T434/.%R5./7*457%\.6;+ X43./71.%[43.1 `./73)%`;.' T./')%[43.1 I GUSTI ( DELLA TRADIZIONE IL LIBRO ((DELLA CUCINA TRADIZIONALE DELLA SLAVONIA E ISTRIA ((( ISTRIA $&2)" Beneficiario della sovvenzione: Pučko otvoreno učilište Andragog J. J. Strossmayera 9, 32270 Županja Tel/fax: 032/831-854 E-mail: [email protected] www.andragog.hr Partner di progetto: Diopter otvoreno učilište Trierska 7, 52100 Pula Tel: 052/501-500 Fax: 052/382-002 E-mail: [email protected] www.diopter.hr Učilište Studium I. G. Kovačića 3, 32000 Vukovar Tel: 032/443-153 Fax: 032/443-216 E-mail: [email protected] www.uciliste.net Institut za etnologiju i folkloristiku Šubićeva 42, 10000 Zagreb Tel: 01/4596-700 Fax: 01/4596-709 E-mail: [email protected] www.ief.hr Associates: HGK Pula Županijska komora Pula Carrarina 5, 52100 Pula Tel: 052/378-100 Fax: 052/211-875 [email protected] Hrvatski zavod za zapošljavanje PU Vukovar HZZ Područni ured Vukovar Vladimira Nazora 12 32000 Vukovar Tel: 032/599 444 Fax: 032/441 740 [email protected] Hrvatski zavod za zapošljavanje PU Vinkovci, ispostava Županja HZZ Područni ured Vinkovci Juraja Dalmatinca 27 32100 Vinkovci Tel: 032/33 11 55 Fax: 032/33 16 99 [email protected] Ispostava Županja Bana Josipa Jelačića 1 Tel: 032/83 15 35 Fax: 032/83 37 08 Organismo intermedio di primo livello: Ministarstvo znanosti, obrazovanja i športa Donje Svetice 38, 10000 Zagreb Tel.: 01/4569 000 Faks: 01/4594 301 E-mail: [email protected] www.mzos.hr Organismo intermedio di secundo livello: Agencija za strukovno obrazovanje i obrazovanje odraslih Organizacijska jedinica za upravljanje strukturnim instrumentima (DEFCO) Radnička cesta 37 b, 10000 Zagreb Tel: 01/6274-666 Fax: 01/ 6274-698 E-mail: [email protected] www.asoo.hr/defco/ Il contenuto di questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità del POU Andragog Županja. Maggiori informazioni sul sito: www.strukturnifondovi.hr T434/.%R5./7*457%\.6;+ X43./71.%[43.1 `./73)%`;.' T./')%[43.1 I GUSTI (( DELLA TRADIZIONE IL LIBRO ((DELLA CUCINA TRADIZIONALE DELLA SLAVONIA E ISTRIA ( $&2)" ISTRIA Zagreb, Županja 2014. Autori: Jelena Ivanišević Caput, Melanija Belaj, Janko Belaj, Danilo Dučak Titolo: I gusti della tradizione - il libro della cucina tradizionale della Slavonia e Istria Titolo originale: Okusi tradicije - kuharica tradicijske kuhinje Slavonije i Istre ISBN dell'edizione originale: ISBN 978-953-58199-0-5 (Università libera Andragog, Županja) ISBN 978-953-6020-92-8 (Istituto di Etnologia e Tradizioni Popolari, Zagabria) Coeditori: Università libera Andragog, Županja Istituto di Etnologia e Tradizioni Popolari, Zagabria Editore: Marina Blagaić Bergman Testi: Melanija Belaj, Jelena Ivanišević Caput Foto: Janko Belaj, Danilo Dučak Formattazione, prestampa e illustrazioni: Zebra, tiskarski obrt, nakladništvo i trgovina, Danilo Dučak Stampa: Zebra, tiskarski obrt, nakladništvo i trgovina, Vinkovci Traduzione: Lanico d.o.o. Osijek, Marinela Ivić, Matea Skočko La pubblicazione di questo libro è stata finanziata dall'Unione Europea nel quadro del programma IPA, la misura IV "Sviluppo delle risorse umane", approvata per il progettoSviluppo del programma di qualificazione professionale di cuoco per la cucina tradizionale (locale e regionale)- I gusti della tradizione. ISBN 978-953-58199-1-2 (Università libera Andragog, Županja) ISBN 978-953-6020-93-5 (Istituto di Etnologia e Tradizioni Popolari, Zagabria) Nota CIP è disponibile presso la Biblioteca Nazionale e Universitaria © 2014 Università libera Andragog, Županja; Istituto di Etnologia e Tradizioni Popolari, Zagabria, Croazia Luogo e anno di pubblicazione: Županja/Zagreb, 2014 SOMMARIO “Chi che l’erba sa cusinar, sa ben magnar, sa ben gustar, sa risparmiar” 7 Ringraziamenti 15 SUPA 17 UOVA STRAPAZZATE CON ASPARAGI 19 MACCHERONI CON SALSICCIA 21 PASUTICE (PASTA ISTRIANA) CON MERLUZZO 22 RAVIOLI CON BRICIOLE DI PANE 25 ŠTRUNJCI (PASTA ISTRIANA) CON PANCETTA 27 TARAFULJI (PASTA) IN LATTE 29 MINESTRONE DI FINOCCHIO 31 MINESTRONE DI MAIS 32 POLLO CON NEDEV (ripieno) 35 ŽGVACET (PIATTO) DI POLLO CON FUŽI (PASTA) 36 ŠUGO OD KUNELIĆA (GULASCH DI CONIGLIETTO) CON GLI GNOCCHI 38 ŠUGO OD BOŠKARINA (gulasch di boscarin) CON PATATE 40 AGNELLO SOTTO LA CAMPANA 43 COTOLETTA GIRAVOLTA CON CRAUTI 44 GULASCH DI LUMACHE CON POLENTA 46 INSALATA DI GRANCHIO 48 SARDINE ALLA SAVUR 50 RISOTTO DI PATELLE 53 ZUPPA DI PESCE 55 INSALATA DI PATATE E RADICCHIO 56 INSALATA CON CICCIOLI DI MAIALE 58 PINZA ISTRIANA 60 BUCOLAJ 62 RAVIOLI DI LABIN 64 "Chi che l'erba sa cusinar, sa ben magnar, sa ben gustar, sa risparmiar" Il ricettario di fronte a voi è il risultato di una ricerca sul campo fatta durante l'inverno 2013. Abbiamo parlato quell'inverno delle cucine calorose, dei piatti una volta cotti, del tempo che scorreva più lentamente, del mondo che non c'è più. Questo ricettario vi porta soltanto una piccola selezione dal menù globale che ha irreversibilmente cambiato dal tempo di cui abbiamo discusso con i nostri informatori (che sono principalmente le eroine della cucina domestica), madri e nonne, ed qualche chef professionista. Le loro memorie culinarie e racconti in queste ricette descrivono un mondo dove la fame e la sazietà scambiavano costantemente. I giorni modesti, pratici ed economici, interrotti dai giorni festivi, dalle celebrazioni religiose e familiari, anche dai periodi di importanti operazioni sul campo che una volta garantivano abbondanza nutritiva. Piatti dei nostri antenati, che il mondo ora vuole recuperare, in genere non appartengono al menù di ogni giorno. Quei piatti con alimenti di base, come fagioli, patate e cavolo, che sobbollivano per ore al caminetto o al forno a legna. Miti di abbondanza e splendore della cucina antica, ormai