rassegna stampa settimanale anapa n. 39 del 04 dicembre 2014

 RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ANAPA N. 39 DEL 04 DICEMBRE 2014 EDITORIALE Cari Colleghi, Tanti anni fa, quando ero più giovane e più stolto, una volta mi sono vantato con mio padre. In un misto di furore contro " Roma ladrona" da novello leghista barese, figlio di neo­yuppismo da giovane professionista rampante, ho confessato con fierezza a mio padre (insegnante in pensione che ha sempre svolto un secondo lavoro per farci fare vacanze doppie ogni anno e mantenerci agli studi) di non aver pagato il canone Rai. Un’omissione quella del pagamento del canone, che andava interpretata come segno di protesta, unica e minima forma di evasione fiscale possibile per chi lavora a provvigioni certificate come noi e quindi con tasse ineludibili! Mio padre nella sua abitudine all'essenzialità mi disse: "Lo puoi fare, ma non ti dimenticare, però, che mentre tu non paghi, tanti vecchietti con 500 mila lire di pensione lo pagano tutti gli anni". La mattina dopo mi sono così ritrovato in fila alla Posta per pagare il bollettino della Rai. Ho rivissuto la stessa fastidiosa sensazione di sentirmi un ... "dritto" per un attimo l'altro giorno, quando ho letto la comunicazione dei colleghi dello Sna che comparava i due contratti "collettivi nazionali", ossia quello sottoscritto da Sna con un sindacato autonomo di dipendenti e quello di Anapa ed Unapass con i sindacati confederali. Sì perché, a leggere la comparazione, persino uno scarso come me, deduce che quello dello Sna è una figata! Pagherai di meno, non pagherai gli arretrati e li potrai sbattere fuori in qualunque momento e per qualunque motivo. Ma, amici, stiamo parlando dei nostri impiegati! Per me sono parte della mia famiglia! Come faccio a trattarli in tale modo? Mi ricordano i vecchietti che pagano il canone della Rai e stanno zitti! Certo le agenzie sono in crisi di redditività. Da un bel po', del resto. E’ vero anche che le Imprese assicurative, quasi tutte, continuano a non subire nessuna crisi economica né cali di redditività. Anzi distribuiscono utili stellari agli azionisti. Forse che possono contare su bravi manager? Oppure su agenti capaci? Ebbene se è così allora invitiamo gli amici Presidenti di Sna, Unapass ed Anapa ad andare dalle Compagnie a concretizzare coi fatti il valore degli agenti e dei loro dipendenti. Senza agenti non si fanno utili! Ma, soprattutto, gli amici presidenti dei GAA, che hanno una grande responsabilità, si facciano promotori attivi scrivendo ai propri iscritti per non dimenticare che senza le persone che lavorano con noi agenti, non ci sarebbero gli agenti. Non sono solo utili, sono persone, quelle che abbiamo scelto, quelle che quotidianamente sono il nostro miglior biglietto da visita , quelle che ci sono rimaste accanto "... nella gioia e nel dolore". Buona lettura. Pasquale Laera Agente professionista, socio fondatore di ANAPA NOTIZIE DAL MONDO ASSOCIATIVO DIPENDENTI AGENZIA, POLEMICHE SUI DUE CONTRATTI SEPARATI
FONTE: IO TI ASSICURO (01/12/2014) Non è piaciuta a Cgil, Cisl e Uil la sigla – lo scorso 10 novembre – del nuovo Ccnl per i dipendenti di agenzia da parte di Sna con Confsal, Fesica e Fisals. Le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca affermano di star valutando tutte le strade, comprese le azioni legali e il ricorso al Ministero del lavoro, per contrastare l’iniziativa dello Sna. Cgil Modena e Fisac Cgil Vicenza, per esempio, sui loro siti hanno definito il contratto firmato da Sna “pirata” e “illegittimo”, senza mezzi termini. Oltre alle critiche relative al merito delle condizioni contrattuali contenute nella nuova bozza, le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori contestano il fatto che il nuovo contratto collettivo sia stato firmato con sindacati ritenuti non rappresentativi, con l’unico scopo di giungere a un accordo che ricalchi le aspettative Sna. Nel frattempo, il 20 novembre è stata invece sottoscritta un’intesa tra le organizzazioni sindacali dei dipendenti (Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna, Uilca) e Anapa e Unapass, con decorrenza dal primo gennaio 2012 e scadenza 31 dicembre 2015, e da queste definita “l’unica avente rilevanza”. “Il negoziato ha consentito alle parti di trovare le giuste soluzioni normative ed economiche”, dichiarano Anapa e Unapass, “per rafforzare il settore e le agenzie di assicurazione, riaffermando il valore della contrattazione collettiva nazionale. Le parti, in forza della maggiore rappresentatività, attraverso quest’accordo sono riuscite anche a risolvere e superare le difficoltà applicative del precedente contratto collettivo, in perfetta continuità con la storia contrattuale presente nelle agenzie di assicurazione. I contenuti dell'intesa soddisfano sia le aspettative dei dipendenti che le esigenze dei datori di lavoro”. Claudio Demozzi, presidente nazionale Sna, rivendica dal canto suo la rappresentatività di Confsal e delle aderenti sigle sindacali Fesica e Fisals. “Vi aderiscono milioni di lavoratori, sono riconosciute da Confindustria e sono firmatarie di numerosi contratti collettivi in vari settori”, sostiene Demozzi, “tanto che sono anche accreditate dall'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) tra le principali forze sindacali nazionali”. Demozzi ribadisce inoltre che il nuovo contratto sottoscritto da Sna è legittimo esattamente quanto il rinnovo sottoscritto da Fisac, Fiba e Uilca con le sigle datoriali minoritarie Anapa e Unapass e non è stato dettato da finalità elusive o dalla volontà di penalizzare i dipendenti, ma rappresenta attualmente un punto di equilibrio tra le contrapposte esigenze e difficoltà degli operatori del settore agenziale. Lo Sna ha già dato mandato ai propri legali per iniziative giudiziali nei confronti dei toni “offensivi e diffamatori” utilizzati da alcuni rappresentanti dei sindacati aderenti a Cgil Cisl e Uil. “L’accordo raggiunto è frutto di una trattativa laboriosa che ha prodotto un risultato concreto e ANAPA E UNAPASS E GRUPPI AGENTI SOLLECITANO UN INTERVENTO URGENTE PER IL FONAGE FONTE: ASSINEWS (28/11/2014) UEA DENUNCIA I soddisfacente per tutte le parti coinvolte nella contrattazione”, sostengono dal canto loro le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo con Sna, “e rappresenta una svolta nell’ambito delle relazioni sindacali. Il nuovo contratto rappresenta una soluzione inedita in linea con una visione moderna dell’intero sistema contrattuale esistente e si qualifica come risposta innovatrice in un momento di prospettive difficili nell’ambito occupazionale. L’obiettivo principale risulta quello di alleggerire i rapporti tra dipendente e datore di lavoro in chiave moderna, con lo scopo di recuperare redditività contenendo il costo del lavoro per favorire un nuovo ingresso di lavoratori e allo stesso tempo favorirne il mantenimento. Fesica Confsal e Confsal Fisals hanno compreso la situazione di crisi che il mercato del lavoro si ritrova a vivere, e condividono con lo Sna l’obiettivo di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, nella prospettiva di “limitare per quanto possibile qualsiasi licenziamento, riduzione del personale preferendo alla cessazione del rapporto di lavoro l’eventuale riconversione ad altre mansioni”. Anapa e Unapass e i rispettivi coordinamenti dei Gruppi Agenti hanno scritto congiuntamente una lettera al Cda del Fondo Pensione Agenti, al presidente di Covip e al Ministero del Lavoro per stigmatizzare l’inerzia e il protrarsi dei tempi di negoziazione, che oramai sono arrivati a conclusione, per trovare una soluzione condivisa per la risoluzione del problema relativo al Fonage. Nella lettera firmata dai due presidenti delle associazioni Vincenzo Cirasola e Massimo Congiu, unitamente ai coordinatori dei Gruppi Agenti, si evidenzia come dopo oltre 10 mesi di trattativa le parti sociali Ania, Anapa e Unapass hanno trovato un punto di convergenza in merito a una soluzione adottabile e che solamente lo SNA ha presentato una proposta alternativa, che però non è stata accettata dalle altre parti sociali, e neanche dai rappresentanti dei