociale incentrato sul miglioramento della salute orale dei bambini
svantaggiati. Questo progetto è realizzato per dare un riconoscimento,
su base annua, a igienisti dentali e
studenti di igiene dentale che partecipano a un progetto di volontariato
da cui traggano beneicio bambini
svantaggiati principalmente, ma non
esclusivamente, dei paesi a basso e
medio reddito. Ogni igienista dentale
o studente che sia membro dell’IFDH
o di un paese membro IFDH è eleggibile per il premio. Le istruzioni sono
disponibili su www.gcdfund.org.
Le proposte di progetto devono essere
presentate entro domenica 1 giugno
2014 e la premiazione avverrà il 30
settembre 2014. Il vincitore riceverà
un premio in denaro di 3.000 dollari
per attuare il proprio progetto, per il
secondo e il terzo posto sono previsti
premi in denaro di 1.000 dollari per
ogni progetto.
Inoltre, l’IFDH sta analizzando una
possibile partnership con "Text2Floss".
Questo programma è un modo innovativo per promuovere la migliore
cura orale a domicilio, con sms di promemoria per lavarsi i denti e usare il
ilo interdentale quotidianamente.
Saranno offerte ulteriori informazioni educative sull’igiene orale, tra cui
saliva, pH della bocca, malattie cardiache e salute orale, stress e diabete.
È disponibile una App per iPad, iPad
mini e iPhone 5s, così come su iTunes.
Ogni tre anni, l’IFDH ospita un Simposio Internazionale di Igiene Dentale, offrendo l’opportunità di collegarsi
alla rete e imparare le ultime ricerche
e tecnologie, sostenendo la crescita
della professione. Il prossimo simposio scientiico si terrà dal 23 al 25 giugno 2016 a Basilea, Svizzera. Per ulteriori informazioni su questo incontro,
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Speriamo vi unirete a noi per lavorare
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32 Speciale
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
Terapia parodontale non chirurgica e sensibilità
Gianna Maria Nardi, prof. AGR-RUC, Università degli Studi di Roma “Sapienza”
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Nella pratica clinica, durante la terapia parodontale non chirurgica, l’operatore spesso deve risolvere diverse problematiche cliniche del paziente, quali l’annoso problema dell’ipersensibilità data dalle superici radicolari esposte per recessione
gengivale, l’affollamento dentale, le forcazioni radicolari e il
malposizionamento dei denti.
Queste problematiche cliniche creano disagio per l’eficacia
della decontaminazione (Figg. 1, 2). Per l’ipersensibilità dentale, la teoria isiopatologica più accreditata, è l’idrodinamica,
studiata da Brannstrom, che attribuisce all’induzione di stimoli tattili, chimici, termici e osmotici, una risposta dolorosa
conseguenza di uno spostamento di luidi nei tubuli dentinali
e stiramento delle terminazioni nervose dell’organo pulpodentinale. La sintomatologia è variabile, condizionata spesso
da approccio psicologico condizionato da percezioni di do-
lore provate in precedenza. È necessario che il professionista
provveda al management clinico del paziente, sia domiciliare
che professionale. Oltre alle superici radicolari esposte, vanno rilevati eventuali disturbi, quali il relusso gastroesofageo,
disturbi alimentari e rigurgiti altamente erosivi. Effettuata
la diagnosi di ipersensibilità dentinale, si modiica la dieta, si
veriica l’eficacia del controllo di placca domiciliare, si indica
l’uso di dentifrici con sostanze desensibilizzanti. Eliminati i
fattori predisponenti, è necessario scegliere tecnologie ideali,
minimamente invasive per la decontaminazione del cavo orale per la terapia parodontale non chirurgica. Per un’attenta e
delicata decontaminazione del cavo orale, è necessario usare
una strumentazione, che ha la possibilità di scegliere la modalità di lavoro soft per gli ultrasuoni (Fig. 3, Multipiezo Touch
Mectron), con il vantaggio di poter calibrare l’intensità delle
vibrazioni, creando un delicato ed eficace movimento dell’inserto. Inoltre, la possibilità di avere diverse punte con delle
forme anatomiche che ben si adattino alle superici dentali e
tecnologie particolari, dedicate anche a superici implantari,
permette di avere dei trattamenti clinici più eficaci per diverse tipologie di pazienti.
