Mons.Rosaz e le Sue opere Sped. in abb. post. 2, comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Torino - Primo semestre Giugno 2014 Laudato sii mio Signore Editoriale Sommario EDITORIALE In cammino................................................................3 Direzione: Istituto Suore Francescane Missionarie di Susa P.tta Carlo A. Rana 5 10059 Susa (To) Tel. 0122.622030 Fax 0122.32250 E-mail: [email protected] c/c postale 19772102 web: francescanerosaz.org Autorizzazione del tribunale n. 560 del 14/12/61 Il kairos...........................................................................................4 Il pranzo in famiglia........................................................................6 L’urna di Don Bosco a Susa: la santità è possibile per tutti...............7 Il doposcuola continua....................................................................8 Il Beato Rosaz: prete e Vescovo Santo.............................................9 Grazie!...........................................................................................10 Edoardo Rosaz il camminatore di Dio - 5a parte...............................11 La mia Pasqua in Africa...................................................................15 Un seme di speranza, motivo di nuova gioia....................................17 Laudato sii, mio Signore..................................................................18 Un 13 maggio a Villa Scarafia.........................................................19 Direttore responsabile: Sr. Melis M. Ausilia La musica, la via per esprimere il mondo interiore del bambino!......20 Condove: anziani e ragazzi in cattedra............................................21 L’amicizia è un grande dono di Dio.................................................22 Collaboratori: Sergio Vigna Suor Gabriella Gli amici del Beato Rosaz ad Assisi..................................................23 Missione parrocchiale ad Azzate e Galliate......................................24 Il nostro “sì“ gioioso e coinvolgente................................................25 Grafica e stampa: Graffio snc Borgone Susa (To) Tel. 011.9641007 E-mail: [email protected] www.studiograffio.it IN CAMMINO La fede è un dono e richiede il nostro impegno per accoglierlo e viverlo in pienezza. Nel vivere le esperienze della vita sovente ci interroghiamo sulla provvisorietà della nostra esistenza di creature, nella condizione di passaggio nella storia, come stranieri e pellegrini, sempre alla ricerca insoddisfatta di qualcosa o qualcuno, senza mai poterci fermare o tornare indietro. Non ci sì può sottrarre all’evidenza che ci sono tratti dì strada particolari della vita, che si fanno al buio o con il buio dentro, perché si fanno senza sole e senza stelle, si fanno nella paura di essere soli e di non vedere nulla e nessuno. Ma se nella Fede incontriamo e riconosciamo Dio, Signore della nostra storia, vi troviamo la sorpresa di un Dio che dall’Eternità si mette in movimento verso di noi, che da lontano sì fa vicino e si rende prossimo. CercarLo e confessarLo come Salvatore della nostra esistenza significa aver capito che senza di Lui non si può vivere, significa aver sperimentato che se non si adora Dio si adorano gli idoli o se stessi. La strada di Dio non è solo quella che ci porta a Lui, ma essendo Egli stesso la Via, è quella che percorriamo quando veramente incontriamo noi stessi nell’umiltà, ci avviciniamo agli altri nella gioia, contempliamo il mondo nella bellezza. È la strada della Fede come alternativa a tutte le altre vie. È la Via che ci permette dì vedere e sentire diversamente la vita, di non stare bene solo in riferimento o in dipendenza dì ciò che accade fuori di noi o della percezione che ne abbiamo. In questa prospettiva possiamo continuare a credere e a sperare, per diventare seminatori dì stelle, spandendo frammenti di luce, di tenerezza e di gioia nella notte dei mondo. Sarà la luce dell’Amore che orienta a Cristo, Sole che non conosce tramonto e che solo può illuminare tutti gli uomini e, nel cuore di ogni uomo, tutto il suo mistero. Madre Alba Gentile A Roma c’ero anch’io!....................................................................26 L’Associazione “Mission B. Rosaz“ accoglie i giovani.......................27 MISSIONI Dall’Albania Progetto alimentazione famiglie povere ......................................... 28 Dal Mozambico Progetto di cucito e ricamo e attività di animazione ........................ 29 Dal Brasile Progetto: promuovendo talenti....................................................... 30 La bellezza della montagna.............................................................31 2 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 3 Esperienze Esperienze IL KAIROS... “Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa”. (Mt 16,18) Parto sempre da qui per spiegare ai miei ragazzi cosa sia il ministero petrino e la Chiesa, questa magnifica realtà divina e umana che solo Gesù poteva “inventare!” E per far capire loro al meglio che posso, mi aiuto con esempi, spesso con filmati, perché la fede ha bisogno di essere “toccata” per capirla un po’ di più. Ecco a Sant’Alfonso, parrocchia di 15.000 anime della periferia nord di Roma, è accaduto questo: abbiamo toccato e ora non ho più bisogno di spiegare con esempi… Era la sera del 3 gennaio, mi trovavo in Tunisia, ricevo una telefonata dal Parroco, don Dario: “Dove sei? Sbrigati a tornare che il 6 viene il Papa!” Scusa troppo strampalata per convincermi a rientrare rispondo. No, non è uno scherzo, torna!!! Non ci ho creduto fino a quando la mattina del 5 gennaio ho messo piede in Parrocchia e ho visto… le formiche… i miei parrocchiani che lavoravano incessantemente… Disferò le valigie solo lunedì 7 gennaio!!! Il Papa voleva vedere il nostro presepe!!! Una ottantina di figuranti, tutti rigorosamente vestiti da ebrei del tempo, ognuno con la sua postazione, i fabbri, i falegnami, i pastori... la grotta... gli angeli, eravamo tutti eccitati! Ma quel pomeriggio del 6 gennaio 2014 è successa una cosa che questa Parrocchia ricorderà negli anni: il tempo si è fermato ed è tornato indietro. Anno “0”, un minuscolo villaggio della Giudea: Betlemme, tutti intenti ognuno nelle sue normali attività quotidiane, si c’era un bambino, battezzato la mattina stessa di nome Francesco, nella grotta in braccio a Maria, eppure quando nel piccolo villaggio entra quell’uomo vestito di bianco, tutti abbiamo avuto la percezione che Gesù era venuto a visitare i luoghi dove Lui, un tempo, era nato. Gesù passava in mezzo a noi, camminava tra la sua gente, mangiava ciò che gli offrivamo, lo abbiamo abbracciato, abbiamo incontrato i suoi occhi che affondavano nei nostri, i suoi sorrisi, le sue parole che penetravano nell’anima. Non so se riesco a spiegarmi: Gesù passava nella sua Betlemme ma la sua Betlemme eravamo noi! Lo Spirito Santo era lì che faceva sì che questo miracolo avvenisse e il Padre ci guardava, compiaciuto. Il tempo ha due dimensioni: il kronos, quello che noi conosciamo meglio e il kairos, il tempo di Dio, quello che impariamo a conoscere quando Dio stesso ce ne fa dono. Ecco quel pomeriggio del 6 gennaio la Parrocchia di Sant’Alfonso ha vissuto il kairos, cioè un pezzettino di eternità. Grazie Signore per questo dono grande… grazie per la tua Chiesa dove ognuno di noi ti può trovare, abbracciare, toccare… Grazie per papa Francesco, dolce Gesù in terra… Concludo facendo mie alcune parole dette a caldo da Sr. Ildefonsa, suora missionaria di Susa: “Signore se quello che abbiamo vissuto assomiglia almeno lontanamente all’eternità, al Paradiso, che tu riservi ad ognuno di noi, bè Gesù eccomi, voglio venire anch’io in Paradiso!” Sonia O.V. 4 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 5 25° di Tavola Amica Testimonianze IL PRANZO IN FAMIGLIA “L’Epifania tutte le feste porta via” recita un antico proverbio, ma a Susa non è così. C’è ancora un atteso pranzo in “Famiglia” che richiama tutti noi, amici e sostenitori di “Tavola Amica”. E così, domenica 12 gennaio, ci ritroviamo, come è consuetudine ormai da molti anni, nella grande sala da pranzo delle Suore Francescane di Monsignor Rosaz, per trascorrere una giornata di convivialità e amicizia con quegli Ospiti che ogni giorno trovano qui il conforto di un pasto caldo e l’accoglienza di volti amici. Sono infatti Loro i protagonisti di questa festa; è con Loro che