NABORIANUM - Parrocchia Santi Nabore e Felice

NABORIANUM
Il nuovo avvisatore mensile della Parrocchia SS.MM. Nabore e Felice
A cura dei Padri Cappuccini
Via Tommaso Gulli, 62 - Milano - Tel. 02.48701531
SETTEMBRE 2014
Quei cambiamenti
che ci tengono desti
E
ccoci qui, pronti a ricominciare, dopo un periodo di
“vacanza” delle varie attività milanesi del nostro oratorio.
È meglio chiarire subito una
cosa molto importante: ricominciare non vuol dire ripetere!
Troppo spesso noi corriamo il
rischio di attaccarci ai nostri
schemi, ai nostri progetti, tentando di “piegare” ad essi la
realtà e le persone con cui dobbiamo vivere. Siamo tentati ogni
anno, ricominciando le varie
attività, di prendere in mano i
programmi dell’anno precedente e cambiarne solamente la
data.
Ma, grazie a Dio, la realtà e le
persone cambiano e invitano
anche noi a un cambiamento!
È così che Dio ci fa crescere, ci
invita alla conversione, ci chiama. Lui è presente nella vita,
non nei nostri progetti! La via, il
percorso per cercare Cristo,
guardare a Lui, comincia sempre dai volti delle persone con
cui viviamo, dalla realtà che ci
circonda, perché “il Verbo si è
fatto carne”.
E per “tenerci desti” attenti a Lui,
per non lasciarci “disperdere nei
pensieri del nostro cuore” (come
accade ai superbi descritti ne
Magnificat di Maria) Dio ci
“scuote” con tenerezza e anche
con umorismo cambiandoci,
come si suol dire, le carte in
tavola.
matori, cuochi…) a porci una
semplice domanda: cosa sta
facendo adesso il Signore con
questi bambini? Come posso
stare con loro ed aiutarli a ricoGià questa estate, a Borzago, noscere la Sua presenza?
abbiamo vissuto delle novità che
ci hanno scosso dalla fortezza Ora, a partire da questo ottobre,
del “si è sempre fatto così”. Per siamo chiamati a vivere un rapla prima volta abbiamo avuto porto educativo, di “Iniziazione
alla vacanza dei bambini di terza Cristiana, con i bambini di seelementare, inadattabili ai vec- conda elementare e con le loro
chi schemi ma pieni di stupore e famiglie, siamo chiamati a camletizia contagiosi; ci hanno invi- biare il percorso dei G.E.C.
tati, noi “grandi” (educatori, anicontinua a pagina 3
Vita nella comunità
I
nuovI FratI sI presentano
Fra Gianmarco Belingheri
Eccomi a voi! L’obbedienza mi
ha inviato qui perché ho ancora
bisogno dei “punti” per riempire
i vuoti rimasti, per arrivare là
dove il Signore mi vuole.
Non ho fatto fatica ad ambientarmi. Nei confini di questa parrocchia c’è la Chiesa di “Rosetum” dove ho lavorato per 26
anni (dal 1982 al 2008) e ho
tessuto una rete di rapporti e
conoscenze che mi hanno inserito nel vostro tessuto vitale.
Essendo nato fra i monti, ai
piedi della Presolana, mi trovo
bene quando c’è da salire. Ne
ho fatte di salite, a volte “ardite
ed esagerate” al punto che fisicamente le mie ginocchia hanno dovuto subire, ognuna, un
intervento di sostegno, per continuare a salire.
E già che ci siamo, proprio dalla
montagna alta vorrei partire per
dare un senso al mio stare con
voi.
le, traccia per indicare il cammino per arrivare a Dio che è la
vetta più alta.
Se non vi è mai capitato, e volete salire dai 3000 metri ai
4000 e oltre, incontrerete fra
torrioni e rocce scoscese quattro o cinque sassi impilati verticalmente detti “OMINI”. A che
servono? Non c’è cartello, non
una freccia, non indicazioni.