Questa opportunità tecnologica permette il trattamento di
casi clinici più complessi, con un approccio minimamente invasivo, creando i presupposti per un follow-up frequente, accettato più facilmente dal paziente.
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SoproCARE®, la rivelazione!
Sistema Helbo
SoproCARE® è l’assistente ideale per
dentisti e igienisti: la nuova camera
intraorale di Sopro è stata sviluppata per supportare i professionisti
durante le pratiche di proilassi e di
trattamento parodontale.
Proilassi completa
Nell’ottica di costante innovazione
tecnologica che da sempre la contraddistingue e sfruttando il brevetto tecnologico di proprietà LIFE-DT
(2003), Sopro (Acteon Group) ha recentemente sviluppato un innovativo dispositivo diagnostico chiamato
SoproCARE®, in grado di rispondere
a svariate esigenze di proilassi. La
nuova camera intraorale (che si pone
concettualmente come l’evoluzione
del precedente modello SoproLIFE®)
è infatti perfettamente in grado di
fornire una rapida diagnosi della salute orale del paziente, grazie all’utilizzo di tre differenti modalità: “Daylight”, “Cario” e “Perio”.
rapida diagnosi dello stato
di salute orale del paziente.
SoproCARE® dispone di tre
differenti modalità:
– modalità “Perio”: evidenzia la presenza di
placca dentale e iniammazioni gengivali, anche se presenti in uno
stadio iniziale;
– modalità “Cario”: evidenzia la
presenza di carie smalto-dentinali, dallo stadio 1 (codice ICDAS
II), in maniera semplice;
– modalità “Daylight”: la macrovisione/magniicazione rende
visibili anche i dettagli impercettibili e consente il controllo di
eventuali micro lesioni e la loro
evoluzione.
Stato dell’arte in tema di
tecnologie fotoniche
La tecnologia di SoproCARE® beneicia del brevetto Sopro (2003)
basato sulla luorescenza,
ma anche dell’ampliicazione selettiva cromatica per
irradiare eventuali lesioni
dentali, al ine di fornire
una diagnosi preventiva afidabile.
Tre modalità, tre esigenze
Prevenzione, precisione,
comunicazione
SoproCARE® risponde a svariate
esigenze di proilassi fornendo una
Al ine di far accettare serenamente
un trattamento minimamente in-
Terapia fotodinamica contro le malattie
parodontali
vasivo, le tre modalità concorrono a
fornire chiarimenti e conferma alla
diagnosi tradizionale. SoproCARE®
è anche un eficiente strumento di
comunicazione e motivazione. Consente di giustiicare rapidamente
i piani di trattamento e, al tempo
stesso, di coinvolgere e orientare il
paziente al miglioramento della salute orale personale.
Le immagini sono semplici da leggere e interpretare: basta solo seguire la scala cromatica!
Le infezioni batteriche del cavo orale rappresentano una delle maggiori side per l’odontoiatria. Le malattie parodontali, in particolare, sono in forte
ascesa: secondo recenti pubblicazioni oltre il 60% della popolazione ne soffre. Contro malattie come la parodontite, la perimplantite, l’endodontite, la
carie, la pulpite e le complicanze da guarigione (per esempio a seguito di
interventi chirurgici), oltre ai metodi tradizionali di trattamento, è possibile
afidarsi alla terapia fotodinamica antimicrobica. Questa terapia combatte i
batteri patogeni, accelera il processo di guarigione delle malattie e lenisce il
dolore. La terapia fotodinamica trova, inoltre, applicazione nell’implantologia post-estrattiva e nella chirurgia ricostruttiva per la decontaminazione
dei siti riceventi.
La terapia fotodinamica antimicrobica è facilmente attuabile in studio con
il sistema Helbo di Bredent Medical. Molti studi e più di 50 pubblicazioni
scientiiche confermano l’eficacia di questa terapia, che si basa sulla colorazione della membrana batterica per mezzo di molecole coloranti fotosensibili con il fotosensibilizzatore HelboBlue. Le molecole si diffondono nel bioilm e vengono successivamente attivate dalla luce del laser; trasferiscono
la loro energia all’ossigeno presente a livello locale, producendo in tal modo
ossigeno singoletto altamente aggressivo, che in un minuto distrugge il 99%
dei batteri presenti nel bioilm.
