Valutazione tramite modello delle correnti indotte nel cuore da gradienti di campo magnetico non sinusoidali in ambiente NMR E. Papotti1, D. Mureddu2, R.Sghedoni3, M.Tiberti4, P.Zanichelli4, S.Valbonesi5, A. Vanore3, 1 Servizio di Fisica Sanitaria – Università di Parma, 2Fondazione Ugo Bordoni, 3Servizio di Fisica Medica, Azienda Ospedaliera ASMN, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Reggio Emilia, 4Arpa Emilia Romagna – Sezione Reggio Emilia, 5Consorzio Elettra 2000, Pontecchio Marconi INTRODUZIONE Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole sviluppo, nell’industria e soprattutto nella medicina di tecnologie che utilizzano il fenomeno della risonanza magnetica nucleare. Questa tendenza ha portato anche ad un incremento delle problematiche legate alla esposizione, professionale e del paziente ai campi magnetici ed elettromagnetici prodotti da questa tecnologia. Da un punto di vista legato unicamente alle esposizioni professionali il problema è stato affrontato per la prima volta dopo la pubblicazione della Direttiva 2004/40/CE [1], quando il recepimento di quest’ultima, previsto per aprile 2009 è stato rimandato prima ad aprile 2012 con la Direttiva 2008/46/CE [2] e successivamente ad ottobre 2013 proprio per questioni legate alla complessità delle esposizioni in ambiente MRI. Lo scenario MRI è caratterizzato dalla presenza di campi magnetici statici ad elevata intensità, gradienti non sinusodoidali di campo magnetico a bassa frequenza e campi a radiofrequenza . Da un punto di vista dosimetrico le esposizioni ai campi a radiofrequenza e ai campi statici sono state studiate in modo approfondito [3-4-5-6], mentre pochissime sono le valutazioni delle esposizioni ai campi gradiente [7]. Il lavoro presentato fa parte di un progetto di studio degli effetti dei campi prodotti in ambiente MRI sul cuore che è partito dalla valutazione delle correnti indotte dai campi statici come effetto del movimento del sangue nelle camere cardiache e nei vasi afferenti [8,9] e, per una completa caratterizzazione prevede anche la valutazione degli effetti imputabili campi gradienti. La scelta di effettuare valutazioni relative al cuore parte da studi preliminari effettuati da Tenforde nel periodo 1990-2005 [10,11] e dalla considerazione che all’interno del cuore sono presenti cellule estremamente specializzate in grado di dare origine ad impulsi elettrici e trasmetterli permettendo la contrazione del muscolo. Proprio la presenza di queste cellule rende il cuore un organo estremamente sensibile alle correnti esogene che, se troppo elevate, potrebbero causare problemi, anche gravi a livello di conduzione elettrica. Il lavoro proposto si focalizza sulla valutazione delle correnti indotte nel cuore a livello di Nodo Seno Atriale (NSA), Nodo Atrioventricolare (NAV) ed Arco Aortico (AA) come effetto della esposizione del soggetto a gradienti di campo magnetico caratterizzati da andamenti non sinusoidali estremamente complessi. Il parametro rilevante da considerare è il rateo dB/dt che rappresenta la variazione del campo magnetico nel tempo, a cui è associata l’induzione di correnti. Nel cuore di un soggetto sottoposto a campo gradiente la generazione di corrente avviene per effetto della variazione temporale del campo magnetico e per effetto della variazione spaziale del gradiente imputabile al movimento del sangue all’interno del campo. Nella valutazione occorre considerare entrambe le componenti. Il calcolo delle correnti indotte, su un modello semplificato del cuore appositamente progettato si basa sull’applicazione della legge di Faraday Tramite misurazione del campo gradiente, valutazione del rateo dB/dt ed applicazione del modello numerico sono state valutate, le due componenti per soggetto posto all’isocentro del tomografo ed in altri punti giudicati di interesse. Il calcolo è stato fatto sia per le posizioni occupate dal paziente che risente delle esposizioni più elevate, sia per le posizioni occupate, in casi di emergenza, dal personale preposto alla sistemazione ed assistenza del paziente nel corso dell’esame. Lo