Morandi e gli avvocati della difesa

Provincia 35
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE 2014
Morandi, la difesa al contrattacco:
venga sentito l’imprenditore Gamba
I legali chiedono il rito abbreviato, condizionato all’audizione del grande accusatore come teste
In alternativa, fra le istanze degli avvocati c’è anche la richiesta di «messa alla prova» dell’imputato
Valbondione
VITTORIO ATTANÀ
Mossa a sorpresa della difesa di
Benvenuto Morandi, l’ex direttore
della filiale Private della Intesa
Sanpaolo di Fiorano al Serio (ed
ex sindaco di Valbondione) agli
arresti domiciliari con l’accusa di
furto, truffa e falso. Il giudice per
le indagini preliminari Alberto Viti, su richiesta dei pubblici ministeri Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, ha disposto il giudizio immediato nei confronti di
Morandi in relazione a una parte
delle accuse, per cui l’accusa ritiene sussistere la condizione dell’evidenza della prova. L'udienza
è fissata per il 18 dicembre, ma gli
avvocati difensori di Morandi, Angelo Capelli e Maria Laura Andreucci, ieri mattina hanno presentato all’ufficio del gip un’istanza dettagliata in cui, da un lato, chiedono
la nullità della richiesta di giudizio
immediato per il loro assistito, per
presunti vizi procedurali, dall’altro – se le loro osservazioni non
verranno accolte – la possibilità
per l’ex direttore di banca di essere
giudicato con rito abbreviato, che
prevede la riduzione di un terzo
della pena, in caso di condanna.
Per quanto riguarda le eccezioni procedurali, nel documento depositato ieri i legali sostengono
che i reati contestati a Morandi
prevedrebbero la citazione diretta
a giudizio e che quindi la strada del
giudizio immediato (caratterizzato dalla mancanza dell’udienza
preliminare) sarebbe stata intrapresa in maniera non legittima da
parte dai pubblici ministeri. Sempre in tema di procedure, gli avvocati hanno evidenziato anche una
questione legata ai tempi: a loro
giudizio la richiesta sarebbe stata
formulata oltre le scadenze previste.
Sarà ora il gip a decidere, sia su
queste osservazioni di natura tecnica, sia nel merito delle richieste
successive avanzate, in ordine di
importanza, dalla difesa.
Se i rilievi procedurali non venissero accolti, la difesa chiede per
Morandi in prima istanza il giudizio abbreviato. A una condizione
però. E non si tratta di un paletto
di poco conto.
«Venga sentito Gamba»
I legali chiedono infatti che all’udienza vengano sentiti una serie di testimoni, fra cui spicca il
nome di Gianfranco Gamba, l’imprenditore di Gazzaniga a cui –
stando alle contestazioni – Morandi avrebbe rubato (prelevandoli dai conti correnti suoi, ma
anche della moglie e della figlia)
qualcosa come 10 milioni di euro.
La difesa di Morandi non si
sbottona: «Vogliamo solo che il
giudice esamini con puntualità le
nostre richieste e siamo fiduciosi
che vengano prese in considerazione». Ma la linea difensiva si
inizia a intravedere: possibile che
Gianfranco Gamba non sapesse
nulla di come Morandi gestiva i
suoi soldi? Possibile che non sapesse che molti di questi finissero
nelle casse della Mountain Security Srl, società di cui lo stesso
Gamba era proprietario (salvo poi
cederla per 10 mila euro a una fedelissima di Morandi, Sabrina
Semperboni) e attraverso la quale
controllava la Sviluppo turistico
Lizzola (Stl), società di gestione
dello sci in Alta Valle?
È qui che vuole andare a parare
la difesa? Forse sì, anche perché
fra gli altri testimoni di cui i legali
chiedono l’audizione ci sono Simona Zanchi, ex responsabile
marketing e comunicazione di Stl,
da molti ritenuta persona di fiducia di Gamba nella società dello
sci, e Giorgio Canziani, collaboratore dell’imprenditore.
Va ricordato che per tutti – a
cominciare dalla Procura, che sul
tema organizzò persino una conferenza stampa – Gianfranco
Gamba nella vicenda altro non è
che una vittima: tanto più che, nel
pieno della bufera Morandi, qualcuno ha anche gettato una bomba
nella sua proprietà e gli ha incendiato il lussuoso chalet sul Monte
Bue. Ma è evidente che, in aula, l’ex
«amico» Benvenuto Morandi potrebbe tentare di convincere i giudici del fatto che l’imprenditore,
in realtà, sapesse dei movimenti
di denaro effettuati sui suoi conti.
Fra i testimoni che la difesa
vorrebbe portare in Tribunale ci
sono anche alcuni imprenditori e
dipendenti della Intesa Sanpaolo,
filiale Private e Retail di Fiorano
L’imprenditore Gianfranco Gamba, i legali di Benvenuto Morandi chiedono che venga sentito come testimone
al Serio.
La vicenda in pillole
Il ruolo della banca
Già, la banca: stando alla consulenza affidata dai pubblici ministeri a un funzionario di Banca
d'Italia, era noto da tempo all’interno di Intesa Sanpaolo Private
Banking che Benvenuto Morandi
faceva ricorso a rendicontazioni
parallele che le sottoponeva alla
clientela, eppure non era stato rimosso. Un’attenuante per l’ex direttore?
