Dicembre - Parrocchia di San Gervasio e Protasio

Gruppo lettori delle opere di
MARIA VALTORTA
Appuntamenti comunitari
Venerdì
5 - Primo Venerdì del mese - Adorazione Eucaristica (tutto il giorno)
Ore 17,00 S. Rosario - ore 18,00 S. Messa e Vespri
Sabato
6 - Primo sabato del mese:- Ora Mariana ore 16,00 – 17,30.
Martedì
9 - Ore 17,00 Incontro mensile del Gruppo di Preghiera San Padre Pio
Esposizione del Santissimo, S.Rosario, Benedizione, ore 18 S. Messa.
Venerdì 12 - Ore 16,30 Incontro mensile per la lettura delle opere di M. Valtorta.
Sabato
13 - Giornata Mariana - Turni di preghiera ore 9-12 <> 16-17,30.
Sabato
13 - Domenica 14 :- Uscita con i ragazzi di 1ª Superiore.
Martedì 16 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 5ª e loro genitori.
Mercoledì 17 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 4ª e loro genitori.
Giovedì 18 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 3ª e loro genitori.
Domenica 21 - Ritiro delle famiglie giovani di San Gervasio e della Fraternità di Selva
a San Gervasio. Segue Pranzo di Natale.
Mercoledì 24 - Vigilia del Santo Natale - Ore 23,45 - Santa Messa della Notte .
Giovedì 25 - Natale del Signore - SS.Messe ore 8,00 - 10,30 - 12,00 - 18,00.
Mercoledì 31 - Ultimo giorno dell’anno - Santa Messa delle ore 18,00 con solenne rito
del Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso.
Avviso
Come abbiamo
convenuto nella
nostra ultima
riunione,
se c on d o
la
p r o p r i a
disponibilità, ciascuno è
pregato di intervenire alla
Preghiera Comunitaria
organizzata dal Gruppo di
Preghiera di San Padre Pio
che si riunisce il secondo
martedì di ogni mese (Vedi
calendario di Dicembre) . Sarà
fra l’altro una degna
preparazione alla nostra
riunione del venerdì
successivo.
R. C.
12 dicembre
ore 21,15 in chiesa
Notizie dalla
Comunità
di
Giovedì 11
Martedì 16
Mercoledì 17
Giovedì 18
Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio - Piazza San Gervasio, 8 - 50131 Firenze - Tel. 055 587642
Correva l’anno scolastico 1970/71,
classe II B, Liceo Scientifico Castelnuovo, ultimo compito in classe di italiano del II quadrimestre.
La professoressa di Lettere assegnò i titoli dei temi; il terzo consisteva nel commentare la seguente
poesia di C. Kavafis:
desideri
ore 18,45
ore 18,45
ore 18,45
ore 18,45
*Saranno presenti diversi sacerdoti per le confessioni*
Mercoledì 3 e 10 dicembre alle ore 21,15 catechesi (adulti 30-50 anni).
Martedì 2 e 16 dicembre, alle ore 21,15, preparazione per gli adulti che
devono ricevere il Sacramento della Cresima.
Vi aspettiamo numerosi !!
NOVENA DEL SANTO NATALE
6 <> 14
Dicembre
Da Lunedì 15 a Martedì 23 *Santa Novena di Natale* alle ore
- nella sala parrocchiale –
* Lunedì
ore 17,30:- Ripetizioni gratuite di italiano e latino per ragazzi scuole
medie e superiori.
ore 21,15:- Prove del “Coro Parrocchiale”
* Martedì
ore 16,00:- “Gruppo cucito” pro-missioni.
ore 15,30:- Ripetizioni gratuite di matematica, chimica, fisica per ragazzi scuole
medie e superiori.
ore 17,00:- Corso di chitarra per bambini del 1° anno - Ore 18,00 per quelli del 2°
anno - Ore 18,30 per i ragazzi delle medie.
* Mercoledì
ore 09,30:- “Lectio divina” sulle Letture Bibliche della domenica con don Marcello
* Venerdì
ore 09,00:- “Gruppo pulizie locali” - Sono attesi nuovi volontari/e.
