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Fiammate 1 / giornate di Parma 1922
Con la definizione Fatti di Parma si intende l'assedio perato dagli squadristi, comandati
prima da un quadrumvirato locale e successivamente da Italo Balbo, alla città di Parma, in
cui si trovavano asserragliati gli Arditi del Popolo e le formazioni di difesa proletaria,
all'inizio dell'agosto 1922.
I fatti di Parma rivestono un'importanza particolare in quanto rappresentano l'ultima e la più
forte opposizione organizzata nei confronti dello squadrismo
Premessa
In città erano presenti sostenitori dell'interventismo di sinistra, tra i quali alcuni capi
riconosciuti anche a livello nazionale come Alceste De Ambris, ed associazioni e
formazioni localmente attive come la Legione Proletaria Filippo Corridoni.
Nel parmense la guerra, tramite le commesse, portò ad un incremento industriale sia nel
settore agricolo che della manipolazione dei prodotti della terra. In buona sostanza, però,
nonostante i tempi convulsi, la borghesia parmense non mutò il proprio atteggiamento dal
periodo precedente al conflitto e non vide di buon occhio, per risolvere i conflitti sociali, il
fascismo. Essa continuò perciò a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della
potente Associazione Agraria Parmense, che aveva battuto lo sciopero del 1908.
A Parma ci fu quindi un'organizzazione della difesa quasi corale e la borghesia, in linea di
massima, non pose forti ostacoli all'azione degli Arditi del Popolo e delle formazioni di
difesa proletaria. Vi era inoltre il ritorno di reduci fortemente delusi, in quanto Parma era
stata città fortemente interventista.
Sintesi degli avvenimenti
Il 31 luglio 1922 l'Alleanza del Lavoro, unione dei precedenti sindacati di sinistra, indisse lo
sciopero legalitario "contro le violenze fasciste" e "l'indifferenza dello Stato verso di esse".
La notizia trapelò prima del dovuto e Mussolini poté organizzare una resistenza anticipata
inviando a tutte le federazioni del Partito Nazionale Fascista (PNF) una circolare
segretissima:
« Se a quarantotto ore dalla proclamazione dello sciopero il Governo non sarà riuscito a
stroncarlo i fascisti provvederanno essi direttamente alla bisogna. I fascisti debbono,
trascorso il suaccennato periodo delle quarantotto ore, e sempre che lo sciopero perduri,
puntare sui capoluoghi delle rispettive Province e occuparli »
(Benito Mussolini)
A Parma i lavoratori aderirono allo sciopero in forze. Agli Arditi del Popolo, combatte quasi
la locale Legione Proletaria Filippo Corridoni, realizzando un fronte che comprende gli
interventisti di sinistra parmigiani, affascinati in un primo momento dal programma dei
fasci di combattimento.
I sindacalisti rivoluzionari parmigiani rientrarono perciò nell'orbita di sinistra, mostrando le
difficoltà da parte del fascismo nel trovare consensi a Parma.. Da poco più di un anno erano
inoltre presenti le formazioni di difesa proletaria di Guido Picelli, socialista
internazionalista.
Il reclutamento per i fatti di Parma ebbe luogo anche in altri strati sociali, con la caduta in
combattimento di Ulisse Corazza, consigliere del partito popolare.
Balbo sostituirà, mandato da Michele Bianchi, su richiesta del deputato fascista Terzaghi[4],
il quadrunvirato locale, vicino alle posizioni di Farinacci.
Canzone http://www.youtube.com/watch?v=_gWFu4ERoI4
I fatti di Parma
Nei primi giorni di agosto vennero perciò mobilitati dal PNF circa 10.000 uomini per
l'occupazione di Parma, giunti dai paesi del parmense e dalle province limitrofe. Dopo un
breve comando affidato al quadrunvirato formato da Alcide Aimi, Giovanni Botti, Gino
Caramatti e Giuseppe Stefanini, le consegne vengono passate ad Italo Balbo. Il numero
degli squadristi venne incrementato notevolmente con sopravvenuti rinforzi.
Il 6 agosto, su consiglio anche dell'ufficiale militare al comando della locale Scuola di
Applicazione militare, Lodomez, ma soprattutto resisi conto dell'impossibilità di conquistare
la città senza scatenare una vera e propria guerra compiendo una carneficina, i fascisti
passarono il controllo dell'ordine pubblico all'esercito, impegnandosi a ritirarsi ...anche e
soprattutto poiché a partire dalle ore 24 del 5 agosto era entrato in vigore lo stato d'assedio
militare..
Alla fine si conteranno 2 morti fra i fascisti e 5 fra gli Arditi del Popolo. Nell'intero periodo
delle barricate d'agosto a Parma non si contò alcun caduto tra i fascisti. Solo in provincia, e
pertanto fuori dall'ambito delle barricate cittadine, i fascisti ebbero due caduti nelle persone
di Ettore Tanzi, contadino di Collecchio, ucciso sulla strada di Sala Baganza perché non
aveva aderito allo sciopero, e lo squadrista carpigiano Odoardo Amadei, colpito da un
cecchino nella stessa serata mentre Amadei con altri cercava di recuperare il corpo del
Tanzi. Quattro caduti fra le fila delle formazioni di difesa proletaria sono Ulisse Corazza,
consigliere comunale del Partito Popolare Italiano, Giuseppe Mussini, Mario Tomba ed il
giovanissimo Gino Gazzola. Il diciassettenne Carluccio Mora morì colpito da un proiettile
vagante mentre giocava a calcio in un campetto della periferia. Secondo il corrispondente da
Parma del Resto del Carlino dell'epoca:
« mentre i fascisti secondo gli ordini ricevuti non hanno risposto al fuoco... i sovversivi
presi da panico si sono uccisi fra di loro in un urto cruentissimo. Vi sarebbero tre morti e
vari feriti »
La popolazione dell'Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara all'aggressione,
innalzando barricate e scavando trincee, volendo difendere ad oltranza le sedi delle
organizzazioni proletarie e di quelle centriste conoscendo le devastazioni che i fascisti
avevano compiuto in altre località, come nel Ravennate, guidati proprio da Italo Balbo.
Mentre a livello nazionale lo sciopero si esaurisce in un fallimento completo, a Parma l'idea
di resistere si radica sempre di più. Nei quartieri popolari i poteri istituzionali passano al
direttorio degli Arditi del Popolo comandati da Guido Picelli.
Il rione Naviglio venne occupato dall'esercito (Novara Cavalleria) il giorno 4 agosto a
seguito di un accordo fra il prefetto Fusco e Balbo. Lo stato d'assedio militare venne istituito
dal Governo a partire dalle ore 24 del 5 agosto in tutte le città nelle quali perduravano
ancora disordini a seguito dello sciopero generale proclamato a partire dal 1 agosto e
conclusosi ufficialmente il 3 agosto. Le città dichiarate in stato d'assedio, oltre a Parma,
furono: Ancona, Livorno, Genova e Roma. Il 6 agosto Lodomez, comandante militare della
piazza, assume pieni poteri.
La scritta in dialetto parmigianio "Balbo t'è pasè l'Atlantic ma miga la Pèrma" ("Balbo, hai
attraversato l'oceano ma non il Torrente Parma") non è stata tracciata in epoca fascista ma a
posteriori, fra gli anni '60 e '70
Canzone http://www.youtube.com/watch?v=RntcePeNHus