Gruppo lettori delle opere di MARIA VALTORTA Appuntamenti comunitari Venerdì 5 - Primo Venerdì del mese - Adorazione Eucaristica (tutto il giorno) Ore 17,00 S. Rosario - ore 18,00 S. Messa e Vespri Sabato 6 - Primo sabato del mese:- Ora Mariana ore 16,00 – 17,30. Martedì 9 - Ore 17,00 Incontro mensile del Gruppo di Preghiera San Padre Pio Esposizione del Santissimo, S.Rosario, Benedizione, ore 18 S. Messa. Venerdì 12 - Ore 16,30 Incontro mensile per la lettura delle opere di M. Valtorta. Sabato 13 - Giornata Mariana - Turni di preghiera ore 9-12 <> 16-17,30. Sabato 13 - Domenica 14 :- Uscita con i ragazzi di 1ª Superiore. Martedì 16 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 5ª e loro genitori. Mercoledì 17 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 4ª e loro genitori. Giovedì 18 - Ore 17,30 Ci prepariamo al Natale con i bambini di 3ª e loro genitori. Domenica 21 - Ritiro delle famiglie giovani di San Gervasio e della Fraternità di Selva a San Gervasio. Segue Pranzo di Natale. Mercoledì 24 - Vigilia del Santo Natale - Ore 23,45 - Santa Messa della Notte . Giovedì 25 - Natale del Signore - SS.Messe ore 8,00 - 10,30 - 12,00 - 18,00. Mercoledì 31 - Ultimo giorno dell’anno - Santa Messa delle ore 18,00 con solenne rito del Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso. Avviso Come abbiamo convenuto nella nostra ultima riunione, se c on d o la p r o p r i a disponibilità, ciascuno è pregato di intervenire alla Preghiera Comunitaria organizzata dal Gruppo di Preghiera di San Padre Pio che si riunisce il secondo martedì di ogni mese (Vedi calendario di Dicembre) . Sarà fra l’altro una degna preparazione alla nostra riunione del venerdì successivo. R. C. 12 dicembre ore 21,15 in chiesa Notizie dalla Comunità di Giovedì 11 Martedì 16 Mercoledì 17 Giovedì 18 Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio - Piazza San Gervasio, 8 - 50131 Firenze - Tel. 055 587642 Correva l’anno scolastico 1970/71, classe II B, Liceo Scientifico Castelnuovo, ultimo compito in classe di italiano del II quadrimestre. La professoressa di Lettere assegnò i titoli dei temi; il terzo consisteva nel commentare la seguente poesia di C. Kavafis: desideri ore 18,45 ore 18,45 ore 18,45 ore 18,45 *Saranno presenti diversi sacerdoti per le confessioni* Mercoledì 3 e 10 dicembre alle ore 21,15 catechesi (adulti 30-50 anni). Martedì 2 e 16 dicembre, alle ore 21,15, preparazione per gli adulti che devono ricevere il Sacramento della Cresima. Vi aspettiamo numerosi !! NOVENA DEL SANTO NATALE 6 <> 14 Dicembre Da Lunedì 15 a Martedì 23 *Santa Novena di Natale* alle ore - nella sala parrocchiale – * Lunedì ore 17,30:- Ripetizioni gratuite di italiano e latino per ragazzi scuole medie e superiori. ore 21,15:- Prove del “Coro Parrocchiale” * Martedì ore 16,00:- “Gruppo cucito” pro-missioni. ore 15,30:- Ripetizioni gratuite di matematica, chimica, fisica per ragazzi scuole medie e superiori. ore 17,00:- Corso di chitarra per bambini del 1° anno - Ore 18,00 per quelli del 2° anno - Ore 18,30 per i ragazzi delle medie. * Mercoledì ore 09,30:- “Lectio divina” sulle Letture Bibliche della domenica con don Marcello * Venerdì ore 09,00:- “Gruppo pulizie locali” - Sono attesi nuovi volontari/e. “Un regalo per chi vuoi, aiutando chi ha bisogno” Aiuto Fraterno Parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio – P.za S. Gervasio, 8 – 50131 Firenze tel. 055 587642 Sito Internet: www.sangervasioeprotasio.it - Casella postale: [email protected] PARTECIPARE www.sangervasioeprotasio.it “E se non puoi la vita che / 1ª Media 3ª Media 2ª Media 1ª Superiore S Anno XX N° 213 Dicembre 2014 cerca almeno questo per quanto sta in te: non / sciuparla nel troppo commercio con la / gente con troppe parole e in un / viavai frenetico. Non sciuparla portandola in / giro in balia del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti fino a farne una stucchevole estranea” A quel tempo avevo un’impellente necessità: ri-equilibrare la media dei voti; non scelsi di trattare questo tema, ma uno più semplice. Andò bene (!), ma il testo di quella poesia continuò a risuonarmi