“Un regalo per chi vuoi,
aiutando chi ha bisogno”
Aiuto Fraterno
Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio – P.za S. Gervasio, 8 – 50131 Firenze tel. 055 587642
Sito Internet: www.sangervasioeprotasio.it - Casella postale: [email protected]
PARTECIPARE
www.sangervasioeprotasio.it
“E se non puoi la vita che /
1ª Media
3ª Media
2ª Media
1ª Superiore
S
Anno XX
N° 213
Dicembre 2014
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non /
sciuparla
nel troppo commercio con la /
gente
con troppe parole e in un /
viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in /
giro
in balia del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti
fino a farne una stucchevole
estranea”
A quel tempo avevo un’impellente
necessità: ri-equilibrare la media
dei voti; non scelsi di trattare questo tema, ma uno più semplice.
Andò bene (!), ma il testo di quella
poesia continuò a risuonarmi attorno. Lo trascrissi in una pagina di
quaderno, e ancora adesso mi accompagna.
L’ho cercato più volte; ho acquistato e letto diverse edizioni delle
opere di Kavafis, ma non ho più
trovato il testo con la traduzione
riportata in quel lontano 1971.
Sono ancora quelle le parole che
ritornano quando incontro persone
che con la vita non ce la fanno…
che ci provano ad essere diversi, a
cambiare, a far sì che qualcosa di
bello possa succedere.
Come un tarlo mi torna sempre al-
la mente quel “E se non puoi la
vita che desideri…”perché nulla
di più umano c’è che desiderare
qualcos’altro di possibile, qualcosa
che faccia “bene”… E sono spesso
i desideri a spingerci avanti, a spronarci a cambiare, a indicarci una via anche se non riusciamo mai ad arrivare fino in fondo.
“Cerca almeno questo per
quanto sta in te …”
ginata nel tempo, mi ha dato nei
vari momenti significati diversi.
Di certo ha fornito un marchio al
modo di accostarmi all’altrui sofferenza… e probabilmente anche
alla mia.
Volevo ringraziare quella professoressa… non l’ho mai fatto direttamente, forse perché non vi è
stata l’occasione, forse perché
non ho trovato il coraggio.
Mi piacerebbe che un giorno leggesse queste righe e vi si riconoscesse. Credo abbia fatto una cosa grande, a me e alle persone
che in seguito ho incontrato ed
accompagnato.
Ci si interroga molto spesso su
come la scuola possa fare prevenzione e divenire comunità educante.
Oltre a rimandare a ciò che è già
stato detto in studi, ricerche,
esperienze… credo che ciò che
più conti sia una presenza attenta,
costante, reale che segue i percorsi dei propri studenti, azzardando
anche qualcosa in più per fare
crescere, per fare maturare, per
trascinare in avanti, per vedere
oltre la siepe qualcos’altro di possibile. La vita è una musica oltre
la partitura, canto sublime della
vita fragile, della vita povera,
contrariata a volte, ma irresistibile diffonde intorno a sé un
profumo che si riconosce ad occhi chiusi come un ramo di mimosa.
E
infine
volevo
anche
ringraziarla per tutto il tempo che
mi ha dato per poter svolgere
quel tema che già allora sentivo
mio.
è “questo” che mi sembra sia trasmissibile a chi chiede di cambiare;
prova, con tutte le forze che hai,
siano esse anche le ultime, ma prova per tutto ciò che dipende da te a
non sciupare ciò che ancora ti rimane. Cerca, cerca ancora quel qualcosa che ci appartiene, che ancora
non ci rende estranei.
E’ a volte impressionante scorgere
negli sguardi dei “ragazzi-utenti”,
nei loro racconti, la trama di una
vita “stucchevole”ed “estranea”,
talmente complicata da aver trasformato loro stessi in estranei alla
vita.
Non so se quella poesia ha originato la mia scelta sacerdotale, ma ha
di certo incontrato e permeato la Buon Natale, professoressa.
mia “passione umana”. L’ho rimudon Marcello
La voce dei nostri gruppi
Una rubrica che vuole ricordare a tutti le nostre attività e presentarle a coloro che di recente sono venuti ad abitare a San Gervasio nella speranza che vogliano prendervi parte.