GAA presenti al FORUM del 20 c.m., poiché ritenuta oggettivamente impraticabile. I firmatari della lettera sottolineano ai destinatari che le due associazioni da loro rappresentate condividono la seconda delle ipotesi formulata dal Consiglio di Amministrazione del Fondo, ossia quella che prevede la trasformazione del regime dell’ente in contribuzione definita, posizione che trova convergenza con la stessa proposta formulata dall’ANIA lo scorso ottobre. “E seppure tale soluzione non rappresenti quella da tutti desiderata, tuttavia è da ritenersi, nel suo complesso, l’unica strada attualmente percorribile, finalizzata su un piano di sano e fondato realismo che mira all’effettivo salvataggio del Fondo, fugando definitivamente ogni futuro rischio di default” si legge nella lettera. In conclusione della lettera le due associazioni Anapa e Unapass sollecitano un intervento tempestivo all’organo di governo del Fonage (che si riunirà il prossimo 4 dicembre) sul percorso da intraprendere, in modo che gli agenti iscritti, possono decidere liberamente cosa fare prima che giunga a scadenza il versamento dei contributi 2015. A conclusione dell'anno dedicato alla campagna contro la COMPARATORI FONTE: ASSINEWS (28/11/2014) disintermediazione del servizio assicurativo l’Unione Europea Assicuratori (UEA) ufficializza l'invio, avvenuto in data 27 novembre 2014, di un formale esposto all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le cattive pratiche commerciali dei comparatori di polizze on line. Il ricorso inviato all'Agcm verte su un'ampia e documentata serie di fattispecie, tra cui questi alcuni degli aspetti più rilevanti indicati da Uea in una nota: ‐ il “risparmio” promesso e pubblicizzato non cita il termine di paragone rispetto al quale tale risparmio andrebbe calcolato. ‐ non è chiaro il rapporto che lega questi soggetti alle compagnie di assicurazione. Questa omissione pregiudica la conoscenza che il consumatore deve avere rispetto a potenziali conflitti di interesse, come rilevato da EIOPA nelle linee guida elaborate sui comparatori web di prodotti assicurativi ‐ molti comparatori rimarcano la gratuità del loro servizio, precisando che il premio di polizza non viene gravato da commissioni, ma questo contrasta con il fatto che questi soggetti si qualifichino come broker e siano iscritti alla sezione B del Rui. Francesco Barbieri, vicepresidente Uea e promotore della Campagna Uea contro la disintermediazone ‐ nel suo ultimo editoriale, diffuso pochi giorni fa di ritorno dal Viaggio Studio in Francia ‐ ha rilevato amaramente come negli altri paesi europei “la multicanalità distributiva non si attua in danno di uno dei canali agiti”, mentre in Italia “le compagnie obbligano i loro agenti monomandatari a subire la concorrenza sleale e le cattive pratiche commerciali di altri attori del mercato”. Questo comportamento ha un duplice risvolto negativo, per gli agenti evidentemente, ma anche per il consumatore che “anziché sentirsi informato, supportato ed accompagnato verso la individuazione della soluzione più adeguata al suo specifico bisogno assicurativo, si vede letteralmente aggredito da una moltitudine di rapaci sedicenti assicuratori. Ma principi cardine e strumenti obbligati nella distribuzione di prodotti assicurativi, quali tutela del consumatore e trasparenza nel primo caso, consenso informato e valutazione di adeguatezza nel secondo, come possono essere disinvoltamente superati nei casi di aggressione commerciale sopra citati?”