attorno. Lo trascrissi in una pagina di quaderno, e ancora adesso mi accompagna. L’ho cercato più volte; ho acquistato e letto diverse edizioni delle opere di Kavafis, ma non ho più trovato il testo con la traduzione riportata in quel lontano 1971. Sono ancora quelle le parole che ritornano quando incontro persone che con la vita non ce la fanno… che ci provano ad essere diversi, a cambiare, a far sì che qualcosa di bello possa succedere. Come un tarlo mi torna sempre al- la mente quel “E se non puoi la vita che desideri…”perché nulla di più umano c’è che desiderare qualcos’altro di possibile, qualcosa che faccia “bene”… E sono spesso i desideri a spingerci avanti, a spronarci a cambiare, a indicarci una via anche se non riusciamo mai ad arrivare fino in fondo. “Cerca almeno questo per quanto sta in te …” ginata nel tempo, mi ha dato nei vari momenti significati diversi. Di certo ha fornito un marchio al modo di accostarmi all’altrui sofferenza… e probabilmente anche alla mia. Volevo ringraziare quella professoressa… non l’ho mai fatto direttamente, forse perché non vi è stata l’occasione, forse perché non ho trovato il coraggio. Mi piacerebbe che un giorno leggesse queste righe e vi si riconoscesse. Credo abbia fatto una cosa grande, a me e alle persone che in seguito ho incontrato ed accompagnato. Ci si interroga molto spesso su come la scuola possa fare prevenzione e divenire comunità educante. Oltre a rimandare a ciò che è già stato detto in studi, ricerche, esperienze… credo che ciò che più conti sia una presenza attenta, costante, reale che segue i percorsi dei propri studenti, azzardando anche qualcosa in più per fare crescere, per fare maturare, per trascinare in avanti, per vedere oltre la siepe qualcos’altro di possibile. La vita è una musica oltre la partitura, canto sublime della vita fragile, della vita povera, contrariata a volte, ma irresistibile diffonde intorno a sé un profumo che si riconosce ad occhi chiusi come un ramo di mimosa. E infine volevo anche ringraziarla per tutto il tempo che mi ha dato per poter svolgere quel tema che già allora sentivo mio. è “questo” che mi sembra sia trasmissibile a chi chiede di cambiare; prova, con tutte le forze che hai, siano esse anche le ultime, ma prova per tutto ciò che dipende da te a non sciupare ciò che ancora ti rimane. Cerca, cerca ancora quel qualcosa che ci appartiene, che ancora non ci rende estranei. E’ a volte impressionante scorgere negli sguardi dei “ragazzi-utenti”, nei loro racconti, la trama di una vita “stucchevole”ed “estranea”, talmente complicata da aver trasformato loro stessi in estranei alla vita. Non so se quella poesia ha originato la mia scelta sacerdotale, ma ha di certo incontrato e permeato la Buon Natale, professoressa. mia “passione umana”. L’ho rimudon Marcello La voce dei nostri gruppi Una rubrica che vuole ricordare a tutti le nostre attività e presentarle a coloro che di recente sono venuti ad abitare a San Gervasio nella speranza che vogliano prendervi parte. Il nostro mercato natalizio, organizzato dai volontari dell’Aiuto Fraterno, è la maggiore iniziativa di sostentamento diretto per le opere del gruppo stesso verso i poveri e in parte per la Caritas. Parte dei proventi, infatti, saranno devoluti a contribuire, seppure in misura minore, ai bisogni della parrocchia ed alle opere della Caritas parrocchiale. Quest’anno il mercatino aprirà Sabato 6 Dicembre e resterà aperto fino a Domenica 14. E’ una buona occasione per fare del bene acquistando regali per i vostri cari e per voi stessi che oltre tutto troverete a prezzi inferiori a quelli del mercato. Tuttavia non è questo che deve spingervi, ma la consapevolezza che i soldi raccolti andranno ad allietare il Natale delle centinaia di poveri che a noi si rivolgono ed a risolvere qualche necessità emergente di famiglie indigenti. Come ogni anno ci sarà un po’ di tutto: ceramiche, cristalli, argenti, libri, biancheria, bijoux, vini, confetture, profumi ed oggettistica “vintage”. P.S. Contiamo - o meglio: i nostri poveri contano - su di voi, sia in qualità di “donatori” (il mercatino aspetta anche un vostro