Il nostro mercato natalizio, organizzato dai volontari dell’Aiuto Fraterno, è la maggiore iniziativa di sostentamento diretto per le opere del gruppo stesso verso i poveri e in
parte per la Caritas. Parte dei proventi, infatti, saranno devoluti a contribuire, seppure in misura minore, ai bisogni della parrocchia ed alle opere della
Caritas parrocchiale. Quest’anno il mercatino aprirà Sabato
6 Dicembre e resterà aperto fino a Domenica 14.
E’ una buona occasione per fare del bene acquistando regali per i vostri cari e per voi stessi che oltre tutto troverete
a prezzi inferiori a quelli del mercato. Tuttavia non è questo che deve spingervi, ma la consapevolezza che i soldi
raccolti andranno ad allietare il Natale delle centinaia di
poveri che a noi si rivolgono ed a risolvere qualche necessità emergente di famiglie indigenti. Come ogni anno ci sarà
un po’ di tutto: ceramiche, cristalli, argenti, libri, biancheria,
bijoux, vini, confetture, profumi ed oggettistica “vintage”.
P.S. Contiamo - o meglio: i nostri poveri contano - su di voi, sia in
qualità di “donatori” (il mercatino aspetta anche un vostro regalo di oggetti nuovi di cui vorrete privarvi), sia come “clienti” e,
perché no, anche come l’uno e l’altro.
Ringraziamo fin d’ora a nome dei nostri assistiti, sia gli acquirenti che i donatori che ancora una volta ci permetteranno di portare a buon fine questa iniziativa.
Sabato 6 - Domenica 7 - Lunedì 8 - Sabato 13 Orario 10,00 - 13,00 <> 16,30 - 19,30
Mercoledì 10 - Giovedì 11 - Venerdì 12 Orario 16,30 - 19,30
Domenica 14 Orario 10,00 - 13,00
A cura del gruppo giovanissimi
medicine
che
non si usano
più: perché lasciarle scadere
e buttarle via?
Un
semplice
gesto può ridare
la vita a molti !!!
Ricordiamo le
parole di Gesù:
“Ogni volta che
avete fatto qualcosa ad uno di
questi
piccoli
Siete tutti invitati a collaborare ad una iniziativa caritativa che ancora una volta il gruppo
giovanissimi della parrocchia metterà in atto
nel mese di Dicembre.
Di cosa si tratta? Di raccogliere le medicine
che le famiglie non usano più, di passare
dalle farmacie, di sensibilizzare medici, ambulatori … per avere qualsiasi tipo di medicine. E’ un’iniziativa promossa dal Centro Missionario Medicinali diocesano che da anni
raccoglie e invia gratuitamente farmaci, presidi medico-chirurgici e prodotti per bambini
ad operatori e missionari che operano nei
dispensari dei paesi del sud del mondo e
dell’Europa (Polonia, Romania, Grecia ed
anche Italia).
Milioni di persone muoiono ancora nel mondo per banali malattie facilmente curabili e
due miliardi di persone non hanno accesso
ai farmaci essenziali ! Noi, spesso, abbiamo
l’avete fatto a me !”
Come si raccolgono le medicine?
Ci saranno i ragazzi che in fondo di chiesa
raccoglieranno le medicine per due domeniche successive.
Ma anche in seguito potrete ugualmente
portare le medicine nei giorni che volete,
lasciandole in sacrestia.
Aiutiamo questi ragazzi a sentire l’urgenza
di guardare al di là dei propri bisogni per
far crescere il senso di responsabilità e di
solidarietà.
2
Fu il primo martire
La festa del Natale toglie luce a
un santo particolare, Santo Stefano, giovane proto-martire
cristiano. Ebreo di nascita, Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli
perché li aiutassero
nel ministero della
fede. Venerato sia
dalla Chiesa Cattolica
che da quella ortodossa, è il primo ad aver
subito il martirio tre
soli anni dopo la croce
di Cristo. Il racconto
del martirio ci viene
dagli Atti degli Apostoli che raccontano
che lapidazione, avvenne alla presenza di
Saulo (Paolo di Tarso)
prima della sua conversione sulla via di Damasco.