la cucina tradizionale che offriamo agli ospiti e turisti, parlano di un mondo che non ha mai esistito. La ricchezza delle cucine regionali deriva dalla lotta quotidiana contro la fame e dalla monotonia degli alimenti che il ritmo della natura imponeva e la sostenibilità delle ex aziende familiari. La selezione delle ricette, non importa quanto piccola, è un tentativo di mostrare diverse pratiche culinarie e la scelta delle cucine che hanno contribuito alla formazione della cucina istriana di oggi, la cucina mediterranea e continentale, antica e moderna allo stesso tempo. Per tutte e due vale la regola che E si dovrebbe mangiare secondo la stagione, ascoltare la natura e seguire il suo ritmo con i menù. Il cibo tradizionale dell’Istria sta lentamente passando una sorta di fase di reinterpretazione. La consapevolezza del valore di un solo alimento è molto sviluppata, e aziende familiari sviluppano piccole strutture autosufficienti (tipo ristorante, bar) che offrono il menù basato sugli alimenti coltivati nel proprio giardino. Ristoratori istriani e la gente che si occupa della coltivazione di varietà autoctone e del turismo sono coinvolti nei problemi di sistematizzazione della normativa con il resto dell'UE, piuttosto che trovare i modi di interpretare la tradizione attraverso varie forme di turismo culturale e culinario. Il modulo di cucina tradizionale La descrizione più accurata del passato della cucina istriana è probabilmente quella di etnologi, come Mirjana Randić che ci porta una descrizione della routine nutrizionale di metà del 20. secolo. Il primo pasto alle 8:00 si chiamava kafe e consiste una bevanda - caffè. Nella prima metà del 20. secolo con caffè o latte si mangiavano i pezzi (boccone, fette) di polenta. Per merenda (circa le 10-11) si preparava un pasto abbondante - uova strapazzate con prosciutto o salsicce fatte in casa, soprattutto se i familiari avevano qualche impegno da fare. E per bere avevano un bicchiere di vino. A volte si mangiava formaggio, pancetta, cipolle e pane. Successivamente ha seguito un obed o obid, di solito verso il mezzogiorno. D'inverno si cucinava un minestrone denso che viene nominata dal terzo componente e la base del cibo sono le patate e fagioli (minestrone con mais, finocchio, ceci), fagioli con porridge di orzo, con crauti o la pasta. La spezia principale di tutti questi piatti è pesto - miscela di cipolla finemente tritata, aglio e pancetta, a volte prezzemolo. Spesso si D cucinava, soprattutto la domenica, anche žgvacet con pezzi di carne di pollo o di manzo soffritto con la cipolla. In Istria possiamo trovare un sacco di tipi di pasta - fuži, pljukanci/makaruni, pasutice, lazanje (tagliatelle larghe), ravioli… Oltre a già menzionato sugo di carne, le donne preparavano anche la salsa di pomodoro, condita con prezzemolo, aglio e basilico, con l'aggiunta di pecorino grattugiato. D'estate si mangiavano principalmente gli alimenti più leggeri, come minestrone di verdure, cavolo alla padella, pesce alla griglia, zuppa di pesce, insalata di polpo... Nel pomeriggio, scrive Randić, di nuovo si beveva il caffè. Il caffè con un po' di latte si offriva una volta con baškot (pane) o polenta, rimasto dalla mattina. Per la cena di solito si mangivano insalate calde-fredde, e le verdure preferite sono radicchio e rucola mescolati con patate e uova sode. Il menù di Natale consiste piatti più abbondanti - zuppa di pollo e manzo, e uno dei piatti festivi è žgvacet con fuži. L'etnologo Mirjana Randić ha caratterizzato cukarin come una specialità istriana davvero speciale - dolce di pasta a forma di mezzaluna che dopo la cottura va immerso nel vino e zucchero. Randić ancora ha individuato supa (vino cotto condito con pepe, zucchero e olio d'oliva e con landice - pane tostato), che viene bevuto in compagnia da una brocca comune - bukalete. Se andiamo avanti nella ricerca dei etnologi, come Ivana Orlić, che sostiene che il cuore dei piatti tradizionali istriani fa la povertà e la miseria anche indicato dal proverbio italiano dall'Istria: Chi che l'erba sa cusinar, sa ben magnar, sa ben gustar, sa risparmiar, delle moderne pratiche culinarie istriane, possiamo concludere che l'identità regionale istriana di secolo passato può essere considerata anche come l'offerta turistica d'Istria in contesto dei cibi tradizionali. Esplorando il cibo attraverso diverse generazioni delle famiglie istriane, veniamo alla scoperta dei cibi e degli alimenti che sono specifici per la regione istriana. Possiamo individuare C minestroni, diverse paste e riconoscere la modestia e l'utilizzo di tutte le risorse naturali. La maggior parte degli alimenti, fino alla metà del 20. secolo, facevano le piante selvatiche o prodotti dal proprio allevamento, e alla varietà della cucina tradizionale istriana hanno influenzato varie formazioni di terreno e condizioni climatiche. La storia di due simboli gastronomici dell'Istria- tartufi e fuža, di cui si occupa etnologo Kocković Zaborski e accorge che dopo la seconda guerra mondiale, la pasta prevale nel pasto quotidiano. Fuži (pasta fatta in casa) preparati per le occasioni festive, come matrimoni, e alla maniera che l'impasto con sale e uovo si impasta in bollitore di legno o sull'asse, si stende e diluisce con lazanjara, pakjunica o gomoljara, tagliato in forme quadrate che poi sono rotolate intorno a bastoncino in forma di fuži e poi rimossi dal bastoncino e cucinati. Servito con salsa di pollo o montone. Pasutice, posotice è la pasta stesa sottilmente in forma di rombi che spesso veniva servita alla Vigilia di Natale con baccalà, o nelle famiglie più povere, con cavolo. In tutta l'Istria sono state preparate anche le lasagne - tipo di tagliatelle larghe di circa 1 cm di