I suoi legali, qualora l’abbreviato condizionato non venisse accolto, hanno chiesto al gip la possibilità di ricorrere alla «messa alla
prova», una sorta di percorso di
recupero che , se portato a buon
fine, cancellerebbe i reati contestati. In subordine, la richiesta è
il giudizio abbreviato, condizionato all’esame dell’imputato. Che
stando alla mossa di ieri dei suoi
legali, sembra pronto a dar battaglia. 1
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Un anno e quattro mesi fa la bufera
Le accuse di furto, falso e truffa
Il «caso Morandi» comincia il 1° luglio
2013, quando Benvenuto Morandi
viene sospeso dall’incarico di direttore di filiale, al Private di Intesa Sanpaolo a Fiorano, per presunti ammanchi
di denaro sui conti correnti di alcuni
clienti. Il 25 luglio arriva la prima denuncia presentata da uno dei risparmiatori che avrebbe riscontrato ammanchi di denaro sul suo conto. Altri
risparmiatori si rivolgeranno poi ai
carabinieri per denunciare ammanchi o incongruenze. La Procura apre
un fascicolo con l’ipotesi di reato di
appropriazione indebita aggravata
e Morandi viene iscritto nel registro
degli indagati. Il principale accusatore
dell’allora direttore di banca e sindaco
di Valbondione è l’imprenditore Gian-
Il bergamasco Stefano Pizzi
direttore di Adamello Ski
Ancora un bergamasco. Il
consorzio Adamello Ski, realtà prestigiosa delle alpi bresciane (e non solo) torna
a puntare su un direttore orobico, Stefano Pizzi.
Torna, perché per molti anni, gli
anni in particolare del grande rilancio di Adamello Ski, con tra
l’altro la realizzazione della innovativa cabinovia tra Ponte di Legno e il Passo del Tonale, direttore
del Consorzio è stato il bergamasco Francesco Bosco.
Stefano Pizzi, scelto dal Consiglio di amministrazione del Consorzio, ha 43 anni ed è nato a Bergamo, da dove si è poi presto trasferito a Milano. Il papà, Francesco Pizzi, di Bergamo Borgo Santa
Caterina, è stato anche un giocatore dell’Atalanta e il legame di
Stefano con la Bergamasca è sempre rimasto ed è tuttora molto
forte.
Pizzi succede a Giovanni Malcotti e per il Consorzio – recita un
comunicato di Adamello Ski – si
tratta della «persona che permetterà alla destinazione Pontedilegno-Tonale di raggiungere nuovi
ed importanti traguardi futuri».
Il nuovo direttore si caratterizza per una grande esperienza nel
settore turistico, ha diretto associazioni di categoria quali Fiavet
Lombardia e Astoi, inoltre ha lavorato per varie imprese turistiche. «Quando mi è stato proposto
di lavorare per Adamello Ski –
Stefano Pizzi
franco Gamba, che tra l’altro è vittima
di intimidazioni e scritte ingiuriose.
Il 30 novembre scatta il sequestro
conservativo dei beni di Morandi,
mentre il 2 dicembre, con la messa in
mora da parte del segretario comunale di Valbondione della società Mountain Security, si apre la vicenda dei
nove box che la società si era impegnata ad acquistare dal Comune e che
porterà, il 4 dicembre, alle dimissioni
in blocco del la maggioranza guidata
da Morandi.
Il 9 maggio l’arresto con l’accusa di
furto aggravato, falso e truffa aggravata. Da allora Morandi è ai domiciliari con il braccialetto elettronico: il tribunale del Riesame respinge infatti
il ricorso della difesa. Il prossimo 18
dicembre è fissata l’udienza con giudizio immediato, ma i legali hanno
sollevato eccezioni procedurali, su cui
si pronuncerà il giudice.
confida al telefono – ho accettato
con entusiasmo. Si tratta di una
realtà prestigiosa e ho trovato un
livello molto alto di attività. L’impegno è affascinante».
Intenzione del nuovo direttore
è «dare continuità alle tante e
ottime iniziative che sono state
fatte e al prestigio di Adamello
Ski. Punteremo sulla destinazione invernale Pontedilegno-Tonale – spiega – e spingeremo con
maggiore incisività le altre stagioni, che sono in grado di attrarre
numerosi turisti se opportunamente stimolati con proposte basate principalmente sul trekking,
sul bike e sull’enogastronomia,
che sono i punti di forza di questo
territorio».
Tra le attenzioni del Consorzio, quella verso i mercati stranie-
ri e su quelli emergenti senza naturalmente trascurare il mercato
italiano. Il Consorzio ha in programma di potenziare le iniziative di marketing e di e-commerce:
«È mia intenzione – aggiunge
Stefano Pizzi – ampliare le partnership istituzionali e commerciali e faremo in modo di muoverci in tutte le direzioni per andare
a prendere i turisti, sfruttando in
maniera significativa anche internet e i canali social».
Obiettivo è dare una sempre
maggiore visibilità alla destinazione, e proprio per questo – aggiunge il neodirettore – «siamo al
lavoro per organizzare un importante evento d’inizio stagione».
Stagione che ormai sta per
aprirsi.Gli appassionati dello sci
sono in attesa. 1
Benvenuto Morandi