Sicura è la data della sua morte : il fatto che non sia stato
ucciso sulla croce (il metodo
usato dagli occupanti romani),
ma tramite lapidazione, prova
che il fatto avvenne nel 36, anno di vuoto amministrativo dovuto alla deposizione di Ponzio
Pilato che si era irrimediabilmente inimicato la popolazione
per la violenza usata per sedare
una rivolta. In quell’anno comandava quindi il Sinedrio, che eseguiva
le condanne a morte per mezzo
della lapidazione, secondo gli usi
locali. La tradizione narra che nel
415, un sacerdote di nome Luciano,
dopo aver avuto in sogno l’indicazione della sepoltura, pensò di aver
trovato il corpo di
Stefano nei pressi di
Gerusalemme. Nel
mondo latino e greco si diffusero presto
un gran numero di
reliquie. Molte di
queste giunsero anche
a
Minorca,
(Baleari), e il fatto
causò una feroce
persecuzione contro
gli ebrei da parte dei
cristiani dell'isola,
forse per vendicare
la morte del martire.
Jacopo da Varagine, nella sua Legenda Aurea narra l’avventurosa
scoperta del corpo, la sua traslazione a Costantinopoli e la seconda
traslazione a Roma. Per il fatto di
essere stato il primo dei martiri
cristiani, la ricorrenza a lui dedicata
è stata fissata il 26 Dicembre, subito dopo quella che celebra la nascita di Cristo. Il colore della veste
indossata dal sacerdote, in questo
giorno è il rosso, come in tutte le
occasioni in cui si ricorda un martire. La nostra chiesa ha con questo santo un particolare legame,
poiché ospita il dipinto di Santi di
Tito, oggi ottimamente restaurato,
che è uno fra i maggiori capolavori
d’arte a lui dedicati.
G. O.
L’appello mensile
AIUTO
FRATERNO
Con i proventi della vendita di torte, confezioneremo oltre 35 pacchi di Natale per
le famiglie più povere, così da dare loro
un segno della nostra solidarietà. Anche
il Mercatino di Natale aiuterà le iniziative
di carità del nostro gruppo e della Caritas
Parrocchiale. Quanto ai bisogni più urgenti, vi rammentiamo che, oltre ai viveri,
mancano anche coperte, giubbotti invernali e scarpe da uomo. Come sempre
grazie con tutto il cuore e Buon Natale
da tutto il gruppo dell’Aiuto Fraterno.
Enzo
<> <> <>
Un mio grazie particolare e tanti auguri
a tutti i “miei” volontari del “Centro
Ascolto” che sono le vere colonne portanti di tutto l’Aiuto Fraterno perché sono
veramente bravi e disponibili con il loro
amore per aiutare le persone bisognose
ed inoltre, cosa da non poco
conto, da tanti anni riescono
ancora a sopportarmi. Un grosso abbraccio , grazie
Enzo
Una strenna per il Santo Natale (anche nella nostra biblioteca)
UN
Alessandro D’Avenia - Ciò che inferno non è
L’autore, palermitano, ha conosciuto Padre Puglisi nel Liceo cittadino.
Federico, mentre si prepara a partire per una vacanza studio, incontra il professore che lo invita a dare una speranza ai bambini del suo quartiere.
Quando il giovane attraversa il passaggio a livello per recarsi a Brancaccio,
inconsapevolmente inizia una nuova vita. Questa esperienza gli fa conoscere
una realtà di degrado e dedizione che lo coinvolge e lo mette in crisi. Padre
Pino Puglisi (3P per i ragazzi) non diceva mai cosa fare, ma metteva nella condizione di scegliere : vieni
e vedi. Questa esperienza mette a dura prova Federico insieme a Lucia e Serena e spesso torna nella sua
bella casa segnato nel fisico e nel morale. Il sacerdote insegnava a non abbassare mai lo sguardo, mentre i
“padrini” pretendevano rispetto e sottomissione. Padre Puglisi diceva spesso: “Togli amore e avrai inferno, metti amore e avrai ciò che inferno non è”. Nonostante le grandi difficoltà affrontate non perdeva mai
la speranza e anche nel momento del suo martirio egli sorride. “Per quel sorriso non ci ho dormito la notte”, dirà il suo assassino.