La gamma di telecamere
intraorali “made by Sopro”
SoproCARE®, dal mese di giugno
2012, completa l’ormai riconosciuta
e apprezzata gamma Sopro composta dalle camere Sopro 617, Sopro 717
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Sopro (Acteon Group), è leader mondiale nel mercato delle camere intraorali, e il suo prodotto di punta
SoproLIFE®, basato sulla stessa tecnologia della luorescenza, proprio
come SoproCARE®, è il più venduto
nel mercato americano.
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WEB ARTICLE
Hygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2014
WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM
Speciale 33
“An Overview on Teeth Decay Prevention”
al centro del VI Congresso Sisio
La Sisio è lieta di annunciare che il VI
Congresso si terrà nella città di Verona
il 16 e 17 maggio 2014 e sarà intitolato
“An Overview on Teeth Decay Prevention”. Grazie all’applicazione di protocolli preventivi e dei costanti richiami
di igiene professionale, la patologia
cariosa è in diminuzione negli ultimi
anni. Ciò non vuol dire che dobbiamo
abbassare la guardia nei confronti di
questa malattia, ma anzi oggi possiamo combatterla con armi nuove
sempre più precise per prevenirla o
per curarne gli effetti con interventi
altamente mirati.
Interventi che si traducono clinicamente con un solo termine: odontoiatria “minimamente invasiva”; una
Bologna - 14 giugno 2014
Ansia
disciplina che fonda le sue peculiarità nel rispetto del tessuto dentale sano e la sua priorità nella cura delle lesioni
primarie e secondarie, colte all’esordio. La attenta indagine
diagnostica, la corretta valutazione del rapporto rischi/
beneici biologici e non ultima la rimozione conservativa
e altamente speciica del tessuto cariato, rientrano fra i
provvedimenti preliminari più importanti per il raggiun-
gimento dei risultati a lungo termine.
La adozione di un protocollo diagnostico validato e il ricorso alle più moderne tecnologie, ci permettono di minimizzare sia i falsi positivi che i falsi negativi e di ottenere risultati sempre più predicibili.
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nell’igiene orale
Per parlare di trattamento dell’ansia
da parte degli igienisti dentali legato
all’uso esclusivo delle proprie competenze, è necessario fare una premessa
indispensabile. La preoccupazione,
l’ansia e il dolore del paziente sono infatti parte integrante di un appuntamento di terapia igienica. Riconoscere
e gestire l’ansia del paziente generata
dal timore di provare dolore è una
parte imprescindibile del piano di
cura d’igiene dentale. È fondamentale, per trattare un paziente, riconoscere e condividere con lui le condizioni
di salute parodontali, la soglia del dolore, che è diversa in ogni individuo,
l’ansia derivante dalla paura. Tutti
elementi che un igienista deve prendere in considerazione per rispondere eticamente e professionalmente
nella presa in cura di un paziente. Il
dolore ha due elementi: la sua percezione è prima di tutto un’esperienza
neurologica di dolore; la reazione ad
esso è l’interpretazione personale e la
risposta al messaggio dolore.
La percezione del dolore si riferisce
al processo isico di ricezione di uno
stimolo doloroso e di trasmissione
dell’informazione al cervello, attraverso il sistema nervoso. Informazione interpretata come dolore.
La percezione varia da individuo a
individuo a secondo l’integrità del
sistema nervoso. Abbiamo cinque
meccanismi di controllo del dolore:
1. rimuovere lo stimolo doloroso;
2. bloccare la via nervosa del
messaggio doloroso;
3. prevenire la reazione al dolore aumentando la soglia di reazione;
4. deprimere il sistema nervoso
centrale;
5. usare metodi psicosomatici.
In questo Convegno tratteremo l’uso
del protossido d’azoto quale uno dei
presidi indicati per le sedute d’igiene
professionale.