spessore, lunghe 6-7cm, piatto per tutti i giorni che veniva servito con una varietà di aggiunte... ... Cavolo e salsicce si mangiavano piuttosto d'inverno. Cavolo riccio (più gustoso dopo il primo gelo), si mangiava con le patate o con pasutice per la vigilia di Natale ... Va detto e possiamo vedere dall'argomentazione di KockovićZaborski, che il tartufo (come frutta e alimento) non faceva parte del cibo tradizionale della popolazione rurale dell'Istria nella prima metà del 20. secolo. Appare alla fine degli anni '90 del 20.secolo, e diventa un simbolo della gastronomia regionale quando va messo nei menù da parte dei ristoratori istriani dandogli un'aura di cibo di lusso per i palati più raffinati. Tra i piatti più famosi che oggi rappresentano il cibo istriano si trova anche il minestrone (meneštra). Il minestrone non è =$ soltanto una ricetta, il minestrone rappresenta un modo di preparare i cibi e mangiare. Oggi, l'offerta nei ristoranti è ridotta alla minestra con mais. Il ritmo di mangiare d’oggi quando tutto è accessibile durante tutto anno, mais sarà di barratolo, allora l'obiezione al mais di barattolo non è pedante, ma nasconde dentro un'esperienza cumulata di molti altri, ingiustamente dimenticate, le minestre. Possiamo dire che il minestrone era il pasto principale di ogni giorno. Caldo e saziabile, generoso e economico - un piatto che incontrava le esigenze di modestia della cucina del passato. Dove nulla è stato sprecato. Minestrone rivela la semplicità della filosofia della cucina del passato. Nella stessa pentola sul caminetto o dopo nella stufa, dal mattino si cucinava a fuoco lento il cibo degli alimenti che c'erano in cucina. La mattina si metteva la pentola con minestra a cucinare, prima di andare a lavorare in campo, e la minestra potente era pronta giusto in tempo per il pranzo. Nella sua semplicità di cucinare tutto in una pentola, la minestra è anche un significato emblematico della dieta istriana, rivela il ritmo della natura che una volta dettava la dieta del tutto l'anno. Nei piatti primaverili era il minestrone con finocchio, d'estate minestrone con mais, d'inverno minestrone di mais polverizzato in mortaio. In tutti questi minestroni troviamo gli stessi ingredienti - fagioli e patate, e il terzo ingrediente, dà il nome al minestrone. Così la cucina istriana conosce il minestrone di ceci, orzo, finocchio, mais, ed esiste un minestrone che non segue la regola del terzo ingrediente, non si chiama il minestrone di crauti ma jota. Come la verdura in minestrone segue la varietà di stagione, così la seguono i prodotti di carne affumicati che si mettono tradizionalmente in ognuna. Esistevano immense varietà dei combinazioni, ma gli esperti vi diranno che la combinazione originale è prossima: nel minestrone di orzo si mettono cosce di maiale essiccate, il minestrone di ceci è arricchita con le costole affumicate, mentre il minestrone di finocchio primaver- == ile, che aveva il suo posto in un menù per la festa dell'Assunta, suo sapore poteva ringraziare alle lingue essiccate. Le storie di minestre sempre parlano di stesso posto, l'osso di prosciutto, un'ingrediente speciale che separa il minestrone di tutti stufati e zuppe simili. L'osso che viene preso in prestito e utilizzato tra le famiglie del vicinato potrebbe essere soltanto una bella storia che parla dell'esperienza di un altro mondo e delle sue soluzioni alimentari contro la fame. Minestrone con il mais d’oggi, che si trova sul menù di quasi ogni ristorante e taverna in Istria, è un'esperienza ridotta della dieta quotidiana in Istria attraverso mille anni. Ingredienti di base della minestra di un effetto camaleonte, che nei suoi innumerevoli varianti assomiglia alla pizza, prima di tutto testimoniano della fame come il principale motore delle innovazioni culinarie. Le patate appaiono in Istria durante l'amministrazione francese tra il 1805 e 1813, e nel 1813-1814 il governo austriaco inizia la propaganda di piantare le patate. Inizialmente accolto con riluttanza, prima di tutto - la frutta era troppo vicino all'inferno, è stata accolta tra 1812-1817 ed ha guadagnato il suo posto nel minestrone. Le ricette per patate non sono arrivate dalle cucine dei ricchi che di solito dettano la nuova moda alimentare, ma dal pulpito dove i sacerdoti lodavano patata come salvatore della fame. Altro ingrediente indispensabile in minestrone - fagiolo - ha eliminato completamente lenticchie e fava che nutrivano istriani almeno per un millennio. Fagioli antichi sono letteralmente cancellati dalla memoria alimentare collettiva. Perciò la storia di minestrone è nascosta nel terzo ingrediente che gli dà il nome. Più delle altre ricette della cucina istriana, minestrone è un simbolo di variazione che si è iscritto per sempre nella dieta. Utillizo delle spezie è molto preciso. Ogni ingrediente della cucina tradizionale istriana ha il suo condimento. Oltre pesto (miscela di pancetta tritata, cipolla e aglio, a volte foglia di prezzemolo), piatti istriani sono conditi con erbe aromatiche. Piatti =0 di carne di manzo e animali selvatici pelosi erano conditi con la salvia, il rosmarino viene utilizzato in piatti di coniglio selvatico o addomesticato, alloro non era un condimento, ma il suo posto era nelle fornaci per la produzione di prodotti di carne (pancetta, salsicce, prosciutto...), dove è stato inserito tra i pezzi di carne essiccata. Basilico fresco è sempre aggiunto in piatti di pomodoro, come nelle salse diverse, timo è stato utilizzato per i piatti di vitello (come vitello in padella). Maggiorana è utilizzata esclusivamente per piatti di pollame (gulasch e sugo), e melissa e menta hanno avuto il suo posto in piatti dolci. Oggi, l'uso di erbe dimostra che le