Con una prosa moderna e colta l’autore disegna i suoi personaggi con dialoghi brevi e vivaci sullo sfondo
di una Palermo luminosa e piena di mistero, la Panormos dei greci, la tutta-porto.
Un romanzo maturo nel quale la lotta fra il bene e il male è descritta nella sua cruda realtà, ma che conferma come la generosità e l’amore sono capaci di fare miracoli. Una epifania dell’Amore !
LIBRO
AL MESE
7
Scritti premiati al nostro nono premio letterario
RE 1943”
“25 SETTEMB
rdamento
- Primo bomba aereo su Firenze Tenti
di Gianfranco
N
NERO su
BIANCO 2014
ell'ultima guerra il centro storico di Firenze
non subì attacchi da
parte dell’avia-zione alleata. ll
rischio che avrebbe corso il patrimonio artistico, universalmente riconosciuto, aveva fatto si
che i vertici civili e militari decisero di colpire solo obiettivi strategici alla periferia della città.
Tra questi la stazione ferroviaria
del Campo di Marte per l'enorme
traffico di materiali e di merci
diretti al sud in difesa della linea
Gustav e per l'avvicinarsi del
massiccio attacco contro il sistema difensivo di Cassino. Cosi lo
scalo di Firenze Rifredi e il deposito locomotive del Romito.
A Firenze le sirene suonavano
qua-si ogni giorno, anche più
volte. Ciò causava grande apprensione nella popolazione in
attesa del sospirato cessato allarme che sembrava non venire
mai. Tutto avveniva nell’arco
delle ventiquattr’ore.
Talvolta regnava il più assoluto
silenzio, ma si udivano anche
scariche di bombe a distanza,
con relativi bagliori di notte.
Quello che più preoccupava era
il passaggio di aerei che sorvolavano la città. Che intenzioni avevano? Finché non si allontanavano l'incubo persisteva.
Come tutti, anche noi di San
Gervasio, dove tuttora abito in
via Cento Stelle, ci difendevamo
- si fa per dire! - ricorrendo ai
rifugi antiaerei. Il mio fabbricato
non aveva cantine, però ce n’erano di vicine. C’erano anche di
diversi rifugi: l’Istituto dei Ciechi, le Suore dei Carcerati, il
Ponte sull’Affrico, allora non
coperto, e in viale Manfredo
Fanti. In più: c’erano i campi fra
via Cento Stelle e viale Righi,
dove si riteneva improbabile
uno sganciamento, ma si doveva stare ben nascosti ad evitare
mitragliamenti. La mattina del
25 settembre 1943 mi trovavo
in piazza Nobili. Quando suonò
la sirena mi misi a correre verso casa con la forza dei miei
dieci anni, ma già in piazza San
Gervasio gli aerei erano sopra
di me e facevano un frastuono
d'inferno. Mi infilai a casa e
mia madre mi condusse rapida
nel ripostiglio nel punto più
interno dell'abitazione. Pochi
secondi e arrivarono le bombe
25 settembre
1943
con scoppi assordanti e prolungati. La casa comincio a tremare come sotto l'effetto di un
terremoto, si sentirono grida
disperate, la luce si spense: momenti veramente drammatici!
Pensammo di essere stati centrati, ma fortunatamente non fu
così. Seguì un silenzio agghiacciante, poi si udirono le prime
voci concitate. Con circospezione fu aperto il portone sulla
strada. Ci colpì un fumo intenso e il sole appariva annebbiato
e oscurato. Un passante ci disse
che era stata colpita una casa in
via dei Sette Santi: sembrava
tagliata col coltello. Un ciclista
teneva in canna la moglie che
urlava: il mio bambino è sotto
4
NEROsuBIANCO 2014
__
le macerie, voglio tornare
indietro! Lui cercava come
poteva di calmarla. Mio padre
era al lavoro in centro e non
sapevamo nulla di lui, né lui
sapeva di noi. Iniziò con la
mamma un'attesa piena di ansia, affacciati alla finestra.