vogliamo condividere la semplice, ma ottima cucina delle suore; è a Loro che vogliamo dedicare un po’ del nostro tempo, provando a trasmettere quella profonda gioia che ci invade in questo Santo tempo di Natale e che abbiamo un bisogno incontenibile di manifestare. Ma è anche un’occasione per riflettere sulle realtà della nostra città, per dare un volto a quei nomi di cui, forse, abbiamo sentito parlare, ma che ancora ci sono sconosciuti; per toccare Loro la mano e “riconoscerli” quando percorreremo le nostre strade. Ci vuole un contatto per scatenare l’Amore! Anche quest’anno, in più di cento prendiamo posto al grande desco familiare di Tavola Amica che, come sempre, riceve la benedizione dall’infaticabile don Ettore, principale figura di riferimento e faro costante di questa meravigliosa avventura iniziata 25 anni fa. Sì, perché quest’anno c’è un motivo in più per essere qui: festeggiare questo prezioso Compleanno! E quella luce particolare che ci sembra di scorgere negli occhi di don Et- 6 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 tore è proprio la gioia e lo stupore per ciò che la Provvidenza può fare quando è interpellata da Uomini che sanno di non poter contare solo sulle proprie forze. E se tendiamo l’orecchio al Cielo riusciamo anche a cogliere gli auguri del Beato Rosaz: “Quasi flos rosarum in diebus vernis” (“Come un fiore di rose nei giorni primaverili”). E il nostro Beato avrebbe certamente apprezzato anche la deliziosa torta preparata per l’occasione! Le corde della commozione stanno vibrando…Il Cuore è ormai il vero protagonista! In questo clima fraterno e festoso, dopo pranzo, partecipiamo al consueto, ma attesissimo banco di beneficenza. L’incognita di quel numero estratto (sarà il mio?)e lo scintillio delle carte colorate dei pacchi sorpresa, confezionati ogni anno con gusto e amore dalle Volontarie Caritas (e sono tante dietro le quinte!), ridestano in noi, per un momento, la semplicità dei “Piccoli”, la spontaneità delle azioni, il fascino dell’attesa che tanto entusiasma i bambini. Mi sento in Pace e so che è un’altra occasione per dimostrare la nostra solidarietà. “820” esclama don Ettore, e qualcuno si lamenta perché “escono sempre numeri alti”… Le luci su questa bella Festa stanno per spegnersi e tutti sappiamo che è stato frutto di Uomini e Donne di buona volontà che domani saranno di nuovo là, alla mensa quotidiana, al servizio dei più soli e dei più fragili. E le parole del Beato Rosaz risuonano ancora: “Lavoriamo - diceva - ché l’acqua ferma non ha mai fatto muovere un mulino”. Arrivederci all’anno prossimo. L’URNA DI DON BOSCO A SUSA: LA SANTITA E POSSIBILE PER TUTTI! I giorni della peregrinazione dell’Urna con le Reliquie di San Giovanni Bosco sono stati attesi e vissuti con una partecipazione intensa e ricolma di speranze e preghiere. Le reliquie di un santo ci ricordano quanto affermava il Servo di Dio Don Luigi Giussani: “Il Santo non è un superuomo... è un uomo vero, perché aderisce a Dio e quindi all’ideale per cui è stato costruito il suo cuore e di cui è costituito il suo destino”. Il santo è un uomo, una persona che scopre Cristo e ne fa il centro della sua realtà e della sua vita. Ed è santo per questo, non per una coerenza di vita formale e moralistica, ma perché vive ogni istante nella consapevolezza che è fatto da un Altro, che dà alla sua vita la “direzione decisiva” (Papa Emerito Benedetto XVI). L’arrivo dell’Urna in Cattedrale mercoledì 15 gennaio è stato salutato da molte persone, che hanno voluto stringersi intorno al Santo Giovanni Bosco, educatore e sacerdote, che ha saputo accompagnare tanti a Cristo. La sua santità risiede nel fatto di aver sempre annunciato Cristo, di averlo reso vicino e presente a tanti ragazzi che non avevano nulla e nessuno, e il carisma del Don Bosco continua ad attirare tantissime persone a Cristo, in ogni angolo del mondo. Inoltre, la visita dell’Urna alla Valle di Susa ed alla Diocesi è stato anche un nuovo incontro tra due amici: Don Bosco e il Beato Edoardo Giuseppe Rosaz. La loro è stata un’amicizia reale e concreta, fatta di consigli reciproci e di accompagnamento vicendevole nella preghiera, in un momento storico che annunciava tutto il contrario del messaggio evangelico. I due amici hanno sicuramente guardato dal Cielo con favore alle tante persone che hanno posto i loro desideri, le loro aspirazioni e i loro bisogni ad un amico, venuto a dirci di non avere paura, perché la santità è un cammino che ognuno di noi può fare, rendendo Cristo il criterio per vivere ogni circostanza che la Provvidenza ci mette davanti. Così potremo recitare con convinzione la preghiera a San Giovanni Bosco, come un progetto di vita: “Sii nostra guida nel cammino di amicizia con il Signore Gesù, in modo che scopriamo in Lui e nel suo Vangelo il senso della nostra vita e la fonte della vera felicità”. Andrea Andolfatto Sara Grisa GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 7 Testimonianze Testimonianze IL DOPOSCUOLA CONTINUA... Anche per quest’anno scolastico la nostra associazione ”Mission Beato Rosaz” ha deciso di continuare l’esperienza dell’anno scorso per quanto riguarda il doposcuola a Susa. La sede è rimasta il Centro Beato Rosaz in via alle Grazie n. 4 e i giorni sempre gli stessi: mercoledì e venerdì dalle ore 14,30 alle ore 17,00. C’è da aggiungere che i ragazzi della scuola primaria sono aumentati sensibilmente e talvolta le insegnanti volontarie preposte non riuscivano a seguire tutti nei loro doveri scolastici. Siamo sempre molto grati alle suore per la me- 8 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 renda gratuita offerta ad ogni alunno e per il campetto messo a disposizione per i giochi. Siamo altresì molto riconoscenti alle insegnanti volontarie che gratuitamente hanno offerto la loro opera per il recupero di allievi in difficoltà. Ci auguriamo, per il prossimo anno scolastico, di poter continuare quest’utile progetto sulla scia delle meritevoli e sante opere caritative iniziate dal beato Edoardo Giuseppe Rosaz. La responsabile del progetto Ins. Maria Stella Donalisio IL BEATO ROSAZ: PRETE E VESCOVO SANTO Il 10 giugno 1854, a Nizza Marittima, veniva ordinato sacerdote Edoardo Giuseppe Rosaz, sacerdote segusino all’età di 24 anni da Mons. Galvano. Ricordiamo pertanto quest’anno il 160° anno dalla sua ordinazione sacerdotale. Quest’anno ricordo il mio 50° anno di ordinazione sacerdotale avvenuta all’età di 24 anni nella cattedrale di Susa per mano di Mons. Garneri. Le suore fondate dal Beato Rosaz, mi hanno invitato a scrivere qualche riga per esprimere i miei sentimenti legati al loro Padre Fondatore. Dall’età di 5 anni sono vissuto a Susa e ho sempre incontrato le Suore “Terziarie”, figlie spirituali del Beato, di lui mi parlavano facendomelo conoscere ed amare. Da ragazzo sono stato ospite della colonia estiva a Susa gestito da loro. In Seminario per 13 anni, in cucina c’erano ancora loro, la infaticabile infermiera Suora Alfonsa. Novello sacerdote, ho celebrato una delle prime messe in Casa Madre con il calice del Beato Rosaz: quanta emozione nel tenere tra le mani il calice di un santo! Per diversi anni a Villa Scarafia celebravo la santa messa al mattino per le Suore. Vice parroco a Sant’Ambrogio e poi parroco, avevo nella Casa di Riposo “Maria Immacolata” le suore francescane. Alla Chiusa nella casa di Riposo, come aiuto nella pastorale avevo la infaticabile Suor Marina. Ho avuto poi occasione di conoscere la missione in Albania dove il carisma del Beato Rosaz, carità e apostolato, è vissuto appieno dalle esemplari missionarie che stanno contribuendo a rifondare quella chiesa martire. Quest’anno, il 3 maggio, ho avuto la grazia di celebrare una messa giubilare nella chiesa del Beato Rosaz, sulla sua Tomba e ho ricordato i 50 anni di vita sacerdotale per per cantare al Signore con riconoscenza il suo amore che mi ha sostenuto in questi anni di ministero sacerdotale. Rileggendo la vita del Beato sono stato colpito in modo particolare dalla sua ricca vita spirituale che animava il suo zelo pastorale così fecondo. Certo è stato Sacerdote e Vescovo di azione, ma innanzitutto era uomo di profonda preghiera, di contemplazione e di studio della Parola di Dio. Nutrito alle sorgenti della Eucarestia e della Bibbia, incentrato sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù e legato affettuosamente alla Vergine Maria, poteva affrontare le sue lunghe giornate di lavoro nell’apostolato, dedicandosi con sapienza e generosità alle sue opere e alla Diocesi alla quale dedicava tutto il suo zelo di Padre e Pastore. L’esemplare santità del Beato è quanto mai attuale anche oggi per noi sacerdoti e Papa Francesco ce lo sta ricordando ogni giorno, la preghiera è la fonte e della fecondità dell’apostolato. Senza una vita spirituale profonda le attività pastorali, oggi così assorbenti, possono diventare “maledette occupazioni” che inaridiscono l’animo e non producono frutti spirituali per le anime davanti al Signore. Chiedo l’intercessione del beato Rosaz che mi sia concesso un pizzico almeno del suo amore verso il Signore e la sua Chiesa. Don Romeo Zuppa GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 9 BEATO ROSAZ IL CAM Esperienze GRAZIE! È bello ritrovarci insieme per ringraziare e ringraziarci a vicenda dopo un’impresa durata anni e anni! Quanto è vero quell’aforisma: “Dalla meta mai non togliere gli occhi?