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Mons.Rosaz
e le Sue opere
Sped. in abb. post. 2, comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Torino - Primo semestre
Giugno 2014
Laudato sii
mio Signore
Editoriale
Sommario
EDITORIALE In cammino................................................................3
Direzione:
Istituto Suore Francescane
Missionarie di Susa
P.tta Carlo A. Rana 5
10059 Susa (To)
Tel. 0122.622030
Fax 0122.32250
E-mail: [email protected]
c/c postale 19772102
web: francescanerosaz.org
Autorizzazione del tribunale
n. 560 del 14/12/61
Il kairos...........................................................................................4
Il pranzo in famiglia........................................................................6
L’urna di Don Bosco a Susa: la santità è possibile per tutti...............7
Il doposcuola continua....................................................................8
Il Beato Rosaz: prete e Vescovo Santo.............................................9
Grazie!...........................................................................................10
Edoardo Rosaz il camminatore di Dio - 5a parte...............................11
La mia Pasqua in Africa...................................................................15
Un seme di speranza, motivo di nuova gioia....................................17
Laudato sii, mio Signore..................................................................18
Un 13 maggio a Villa Scarafia.........................................................19
Direttore responsabile:
Sr. Melis M. Ausilia
La musica, la via per esprimere il mondo interiore del bambino!......20
Condove: anziani e ragazzi in cattedra............................................21
L’amicizia è un grande dono di Dio.................................................22
Collaboratori:
Sergio Vigna
Suor Gabriella
Gli amici del Beato Rosaz ad Assisi..................................................23
Missione parrocchiale ad Azzate e Galliate......................................24
Il nostro “sì“ gioioso e coinvolgente................................................25
Grafica e stampa:
Graffio snc
Borgone Susa (To)
Tel. 011.9641007
E-mail: [email protected]
www.studiograffio.it
IN CAMMINO
La fede è un dono e richiede il nostro impegno per accoglierlo e viverlo in pienezza.
Nel vivere le esperienze della vita sovente ci interroghiamo sulla provvisorietà della nostra esistenza
di creature, nella condizione di passaggio nella storia, come stranieri e pellegrini, sempre alla ricerca
insoddisfatta di qualcosa o qualcuno, senza mai poterci fermare o tornare indietro.
Non ci sì può sottrarre all’evidenza che ci sono tratti dì strada particolari della vita, che si fanno al buio
o con il buio dentro, perché si fanno senza sole e senza stelle, si fanno nella paura di essere soli e di
non vedere nulla e nessuno.
Ma se nella Fede incontriamo e riconosciamo Dio, Signore della nostra storia, vi troviamo la sorpresa
di un Dio che dall’Eternità si mette in movimento verso di noi, che da lontano sì fa vicino e si rende
prossimo. CercarLo e confessarLo come Salvatore della nostra esistenza significa aver capito che
senza di Lui non si può vivere, significa aver sperimentato che se non si adora Dio si adorano gli idoli
o se stessi.
La strada di Dio non è solo quella che ci porta a Lui, ma essendo Egli stesso la Via, è quella che percorriamo quando veramente incontriamo noi stessi nell’umiltà, ci avviciniamo agli altri nella gioia,
contempliamo il mondo nella bellezza.
È la strada della Fede come alternativa a tutte le altre vie.
È la Via che ci permette dì vedere e sentire diversamente la vita, di non stare bene solo in riferimento
o in dipendenza dì ciò che accade fuori di noi o della percezione che ne abbiamo.
In questa prospettiva possiamo continuare a credere e a sperare, per diventare seminatori dì stelle,
spandendo frammenti di luce, di tenerezza e di gioia nella notte dei mondo.
Sarà la luce dell’Amore che orienta a Cristo, Sole che non conosce tramonto e che solo può illuminare
tutti gli uomini e, nel cuore di ogni uomo, tutto il suo mistero.
Madre Alba Gentile
A Roma c’ero anch’io!....................................................................26
L’Associazione “Mission B. Rosaz“ accoglie i giovani.......................27
MISSIONI
Dall’Albania
Progetto alimentazione famiglie povere ......................................... 28
Dal Mozambico
Progetto di cucito e ricamo e attività di animazione ........................ 29
Dal Brasile
Progetto: promuovendo talenti....................................................... 30
La bellezza della montagna.............................................................31
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Esperienze
Esperienze
IL KAIROS...
“Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa”. (Mt 16,18)
Parto sempre da qui per spiegare ai miei ragazzi
cosa sia il ministero petrino e la Chiesa, questa
magnifica realtà divina e umana che solo Gesù
poteva “inventare!” E per far capire loro al meglio che posso, mi aiuto con esempi, spesso con
filmati, perché la fede ha bisogno di essere “toccata” per capirla un po’ di più.
Ecco a Sant’Alfonso, parrocchia di 15.000 anime
della periferia nord di Roma, è accaduto questo:
abbiamo toccato e ora non ho più bisogno di
spiegare con esempi…
Era la sera del 3 gennaio, mi trovavo in Tunisia,
ricevo una telefonata dal Parroco, don Dario:
“Dove sei? Sbrigati a tornare che il 6 viene il
Papa!” Scusa troppo strampalata per convincermi a rientrare rispondo. No, non è uno scherzo,
torna!!! Non ci ho creduto fino a quando la mattina del 5 gennaio ho messo piede in Parrocchia
e ho visto… le formiche… i miei parrocchiani che
lavoravano incessantemente…
Disferò le valigie solo lunedì 7 gennaio!!!
Il Papa voleva vedere il nostro presepe!!!
Una ottantina di figuranti, tutti rigorosamente
vestiti da ebrei del tempo, ognuno con la sua postazione, i fabbri, i falegnami, i pastori... la grotta... gli angeli, eravamo tutti eccitati! Ma quel
pomeriggio del 6 gennaio 2014 è successa una
cosa che questa Parrocchia ricorderà negli anni: il
tempo si è fermato ed è tornato indietro.
Anno “0”, un minuscolo villaggio della Giudea:
Betlemme, tutti intenti ognuno nelle sue normali
attività quotidiane, si c’era un bambino, battezzato la mattina stessa di nome Francesco, nella
grotta in braccio a Maria, eppure quando nel piccolo villaggio entra quell’uomo vestito di bianco,
tutti abbiamo avuto la percezione che Gesù era
venuto a visitare i luoghi dove Lui, un tempo, era
nato. Gesù passava in mezzo a noi, camminava
tra la sua gente, mangiava ciò che gli offrivamo,
lo abbiamo abbracciato, abbiamo incontrato i
suoi occhi che affondavano nei nostri, i
suoi sorrisi, le sue parole che penetravano nell’anima.
Non so se riesco a spiegarmi: Gesù passava nella sua Betlemme ma la sua Betlemme eravamo noi!
Lo Spirito Santo era lì che faceva sì che
questo miracolo avvenisse e il Padre ci
guardava, compiaciuto.
Il tempo ha due dimensioni: il kronos,
quello che noi conosciamo meglio e il
kairos, il tempo di Dio, quello che impariamo a conoscere quando Dio stesso ce
ne fa dono. Ecco quel pomeriggio del
6 gennaio la Parrocchia di Sant’Alfonso ha vissuto il kairos, cioè un
pezzettino di eternità.
Grazie Signore per questo dono
grande… grazie per la tua Chiesa
dove ognuno di noi ti può trovare,
abbracciare, toccare…
Grazie per papa Francesco, dolce
Gesù in terra…
Concludo facendo mie alcune parole dette a caldo da Sr. Ildefonsa, suora
missionaria di Susa: “Signore se quello che abbiamo vissuto assomiglia
almeno lontanamente all’eternità,
al Paradiso, che tu riservi ad ognuno
di noi, bè Gesù eccomi, voglio venire
anch’io in Paradiso!”
Sonia O.V.
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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25° di Tavola Amica
Testimonianze
IL PRANZO IN FAMIGLIA
“L’Epifania tutte le feste porta via” recita un antico proverbio, ma a Susa non è così. C’è ancora
un atteso pranzo in “Famiglia” che richiama tutti
noi, amici e sostenitori di “Tavola Amica”. E così,
domenica 12 gennaio, ci ritroviamo, come è consuetudine ormai da molti anni, nella grande sala
da pranzo delle Suore Francescane di Monsignor
Rosaz, per trascorrere una giornata di convivialità e amicizia con quegli Ospiti che ogni giorno
trovano qui il conforto di un pasto caldo e l’accoglienza di volti amici.
Sono infatti Loro i protagonisti di questa festa; è
con Loro che vogliamo condividere la semplice,
ma ottima cucina delle suore; è a Loro che vogliamo dedicare un po’ del nostro tempo, provando
a trasmettere quella profonda gioia che ci invade
in questo Santo tempo di Natale e che abbiamo
un bisogno incontenibile di manifestare. Ma è
anche un’occasione per riflettere sulle realtà della
nostra città, per dare un volto a quei nomi di cui,
forse, abbiamo sentito parlare, ma che ancora ci
sono sconosciuti; per toccare Loro la mano e “riconoscerli” quando percorreremo le nostre strade. Ci vuole un contatto per scatenare l’Amore!