. Roberto Conforti, presidente Uea, ha così commentato: “Uea non ha pregiudizio alcuno nei confronti di chi intermedia in concorrenza con gli Agenti, ha invece un chiaro e forte pregiudizio nei confronti di chi si improvvisa, abusivamente, intermediario assicurativo o previdenziale, proponendosi, inopinatamente, quale gestore professionale di rischi altrui (pensione, risparmio, vita, sanità, infortuni e quant'altro) forte solo della sua ignoranza ‐ che coltiva con cura non avendo obblighi formativi ‐ e della sua illegalità che alimenta fingendosi sempre un tertium genus non tenuto al rispetto delle regole e delle leggi vigenti. Questa è la posizione ufficiale, ferma ed irremovibile, di Uea”. L’Ivass è pronta a scrivere una nuova lettera al mercato per correggere le IVASS PRONTA A BACCHETTARE ANCORA pratiche nella vendita delle polizze legate ai mutui dopo avere constatato che, nonostante tutte le cautele e gli obblighi imposti nel tempo a chi le SULLE POLIZZE CPI vende, in realtà la loro proposta ai consumatori continua a essere una zona molto grigia. «L’approfondimento sulle criticità che ancora FONTE: PLUS 24 permangono nel settore delle polizze connesse ai mutui sia lato (29/11/2014) produttore (impresa), sia distributore (banca/intermediario finanziario), si è concluso – spiega l’Ivass a «Plus24» −. Sono stati portati a termine anche degli accertamenti ispettivi che hanno confermato le criticità emerse dai reclami dei consumatori. Abbiamo avuto diversi confronti sul tema sia con i consumatori sia con l’industria (Abi, Assofin e Ania). Stiamo lavorando a una lettera al mercato che richiederà agli operatori una serie di interventi correttivi a tutela dei consumatori». Quello dei contratti assicurativi a protezione del credito è un settore che da tempo l’Authority monitora, conoscendo gli elevati margini applicati su questi prodotti. Pareva essere stata trovata una soluzione con le nuove disposizioni previste dal decreto “liberalizzazioni” in base alle quali gli intermediari che condizionano l’erogazione diun mutuo immobiliare odi un prestito al consumo alla stipulazione di una polizza vita oggi devono sottoporre al cliente almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi diversi. Una prassi mai recepita dalle banche. L’escamotage trovato dagli istituti di credito per evitare la presentazione dei preventivi della concorrenza è semplice: formalmente la polizza non è obbligatoria e dunque addio ai preventivi della concorrenza. Non è necessario, infatti, parlare di “obbligo della polizza” ma poi nella realtà viene fatto presente a chi chiede un mutuo che senza il contratto assicurativo l’istruttoria non passa. Le polizze legate ai mutui continuano a essere le più vendute dagli sportelli bancari nell’ambito della cosiddetta protection: rappresentano infatti ancora il 72% dei premi raccolti nei primi sei mesi di quest’anno, quando il comparto delle Cpi (credit protection insurance) è salito del 10% rispetto ai primi sei mesi 2013. «Hanno contribuito i buoni risultati nei mutui, con polizze a protezione del mutuo in crescita in alcune realtà anche del 50% – sottolinea Marcella Frati, director di Emf Group −. La maggior parte delle banche oggi è però particolarmente attenta nella proposta di questi prodotti. Il regulator ha puntato i riflettori e le banche, più delle reti di consulenti creditizi, sono ora molto attente a proporli alla clientela. La penetrazione delle polizze è infatti attualmente intorno al 50% sui mutui erogati, contro l’8o‐85% del passato». Che le polizze vengano offerte ancora con qualche vizio lo ha dimostrato anche IVASS, PUBBLICATO IL REGOLAMENTO 6/2014 SULLA DISCIPLINA DEI REQUISITI PROFESSIONALI DEGLI INTERMEDIARI FONTE: INTERMEDIA CHANNEL (03/12/2014) un’indagine di Altroconsumo. Su 115 offerte di mutuo raccolte dall’associazione dei consumatori, ben il 24% era corredato da polizza “obbligatoria”. In molti casi l’obbligo non risultava dalla documentazione ma il consulente bancario ha fatto capire che, senza la polizza, l’istruttoria non si supera. «I costi sono risultati peraltro esorbitanti – spiega Anna Vizzari, esperta di Altroconsumo −. Per un mutuo di 24omila euro (con durata 25 anni) sono stati richiesti addirittura 19mila euro di premi». Nessuna della banche che ha inserito la polizza obbligatoriamente ha consegnato i preventivi previsti dalla normativa Ivass. IVASS ha pubblicato oggi il Regolamento 6/2014 (in vigore dal prossimo 1° gennaio 2015), che dà attuazione all’articolo del DL Sviluppo Bis (art. 22, comma 9) che assegna all’IVASS il compito di definire con apposito regolamento “gli standard organizzativi, tecnologici e professionali