scopo consiste nel verificare se queste correnti sono superiori a quelle prodotte dal cuore e se la loro intensità sia potenzialmente in grado di provocare malfunzionamenti dal punto di vista elettrico dell’organo. MATERIALI E METODI Modellizzazione del cuore In ragione della complessità anatomica del cuore si è reso necessario semplificarne il modello. In prima istanza si è ipotizzato che il cuore si trovi in una situazione statica: non si terrà pertanto conto del ciclo cardiaco e delle fasi di sistole e diastole, ma solo del fluire del sangue nelle cavità interne all’organo e nei vasi afferenti, eliminando completamente le vorticosità che caratterizzano la situazione reale in vivo. La generazione di corrente elettrica nel cuore in un soggetto sottoposto a campo gradiente avviene attraverso due modalità precise e distinte: a) variazione temporale del campo magnetico che produce una corrente JGR legata direttamente al valore del rateo dB/dt b) variazione spaziale del gradiente di campo magnetico dovuta al movimento del sangue all’interno del campo gradiente che produce una corrente JBL Modello matematico a spire per il calcolo di JBL Per il calcolo della componente spaziale JBL si è utilizzato un modello nel quale le cavità cardiache sono state assimilate a quattro dotti cilindrici di raggio opportuno, all’interno dei quali il sangue scorre senza resistenze interne con una velocità costante la cui direzione segue l’asse longitudinale dei cilindri. Questi dotti, rappresentati in figura 1, sono posizionati in modo tale da risultare verticali se si considera la sezione coronale ed inclinati di 135° rispetto alla verticale se ci si riferisce al piano saggitale. Ai quattro cilindri, che simulano le cavità cardiache si aggiunge un ulteriore dotto orizzontale che simula il percorso del sangue all’interno dell’arco aortico. Il modello matematico proposto si basa sulla legge di Faraday e prevede che il sangue circolante in una sezione specifica del singolo dotto cilindrico sia assimilato ad una spira circolare omogenea con conduttività σ, di raggio costante R, pari al raggio del cilindro, che si muove con velocità v all’interno dei dotti. Sotto queste condizioni il flusso magnetico può essere scritto come: d ∫ E. dl = − dt ∫ B. ds = − L S dΦ B dt (1) Figura 1 – Disposizione dei dotti sul piano coronale e saggitale ne consegue che la densità di corrente indotta in funzione del raggio del dotto può essere espressa attraverso la formula: σ dB σ s dB dx σ s dB J BL (R) = s R = R = Rv sin α (2) 2 dt 2 dx dt 2 dx dove il termine sinα tiene conto dell’inclinazione delle spire sul piano saggitale. Per il calcolo delle correnti indotte sono stati utilizzati i parametri fisiologici riportati in tabella 1. Parametro Velocità sangue (m/s) Conducibilità (S/m) Angolo α Arco Aortico NSA NAV 0.52 0.42 90° 0.50 0.42 135° 0.50 0.42 135° Tabella 1. Parametri fisiologici rilevanti La scelta dei parametri è stata ricavata dalla letteratura scientifica specifica [12-13-14], in particolare sono stati assunti i valori medi relativi ad un individuo adulto, di sesso maschile, di altezza pari a 174.5 cm e peso di 75 kg. Il parametro velocità del sangue fa riferimento alla velocità media del sangue nell’attraversamento delle valvole cardiache specifiche e nell’arco aortico, in una situazione di flusso costante e assenza totale di vorticosità. La conducibilità del sangue è stata assunta pari a 0.52 S/m, come da letteratura specifica ed il valore dell’angolo α rappresenta la reale inclinazione del cuore sul piano saggitale. Per il calcolo del valore dB/dx si è introdotta una approssimazione che prevede che il campo gradiente presenti le medesime caratteristiche su tutto il cuore. Modello matematico per il calcolo di JGR Ai fini del calcolo della corrente JGR prodotta dalla repentina variazione del campo magnetico locale, non è stato possibile operare una distinzione tra nodo senoatriale, nodo atrioventricolare e arco aortico, in quanto le dimensioni del probe dell’ELT400 che presenta una forma sferoidale di 129 mm di diametro sono comparabili con le dimensioni