Anche quest’anno, in più di cento prendiamo posto al grande desco familiare di Tavola Amica che,
come sempre, riceve la benedizione dall’infaticabile don Ettore, principale figura di riferimento
e faro costante di questa meravigliosa avventura
iniziata 25 anni fa. Sì, perché quest’anno c’è un
motivo in più per essere qui: festeggiare questo
prezioso Compleanno! E quella luce particolare
che ci sembra di scorgere negli occhi di don Et-
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
tore è proprio la gioia e lo stupore per ciò che
la Provvidenza può fare quando è interpellata da
Uomini che sanno di non poter contare solo sulle
proprie forze. E se tendiamo l’orecchio al Cielo riusciamo anche a cogliere gli auguri del
Beato Rosaz: “Quasi flos rosarum in diebus
vernis” (“Come un fiore di rose nei giorni primaverili”). E il nostro Beato avrebbe certamente
apprezzato anche la deliziosa torta preparata per
l’occasione! Le corde della commozione stanno
vibrando…Il Cuore è ormai il vero protagonista!
In questo clima fraterno e festoso, dopo pranzo,
partecipiamo al consueto, ma attesissimo banco
di beneficenza. L’incognita di quel numero estratto (sarà il mio?)e lo scintillio delle carte colorate
dei pacchi sorpresa, confezionati ogni anno con
gusto e amore dalle Volontarie Caritas (e sono
tante dietro le quinte!), ridestano in noi, per un
momento, la semplicità dei “Piccoli”, la spontaneità delle azioni, il fascino dell’attesa che tanto
entusiasma i bambini. Mi sento in Pace e so che
è un’altra occasione per dimostrare la nostra solidarietà. “820” esclama don Ettore, e qualcuno si
lamenta perché “escono sempre numeri alti”…
Le luci su questa bella Festa stanno per spegnersi
e tutti sappiamo che è stato frutto di Uomini e
Donne di buona volontà che domani saranno di
nuovo là, alla mensa quotidiana, al servizio dei
più soli e dei più fragili. E le parole del Beato Rosaz risuonano ancora: “Lavoriamo - diceva - ché
l’acqua ferma non ha mai fatto muovere un mulino”. Arrivederci all’anno prossimo.
L’URNA DI DON BOSCO A SUSA:
LA SANTITA E POSSIBILE PER TUTTI!
I giorni della peregrinazione dell’Urna con le Reliquie di San Giovanni Bosco sono stati attesi e
vissuti con una partecipazione intensa e ricolma
di speranze e preghiere. Le reliquie di un santo ci
ricordano quanto affermava il Servo di Dio Don
Luigi Giussani: “Il Santo non è un superuomo... è un uomo vero, perché aderisce a Dio
e quindi all’ideale per cui è stato costruito il
suo cuore e di cui è costituito il suo destino”.
Il santo è un uomo, una persona che scopre Cristo e ne fa il centro della sua realtà e della sua
vita. Ed è santo per questo, non per una coerenza
di vita formale e moralistica, ma perché vive ogni
istante nella consapevolezza che è fatto da un
Altro, che dà alla sua vita la “direzione decisiva”
(Papa Emerito Benedetto XVI). L’arrivo dell’Urna
in Cattedrale mercoledì 15 gennaio è stato salutato da molte persone, che hanno voluto stringersi intorno al Santo Giovanni Bosco, educatore
e sacerdote, che ha saputo accompagnare tanti
a Cristo. La sua santità risiede nel fatto di aver
sempre annunciato Cristo, di averlo reso vicino
e presente a tanti ragazzi che non avevano nulla
e nessuno, e il carisma del Don Bosco continua
ad attirare tantissime persone a Cristo, in ogni
angolo del mondo. Inoltre, la visita dell’Urna
alla Valle di Susa ed alla Diocesi è stato anche
un nuovo incontro tra due amici: Don Bosco e il
Beato Edoardo Giuseppe Rosaz. La loro è stata
un’amicizia reale e concreta, fatta di consigli reciproci e di accompagnamento vicendevole nella
preghiera, in un momento storico che annunciava tutto il contrario del messaggio evangelico. I
due amici hanno sicuramente guardato dal Cielo
con favore alle tante persone che hanno posto i
loro desideri, le loro aspirazioni e i loro bisogni
ad un amico, venuto a dirci di non avere paura,
perché la santità è un cammino che ognuno di
noi può fare, rendendo Cristo il criterio per vivere ogni circostanza che la Provvidenza ci mette
davanti. Così potremo recitare con convinzione
la preghiera a San Giovanni Bosco, come un progetto di vita: “Sii nostra guida nel cammino di
amicizia con il Signore Gesù, in modo che scopriamo in Lui e nel suo Vangelo il senso della
nostra vita e la fonte della vera felicità”.
Andrea Andolfatto
Sara Grisa
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Testimonianze
Testimonianze
IL DOPOSCUOLA CONTINUA...
Anche per quest’anno scolastico la nostra
associazione ”Mission Beato Rosaz” ha deciso di continuare l’esperienza dell’anno scorso per quanto riguarda il doposcuola a Susa.
La sede è rimasta il Centro Beato Rosaz in via alle
Grazie n. 4 e i giorni sempre gli stessi: mercoledì
e venerdì dalle ore 14,30 alle ore 17,00.
C’è da aggiungere che i ragazzi della scuola primaria sono aumentati sensibilmente e talvolta le
insegnanti volontarie preposte non riuscivano a
seguire tutti nei loro doveri scolastici.
Siamo sempre molto grati alle suore per la me-
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
renda gratuita offerta ad ogni alunno e per il
campetto messo a disposizione per i giochi.
Siamo altresì molto riconoscenti alle insegnanti
volontarie che gratuitamente hanno offerto la
loro opera per il recupero di allievi in difficoltà.
Ci auguriamo, per il prossimo anno scolastico, di
poter continuare quest’utile progetto sulla scia
delle meritevoli e sante opere caritative iniziate
dal beato Edoardo Giuseppe Rosaz.
La responsabile del progetto
Ins. Maria Stella Donalisio
IL BEATO ROSAZ:
PRETE E VESCOVO SANTO
Il 10 giugno 1854, a Nizza Marittima, veniva ordinato sacerdote Edoardo Giuseppe
Rosaz, sacerdote segusino all’età di 24 anni
da Mons. Galvano. Ricordiamo pertanto
quest’anno il 160° anno dalla sua ordinazione sacerdotale. Quest’anno ricordo il mio 50°
anno di ordinazione sacerdotale avvenuta all’età
di 24 anni nella cattedrale di Susa per mano di
Mons. Garneri. Le suore fondate dal Beato Rosaz, mi hanno invitato a scrivere qualche riga per
esprimere i miei sentimenti legati al loro Padre
Fondatore. Dall’età di 5 anni sono vissuto a Susa
e ho sempre incontrato le Suore “Terziarie”, figlie
spirituali del Beato, di lui mi parlavano facendomelo conoscere ed amare. Da ragazzo sono stato
ospite della colonia estiva a Susa gestito da loro.
In Seminario per 13 anni, in cucina c’erano ancora loro, la infaticabile infermiera Suora Alfonsa.
Novello sacerdote, ho celebrato una delle prime
messe in Casa Madre con il calice del Beato Rosaz: quanta emozione nel tenere tra le mani il
calice di un santo! Per diversi anni a Villa Scarafia
celebravo la santa messa al mattino per le Suore. Vice parroco a Sant’Ambrogio e poi parroco,
avevo nella Casa di Riposo “Maria Immacolata”
le suore francescane. Alla Chiusa nella casa di
Riposo, come aiuto nella pastorale avevo la infaticabile Suor Marina. Ho avuto poi occasione di
conoscere la missione in Albania dove il carisma
del Beato Rosaz, carità e apostolato, è vissuto
appieno dalle esemplari missionarie che stanno
contribuendo a rifondare quella chiesa martire.
Quest’anno, il 3 maggio, ho avuto la grazia di celebrare una messa giubilare nella chiesa del Beato
Rosaz, sulla sua Tomba e ho ricordato i 50 anni
di vita sacerdotale per per cantare al Signore con
riconoscenza il suo amore che mi ha sostenuto in
questi anni di ministero sacerdotale. Rileggendo
la vita del Beato sono stato colpito in modo particolare dalla sua ricca vita spirituale che animava il
suo zelo pastorale così fecondo. Certo è stato Sacerdote e Vescovo di azione, ma innanzitutto era
uomo di profonda preghiera, di contemplazione
e di studio della Parola di Dio. Nutrito alle sorgenti della Eucarestia e della Bibbia, incentrato sulla
devozione al Sacro Cuore di Gesù e legato affettuosamente alla Vergine Maria, poteva affrontare
le sue lunghe giornate di lavoro nell’apostolato,
dedicandosi con sapienza e generosità alle sue
opere e alla Diocesi alla quale dedicava tutto il
suo zelo di Padre e Pastore. L’esemplare santità
del Beato è quanto mai attuale anche oggi per
noi sacerdoti e Papa Francesco ce lo sta ricordando ogni giorno, la preghiera è la fonte e della fecondità dell’apostolato. Senza una vita spirituale
profonda le attività pastorali, oggi così assorbenti, possono diventare “maledette occupazioni”
che inaridiscono l’animo e non producono frutti
spirituali per le anime davanti al Signore. Chiedo
l’intercessione del beato Rosaz che mi sia concesso un pizzico almeno del suo amore verso il
Signore e la sua Chiesa.