regalo di oggetti nuovi di cui vorrete privarvi), sia come “clienti” e, perché no, anche come l’uno e l’altro. Ringraziamo fin d’ora a nome dei nostri assistiti, sia gli acquirenti che i donatori che ancora una volta ci permetteranno di portare a buon fine questa iniziativa. Sabato 6 - Domenica 7 - Lunedì 8 - Sabato 13 Orario 10,00 - 13,00 <> 16,30 - 19,30 Mercoledì 10 - Giovedì 11 - Venerdì 12 Orario 16,30 - 19,30 Domenica 14 Orario 10,00 - 13,00 A cura del gruppo giovanissimi medicine che non si usano più: perché lasciarle scadere e buttarle via? Un semplice gesto può ridare la vita a molti !!! Ricordiamo le parole di Gesù: “Ogni volta che avete fatto qualcosa ad uno di questi piccoli Siete tutti invitati a collaborare ad una iniziativa caritativa che ancora una volta il gruppo giovanissimi della parrocchia metterà in atto nel mese di Dicembre. Di cosa si tratta? Di raccogliere le medicine che le famiglie non usano più, di passare dalle farmacie, di sensibilizzare medici, ambulatori … per avere qualsiasi tipo di medicine. E’ un’iniziativa promossa dal Centro Missionario Medicinali diocesano che da anni raccoglie e invia gratuitamente farmaci, presidi medico-chirurgici e prodotti per bambini ad operatori e missionari che operano nei dispensari dei paesi del sud del mondo e dell’Europa (Polonia, Romania, Grecia ed anche Italia). Milioni di persone muoiono ancora nel mondo per banali malattie facilmente curabili e due miliardi di persone non hanno accesso ai farmaci essenziali ! Noi, spesso, abbiamo l’avete fatto a me !” Come si raccolgono le medicine? Ci saranno i ragazzi che in fondo di chiesa raccoglieranno le medicine per due domeniche successive. Ma anche in seguito potrete ugualmente portare le medicine nei giorni che volete, lasciandole in sacrestia. Aiutiamo questi ragazzi a sentire l’urgenza di guardare al di là dei propri bisogni per far crescere il senso di responsabilità e di solidarietà. 2 Fu il primo martire La festa del Natale toglie luce a un santo particolare, Santo Stefano, giovane proto-martire cristiano. Ebreo di nascita, Stefano fu il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli perché li aiutassero nel ministero della fede. Venerato sia dalla Chiesa Cattolica che da quella ortodossa, è il primo ad aver subito il martirio tre soli anni dopo la croce di Cristo. Il racconto del martirio ci viene dagli Atti degli Apostoli che raccontano che lapidazione, avvenne alla presenza di Saulo (Paolo di Tarso) prima della sua conversione sulla via di Damasco. Sicura è la data della sua morte : il fatto che non sia stato ucciso sulla croce (il metodo usato dagli occupanti romani), ma tramite lapidazione, prova che il fatto avvenne nel 36, anno di vuoto amministrativo dovuto alla deposizione di Ponzio Pilato che si era irrimediabilmente inimicato la popolazione per la violenza usata per sedare una rivolta. In quell’anno comandava quindi il Sinedrio, che eseguiva le condanne a morte per mezzo della lapidazione, secondo gli usi locali. La tradizione narra che nel 415, un sacerdote di nome Luciano, dopo aver avuto in sogno l’indicazione della sepoltura, pensò di aver trovato il corpo di Stefano nei pressi di Gerusalemme. Nel mondo latino e greco si diffusero presto un gran numero di reliquie. Molte di queste giunsero anche a Minorca, (Baleari), e il fatto causò una feroce persecuzione contro gli ebrei da parte dei cristiani dell'isola, forse per vendicare la morte del martire. Jacopo da Varagine, nella sua Legenda Aurea narra l’avventurosa scoperta del corpo, la sua traslazione a Costantinopoli e la seconda traslazione a Roma. Per il fatto di essere stato il primo dei martiri cristiani, la ricorrenza a lui dedicata è stata fissata il 26 Dicembre, subito dopo quella che celebra la nascita di Cristo. Il colore della veste indossata dal sacerdote, in questo giorno è il rosso, come in tutte le occasioni in cui si ricorda un martire. La nostra chiesa ha con questo santo un particolare legame, poiché ospita il dipinto di Santi di Tito, oggi ottimamente restaurato, che è uno fra i maggiori capolavori d’arte a lui dedicati. G. O. L’appello