del cuore, rendendo di fatto possibile l’effettuazione di una sola misura riferibile a tutto l’organo e non al singolo punto chiave; anche in questo caso si è dovuto ipotizzare che l’andamento del campo gradiente sia il medesimo in tutto volume del cuore. Ogni singolo dotto è stato assimilato ad un circuito circolare di raggio R concatenato ad un campo magnetico variabile non sinusoidalmente di cui è noto il rateo dB/dt. Partendo dalla forza elettromotrice indotta dΦ B (3) f .e.m = − dt è possibile ricavare l’espressione che lega la corrente indotta all’andamento del campo gradiente: σ dB JGR (R) = + s R ave (4) 2 dt il termine σS è la conducibilità elettrica del tessuto cardiaco che è stata assunta pari alla conducibilità elettrica del sangue, essendo le cavità cardiache per lo più piene di sangue. Misurazione del campo gradiente Le misure sono state eseguite su uno scanner a risonanza magnetica, modello Philips Achieva Nova Dual da 1.5 T situato nella sezione di Risonanza Magnetica dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, un tomografo a magnete superconduttivo con un sistema gradiente avente le caratteristiche riportate in tabella 2 Mode 1 Mode 2 Amplitude Slew rate Rise time 33 mT/m 66 mT/m 180 mT/m/s 90 mT/m/s 0.18 ms 0.73 ms Tabella 2. Caratteristiche dei gradienti Frequenze ed ampiezze del segnale dipendono, nell’ambito della medesima sequenza clinica da una infinità di parametri tra cui lo spessore di strato, per questo motivo si è reso necessario effettuare una scelta della sequenza e dei parametri specifici da utilizzare per avere una massimizzazione del rateo dB/dt e di conseguenza della componente JBL. La scelta della sequenza è stata effettuata sulla base di quanto riportato in letteratura scientifica [15]; i parametri utilizzati sono riportati in tabella 3: Sequenza Tr Te Spessore di slice Frequenza della fondamentale Balanced FFE 3.1 ms 1.57 ms 5 mm 500 Hz Tabella 3. Sequenza utilizzata La sequenza Balanced FFE (Balanced Fast Field Echo) viene frequentemente utilizzata in angiografia cardiaca. GS (Slice Select Gradient) e GP (Phase Encoding Gradient) rappresentano il massimo in termini di valore assoluto di campo gradiente e di dB/dt; il massimo della esposizione la si ottiene durante la sovrapposizione GS+GP+GR (Frequency Encode Gradient). Dal punto di vista prettamente operativo, le misure sono state effettuate in una serie di punti chiave opportunamente selezionati . Figura 2 . Sequenza Balanced FFE Tali posizioni, per quanto riguarda il paziente rispettano la situazione clinica. Le posizioni relative all’operatore in genere non sono occupate nel corso dell’esame se non raramente in caso di presenza di un accompagnatore, o di paziente non collaborante, oppure in casi di emergenza che richiedono l’intervento di medici o infermieri. I punti oggetto di misura sono riportati in figura 3; i punti 2,3,4,5 riguardano l’esposizione del paziente, i rimanenti sono invece relativi alle esposizioni professionali. Figura 3. Mappa punti di misura Per lo studio dell’andamento del campo gradiente è stata utilizzata una catena strumentale composta da un misuratore portatile Narda ELT 400 [16], uno strumento appositamente studiato per rilevare segnali di campo magnetico variabili nel tempo in modo non sinusoidale, accoppiato ad un oscilloscopio a quattro canali LeCroy Wave Runner 6050°. Le misure sono state effettuate sulla sequenza Balanced FFE descritta in tabella 3, utilizzando la bobina head ed acquisendo il segnale per 50 s, il FOV considerato è pari a 400 mm . Le altezze a cui effettuare le misure sono state stabilite in 110 cm per le esposizioni del paziente e 130 cm per le esposizioni professionali. Valutazione del rateo dB/dt Come primo passo si è proceduto alla misura del valore medio dell’induzione magnetica nei punti scelti per l’indagine e, tramite l’oscilloscopio, è stato ottenuto l’andamento nel tempo della tensione su tre canali, corrispondenti rispettivamente ai tre assi x, y,z. . Figura 4. Visualizzazione con l'oscilloscopio degli andamenti delle componenti Bx(C1), By(C2) e Bz(C3) e del