Don Romeo Zuppa
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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BEATO ROSAZ IL CAM
Esperienze
GRAZIE!
È bello ritrovarci insieme per ringraziare e ringraziarci a vicenda dopo un’impresa durata anni e
anni! Quanto è vero quell’aforisma: “Dalla meta
mai non togliere gli occhi?“ (Alessandro Manzoni). Quando due anni fa iniziammo la grande
impresa del riordino della Biblioteca, non avevano nessuna certezza di finire. I libri ammassati
erano talmente tanti che temevamo il cedimento del pavimento. Il costante impegno dei nostri
amici volontari ha portato giorno dopo giorni a
degli splendidi risultati.
La nostra biblioteca si compone infatti, di tre sezioni, dislocate in tre ambienti: la prima sezione
è ubicata in Casa Madre, mentre le altre due, si
trovano al Centro Beato Rosaz, in due piani diversi, per un totale di 8.000 libri.
Il lavoro di riordino si compone di tre grandi tempi: il primo è la divisione per argomenti; la seconda riguarda l’inventariazione di tutti i testi ed
infine la catalogazione.
Il risultato ottenuto è quello facilmente visibile,
l’effetto estetico è davvero soddisfacente, bello e
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
lo possiamo vedere anche dalle immagini. Mentre c’è un altro risultato, altrettanto importante,
che è quello telematico, nel computer infatti la
ricerca dei testi è facilmente accessibile.
Annesso alla Biblioteca di Casa Madre, si è anche
voluto collocare l’Archivio da molto tempo iniziato. Si tratta infatti dell’Archivio Storico del Fondatore e l’Archivio Fotografico del Fondatore e
della Congregazione. Questi ambienti sono belli
a vedersi e soprattutto piacevoli per la ricerca e
lo studio. Ci auguriamo che molti siano coloro
che vorranno abbeverarsi a questa ricchezza che
è messa a disposizione di tutti.
Questa è una gioia per tutti, in particolare per
noi Figlie del Beato Rosaz! Il tesoro della nostra
Famiglia Religiosa è messa a nostra disposizione!
Valorizziamolo! Ma mi piace pensare che il Padre
Fondatore dal cielo ci sorride e ci benedice.
Un grande “grazie” ancora a voi Renzo, Gigi,
Milena, Antonietta, Maria, Annita, Laura,
Mercedes, Renata B. e Renata V.
Sr. Nives
EDOARDO ROSAZ
il camminatore di Dio
PER LUI NULLA ERA IMPOSSIBILE
Racconto di Sergio Vigna - quinta parte
Le giovani ragazze abbandonate e bisognose di
affetto, di una educazione cattolica, di un letto
per dormire e una ciotola di minestra, aumentavano a dismisura così come i debiti del povero
sacerdote. Non rifiutava mai nulla a nessuno, e
quando non aveva che pochi centesimi, donava anche quelli a scapito di un boccone di pane
per lui. I suoi superiori continuavano ad essere
preoccupati, ma vedendo che ad ogni difficoltà,
puntualmente la provvidenza lo esaudiva, più
nessuno osò criticare.
Purtroppo lo stabile in affitto, a causa di troppe
ospiti (erano ormai una quarantina), diventò ben
presto quasi invivibile, e se d’estate (sempre grazie alle sue conoscenze) il ricovero alla Novalesa
risolveva temporaneamente l’affollamento, non
così era nella maggior parte dell’anno.
A complicare la già precaria situazione arrivò la
dipartita nel mese di marzo della vedova Pesando. Fin dall’inizio aveva retto l’impegno in modo
esemplare, tanto nell’organizzazione, che nel
fare da madre alle sventurate figliole. Il Rosaz ne
fu turbato, ma non si perse d’animo e organizzò
subito un pellegrinaggio alla Novalesa per la festa di S. Eldrado, e come leggerete il Santo non
si fece attendere.
Era ormai tempo di trovare una sistemazione
adeguata e non più in affitto. C’era in vendita un
grande caseggiato che veniva usato come filanda e avrebbe, con opportune modifiche, risolto
parzialmente il problema. Ma chi aveva le seimila
lire da dare alla famiglia Pasquale? Il sacerdote si
ricordò del Can. Garzelli e si fiondò nuovamente
a Torino.
“Certo che se fosse stato per me non avrei mai
chiesto nulla, ma… - Ha nuovamente da pagare
il pane? - disse il Canonico sorridendo appena
mi vide, ma quando gli illustrai il progetto della
casa con annessa la richiesta delle seimila lire, il
sant’uomo ci pensò un po’ su e poi mi disse di
fare assegnamento su di lui. Uscii entusiasta, ma
dopo pochissimi giorni la trattativa si arenò per
Purtroppo lo stabile in affitto, a causa
di troppe ospiti (erano ormai una
quarantina), diventò ben presto quasi
invivibile, e se d’estate (sempre grazie
alle sue conoscenze) il ricovero alla
Novalesa risolveva temporaneamente
l’affollamento...
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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BEATO ROSAZ IL CAMMINATORE DI DIO
che ero pronto a concludere il contratto il giorno
dopo. Rientrai con il cuore in gola. E se mi avesse solamente inviato la metà? Non volli pensare
e aperto il plico prima ancora di svestirmi, contai le banconote: dodicimila quattrocentoventi!
Ringraziai Dio e Sant’Eldrado e la generosità del
Garzelli, domandandomi il perché di quelle quattrocentoventi lire in più. Quando il giorno dopo
mi presentai con tutta la somma, i presenti e il
notaio sgranarono tanto di occhi. Erano sicuri
che non li avessi tutti. Gente di poca fede! Poi
il notaio dopo le firme mi disse - da parte mia
ho fatto tutto senza compenso, ma purtroppo le
quattrocentoventi lire ci vogliono per i bolli e le
registrazioni - Il Garzelli mi aveva anche accluso
al denaro un biglietto con la preghiera di non
dire a nessuno di quanto aveva fatto. La domanda che sicuramente vi farete è: come aveva potuto sapere che le spese erano esattamente la cifra
che aveva spedito? Per voi sarà incomprensibile,
ma non per me”.
Ristrutturare, debiti e ancora ristrutturare. Il Beato non si concederà pausa nel compimento della
sua opera, arrivando spesso a vestire abiti logori
e rattoppati per risparmiare e poter pagare i mol-
È ormai tempo di trovare una
sistemazione adeguata
e non più in affitto...
lungaggini burocratiche e così bisognava trovare un’altra alternativa. Il tempo correva e la casa
non reggeva più tutte quelle presenze! La soluzione la trovò il Can. Gey, che mi prospettò un
affare da concludersi però in tempi brevissimi,
altrimenti la famiglia Garelli avrebbe cercato un
altro acquirente. Si trattava di uno stabile molto
più capiente, così da essere un investimento definitivo. Dodicimila lire sull’unghia e entro poco
tempo! Ero molto preoccupato e quella sera mi
trattenni più a lungo nelle mie preghiere prima di
coricarmi. Scrissi al Garzelli spiegandogli la nuova
necessità pregandolo di inviarmi quello che poteva, confidando anche in Sant’Eldrado. Il contratto andava firmato il 26 maggio e la lettera assicurata mi arrivò da Torino il 25. Ancor prima di
aprirla andai di corsa dal notaio Garino dicendo
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
C’era in vendita un grande caseggiato
che veniva usato come filanda
e avrebbe, con opportune modifiche,
risolto parzialmente il problema...
All'interno della casa delle giovani
organizzarono laboratori di cucito e
ricamo senza dimenticare un po' di
istruzione alle ragazze...
la ferrovia o della carrozza, ma sempre mal volentieri. Non diceva mai di no. Così negli anni
successivi all’apertura dell’istituto, fu nominato:
Cappellano delle carceri, del Convitto Civico, delle Suore di S. Giuseppe e Direttore del Seminario.
Fu proprio in Seminario che il Rosaz, appena promosso rettore, coniò il bellissimo motto pedagogico: “fermezza dolce, dolcezza ferma”, spiegando che la fermezza senza la dolcezza si cambia in
durezza e la dolcezza senza la fermezza si cambia
in debolezza.
E fu proprio lì, che l’allora Vescovo Mons. Mascaretti, si accorse che il rettore non spediva una lettera per mancanza del denaro per il francobollo
e che alla sua domanda del perché non ne usasse
uno dell’ufficio, questi si giustificò spiegando che
la lettera era personale. È riportato dagli storici che il Monsignore in quell’occasione sorrise e
prese la lettera per spedirla personalmente.
ti…puf. Lotterie, elemosine e molti benefattori,
permisero al sacerdote di sempre far fronte agli
impegni assunti, organizzando all’interno della
casa delle giovani laboratori di cucito e ricamo,
senza dimenticare di dare un po’ d’istruzione alle
ragazze.