riguardanti la formazione e l’aggiornamento degli intermediari, con riferimento ai prodotti formativi, ai requisiti dei soggetti formatori e alle caratteristiche tecniche e funzionali delle piattaforme di e‐learning”. Secondo le previsioni del decreto citato (179/2012), l’intervento regolamentare “ha il fine di favorire il rafforzamento dei requisiti professionali degli intermediari assicurativi; tiene in considerazione la crescente diffusione dei rapporti assicurativi da gestire in via telematica; riunifica e armonizza la disciplina esistente in materia”. Il regolamento introduce quindi “una serie di previsioni innovative, riunifica e coordina le disposizioni contenute nei Regolamenti ISVAP 5/2006 e 34/2010 in tema di formazione e aggiornamento, promuove l’armonizzazione e razionalizzazione degli adempimenti formativi previsti per i diversi soggetti operanti nel mercato dell’intermediazione assicurativa, creditizia e finanziaria, attraverso l’avvicinamento alla disciplina di OAM e APF in alcuni aspetti di rilievo (standard organizzativi richiesti, modalità di fruizione dei corsi, requisiti dei soggetti formatori, modalità di accertamento delle competenze acquisite)”. Destinatari degli obblighi formativi sono: agenti e brokers (sezioni A e B) limitatamente all’aggiornamento periodico; produttori diretti di imprese (sezione C) e collaboratori (sezione E) di intermediari di “primo livello” – ovvero di agenti, brokers e iscritti in sezione D, quali banche, intermediari finanziari, SIM, Poste Italiane – tenuti a effettuare sia la formazione prima dell’iscrizione, sia l’aggiornamento periodico; tutti i soggetti – dipendenti e collaboratori operanti all’interno dei locali dell’intermediario iscritto nelle sezioni A, B e D del RUI, addetti dei call center dell’impresa e degli intermediari – che, pur non avendo obbligo di iscrizione nel Registro, sono tenuti a effettuare sia la formazione prima dell’avvio dell’attività, sia l’aggiornamento periodico. Rispetto al quadro normativo preesistente (regolamento ISVAP 5/2006), il regolamento individua una sorta di compromesso “tra contenuti maggiormente prescrittivi a presidio della rigorosità ed effettività del percorso formativo, conservazione di opportuni spazi di autonomia per i vigilati, nuove forme di flessibilità organizzativa in ottica di contenimento dei costi e adattamento alle diverse realtà intermediatizie presenti nel mercato”. In sintesi, il regolamento 6/2014 disegna un sistema nel quale: Il compito di impartire la formazione/aggiornamento “è espressamente rimesso alle imprese e agli intermediari iscritti nelle sezioni A, B e D del RUI per la rete dei collaboratori di cui si avvalgono; alle imprese per i produttori diretti e gli addetti dei propri call center”. E’ prevista la possibilità di attuare forme di coordinamento nel caso di collaboratori con pluralità di incarichi. La logica ispiratrice è conforme al dettato del Codice delle Assicurazioni Private (art. 119, art. 325) che pone in capo alle imprese e agli intermediari “di primo livello” la responsabilità delle reti verticali di cui si avvalgono; Imprese e intermediari iscritti nelle sezioni A, B e D del RUI possono impartire direttamente la formazione, oppure avvalersi di soggetti formatori, “individuati con criteri selettivi volti a garantire standard elevati” (enti certificati, Università riconosciute dal MIUR, associazioni di categoria di intermediari assicurativi, creditizi e finanziari). L’obbligo di certificazione per gli enti ai quali viene affidata in outsourcing la formazione iniziale è una delle maggiori novità presenti nel regolamento: tale obbligo non è previsto per i corsi di aggiornamento, in conformità con la disciplina dettata da OAM “e al fine di contenere l’impatto sul mercato procedendo con gradualità all’innalzamento degli standard con prioritaria attenzione per il fronte maggiormente delicato della formazione iniziale”. E’ tuttavia richiesto, ai fini dell’aggiornamento, che tali enti “svolgano l’attività formativa come prevalente e dispongano di adeguata organizzazione e