valore complessivo Btot(F4) Sfruttando le funzioni matematiche dell'oscilloscopio, dall'acquisizione delle tre componenti Bx, By e Bz, è stato calcolato il valore complessivo di B (Btot), applicando la formula: B= ∑ (B ) 2 i (5) i=x,y,z Il calcolo della quantità dB/dt è stato effettuato utilizzando la tecnica sliding windows, impostando una windows size t pari a 0.01 s; tale valore, scelto nell’intervallo 0.001 s – 0-1 s è risultato quello più efficace ai fini di una corretta valutazione del parametro oggetto di indagine. Calcolo di JBL e JGR Una volta valutato il rateo dB/dt è stato possibile procedere al calcolo corrente indotta. La corrente totale indotta che in ogni singolo punto sarà data dalla somma di due componenti: σ dB σ dB dB sin α + s R (6) J( ) = J BL + JGR = s Rv 2 dx 2 dt dt dove σS è stato assunto pari alla conducibilità elettrica del sangue (0.52 S/m, costante in tutto il range di frequenze caratterizzanti i gradienti oggetto di studio), R è il raggio del singolo dotto, v la velocità del sangue, parametri entrambi ricavati da letteratura scientifica basati sulle dimensioni medie del cuore di un individuo adulto e riportati in tabella 4: Vena cava superiore Atrio destro Lunghezza (cm) 0.20 0.30 Diametro (cm) 0.20 0.20 Velocità sangue (ms) Valvola Tricuspide Ventricolo destro Valvola polmonare Arteria polmonare Vene polmonari Atrio sinistro Valvola mitrale Ventricolo sinistro Valvola aortica Arco aortico 0.50 0.50 0.20 0.30 0.50 10.0 0.20 0.20 0.20 0.20 0.30 0.30 0.30 0.30 0.30 0.35 0.40 0.42 0.40 0.42 0.42 Tabella 4. Parametri principali utilizzati nel calcolo Le velocità del sangue vengono considerate come valori medi a livello del passaggio attraverso le valvole cardiache e nell’arco aortico, trascurando gli effetti imputabili alle vorticosità. Alcuni parametri sono stati approssimati per permettere di ottenere dotti cilindrici di raggio costante. In particolare il diametro dell’arteria polmonare è stato ridotto da 0.30 a 0.20 cm, la stessa approssimazione è stata applicata alla valvola semilunare aortica per allinearla alle dimensioni del ventricolo sinistro. Le quattro vene polmonari sono state assimilate ad un'unica vena il cui diametro è dato dalla somma dei diametri delle quattro singole vene. RISULTATI SPERIMENTALI Per tutte le posizioni indicate sulla mappa è stata effettuata la valutazione di entrambe le componenti della corrente indotta partendo dal calcolo del rateo dB/dt. In figura 5 sono riportati i valori del rateo dB/dt in funzione del tempo per la sequenza Balanced FFE oggetto di indagine relativi all’arco aortico di un soggetto posto in isocentro. Figura 5. Andamento del rateo dB/dt per sequenza Balanced FFE in isocentro I valori di suddetto parametro sono pienamente in linea con quanto riportato nella letteratura tecnico-scientifica pubblicata nel periodo 2009-2013, sia per quanto riguarda l’isocentro sia per tutti gli altri punti riportati nella mappa di figura 3. Ai dati calcolati per dB/dt è stato applicato il modello a spire descritto in 2.3 per ottenere l’andamento della corrente indotta JGR. In figura 6 sono riportati i valori in isocentro relativi all’arco aortico. Figura 6. Andamento JGR per sequenza balanced FFE in isocentro (Arco Aortico) La tabella 5 invece riporta i valori massimi in modulo della corrente JGR calcolata nei punti da 1 a 5 di figura 3 e per ciascuno dei singoli dotti: Punto 1 2 3 4 5 |JGR|dotto1 mA/m2 0.55 13.49 0.61 0.12 60.59 |JGR|dotto2 mA/m2 0.55 13.49 0.61 0.12 60.59 |JGR|dotto3 mA/m2 0.83 20.24 0.92 0.19 90.88 |JGR|dotto4 mA/m2 0.83 20.24 0.92 0.19 90.88 |JGR|dotto5 mA/m2 1.37 33.40 1.53 0.31 149.94 Tabella 5. Correnti indotte dal campo gradiente nei singoli dotti Legenda: Dotto 1: relativo al flusso di sangue in ingresso nel cuore destro proveniente dalla Vena Cava Superiore Dotto 2: relativo al flusso di sangue in uscita dal cuore sinistro attraverso la Valvola Polmonare Dotto 3: rappresenta il flusso di sangue in ingresso al cuore sinistro attraverso la valvola bicuspide Dotto 4: relativo al flusso di sangue in uscita al cuore sinistro attraverso la