Finalmente lo vedemmo comparire in fondo alla strada che
faceva segni con le braccia. Ci
aveva visto e si era reso conto
che eravamo salvi.
La sera con i genitori andammo sui luoghi bombardati più
vicini. Una bomba era caduta
nell’orto della Parrocchia di
San Gervasio a pochi metri
dalla Chiesa.
Un’altra al Campo di Marte di
fronte alla torre di Maratona,
una terza in via Marconi. Ma
l'area colpita era ancora più
ampia come via via venimmo
a sapere. Il danno maggiore
l'aveva subito la stazione di
Campo di Marte, con distruzione di binari, vagoni e di
stabili vicini. E pensare che il
25 settembre 1943 i bombardieri americani avevano come
obiettivo la stazione ferroviaria di Bologna, ma un denso
strato di nubi ne impedì il
bombardamento. La salvezza
di Bologna segnò la condanna
di Firenze che poi subirà altre
sei incursioni con un bilancio
di 500 morti.
Spesso ritorno indietro col
pensiero a queste esperienze
che ormai la maggior parte
delle persone non ha conosciuto, e forse, dopo settant’anni di pace, non si rende
conto di questa grande fortuna.
G. T.
“MEMORIA DI UN AMORE”
di Emanuela Dolfi
Le tue incancellabili orme
seguirò con la mente
a te giungendo
su tua terra natia
piegherò mie ginocchia ringraziandoti
una salina perla discesa sul volto
tristemente donerò a ciò che manca
rosa vellutata poserò
su freddo bianco marmo abbracciandoti
amore ancora ed ancora
donerò all'anima tua con un sorriso
ceneri spoglie
lascerò nella terra.
Tu sarai con me.
L’ANGOLO DELLA
SPIRITUALITA’
se hai voglia di pregare
a cura di Sorella Stefania
E' Natale -
E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
“ALBERO D’AUTUNNO”
di Paola Landi
Cammino
su un tappeto di foglie
colorate d’autunno;
l’albero spoglio sa
che la sua vita non finisce:
radici vive lo tengono saldo
alla madre terra.
Rinascerà a primavera
la nuova chioma, come sempre.
Quando il mio inverno giungerà
quali radici mi daranno linfa
per rinascere?
—–
Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sarà il mio spirito
Giovanni Paolo II
radice di una nuova vita?
5
CITANDO PAPA
FRANCESCO
a cura di Rodolfo
Babbo Natale è un’invenzione relativamente moderna che nasce da più figure e più storie, leggendarie
e non. In Italia se ne rintraccia l’origine in San Nicola, vescovo nato a Myra, in Turchia, che partecipò
al Concilio di Nicea nel 325: secondo la leggenda
(vedi anche Purgatorio, XX, 31-3), il santo vescovo corse in aiuto delle
tre figlie di un nobiluomo che, caduto in disgrazia, le avrebbe spinte a
prostituirsi. Per tre notti consecutive Nicola donò loro tre sacchi pieni d’
oro perché esse potessero costituirsi una dote e condurre, col matrimonio, una vita onesta. La terza notte, trovando la finestra chiusa, lasciò
cadere i sacchi dal camino e salvò le ragazze dal triste destino. Entrano
così nella tradizione popolare sia la figura di Nicola che l’immagine del
camino come magici elargitori di doni. Nella tradizione germanica pre
cristiana troviamo invece il dio Odino, che verso il solstizio invernale,
andando a caccia, avrebbe portato doni ai bambini che, in cambio,
avessero messo accanto al camino stivali colmi di carote e di paglia per
il suo cavallo. Anche qui ritroviamo il camino come luogo magico dei
doni. Ora, si consideri come i cristiani ortodossi
festeggiassero la ricorrenza del Natale il 6 gennaio, giorno della “manifestazione” di Cristo, l’Epifania (da cui chiaramente viene Befana) ed
ecco che il camino - dove gli stivali nordici si trasformano in calze appese - ritorna fra i Cattolici
come latore dei doni portati dalla vecchia con la
scopa. Nell’Europa centro settentrionale la figura di San Nicola ha dato