procedure operative”; Ulteriore novità è rappresentata dalla “puntuale individuazione delle figure dei docenti, in base a criteri di esperienza e attinenza per materia” (docenti universitari, formatori e professionisti, operatori qualificati del settore assicurativo); Per quanto riguarda gli standard tecnologici richiamati dal citato decreto sviluppo‐bis, è prevista la piena equiparazione tra corsi in aula e formazione a distanza (videoconferenza, webinar, e‐learning), con l’introduzione di una disciplina specifica, a presidio della tracciabilità, effettività e interattività della FAD; Per quanto concerne gli standard organizzativi, viene confermato l’impianto del regolamento ISVAP 5/2006 (monte‐ore, corsi, test finale) con alcune rilevanti modifiche che da un lato apportano maggiore flessibilità (per quanto riguarda gli obblighi di aggiornamento, ad esempio, questi saranno da effettuarsi su base biennale anziché annuale e, a monte ore inalterato, con una distribuzione più libera nell’arco del biennio di almeno 15 ore in un anno sulle 60 totali), dall’altro introducono una disciplina più rigorosa per l’organizzazione dei corsi e per le modalità di valutazione delle competenze acquisite, in analogia con le circolari OAM in materia; Per quanto riguarda i contenuti dei prodotti formativi, sono state individuate quattro aree tematiche (giuridica, tecnica, amministrativo‐
gestionale e informatica) suddivise in moduli, che costituiscono il “pacchetto base” della formazione iniziale e degli approfondimenti mirati da sviluppare in sede di aggiornamento. Sono inoltre previsti percorsi formativi integrativi in relazione alle caratteristiche soggettive degli intermediari e ai connotati oggettivi dell’attività svolta (collocamento a distanza, riassicurazione, collocazione di forme pensionistiche complementari, gestione sinistri). Il nuovo regolamento – segnala infine l’IVASS – “è adeguato all’obiettivo previsto dal decreto “sviluppo‐bis” e produce per i soggetti vigilati un sostanziale beneficio dall’innalzamento della market quality, grazie a standard professionali più elevati e maggiore flessibilità organizzativa a fronte di costi di adeguamento variabili in dipendenza delle diverse scelte operative”. NOTIZIE DAL MERCATO ASSICURATIVO FITCH: SOLVENCY II E CALO REDDITIVITÀ FAVORIRANNO LE FUSIONI NEL SETTORE ASSICURATIVO FONTE: INTERMEDIA CHANNEL (01/12/2014) Secondo l’ultimo rapporto di Fitch Ratings, l’attività di fusione ed acquisizione nel settore assicurativo europeo è destinata ad incrementarsi a causa del passaggio a Solvency II e al calo della redditività delle compagnie. Il contesto di bassi tassi di interesse ha procurato un calo dei profitti delle compagnie europee e le riforme regolamentari intervenute in alcuni mercati – come nel Regno Unito, dove la riforma del sistema pensionistico ha duramente colpito il settore delle rendite previdenziali – hanno creato criticità nei modelli di business. La saturazione del mercato in alcuni dei maggiori paesi europei, secondo l’agenzia di rating, renderà conveniente l’opzione del consolidamento per le compagnie che intendono aumentare la propria quota di mercato. Fitch ritiene però che la maggior parte delle operazioni di fusione ed acquisizione avverrà tra le imprese più piccole, in quanto la transizione verso Solvency II creerà minori problemi alle grandi compagnie, che probabilmente trarranno vantaggio dalla diversificazione effettuata nei calcolo dei propri requisiti patrimoniali. Le imprese maggiori solitamente sono anche più pronte ai cambiamenti regolamentari e possono disporre di un migliore accesso ai capitali. Il forte aumento dei costi imputabile a Solvency II potrebbe invece rappresentare un onere decisamente maggiore da sopportare per le compagnie più piccole. Questa osservazione è supportata anche da ANIA TRENDS: NUOVA PRODUZIONE VITA FONTE: INTERMEDIA CHANNEL (02/12/2014) recente studio dell’autorità di vigilanza tedesca BaFin, che ha rilevato come l’eventuale adozione immediata di Solvency II troverebbe impreparato e non rispondente ai requisiti di