Arrivarono anche i giorni tristi delle ribellioni di
ragazze che il Rosaz aveva elevato a responsabili,
ma dopo il temporale viene sempre il sereno, e fu
così che nel 1872 arrivarono a dirigere il nascente
Istituto in Susa, le Suore della Misericordia di Savona. Fu proprio il Beato, che dopo varie richieste
alla fondatrice Suor Rossello (anche lei attratta da
tanta fede), ottenne quell’indispensabile aiuto.
Non si contano i pellegrinaggi del Beato nei Santuari Mariani.
Da quello di Oropa, a quello di Vico a Mondovì,
da quello di N. Signora della Misericordia, a quello de la Salette e di tantissime chiese e abbazie
sparse in valle di Susa e in Savoia. Rigorosamente
camminando e pregando, il Rosaz raggiungeva
le sue mete partendo di notte, sorretto da pasti
frugali e al limite della sopravvivenza, ammirando le bellezze del creato, ma mai dimenticando i
tantissimi impegni.
È naturale che per i viaggi lunghi si servisse delGIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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BEATO ROSAZ IL CAMMINATORE DI DIO
Viaggio in Mozambico
LA MIA PASQUA IN AFRICA
Edoardo ti insegna qualcosa?
• Certo che anche i tempi di Edoardo non
erano facili, ma egli sapeva che il “progetto” era di Dio, la sua vita e quella dei suoi
assistiti era nelle mani di Dio, lo sosteneva
la Fede e la fiducia nella Provvidenza divina! Io, tu in chi riponiamo le nostre
vite?In tempo di crisi a chi e a che cosa
ci affidiamo?
• Il Beato Rosaz fu un perenne pellegrino,
questo stile di vita lo aiutò nel suo itinerario spirituale ad affidarsi a Dio e a Maria.
Non si sentì mai un arrivato, ma in continuo pellegrinaggio. Io, tu viviamo come
se dovessimo rimanere per sempre in
questa terra? Siamo attaccati a...
...Il Beato Rosaz fu un perenne
pellegrino... Non si sentì mai
arrivato ma in continuo
pellegrinaggio...
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
• Il motto educativo del giovane Rettore
era: “fermezza dolce e dolcezza ferma”,
mi pare che sia valido anche oggi, dove i
genitori e gli educatori hanno ben poche
regole nell’educazione! Non ti pare che
sia ora di iniziare a mettere dei seri
fondamenti all’educazione?
• Edoardo pur provenendo da una famiglia
agiata, ha scelto di vivere dell’essenziale,
ha saputo lasciare il superfluo per darlo
ai poveri. Qual è il mio stile di vita? So
farne a meno delle cose inutili? Anche
oggi i poveri ci sono accanto... so condividere del mio con chi non ha nulla?
Vivere la risurrezione di Gesù in terra mozambicana è stata per me un’esperienza
unica e irrepetibile. Una forte emozione ho
provato quando i miei piedi si sono posati per
la prima volta in Africa, ammirare l’immensità
dell’oceano, le distese di mango e palmizi mi ha
portato immediatamente ad elevare il pensiero a
Dio Creatore e a ringraziarlo per le bellezze che
nel suo amore ha voluto donarci. Lo scopo del
mio viaggio è stato quello di incontrare le Sorelle che operano nelle due fraternità di Maputo e
di Morrumbene: abbracci affettuosi, scambio di
notizie e di esperienze, aiuto concreto per l’azione missionaria. La prima settimana l’ho trascorsa
nella comunità che si trova alla periferia di Maputo chiamata Matela Libertade, durante il colonialismo portoghese dev’essere stato un rione di
un certo livello borghese, come lo dimostrano le
case tutte a piano terra, le strade lastricate con
piastrelle, i marciapiedi alberati, ora in grande
degrado, con le strade piene di buche che per le
piogge diventano piccoli laghetti dove proliferano le zanzare. Un piccolo mercato fornisce frutta
e verdura alla popolazione e gli indumenti usati
in vendita sono appesi su fili tra un albero e l’altro. Le nostre Sorelle sono impegnate nell’opera
di evangelizzazione con la catechesi, l’accompagnamento dei giovani, l’animazione liturgica nella vicina Parrocchia, nella pastorale della salute e
nel seguire le adozioni a distanza sostenute da
famiglie italiane. Le suore missionarie sono aiutate da un gruppo di laici chiamati “Gli amici del
Rosaz” i quali s’incontrano periodicamente per la
preghiera e per aiutare le persone sole e ammalate. La settimana santa e la Pasqua l’ho trascorsa
nella missione di Morrumbene, una cittadina lontana quattrocento chilometri a nord della capitale, il centro è costituito da case in muratura mentre fra gli alberi di mango e le alte palme di cocco
e di banane ci sono le classiche capanne africane
fatte di terra e ricoperte con foglie di palma.
Queste capanne all’interno hanno solo stuoie di bambù per dormire, una estrema povertà che però non toglie il sorriso ai suoi
abitanti. Prima della guerra in Mozambico la
missione era tenuta dai Padri Francescani in se-
Maputo, visita alle vecchiette ammalate
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Viaggio in Mozambico
guito sono subentrati i sacerdoti diocesani di
Brescia i quali insieme all’opera di evangelizzazione aiutano la popolazione con laboratori di
falegnameria, di cucito, coltivazione della terra,
aule di computer. Le nostre Sorelle sono impegnate nelle opere parrocchiali, nell’educazione della gioventù, nella catechesi, nel seguire i
bambini delle adozioni a distanza, nelle visite agli
ammalati, ma soprattutto in quell’opera bellissima della scuola materna frequentata da oltre
duecentocinquanta bimbi che dal mattino alle sei
fino al pomeriggio alternano momenti di attività
formative, ludiche e consumazione dei pasti. Mi
ha veramente entusiasmato l’attenzione e
la serietà con la quale quei bimbi seguono
le lezioncine, soprattutto il giovedì santo,
quando Padre Pedro ha celebrato con loro
la liturgia dell’ultima Cena nel porticato della
scuola, poi processionalmente li ha accompagnati nella chiesa parrocchiale per l’adorazione della
croce e sempre processionalmente ha concluso la
celebrazione pasquale con la risurrezione di Gesù
nel salone parrocchiale, tutto accompagnato con
preghiere e canti adatti ai bimbi. Il loro sguardo
innocente e i loro candidi sorrisi mi hanno accompagnato nel mio viaggio di ritorno in Italia.
Sr. Laura
Inaugurazione
UN SEME DI SPERANZA,
MOTIVO DI NUOVA GIOIA
Periferia di Maputo dove c'è la comunità delle suore
Morrumbene
Grazie Villanovaforru,
lascia che ti parli con il linguaggio del cuore, perché mi sento più immediata, più figlia della tua
terra. Questa giornata, 4 maggio, non poteva
passare inosservata o in sordina, anche perché è
la festa del Beato Rosaz, nostro Fondatore.
Come sempre sai regalarci gioie ed emozioni,
e non sempre le parole traducono esattamente
i sentimenti che si provano in circostanze come
queste. Già il ritorno nella terra che mi ha dato i
natali, è denso di emozioni, ricordi fatti di gioie e
di dolori. Oggi però i ricordi tristi hanno lasciato
spazio alla speranza che non delude e alla gioia
piena, per un germoglio nuovo che nasce nella
nostra terra, una terra generosa, già feconda di
tante vocazioni religiose e sacerdotali.
I locali della nostra scuola materna che per
tanti anni hanno visto protagonisti i tanti
bimbi di Villanovaforru, da oggi, sono diventati la casa di chi non ha casa, la casa per
chi è nel bisogno, un rifugio sicuro per gli ultimi. “Domu Rennoa” è il nome della nuova
casa di accoglienza, con il motto del Beato
Rosaz: “Farmi tutto a tutti!”.
Una sfumatura per eccellenza del nostro carisma,
anzi, il cuore del Carisma del Beato Rosaz, più
che mai attuale, una risposta alle attese della
Chiesa, di Papa Francesco, una risposta particolare alle attese del territorio, ma soprattutto una
risposta alla sete del Beato Rosaz.
Sì, perché nel suo cuore la passione per gli ultimi
era sempre viva, non possiamo non gioire quindi
perché navighiamo nel cuore del nostro carisma.
Grazie Villanovaforru, perché ancora una volta
hai saputo aprire le porte del tuo cuore a chi è
nel bisogno, sono orgogliosa e fiera di essere figlia di questa terra, figlia di Villanovaforru, figlia
del Beato Rosaz, che, ne sono certa poserà il suo
sguardo benedicente su quest’opera nascente.