origine a Santa Claus, (Sinter Klaas) che “esportato” in America dagli
emigranti, si è trasformato nell’odierno Babbo Natale con alcune operazioni di “lifting”: nel 1823, lo scrittore e linguista newyorkesee Clement
Clarke Moore scrisse la poesia Una visita di S.Nicola nella quale descrisse il santo come un elfo rotondetto dalla barba bianca e il naso
rosso, vestito di pelliccia, alla guida di una slitta piena di giocattoli trainata da renne veloci come aquile. Per il Natale del 1862 l'illustratore
Thomas Nast raffigurò, Babbo Natale in quel quel personaggio barbuto
e sorridente (si noti la pipa olandese retaggio di Sinter Klaas) che vedete in alto a sinistra. L’ultima ed “invasiva” operazione fu quella della Coca Cola, che dopo la seconda guerra mondiale impose in tutto il mondo
un Babbo Natale grasso e rubizzo, disegnato nel 1931 dallo svedese
Sundblom. La festa religiosa fu così sovrastata da quella commerciale,
che si impose, unificando le diverse tradizioni locali in questo
“Christmas” sempre meno mistico e più gaudente, che dagli scaffali dei
supermercati si mette in concorrenza con le nostre più tenere e dolci
“GRAZIE” DI VERO CUORE e BUON NATALE
a Enzo,Vittorio e Santos che stampano e
confezionano il giornale e a tutti i nostri bravi
postini
senza i quali tutto il nostro lavoro sarebbe inutile
Come lo scorso anno vorremmo riunire i nostri
BRAVI POSTINI
per un brindisi augurale nelle stanze parrocchiali.
Potremo ritrovarci lunedì 15 dicembre alle 18,45.
6
Dall’Esortazione Apostolica
EVANGELII GAUDIUM
1. Il Vescovo deve sempre favorire
la comunione missionaria nella sua
Chiesa diocesana perseguendo l'ideale delle prime comunità cristiane
nelle quali i credenti avevano un
cuore solo e un'anima sola ( cfr. At
4,32 ). Perciò a volte si porrà davanti
per indicare la strada e sostenere la
speranza del popolo, altre volte starà
semplicemente in mezzo a tutti con
la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze
dovrà camminare dietro al popolo,
per aiutare coloro che sono rimasti
indietro e - soprattutto- perché il
gregge stesso possiede il suo olfatto
per individuare nuove strade.
2. Dal momento che sono chiamato
a vivere quanto chiedo agli altri, devo
anche pensare ad una conversione
del papato ... Anche il papato e le
strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l'appello ad una conversione pastorale.
3. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo
criterio pastorale del "si è fatto sempre così" ... Esorto tutti ad applicare
con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza
divieti né paure.
4. Tutte le verità rivelate procedono
dalla stessa fonte divina e sono credute con la medesima fede, ma alcune di esse sono più importanti per
esprimere più direttamente il cuore
del Vangelo. In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto. In questo senso, il Concilio Vaticano II ha affermato che esiste un
ordine o piuttosto una "gerarchia"
delle verità nella dottrina cattolica,
essendo diverso il loro nesso col
fondamento della fede cristiana.
Questo vale tanto per i dogmi di fede
quanto per l'insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso
l'insegnamento morale.
LA CONCRETEZZA DELL’UTOPIA
di un “folle di Dio”
Documentario sul pensiero e l’azione politica di Giorgio La Pira
Realizzato da Correva l’Anno,
trasmissione di Rai 3, il mese
scorso è andato in onda il documentario di Vanessa Roghi
“Giorgio La Pira. La concretezza dell’utopia”, con testimonianze di Ettore Bernabei,
Amintore Fanfani, Fioretta
Mazzei, Vittorio Citterich,
Nahum Goldman, Ernesto
Balducci, Car. Silvano Piovanelli.