mensile AIUTO FRATERNO Con i proventi della vendita di torte, confezioneremo oltre 35 pacchi di Natale per le famiglie più povere, così da dare loro un segno della nostra solidarietà. Anche il Mercatino di Natale aiuterà le iniziative di carità del nostro gruppo e della Caritas Parrocchiale. Quanto ai bisogni più urgenti, vi rammentiamo che, oltre ai viveri, mancano anche coperte, giubbotti invernali e scarpe da uomo. Come sempre grazie con tutto il cuore e Buon Natale da tutto il gruppo dell’Aiuto Fraterno. Enzo <> <> <> Un mio grazie particolare e tanti auguri a tutti i “miei” volontari del “Centro Ascolto” che sono le vere colonne portanti di tutto l’Aiuto Fraterno perché sono veramente bravi e disponibili con il loro amore per aiutare le persone bisognose ed inoltre, cosa da non poco conto, da tanti anni riescono ancora a sopportarmi. Un grosso abbraccio , grazie Enzo Una strenna per il Santo Natale (anche nella nostra biblioteca) UN Alessandro D’Avenia - Ciò che inferno non è L’autore, palermitano, ha conosciuto Padre Puglisi nel Liceo cittadino. Federico, mentre si prepara a partire per una vacanza studio, incontra il professore che lo invita a dare una speranza ai bambini del suo quartiere. Quando il giovane attraversa il passaggio a livello per recarsi a Brancaccio, inconsapevolmente inizia una nuova vita. Questa esperienza gli fa conoscere una realtà di degrado e dedizione che lo coinvolge e lo mette in crisi. Padre Pino Puglisi (3P per i ragazzi) non diceva mai cosa fare, ma metteva nella condizione di scegliere : vieni e vedi. Questa esperienza mette a dura prova Federico insieme a Lucia e Serena e spesso torna nella sua bella casa segnato nel fisico e nel morale. Il sacerdote insegnava a non abbassare mai lo sguardo, mentre i “padrini” pretendevano rispetto e sottomissione. Padre Puglisi diceva spesso: “Togli amore e avrai inferno, metti amore e avrai ciò che inferno non è”. Nonostante le grandi difficoltà affrontate non perdeva mai la speranza e anche nel momento del suo martirio egli sorride. “Per quel sorriso non ci ho dormito la notte”, dirà il suo assassino. Con una prosa moderna e colta l’autore disegna i suoi personaggi con dialoghi brevi e vivaci sullo sfondo di una Palermo luminosa e piena di mistero, la Panormos dei greci, la tutta-porto. Un romanzo maturo nel quale la lotta fra il bene e il male è descritta nella sua cruda realtà, ma che conferma come la generosità e l’amore sono capaci di fare miracoli. Una epifania dell’Amore ! LIBRO AL MESE 7 Scritti premiati al nostro nono premio letterario RE 1943” “25 SETTEMB rdamento - Primo bomba aereo su Firenze Tenti di Gianfranco N NERO su BIANCO 2014 ell'ultima guerra il centro storico di Firenze non subì attacchi da parte dell’avia-zione alleata. ll rischio che avrebbe corso il patrimonio artistico, universalmente riconosciuto, aveva fatto si che i vertici civili e militari decisero di colpire solo obiettivi strategici alla periferia della città. Tra questi la stazione ferroviaria del Campo di Marte per l'enorme traffico di materiali e di merci diretti al sud in difesa della linea Gustav e per l'avvicinarsi del massiccio attacco contro il sistema difensivo di Cassino. Cosi lo scalo di Firenze Rifredi e il deposito locomotive del Romito. A Firenze le sirene suonavano qua-si ogni giorno, anche più volte. Ciò causava grande apprensione nella popolazione in attesa del sospirato cessato allarme che sembrava non venire mai. Tutto avveniva nell’arco delle ventiquattr’ore. Talvolta regnava il più assoluto silenzio, ma si udivano anche scariche di bombe a distanza, con relativi bagliori di notte. Quello che più preoccupava era il passaggio di aerei che sorvolavano la città. Che intenzioni avevano? Finché non si allontanavano l'incubo persisteva. Come tutti, anche noi di San Gervasio, dove tuttora abito in via Cento Stelle, ci difendevamo - si fa per dire! - ricorrendo ai rifugi antiaerei. Il mio fabbricato non aveva cantine, però ce n’erano di vicine. C’erano anche di diversi rifugi: l’Istituto dei Ciechi, le Suore dei Carcerati, il Ponte sull’Affrico, allora non coperto, e in