Gen. Luigi Reverberi: ricordato anche con la partecipazione dell’ANPdI di Velletri. Per il Comitato Nikolajewka i 60 anni dalla morte del Gen. Luigi Reverberi non potevano certo passare sotto silenzio. L’eroe della battaglia di Nikolajewka doveva assolutamente essere ricordato e così Silvano Leonardi, l’infaticabile coordinatore del Comitato ed i suoi collaboratori sono scesi in campo ed organizzato una cerimonia che si è svolta nel Giardino Caduti sul Fronte Russo – via Cassia 737 a Roma dove insiste il relativo Monumento nazionale. Domenica 22 giugno 2014, giorno esatto della ricorrenza, l’inno d’Italia ha accompagnato la bandiera che veniva issata sul pennone del giardino con la prestigiosa presenza dei Carabinieri di Tomba di Nerone in Guardia d’Onore e dato inizio alla cerimonia. Sandro Bari, figlio di reduce dalla Russia, giornalista, appassionato storico e direttore di Voce Romana, ha coordinato gli interventi e ricordato la straordinaria figura del Gen. Reverberi. La cerimonia, pur nella sua semplicità, è stata ben rappresentata: la Consigliera Gemma Azuni incaricata dal cerimoniale del Sindaco, con la fascia tricolore, il proprio coerente intervento, la attenta partecipazione, ha conferito ufficialità all’evento e con la consegna di una pregevole medaglia di Roma Capitale un importante riconoscimento al Comitato per l’assidua, disinteressata attività per il ricordo dei fatti di Russia. Ha preso la parola anche il Consigliere municipale Giuseppe Calendino, sempre attivo in queste circostanze e sono state lette poesie dedicate ai Caduti e Dispersi da Roberto Piazzini, dal prof. Luigi Monaco, dal fine dicitore Angelo Blasetti che ha anche letto la motivazione della Medaglia d’Oro conferita al Gen. Reverberi. La figura del Gen. Luigi Reverberi è straordinaria, così come eccezionale la sua vita militare, del tutto anomala la sua situazione nel dopoguerra, singolare la sua morte. Nacque a Cavriago (RE) il 12 settembre 1892, frequentò l’Accademia militare di Modena, entrò nel corpo degli Alpini, fu in Libia, combattè nella Prima Guerra Mondiale e nel 1942 al comando della divisione Tridentina andò sul fronte russo. L’eroismo del generale Reverberi si palesò proprio durante la ritirata dal fiume Don, quando la divisione Julia e altre erano state completamente distrutte ed i pochi soldati sbandati si aggregarono alla Tridentina, unica divisione ancora efficiente ed armata e con gli ufficiali tenacemente al comando. Dopo parecchi giorni di marcia ed i soldati distrutti dalla fatica e dalla fame, con pochi automezzi per i feriti e solo i muli per il carico delle armi pesanti e per le slitte, il generale Reverberi rivolse alle sue truppe un discorso epico: “Siamo ormai giunti a pochi giorni di marcia dai nostri treni che ci riporteranno in patria, c’è rimasta un’ultima battaglia nella città di Nikolajewka, poi c’è l’Italia”. Dopo il discorso rifiutò di salire su un aereo cicogna che raccoglieva gli alti ufficiali e fece salire al suo posto un colonnello del suo comando ferito grave. Salì poi sulla torretta dell’unico semovente tedesco rimasto e al grido “Tridentina avanti!! di là c’è l’Italia” lanciò l’attacco definitivo riuscendo a rompere l’accerchiamento della linea difensiva russa; salvò così migliaia di soldati. Era il 26 gennaio 1943. Dopo l’8 settembre 1943 Reverberi viene arrestato dai tedeschi a Bressanone ma liberato successivamente a seguito della sua decisione di aderire alla RSI ed inviato in Francia in un campo per ufficiali collaborativi dove prese contatti con la resistenza francese. Scoperto fu nuovamente arrestato. Agli inizi dei 1945 viene arrestato dai Russi per il suo passato sul Don e trattenuto fino a settembre quando viene rimpatriato. In Patria iniziano delusioni ed incomprensioni. Innumerevoli madri e spose lo coprirono di benedizioni e grande riconoscenza per aver salvato migliaia di figli della Patria. L'Italia democratica del dopoguerra avrebbe potuto appropriarsi di Nikolajewka come esempio di ardimento ed eroismo, di