vecchie pratiche sono cambiate e che alcune spezie non sono più strettamente associate a determinati alimenti, ma gli esperti della cucina istriana avvertono che questa conoscenza di speziare dovrebbe essere presa in considerazione nelle attuali interpretazioni di antiche ricette. Le più recenti gastro icone come boscarin e tartufi, che sono simboli della cucina istriana d’oggi, non si trovano nella cucina istriana da tanto tempo fa, ma sono un risultato dei fattori gastronomici, economici, di alta qualità. Prima, utilizzo di carne del boscarin era estremamente raro, perché è un animale domestico da lavoro. Quanto era importante un boscarin per gli agricoltori istriani, vediamo da questo proverbio crudele: E' meglio perdere un figlio, che un boscarin. Una volta quando gli animali non erano più in grado di lavorare, si vendevano ai macellai, e informatori dicono che questo è una delle caratteristiche dell'Istria, che gli animali non si macellavano a casa, ma soltanto dai macellai professionisti. Carne di boscarin per lo più si mangiava in mense di Pola, allora esiste un fondamento nella cucina tradizionale, ma non c'è una relazione con consumazione privata. Per quanto riguarda l'utilizzo del tartufo e la sua posizione nella cucina tradizionale, dobbiamo prendere in considerazione la ricerca di Tanja Kocković Zaborski che afferma che si tratta di una tradizione abbastanza nuova. =A La selezione dei piatti che vi portiamo, sapendo che ogni scelta fatta subisce una grande ingiustizia alle altre ricette, sono imposti dal progetto e dalle regole della professione. Tutti i pasti selezionati sono speciali, grazie all'ingrediente o alle procedure culinarie. Molti di loro hanno un significato simbolico cioè una connessione con ciclo annuale o vitale. Inoltre, un criterio importante era il principio di riconoscimento dei informatori con cui abbiamo collaborato. La consapevolezza che alcun cibo è un nostro cibo, domestico, prevengono la possibilità di manipolare il materiale ottenuto. Abbiamo cercato di offrire una varietà di piatti con la storia che renderà possibile ad interpretare o a reinterpretare anche all'intero dell'offerta turistica. Questa è la ragione, non solo qui, che abbiamo scelto i piatti più interessanti, cioè insoliti. Piatti di tutti i giorni, modesti e semplici, come prežgana zuppa, dovevano rimanere fuori dalla lista. Abbiamo anche cercato di offrire ricette che non si trovano in ogni ricettario della cucina istriana. Tutte queste ricette sono il risultato di flessibilità e efficienza della cucina di tutti i giorni e dovrebbero essere presi come punto di partenza - come un testo aperto che esiste in innumerevoli versioni, con nomi diversi e talvolta in situazioni diversi. Entusiasmo di buongustaio e ingegnosità di chef potranno riconoscere in loro un invito a giocare con cucina tradizionale. =# Ringraziamenti A Danijela Mohorovčić di Labin per la ricetta di ravioli; a Robert Perić per la ricetta di bucolaj, pinza e jajarica, šugo di boscarin, ravioli e per piacevoli conversazioni sulla cucina, che sempre sono troppo brevi; alla signora Davorka Šajina di Ograda di una ricetta per štrunjce; a Chef Pini per la ricetta del minestrone di finocchi e a un grande aiuto nella selezione di ricette, così come l'incredibile conoscenza che ci ha dato durante un paio di interviste; a Duletu Černjul per la ricetta per il granchio e per le conversazioni stimolanti sui piatti istriani e la cucina; a ristorante Feral da Fasana per le ricette delle sardine a savur e per zuppa; alla signora Tinka Dobran di Pola dal mercato di Pola per sugo di coniglio; alla famiglia Ferlin alla conversazione della preparazione di interessanti piatti tradizionali istriani; a Davor Šišović che ci ha donato il suo tempo e ci ha menzionato indicatori meravigliosi; a Mario Bratulić e a sua madre per la loro ospitalità e le meravigliose conversazioni sulla cucina; a Ivoni Orlić e Tanji Kocković Zaborski, etnologi (Museo Etnografico Pazin) le cui competenze ci hanno aperto gli occhi riguardando le numerose domande sul cibo istriano; Tajana Ujčić che ci ha dato una parte della ricerca della dieta tradizionale condotta per mostra Ki sit, ki lačan; al Centro educativo culinario Gortanov Brijeg per l'ospitalità e ai tutti gli informatori. Se non ci fossero le loro storie e narrazioni dei piatti vecchi e nuovi, questa ricerca non esisterebbe! =" SUPA ½ l di vino rosso (terrano) 2 fette di pane tostato 1 cucchiaino di zucchero 1 cucchiaino di olio d’oliva pizzico di pepe Mettere il vino in brocca e lasciatelo scaldare accanto al cammino. Grigliate il pane. Mentre il pane si trova sulla griglia, insaporite il vino con olio d’oliva, zucchero e pepe. Tuffate fette di pane tostato dentro la brocca. Passate la brocca in modo che ognuno prende un boccone di pane e bevve un sorso di vino. La zuppa nella sua forma originale è un cibo/bibita sociale che riuniva la famiglia al focolare aperto e quindi non dovrebbe essere offerta individualmente. Questo elisir ricco si preparava per malati per un recupero più veloce. Bukaleta (la brocca/boccale) è la brocca di creta o in ceramica che si è stabilita in Istria nel 19. secolo portata alle fiere dai commercianti friulani. All’inizio si usava nelle cucine della città, dopo intrufolata in un paesaggio rurale dove portava gioia e tristezza. =E UOVA STRAPAZZATE CON ASPARAGI 1 mazzo di asparagi selvatici 1 piccola cipolla rossa o scalogno 6 uova sale pepe olio di oliva Scoppiare la parte morbida delle asparagi in pezzi più piccoli. Del resto, si può preparare la fondazione. Soffriggere la cipolla finemente affettata con olio d’oliva, e quando diventa vitrea aggiungere gli asparagi puliti. Condire con sale e pepe e farli rosolare