viale Manfredo Fanti. In più: c’erano i campi fra via Cento Stelle e viale Righi, dove si riteneva improbabile uno sganciamento, ma si doveva stare ben nascosti ad evitare mitragliamenti. La mattina del 25 settembre 1943 mi trovavo in piazza Nobili. Quando suonò la sirena mi misi a correre verso casa con la forza dei miei dieci anni, ma già in piazza San Gervasio gli aerei erano sopra di me e facevano un frastuono d'inferno. Mi infilai a casa e mia madre mi condusse rapida nel ripostiglio nel punto più interno dell'abitazione. Pochi secondi e arrivarono le bombe 25 settembre 1943 con scoppi assordanti e prolungati. La casa comincio a tremare come sotto l'effetto di un terremoto, si sentirono grida disperate, la luce si spense: momenti veramente drammatici! Pensammo di essere stati centrati, ma fortunatamente non fu così. Seguì un silenzio agghiacciante, poi si udirono le prime voci concitate. Con circospezione fu aperto il portone sulla strada. Ci colpì un fumo intenso e il sole appariva annebbiato e oscurato. Un passante ci disse che era stata colpita una casa in via dei Sette Santi: sembrava tagliata col coltello. Un ciclista teneva in canna la moglie che urlava: il mio bambino è sotto 4 NEROsuBIANCO 2014 __ le macerie, voglio tornare indietro! Lui cercava come poteva di calmarla. Mio padre era al lavoro in centro e non sapevamo nulla di lui, né lui sapeva di noi. Iniziò con la mamma un'attesa piena di ansia, affacciati alla finestra. Finalmente lo vedemmo comparire in fondo alla strada che faceva segni con le braccia. Ci aveva visto e si era reso conto che eravamo salvi. La sera con i genitori andammo sui luoghi bombardati più vicini. Una bomba era caduta nell’orto della Parrocchia di San Gervasio a pochi metri dalla Chiesa. Un’altra al Campo di Marte di fronte alla torre di Maratona, una terza in via Marconi. Ma l'area colpita era ancora più ampia come via via venimmo a sapere. Il danno maggiore l'aveva subito la stazione di Campo di Marte, con distruzione di binari, vagoni e di stabili vicini. E pensare che il 25 settembre 1943 i bombardieri americani avevano come obiettivo la stazione ferroviaria di Bologna, ma un denso strato di nubi ne impedì il bombardamento. La salvezza di Bologna segnò la condanna di Firenze che poi subirà altre sei incursioni con un bilancio di 500 morti. Spesso ritorno indietro col pensiero a queste esperienze che ormai la maggior parte delle persone non ha conosciuto, e forse, dopo settant’anni di pace, non si rende conto di questa grande fortuna. G. T. “MEMORIA DI UN AMORE” di Emanuela Dolfi Le tue incancellabili orme seguirò con la mente a te giungendo su tua terra natia piegherò mie ginocchia ringraziandoti una salina perla discesa sul volto tristemente donerò a ciò che manca rosa vellutata poserò su freddo bianco marmo abbracciandoti amore ancora ed ancora donerò all'anima tua con un sorriso ceneri spoglie lascerò nella terra. Tu sarai con me. L’ANGOLO DELLA SPIRITUALITA’ se hai voglia di pregare a cura di Sorella Stefania E' Natale - E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. Madre Teresa di Calcutta “ALBERO D’AUTUNNO” di Paola Landi Cammino su un tappeto di foglie colorate d’autunno; l’albero spoglio sa che la sua vita non finisce: radici vive lo tengono saldo alla madre terra. Rinascerà a primavera la nuova chioma, come sempre. Quando il mio inverno giungerà quali radici mi daranno linfa per rinascere? —– Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli! Accarezza il malato e l’anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi e a stringersi in un universale abbraccio di pace! Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati dalla miseria e dalla disoccupazione, dall’ignoranza e dall’indifferenza, dalla discriminazione e dall’intolleranza. Sei tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi, liberandoci dal peccato. Sarà il mio spirito Giovanni Paolo II radice di una nuova vita? 5 CITANDO PAPA FRANCESCO a cura di Rodolfo Babbo Natale è un’invenzione relativamente moderna che nasce da più figure e più storie, leggendarie e non. In Italia se ne rintraccia l’origine in San Nicola, vescovo nato a Myra, in Turchia, che partecipò al Concilio di Nicea nel 325: secondo la leggenda (vedi anche Purgatorio, XX, 31-3), il santo vescovo corse in aiuto delle tre figlie di un nobiluomo che, caduto in disgrazia, le avrebbe spinte a prostituirsi. Per tre notti consecutive Nicola donò loro tre sacchi pieni d’ oro perché esse potessero costituirsi una dote e condurre, col matrimonio, una vita onesta. La terza notte, trovando la finestra chiusa, lasciò cadere i sacchi dal camino e salvò le ragazze dal triste destino. Entrano così nella tradizione popolare sia la figura di Nicola che l’immagine del camino come magici elargitori di doni. Nella tradizione germanica pre cristiana troviamo invece il dio Odino, che verso il solstizio invernale, andando a caccia, avrebbe portato doni ai bambini che, in cambio, avessero messo accanto al camino stivali colmi di carote e di paglia per il suo cavallo. Anche qui ritroviamo il camino come luogo magico dei doni. Ora, si consideri come i cristiani ortodossi festeggiassero la ricorrenza del Natale il 6 gennaio, giorno della “manifestazione” di Cristo, l’Epifania (da cui chiaramente viene Befana) ed ecco che il camino - dove gli stivali nordici si trasformano in calze appese - ritorna fra i Cattolici come latore dei doni portati dalla vecchia con la scopa. Nell’Europa centro settentrionale la figura di San Nicola ha dato origine a Santa Claus, (Sinter Klaas) che “esportato” in America dagli emigranti, si è trasformato nell’odierno Babbo Natale con alcune operazioni di “lifting”: nel 1823, lo scrittore e linguista newyorkesee Clement Clarke Moore scrisse la poesia Una visita di S.Nicola nella quale descrisse il santo come un elfo rotondetto dalla barba bianca e il naso rosso, vestito di pelliccia, alla guida di una slitta piena di giocattoli trainata da renne veloci come aquile. Per il Natale del 1862 l'illustratore Thomas Nast raffigurò, Babbo Natale in quel quel personaggio barbuto e sorridente (si noti la pipa olandese retaggio di Sinter Klaas) che vedete in alto a sinistra. L’ultima ed “invasiva” operazione fu quella della Coca Cola, che dopo la seconda guerra mondiale impose in tutto il mondo un Babbo Natale grasso e rubizzo, disegnato nel 1931 dallo svedese Sundblom. La festa religiosa fu così sovrastata da quella commerciale, che si impose, unificando le diverse tradizioni locali in questo “Christmas” sempre meno mistico e più gaudente, che dagli scaffali dei supermercati si mette in concorrenza con le nostre più tenere e dolci “GRAZIE” DI VERO CUORE e BUON NATALE a Enzo,Vittorio e Santos che stampano e confezionano il giornale e a tutti i nostri bravi postini senza i quali tutto il nostro lavoro sarebbe inutile Come lo scorso anno vorremmo riunire i nostri BRAVI POSTINI per un brindisi augurale nelle stanze parrocchiali. Potremo ritrovarci lunedì 15 dicembre alle 18,45. 6 Dall’Esortazione Apostolica EVANGELII GAUDIUM 1. Il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l'ideale delle prime comunità cristiane nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un'anima sola ( cfr. At 4,32 ). Perciò a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro e - soprattutto- perché il gregge stesso possiede il suo olfatto per individuare nuove strade. 2. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare ad una conversione del papato ... Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l'appello ad una conversione pastorale. 3. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del "si è fatto sempre così" ... Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. 