Costa dei Trabocchi: risorsa da conservare e potenziare

Aut. Trib. Pescara n.4 - 19/1/05 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 113/2008 - 0,25
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ilParlato
Gente di Mare | 25
RIVISTA TRIMESTRALE DEI CIRCOLI
E DELLA GENTE DI MARE
ambiente
Costa dei Trabocchi:
risorsa da conservare e potenziare
Salve a tutti, amici de ilParlato!
In questo numero vi parlerò della costa dei trabocchi, costa storica, suggestiva e di alto valore naturalistico corrispondente al tratto di litorale adriatico della Provincia di Chieti (Abruzzo). Ho scelto di trattare questo argomento a seguito delle ultime vicende
sulla costruzione di piattaforme petrolifere proprio antistanti la
costa dei trabocchi stessa e ciò che si sta facendo per fermare
l’attività di perforazione e garantire che il nostro territorio rimanga allo stato naturale trasformandosi, al contrario, in un Parco
marino. I trabocchi sono antiche costruzioni da pesca in legno
(palafitte) tipiche delle coste abruzzesi, che sfruttano le elementari tecniche di incastri e contrappesi. Si tratta di impalcature di
tavolato e travi, installate sulle scogliere, che permettono di
pescare attraverso specifiche reti nello spazio di mare antistante.
Sono composte da una piattaforma protesa sul mare ancorata
alla roccia da grossi tronchi di pino d’aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche
metro dall’acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un’enorme rete
a maglie strette detta trabocchetto. Esse rappresentano l’emblema per eccellenza dello
sviluppo sostenibile poichè tutti i materiali di cui sono costituiti sono rinnovabili, riciclabili ed ecologici. I trabocchi nacquero inizialmente lungo la costa abruzzese teatina (provincia di Chieti) ma si diffusero successivamente anche nel Molise e nelle coste pugliesi. In
origine ve ne erano 57 su tutto il litorale che va da Ortona (comune più a nord della costa
dei trabocchi) a Vasto (comune più a sud), oggi se ne contano invece solo 18 (vedi foto).
La Costa dei Trabocchi gode anche di un grande valore naturalistico e ambientale. Il mare
antistante la costa rocciosa, facilita il disperdersi dei nutrienti ad opera delle correnti marine garantendo una maggiore ossigenazione e trasparenza. La pesca adottata dai trabocchi è una pesca sostenibile e responsabile; le reti da pesca non sono invasive per il fondale rispettando quindi le specie bentoniche presenti. Tra Ortona e Vasto, in poco più di 50
km, troviamo 7 Riserve naturali regionali e 6 Siti di importanza comunitaria oltre a numerose stazioni dove sono segnalate specie vegetali in via d’estinzione e in lista rossa IUCN
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AMBIENTE
l’autore
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CRISTINA INGARAO
ha 33 anni ed è laureata in Scienze Ambientali
Indirizzo Marino. Ha un Dottorato di Ricerca in
Scienze Ambientali ed è specializzata in
Oceanografia Chimica. Da 10 anni si occupa di
ambiente marino, ma l’amore per il mare ha
accompagnato la sua vita sin da bambina. È
una subacquea esperta, pratica l’apnea e ha
appena preso anche la patente nautica. La sua
è proprio una vita intorno al mare.
(International Union for Conservation of Nature). Complessivamente risultano protetti 11,41 Km2, pari al 3,7% del territorio costiero, considerando solo le aree protette. Superficie
che aumenta fino a 19,3 Km2, pari al 6,3% se consideriamo
anche la parte ricadente nei Siti d’Importanza Comunitaria
della Rete Natura 2000. Come evidenziato da recenti studi
svolti dal nostro istituto Consorzio Mario Negri Sud e dal
gruppo LASCOT è emersa la possibilità di migliorare e ripristinare la connettività ecologica tra queste aree. Facendo un
excursus scientifico tra quelle che sono le specie animali e
vegetali presenti all’interno della costa dei trabocchi troviamo
la capinera, l’occhiocotto, la sterpazzolina, la sterpazzola di
Sardegna e il canapino, il martin pescatore e il tarabusino; la
pispola golarossa, il gruccione, il picchio verde e il picchio
rosso maggiore, nonché il fratino. Tra i rettili sono presenti il
geco verrucoso, il geco comune, il cervone e la testuggine
terrestre. Per i pesci abbiamo la cheppia e il cagnetto, nonché invertebrati come il granchio di fiume; tra i mammiferi la
volpe, la donnola, il ricci, il toporagno, il mustiolo e il tasso,
avvistato anche il capriolo. Dal punto di vista della vegetazione, troviamo soprattutto quella alofita di scogliera e falesie,
legata dunque ai sistemi dunali o alle spiagge ciottolose:
Calystegia soldanella, Polygonum maritimum, Pancratium
maritimum, Typha minima, Salicornia patula, Sagina marittima,
Spergularia marina, Crithmum maritimum, Daucus gingidium,
Helichrysum italicum, Ammophila arenaria subsp. australis,
zigolo delle spiagge, ononide screziata, logliarello delle
spiagge, silene colorata, erba medica litorale, nappola, agropiro pungente, papavero cornuto e camomilla di mare.
Nonostante l’alto valore naturalistico, paesaggistico e
ambientale di cui gode la costa dei trabocchi, si stenta,
ahimè, a trasformarlo in Parco marino. Le amministrazioni
locali, immotivatamente, temporeggiano sulla sua affiliazione rischiando addirittura il commissariamento da parte del
Ministero dell’Ambiente. Risulta inoltre ancora più “buffo” il
fatto che il Parco Nazionale della Costa Teatina è già stato
istituito nel 2001. Esiste dunque sulla carta da quella data
ma, da allora, non sono stati sufficienti 12 anni per giungere
alla perimetrazione di questa area protetta contro la quale la
Regione Abruzzo ha persino presentato un ricorso, perdendolo, alla Corte Costituzionale. Il Ministero dell’Ambiente ha
scritto alla Regione chiedendo di pronunciarsi sulla perimetrazione, altrimenti sarà costretto a far arrivare un commissario. Per seguire gli sviluppi della vicenda http://vogliamoilparco.blogspot.it/. Un ringraziamento speciale agli amici/colleghi Dr. Tommaso Pagliani, Dott.ssa Giovanna Lanciani e
Dott.ssa Federica Piccoli, che, oltre ad essere abitanti di questo favoloso tratto di costa, hanno collaborato alla realizzazione dell’articolo (www.negrisud.it/ambiente/).
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