aggiungendo l’acqua fino a che non diventano morbidi. Aggiungere uova sbattuti e cuocere fino a che non si restringono. Servire caldo. Se lo si desidera, potete arricchire uova strapazzate con la pancetta. In questo caso, prima di tutto, friggere la pancetta e poi aggiungere la cipolla. Allora non avrete bisogno di olio. =C MACCHERONI CON SALSICCIA (pljukanci, žbirići, frkanci, mafregule, makaroni, šujanci, štrunčići) Per i maccheroni: 3 etti di farina sale acqua tiepida 2 etti di salsiccia istriana semi-secca 2 grandi scalogni 50 grammi di pancetta Mescolare la farina con l’acqua tiepida e formare l’impasto non troppo duro. Tagliare a pezzi, cioè pizzicare l’impasto e tra le mani o sull’asse formare l’impasto di mano in piccoli cilindri. Fate bollire in acqua salata fino a che galleggiano in superficie. Friggere la pancetta tagliata in piccoli pezzi, fino a che diventa vitrea e subito aggiungere lo scalogno tritato finemente. Quando lo scalogno è dorato, aggiungere la salsiccia affettata. Friggere un minuto o due e poi aggiungere i maccheroni cotti. Mescolare bene e, se necessario, aggiungere un po’ d’acqua di maccheroni. 0= PASUTICE (PASTA ISTRIANA) CON MERLUZZO (posutice) Per pasutice: 4 etti di farina 1 uovo acqua tiepida sale 2 etti di baccalà cotto 4 spicchi di aglio foglia di alloro sale pepe olio di oliva Pasutice Mettere la farina setacciata sull’asse e fare un incavo nel mezzo. Aggiungere gli altri ingredienti e impastare una pasta liscia. L’impasto dovrebbe essere abbastanza duro. Lasciatelo riposare per circa mezz’ora coperto con pellicola trasparente. Stendere la pasta molto sottile e tagliare i pezzi quadrati cca. di 4 x 4 cm. Lessateli in acqua salata per 10 minuti. Tenete il baccalà in acqua per 24 ore. Cambiare l’acqua più volte. Il giorno dopo, cuocere il baccalà in acqua salata a cui si aggiungono 2 spicchi d’aglio e alloro. A cottura ultimata, pulire le ossa e la pelle. Battere il baccalà in un mortaio fino ad ottenere un impasto simile a passato. Condire con sale, pepe e aglio tritato. Aggiungere l’olio d’oliva. Servire con pasutice bollite. Se lo si desidera, cospargere con il formaggio di capra grattugiato e condire con olio d’oliva. Questo pasto tradizionale per digiuno preparato per la vigilia di Natale, ha anche la sua versione più modesta. Pasutice si servivano nelle famiglie più povere, con cavolo tagliato a strisce. 00 RAVIOLI CON BRICIOLE DI PANE 1/2 chilo di farina 7 uova 300 grammi di cagliata 250 grammi di parmigiano 150 grammi di burro salvia fresca 4 cucchiai di briciole di pane Mescolare farina e 5 uova in un impasto compatto. Mentre la pasta è a riposo, fare il ripieno di cagliata, parmigiano e il resto delle uova. Stendere la pasta sottile, come per fare pasta e tagliare la pasta con un bicchiere tondo. Ad ogni pezzo di pasta mettere un piccolo cucchiaino di ripieno, piegare e premere bene i bordi con le dita o con una forchetta (si otterrà un bordo più bello). Far bollire in acqua salata, sono fatti quando sono venuti fuori. Mentre i ravioli cuociono, sciogliere il burro in una padella, aggiungere qualche foglia di salvia fresca, e quando sentite l’odore, mettere le briciole di pane per farle dorate. Aggiungere ravioli cotti e mescolare con le briciole. L’ispirazione per i cuscini ripieni di pasta viene dalla cucina italiana, ma in cucina istriana è sempre un piatto principale, non un contorno o antipasto. 0" ŠTRUNJCI (PASTA ISTRIANA) CON PANCETTA (parenjaci, parenci, zaparenci, cucchiaio, gnocchi, strunjci, strunci, štruclji ...) ½ kg di farina 5 uova 300 grammi di formaggio vaccino o pecorino 200 grammi di parmigiano grattugiato ½ dl di olio d’oliva ½ l di latte 200 grammi di pancetta Mescolare la farina, formaggio, uova, latte, olio e impastare la pasta dura. Non è necessario salare, perché il formaggio è salato abbastanza. Mettere l’acqua in una pentola, aggiungere il sale e quando comincia a bollire prendere la pasta con un cucchiaio e incollarla in acqua. Mettere brevemente il cucchiaio in acqua per riscaldarlo (la pasta si potrebbe attaccare al cucchiaio). Finito quando salgono in superficie. In una padella soffriggere la pancetta tritata e aggiungete štrunjci. Agitare la padella per far mescolare la pancetta con štrunjci. Servire caldo. Parenjaci (štrunjci) sono tradizionalmente preparati durante il Carnevale, e quasi sempre sono apparsi sulla tavola abbondante di Martedì grasso, la festa seguita dai quaranta giorni di digiuno della Quaresima. 0E TARAFULJI (PASTA) IN LATTE (frkanci, frkatići, strafulji, cafadele) 100 grammi di farina di grano duro 1 dl di acqua ½ l di latte sale quanto basta In una ciotola, mettere la farina e sgocciolare acqua fredda, mescolando continuamente con una forchetta. Non si dovrebbe formare un grande pezzo di pasta, ma dovrebbe rimanere strappata, sotto forma di piccoli grumi. Parte di farina servirà per addensare il latte. Cuocere la pasta nel latte caldo. Cuocere per 15 minuti. In una versione più recente di questa ricetta, tarafulje potete cuocere in salsa di pomodoro. Questo piatto è stato servito ai bambini per la colazione o la cena, e se lo si desidera può essere dolcificato. 