4. Tutte le verità rivelate procedono dalla stessa fonte divina e sono credute con la medesima fede, ma alcune di esse sono più importanti per esprimere più direttamente il cuore del Vangelo. In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto. In questo senso, il Concilio Vaticano II ha affermato che esiste un ordine o piuttosto una "gerarchia" delle verità nella dottrina cattolica, essendo diverso il loro nesso col fondamento della fede cristiana. Questo vale tanto per i dogmi di fede quanto per l'insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso l'insegnamento morale. LA CONCRETEZZA DELL’UTOPIA di un “folle di Dio” Documentario sul pensiero e l’azione politica di Giorgio La Pira Realizzato da Correva l’Anno, trasmissione di Rai 3, il mese scorso è andato in onda il documentario di Vanessa Roghi “Giorgio La Pira. La concretezza dell’utopia”, con testimonianze di Ettore Bernabei, Amintore Fanfani, Fioretta Mazzei, Vittorio Citterich, Nahum Goldman, Ernesto Balducci, Car. Silvano Piovanelli. “Un sindaco suo successore non può fare a meno di confrontarsi con la persona e l’opera di La Pira. La sua presenza e attualità riecheggia in Palazzo Vecchio in foto, documenti, luoghi, atti, incontri qui organizzati e domande delle persone che lo ricordano” – ha affermato il Sindaco Dario Nardella durante l’Anteprima svoltasi nel Salone dei 500 alla presenza dell’autrice – “La sua intelligenza e lungimiranza hanno cambiato profondamente Firenze e oggi, dopo quasi 60 anni, con una guerra alle porte d’Europa, il conflitto mediorientale sempre più aspro, un disagio sociale dilagante, ancora di più i suoi messaggi rimbombano con potenza in tutta la loro portata profetica”. Giorgio la Pira, laureato in giurisprudenza, professore universitario di diritto romano, terziario domenicano, Padre Costituente, collaboratore di Montini futuro Papa Paolo VI, sottosegretario ministeriale, venne eletto sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1964 lasciando una traccia indelebile sulla città, da lui ritenuta una seconda Gerusalemme. Il dialogo con tutte le culture e religioni, il ripudio del ricorso alla guerra, l’opera pubblica indirizzata alla risoluzione di ogni disagio sociale, la promozione di incontri per unire città per unire nazioni, sono le opere che contraddistinguono le sue impronte. Il metodo utilizzato, analizza lo storico Melloni, fu tenere sempre la Bibbia in una mano e il rapporto dell’Onu sulla povertà nell’altra. Ossia tenere sempre presente l’analisi economica, impegnandosi a guardare alla povertà per sanarla poiché causa di ogni guerra. La sua profezia è stata che il Digesto, il diritto romano, sarebbe arrivato fino alla Cina. Un importante compito del servizio pubblico è portare la storia vicino ai cittadini, catturandone l’attenzione attraverso un lavoro artigianale di ricerca e investigazione, compiendo lo sforzo di restare fedeli all’oggettività storica. “La stesura di un documentario è scandita dall’agenda dei documenti ritrovati – ha dichiarato Vanessa Roghi durante l’Anteprima – Ho imparato ad amare La Pira. La sua potenza è stata nella sua grande inattualità, compresa appieno solo oggi, come testimonia la sua azione a favore dell’obiezione di coscienza. Fino alla fine è rimasto inattuale, né rassegnato né rinsavito”. Folle di Dio. Monica 3 LE BUONE NOTIZIE In un articolo di “ Mondo e Missione ” di Ottobre, leggiamo che il responsabile di “Asia News” Bernardo Cervellera, in un ampio reportage da Qom, città santa del paese, riferisce una notizia positiva intorno all’evoluzione della religione musulmana “scita”. L’elezione del moderato Hassan Rouhani alla presidenza del paese ha aperto uno spiraglio di luce nella politica e nel comportamento dei giovani di quella nazione. Ma quello che più sorprende è che in questa città, nei fatti, esiste tolleranza di pensiero nei confronti delle altre religioni. Fra le numerose università e scuole teologiche esiste l’Università delle Religioni e Denominazioni (U.R.D.) che conta duemila studenti che collaborano con vari istituti tedeschi, francesi, polacchi e vaticani (Gregoriana). In detta università iraniana vengono pubblicati testi di altre religioni, fra cui cinquanta volumi di fonti cristiane. In particolare è stato da poco tradotto in persiano il Catechismo della Chiesa Cattolica con introduzione del cardinale Jean Louis Tauran. Il cammino è ancora lungo ma sembra un piccolo passo per la conoscenza reciproca, un timido messaggio di speranza per una maggiore comprensione e tolleranza da parte di un mondo considerato chiuso. Giampaolo
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