“ (Alessandro Manzoni). Quando due anni fa iniziammo la grande impresa del riordino della Biblioteca, non avevano nessuna certezza di finire. I libri ammassati erano talmente tanti che temevamo il cedimento del pavimento. Il costante impegno dei nostri amici volontari ha portato giorno dopo giorni a degli splendidi risultati. La nostra biblioteca si compone infatti, di tre sezioni, dislocate in tre ambienti: la prima sezione è ubicata in Casa Madre, mentre le altre due, si trovano al Centro Beato Rosaz, in due piani diversi, per un totale di 8.000 libri. Il lavoro di riordino si compone di tre grandi tempi: il primo è la divisione per argomenti; la seconda riguarda l’inventariazione di tutti i testi ed infine la catalogazione. Il risultato ottenuto è quello facilmente visibile, l’effetto estetico è davvero soddisfacente, bello e 10 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 lo possiamo vedere anche dalle immagini. Mentre c’è un altro risultato, altrettanto importante, che è quello telematico, nel computer infatti la ricerca dei testi è facilmente accessibile. Annesso alla Biblioteca di Casa Madre, si è anche voluto collocare l’Archivio da molto tempo iniziato. Si tratta infatti dell’Archivio Storico del Fondatore e l’Archivio Fotografico del Fondatore e della Congregazione. Questi ambienti sono belli a vedersi e soprattutto piacevoli per la ricerca e lo studio. Ci auguriamo che molti siano coloro che vorranno abbeverarsi a questa ricchezza che è messa a disposizione di tutti. Questa è una gioia per tutti, in particolare per noi Figlie del Beato Rosaz! Il tesoro della nostra Famiglia Religiosa è messa a nostra disposizione! Valorizziamolo! Ma mi piace pensare che il Padre Fondatore dal cielo ci sorride e ci benedice. Un grande “grazie” ancora a voi Renzo, Gigi, Milena, Antonietta, Maria, Annita, Laura, Mercedes, Renata B. e Renata V. Sr. Nives EDOARDO ROSAZ il camminatore di Dio PER LUI NULLA ERA IMPOSSIBILE Racconto di Sergio Vigna - quinta parte Le giovani ragazze abbandonate e bisognose di affetto, di una educazione cattolica, di un letto per dormire e una ciotola di minestra, aumentavano a dismisura così come i debiti del povero sacerdote. Non rifiutava mai nulla a nessuno, e quando non aveva che pochi centesimi, donava anche quelli a scapito di un boccone di pane per lui. I suoi superiori continuavano ad essere preoccupati, ma vedendo che ad ogni difficoltà, puntualmente la provvidenza lo esaudiva, più nessuno osò criticare. Purtroppo lo stabile in affitto, a causa di troppe ospiti (erano ormai una quarantina), diventò ben presto quasi invivibile, e se d’estate (sempre grazie alle sue conoscenze) il ricovero alla Novalesa risolveva temporaneamente l’affollamento, non così era nella maggior parte dell’anno. A complicare la già precaria situazione arrivò la dipartita nel mese di marzo della vedova Pesando. Fin dall’inizio aveva retto l’impegno in modo esemplare, tanto nell’organizzazione, che nel fare da madre alle sventurate figliole. Il Rosaz ne fu turbato, ma non si perse d’animo e organizzò subito un pellegrinaggio alla Novalesa per la festa di S. Eldrado, e come leggerete il Santo non si fece attendere. Era ormai tempo di trovare una sistemazione adeguata e non più in affitto. C’era in vendita un grande caseggiato che veniva usato come filanda e avrebbe, con opportune modifiche, risolto parzialmente il problema. Ma chi aveva le seimila lire da dare alla famiglia Pasquale? Il sacerdote si ricordò del Can. Garzelli e si fiondò nuovamente a Torino. “Certo che se fosse stato per me non avrei mai chiesto nulla, ma… - Ha nuovamente da pagare il pane? - disse il Canonico sorridendo appena mi vide, ma quando gli illustrai il progetto della casa con annessa la richiesta delle seimila lire, il sant’uomo ci pensò un po’ su e poi mi disse di fare assegnamento su di lui. Uscii entusiasta, ma dopo pochissimi giorni la trattativa si arenò per Purtroppo lo stabile in affitto, a causa di troppe ospiti (erano ormai una quarantina), diventò ben presto quasi invivibile, e se d’estate (sempre grazie alle sue conoscenze) il ricovero alla Novalesa risolveva temporaneamente l’affollamento... GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 11 BEATO ROSAZ IL CAMMINATORE DI DIO che ero pronto a concludere il contratto il giorno dopo. Rientrai con il cuore in gola. E se mi avesse solamente inviato la metà? Non volli pensare e aperto il plico prima ancora di svestirmi, contai le banconote: dodicimila quattrocentoventi! Ringraziai Dio e Sant’Eldrado e la generosità del Garzelli, domandandomi il perché di quelle quattrocentoventi lire in più. Quando il giorno dopo mi presentai con tutta la somma, i presenti e il notaio sgranarono tanto di occhi. Erano sicuri che non li avessi tutti. Gente di poca fede! Poi il notaio dopo le firme mi disse - da parte mia ho fatto tutto senza compenso, ma purtroppo le quattrocentoventi lire ci vogliono per i bolli e le registrazioni - Il Garzelli mi aveva anche accluso al denaro un biglietto con la preghiera di non dire a nessuno di quanto aveva fatto. La domanda che sicuramente vi farete è: come aveva potuto sapere che le spese erano esattamente la cifra che aveva spedito? Per voi sarà incomprensibile, ma non per me”. Ristrutturare, debiti e ancora ristrutturare. Il Beato non si concederà pausa nel compimento della sua opera, arrivando spesso a vestire abiti logori e rattoppati per risparmiare e poter pagare i mol- È ormai tempo di trovare una sistemazione adeguata e non più in affitto... lungaggini burocratiche e così bisognava trovare un’altra alternativa. Il tempo correva e la casa non reggeva più tutte quelle presenze! La soluzione la trovò il Can. Gey, che mi prospettò un affare da concludersi però in tempi brevissimi, altrimenti la famiglia Garelli avrebbe cercato un altro acquirente. Si trattava di uno stabile molto più capiente, così da essere un investimento definitivo. Dodicimila lire sull’unghia e entro poco tempo! Ero molto preoccupato e quella sera mi trattenni più a lungo nelle mie preghiere prima di coricarmi. Scrissi al Garzelli spiegandogli la nuova necessità pregandolo di inviarmi quello che poteva, confidando anche in Sant’Eldrado. Il contratto andava firmato il 26 maggio e la lettera assicurata mi arrivò da Torino il 25. Ancor prima di aprirla andai di corsa dal notaio Garino dicendo 12 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 C’era in vendita un grande caseggiato che veniva usato come filanda e avrebbe, con opportune modifiche, risolto parzialmente il problema... All'interno della casa delle giovani organizzarono laboratori di cucito e ricamo senza dimenticare un po' di istruzione alle ragazze... la ferrovia o della carrozza, ma sempre mal volentieri. Non diceva mai di no. Così negli anni successivi all’apertura dell’istituto, fu nominato: Cappellano delle carceri, del Convitto Civico, delle Suore di S. Giuseppe e Direttore del Seminario. Fu proprio in Seminario che il Rosaz, appena promosso rettore, coniò il bellissimo motto pedagogico: “fermezza dolce, dolcezza ferma”, spiegando che la fermezza senza la dolcezza si cambia in durezza e la dolcezza senza la fermezza si cambia in debolezza. E fu proprio lì, che l’allora Vescovo Mons. Mascaretti, si accorse che il rettore non spediva una lettera per mancanza del denaro per il francobollo e che alla sua domanda del perché non ne usasse uno dell’ufficio, questi si giustificò spiegando che la lettera era