Irene Riccitelli
Setole estremamente sottili, con un diametro
terminale di 0,01 mm, per rimuovere il bioilm
delicatamente e con un’eicacia maggiore*1
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Odontoiatria generale
WEBINAR REGISTRATO
Nel cancro orale
la chiave del successo
è nella diagnosi precoce
e questa è afidata all’odontoiatra
CORSO GRATUITO
Diagnosi precoce
del cancro orale
Dr. Gaeta Giovanni Maria
ll cancro del cavo orale è una patologia che
potenzialmente può colpire tutti gli adulti.
I dispositivi che utilizzano la fluorescenza diretta rappresentano
una metodica utile ai clinici al fine di facilitare il riconoscimento
precoce di lesioni potenzialmente maligne e neoplastiche
del cavo orale e il management di lesioni clinicamente non
evidenziabili.
La presentazione si propone l’obiettivo di fornire le conoscenze
di base fondamentali per un corretto inquadramento diagnostico
mediante le metodiche cliniche, strumentali e molecolari
utilizzabili per il riconoscimento precoce delle lesioni neoplastiche
o potenzialmente tali da parte dell’operatore.
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Aprite gli occhi e fate aprire la bocca! Ogni due ore
circa, per ogni giorno dell’ anno, in Italia, muore un
uomo o una donna per cancro del cavo orale. Il tasso di
sopravvivenza a 5 anni per questa malattia è di meno
della metà mentre quello di mortalità è più elevato di
altre forme di tumore come quello della cervice uterina, del linfoma, del testicolo, della tiroide o del melanoma, di cui esiste maggiore diffusione informativa e
conoscenza da parte dei pazienti. Differentemente ad
altre forme di cancro, la ricaduta sulla vita sociale del
paziente è molto pesante. Basti pensare a cosa signiichi relazionarsi senza la possibilità di poter
parlare in maniera corretta, o presentarsi in pubblico con il volto sigurato da interventi di chirurgia altamente demolitivi. L’elevato tasso di mortalità associato a questo tipo di tumore non è
tempo
e distanza
frama
studio
e laboratorio
legato alla
dificoltà
diagnostica,
alla sua
individuazione quasi sempre tardiva. Solo il 4% dei
tumori del cavo orale è diagnosticato in un primo stadio. Tra le cause, oltre l’alcool e il tabacco,
oggi conosciamo
con untutte
virusle
della
famiglia dei relative
Papova, ilalceppo
16 (HPV16) che
inviandolainrelazione
tempo reale
informazioni
paziente
viene individuato
in circailun
terzo dei e
tumori.
Molto spesso ildi
virus
può essere presente senza
per consentire
progetto
la finalizzazione
manufatti
manifestazioni cliniche. In questo caso i soggetti non bevono, non fumano, e sono giovani.
A tutt’oggi non esiste un programma eficace di screening sulla popolazione, ma esistono delle
semplici procedure che lo specialista può seguire ogni qual volta un paziente si presenti alla
Il relatore porterà la propria esperienza di utilizzo quotidiano
prima visita: adeguata osservazione delle mucose orali, della lingua e dell’orofaringe, eventualmente supportate da indagini di basso costo e semplice attuazione come test di colorazione vitale o di autoluorescenza dei tessuti. In caso di lesioni evidenti all’osservazione clinica l’attuazione di un PAP test e/o di un prelievo bioptico con successivo esame istologico. Nei soggetti a
rischio per sesso ed età, un test in fase liquida mediante brushing delle superici mucose per la
tecnologie
consentono
ricerca dei
ceppi oncogeni
di HPV. a beneficio dei pazienti e dell’efficienza di studi
La chiave del successo è quindi solo nella diagnosi precoce e questa è afidata all’odontoiatra. Se
viene effettuata nel primo stadio della malattia il tasso di sopravvivenza può arrivare al 90% dei
casi! Aprite gli occhi… e fate aprire la bocca!
Trasferimento
digitale fra studio
Giovanni Maria Gaeta, Membro dell’ Albo Governativo Nazionale
degli Esperti in Discipline Odontostomatologiche
IDEA (dal SIDID) e il tentativo di riunire sotto
un’unica bandiera gli igienisti dentali italiani
Pubblichiamo un’intervista a Loredana Bellia, responsabile della Relazioni universitarie del Coordinamento nazionale SIDID.