0C MINESTRONE DI FINOCCHIO 200 grammi di fagioli 5 patate Lingua di suino secco mazzo di finocchio selvatico sale e pepe qb per pesto: 100 grammi di pancetta 3 spicchi di aglio 1 grande bulbo di scalogno Mettere a bagno i fagioli per una notte. Lessare i fagioli in acqua. Dopo circa dieci minuti quando l’acqua bolle, scolare i fagioli e metterli a cuocere in acqua nuova. Aggiungere alla pentola la lingua, sale, pepe e metà del pesto preparato. Tagliare le patate a cubetti e aggiungerle ai fagioli quando è già a metà cottura. Aggiungere rametti di finocchio tagliati in pezzi più piccoli. Aggiungere resto del pesto. Quando i fagioli e le patate sono cotte, togliete la lingua, sbucciatela e tagliate a fette per servire con la minestra. Diverse minestre, che sono nominate dal terzo componente (primi due sono patate e fagioli), sono stati la base per la cucina di tutti i giorni. Sebbene diverse in ogni stagione, lo stesso vale per tutti Da un piatto di minestra, è meglio solo due piatti di minestra! A= MINESTRONE DI MAIS 200 grammi di fagioli 5 patate 100 grammi mais sale e pepe qb per pesto: 100 grammi di pancetta 3 spicchi di aglio 1 grande bulbo di scalogno Questo minestrone inverno va preparata come nel precedente, la ricetta di base. Porridge di mais e fagioli mettere in acqua per una notte. Quando fate bollire i fagioli, eliminate l’acqua, e aggiungete l’acqua fresca. Condire con metà del pesto preparato e aggiungete nello stesso tempo le patate e mais. Verso la fine della cottura, aggiungere il resto del pesto. Minestrone può essere condita con olio d’oliva. A0 POLLO CON NEDEV (ripieno) 1 pollo (circa 2kg) mucchio di verdure per minestra per il ripieno: 150 grammi di pecorino grattugiato ½ kg di pane raffermo 4 uova un po’ di burro Grattugiare pane raffermo e mescolarlo con uova, burro e formaggio per ottenere una miscela liscia. Farcire il pollo con questo e cucire l’apertura. In una pentola più grande mettere il pollo, verdure per la minestra (carota, sedano, prezzemolo, cipolla se lo si desidera) e lasciate cuocere lentamente per circa 2 ore. Quando il pollo è cotto, toglierlo fuori, filtrate il brodo e far bollire la pasta in esso. Il pollo e ripieno tagliare a pezzi e servire dopo la minestra come piatto principale. La filosofia dei pasti che si cuociono in una pentola è nel cuore di cucina tradizionale, dove i pasti sobbollivano per ore nel camino o sulla stufa a legna. Dalla stessa pentola vengono tre piatti - zuppa, carne e contorno. A" ŽGVACET (PIATTO) DI POLLO CON FUŽI (PASTA) 1 pollo 2 cipolle 2 spicchi di aglio olio di oliva 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro ½ cucchiaio di farina sale e pepe qb poco maggiorana FUŽI 4 uova 1 kg di farina acqua tiepida sale Fare la pasta dura e liscia da uova, farina e acqua. Non dimenticate di aggiungere il sale. Stendere la pasta ad uno spessore di circa 5 mm e tagliarla a striscioline e poi ai rombi di 2 cm. Formare fuži intorno a un bastone collegando le estremità opposte dei pezzi della pasta. Dimensione di fuži può variare, e possono essere collegati senza l’aiuto di bastoncini. Tagliare il pollo a pezzi e friggere brevemente in olio. Aggiungere la cipolla tritata e l’aglio schiacciato, il sale e cuocere a fuoco lento (a volte aggiungendo acqua) per circa 2 ore. Se avete tempo cuocere a fuoco basso per più tempo. Verso la fine della cottura, aggiungere la farina, pomodoro e maggiorana e pepe a piacere. Fuži sono diventati un marchio di fabbrica della cucina istriana. Una volta si preparavano solo in occasioni festivi, come matrimoni, preparati diversi giorni di anticipo dalle donne. A! ŠUGO OD KUNELIĆA (GULASCH DI CONIGLIETTO) CON GLI GNOCCHI 1 coniglio o lepre 2 cipolle 1 dl di vino rosso 3 cucchiai di olio d’oliva 1 cucchiaio di farina sale poco rosmarino 1 foglia di alloro Gnocchi: ½ kg di patate farina 1 uovo sale Friggere sull’olio d’oliva la cipolla finemente affettata e aggiungere il coniglio tagliato a pezzi e spezie. Sobbollire la carne delicatamente, versare il vino e acqua. Quando la carne è tenera e separa dall’osso, aggiungere il sangue di coniglio e un cucchiaio di farina. Sangue nella ricetta può essere sostituito con un cucchiaio di concentrato di pomodoro. Se il sugo è troppo denso, aggiungere un po’ d’acqua in cui avete cotto gnocchi. Fate bollire qualche minuto, mescolando bene per evitare di bruciare. La salsa dovrebbe essere buio e molto gustoso. Cuocere le patate con la buccia. Schiacciarle o premerle, aggiungere l’uovo e la farina quanto le patate possono assorbire. L’impasto non deve essere troppo morbido. Stendete la pasta a forma di salsiccia e tagliatela a pezzi spessi due dita. Cuocere gli gnocchi in acqua bollente salata. Essi sono finiti quando sono venuti fuori. AD ŠUGO OD BOŠKARINA (gulasch di boscarin) CON PATATE ½ kg di carne dalla spalla o costole 2 cipolle grandi 1 carota la metà di sedano 3 dl di vino rosso 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro foglia di alloro poco rosmarino olio sale e pepe ½ kg di patate un paio di foglie di salvia 2 cucchiai di burro Tagliate la carne a cubetti grandi, salare, mettere condimenti e lasciare riposare per diverse ore. Friggere in olio la cipolla, la carota e il sedano, aggiungere la carne e continuare a cuocere fino a quando viene fuori tutto il succo dalla carne. Aggiungere pomodori e spezie, versare il vino e lasciare cuocere finché la carne è tenera. Cuocere le patate in buccia, e quando si raffredda un po’, tagliare in quarti. Sciogliere il burro in una padella, mettete le foglie di salvia e quando sentire l’odore, aggiungere le patate. Friggere brevemente al rossastro. #$ AGNELLO SOTTO LA CAMPANA 1 kg di agnello (circa) 1 kg di patate 100 grammi di pancetta 50 grammi di sedano 1 cipolla grande 3-4 spicchi di aglio rametto di rosmarino qualche foglia di alloro sale pepe olio d’oliva o strutto Tagliare la carne e le patate a pazzi, aggiungere la cipolla tritata, aglio, sedano e spezie. Mettere tutti gli ingredienti nella ciotola ingrassata (con olio d’oliva, lardo o pancetta) e mescolare. Coprire con la campana preriscaldata e coprire con carboni. Dopo mezz’ora rimuovere la campana, girare la carne, se lo si desidera, versare un po’ di vino bianco e richiudere. Cuocere per un’ora a un’ora e mezza, a seconda