personale. È riportato dagli storici che il Monsignore in quell’occasione sorrise e prese la lettera per spedirla personalmente. ti…puf. Lotterie, elemosine e molti benefattori, permisero al sacerdote di sempre far fronte agli impegni assunti, organizzando all’interno della casa delle giovani laboratori di cucito e ricamo, senza dimenticare di dare un po’ d’istruzione alle ragazze. Arrivarono anche i giorni tristi delle ribellioni di ragazze che il Rosaz aveva elevato a responsabili, ma dopo il temporale viene sempre il sereno, e fu così che nel 1872 arrivarono a dirigere il nascente Istituto in Susa, le Suore della Misericordia di Savona. Fu proprio il Beato, che dopo varie richieste alla fondatrice Suor Rossello (anche lei attratta da tanta fede), ottenne quell’indispensabile aiuto. Non si contano i pellegrinaggi del Beato nei Santuari Mariani. Da quello di Oropa, a quello di Vico a Mondovì, da quello di N. Signora della Misericordia, a quello de la Salette e di tantissime chiese e abbazie sparse in valle di Susa e in Savoia. Rigorosamente camminando e pregando, il Rosaz raggiungeva le sue mete partendo di notte, sorretto da pasti frugali e al limite della sopravvivenza, ammirando le bellezze del creato, ma mai dimenticando i tantissimi impegni. È naturale che per i viaggi lunghi si servisse delGIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 13 BEATO ROSAZ IL CAMMINATORE DI DIO Viaggio in Mozambico LA MIA PASQUA IN AFRICA Edoardo ti insegna qualcosa? • Certo che anche i tempi di Edoardo non erano facili, ma egli sapeva che il “progetto” era di Dio, la sua vita e quella dei suoi assistiti era nelle mani di Dio, lo sosteneva la Fede e la fiducia nella Provvidenza divina! Io, tu in chi riponiamo le nostre vite?In tempo di crisi a chi e a che cosa ci affidiamo? • Il Beato Rosaz fu un perenne pellegrino, questo stile di vita lo aiutò nel suo itinerario spirituale ad affidarsi a Dio e a Maria. Non si sentì mai un arrivato, ma in continuo pellegrinaggio. Io, tu viviamo come se dovessimo rimanere per sempre in questa terra? Siamo attaccati a... ...Il Beato Rosaz fu un perenne pellegrino... Non si sentì mai arrivato ma in continuo pellegrinaggio... 14 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 • Il motto educativo del giovane Rettore era: “fermezza dolce e dolcezza ferma”, mi pare che sia valido anche oggi, dove i genitori e gli educatori hanno ben poche regole nell’educazione! Non ti pare che sia ora di iniziare a mettere dei seri fondamenti all’educazione? • Edoardo pur provenendo da una famiglia agiata, ha scelto di vivere dell’essenziale, ha saputo lasciare il superfluo per darlo ai poveri. Qual è il mio stile di vita? So farne a meno delle cose inutili? Anche oggi i poveri ci sono accanto... so condividere del mio con chi non ha nulla? Vivere la risurrezione di Gesù in terra mozambicana è stata per me un’esperienza unica e irrepetibile. Una forte emozione ho provato quando i miei piedi si sono posati per la prima volta in Africa, ammirare l’immensità dell’oceano, le distese di mango e palmizi mi ha portato immediatamente ad elevare il pensiero a Dio Creatore e a ringraziarlo per le bellezze che nel suo amore ha voluto donarci. Lo scopo del mio viaggio è stato quello di incontrare le Sorelle che operano nelle due fraternità di Maputo e di Morrumbene: abbracci affettuosi, scambio di notizie e di esperienze, aiuto concreto per l’azione missionaria. La prima settimana l’ho trascorsa nella comunità che si trova alla periferia di Maputo chiamata Matela Libertade, durante il colonialismo portoghese dev’essere stato un rione di un certo livello borghese, come lo dimostrano le case tutte a piano terra, le strade lastricate con piastrelle, i marciapiedi alberati, ora in grande degrado, con le strade piene di buche che per le piogge diventano piccoli laghetti dove proliferano le zanzare. Un piccolo mercato fornisce frutta e verdura alla popolazione e gli indumenti usati in vendita sono appesi su fili tra un albero e l’altro. Le nostre Sorelle sono impegnate nell’opera di evangelizzazione con la catechesi, l’accompagnamento dei giovani, l’animazione liturgica nella vicina Parrocchia, nella pastorale della salute e nel seguire le adozioni a distanza sostenute da famiglie italiane. Le suore missionarie sono aiutate da un gruppo di laici chiamati “Gli amici del Rosaz” i quali s’incontrano periodicamente per la preghiera e per aiutare le persone sole e ammalate. La settimana santa e la Pasqua l’ho trascorsa nella missione di Morrumbene, una cittadina lontana quattrocento chilometri a nord della capitale, il centro è costituito da case in muratura mentre fra gli alberi di mango e le alte palme di cocco e di banane ci sono le classiche capanne africane fatte di terra e ricoperte con foglie di palma. Queste capanne all’interno hanno solo stuoie di bambù per dormire, una estrema povertà che però non toglie il sorriso ai suoi abitanti. Prima della guerra in Mozambico la missione era tenuta dai Padri Francescani in se- Maputo, visita alle vecchiette ammalate GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 15 Viaggio in Mozambico guito sono subentrati i sacerdoti diocesani di Brescia i quali insieme all’opera di evangelizzazione aiutano la popolazione con laboratori di falegnameria, di cucito, coltivazione della terra, aule di computer. Le nostre Sorelle sono impegnate nelle opere parrocchiali, nell’educazione della gioventù, nella catechesi, nel seguire i bambini delle adozioni a distanza, nelle visite agli ammalati, ma soprattutto in quell’opera bellissima della scuola materna frequentata da oltre duecentocinquanta bimbi che dal mattino alle sei fino al pomeriggio alternano momenti di attività formative, ludiche e consumazione dei pasti. Mi ha veramente entusiasmato l’attenzione e la serietà con la quale quei bimbi seguono le lezioncine, soprattutto il giovedì santo, quando Padre Pedro ha celebrato con loro la liturgia dell’ultima Cena nel porticato della scuola, poi processionalmente li ha accompagnati nella chiesa parrocchiale per l’adorazione della croce e sempre processionalmente ha concluso la celebrazione pasquale con la risurrezione di Gesù nel salone parrocchiale, tutto accompagnato con preghiere e canti adatti ai bimbi. Il loro sguardo innocente e i loro candidi sorrisi mi hanno accompagnato nel mio viaggio di ritorno in Italia. Sr. Laura Inaugurazione UN SEME DI SPERANZA, MOTIVO DI NUOVA GIOIA Periferia di Maputo dove c'è la comunità delle suore Morrumbene Grazie Villanovaforru, lascia che ti parli con il linguaggio del cuore, perché mi sento più immediata, più figlia della tua terra. Questa giornata, 4 maggio, non poteva passare inosservata o in sordina, anche perché è la festa del Beato Rosaz, nostro Fondatore. Come sempre sai regalarci gioie ed emozioni, e non sempre le parole traducono esattamente i sentimenti che si provano in circostanze come queste. Già il ritorno nella terra che mi ha dato i natali, è denso di emozioni, ricordi fatti di gioie e di dolori. Oggi però i ricordi tristi hanno lasciato spazio alla speranza che non delude e alla gioia piena, per un germoglio nuovo che nasce nella nostra terra, una terra generosa, già feconda di tante vocazioni religiose e sacerdotali. I locali della nostra scuola materna che per tanti anni hanno visto protagonisti i tanti bimbi di Villanovaforru, da oggi, sono diventati la casa di chi non ha casa, la casa per chi è nel bisogno, un rifugio sicuro per gli ultimi. “Domu Rennoa” è il nome della nuova casa di accoglienza, con il motto del Beato Rosaz: “Farmi tutto a tutti!”