capitale il 25% delle compagnie del paese, corrispondente al 10% della quota di mercato. In realtà, la nuova regolamentazione sarà introdotta in 16 anni a partire dal 1° gennaio 2016; in questo modo le imprese assicurative avranno la possibilità di adeguare i propri modelli di business, effettuare le opportune riorganizzazioni e migliorare la solvibilità, traendo beneficio anche dal possibile innalzamento dei tassi di interesse. Ma i risultati mostrano la loro possibile vulnerabilità ed alcune compagnie potrebbero valutare future operazioni di fusione ed acquisizione. Fitch ammonisce però sulle modalità di integrazione. Dal punto di vista del credito, fusioni ed acquisizioni possono essere positive se si aumenta la diversificazione, la quota di mercato e si portano benefici all’economia di scala. Secondo l’agenzia di rating, tali operazioni comportano però dei rischi, come il mancato raggiungimento delle sinergie attese, profitti più bassi rispetto alle previsioni e scarsi benefici dall’integrazione delle attività e dei sistemi. Le successive modifiche dei piani industriali e delle strategie potrebbero quindi influire significativamente sul rating assegnato alle nuove realtà. Secondo una prima stima effettuata dall’ANIA – e riportata da ANIA Trends – per l’intero settore vita e basata su un campione di imprese rappresentativo di oltre l’80% del totale premi, nel mese di ottobre la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra‐U.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a 8,3 miliardi di Euro, il 51,7% in più rispetto allo stesso mese del 2013; da inizio anno i nuovi premi emessi hanno raggiunto quota 77 miliardi, in crescita del 49% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Considerando anche i nuovi premi del campione delle imprese U.E., pari a 1,5 miliardi (in aumento del 18,1% rispetto a ottobre 2013), i nuovi affari vita complessivi nel mese sono stati pari a 9,8 miliardi di Euro (+45,3% rispetto allo stesso mese del 2013), mentre da inizio anno hanno raggiunto quota 90,6 miliardi, il 45,7% in più rispetto all’anno precedente. Con riferimento alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di ottobre i premi di ramo I relativi a nuove polizze individuali hanno registrato una crescita del 31,1% rispetto allo stesso mese del 2013, a fronte di un ammontare pari a 5,8 miliardi di Euro (circa il 70% dell’intera nuova produzione emessa). In forte accelerazione, per il quinto mese consecutivo, è risultata la raccolta di nuovi premi su polizze di ramo V, pari a 282 milioni (il 3% dell’intera nuova raccolta), più che raddoppiata rispetto a ottobre 2013. La restante quota (27%) della nuova produzione vita ha riguardato premi i di ramo III, quasi esclusivamente di tipo unit‐
linked, che, in linea con i mesi precedenti, hanno registrato una raccolta in forte aumento (duplicata rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) per un ammontare pari a 2,3 miliardi di Euro. I contributi relativi a nuove adesioni previdenziali individuali, pari a 111 milioni, ASSICURAZIONI, LA GERMANIA È L'ANELLO DEBOLE D'EUROPA FONTE: IL SOLE 24 ORE (02/12/2014) sono risultati in aumento del 10,1% rispetto a ottobre 2013. Rimane immutata, infine, la tendenza relativa alla modalità di versamento utilizzata dai contraenti: da gennaio i premi unici costituiscono la quasi totalità della raccolta, con una quota pari al 96% del totale in termini di premi. Le compagnie di assicurazione tedesche, soprattutto quelle di piccole dimensioni, rischiano di essere l'anello debole del settore in Europa, se perdurerà l'attuale situazione di tassi d'interesse molto bassi, secondo i risultati degli stress test condotti dall'Eiopa, l'organo europeo di vigilanza sulle assicurazioni e la previdenza, su tutti i 28 Paesi dell'Unione europea più la Norvegia. L'esercizio mostra un settore tutto sommato in buone condizioni in vista dell'introduzione di Solvency 2, le nuove regole che entreranno in vigore nel 2016. Il 14% delle compagnie, che rappresentano però solo il 3% del totale delle attività, non sono in