Sono lì per chi vuole salire e
indicano che sei sulla strada
giusta e che è pericoloso uscire
e fare scorciatoie. Se poi entri
nel ghiacciaio spariscono gli
“omini” e troverete pali in ferro o
racchette, e almeno le tracce di
chi vi ha preceduto.
Ecco cosa desidero stando qui
ai Santi Nabore e Felice: essere uno di quegli “omini” (e ben
si addice il termine a me) che
con l’aiuto di Dio diventa segna-
Dopo 54 anni di sacerdozio l’esperienza mi ha spinto a passare dall’insegnamento scolastico al concreto, al tessuto vitale,
al cuore, non per fare teorie ma
per essere vicino alla persona.
È per questo che in Parrocchia
rimango quasi sempre in chiesa
(edificio), per aiutare, per sostenere e incoraggiare quanti vogliono andare verso il Signore,
anche in mezzo a difficoltà e
prove.
È il dono che faccio ai “Naboriani” anziani, adulti e giovani.
Quasi in qualunque ora, entrando in chiesa, troverete una lucina verde accesa. È il segnale
della presenza dell’omino, che
vuole aiutarvi a salire, a ripren-
dere il cammino verso la più
alta vetta: DIO.
Ringrazio il parroco che mi permette questo tipo di presenza.
PACE E BENE, fra Gianmarco
Fra Claudio rossi
Una giovinezza spesa tra
bands rockettare, manifestazioni di piazza e lavoro in pizzeria
nei week end. L’adesione entusiasta all’ideale comunista percepito come la sola alternativa
possibile al conformismo idiota.
Al liceo classico Berchet di Milano, ritrovarsi ad essere l’unico
figlio di operai, e perciò oggetto
di contesa fra i vari gruppi di
sinistra della scuola. Quindi,
nella bagarre di una occupazione studentesca, l’incontro
fortuito con alcuni strani studenti cristiani: incontro che lo
ha sorpreso per l’intelligenza
lucida e la passione per il
mondo; e che gli ha risvegliato
la speranza - allora, come oggi,
tradita dalle ideologie in voga che si possa diventare adulti
senza necessariamente diventare cinici e meschini.
In seguito l'amicizia sempre più
segue da pagina 1
perché comincia dalla prima
media e non più dalla seconda,
e in più sono cambiati due frati
su cinque della nostra comunità ed è arrivata una nuova
suora!
Padre Saverio e Padre Ettore
sono stati trasferiti al convento
di Salò, sul lago di Garda, e
sono arrivati nella nostra comunità parrocchiale Padre Gianmarco e un altro Padre Claudio
(vedremo poi che nome o
soprannome dar loro per poterli distinguere quando occorre
chiamarli), ed inoltre, dalla Polonia, Suor Caterina.
Con tutti questi cambiamenti
siamo praticamente costretti a
ridestare la nostra attenzione,
stretta con un frate cappuccino
davvero atipico, P. Emmanuel,
conosciuto nei corridoi scolastici, e, finita la maturità, l’entrata
in convento. E da subito, insieme ai frati, la quotidiana condivisione di una vita adulta vera,
perché innamorata di Cristo e
della sua misteriosa bellezza.
Una vita che gli fa conoscere
una miriade di nuovi amici e
compagni di cammino dai quattro angoli del mondo. Quindi
l’ordinazione sacerdotale e
l’Università in Cattolica. Poi
lunghi anni di insegnamento nei
licei: anni di incontri e discussioni appassionate, interrotti solo da un’esperienza settennale
come cappellano all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone e dal prezioso contatto con
l’umanità ferita ma umanamente viva degli amici disabili.
Questa è la storia di padre
Claudio Rossi.
La mia storia. Fino ad ora.
Perché avventurarmi adesso, a
quasi 63 anni, nel servizio pastorale alla comunità parrocchiale dei SS. Nabore e Felice?