. Una sfumatura per eccellenza del nostro carisma, anzi, il cuore del Carisma del Beato Rosaz, più che mai attuale, una risposta alle attese della Chiesa, di Papa Francesco, una risposta particolare alle attese del territorio, ma soprattutto una risposta alla sete del Beato Rosaz. Sì, perché nel suo cuore la passione per gli ultimi era sempre viva, non possiamo non gioire quindi perché navighiamo nel cuore del nostro carisma. Grazie Villanovaforru, perché ancora una volta hai saputo aprire le porte del tuo cuore a chi è nel bisogno, sono orgogliosa e fiera di essere figlia di questa terra, figlia di Villanovaforru, figlia del Beato Rosaz, che, ne sono certa poserà il suo sguardo benedicente su quest’opera nascente. Sr. Giuliana Pusceddu Morrumbene, le capanne dei poveri 16 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 17 Testimonianze 18 Testimonianze LAUDATO SII, MIO SIGNORE UN 13 MAGGIO A VILLA SCARAFIA Laudato sii, mio Signore... mi venivano continuamente nella mente e nel cuore queste parole della preghiera francescana domenica 4 maggio durante la celebrazione dei vespri all’Oasi Santa Chiara di Torino in cui abbiamo festeggiato il nostro caro fondatore, il Beato Edoardo Rosaz. Proprio in quell’occasione, due giovani del Piemonte, Ramona e Silvia, hanno iniziato il cammino di postulato, dopo aver condiviso nella nostra fraternità alcuni mesi di conoscenza reciproca in un percorso di preghiera, di attività comunitarie, di vita fraterna e di formazione umana e spirituale. La celebrazione, semplice ma intensa, è stata un momento di forte emozione e soprattutto di fede alla presenza dei familiari e degli amici che hanno vissuto con loro delle tappe importanti di vita. Laudato sii, mio Signore, che benedici la nostra famiglia religiosa attraverso dei germogli che ci richiamano la primavera dello Spirito, la fecondità della vita religiosa e che continui a diffondere il carisma francescano della maternità spirituale che hai affidato al Beato Rosaz e alle sue figlie per il bene della Chiesa e dell’umanità. Laudato sii, mio Signore: anche per la giovane Ligia Manueo Guila che il 13 maggio ha anche lei iniziato il cammino di Postulato in un’altra parte del mondo, in Mozambico nella nostra missione di Morrumbene! Laudato sii, mio Signore: da Te proviene ogni vocazione che in Te ha origine e compimento! Laudato sii, mio Signore per Silvia, Ramona e Ligia: tre giovani dal cuore libero, dal sorriso luminoso e dolce e dalla volontà decisa. Due giovani italiane e una mozambicana che hanno il coraggio di dire “Sì” al Signore per un cammino serio e impegnativo nella ricerca approfondita della volontà di Dio... Tre “Eccomi” belli, gioiosi, generosi, come la disponibilità di Maria all’Annunciazione. Ancora oggi il Signore pone il suo sguardo sui giovani perchè si pongano questa domanda: “Signore, cosa vuoi che io faccia?!”. Il senso di un cammino all’interno della vita consacrata sta nell’iniziativa del Padre che richiede da coloro che ha scelti una risposta incondizionata e fiduciosa ponendo nelle sue mani passato, presente e futuro in un’esperienza Oggi 13 maggio ricorre l’anniversario della apparizione della Beata Vergine Maria a Fatima (Portogallo), esattamente 97 anni fa. Qui a Villa Scarafia, tutti i giorni preghiamo il S. Rosario tre volte al giorno, ma oggi, festa della Madonna, abbiamo voluto darle un’altra impronta, mettendoci un po più di slancio e di fervore. Oltre ai canti che facciamo comunemente, abbiamo preparato al centro della sala anche un piccolo altarino adornato di tanti bei fiori, perché la S. Vergine fosse al centro della nostra preghiera comunitaria. Noi tutte sorelle le facevamo corona. È stato molto bello, sembrava un angolo del Paradiso e le sorelle assomigliavano a tanti angeli bianchi in devoto raccoglimento. Alla nostra preghiera si sono unite anche la juniores Sr. Gabriella e la segretaria Sr. Nives. Durante la recita del rosario, ad ogni decina, abbiamo inserito una strofa del canto: Il 13 maggio, poi dopo l’annuncio del mistero abbiamo anche letto e meditato le apparizioni di Fatima. È stato molto bello vedere come ogni sorella ha partecipato con tutto l’ardore e l’affetto che nutre nel suo cuore per la mamma celeste. A conclusione abbiamo cantato le litanie della Madonna e ancora una volta la lode: il 13 maggio. Per concludere questo momento così bello, ci è stato servito un piccolo rinfresco, come di consuetudine. Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 di amore gratuito. Ce lo ha ricordato Papa Francesco nel messaggio per la 51a giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: “Voi siete campo di Dio, proprietà di Dio non nel senso del possesso che rende schiavi, ma di un legame forte che ci unisce a Dio e tra noi. Il Signore ha a cuore la realizzazione del suo progetto su di noi e, tuttavia, intende conseguirlo con il nostro assenso e la nostra collaborazione”. Ramona, Silvia e Ligia ci testimoniano che quando il Signore chiama non si ferma ai nostri “piccoli” progetti, pur belli che siano, non si arresta davanti alle nostre paure o inadeguatezze, ma interpreta il cuore per fare di noi il suo capolavoro. Dio non sceglie coloro che sono capaci, ma rende capaci coloro che sceglie. Queste parole si realizzano concretamente nella vita di Silvia, Ramona e Ligia alle quali auguriamo un “santo viaggio”: preghiamo per loro e per tutti i giovani che si sentono chiamati dal Signore ad una vita a Lui totalmente consacrata, affinchè abbiano il coraggio di aderire alla volontà di Dio per essere liberi interiormente e aperti alla missione verso i fratelli. Sr. Milena Brivio Maria ci è di sostegno ed esempio di fortezza nella nostra malattia e infermità, attraverso la preghiera e il sostegno fraterno di tutte ci sentiamo unite a tutto il mondo che soffre e per esso e per tutte le necessità vicine e lontane offriamo le nostre giornate. Grazie Maria! Sr. Olga Liscia In alto: Ramona e Silvia In basso: Ligia Manuel Guila GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 19 Scuola Esperienze LA MUSICA, LA VIA PER ESPRIMERE IL MONDO INTERIORE DEL BAMBINO! Fin dall’antichità, ancor prima nei popoli primitivi, la musica occupò un posto di primo piano, diventando assieme alla danza, il mezzo più importante per manifestare gli stati d’animo di ciascuno, accompagnando così la vita stessa dell’individuo. In Grecia la musica si insegnava fin dalla nascita, considerandola un elemento essenziale per la formazione dei futuri cittadini. Ecco perché ancor oggi, si pensa alla musica come ad una forma d’arte capace di coinvolgere l’animo umano fin dalla più tenera età. Proprio per questo, anche quest’anno nella scuola dell’infanzia Maria Immacolata di Collinas, sto tenendo il corso di Propedeutica Musicale, proposto dalla Scuola Civica di Musica di Villacidro con una piccola sede sempre a Collinas e finanziato dal Comune di Collinas. Diverse sono le attività musicali a cui sono invitati i bambini nelle due ore settimanali: piccole nozioni di teoria, facili melodie da cantare, giochi di apprendimento, e uso degli strumentini musicali. Inoltre ho suggerito l’acquisto di un quadernone per ogni alunno, dove poter raccogliere il lavoro svolto dai piccoli, attraverso dei disegni e delle schede da colorare abbinate ai canti svolti. La mia preparazione come insegnante dei piccoli, si è formata anche grazie allo studio di diversi trattati della didattica musicale. Una esponente tra le più autorevoli è Violeta Hensy de Gainza, che scrive nel suo “educazione musicale nella scuola materna e nella scuola elementare”: “Sarà essenziale che il bimbo, attraverso la musica, possa esprimere con libertà e intensità sempre maggiori tutta la ricchezza e multiformità del suo mondo interiore”. Ora si possono esporre alcuni scopi più particolari e cioè: 1) sviluppo della sensibilità uditiva (orecchio musicale). 2) sviluppo della voce (dominio elementare dell’apparato vocale in relazione al canto). 20 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 CONDOVE: ANZIANI E RAGAZZI IN CATTEDRA 3) sviluppo del senso ritmico (movimento espressivo del corpo; sviluppo del linguaggio nel suo aspetto ritmico, uso degli strumenti a percussione). 