linea, sulla base del bilancio 2013, con i requisiti di capitale previsti dalla futura normativa. A differenza della valutazione delle banche realizzata dalla Banca centrale europea e i cui risultati sono stati pubblicati a ottobre, lo stress test dall'Eiopa non indica i dati per ogni gruppo assicurativo o imprese singole, in quanto Solvency 2 è ancora in via definizione. Tra l'altro, non si è tenuto conto dei modelli interni, che potranno essere invece applicati a Solvency 2. Inoltre, non avverrà nelle assicurazione un passaggio della vigilanza a livello europeo, come è stato per le banche. Le osservazioni dell'Eiopa non hanno quindi valore vincolante, ma come ha detto il suo presidente, Gabriel Bernardino, hanno una funzione preventiva, di preparazione a Solvency 2 e di indicazione delle vulnerabilità. L'Eiopa ha emesso delle raccomandazioni per le autorità di vigilanza nazionali, che si aspetta conducano a interventi nel corso del 2015. Il rapporto evidenzia carenze di capitale per 3,3 miliardi di euro, secondo lo scenario base, e per 8,3 miliardi secondo lo scenario definito "low yield", cioè bassi rendimenti. Non tutte queste carenze, ha detto Bernardino, dovranno essere necessariamente coperte con aumenti di capitale, ma le compagnie potranno rispondere con una migliore gestione dei bilanci, per esempio la diversificazione degli investimenti. La vulnerabilità delle compagnie tedesche, peraltro già evidenziata in toni analoghi anche da un recente rapporto della Bafin, l'organo di controllo nazionale, dipende soprattutto dalla diffusione di polizze vita con un rendimento garantito. Questo si scontra con l'attuale livello storicamente molto basso dei tassi d'interesse: nel caso di uno scenario "giapponese", una delle ipotesi previste dagli stress test, cioè la permanenza dei rendimenti a livelli bassissimi, diverse compagnie avrebbero problemi a rispettare gli impegni con gli assicurati nel giro di 8‐11 anni. Come diverse compagnie tedesche, si trovano in questa situazione, alla lunga insostenibile, assicurazioni di Austria, Svezia e Malta. Oltre allo scenario giapponese, lo stress test dell'Eiopa ha previsto anche uno scenario in cui le compagnie sono colpite su un doppio fronte: da un lato, uno shock finanziario sulle attività, che penalizzi il portafoglio di azioni e obbligazioni, e un basso livelli di rendimenti e dall'altro un netto CALANO TRAFFICO E INCIDENTI, GIÙ LE TARIFFE DELLE POLIZZE RC AUTO FONTE: AFFARI & FINANZA (01/12/2014) peggioramento di rischi specifici, come riscatti di massa o catastrofi naturali. All'esercizio hanno preso parte le principali compagnie italiane, pari al 60% del mercato nazionale. Il sistema italiano, osserva una nota dell'Ivass, l'organo nazionale di controllo, evidenzia una sufficiente capitalizzazione in vista di Solvency 2: tutti i soggetti italiani soddisfano i requisiti, contro l'86% dell'intero campione, secondo lo scenario di base. Negli stress test, però, la percentuale si riduce al 50% (non lontano dal valore europeo del 56%) nella prova sul "doppio shock". Pesa su questa valutazione l'altissima percentuale di titoli di Stato italiani in portafoglio. Nello scenario "giapponese" invece l'83% delle imprese italiane continuerebbe a soddisfare il requisito patrimoniale contro il 76 del campione europeo. Tariffe in calo Per le polizze Rc auto. E’ il dato che emerge dall’ultima rilevazione trimestrale dell’Ivass dei prezzi praticati in 21 province italiane. La diminuzione per le auto si registra soprattutto nel nord italia. Al ribasso tendenziale «non sono probabilmente estranei — afferma l’Ivass — oltre al ritorno all’equilibrio tecnico e alla profittabilità delle compagnie assicurative del settore, la riduzione nella circolazione dei veicoli dovuta alla crisi e il conseguente calo dei sinistri». La tendenza al calo delle tariffe, tuttavia, non fa venire meno «il livello tuttora molto elevato del premio medio nel confronto internazionale». Secondo l’Ivass è probabile ci sia anche un effetto delle prime misure legislative sulla risarcibilità delle microlesioni.