Oltretutto sapendomi quasi dialtrimenti ci perderemmo in una
grande confusione. La tentazione che ci prende in circostanze come questa è quella
di voler “mettere ordine”, ricondurre tutto a uno schema che
già abbiamo nella nostra testa,
perché la confusione ci fa paura, perdendo così la possibilità
di crescere, di cambiare, di
convertirci; ma la buona e lieta,
pacificante, notizia è che non
siamo noi ma Dio a fare bene le
cose, a mettere ordine, a indirizzare la nostra vita, a offrirci
una compagnia giusta per noi e
per il nostro passo nel cammino verso la meta che è Lui stesso.
Quest’anno siamo anche richiamati, dalla proposta pastorale della Diocesi, a crescere
come “Comunità Educante”, e
giuno di competenze specifiche
(se si eccettua una breve, bellissima parentesi lecchese
ormai lontanissima nel tempo)?
Anche oggi, ciò che mi convince ad affrontare la sfida è
sempre la stessa cosa: avere
davanti a me e accanto a me
persone - i frati innanzitutto che non hanno paura della vita,
che hanno passione e slancio
per andare con Cristo incontro
agli altri; persone per le quali
Gesù non è un’idea pur nobile a
cui ispirarsi, ma l’uomo-Dio presente qui, ora. E che può
donare anche a me il coraggio
di rischiarmi, di spendermi giorno dopo giorno nella realtà
ricca e complessa di una comunità come la vostra.
Il Signore Gesù vivo e presente
nel mondo tramite l’unità dei
suoi è l’unica vera, perenne
novità. Questo - e questo soltanto - alimenta la ragionevole
speranza che la mia permanenza in questa comunità parrocchiale possa essere un contributo umanamente utile alla vita
di tutti.
Grazie, fra Claudio
questi cambiamenti sono un
invito alla nostra unità: quando
si deve guardare e imparare le
stesse cose si è un po’ costretti a mettersi insieme. Le novità
ci fanno un po’ paura ma ci
chiedono di affrontarle insieme.
Comunità educante vuol dire
invitare i nuovi, coloro che ci
incontrano, a guardare e seguire Colui che noi stiamo guardando e cercando di seguire.
Tutti questi cambiamenti, che
Dio stesso ci chiede di affrontare nella nostra realtà, tengono desta la nostra attenzione,
la nostra ricerca di Lui, il nostro
desiderio di seguirLo nella vita
reale, perché siamo sicuri della
Sua presenza.
Auguro a tutti un buon cammino in questo nuovo anno pastorale.
Fra Giuseppe
Vita nella comunità
Il CIrColo stella al laGo d’orta
I
l meteo, nuovo nume, aveva
previsto uragani vari, ma il
Circolo è “STELLA” e non si
fa scoraggiare. Siamo partiti, in
ritardo, è vero, ma non per nostra negligenza!
Il viaggio in autostrada è breve
e piacevole, Graziella ci dà le
informazioni di base sul percorso e sulla nostra meta: il lago
d’Orta. Il nome antico è Cusio
(informazione importante per gli
appassionati di enigmistica).
Questa zona, dove vi sono resti
fossili e reperti di antiche civiltà,
è stata, secondo un’antica tradizione, evangelizzata da due
fratelli: Giulio e Giuliano.
È stata sempre intensamente
popolata e per molti secoli,
unita alle vicende storiche di
Milano, ma sempre in modo
abbastanza indipendente.
Suor Rosalba ci fa raccogliere
in una breve preghiera: grazie,
Signore, siamo qui tra amici,
lieti di lasciarci alle spalle i crucci quotidiani.
Si chiacchiera, si ride, si
scherza e ben presto il verde
delle dolci colline moreniche ci
accoglie, il cielo è limpido. Il
Circolo Stella ha una vocazione
acquatica ed ecco il lago che
occhieggia fra gli alberi, l’acqua
profonda e tranquilla è di un blu
intenso, quasi nero, poichè
riflette le montagne circostanti,
ricoperte di fitta vegetazione
boschiva, ove i castagni in fiore
spiccano chiari.