4) sviluppo della sensibilitá musicale (immaginazione, espressione). Questi elementi costituiscono nello stesso tempo il fine e le basi dell’esperienza musicale. Così per esempio lo sviluppo della sensibilità o del senso ritmico non solo stabilisce il termine finale del processo musicale, ma è la condizione quotidiana elementare di ogni esperienza musicale profonda: la musica non è solo un risultato o il premio di una educazione musicale ma l’elemento quotidiano, il fattore essenziale del processo educativo. Riguardo alla scuola materna, ho riscontrato una partecipazione attiva e gioiosa e questo è segno del successo concreto di questa materia, che però purtroppo trova difficoltà ad essere inclusa nei programmi scolastici. Solo chi possiede un animo sensibile comprende la bellezza e il valore di questa arte che può arricchire la vita di ognuno, fin da piccolo. Anna Steri A Condove, presso la Casa di Riposo “Perodo-Bauchiero” gli anziani che fanno lezione ai ragazzi, ragazzi che fanno lezione agli anziani. L’interessante scambio inter-generazionale di saperi si è concretizzato nei giorni scorsi, grazie al progetto didattico che ha visto lavorare a braccetto la scuola media Gian Francesco Re dell’Istituto comprensivo di Condove e la Casa di Riposo Perodo-Bauchiero. Un’idea che aveva già mosso i primi passi lo scorso anno scolastico e che, nell’occasione, aveva visto protagonisti i piccoli della scuola dell’infanzia Perodo, con alcune attività di psicomotricità e di geromotricità. Ma l’ambizione del progetto, coordinato dalla vicepreside Rossana Ferraris, è quella di arrivare a coinvolgere i tre ordini d’età: quest’anno il testimone è dunque passato ai ragazzi della secondaria di primo grado, per i quali docenti e educatori hanno pensato a questo percorso didattico integrativo rispetto a quello più tradizionale. Il filone prescelto ha riguardato miti e leggende, analizzati sotto diversi punti di vista. I primi due incontri hanno visto i ragazzi della classe 1a A traslocare per una mattina presso Villa Bauchiero: “in fase di preparazione – spiega la direttrice della casa di riposo Paloma Gibaja – grazie all’aiuto degli psicologi e psicoterapeuti che lavorano presso la nostra struttura, abbiamo fatto emergere racconti, storie, miti e leggende locali di quando i nostri ospiti erano giovani, attraverso un percorso di stimolazione della memoria”. Racconti che sono poi stati trasmessi dagli anziani ai più giovani intervallando momenti di narrazione e di canto anche grazie all’apporto di Ricki Avateno, musico terapeuta e musicista dei Poveriera Nobel in veste di cantastorie: dalla strega Micellina alla leggenda della Bell’Alda, e ancora le masche e il Daù. Nei due incontri che si sono tenuti a scuola i ragazzi, guidati dall’insegnante di lettere Patrizia Ollino, hanno invece presentato alcuni racconti della mitologia greca agli ospiti della casa di riposo, in totale una dozzina di anziani per una media di oltre 90 anni, tra cui anche un’ultracentenaria: Adelita Carducci, pronipote del celebre poeta Giosuè, che nel 2014 compirà 101 anni. “È stata una bella occasione di incontro tra due momenti della vita molto distanti tra loro – conclude Paloma Gibaja – sarebbe bello proseguire il prossimo anno con la scuola primaria”. Marco Giavelli insegnante GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 21 Esperienze Esperienze L’AMICIZIA E UN GRANDE DONO DI DIO Bartolomeo GRAGLIA e Francesco PARISI, due amici e collaboratori della Famiglia religiosa delle suore Francescane e del Beato Rosaz, hanno concluso il loro cammino terreno. Cari Bartolo e Franco, a voi il Signore ha concesso di vivere per oltre quarant’anni, una vera grande amicizia, conclusasi con la vostra recente scomparsa. Quattro mesi e sei giorni è durata la vostra separazione, poi vi siete certamente ritrovati in Paradiso, a riprendere il filo interrotto delle vostre animate discussioni, sulla politica, sui prezzi, sul calcio, sulle strade sbagliate ecc. D’altronde tra voi due ne correva di distanza, sia geografica che anagrafica: un piemontese “doc” e un siciliano altrettanto “doc”! Quando giungesti a Torino nei primi anni ’70, trovando occupazione presso le Officine Savigliano, eri piuttosto timido e riservato, ma era comprensibile trovandoti in una città non sempre benevola verso gli immigrati dal Sud. Tutto sommato, ti andò ancora bene, perché si limitarono a chiamarti bonariamente il “mandarino”! Ma per fortuna incontrasti Bartolo, che al contrario, era di indole socievole, che amava stare in compagnia, sempre generoso e pronto a tendere una mano a chi ne aveva bisogno. Ti offrì la sua amicizia coinvolgendoti nell’opera di volontariato, che allora svolgeva presso le Suore dell’Istituto Sacra Famiglia. Suore, che tu Bartolo avevi conosciuto durante la guerra, quando a causa dei bombardamenti, erano sfollate con le bambine a Pancalieri, tuo paese natale. Così frequentandovi assiduamente anche fuori dalla 22 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 fabbrica, pian piano si consolidò quell’amicizia vera che durò poi tutta la vita. Per le Suore eri semplicemente “Graglia” il factotum sempre disponibile, sempre presente ovunque vi fosse una necessità, che all’occorrenza ti improvvisavi autista, portinaio, falegname, elettricista, senza mai risparmiarti, sei stato un prezioso collaboratore della Famiglia Francescana. Ma purtroppo, con il passare degli anni, giungono gli acciacchi e le forze pian piano vengono meno. Ora è l’amico Franco a tenderti la mano, è sempre disponibile ad accompagnarti e sostenerti, per te è un valido aiuto che tu scherzosamente chiami “il mio badante”. Ma proprio a lui, molto più giovane di te, viene diagnosticato un male che non dà scampo e che nell’arco di soli otto mesi lo ha portato via! Da vero amico fedele, tu gli sei stato accanto ogni giorno, facendo tutto ciò che ti è stato possibile per confortarlo ed alleviarne le sofferenze. Ma il tuo cuore già troppo provato, non ha retto a tanto dolore e dopo poco più di quattro mesi, lo hai raggiunto. Un infarto ti ha colpito mentre alla guida della tua auto tornavi dal cimitero a far visita all’amico, hai accostato e ti sei fermato in seconda fila e lì si è spento il tuo grande cuore! Il Signore ha assecondato il tuo desiderio: andartene con discrezione, senza disturbare, proprio come tu hai sempre vissuto. Nella tua grande generosità ed altruismo, intuivi e anticipavi le necessità del prossimo ed eri felice quando potevi accontentare qualcuno, era il tuo stile! Caro amico Bartolo, ero una bambina della “Sacra” quando ti ho incontrato nel lontano 1954 e tu eri solito ripetermi ”Noi della Sacra ci vogliamo bene”. Sì, io ti ho voluto sempre bene, perché non si poteva non volerti bene! Con te ho condiviso ore felici, animate dalle tue battute sempre argute e geniali e dal tuo spiccato senso dell’umorismo. Mi mancherà la tua preziosa memoria storica, mi mancherà la calma, la serenità, l’ottimismo e la grande bontà che si respirava accanto a te. Ringrazio il Signore per averti posto sul mio cammino. Carla Birolo GLI AMICI DEL BEATO ROSAZ AD ASSISI La “Casa Perfetta Letizia” di Assisi, situata nella piana sottostante la città della pace, si era animata già la sera di venerdì 28 marzo con l’arrivo di tre amiche della zona di Bardonecchia e del piccolo gruppo dei novaresi. Il clima splendido, la tranquillità e la pace del luogo, lo straordinario scenario del colle di Assisi e l’accoglienza calorosa e gentile delle suore sono stati elementi che ci hanno subito colpito. Sabato mattina, dopo l’arrivo anche della quindicina di amici giunti in pullman dalla parrocchia romana di Prima Porta accompagnati da suor Beatriz, abbiamo iniziato l’intensa “due giorni di riflessione e confronto”. Subito si è venuto a creare nel gruppo un bellissimo clima di fraternità con le presentazioni, lo scambio dei saluti ed il racconto delle variegate esperienze personali. La presenza di padre Giuseppe De Feo, missionario comboniano di lungo corso che ha prestato servizio per decenni in terra brasiliana, ha sicuramente stimolato il dialogo e la riflessione e suggerito spunti per un impegno più concreto e responsabile sia nelle nostre comunità ecclesiali qui in Italia, che nelle missioni dove sono impegnate le Suore Francescane Missionarie di Susa che ci ospitavano. Dopo un ottimo pranzo e qualche momento di riposo ci siamo recati a far visita alla città di Assisi con la guida molto efficace di una giovane suora del posto. Il centro storico, la basilica di Santa Chiara, la cattedrale di San Rufino, la chiesa di San Damiano e la basilica con la tomba di San Francesco sono stati i principali luoghi dove il gruppo ha approfondito la riflessione sul francescanesimo. Non poteva mancare una breve sosta al Santuario di S. M. degli Angeli con la possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione e ricevere l’indulgenza plenaria secondo le norme stabilite dalla Chiesa. Nella giornata successiva, dopo la celebrazione delle Lodi, la riflessione si è spostata su tematiche più tipicamente missionarie e sul messaggio di papa Francesco “uscite ed andate nelle periferie esistenziali dell’uomo” che è stato approfondito con partecipazione intensa da parte di tutti. Una bella ed animata celebrazione eucaristica ha concluso la mattinata. Nel pomeriggio è proseguita la visita ad altri luoghi francescani ed in serata la parte più consistente del gruppo ha fatto rientro a Roma, mentre i “piemontesi” si sono permessi il lusso di un’ulteriore nottata nella pace e nella tranquillità della piana di Assisi, con la promessa di tornare in quel luogo meraviglioso ed anche col desiderio di ripetere simili esperienze di formazione e collaborazione con le Suore Francescane Missionarie di Susa. Luciano Agazzone GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 23 Esperienze Testimonianze MISSIONE PARROCCHIALE AD AZZATE E GALLIATE Dal 29 marzo al 13 aprile 2014 sono stata in missione parrocchiale ad Azzate e Galliate, due paesini vicino a Varese. Con me c’erano altri dodici missionari. Siamo stati accolti con la santa Messa presieduta dal Vescovo Mons Franco Agnesi, dove noi Missionari abbiamo ricevuto il mandato, mentre le famiglie che hanno aderito per i centri di ascolto hanno ricevuto una lampada. Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato il tema della Missione: “Aprite le porte a Cristo” ed ha spiegato l’importanza di rinvigorire l’entusiasmo della fede, in quanto la Missione stessa è un dono, un’opportunità, un tempo favorevole all’ascolto dello Spirito, l’occasione è data per convertire i cuori. Per quindici giorni abbiamo letteralmente invaso le strade di questi paesi e la gente ci ha voluti bene, ci hanno ascoltati con gioia, ricevuti nelle case, nelle scuole, negli oratori accogliendo la nostra predicazione straordinaria, destinata a tutti dai più piccoli ai più grandi annunciando la “Buona Novella”. Ben presto tutti hanno imparato a risponderci con il nostro stesso saluto “Pace e bene” ed un sorriso. Le persone ci fermavano per strada anche solo per condividere fatti del loro quotidia- IL NOSTRO “SI” GIOIOSO E COINVOLGENTE no o semplicemente per dirci che gradivano la nostra presenza gioiosa. Hanno perfino detto al parroco che ci avrebbero rapito per poterci tenere più a lungo. Per quanto mi riguarda, con fra Attilio abbiamo seguito tutti i giovani, la nostra presenza è stata uno strumento prezioso per poter parlare alla loro vita, le nostre testimonianze li hanno messi in atteggiamento di ascolto. Quanto è bella la loro ricchezza!!! Se aiutati questi giovani, sapranno essere sale per tanti loro coetanei. Saranno loro stessi i missionari più preziosi per la missione che continua anche dopo di noi, dovranno solo sperimentare la sintonia e la gioia di vivere le cose insieme. Che bello inoltre il pensiero di don Angelo quando ha celebrato la messa conclusiva, ha incoraggiato i parrocchiani a continuare il cammino della missione perché attraverso le esperienze vissute per il nostro passaggio, il Signore ha voluto toccare il cuore e guarire, ma ha anche svegliato ciascuno e messo in cammino per un nuovo viaggio da vivere come comunità. Sr. Gabriella Il senso e il significato dei voti per noi figlie del Rosaz, ha radice in quella iniziativa di Dio, che ci ha amati per primo e che ci ha chiamati a stare con Lui e incontrarlo in ogni dolore e gioia della vita in ogni volto sofferente dei piccoli e dei poveri. Un Padre Misericordioso e Buono che ama le sue creature e che chiede attraverso il dono e il sacrificio della nostra vita di testimoniare questo eterno amore. Amore che ogni figlia del Rosaz sperimenta nell’offerta quotidiana della propria vita in semplicità e umiltà francescana. Ovunque ella è chiamata, in ogni angolo del mondo in ogni piega della vita, soprattutto in quelle più faticose con particolare abbandono alla Divina Provvidenza. Ha aperto la gioiosa fila di giovani juniores Sr. Isabel Miguel Tsimela, che il giorno 13 febbraio, nella comunità di Roma, Monteverde, durante la Celebrazione Eucaristica, ha rinnovato per la prima volta la sua donazione gioiosa a Dio! Mentre il 17 febbraio 2014 in Mozambico Sr. Bemvinda Xavier Josè Cumbe e Sr. Raquel Americo Razão Nhamucho hanno rinnovato il loro “Sì” totale e generoso attorniate dalle sorelle della comunità. In Italia il giorno 28 aprile 2014 Suor Maria Gabriella Ibba ha celebrato a Susa in Casa Madre, la rinnovazione dei voti nelle mani della Vicaria Generale, Suor Laura Pillon. Anche in Albania, il 30 aprile, Suor Vjollca Dragaj, in comunione di spirito, ha compiuto la sua rinnovazione dei voti, in fraterna gioia con le giovani studenti e le sorelle della comunità di Scutari. Chiude il gruppo delle juniores Sr. Lucineide Gomes Da Silva che in Brasile, il giorno 4 maggio, festa del Beato Fondatore, ha rinnovato la sua Professione Religiosa attorniata dalle sorelle venute dalle varie comunità del Brasile. Auguriamo a queste Sorelle un buon cammino nel Signore, sotto la protezione della Vergine Maria nostra tenera Madre. Suor Raquel e Suor Bemvinda a Suor Vjollc Suor Lucineide ella Suor Gabri Sr. Margherita De Blasio 24 Suor Isab el Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 25 Esperienze giovani Esperienze A ROMA C’ERO ANCH’IO! In data 27 aprile 2014 il mondo intero si è incontrato a Roma, in piazza San Pietro per la canonizzazione dei due Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La celebrazione presieduta da papa Francesco con la presenza del papa emerito Benedetto XVI. “Un evento senza precedenti nella storia della Chiesa” cosi è stato definito dai media e cosi lo abbiamo vissuto noi che eravamo li presenti, un piccolo gruppo di sette persone che si perdeva in mezzo a quelle migliaia, giunti da tutto il mondo. Con la nostra bandiera albanese, volevamo dire a tutti chi eravamo, rappresentando così tutte le persone che avrebbero voluto essere con noi. Era bello sentire mentre passavamo per strade e sui mezzi che dicevano: “ah sono venuti anche dall’Albania” oppure altri che ci chiedevano: ma voi da dove venite? E noi rispondevamo: dall’Albania! Ah si dalla terra di Madre Teresa! E cosi via… possiamo dire che i sentimenti vissuti quei giorni erano tanti ma due in particolare hanno invaso il nostro cuore: quello di gratitudine e di riconoscenza verso Dio e verso tutte quelle persone che ci hanno aiutato e accolto nelle loro case. Grazie a loro abbiamo potuto fare un esperienza unica e indimenticabile. Abbiamo visitato i vari luoghi sacri e in particolare siamo rimaste colpite della devozione e della fede che si respirava entrando nelle basiliche e nella scala santa. Forte è stata l’emozione quando ci siamo trovate in via della Riconciliazione per trascorrere la notte all’aperto, in attesa di poter entrare in piazza ed essere il più vicino possibile al sagrato, incuranti della stanchezza e della fatica. Sentivamo nel 26 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 cuore le parole che Papa Giovanni Paolo II diceva ai giovani negli ultimi giorni della sua vita: “Io vi ho chiamati e voi siete venuti”. Noi c'eravamo lì per dire grazie al Signore per questi due grandi uomini che hanno cambiato la storia della chiesa, che ci hanno insegnato a non avere paura di aprire il nostro cuore a Cristo perché accogliendo Lui realizziamo in noi il disegno di Dio Padre quello cioè di “essere santi perché Lui è Santo”. Che entrambi questi nuovi santi ci insegnino come ha detto papa Francesco ad essere docili allo Spirito Santo e a non scandalizzarci delle piaghe di Cristo, ad addentrarci nel mistero della misericordia divina che sempre spera, sempre perdona, perché sempre ama. Grazie! Sr. Flora, Diella, Gjystina, Violeta, Rudina, Silvana, Kristina L’ASSOCIAZIONE “MISSION B. ROSAZ” ACCOGLIE I GIOVANI... Il 24 maggio scorso il nostro Gruppo Missionario è stato invitato a partecipare all’Assemblea dell’Associazione Mission Beato Rosaz aperta ai soci e agli amici adottanti presso la Casa Madre delle Suore Francescane Missionarie di Susa. L’incontro è stato molto interessante. Il Presidente dell’Associazione ci ha illustrato i numerosi progetti finanziati durante l’anno e le suore sono intervenute per spiegarci, anche attraverso le immagini, la difficoltà dell’evangelizzazione e ci hanno fatto partecipi della gioia che si prova nel far felice i più poveri. Abbiamo visto diapositive delle missioni in Albania, in Brasile e in Mozambico dove vive Ivone, la bambina che il nostro gruppo ha adottato diversi anni fa e della quale periodicamente riceviamo foto e notizie. I progetti realizzati sono diversi: sono state costruite scuole e asili ed è stato anche attivato un corso di ricamo molto apprezzato dalle ragazze e dai bambini del posto, grazie al quale, oltre alla formazione, si riescono a trasmettere i valori cristiani. Durante l’incontro abbiamo avuto modo di presentare il nostro Gruppo Missionario, di parlare di quanto è stato