dell’età della carne. E’ fatto quando tutta l’acqua dalla carne e patate evapora. #A COTOLETTA GIRAVOLTA CON CRAUTI (kanica, ombulo, pečenica, režonj, šalaj, šalam, štola, zerebanjak, zarebarnik, zarebnik, zarebnjak, zaremljak, žlomprt, žlopan, žlumprt) 8 fette non troppo sottili di cotoletta 2 cucchiai di olio d’oliva 1dl di vino bianco ½ kg di crauti pesto di 100 grammi di pancetta, 1 piccolo scalogno o cipolla e 5 spicchi d’aglio foglia di alloro Soffriggere brevemente il pesto nella padella, aggiungere crauti tritati, precedentemente sciacquato (se sembrava molto aspro). Aggiungere la foglia di alloro, sale e cuocete a fuoco lento per circa un’ora. Se necessario, versare acqua o vino bianco. Nella padella riscaldata, aggiungere l’olio d’oliva e fettine cotolette. Friggere brevemente, versare il vino e lasciate pochi minuti a sobbollire. Servire con cavolo. Cavolo aspro è stato una volta il piatto tradizionale istriano servito la domenica . In questo modo potete preparare spalla, che in alcune parti dell’Istria si mangiava per la merenda di Pasqua. ## GULASCH DI LUMACHE CON POLENTA 1 kg di lumache pulite 2 cipolle grandi 3 spicchi di aglio 1 dl conserva di pomodori o concentrato 2 cucchiai di farina 1dl di vino bianco foglio di sedano se lo si desidera, basilico, salvia, alloro sale e pepe qb Soffriggere la cipolla tritata finemente sull’olio d’oliva. Quando dorata, aggiungere l’aglio (e altre spezie, se lo si desidera), mettere la farina, i pomodori e foglia di sedano tritate. Mescolare tutti gli ingredienti e aggiungere le lumache pulite. Soffriggere brevemente, aggiungere sale, pepe e versate il vino. Cuocere per circa 40 minuti e, se necessario, aggiungere acqua se la salsa è troppo densa. Servire con polenta. In Galižana sul menu per la festa dell’Assunta (15/ 8), le lumache hanno un posto fisso. Questo piatto è anche chiamato ćoki s palentom. Le lumache erano una volta mangiate dopo le prime piogge di agosto, e quando erano molte, si mettevano in gabbie speciali dove si nutrivano per essere sul menù autunnale e invernale. #! INSALATA DI GRANCHIO 2 granchi sale pepe limone olio di oliva Mettete i granchi in acqua bollente e cuocere per 18 minuti. Quando sono un po’ raffreddati, pulire la carne e tritarla. Mescolare, cospargere con succo di limone e olio d’oliva e a piacere condire con sale e pepe. Carne di granchio è delicata in modo che non ha bisogno di un sacco di condimenti che soltanto coprirebbero il sapore. #D SARDINE ALLA SAVUR 2 kg di sardine 3 cipolle mazzetto di prezzemolo 1 aglio 3 rametti di rosmarino qualche foglia di salvia 2 dl di aceto di vino sale pepe Olio per friggere farina Pulire le sardine, lavarle e rotolarle nella farina e friggere in olio. Abbassare un po’ fuoco che non sarebbero troppo secche. Tritare grossolanamente il prezzemolo, aglio, cipolla, salvia e rosmarino. Sul fondo della ciotola mettere un filo di cipolle con spezie, filo di sardine e così via fino ad aver esaurito tutti i pesci. Nella parte superiore dovrebbero essere spezie e cipolle. Far bollire un litro e mezzo di acqua con aceto, un po’ sale e pepe, e cinque cucchiaini di olio in cui sono state fritte sardine. Versare in sardine e mettere nel frigorifero un giorno prima di servire. Questo metodo di preparazione è derivato prima dell’epoca dei frigoriferi. Sardine preparate così, ma anche altri pesci meno costosi, sono stati mantenuti tra finestre e persiane in cucina, e potrebbero durare fino a dieci giorni. A seconda di come era caldo fuori. "$ RISOTTO DI PATELLE 1 kg di patelle 1 tazza di riso 1 dl Olio d’oliva 1 cipolla 2 spicchi di aglio foglia di prezzemolo brodo di pesce sale 1 cucchiaio di burro parmigiano grattugiato In pentola ampia o in profonda padella friggere cipolle tritate finemente con olio d’oliva. Aggiungere l’aglio tritato, quando sentite i profumi mettere dentro le patelle. Agitare per alcuni minuti a fuoco fino a quando la carne comincia a separarsi dai gusci. Poi rimuovere le patelle dalla padella. Versare il brodo di pesce (o acqua), aggiungere il vino, riso e sale. Abbassare il fuoco e continuare a cuocere mescolando continuamente. Risotto sarà migliore quanto più si mescola, e il rapporto tra liquido e riso è circa 2:1. Quando il riso è cotto, aggiungere il prezzemolo tritato e il burro. Coprire e lasciare agire per 5 minuti prima di servire. Il risotto può essere condito nel piatto ancora di più con l’olio di oliva e cospargere con il parmigiano. "A ZUPPA DI PESCE 1 cernia (cca.mezzo chilo) 1 piccola rana pescatrice, circa 250 grammi, o semplicemente la coda di rana pescatrice 250 grammi di grongo 150 grammi di calamari o seppie vari gamberetti 2 cipolle grandi 2 spicchi di aglio 3 cucchiai di farina 1.5 vino bianco ½ barattolo di pomodori pelati o pomodori freschi foglia di prezzemolo foglia di alloro sale e pepe qb Pulire il pesce, rotolare nella farina e friggere in olio a doratura. Se il pesce è più grande, tagliare a pezzi. Tirare fuori il pesce, eliminare l’olio in eccesso, e sul resto d’olio friggere la cipolla, aggiungere l’aglio, calamari puliti e gamberi, alloro e cuocere brevemente. Aggiungere pezzi di pesce arrosto. Condire con sale e pepe. Aggiungere acqua come necessario per coprire il pesce e lasciate cuocere per circa 20 minuti. Non mescolare il cibo, ma di tanto in tanto agitare la pentola. Aggiungere il vino e cuocere per altri 5 minuti. La scelta di pesce non è limitata a quelli menzionati prima, e la differenza principale tra la zuppa di pesce dalmata e istriana è la frittura di pesce rotolato nella farina. "" INSALATA DI PATATE E RADICCHIO 4 patate cotte in buccia 100 grammi di radicchio (selvatico o coltivato) 50 grammi di pancetta affettata Aceto sale e pepe qb Sulla