Sr. Giuliana Pusceddu
Morrumbene, le capanne dei poveri
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Testimonianze
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Testimonianze
LAUDATO SII, MIO SIGNORE
UN 13 MAGGIO A VILLA SCARAFIA
Laudato sii, mio Signore... mi venivano continuamente nella mente e nel cuore queste parole
della preghiera francescana domenica 4 maggio
durante la celebrazione dei vespri all’Oasi Santa
Chiara di Torino in cui abbiamo festeggiato il nostro caro fondatore, il Beato Edoardo Rosaz. Proprio in quell’occasione, due giovani del Piemonte, Ramona e Silvia, hanno iniziato il cammino di
postulato, dopo aver condiviso nella nostra fraternità alcuni mesi di conoscenza reciproca in un
percorso di preghiera, di attività comunitarie, di
vita fraterna e di formazione umana e spirituale.
La celebrazione, semplice ma intensa, è stata un
momento di forte emozione e soprattutto di fede
alla presenza dei familiari e degli amici che hanno
vissuto con loro delle tappe importanti di vita.
Laudato sii, mio Signore, che benedici la nostra
famiglia religiosa attraverso dei germogli che ci
richiamano la primavera dello Spirito, la fecondità della vita religiosa e che continui a diffondere
il carisma francescano della maternità spirituale
che hai affidato al Beato Rosaz e alle sue figlie
per il bene della Chiesa e dell’umanità. Laudato
sii, mio Signore: anche per la giovane Ligia Manueo Guila che il 13 maggio ha anche lei iniziato il cammino di Postulato in un’altra parte del
mondo, in Mozambico nella nostra missione di
Morrumbene! Laudato sii, mio Signore: da Te
proviene ogni vocazione che in Te ha origine e
compimento! Laudato sii, mio Signore per Silvia, Ramona e Ligia: tre giovani dal cuore libero, dal sorriso luminoso e dolce e dalla volontà
decisa. Due giovani italiane e una mozambicana
che hanno il coraggio di dire “Sì” al Signore per
un cammino serio e impegnativo nella ricerca approfondita della volontà di Dio... Tre “Eccomi”
belli, gioiosi, generosi, come la disponibilità
di Maria all’Annunciazione. Ancora oggi il Signore pone il suo sguardo sui giovani perchè si
pongano questa domanda: “Signore, cosa vuoi
che io faccia?!”. Il senso di un cammino all’interno della vita consacrata sta nell’iniziativa del Padre che richiede da coloro che ha scelti una risposta incondizionata e fiduciosa ponendo nelle sue
mani passato, presente e futuro in un’esperienza
Oggi 13 maggio ricorre l’anniversario della
apparizione della Beata Vergine Maria a Fatima (Portogallo), esattamente 97 anni fa.
Qui a Villa Scarafia, tutti i giorni preghiamo il S.
Rosario tre volte al giorno, ma oggi, festa della
Madonna, abbiamo voluto darle un’altra impronta, mettendoci un po più di slancio e di fervore.
Oltre ai canti che facciamo comunemente, abbiamo preparato al centro della sala anche un piccolo altarino adornato di tanti bei fiori, perché la
S. Vergine fosse al centro della nostra preghiera
comunitaria. Noi tutte sorelle le facevamo corona. È stato molto bello, sembrava un angolo del
Paradiso e le sorelle assomigliavano a tanti angeli
bianchi in devoto raccoglimento.
Alla nostra preghiera si sono unite anche la juniores Sr. Gabriella e la segretaria Sr. Nives.
Durante la recita del rosario, ad ogni decina, abbiamo inserito una strofa del canto: Il 13 maggio,
poi dopo l’annuncio del mistero abbiamo anche
letto e meditato le apparizioni di Fatima.
È stato molto bello vedere come ogni sorella ha
partecipato con tutto l’ardore e l’affetto che nutre nel suo cuore per la mamma celeste.
A conclusione abbiamo cantato le litanie della
Madonna e ancora una volta la lode: il 13 maggio. Per concludere questo momento così bello,
ci è stato servito un piccolo rinfresco, come di
consuetudine.
Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
di amore gratuito. Ce lo ha ricordato Papa Francesco nel messaggio per la 51a giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: “Voi siete campo
di Dio, proprietà di Dio non nel senso del possesso che rende schiavi, ma di un legame forte che
ci unisce a Dio e tra noi. Il Signore ha a cuore la
realizzazione del suo progetto su di noi e, tuttavia, intende conseguirlo con il nostro assenso e la
nostra collaborazione”. Ramona, Silvia e Ligia
ci testimoniano che quando il Signore chiama non si ferma ai nostri “piccoli” progetti, pur
belli che siano, non si arresta davanti alle nostre
paure o inadeguatezze, ma interpreta il cuore per
fare di noi il suo capolavoro. Dio non sceglie coloro che sono capaci, ma rende capaci coloro che
sceglie. Queste parole si realizzano concretamente nella vita di Silvia, Ramona e Ligia alle quali
auguriamo un “santo viaggio”: preghiamo per
loro e per tutti i giovani che si sentono chiamati
dal Signore ad una vita a Lui totalmente consacrata, affinchè abbiano il coraggio di aderire alla
volontà di Dio per essere liberi interiormente e
aperti alla missione verso i fratelli.
Sr. Milena Brivio
Maria ci è di sostegno ed esempio di fortezza nella nostra malattia e infermità, attraverso la preghiera e il sostegno fraterno di tutte ci sentiamo
unite a tutto il mondo che soffre e per esso e
per tutte le necessità vicine e lontane offriamo le
nostre giornate.
Grazie Maria!
Sr. Olga Liscia
In alto: Ramona e Silvia
In basso: Ligia Manuel Guila
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Scuola
Esperienze
LA MUSICA, LA VIA
PER ESPRIMERE IL MONDO
INTERIORE DEL BAMBINO!
Fin dall’antichità, ancor prima nei popoli primitivi,
la musica occupò un posto di primo piano, diventando assieme alla danza, il mezzo più importante per manifestare gli stati d’animo di ciascuno,
accompagnando così la vita stessa dell’individuo.
In Grecia la musica si insegnava fin dalla nascita, considerandola un elemento essenziale per
la formazione dei futuri cittadini. Ecco perché
ancor oggi, si pensa alla musica come ad una
forma d’arte capace di coinvolgere l’animo umano fin dalla più tenera età. Proprio per questo,
anche quest’anno nella scuola dell’infanzia Maria Immacolata di Collinas, sto tenendo il corso
di Propedeutica Musicale, proposto dalla Scuola Civica di Musica di Villacidro con una piccola
sede sempre a Collinas e finanziato dal Comune
di Collinas. Diverse sono le attività musicali a cui
sono invitati i bambini nelle due ore settimanali:
piccole nozioni di teoria, facili melodie da cantare, giochi di apprendimento, e uso degli strumentini musicali. Inoltre ho suggerito l’acquisto
di un quadernone per ogni alunno, dove poter
raccogliere il lavoro svolto dai piccoli, attraverso
dei disegni e delle schede da colorare abbinate ai
canti svolti. La mia preparazione come insegnante dei piccoli, si è formata anche grazie allo studio di diversi trattati della didattica musicale. Una
esponente tra le più autorevoli è Violeta Hensy
de Gainza, che scrive nel suo “educazione musicale nella scuola materna e nella scuola elementare”: “Sarà essenziale che il bimbo, attraverso
la musica, possa esprimere con libertà e intensità
sempre maggiori tutta la ricchezza e multiformità
del suo mondo interiore”. Ora si possono esporre
alcuni scopi più particolari e cioè:
1) sviluppo della sensibilità uditiva (orecchio
musicale).
2) sviluppo della voce (dominio elementare
dell’apparato vocale in relazione al canto).
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
CONDOVE:
ANZIANI E RAGAZZI IN CATTEDRA
3) sviluppo del senso ritmico (movimento
espressivo del corpo; sviluppo del linguaggio nel
suo aspetto ritmico, uso degli strumenti a percussione).
4) sviluppo della sensibilitá musicale (immaginazione, espressione).
Questi elementi costituiscono nello stesso tempo il fine e le basi dell’esperienza musicale. Così
per esempio lo sviluppo della sensibilità o del
senso ritmico non solo stabilisce il termine finale
del processo musicale, ma è la condizione quotidiana elementare di ogni esperienza musicale
profonda: la musica non è solo un risultato o il
premio di una educazione musicale ma l’elemento quotidiano, il fattore essenziale del processo
educativo. Riguardo alla scuola materna, ho riscontrato una partecipazione attiva e gioiosa e
questo è segno del successo concreto di questa
materia, che però purtroppo trova difficoltà ad
essere inclusa nei programmi scolastici. Solo chi
possiede un animo sensibile comprende la bellezza e il valore di questa arte che può arricchire la
vita di ognuno, fin da piccolo.
Anna Steri
A Condove, presso la Casa di Riposo “Perodo-Bauchiero” gli anziani che fanno lezione
ai ragazzi, ragazzi che fanno lezione agli
anziani. L’interessante scambio inter-generazionale di saperi si è concretizzato nei giorni scorsi,
grazie al progetto didattico che ha visto lavorare
a braccetto la scuola media Gian Francesco Re
dell’Istituto comprensivo di Condove e la Casa
di Riposo Perodo-Bauchiero. Un’idea che aveva
già mosso i primi passi lo scorso anno scolastico
e che, nell’occasione, aveva visto protagonisti i
piccoli della scuola dell’infanzia Perodo, con alcune attività di psicomotricità e di geromotricità.