Valvola Semilunare Aortica Dotto 5: Rappresenta il flusso di sangue in transito attraverso l’Arco Aortico La correnti calcolate sono caratterizzate da un andamento estremamente complesso, si tratta infatti di correnti laminari, con picchi che raggiungono, in isocentro per l’Arco Aortico, intensità pari a 150 mA/m2, comparabili con i valori più elevati delle correnti fisiologiche prodotte dall’organo, per gli altri punti di interesse all’interno del cuore i valori calcolati per le correnti indotte sono inferiori a quelli fisiologici. Negli altri punti della sala esami presi in considerazione, i valori delle correnti indotte sono di gran lunga minori e non superano mai quelli che sono da considerarsi i livelli fisiologici (correnti dell’ordine di 10 – 100 mA/m2 ). Le correnti calcolate in isocentro, pur essendo elevate hanno una durata nel tempo molto breve, dell’ordine del µs. Impulsi di questa durata, anche se così intensi, non dovrebbero andare ad influire sul corretto funzionamento del cuore dal punto di vista elettrico, in quanto le cellule miocardiche, una volta depolarizzate, necessitano di tempi relativamente lunghi, dell’ordine di 50 ms, per poter generare un nuovo potenziale di azione, per cui, per quanto riguarda unicamente il funzionamento elettrico del cuore, gli effetti della componente JGR della corrente indotta sono da considerarsi trascurabili. Per quanto riguarda invece la corrente JBL prodotta dal movimento del sangue all’interno del campo gradiente, per il calcolo è stato applicato il modello descritto in 2.2 con la approssimazioni indicate. I valori massimi in modulo delle correnti per i singoli dotti relativi al solo isocentro sono presentati in tabella 6. Punto 5 |JBL|dotto1 mA/m2 1.14.10-4 |JBL|dotto2 mA/m2 1.19.10-4 |JBL|dotto3 mA/m2 1.71.10-4 |JBL|dotto4 mA/m2 1.80.10-4 |JBL|dotto5 mA/m2 2.97.10-4 Tabella 6. Corrente JBL nei vari dotti per solo isocentro Le intensità in modulo delle correnti indotte nei vari dotti per effetto del movimento del sangue in presenza di campo gradiente sono risultate trascurabili rispetto a quelle generate dal gradiente stesso. Per questo motivo si è ritenuto sufficiente fermarsi al solo isocentro. Le correnti risultano trascurabili in funzione del fatto che le dimensioni del cuore sono ridotte per cui la variazione spaziale del campo magnetico è minima. CONCLUSIONI Il lavoro si è focalizzato sulla valutazione delle correnti indotte nel cuore come effetto dell’esposizione a gradienti complessi non sinusoidali di campo magnetico generati da tomografi per risonanza magnetica nucleare. Il modello matematico applicato si basa sulla legge di Faraday e prevede che all’interno del cuore di un soggetto sottoposto a campo gradiente si producano due distinte correnti indotte: una causata dalla variazione del campo magnetico (JGR) ed una dovuta al movimento del sangue all’interno del campo gradiente (JBL). Le due componenti sono state valutate attraverso il modello a dotti presentato nel lavoro. Dalla analisi dei dati ottenuti è emerso che per quanto riguarda la componente JGR i valori massimi per un soggetto posto in isocentro sono dell’ordine di 150 mA/m2, comparabili quindi con i valori massimi delle correnti endogene, la componente JBL risulta invece dell’ordine dei nA/m2 e può quindi essere considerata trascurabile. Ciò che emerge da questo lavoro è che, per quanto riguarda le correnti indotte a livello di muscolo cardiaco, queste ultime, nel paziente sono comparabili con le correnti fisiologiche, nei professionalmente esposti sono invece molto al disotto delle correnti endogene. Resta da valutare se queste correnti presenti sulla superficie delle zone in cui hanno sede il nodo seno atriale ed il nodo atrioventricolare siano in grado di introdurre perturbazioni nei potenziali d’azione delle singole cellule pace-maker o correnti transmembrana aggiuntive in grado di creare danni a livello di singolo cardiocita o di gruppi di cardiociti. Questo interrogativo sarà il punto di partenza per il proseguimento dello studio in corso. 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