Questa è terra di “Sacri Monti”,
quello di Varallo non è lontano e
vicino c’è quello di Orta, dedicato a San Francesco. Anche il
lago Maggiore è vicino, ci separa il Mottarone, la montagna
sulla quale tanti bambini
milanesi hanno calzato gli sci
per la prima volta.
Ah che bello il motoscafo che
taglia le acque del lago e il
vento che ci scompiglia i capel-
li; facciamo il periplo dell'isola di
San Giulio e sbarchiamo in un
minuscolo porticciolo ombreggiato da begli alberi. Una stradina stretta fra terrazze fiorite,
sorriso di antiche case, ed eccoci davanti alla porta dell’antico seminario vescovile ora
Abbazia benedettina “Mater
Ecclesiae”.
Il signor Vittorio, nostra brava e
informatissima guida, ci parla
dell’isola e della comunità
monastica che la abita stabilmente da molti anni. Silenzio,
ascolto e preghiera sono il fondamento della vita monastica,
È una comunità numerosa, raccolta qui dal 1973. Saliamo
nella cappella ove avremo la
possibilità di recitare l’“Ora
Sesta” in comunità con le
monache di clausura, loro al di
là, noi al di qua della grata. In
silenzio ci prepariamo alla
preghiera, le benedettine entrano con un impercettibile frullo e
il canto lieve ed altissimo si
innalza. Spio fra quei volti chini
quello della Badessa Anna
Maria Canopi, grande mistica,
una delle voci femminili più
ascoltate in Vaticano, autrice di
scritti importanti e in rapporti
epistolari con tutti gli ultimi
grandi Papi. Il suo viso è confuso fra gli altri, la sua voce è
confusa fra le altre perchè
queste donne coraggiose pregano ogni giorno della loro vita
anche per noi e noi, in tutta la
nostra vita, solo questa mezz’oretta anche per loro...
Ben presto lo spirito giocoso ci
riprende, favorito da un ottimo
pasto consumato su un’ombrosa terrazza affacciata sul
lago. Siamo pronti per visitare
la bella basilica che, nata in
stile romanico, è stata più volte
rimaneggiata e oggi si presenta
in stile barocco piemontese,
ricca di cicli d'affreschi fra i quali
particolarmente pregevoli quelli
del 1400. A sinistra dell’altare
c’è un bellissimo ambone del
1100 circa in marmo nero scolpito con i simboli degli
Evangelisti e con una figura
maschile che probabilmente è
Guglielmo da Volpiano, nativo
dell’isola di san Giulio, fondatore di parecchi monasteri in
Francia nel secolo XI, era
monaco e architetto, suo è
probabilmente il progetto del
bel campanile, rimaneggiato più
volte.
Dal motoscafo che ci riporta ad
Orta ammiriamo sulla sponda
opposta in bellissima posizione,
alto su una roccia, il santuario
della Madonna del Sasso, ma
ormai lasciamo la romantica
isoletta di San Giulio, abitata
stabilmente oltre che dalle monache anche da quattro famiglie.
La bella piazza dell’imbarcadero di Orta è ampia e luminosa ormai un po’ turistica il che
la rende simile a tanti altri
luoghi, ma i negozietti di souvenirs portano vantaggi economici perciò accettiamoli di
buon grado. Belle case cinquecentesche la cingono con le
altane fiorite. Andiamo a bighellonare per la cittadina, vediamo
il palazzo del Comune ed
alcune belle chiese.
È un sabato di fine primavera e
parecchie coppie hanno scelto
questo giorno per sposarsi,
così possiamo ammirare anche
diverse belle spose, che passeggiano per il paese, le spose
sono tutte meravigliose. Auguri
ragazzi, possiate amarvi per
cento anni e più.