“Un sindaco suo successore
non può fare a meno di confrontarsi con la persona e l’opera di La Pira. La sua presenza e attualità riecheggia in
Palazzo Vecchio in foto, documenti, luoghi, atti, incontri qui
organizzati e domande delle
persone che lo ricordano” –
ha affermato il Sindaco Dario
Nardella durante l’Anteprima
svoltasi nel Salone dei 500
alla presenza dell’autrice –
“La sua intelligenza e lungimiranza hanno cambiato profondamente Firenze e oggi, dopo
quasi 60 anni, con una guerra
alle porte d’Europa, il conflitto mediorientale sempre più
aspro, un disagio sociale dilagante, ancora di più i suoi
messaggi rimbombano con
potenza in tutta la loro portata
profetica”.
Giorgio la Pira, laureato in
giurisprudenza,
professore
universitario di diritto romano,
terziario domenicano, Padre
Costituente, collaboratore di
Montini futuro Papa Paolo VI,
sottosegretario
ministeriale,
venne eletto sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e dal 1961
al 1964 lasciando una traccia
indelebile sulla città, da lui
ritenuta una seconda Gerusalemme.
Il dialogo con tutte le culture e
religioni, il ripudio del ricorso
alla guerra, l’opera pubblica indirizzata alla risoluzione di ogni
disagio sociale, la promozione di
incontri per unire città per unire
nazioni, sono le opere che contraddistinguono le sue impronte.
Il metodo utilizzato, analizza lo
storico Melloni, fu tenere sempre la Bibbia in una mano e il
rapporto dell’Onu sulla povertà
nell’altra. Ossia tenere sempre
presente l’analisi economica,
impegnandosi a guardare alla
povertà per sanarla poiché causa
di ogni guerra. La sua profezia è
stata che il Digesto, il diritto romano, sarebbe arrivato fino alla
Cina.
Un importante compito del servizio pubblico è portare la storia
vicino ai cittadini, catturandone
l’attenzione attraverso un lavoro
artigianale di ricerca e investigazione, compiendo lo sforzo di
restare fedeli all’oggettività storica. “La stesura di un documentario è scandita dall’agenda dei
documenti ritrovati – ha dichiarato Vanessa Roghi durante
l’Anteprima – Ho imparato ad
amare La Pira. La sua potenza è
stata nella sua grande inattualità, compresa appieno solo oggi,
come testimonia la sua azione a
favore dell’obiezione di coscienza. Fino alla fine è rimasto inattuale, né rassegnato né rinsavito”. Folle di Dio.
Monica
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LE BUONE
NOTIZIE
In un articolo di “ Mondo e
Missione ” di Ottobre, leggiamo che il responsabile di
“Asia News” Bernardo Cervellera, in un ampio reportage da
Qom, città santa del paese,
riferisce una notizia positiva
intorno all’evoluzione della
religione musulmana “scita”.
L’elezione del moderato Hassan Rouhani alla presidenza
del paese ha aperto uno spiraglio di luce nella politica e nel
comportamento dei giovani di
quella nazione.
Ma quello che più sorprende è
che in questa città, nei fatti,
esiste tolleranza di pensiero
nei confronti delle altre religioni.
Fra le numerose università e
scuole teologiche esiste l’Università delle Religioni e Denominazioni (U.R.D.) che conta
duemila studenti che collaborano con vari istituti tedeschi,
francesi, polacchi e vaticani
(Gregoriana).
In detta università iraniana
vengono pubblicati testi di
altre religioni, fra cui cinquanta volumi di fonti cristiane.
In particolare è stato da poco
tradotto in persiano il Catechismo della Chiesa Cattolica
con introduzione del cardinale
Jean Louis Tauran.
Il cammino è ancora lungo ma
sembra un piccolo passo per la
conoscenza reciproca, un timido messaggio di speranza per
una maggiore comprensione e
tolleranza da parte di un mondo considerato chiuso.
Giampaolo