Come e quando è nato il SIDID?
Nel 2012 da una mia idea in collaborazione con altri colleghi e
costituito statutariamente il 7 gennaio di quell’anno.
Che cosa ne ha ispirato la nascita?
Migliorare la condizione lavorativa, previdenziale e istituzionale
dell’igienista perseguendo obiettivi concreti, suscettibili di portare la professione a cambiamenti positivi .
Perché il SIDID ha incontrato dificoltà a porsi quale
rappresentante professionale?
Secondo l’art. 1 del Decreto 26 aprile 2012 del Ministero della Salute sull’accertamento della rappresentatività nazionale delle associazioni professionali dell’area sanitaria, tra i requisiti (lettera
K) si sottolinea la «previsione dell’espressa esclusione di inalità
sindacali». Pertanto il SIDID essendo prevalentemente un sindacato e pur rappresentando la categoria degli igienisti dentali e
quindi delle professioni dell’area tecnico sanitaria, non poteva
essere dichiarato rappresentativo, pur se in possesso degli altri
requisiti e presente a livello nazionale.
Quando e perché si è deciso di dar vita a IDEA
facendovi confluire il SIDID?
Occorreva creare una “nuova casa” per un maggior numero di
igienisti dentali, perchè solo l’unità poteva dare alla categoria la
forza per raggiungere obiettivi non realizzati. Costruire un nuovo soggetto, oltre le barriere associative e pregiudiziali personali
per un nuovo spirito di categoria. Occorreva una nuova bandie-
ra, sotto cui riunire la categoria creando interesse associativo per
migliaia di colleghi mai o non più iscritti ad associazioni. Stiamo
raggiungendo l’obiettivo: IDEA ha ridato entusiasmo ai delusi e
creato interesse tra chi mai pensava di poter lavorare per un’associazione.
Quali sono i punti qualiicanti del progetto?
Riguardano l’aspetto organizzativo e politico/sindacale. IDEA
è un’associazione non verticistica che realizza principi della
democrazia partecipativa: grande autonomia organizzativa
ed economica regionale, per una omogenea ramificazione sul
territorio. La struttura è “ low cost”: i ricavi, utilizzati fondamentalmente per organizzare l’attività formativa, solo in minima parte per far funzionare la macchina, fondata sui principi del volontariato. L’associazione dev’essere un’opportunità
per i soci, non il contrario: di qui una quota associativa bassa
e tutti corsi gratuiti.
Da un punto di vista politico, IDEA si caratterizza per la forte e innovativa spinta sindacale. Consci dell’importanza di lavorare in
team con tutte le igure del dentale, non possiamo dimenticare
che l’igienista è considerato ancora “a sovranità limitata”. IDEA
vuole far acquistare alla categoria il ruolo di protagonista nella
prevenzione e tutela della salute orale degli italiani.
Come è stata accolta la nuova sigla dalla base?
Benissimo! La base SIDID ha accettato con entusiasmo la costituzione di IDEA perché ha visto, nei principi fondatori, l’attuazione
del programma SIDID. Non una nuova sigla, ma nuova realtà.
Quali saranno le prime iniziative del nuovo sodalizio?
Abbiamo organizzato eventi formativi gratuiti per i soci, avviato iniziative sindacali (come la petizione per bloccare l’aumento di aliquote della gestione separata INPS o l’attività di
contrasto all’abusivismo) e organizzative (una rete nazionale
di cooperative di igienisti dentali e gruppo di acquisto solidale
in loro favore), di grandissimo respiro, per dare sostegno agli
associati ed aiutarli nella soluzione dei quotidiani problemi
professionali.
Non ritiene che la nascita di un altra sigla possa
rendere meno eficace l’azione sindacale?
IDEA non è nata per essere un’altra sigla, ma per portare sotto
un’unica bandiera gli igienisti dentali italiani, creare interesse
nei 4000 lavoratori che non hanno mai manifestato interesse
per associarsi. Con IDEA si rafforza l’azione sindacale creando
una forza d’urto più consistente per raggiungere gli obiettivi
sperati.
DT