Una preghiera poesia di Anna Maria Canopi
DALL’EGITTO HO
CHIAMATO MIO FIGLIO
(Matteo 2,13-23)
Signore nostro Dio,
noi siamo sempre esuli,
non lasciarci invecchiare
in terra straniera,
ma attira il nostro cuore a te,
sua vera patria, suo sicuro
rifugio.
Fa’ che l’esperienza
della povertà
e della insicurezza,
della estranietà e della
solitudine
ci renda solidali con ogni
uomo che soffre
e sempre più protesi
verso la dolce patria del Cielo
illuminata dalla luce del tuo
Volto.
Amen
...e anch'io aggiungerò poche
parole, meno poetiche, ma ...
Il pullman ci riporta a Milano, i
saluti sono frettolosi perchè si
sta scatenando il diluvio che
avevamo temuto in mattinata,
buona estate a tutti!
Ancora una volta è stato tutto
molto bello: abbiamo vissuto
una giornata spensierata e
serena poichè ogni particolare
era già stato pensato e calcolato da Graziella e Alfredo, ottimi
organizzatori per le gite del
Circolo Stella. Loro sanno calcolare tutto e tutto riesce perfettamente: arrivo, pranzo, guida,
lago, negozietti di souvenir...
(questa volta, però, Alfredo non
aveva calcolato i 30 euro spesi
da me per il mio “cappellino”) e
viaggio sul battello! Che emozione! Rientro perfetto a Milano
alle 19. Tutto è trascorso con
grande tranquillità e di questo
dobbiamo ringraziare il Signore,
che ci accompagna sempre...
ed approva le nostre scelte!
Arrivederci all'anno prossimo...
o almeno alla prossima!
lalla
sandra
Vita nella comunità
BorzaGo
prImo turno:
sono arrIvate le terze!
I
l 2014 è stato un anno segnato da importanti cambiamenti, anche riguardanti la vacanza a Borzago
per i bambini e ragazzi della
nostra parrocchia. I partecipanti si sono divisi per la
prima volta su tre turni di
vacanza da dodici giorni
ciascuno, e al primo turno
hanno potuto partecipare
anche i “piccoli” parrocchia-
ni che hanno concluso la pieno godimento dei giorni
terza elementare.
passati in Val Borzago.
Questa decisione è stata
ragionata per parecchi mesi
durante l’organizzazione
delle attività e della vacanza
in generale: c’erano infatti
alcuni dubbi a proposito
della tenera età dei piccoli,
che avrebbe potuto in
qualche modo precludere il
Ma così non è stato! Sono
stati proprio i bambini a
darci una lezione fondamentale e a farci capire che
essi sono pienamente in
grado di vivere appieno sia i
momenti di svago che quelli di riflessione, e soprattutto
che possono intraprendere
queste nuove esperienze
consci del fatto che Gesù
cammina accanto a loro.
Durante il primo turno i
bambini sono stati coinvolti
dagli educatori in attività di
carattere ludico e ricreativo
quali tornei, giochi di gruppo e serate a tema, ma
hanno anche partecipato a
momenti di riflessione a
proposito del tema della
vacanza (Il Piccolo Principe: l’essenziale è invisibile
agli occhi).
Alla sera veniva recitata la
storia del Piccolo Principe,
che poi è servita come
spunto principale per riflettere su ciò che i bambini
(specialmente i più piccoli)
si aspettavano da questa
esperienza e su ciò che li
aveva stupiti mentre la vivevano.
I bambini di terza elementare ci hanno dimostrato di
essere pienamente in grado
di abbandonare la vita consueta che li accompagna
per gran parte dell’anno per
buttarsi a capofitto nella
novità, nella scoperta e
nella conoscenza di nuovi
amici e di nuove figure
come gli educatori, sempre
pronte ad ascoltarli e a dargli una mano.