Ma l’ambizione del progetto, coordinato dalla vicepreside Rossana Ferraris, è quella di arrivare a
coinvolgere i tre ordini d’età: quest’anno il testimone è dunque passato ai ragazzi della secondaria di primo grado, per i quali docenti e educatori
hanno pensato a questo percorso didattico integrativo rispetto a quello più tradizionale. Il filone
prescelto ha riguardato miti e leggende, analizzati sotto diversi punti di vista. I primi due incontri
hanno visto i ragazzi della classe 1a A traslocare
per una mattina presso Villa Bauchiero: “in fase
di preparazione – spiega la direttrice della casa
di riposo Paloma Gibaja – grazie all’aiuto degli
psicologi e psicoterapeuti che lavorano presso la nostra struttura, abbiamo fatto emergere
racconti, storie, miti e leggende locali di quando
i nostri ospiti erano giovani, attraverso un percorso di stimolazione della memoria”. Racconti
che sono poi stati trasmessi dagli anziani ai più
giovani intervallando momenti di narrazione e di
canto anche grazie all’apporto di Ricki Avateno,
musico terapeuta e musicista dei Poveriera Nobel
in veste di cantastorie: dalla strega Micellina alla
leggenda della Bell’Alda, e ancora le masche e il
Daù. Nei due incontri che si sono tenuti a scuola i
ragazzi, guidati dall’insegnante di lettere Patrizia
Ollino, hanno invece presentato alcuni racconti
della mitologia greca agli ospiti della casa di riposo, in totale una dozzina di anziani per una
media di oltre 90 anni, tra cui anche un’ultracentenaria: Adelita Carducci, pronipote del celebre
poeta Giosuè, che nel 2014 compirà 101 anni.
“È stata una bella occasione di incontro tra due
momenti della vita molto distanti tra loro – conclude Paloma Gibaja – sarebbe bello proseguire il
prossimo anno con la scuola primaria”.
Marco Giavelli
insegnante
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Esperienze
Esperienze
L’AMICIZIA E UN GRANDE DONO DI DIO
Bartolomeo GRAGLIA e Francesco PARISI,
due amici e collaboratori della Famiglia religiosa delle suore Francescane e del Beato Rosaz, hanno concluso il loro cammino terreno.
Cari Bartolo e Franco, a voi il Signore ha concesso
di vivere per oltre quarant’anni, una vera grande
amicizia, conclusasi con la vostra recente scomparsa. Quattro mesi e sei giorni è durata la vostra
separazione, poi vi siete certamente ritrovati in
Paradiso, a riprendere il filo interrotto delle vostre
animate discussioni, sulla politica, sui prezzi, sul
calcio, sulle strade sbagliate ecc. D’altronde tra
voi due ne correva di distanza, sia geografica che
anagrafica: un piemontese “doc” e un siciliano
altrettanto “doc”! Quando giungesti a Torino nei
primi anni ’70, trovando occupazione presso le
Officine Savigliano, eri piuttosto timido e riservato, ma era comprensibile trovandoti in una città
non sempre benevola verso gli immigrati dal Sud.
Tutto sommato, ti andò ancora bene, perché si
limitarono a chiamarti bonariamente il “mandarino”! Ma per fortuna incontrasti Bartolo, che
al contrario, era di indole socievole, che amava
stare in compagnia, sempre generoso e pronto a
tendere una mano a chi ne aveva bisogno. Ti
offrì la sua amicizia coinvolgendoti nell’opera di
volontariato, che allora svolgeva presso le Suore
dell’Istituto Sacra Famiglia. Suore, che tu Bartolo avevi conosciuto durante la guerra, quando
a causa dei bombardamenti, erano sfollate con
le bambine a Pancalieri, tuo paese natale. Così
frequentandovi assiduamente anche fuori dalla
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
fabbrica, pian piano si consolidò quell’amicizia
vera che durò poi tutta la vita. Per le Suore eri
semplicemente “Graglia” il factotum sempre disponibile, sempre presente ovunque vi fosse una
necessità, che all’occorrenza ti improvvisavi autista, portinaio, falegname, elettricista, senza mai
risparmiarti, sei stato un prezioso collaboratore
della Famiglia Francescana. Ma purtroppo, con
il passare degli anni, giungono gli acciacchi e le
forze pian piano vengono meno. Ora è l’amico
Franco a tenderti la mano, è sempre disponibile
ad accompagnarti e sostenerti, per te è un valido aiuto che tu scherzosamente chiami “il mio
badante”. Ma proprio a lui, molto più giovane
di te, viene diagnosticato un male che non dà
scampo e che nell’arco di soli otto mesi lo ha
portato via! Da vero amico fedele, tu gli sei stato accanto ogni giorno, facendo tutto ciò che ti
è stato possibile per confortarlo ed alleviarne le
sofferenze. Ma il tuo cuore già troppo provato,
non ha retto a tanto dolore e dopo poco più di
quattro mesi, lo hai raggiunto. Un infarto ti ha
colpito mentre alla guida della tua auto tornavi
dal cimitero a far visita all’amico, hai accostato
e ti sei fermato in seconda fila e lì si è spento il
tuo grande cuore! Il Signore ha assecondato il
tuo desiderio: andartene con discrezione, senza
disturbare, proprio come tu hai sempre vissuto.
Nella tua grande generosità ed altruismo, intuivi
e anticipavi le necessità del prossimo ed eri felice
quando potevi accontentare qualcuno, era il tuo
stile! Caro amico Bartolo, ero una bambina della “Sacra” quando ti ho incontrato nel lontano
1954 e tu eri solito ripetermi ”Noi della Sacra ci
vogliamo bene”. Sì, io ti ho voluto sempre bene,
perché non si poteva non volerti bene! Con te
ho condiviso ore felici, animate dalle tue battute
sempre argute e geniali e dal tuo spiccato senso
dell’umorismo. Mi mancherà la tua preziosa memoria storica, mi mancherà la calma, la serenità,
l’ottimismo e la grande bontà che si respirava accanto a te. Ringrazio il Signore per averti posto
sul mio cammino.
Carla Birolo
GLI AMICI DEL BEATO ROSAZ AD ASSISI
La “Casa Perfetta Letizia” di Assisi, situata
nella piana sottostante la città della pace, si
era animata già la sera di venerdì 28 marzo
con l’arrivo di tre amiche della zona di Bardonecchia e del piccolo gruppo dei novaresi.
Il clima splendido, la tranquillità e la pace del luogo, lo straordinario scenario del colle di Assisi e
l’accoglienza calorosa e gentile delle suore sono
stati elementi che ci hanno subito colpito.
Sabato mattina, dopo l’arrivo anche della quindicina di amici giunti in pullman dalla parrocchia
romana di Prima Porta accompagnati da suor
Beatriz, abbiamo iniziato l’intensa “due giorni di
riflessione e confronto”. Subito si è venuto a creare nel gruppo un bellissimo clima di fraternità
con le presentazioni, lo scambio dei saluti ed il
racconto delle variegate esperienze personali.
La presenza di padre Giuseppe De Feo, missionario comboniano di lungo corso che ha prestato servizio per decenni in terra brasiliana, ha
sicuramente stimolato il dialogo e la riflessione e
suggerito spunti per un impegno più concreto e
responsabile sia nelle nostre comunità ecclesiali
qui in Italia, che nelle missioni dove sono impegnate le Suore Francescane Missionarie di Susa
che ci ospitavano.
Dopo un ottimo pranzo e qualche momento di
riposo ci siamo recati a far visita alla città di Assisi
con la guida molto efficace di una giovane suora
del posto. Il centro storico, la basilica di Santa
Chiara, la cattedrale di San Rufino, la chiesa di
San Damiano e la basilica con la tomba di San
Francesco sono stati i principali luoghi dove il
gruppo ha approfondito la riflessione sul francescanesimo. Non poteva mancare una breve sosta
al Santuario di S. M. degli Angeli con la possibilità
di accostarsi al sacramento della riconciliazione e
ricevere l’indulgenza plenaria secondo le norme
stabilite dalla Chiesa.
Nella giornata successiva, dopo la celebrazione
delle Lodi, la riflessione si è spostata su tematiche più tipicamente missionarie e sul messaggio
di papa Francesco “uscite ed andate nelle periferie esistenziali dell’uomo” che è stato approfondito con partecipazione intensa da parte
di tutti. Una bella ed animata celebrazione eucaristica ha concluso la mattinata.
Nel pomeriggio è proseguita la visita ad altri luoghi francescani ed in serata la parte più consistente del gruppo ha fatto rientro a Roma, mentre i “piemontesi” si sono permessi il lusso di
un’ulteriore nottata nella pace e nella tranquillità
della piana di Assisi, con la promessa di tornare
in quel luogo meraviglioso ed anche col desiderio
di ripetere simili esperienze di formazione e collaborazione con le Suore Francescane Missionarie
di Susa.