padella riscaldare i pezzi di pancetta e versarli sopra le patate cotte, sbucciate e tagliate a fette. Aggiungere il radicchio e condire a piacere con sale, pepe e aceto. Insalate fredde-calde una volta erano la cena per tutti i giorni. A seconda della stagione è possibile preparare l’insalata con tarassaco e altre erbe selvatiche commestibili. "! INSALATA CON CICCIOLI DI MAIALE (črčkima, čvarcima…) 1 cespo di lattuga invernale 2 uova sode un pugno di ciccioli aceto e sale qb Pulire l’insalata, aggiungere le fette di uova sode. Riscaldare le ciccioli in una padella e vedendo che sono leggermente tostate versarle sopra l’insalata. Se necessario, aggiungere un po’ di sale e aceto. "D PINZA ISTRIANA 1/2 kg di farina 1 cubetto di lievito di birra fresco 3 dl di latte 300 grammi di zucchero 6 uova 200 grammi di uvetta scorza di 1 limone 2 zuccheri vanigliati 250 grammi di burro Sbriciolare il lievito nel latte e aggiungere un cucchiaio di zucchero e un cucchiaio di farina. Lasciare in un caldo dieci minuti per l’aumento del lievito. Sbattere le uova con lo zucchero, lo zucchero vanigliato e la scorza di limone. Fate sciogliere il burro e aggiungete le uova e mescolare tutto insieme. Mettere la farina in una ciotola più grande in cui si impasta la pasta. Poi fare un buco al centro in cui si aggiunge il lievito. Mescolare la farina con il lievito e aggiungere le uova e uvetta. Energicamente mescolare l’impasto con cucchiaio, fino a quando si iniziano a creare bolle d’aria. Si può prendere fuori e impastare un po’ a mano. Poi lasciarlo lievitare per circa un’ora o fino a che non raddoppia di volume. Migliore per riportarlo nella ciotola e coprirlo con pellicola trasparente. Dopo che la pasta è aumentata, mescolate ancora e lasciate lievitare per un’altra mezz’ora. Dopo mezz’ora, formare due palline di pasta (per pinza) e fare treccia (se si vuole fare jajarica). Mettere pinze in una teglia e lasciarle a salire brevemente. Dopo 15 minuti, spazzolare le pinze (o jajarice) con tuorlo d’uovo sbattuto e fare un taglio a forma di croce. Mettere in forno preriscaldato e cuocere in forno a 180°C per circa un’ora. Se vuole fare jajarica, in una estremità della treccia inserire l’uovo intero. Pinza occupa un posto speciale nella tradizione pasquale istriana, tavola di Pasqua è impensabile senza pinza. La ricchezza degli ingredienti di questo pane al latte ci racconta del lusso della tavola per la festa cristiana più importante. E’ più simile alla torta, ma pinza è spesso consumata con prosciutto, formaggio e altri ingredienti salati della colazione di Pasqua. Prima, insieme a pinza e jajarica, dalla stessa pasta si faceva e pupa i kolomba. Pupa in forma di burattini, si donava alle ragazze, e l’altro in forma di uccelli era destinato per i ragazzi. !$ BUCOLAJ 5 uova 1 dl di olio 2 dl di latte 250 grammi di zucchero 250 grammi di burro 1 cubetto di lievito di birra fresco ½ kg di farina 2 zuccheri vanigliati scorza di limone In 1 dl di latte, aggiungere un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di farina e lievito schiacciato. Lasciare dieci minuti per l’aumento di lievito. Fate sciogliere il burro e poi aggiungere metà della quantità di zucchero. In una ciotola mettere la farina, aggiungere il lievito, il burro, 1 zucchero vanigliato e scorza di limone. Impastare impasto liscio e più morbido e lasciatelo lievitare per un’ora. Coprire la ciotola con la pellicola trasparente che non viene formata la crosta. Dividere l’impasto in 10 parti, formare dei bastoncini e piegare in forma d’anello. Mettete in teglia sulla carta da forno e lasciate lievitare per un’altra mezz’ora. Mettere in forno già caldo e cuocere per 15 minuti a 150°C fino a che diventino dorate. Scaldate il latte in un pentolino, e immergere bucolaje con entrambi lati nel latte, e poi tuffare un lato nel resto dello zucchero e lo zucchero vanigliato. Con la sua forma di anello, bucolaj di solito è associato con i matrimoni, ma anche con le celebrazioni familiari più grandi o celebrazioni religiosi. Versione di Motovun è di solito associata con il vino moscato rosa, e in alcune ricette vino fa parte di questa pasta. !0 RAVIOLI DI LABIN 400 grammi di farina 2 uova acqua tiepida se necessario sale Ripieno: ½ kg di cagliata o un formaggio morbido come škripavac 100 grammi di formaggio di capra 100 grammi di parmigiano scorza di limone succo di ½ limone? 1 zucchero vanigliato 1 cucchiaio di burro 2 cucchiai di uvetta ammollata nel brandy o rum pizzico di sale 3 uova 1 cucchiaio di briciole di pane Mescolare farina, acqua e un pizzico di sale e impastare la pasta e poi lasciare riposare in frigo per circa mezz’ora. Durante questo tempo, fare il ripieno. Mescolare tre tipi di formaggio, aggiungere le uova una per una, condire con poco sale e aggiungere gli altri ingredienti. Stendere la pasta sottile e tagliarla a strisce larghe circa 15 cm. Per ogni dieci centimetri mettere un cucchiaio di ripieno. Piegare la pasta sul ripieno e tagliare con un bicchiere le forme di mezza luna. Premere bene i bordi con le dita o con una forchetta per formare il bordo più bello. Lessare in acqua salata calda; è fatto quando galleggiano in superficie. Cucina istriana conosce molte versioni di ravioli (rafijola, rafajola, rafijula) che vengono serviti con una guarnizione di frutta, noce o di briciole frittate sul burro. La particolarità di ravioli di Labin è ciò che essi si servivano come contorni con vari cibi di carne, come quello dei polli. A causa della preparazione impegnativa e l’abbondanza di ingredienti, una volta si preparavano soltanto in occasioni festivi. Ravioli di Labin è un pasto inevitabile per i matrimoni anche oggi. !#
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