Ma accanto agli “edu”,
un’altra figura chiave del
primo turno è stata Silvia, la
cosiddetta “mamma della
baita”, sempre pronta a da-
re una mano ai bambini
nelle faccende più pratiche
e in tutti i piccoli problemi
che potevano presentarsi
nell’imparare ad essere
sempre più autonomi.
La cosa più gratificante è
però che i bambini siano
tornati a Milano con il sorriso e la voglia di rivivere
questa fantastica esperienza . Inoltre con i loro sorrisi
e la loro partecipazione
sempre attiva ci hanno fatto
capire che loro non si sono
mai sentiti soli, mamma e
papà mancano sempre s’intende, ma hanno capito che
Gesù li stava accompagnando, e con lui affianco
non siamo mai soli.
matteo
Anagrafe di casa nostra
RINATI PER ACQUA
E SPIRITO SANTO
via Rembrandt, 9
GABRIELE LUIGI COLFIORE
via Clasio, 3
ANDARA PINTHUGE
SANDASI CHIARA PINTO
viale Pisa, 45
GIADA DI TURI via Moroni, 24
PIERLUIGI PUGLIA
via Puricelli, 6
ADEEPA SHAMEN SILVA
WEERAKKODY ARACHCHIGE
piazza Amati, 3
NELSON I ROSANTO
via Moroni, 30
FILIPPO CESARE CATENACCI
via Gulli, 31
KEVIN BLAKE ALMARANTE
CUEVAS
via Forze Armate, 15
EMMA VINO
HARRIET JANE SONACO
viale Misurata, 59
UNITI IN CRISTO E NELLA
CHIESA
ANDREA LANDINI con KATIA
SCHIARITI
TORNATI A DIO PER
LA RISURREZIONE
DANIELE GIOVANNI BAGNASCHI,
anni 79 - via Crimea, 7
ELISABETTA SCOMA SPALLINA,
anni 85 - via Crimea, 21
ORONZO DONATO MARIANO,
anni 78
via Carlone, 1
FILIPPO LIPANI, anni 60
piazza Bande Nere, 9
BEATRICE MINELLI, anni 86
via Rembrandt, 67
MIRKA ROSMUNDA BEZZECCHI
DUBINI, anni 92
via Capecelatro, 8
TOSCA GIOVANETTI, anni 95
via Branca, 7
PIERGIUSEPPE ZANOTTA, anni 80
via Forze Armate, 40
ANGELO GARIBOLDI, anni 91
via Gulli, 51
LUCIA TOLONE LANDRISCINA,
anni 71
via Antonello da Messina, 24
GIULIO GERVASI, anni 87
via Primaticcio, 213
DAVIDE CACCAMO, anni 35
Abbiategrasso
CARLO SAGGIOTI, anni 84
via Forze Armate, 41
CONCETTA PANASCì, anni 74
via Don Gervasini, 37
ATTILIO ARMANDO MARIANI,
anni 76
via Pignotti, 4
ADDOLORATA PIAZZOLLA, anni 91
via Santi Nabore e Felice, 1
ESILDE FAINI DE GRANDI, anni 89
via Rembrandt, 60
DANTE PAOLO BONCRISTIANO,
anni 76 - via Forze Armate, 68
RICCARDO DI CORATO, anni 77
viale Pisa, 6
CARMINE NERINA PALUMBO
PICCININ, anni 84
via Forze Armate, 41
ROCCO FRAIOLI, anni 84
via Chinotto, 36
ALDO GERMANI, anni 82
via Rembrandt, 63
LUIGI BOMBA, anni 74
via Martinetti, 9
MARIO CABRINI, anni 86
via Primaticcio, 217
EDOARDO DONZELLI, anni 93
via Martinetti, 26
GIUSEPPE CAROZZI, anni 86
via Zendrini, 14
LUIGIA CORRADI ORLANDI,
anni 72
via Cagnoni, 5
GIUSEPPE ARCANDO, anni 89
p.le Siena, 8
ALFONSO DEL VECCHIO, anni 87
via Crimea, 23