Luciano Agazzone
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Esperienze
Testimonianze
MISSIONE PARROCCHIALE
AD AZZATE E GALLIATE
Dal 29 marzo al 13 aprile 2014 sono stata in
missione parrocchiale ad Azzate e Galliate,
due paesini vicino a Varese. Con me c’erano
altri dodici missionari. Siamo stati accolti con la
santa Messa presieduta dal Vescovo Mons Franco
Agnesi, dove noi Missionari abbiamo ricevuto il
mandato, mentre le famiglie che hanno aderito
per i centri di ascolto hanno ricevuto una lampada.
Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato il
tema della Missione: “Aprite le porte a Cristo”
ed ha spiegato l’importanza di rinvigorire l’entusiasmo della fede, in quanto la Missione stessa è
un dono, un’opportunità, un tempo favorevole
all’ascolto dello Spirito, l’occasione è data per
convertire i cuori.
Per quindici giorni abbiamo letteralmente invaso
le strade di questi paesi e la gente ci ha voluti
bene, ci hanno ascoltati con gioia, ricevuti nelle case, nelle scuole, negli oratori accogliendo
la nostra predicazione straordinaria, destinata a
tutti dai più piccoli ai più grandi annunciando la
“Buona Novella”.
Ben presto tutti hanno imparato a risponderci
con il nostro stesso saluto “Pace e bene” ed un
sorriso. Le persone ci fermavano per strada anche solo per condividere fatti del loro quotidia-
IL NOSTRO “SI” GIOIOSO E COINVOLGENTE
no o semplicemente per dirci che gradivano la
nostra presenza gioiosa. Hanno perfino detto al
parroco che ci avrebbero rapito per poterci tenere più a lungo.
Per quanto mi riguarda, con fra Attilio abbiamo
seguito tutti i giovani, la nostra presenza è stata uno strumento prezioso per poter parlare alla
loro vita, le nostre testimonianze li hanno messi
in atteggiamento di ascolto. Quanto è bella la
loro ricchezza!!! Se aiutati questi giovani, sapranno essere sale per tanti loro coetanei.
Saranno loro stessi i missionari più preziosi per
la missione che continua anche dopo di noi, dovranno solo sperimentare la sintonia e la gioia di
vivere le cose insieme.
Che bello inoltre il pensiero di don Angelo quando ha celebrato la messa conclusiva, ha incoraggiato i parrocchiani a continuare il cammino della
missione perché attraverso le esperienze vissute
per il nostro passaggio, il Signore ha voluto toccare il cuore e guarire, ma ha anche svegliato ciascuno e messo in cammino per un nuovo viaggio
da vivere come comunità.
Sr. Gabriella
Il senso e il significato dei voti per noi figlie del
Rosaz, ha radice in quella iniziativa di Dio, che ci
ha amati per primo e che ci ha chiamati a stare
con Lui e incontrarlo in ogni dolore e gioia della
vita in ogni volto sofferente dei piccoli e dei poveri. Un Padre Misericordioso e Buono che ama
le sue creature e che chiede attraverso il dono e il
sacrificio della nostra vita di testimoniare questo
eterno amore. Amore che ogni figlia del Rosaz
sperimenta nell’offerta quotidiana della propria
vita in semplicità e umiltà francescana. Ovunque ella è chiamata, in ogni angolo del mondo
in ogni piega della vita, soprattutto in quelle più
faticose con particolare abbandono alla Divina
Provvidenza. Ha aperto la gioiosa fila di giovani
juniores Sr. Isabel Miguel Tsimela, che il giorno
13 febbraio, nella comunità di Roma, Monteverde, durante la Celebrazione Eucaristica, ha rinnovato per la prima volta la sua donazione gioiosa
a Dio! Mentre il 17 febbraio 2014 in Mozambico
Sr. Bemvinda Xavier Josè Cumbe e Sr. Raquel
Americo Razão Nhamucho hanno rinnovato il
loro “Sì” totale e generoso attorniate dalle sorelle della comunità. In Italia il giorno 28 aprile
2014 Suor Maria Gabriella Ibba ha celebrato
a Susa in Casa Madre, la rinnovazione dei voti
nelle mani della Vicaria Generale, Suor Laura Pillon. Anche in Albania, il 30 aprile, Suor Vjollca
Dragaj, in comunione di spirito, ha compiuto la
sua rinnovazione dei voti, in fraterna gioia con
le giovani studenti e le sorelle della comunità di
Scutari. Chiude il gruppo delle juniores Sr. Lucineide Gomes Da Silva che in Brasile, il giorno 4
maggio, festa del Beato Fondatore, ha rinnovato
la sua Professione Religiosa attorniata dalle sorelle venute dalle varie comunità del Brasile. Auguriamo a queste Sorelle un buon cammino nel
Signore, sotto la protezione della Vergine Maria
nostra tenera Madre.
Suor Raquel
e Suor Bemvinda
a
Suor Vjollc
Suor Lucineide
ella
Suor Gabri
Sr. Margherita De Blasio
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Suor Isab
el
Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Esperienze giovani
Esperienze
A ROMA C’ERO ANCH’IO!
In data 27 aprile 2014 il mondo intero si è incontrato a Roma, in piazza San Pietro per la canonizzazione dei due Papi Giovanni XXIII e Giovanni
Paolo II. La celebrazione presieduta da papa Francesco con la presenza del papa emerito Benedetto XVI. “Un evento senza precedenti nella storia
della Chiesa” cosi è stato definito dai media e
cosi lo abbiamo vissuto noi che eravamo li presenti, un piccolo gruppo di sette persone che si
perdeva in mezzo a quelle migliaia, giunti da tutto il mondo. Con la nostra bandiera albanese, volevamo dire a tutti chi eravamo, rappresentando
così tutte le persone che avrebbero voluto essere
con noi. Era bello sentire mentre passavamo per
strade e sui mezzi che dicevano: “ah sono venuti
anche dall’Albania” oppure altri che ci chiedevano: ma voi da dove venite? E noi rispondevamo:
dall’Albania! Ah si dalla terra di Madre Teresa! E
cosi via… possiamo dire che i sentimenti vissuti
quei giorni erano tanti ma due in particolare hanno invaso il nostro cuore: quello di gratitudine
e di riconoscenza verso Dio e verso tutte quelle
persone che ci hanno aiutato e accolto nelle loro
case. Grazie a loro abbiamo potuto fare un esperienza unica e indimenticabile. Abbiamo visitato
i vari luoghi sacri e in particolare siamo rimaste
colpite della devozione e della fede che si respirava entrando nelle basiliche e nella scala santa.
Forte è stata l’emozione quando ci siamo trovate
in via della Riconciliazione per trascorrere la notte
all’aperto, in attesa di poter entrare in piazza ed
essere il più vicino possibile al sagrato, incuranti della stanchezza e della fatica. Sentivamo nel
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
cuore le parole che Papa Giovanni Paolo II diceva
ai giovani negli ultimi giorni della sua vita: “Io vi
ho chiamati e voi siete venuti”. Noi c'eravamo
lì per dire grazie al Signore per questi due
grandi uomini che hanno cambiato la storia
della chiesa, che ci hanno insegnato a non
avere paura di aprire il nostro cuore a Cristo
perché accogliendo Lui realizziamo in noi il
disegno di Dio Padre quello cioè di “essere
santi perché Lui è Santo”. Che entrambi questi nuovi santi ci insegnino come ha detto papa
Francesco ad essere docili allo Spirito Santo e a
non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che
sempre spera, sempre perdona, perché sempre
ama. Grazie!
Sr. Flora, Diella, Gjystina,
Violeta, Rudina, Silvana, Kristina
L’ASSOCIAZIONE “MISSION B. ROSAZ”
ACCOGLIE I GIOVANI...
Il 24 maggio scorso il nostro Gruppo Missionario è stato invitato a partecipare all’Assemblea dell’Associazione Mission Beato
Rosaz aperta ai soci e agli amici adottanti
presso la Casa Madre delle Suore Francescane Missionarie di Susa.
L’incontro è stato molto interessante. Il Presidente dell’Associazione ci ha illustrato i numerosi
progetti finanziati durante l’anno e le suore sono
intervenute per spiegarci, anche attraverso le
immagini, la difficoltà dell’evangelizzazione e ci
hanno fatto partecipi della gioia che si prova nel
far felice i più poveri.
Abbiamo visto diapositive delle missioni in Albania, in Brasile e in Mozambico dove vive Ivone, la
bambina che il nostro gruppo ha adottato diversi
anni fa e della quale periodicamente riceviamo
foto e notizie. I progetti realizzati sono diversi:
sono state costruite scuole e asili ed è stato anche attivato un corso di ricamo molto apprezzato
dalle ragazze e dai bambini del posto, grazie al
quale, oltre alla formazione, si riescono a trasmettere i valori cristiani.