attaccamento verso il dovere e fedeltà verso la Patria lontana. Invece no. Cessate le ostilità e cominciata l'epurazione, anche l'eroe di Nikolajewka dovette passare sotto le forche caudine delle commissioni di revisione, presiedute da politici settari e spietati, i quali procederono nei suoi confronti con acrimonia ideologica su denuncia del senatore Edoardo D'Onofrio del PCI, così Reverberi venne collocato nella riserva. Si disse che dopo l'8 settembre la sua condotta fosse stata "incerta". I fatti, tragici ed eroici nello stesso tempo, di Nikolajewka non ebbero alcun peso sull'immorale giudizio, che troncava la carriera ad uno dei nostri più giovani e brillanti capi militari. In un altro paese egli sarebbe stato proposto ad esempio. In Italia è molto che non lo abbiano messo in prigione. Quando qualche giornale segnalò l'odiosità del fatto, l'allora ministro della Difesa, Randolfo Pacciardi, riesaminò i precedenti, e fu lieto di controfirmare il decreto che conferiva a Reverberi, per l'episodio di Nikolajewka, la medaglia d'oro al valor militare; ma non volle, o non poté far nulla per richiamarlo in servizio. Dopo aver superato tante battaglie, dopo aver scalato montagne dopo una vita vissuta da Alpino con piede fermo, morì a 62 anni cadendo accidentalmente dalle scale della propria casa a Milano. Era il 22 giugno 1954, 60 anni fa. Ora riposa nel cimitero di Montecchio Emilia. ₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪₪ Con l’aiuto della relazione di Sandro Bari tracciamo ora un breve elenco dei partecipanti alla manifestazione: rappresentanti della Polizia, dei Carabinieri, della Protezione Civile, del Comitato di Quartiere, bandiere, labari e gagliardetti della Associazione Reduci di Russia, dell’Ass. del Fante, dell’Ass. Alpini, dell’Ass. Bersaglieri, dell’Ass. Paracadutisti, dell’Ass. Cavalleria Italiana, del Comitato Nikolajewka, del Gruppo Alpini di Pomezia, Aprilia ed Amandola (AP). Presenti come sempre in queste circostanze i reduci di Russia Domenico Certelli (Div. Torino) e Valentino Di Franco (Div. Julia). Particolarmente significativi i messaggi pervenuti da due Alpini della Divisione Monterosa, capitano Puccio Cigliana e sergente Marcello Lama del Valanga - Xª Flottiglia MAS. Ci corre l’obbligo di ricordare anche la presenza di tanti affezionati partecipanti alle iniziative del Comitato Nikolajewka: Gianluigi Jannicelli figlio della MOVM Giorgio, Vincenzo Marini dell’ANRRA, Gen. Aurelio Rossi e Ten. Angelo Ancellotti dell’ANAC, Bers. Ten. Massimo Flumeri pre. ANB Roma, Alpino Col. Prof. Luigi Monaco, Alberto Maria Felicetti, Vincenzo Di Michele scrittore e saggista, Anna Addamiano artista e pittrice, Roberto Piazzini e Nella Bruneri Giacone poeti, Francesca Di Castro nipote di Eugenio Bers. Serg. Reduce di Sciara Sciat, Rossana Caporilli parente di Ettore Muti, Prof. Paolo Leoni e tanti altri. E, impossibile citarli tutti, i fedeli componenti e simpatizzanti del Comitato Nikolajewka: tra loro Werther Marini, Sante Sciaroli, Sergio Pecchia di Aprilia, Marco Mantova, Achille Iacovelli, Alpino Franco Feriani, gestore della Funivia del Gran Sasso, il fedelissimo Parà Marco Fabrizio della Sez. ANPdI Velletri, sempre attivo in ogni manifestazione. Impagabile come sempre la presenza di Angelo Blasetti, attore e presentatore, che nobilita i testi con la sua fervente interpretazione. Si è sentita la mancanza del protagonista, l’ideatore della manifestazione e promotore del Comitato, del Giardino e del Monumento Nazionale: l’Art. Alpino Silvano Leonardi che per la prima volta non ha potuto essere presente per motivi di salute. Un grande applauso di augurio ha reso omaggio a Silvano Leonardi grazie al quale esiste oggi il Monumento ai Caduti e Dispersi di Russia, nel ricordo per non dimenticare. Roma, giugno 2014 Paracadutista Marco Fabrizio (3498306841) “Comitato Famigliari e Amici per Nikolajewka” Art. Alpino Silvano Leonardi Via ss. Cosma e Damiano, 35 - 00189 Roma O6 33266672 - 3339647451
© Copyright 2024 ExpyDoc