fatto e di quanto stiamo facendo per sostenere le diverse iniziative benefiche e di proporre nuove idee e progetti che sono stati ben accolti e che vedremo di realizzare anche in Valle con la collaborazione delle Suore e dell’Associazione. Un grazie di cuore alle suore di Susa che ci hanno calorosamente accolte ed un particolare ringraziamento per averci invitate Il Gruppo Missionario Parocchiale di Rubiana GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 27 ... Missioni .... Dall’ALBANIA Missioni Progetto alimentazione famiglie povere Noi Suore Francescane Missionarie di Susa, presenti in Albania, attraverso il generoso contributo di tante famiglie italiane, con l’offerta del 5 per mille, sono state devoluti a tale scopo € 3.000,00 e siamo riuscite ad offrire alle famiglie più povere della zona del Kelmend un aiuto alimentare. Abbiamo individuato le famiglie più povere e le più numerose di figli portando periodicamente alimenti di prima necessità come pasta, riso, olio, farina ecc. Lo abbiamo distribuito una volta al mese partendo dal mese di novembre 2013 e ci auguriamo di poter continuare fino a quando le possibilità economiche ce lo permetteranno. La riconoscenza di queste famiglie è tanta e il loro grazie è detto veramente col cuore. Ad esempio questa famiglia vive in un villaggio che si chiama Rapsh, l’unica ricchezza sono le pietre. Come potete vedere, questa famiglia vive proprio di stenti, pensate che non hanno neppure la possibilità di costruirsi la propria casetta. Grazie al vostro generoso aiuto, potranno almeno nutrirsi. Mentre vi ringraziamo di vero cuore per quanto avete fatto, vi affidiamo al Signore che benedica con la Sua Grazia le vostre famiglie! Le Suore Francescane presenti in Albania 28 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 Dal MOZAMBICO Progetto di cucito e ricamo e attività di animazione Carissimi amici dell’Associazione Mission Beato Rosaz onlus. Pace e bene! Vi accompagniamo sempre con l’affetto e la preghiera nel vostro lavoro di volontariato missionario, nello spirito del nostro Fondatore, il Beato Rosaz che si fece tutto a tutti ma soprattutto verso i più poveri e gli abbandonati. Grazie per il vostro sostegno economico che avete offerto per sostenere il progetto del cucito e del ricamo con le varie attività di animazione rivolto ai bambini e agli adolescenti. Questo progetto ha avuto inizio nel febbraio 2014 con tanta partecipazione di bambini e adolescenti. Nel primo incontro questi giovani hanno fatto salti di gioia quando si sono visti davanti ai loro occhi tanti doni: aghi, fili colorati, stoffe, e capulane! Cerchiamo anche di unire a questa bella e utile attività, un tempo per la catechesi, la danza, il canto, il gioco, cercando di trasmettere i valori più importanti per crescere, amarsi, divertirsi e rispettarsi reciprocamente. L’incontro poi comunemente si chiude con una buona merenda e un momento di preghiera. Grazie carissimi amici! Sentiamoci vicini nello stesso spirito, entusiasmo e carità. A nome dei bimbi, dei giovani, delle loro famiglie e della nostra comunità missionaria vi auguriamo ogni bene! Sr. Raffaella Mocci GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 29 ... Missioni Dall’ALBANIA Dal BRASILE Progetto: promovendo talenti “Sono venuto perché tutti abbiano vita e l´abbiano in abbondanza“ (Gv 10,10) Nella nostre comunità, alla periferia di São Luis e nella zona interna del villaggio di Paruá dopo aver individuato i bisogni primari di queste popolazioni ci siamo prefisse di aiutare pre-adolescenti e adolescenti. Abbiamo pensato di realizzare un progetto che tende a stimolare le potenzialità di tanti giovani, partendo da quelle umane e così offrire l’occasione di crescere tramite esperienze arricchenti, imparando ad acquisire i valori che formano alla vita, come seguire un orario, crescere nello spirito di condivisione, apprendere l’uso responsabile del materiale. Tutto questo desideriamo portarlo avanti sia con attività concrete di cucito e di ricamo ed anche con incontri formativi sia a livello umano che spirituale. Una volta alla settimana queste giovani vengono nella casa delle suore trascorrono il pomeriggio con noi e sono felici di poter imparare cose nuove e crescere in umanità. Desideriamo che cresca nelle ragazze la consapevolezza dei doni ricevuti sviluppando le loro abilità umane acquisendo così fiducia in se stesse e nella vita. Abbiamo iniziato da poco con un numero limitato di ragazzine, le famiglie hanno accolto con gioia questa proposta. Ci auguriamo di poter nel futuro accogliere sempre più giovani per questo progetto. Noi suore insieme a voi laici sensibili e collaboratori siamo degli strumenti nelle mani del Signore! Siamo certe che dal cielo il Beato Rosaz ci accompagna nella nostra missione volta ad aiutare coloro che hanno più bisogno. Vi ringraziamo di cuore e vi assicuriamo un ricordo nella preghiera. Comunitá de São Luis e Paruá La bellezza della montagna Cieli limpidi e sereni, vette vertiginose ricoperte da un manto soffice bianco, sentieri stretti e rocciosi, distese di prati. La montagna, una tavolozza dai mille colori, la metafora della nostra vita. La routine quotidiana, frenetica e stressante, spinge l’uomo a “fuggire” per cercare un posto dove rigenerare il corpo e lo spirito. La montagna ci chiede di puntare in alto, verso quelle cime che toccano il cielo e parlano con il vento; ci fa camminare, stancare, ma ci riscatta con stupendi paesaggi. Così è la nostra vita: un percorso in salita, con ostacoli da affrontare, cadute e vittorie. La montagna è per il Beato Edoardo Rosaz immagine del cammino verso Dio. Egli incoraggiò e collaborò al progetto di una statua della Madonna da collocare su una vetta delle più alte delle Alpi: 3538 m, il Rocciamelone. La statua, alta 3 metri, fu benedetta il 15 giugno 1899; il suo sguardo è rivolto a tutta l’Italia, in particolare ai bambini, senza alcuna distinzione di classe sociale, regione, città o paese. Il Beato Rosaz e la Madonna del Rocciamelone Il Beato Rosaz fu il grande devoto e apostolo della Madonna del Rocciamelone, e, sotto il suo episcopato, si sviluppò la devozione a Maria. Per questo scrisse nel 1886 un opuscolo che servisse di guida ai fedeli per ricorrere alla madre comune. Tentò una volta il pellegrinaggio in vetta, ma potè raggiungere solo Casa d’Asti. Non potendovi salire, accoglieva sempre i pellegrini alla partenza, incoraggiandoli a vivere la salita come momento di gioia e di riflessione. Le Figlie del Beato Rosaz augurano a tutti gli abbonati buone vacanze! 30 Mons. Rosaz e le sue opere / GIUGNO 2014 GIUGNO 2014 / Mons. Rosaz e le sue opere 31 DONA IL TUO 5XMILLE all’Associazione “MISSION BEATO ROSAZ” onlus L’Associazione “Mission Beato Rosaz” opera in stretta collaborazione con la Congregazione delle Suore Francescane Missionarie di Susa, fondata dal Beato Edoardo Rosaz. Essa s’ispira al carisma del Fondatore che profuse la Sua missione di Vescovo unicamente a gloria di Dio, per il bene delle anime ed in soccorso degli ultimi, dei più bisognosi e vulnerabili, quali i bambini, gli anziani e gli ammalati. L'associazione è libera e apolitica, senza fini di lucro, costituita con la specifica finalità di solidarietà sociale attraverso lo svolgimento, in Italia e all’estero, di attività nei seguenti settori: • Assistenza sociale, socio-sanitaria, sanitaria • Beneficenza • Formazione Carissimi amici, questi progetti sono già stati tutti finanziati grazie al sostegno di tanti amici che hanno versato il loro 5 x mille all’Associazione “Mission Beato Rosaz” La nostra Associazione è inoltre inserita nell’elenco delle organizzazioni onlus scelta per la destinazione del 5 x 1000. Basta inserire il nostro codice fiscale 96028700019 e firmare nella prima casella del quadro destinazione 8 e 5 x 1000 della Vostra dichiarazione. Qualunque aiuto, nel nome del Signore per chi non ha nulla, sarà accolto con sincera gratitudine. Ogni vostro gesto di solidarietà troverà certamente la sua concretizzazione in un progetto preciso e mirato! ASS. MISSION BEATO ROSAZ onlus Suore Francescane Missionarie del B.Rosaz Via Palazzo di Città, 85 - 10059 Susa (To) - Tel. 0122/622030 [email protected] - www.francescanerosaz.org nlus Grazie per la tua generosita zo C.F. 96028700019 Beato Ros n a io Mis s Scrivi il numero di codice fiscale dell’ASSOCIAZIONE MISSION BEATO ROSAZ onlus
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