Durante l’incontro abbiamo avuto modo di presentare il nostro Gruppo Missionario, di parlare di
quanto è stato fatto e di quanto stiamo facendo
per sostenere le diverse iniziative benefiche e di
proporre nuove idee e progetti che sono stati ben
accolti e che vedremo di realizzare anche in Valle
con la collaborazione delle Suore e dell’Associazione. Un grazie di cuore alle suore di Susa che
ci hanno calorosamente accolte ed un particolare
ringraziamento per averci invitate
Il Gruppo Missionario
Parocchiale di Rubiana
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Missioni
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Dall’ALBANIA
Missioni
Progetto alimentazione
famiglie povere
Noi Suore Francescane Missionarie di Susa, presenti in Albania, attraverso il generoso contributo
di tante famiglie italiane, con l’offerta del 5 per
mille, sono state devoluti a tale scopo € 3.000,00
e siamo riuscite ad offrire alle famiglie più povere
della zona del Kelmend un aiuto alimentare.
Abbiamo individuato le famiglie più povere e le
più numerose di figli portando periodicamente
alimenti di prima necessità come pasta, riso, olio,
farina ecc.
Lo abbiamo distribuito una volta al mese partendo dal mese di novembre 2013 e ci auguriamo
di poter continuare fino a quando le possibilità
economiche ce lo permetteranno.
La riconoscenza di queste famiglie è tanta e il
loro grazie è detto veramente col cuore.
Ad esempio questa famiglia vive in un villaggio
che si chiama Rapsh, l’unica ricchezza sono le
pietre.
Come potete vedere, questa famiglia vive proprio
di stenti, pensate che non hanno neppure la possibilità di costruirsi la propria casetta.
Grazie al vostro generoso aiuto, potranno almeno nutrirsi. Mentre vi ringraziamo di vero cuore
per quanto avete fatto, vi affidiamo al Signore
che benedica con la Sua Grazia le vostre famiglie!
Le Suore Francescane
presenti in Albania
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
Dal MOZAMBICO
Progetto di cucito e ricamo
e attività di animazione
Carissimi amici dell’Associazione Mission Beato
Rosaz onlus. Pace e bene!
Vi accompagniamo sempre con l’affetto e la preghiera nel vostro lavoro di volontariato missionario, nello spirito del nostro Fondatore, il Beato
Rosaz che si fece tutto a tutti ma soprattutto verso i più poveri e gli abbandonati.
Grazie per il vostro sostegno economico che avete offerto per sostenere il progetto del cucito e
del ricamo con le varie attività di animazione rivolto ai bambini e agli adolescenti. Questo progetto ha avuto inizio nel febbraio 2014 con tanta
partecipazione di bambini e adolescenti.
Nel primo incontro questi giovani hanno fatto
salti di gioia quando si sono visti davanti ai loro
occhi tanti doni: aghi, fili colorati, stoffe, e capulane! Cerchiamo anche di unire a questa bella e
utile attività, un tempo per la catechesi, la danza,
il canto, il gioco, cercando di trasmettere i valori
più importanti per crescere, amarsi, divertirsi e rispettarsi reciprocamente.
L’incontro poi comunemente si chiude con una
buona merenda e un momento di preghiera.
Grazie carissimi amici! Sentiamoci vicini nello
stesso spirito, entusiasmo e carità.
A nome dei bimbi, dei giovani, delle loro famiglie
e della nostra comunità missionaria vi auguriamo
ogni bene!
Sr. Raffaella Mocci
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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Missioni
Dall’ALBANIA
Dal
BRASILE
Progetto:
promovendo talenti
“Sono venuto perché tutti abbiano vita e
l´abbiano in abbondanza“
(Gv 10,10)
Nella nostre comunità, alla periferia di São Luis
e nella zona interna del villaggio di Paruá dopo
aver individuato i bisogni primari di queste popolazioni ci siamo prefisse di aiutare pre-adolescenti
e adolescenti.
Abbiamo pensato di realizzare un progetto che
tende a stimolare le potenzialità di tanti giovani,
partendo da quelle umane e così offrire l’occasione di crescere tramite esperienze arricchenti,
imparando ad acquisire i valori che formano alla
vita, come seguire un orario, crescere nello spirito di condivisione, apprendere l’uso responsabile
del materiale. Tutto questo desideriamo portarlo
avanti sia con attività concrete di cucito e di ricamo ed anche con incontri formativi sia a livello
umano che spirituale. Una volta alla settimana
queste giovani vengono nella casa delle suore
trascorrono il pomeriggio con noi e sono felici di
poter imparare cose nuove e crescere in umanità.
Desideriamo che cresca nelle ragazze la consapevolezza dei doni ricevuti sviluppando le loro
abilità umane acquisendo così fiducia in se stesse
e nella vita.
Abbiamo iniziato da poco con un numero limitato di ragazzine, le famiglie hanno accolto con
gioia questa proposta. Ci auguriamo di poter nel
futuro accogliere sempre più giovani per questo
progetto.
Noi suore insieme a voi laici sensibili e collaboratori siamo degli strumenti nelle mani del Signore!
Siamo certe che dal cielo il Beato Rosaz ci accompagna nella nostra missione volta ad aiutare
coloro che hanno più bisogno.
Vi ringraziamo di cuore e vi assicuriamo un ricordo nella preghiera.
Comunitá de São Luis e Paruá
La bellezza della montagna
Cieli limpidi e sereni,
vette vertiginose ricoperte da un manto soffice bianco,
sentieri stretti e rocciosi, distese di prati.
La montagna,
una tavolozza dai mille colori,
la metafora della nostra vita.
La routine quotidiana,
frenetica e stressante,
spinge l’uomo a “fuggire” per cercare un posto
dove rigenerare il corpo e lo spirito.
La montagna ci chiede di puntare in alto,
verso quelle cime che toccano il cielo
e parlano con il vento;
ci fa camminare, stancare,
ma ci riscatta con stupendi paesaggi.
Così è la nostra vita: un percorso in salita,
con ostacoli da affrontare, cadute e vittorie.
La montagna è per il Beato Edoardo Rosaz
immagine del cammino verso Dio.
Egli incoraggiò e collaborò al progetto
di una statua della Madonna
da collocare su una vetta delle più alte delle Alpi:
3538 m, il Rocciamelone.
La statua, alta 3 metri, fu benedetta il 15 giugno 1899;
il suo sguardo è rivolto a tutta l’Italia,
in particolare ai bambini,
senza alcuna distinzione di classe sociale, regione, città o paese.
Il Beato Rosaz e la Madonna del Rocciamelone
Il Beato Rosaz fu il grande devoto e apostolo della Madonna del Rocciamelone,
e, sotto il suo episcopato, si sviluppò la devozione a Maria.
Per questo scrisse nel 1886 un opuscolo che servisse di guida ai fedeli per ricorrere
alla madre comune. Tentò una volta il pellegrinaggio in vetta, ma potè raggiungere
solo Casa d’Asti. Non potendovi salire, accoglieva sempre i pellegrini alla partenza,
incoraggiandoli a vivere la salita come momento di gioia e di riflessione.
Le Figlie del Beato Rosaz
augurano a tutti gli abbonati
buone vacanze!
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Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014
GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere
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DONA IL TUO 5XMILLE
all’Associazione “MISSION BEATO ROSAZ” onlus
L’Associazione “Mission Beato Rosaz” opera in stretta collaborazione con la Congregazione
delle Suore Francescane Missionarie di Susa, fondata dal Beato Edoardo Rosaz.
Essa s’ispira al carisma del Fondatore che profuse la Sua missione di Vescovo unicamente a gloria
di Dio, per il bene delle anime ed in soccorso degli ultimi, dei più bisognosi e vulnerabili, quali i
bambini, gli anziani e gli ammalati. L'associazione è libera e apolitica, senza fini di lucro, costituita con la specifica finalità di solidarietà sociale attraverso lo svolgimento, in Italia e all’estero, di
attività nei seguenti settori:
• Assistenza sociale, socio-sanitaria, sanitaria • Beneficenza • Formazione
Carissimi amici,
questi progetti sono già stati tutti finanziati grazie al sostegno di tanti amici che hanno versato
il loro 5 x mille all’Associazione “Mission Beato Rosaz”
La nostra Associazione è inoltre inserita nell’elenco delle organizzazioni onlus scelta per la destinazione del 5 x 1000.
Basta inserire il nostro codice fiscale 96028700019 e firmare nella prima casella del quadro
destinazione 8 e 5 x 1000 della Vostra dichiarazione.
Qualunque aiuto, nel nome del Signore per chi non ha nulla, sarà accolto con sincera
gratitudine. Ogni vostro gesto di solidarietà troverà certamente la sua concretizzazione in un progetto preciso e mirato!
ASS. MISSION BEATO ROSAZ onlus
Suore Francescane Missionarie del B.Rosaz
Via Palazzo di Città, 85 - 10059 Susa (To) - Tel. 0122/622030
[email protected] - www.francescanerosaz.org
nlus
Grazie per la tua generosita
zo
C.F. 96028700019
Beato Ros
n
a
io
Mis
s
Scrivi il numero di codice fiscale
dell’ASSOCIAZIONE MISSION BEATO ROSAZ onlus